-Cucciolo tinto che fai? Bella cera!- domandò ironica Lauren
quando Bill fece capolino nella camera verso mezzogiorno.
-Uhm, posso?- chiese titubante con la voce impastata dal sonno e la
mente non molto lucida.
Lauren come una mammina premurosa sollevò il piumone per accogliere
l'amico che si sdraiò accanto a lei posando la testa sul guanciale:
-Cosa stavi facendo?-chiese Bill curioso.
-Stavo leggendo, per rilassarmi un po'. Verso le due devo andare in
teatro, quindi mi riposavo- spiegò la ragazza.
-Io non riesco a dormire.
-Hai fatto un brutto sogno?- chiese Lauren con un sorriso ironico, ma
dolce.
-No, c'è una ragazza nel mio letto- fece flebilmente Bill.
-Scusa?- chiese sorpresa la ragazza.
-Perché non posso avere una ragazza nel mio letto?
-Sì, certamente, ma lo hai detto con un tono…chi è?
-Non so- fece mortificato il ragazzo.
-O porca miseria, Bill sei senza speranza!- disse con voce più
acuta la ragazza.
-Uffi- grugnì girandosi lentamente Tom- Bill va fan culo, non
ti sopporto quando ti trovo nel nostro letto la mattina.
-Dai, Tom piantala, ti devi allenare per quando avrai dei figli, chissà
quante volte avete interrotto gli idilli dei vostri genitori!- disse
senza nessuna premura Lauren.
A queste parole Tom arrossì, fece spallucce e si accoccolò
nel grembo della ragazza in cerca di coccole. Lauren sapeva come calmarlo
e cominciò a passare dolcemente la mano tra i dread scompigliati
del ragazzo.
-Dobbiamo risolvere un problema- disse laconica.
-L'idiota ne ha fatta un'altra delle sue?-chiese con tono acido Tom.
-Non sono idiota, smettila!- Bill si alzò scocciato.
-No- lo fermò prontamente Lauren- dai parliamone e se Tom non
la smette non gliela do fino a Natale.
-Adesso io che c'entro?- mugugnò Tom risentito.
-Non si tratta così tuo fratello- con tono da mamma che sgrida
il figlio.
-Uffi, lo faccio sempre, è abituato ad essere trattato così-
ribatté con voce sempre più risentita Tom
-Appunto, non lo sopporto, se è per scherzare va bene, a volte
lo dico anch'io, ma qui il tuo tono era pesante- concluse Lauren
-Sì, certo perché appena sveglio ho le così dette
girate! Soprattutto se tra me e me speravo in un risveglio diverso,
come dire più romantico.
-Me ne vado, sono di troppo, sono sempre di troppo fra voi- fece Bill
con molta amarezza nel tono della voce e con un groppo in gola. Quando
vedeva suo fratello avvolto nel caldo abbraccio della ragazza sentiva
lo stomaco contorcersi. Avrebbe voluto essere lui con il capo chino
accolto così teneramente nel grembo di Lauren, risvegliarsi al
suo tepore e tra i suoi dolci baci. E invece lui si era risvegliato
accanto a quella ragazza di cui non ricordava neppure il nome, l'avere
fatto sesso con quell'estranea lo aveva svuotato ancor di più
mostrandogli l'abisso che lo separava dalla felicità. I baci
furiosi, le carezze frenetiche senza trasporto alcuno se non rabbia
mista a desiderio irrefrenabile di possedere quel corpo gli avevano
mostrato ancor più chiaramente quanto desiderasse Lauren.
Bill uscì dalla camera del fratello con il gelo nel cuore e una
voglia di spaccare tutto intorno a lui, di gridare la sua rabbia, mostrando
tutta la sua gelosia.
Lauren si staccò da Tom con una vaga sensazione del dramma che
stava percorrendo l'amico e si alzò seguendo il ragazzo, lo afferrò
per un braccio e cercando di ricacciare le lacrime dagli occhi e di
essere il più forte possibile con un sorriso cercò di
placare la tempesta che pervadeva il corpo di Bill.
-Ehi, dai, secondo me di fronte ad una tazza di cioccolata fumante e
di caffè la nebbia che ti offusca la mente si diraderà.
-Sì, certo- lo prese Tom per le spalle accogliendolo in un abbraccio
affettuoso- con lo stomaco pieno noi Kaulitz ragioniamo meglio.
Bill rimase sorpreso dalla reazione pronta dei due ragazzi, soprattutto
dal calore di Tom e dal suo affetto.
I tre ragazzi si diressero in cucina e prepararono la tavola per la
colazione, aggiungendo una quarta tovaglietta, una quarta tazza e tutto
l'occorrente per l'ospite.
Mentre stavano conversando amabilmente facendo progetti per la giornata
e quelle a venire che avrebbero visto Lauren sempre più occupata
e la loro routine sconvolta dall'arrivo di tutti i loro vecchi amici
riuniti per lo spettacolo della ballerina, fece capolino l'ospite improvviso.
-Ciao- fece con un tono acuto la ragazza che Bill aveva portato in casa.
I tre strabuzzarono gli occhi e rimasero a bocca aperta, la ragazza
infatti era apparsa in cucina nuda, senza nessun pudore come se fosse
abituata a quelle persone e alla casa.
-Tom voltati o ti cambio i connotati- fece Lauren furiosa per la gelosia
e l'imbarazzo. Bill era rimasto con la tazza a mezz'aria paralizzato
da quella apparizione subitanea.
-Ciao ragazzi, sapete non trovo più le mie mutandine - fece leziosa
e con voce squillante- Bill ti ricordi dove me le hai tolte birichino?-
sottolineò quest'ultima parola con un gesto della mano che portò
verso le parti intime come per coprirle.
Lauren stava per sbroccare come si poteva essere così idiote.
-Volevo mettermi una delle tue magliettine sai Bill, ma ho le tette
troppo grosse- coprendosi con l'altro braccio in modo falsamente pudico.
-"E il cervello così piccolo, una delle tue magliettine,
Bill mi avrebbe fermato quel poco di flusso sanguino di cui ha bisogno
il mio unico neurone"- fece Lauren incavolata nera imitando il
tono della ragazza.
-Cosa vorresti dire? Che sono stupida?- fece l'estranea.
-No, ma dai? Allora capisci? Prendere un accappatoio in bagno, un asciugamano,
mettersi intorno la coperta che c'è di solito sul letto, no?-
disse laconica Lauren.
-O, è vero, ma non credevo che foste così puritani. E
poi la coperta chissà dov'è finita, sai nell'impeto del
momento- fece con tono falsamente lezioso.
-No, cara siamo solo educati!- fece Lauren sempre più risentita
e con un moto di disgusto sempre più evidente.
-Ma non sei tu quella che appare nuda sul video di You tube?- chiese
ironica.
Lauren si alzò di scatto pronta a saltare alla giugulare di quella
ragazza, Tom la trattenne. Mentre Bill, passato l'imbarazzo, prese per
mano quell'estranea e la portò in camera sua dove le mostrò
il bagno, le diede degli asciugamani puliti e le preparò una
camicia, dei pantaloni larghi per emergenza, mentre si metteva alla
ricerca degli effetti personali della ragazza per casa.
-Aiuto, dove cavolo le abbiamo ficcate quelle cazzo di mutande?- diceva
Bill cercando nel salone, sotto i cuscini del divano.
Tom e una Lauren che aveva ritrovato una calma apparente, aiutarono
l'amico.
-Lo so, non dite nulla, mi sento talmente umiliato, i vostri sguardi
mi bastano.
-No, veramente Bill- disse con tono tranquillizzante Lauren- non preoccuparti,
non sentirti male, di fronte alla maleducazione non ci si può
fare nulla.
-Comunque l'ho fatta grossa- fece Bill ingoiando la saliva pronto per
la sua rivelazione.
-Non avete usato il preservativo- disse Tom allarmato.
-No, quello lo abbiamo usato, peggio.
-Vi siete filmati?- aggiunse preoccupata Lauren.
-Ma no, che credi, non sono quel genere di ragazzo, uffi- fece sconsolato
Bill-ma per chi mi prendete?
-Non so, vedi tu?- fecero con aria interrogativa i due ragazzi indicando
la porta della camera di Bill.
-Credo dovremo indire il concorso "diventa tu il nuovo cantante
dei Tokio Hotel"
-Perché?-chiese Lauren.
-Perché mi sono ricordato chi è quella ragazza- disse
flebilmente Bill bianco come un cencio in volto.
-Oddio, ho capito!- fece Tom con uno sguardo atterrito a sua volta-
credo che tornerai ad avere una voce bianca, Bill, ci toccherà
incidere di nuovo l'album Zimmer!
-Dai non scherzate, chi cazzo è?- disse Lauren che ancora non
capiva.
-Una che era molto intima con Georg negli ultimi mesi- spiegò
Tom.
-Cosa?- domandò una sempre più allibita Lauren- Bill-
fece con un acuto da mamma che si sta inalberando-ti fai la ragazza
di Georg?
-No, veramente sono io che volevo provare l'ebbrezza di scoparmi il
cantante dei Tokio Hotel- fece la ragazza comparendo sulla soglia della
camera di Bill, con avvolto il corpo in un asciugamano che metteva in
risalto il suo corpo sinuoso e molto prorompente.
-Sempre più fine ed elegante- commentò irritata Lauren.
-Sei gelosa forse? Tu sei loro amica da anni e ti sei fatta solo Tom.
-Certo forse perché non ragiono con la passera, ma con il cervello.
-O forse perché non sei per nulla femminile e nessuno ti vorrebbe,
sarebbe come fare l'amore con un'asse da stiro.
-Basta, non ti permetto di pronunciare più nessuna sillaba- urlò
alterato Bill- Lauren è la ragazza più bella del mondo,
è elegante, raffinata, delicata e ha un corpo sottile e sinuoso
che sprigiona più sensualità del tuo così pieno
di curve, ma senza sostanza alcuna.
-Oh, sei veramente patetico Bill, sei innamorato della ragazza di tuo
fratello, che ridicolo, a letto comunque sei una vera nullità.
Mi piacerebbe sapere se anche Tom è così scarso e le sue
tanto decantate doti mascoline sono tutto fumo e niente arrosto.
-Cara mia tu non mi avrai mai, sei patetica- disse Tom aprendo la porta
dell'appartamento- non mi attizzeresti neanche morto e se fossimo gli
ultimi esseri sulla faccia della terra, l'umanità si estinguerebbe.
-Comunque Tom è un piccolo drago tra le lenzuola sappilo là
sotto c'è un bell'arrosto- fece Lauren guardando con commiserazione
la ragazza.
Quest'ultima si diresse verso la porta, afferrò gli effetti personali
che gli porgeva Lauren con estrema freddezza e con un ultimo gesto lasciò
cadere l'asciugamano scoprendo tutta la sua nudità. Con un sorriso
maligno si rivolse ai tre ragazzi, con calma olimpica si rivestì
e uscì.
I tre amici rimasero senza parole guardandosi per qualche minuto poi
in silenzio Lauren andò in camera seguita da Tom e si preparò
per andare in teatro.
Poco dopo Bill con gli occhi lievemente velati da due grosse lacrime
che tentava inutilmente di ricacciare in fondo, fece capolino nella
camera del fratello.
-Scusate- pronunciò mestamente.
-Bill, non sei tu il patetico- fece Tom avvicinandosi al fratello- e
non preoccuparti Georg non soffrirà, credo che fosse solo un
diversivo e per quel poco che abbiamo intuito ne siamo più che
convinti, vero?- fece rivolto a Lauren.
-Ma ho perso la vostra stima, chissà cosa penserete di me. E
tu Lauren…-Bill lasciò la frase in sospeso.
-Scricciolo tinto, non preoccuparti, ti voglio un mondo di bene e tu
lo sai, questo non potrà mai intaccare il mio affetto per te,
ormai si sa, quando sei sotto l'effetto dell'alcool fai un po' di cazzate,
tutto qui.
-E' vero, una dietro l'altra e senza appello - continuò Bill
con la voce rotta- mi dispiace che un essere così insignificante
possa aver proferito quelle cose su di te-concluse triste.
-No, non preoccuparti l'asse da stiro non ne soffre, piuttosto il mio
piccolo cucciolo tinto?
-Mortificato, umiliato, rattristato, desolato vorrei avere una trivella
per sprofondare nella terra-concluse flebilmente il ragazzo.
Lauren e Tom si misero accanto al ragazzo uno a destra e l'altro a sinistra
e gli stamparono un bacio sulla guancia, poi lo afferrarono, lo buttarono
sul letto e cominciarono a fargli il solletico.
Bill chiedeva aiuto e il perdono tra le lacrime di tristezza e quelle
causate per il trattamento che stava subendo, le risate erano amaramente
gioiose.
-Spero che Georg non mi stritoli le palle nel frullatore o dovremo rifare
tutto l'album, che palle, sai dover alzare tutte le canzoni di un'ottava?
I tre ragazzi scoppiarono a ridere fragorosamente, mentre Bill ritrovava
il suo buon umore.
-Cazzo- urlò ad un certo punto Tom - dovevamo andare a prendere
mamma e papà in aeroporto!
-Porca miseria, è vero, tornano oggi dal viaggio!- urlò
Bill alzandosi velocemente dal letto.
-Miei cari siete nella cacca, io vado a teatro, a sta sera, piccoli!-
fece Lauren avviandosi verso l'uscita.
-Bastarda ti defili, non è vero? Sentiremo una bella lavata di
capo- concluse mestamente Bill.
-Già "siete sempre i soliti"- fece Lauren imitando
il tono della signora Simone.
***
- Tom, ciao tesorino, devo chiederti un favore- fece Lauren al cellulare.
- Dimmi piccola, sono a tua completa disposizione- rispose prontamente
Tom.
-Mi verresti a prendere in teatro.
-Certo, dov'è?
-Ok, sei senza speranza alcuna, vivi in questa città e non sai
neanche dov'è?
-Uhm, esatto, sono totalmente disinformato, ignorante e poco colto.
-Va, be' allora ti aspetto.
-Ma hai un tono di voce strano, non ti senti bene?
-No, tranquillo, vieni al più presto.
-Tesoro dove sei?- fece Tom al cellulare mentre si guardava intorno
in cerca di Lauren davanti all'imponente Staatsoper.
-Sei arrivato? Vieni pure all'entrata secondaria, sono qui con Richard
e Friedrich.
Bill e Tom si diressero un po' incuriositi e lievemente in apprensione
verso l'entrata del personale, sulla soglia ad aspettarli i due ragazzi.
-Venite, eccovi, ciao ragazzi- li accolse gentilmente Friedrich- Lauren
è laggiù.
La ragazza era seduta su una poltroncina con in mano una tazza fumante,
ogni tanto vi soffiava dentro per farne raffreddare il contenuto.
I due gemelli capirono che non stava bene e accorsero verso la loro
amica.
-Fiorellino, che cos'hai?- fece Tom con un filo di voce inginocchiandosi
davanti alla ragazza.
-Nulla, la solita stronza di Sasha ha fatto cadere la pece davanti a
me e mi è venuta una lieve crisi respiratoria.
-Figlia di buona donna, la ammazzo- fece concitato Tom.
-Per fortuna i miei due cavalieri mi hanno prontamente soccorso e nessuno
si è accorto del mio lieve malore.
-Già l'abbiamo portata in camerino subito e abbiamo capito che
aveva una strana reazione- raccontò Richard.
-Lauren ci ha poi mostrato il suo inalatore e tutto si è risolto-
proseguì Friedrich- le prove sono state perfette, ma ora la piccola
non ci è sembrata molto in forma e così l'abbiamo obbligata
a telefonarvi. Voleva prendere l'autobus o un taxi, ma noi ci siamo
rifiutati.
-Potevamo accompagnarla noi in taxi- incalzò Richard- ma ci è
sembrato più corretto avvertirvi, volevamo portarla al pronto
soccorso, perché la cera non è delle migliori e domani
abbiamo un giorno di riposo, poi ci sarà la prova generale e
lo spettacolo.
-Avete fatto bene, siamo venuti in macchina infatti per fortuna così
vediamo il da farsi, bravi!- fece soddisfatto Bill che si era seduto
subito accanto all'amica sorreggendole la testa, mentre Tom le teneva
i polsi in ginocchio davanti a lei scrutando nei suoi occhi blu la minima
traccia di sofferenza.
-Siete in macchina?- domandò curiosa Lauren che non capiva.
-Sì, ha guidato Tom- disse con fierezza Bill.
-Ma siete totalmente sconsiderati, fuori di melone e incoscienti? Guidare
senza patente è da arresto!- tuonò Lauren rovesciando
qualche goccia di tè.
-Mia cara credi che babbo e mami ci avrebbero fatto commettere un'imprudenza
simile?- fece Tom con tono canzonatorio.
-No,- rispose Lauren mestamente- sono tornati?
-Esatto e ci stanno aspettando in macchina, ha guidato Tom con accanto
papi.
-Ah, ora sto meglio, stavo per avere un altro attacco alla sola idea
di dover salire in macchina con Tom- concluse con tono lievemente preoccupato
la ragazza.
-Fiorellino, tesorino, caramellona rosa, voglio ricordarti che ieri
sera ho guidato benissimo- ci tenne a sottolineare Tom.
-Ups, già, lo avevo rimosso- replicò Lauren sorseggiando
con calma il suo tè.
Bill guardò Tom con un sorriso ironico. Il fratello infatti si
era vantato di aver vissuto una delle serate e nottate più belle
di tutta la sua vita, soprattutto in spiaggia e nella vasca da bagno
dove aveva particolarmente apprezzato le candele e le palline effervescenti.
Indispettito per lo sguardo ironico di Bill, Tom si alzò e disse
risentito:
-Bene finisci il tuo tè, i genitori si domanderanno dove siamo
finiti.
Lauren notò l'improvvisa freddezza del ragazzo e capì
all'istante.
-No, tesorino non intendevo che ho rimosso la nostra gita romantica,
tutt'altro- poi voltandosi verso Bill e mollandogli una pacca sulla
testa aggiunse- e tu, togliti subito quel sorrisino ebete dalla faccia
o racconto la tua performance amorosa di ieri a tua madre.
-Io non capisco una cosa- disse rammaricato Bill alzandosi dalla sedia
- tu sei cattiva con Tom e ci vado di mezzo io? Uffi.
-Che lagna che sei, Bill- aggiunse indispettito Tom- comunque avverto
i genitori che ci daranno per dispersi.
-No, adesso arrivo, non c'è bisogno, Bill, tesorino prendimi
la borsa, per favore, finisco il tè, lascio la tazza al signor
Trumpel e arrivo- poi rivolta ai due ballerini- ragazzi siete stati
degli angeli, adesso sto bene. Bastano i gemelli per far tornare in
circolo il sangue, sono uno spasso.
-E' vero sono proprio buffi- concluse Friedrich.
-Perché?- domandò Bill non del tutto convinto delle affermazioni
dell'amica e il termine usato dal ragazzo.
-No, siete carini perché litigate in modo strano e fate pace
altrettanto rapidamente, siete uno strano trio, comunque lasciamo Lauren
in buone mani, questo è l'importante.
-Oh- fece Lauren con dito minaccioso rivolto ai gemelli- non dite nulla?
Tom e Bill si guardarono preoccupati, quando il dito di Lauren si alzava
e veniva puntato su di loro, era meglio trovare una risposta pronta
e corretta velocemente.
-Sei bellissima con quella crocchia acconciata con quel piccolo fiore-
fece Bill sperando che fosse la risposta giusta.
-Vero, il bianco l'ho sempre detto ti dona- annuì Tom a suo fratello.
-Credo che abbiate dato la risposta errata- fece Friedrich sempre più
divertito.
-Uhm- fece Bill preoccupato tentando di sforzarsi per capire, mentre
suo fratello ormai nel panico aveva rinunciato- il tuo nuovo profumo,
porti quello che ti ha regalato al compleanno vero?
-Bill, Tom- fece Lauren scotendo la testa- siete senza speranza! Entrando
non avete visto nulla di enorme, colorato e molto familiare?
-Un giubbotto catarifrangente di Bill è esposto in vetrina?-
fece Tom.
-Ok, non esiste solo al mondo tuo fratello!- rispose acidamente Lauren.
-Ah, no?- chiese divertito Bill- comunque io non porto giubbotti catarifrangenti.
-No, sono solo giacchine sobrie che si vedono nella nebbia- commentò
divertito Richard.
-Ti stai allargando?- chiese Bill risentito, colpendo scherzosamente
il ragazzo sulla spalla.
-Giratevi!- fecero in coro i tre ballerini spostando i due gemelli verso
ciò che dovevano aver notato entrando.
-Il manifesto dello spettacolo!- urlò Lauren orgogliosa
-Lo si vede ormai da giorni in tutte le fermate dei metrò, le
pensiline degli autobus e nelle bacheche della città!- esclamò
Friedrich con orgoglio.
-Ma cavoli, siete voi tre!- esclamarono i gemelli.
-Sei stupenda Lauren- fece saltellante Bill- ne voglio uno, ne voglio
uno, autografato da tutti e tre, con dedica.
-Ci prendi per i fondelli?- chiese Friedrich.
-No, sono serio! Uffi, che idea ti sei fatto di me?- esclamò
Bill con una voce acuta indispettito.
-Nulla stavo scherzando, ma mi fa strano dover fare a te un autografo.
-In effetti - fece Bill dubbioso- ma mettila così, ho già
il pennarello indelebile adatto per l'occasione!
I ragazzi risero tutti insieme poi dopo averlo osservato a lungo finalmente
uscirono.
***
Lauren era in cucina e rideva a crepapelle con la signora Simone, era
da due anni che non la vedeva e aveva tante cose da raccontarle e tante
curiosità da chiederle.
Quando verso le undici fece la sua apparizione in cucina Tom in modalità
zombie appena sveglio, si trovò davanti le due donne che facevano
conversazione.
-Uffi, che pizza- bofonchiò il ragazzo- se non è quel
rompi palle di Bill a scassare, sei tu mamma?
-Cipollino,- fece teneramente la madre- appena sveglio sei sempre di
buon umore vero?
-Mami! Ti prego, niente nomignoli imbarazzanti per favore. Io speravo
in un risveglio romantico, ma a quanto pare se non è il petulante
tinto sei tu mammina a rompermi le uova nel paniere.
Lauren lo squadrò poi scoppio in una fragorosa risata, non riusciva
a smettere e quando fece capolino in cucina anche la testa scarmigliata
di Bill la ragazza non ce la fece più.
I due gemelli si guardarono basiti, perché Lauren rideva a crepapelle
e li indicava sganasciandosi ? Tom squadrò in modo interrogativo
prima se stesso poi Bill. No, non avevano nulla di strano. Il pigiama
era pulito, più o meno in ordine per non destare ilarità.
-Insomma, basta!- attaccò scocciato Tom- perché ridi in
modo così sguaiato.
Lauren tra le lacrime e le risate accennò una spiegazione, ma
fu lenta e faticosa perché stentava a proferire bene le frasi.
-Vostra madre m…m…mi ha raccontato di quando eravate piccoli-
cominciò.
-Oddio- fece Bill entrando in cucina e sedendosi davanti alla tavola
imbandita pronto a fare una lauta colazione - credo che nostra madre
sia entrata in un campo minato.
-E ci abbia sputtanato alla grande?
-Tom, che termini!- si rivolse la signora Simone redarguendo il figlio.
-Sì, e non potrò più guardarvi in faccia- fece
Lauren- tra i singhiozzi per le risate.
-Sono seriamente preoccupato che aneddoto compromettente le avrà
raccontato?- si interrogò sempre più timoroso Bill.
-Ma nulla piccolino, solo della tua passione per dare dei nomi strani
alle cose.
Bill, cercò di far mente locale, ma siccome ne aveva creati tanti
di neologismi non riusciva a ricordarsi quali avrebbero potuto suscitare
tante risate.
-Già, il Tommisauro, il coniglio Nicchio, Pepsicologo il serpente-
elencò Lauren.
-Sì e poi dicevo il cimena invece di cinema, ma non vedo perché
sganasciarsi dal ridere.
-Già, nemmeno io- proferì calmo Tom mentre si versava
del tè e attaccava una fetta di pane e Nutella.
-No, credo di essermi lasciata sfuggire due simpatici nomignoli di cui
non volevate far sapere nulla- disse timidamente la signora Simone.
I due gemelli si guardarono con aria interrogativa, cercando nella memoria
altri nomi che potevano scatenare tante risate.
La mamma con una lieve punta di rammarico per aver messo così
in imbarazzo i suoi figli tentò di sviare il discorso.
-Bill, Tom volete due uova?
Lauren intanto cercava di riprendersi e di dominare le risate, ma ogni
volta che guardava Tom negli occhi rideva.
-Basta, insomma Lauren, o mi dici perché ridi tanto o mamma,
invece di sviare abilmente il discorso, raccontaci- incalzò Bill
ormai roso dalla curiosità.
-O- tentò Lauren- mi ha raccontato di quando da piccoli facevate
il bagnetto.
-Ah, quella volta che Bill stava per affogare nella vasca perché
voleva prendere la sua Paperbilly?
-Veramente mi hai spinto tu nella vasca perché avevo staccato
la testa a Ranatom e stavo affogando a testa in giù!
-Ma tu sgambettavi tanto che non riuscivo a tirati su- si difese Tom-
comunque sei ancora qui a rompere le palle.
-Grazie al cielo- disse fieramente Bill.
-No, piccoli, sono andata oltre- confessò la madre.
Tom e Bill erano esasperati, non si ricordavano nulla di esilarante
a proposito del bagnetto e del fatto che dessero dei nomignoli strani
alle cose.
-Vi ricordate quando un giorno vedendo me uscire dal bagno vi siete
accorti di una certa differenza?
Bill cominciò a sbiancare si stava sovvenendo del piccolo particolare
e timidamente accennò balbettando:
-E ho chiesto, "mamma perché tu non ce l'hai?"
-Già!
Bill rosso come un pomodoro lasciò cadere la testa sul tavolo
e appoggiando entrambe le mani sul volto tentava di non morire per la
vergogna.
-No, mamma- fece con la voce flebile- non le avrai detto dei due nomignoli?
-chiese con un filo di voce il ragazzo.
-Ebbene mi è sfuggito- confessò costernata la signora
Simone.
-No, Tom, siamo rovinati!- sentenziò Bill.
Il ragazzo però rimaneva impassibile, con la fetta di Nutella
in bocca. Lui non ricordava nulla e non capiva l'imbarazzo del fratello.
-Temo che le tue doti mascoline saranno messe a dura prova- fece Bill
sempre tenendosi il capo tra le mani per la vergogna.
-Già- fece Lauren che aveva ripreso a ridere senza ritegno- basta
non ce la faccio più. Come li chiamavate i due piccoli attributi?
Tom rimase perplesso qualche istante poi si alzò di scatto bianco
come un cencio lasciando cadere l'ultimo pezzo del pane e cioccolata,
si rivolse alla madre e disse:
-Le hai detto di Tillo e Billo?- con un filo di voce.
-Sì, cipollino, mi è sfuggito- concluse la signora Simone
-Sì- disse Lauren svuotata e senza fiato- so di Billo e Tillo
e scusa, ma non riesco a smettere di ridere.
-Voglio morire- fece Bill che non aveva ancora rialzato la faccia.
-Billo e Tillo?- urlò Tom- tu alla mia ragazza vai a dire una
cosa del genere? Mamma ma sei fuori!
-Sì, perdonami, tesoro, dai in fondo è carino- si difese
timidamente la madre del ragazzo.
-Cosa è carino? Ma io non ho più quattro anni e poi è
l'idiota di Bill che lo ha inventato- fece il ragazzo infuriato.
-Sì, ma tu ne andavi fiero- si difese timidamente Bill.
-Ma che cazzo dici Bill, eri tu che insistevi per chiamarli così.
Sei tu che sculettavi terga al vento ogni tre per due e mettevi in mostra
Billo.
-Non è vero, il nudista esibizionista eri tu con Tillo al fresco-
affermò perentorio Bill.
Lauren non accennava a smettere di ridere ed era praticamente in apnea,
i due ragazzi, poi, stavano aggiungendo particolari sempre più
esilaranti sulla loro infanzia, cosa che provocava un aumento delle
risate.
-Dai- fece Lauren, tentando di dominarsi- se vuoi saperlo io la mia
la chiamavo "Pipetta".
-Pipetta?- fece Tom squadrando la ragazza.
-Sì, anch'io mi ero chiesta perché il mio papà
avesse quella strana cosa mentre io no.
-Pipetta- disse flebilmente Bill che aveva avuto il coraggio di rialzare
il viso- siamo messi bene!- concluse- Billo, Tillo e Pipetta.
-Meglio non dirlo in giro- fece laconico Tom cercando di non morire
dalla vergogna.
-Già- fecero Lauren e Bill insieme.
La mattina era terminata gioiosamente intorno a una colazione pantagruelica.
***
-Tesoro, hai qualcosa per pulire i tappetini della macchina?- chiese
il signor Gordon alla compagna appena rientrato.
-No? Perché?- chiese la signora Simone.
Tom fece capolino dalla porta d'entrata pallido e mesto in volto, dietro
di lui con un sorriso smagliante Bill.
-Tom, caro, ti vedo provato- fece Lauren accogliendo il ragazzo dandogli
un bacio sulla fronte e prendendolo dolcemente per mano- cos'è
successo?
-Ho rimesso- fece flebilmente Tom.
-Ah, per quello hai questo colorino verdognolo che ti dona molto- fece
ironica- ma non hai l'influenza vero?
-No, è colpa dell'idiota che ha diviso con me il liquido amniotico!-
fece con un tono acido.
-Uffi, sempre colpa mia!- tentò di difendersi Bill.
-Certo piccolo- accennò il signor Gordon rivolto al ragazzo.
-Quell'idiota è irrimediabilmente negato per la guida- concluse
acidamente Tom.
-Non è vero!- si difese con veemenza Bill.
-Tesorino- accennò timidamente il patrigno- non sei proprio un
gran talento in macchina, diciamocelo.
-Un gran talento- fece Tom che cominciava a riprendersi tra le braccia
calde e accoglienti di Lauren, che lo coccolava amorevolmente- è
un eufemismo, Bill è totalmente negato, un pericolo per il genere
umano.
-Allora era la prima volta che mi sedevo al posto di guida e mi si è
spenta due o tre volte la macchina.
-Allora moltiplica le due o tre volte per venti e poi ne riparliamo,
dopo la duecentesima volta che cercavi di ripartire ho appena fatto
in tempo ad aprire lo sportello dell'auto e ho rimesso la cena di due
giorni fa.
-Insomma, papino difendimi!- fece Bill sperando di ottenere conforto
e una difesa inoppugnabile dal patrigno, ma quello che ottenne fu:
-Bill, sai Tom è sempre venuto con me ogni volta che gli ho detto
di provare la domenica nel parcheggio del centro commerciale, anche
se era stanco perché magari appena rientrati da qualche concerto
o prova o tour, tu invece hai sempre rifiutato, quindi ora è
normale che lui sappia guidare e quando avrà passato lo scritto
potrà subito fare la pratica e quindi guidare. Tu dovrai attendere
parecchio, anche perché leoncino,- fece dolcemente il patrigno
accarezzando il ragazzo in testa- sei veramente e totalmente senza speranza
alcuna!
-Già sei totalmente negato- affermò con convinzione Tom.
-Mami, sono cattivi, tutti coalizzati contro di me! Uffi, sono stato
bravo oggi, finalmente sono riuscito a mettere in moto la macchina e…
-Ma se andavamo talmente a scatti che alla fine ho rimesso- concluse
Tom accolto tra le braccia amorevoli di Lauren sdraiati abbracciati
sul divano- per fortuna ho avuto il tempo per farlo fuori dalla macchina.
-Vorrà dire che farò lezione con la mami, lei è
molto calma e paziente- fece Bill cercando conforto e le coccole della
mamma.
-Sai, Bill forse dovresti prender lezione con una scuola guida, loro
hanno i doppi pedali e sapranno insegnarti certamente meglio di me-
fece la signora Simone con molta dolcezza.
-Tradimento- fece rattristato Bill- mami, anche tu mi pugnali! Sono
piccolo e nero! Mi trattate peggio di Calimero. Che tristezza, sono
un genio incompreso.
Tutti risero guardando il povero Bill con il suo ego a pezzi, ma poi
con estrema dolcezza il signor Gordon e la signora Simone lo abbracciarono
e stampandogli due sonori baci sulla guancia fecero:
-Piccolino, tu sei bravo in altro, guarda quanti premi avete vinto grazie
a te e alla tua voce.
-Scricciolo sei bravo come cantante e potrai sempre far guidare qualcun
altro, in fondo hai l'autista, o no?- tentò di addolcire la pillola
la signora Simone.
-Già- fece ringalluzzito Bill guardando tutti i premi e i dischi
di platino appesi alla parete- tutto merito mio sono il grande del gruppo,
il leader, il trascinatore delle folle, non ho bisogno di guidare.
Lauren e Tom sdraiati sul divano si guardarono negli occhi e con uno
sguardo di intesa si alzarono di scatto e imitarono il ragazzo in una
sua celebre performance sicuri di ottenere l'effetto desiderato:
-It's raining man, it's raining man alleluja- cantarono rifacendo l'epica
scena del concorso canore a cui Bill aveva partecipato.
-Stronzi bastardi, non ho stonato!- si difese Bill esasperato...
-No, ti serviva solo un tavolo da biliardo, le stecche le avevi già
prese!- concluse Lauren sorridendo al suo amico Bill.
Tutti scoppiarono a ridere mentre Bill completamente abbacchiato si
ritirò in camera in sua.
-Dai, andiamo a cena fuori- propose la signora Simone.
-Offre il celebre cantante dei Tokio Hotel- fece ironicamente Tom
-No, di certo, dopo tutto quello che mi avete detto, non ci penso nemmeno-
disse Bill dalla sua camera.
-Offro io- fece Lauren- domani è il mio giorno, ci saranno le
prove generali, sono agitatissima. E poi arrivano tutti i parenti e
gli amici e non avrò la testa per pensare a nulla, quindi volevo
approfittarne ora con calma per assaporare appieno della compagnia della
mia seconda famiglia.
***
-Noni- fece Bill abbracciando la nonna che rientrava dopo le prove
generali- perché piangi?
-Oh, Bill, Lauren è stupenda!- disse con una voce tremante dalla
commozione e due lacrime d'emozione che le bagnavano il viso.
-Ma signora Schmitt, che dice, è troppo buona, sta esagerando-
fece Lauren entrando accompagnata da una seconda signora anziana.
-No, no ha ragione- aggiunse la nonna di Lauren che era entrata a sua
volta in casa e davanti a tutti gli amici dei ragazzi - è la
mia nipotina, è la mia nipotina.
-Sì è una ballerina formidabile- concluse la nonna dei
due gemelli.
-Raccontate- incalzò curioso Tom che aveva tolto il cappotto
alla nonna di Lauren e la stava accompagnando sul divano.
-La mia nipotina è fantastica, balla sempre e benissimo ha delle
parti importanti in tutti i balletti.
-E' splendida, leggera, leggiadra- incalzò la nonna dei gemelli.
-Di una maestria senza eguali- disse soddisfatta nonna Beier, la nonna
di Lauren- nel passo ha tre è semplicemente sublime, i due ragazzi
sono bravissimi e ballano con lei in modo splendido.
-Sì una scena drammatica, romantica, bellissima- asserì
nonna Schmitt.
-E nell'assolo è favolosa- fece rivolta alla compagnia di ragazzi
intorno a lei.
-Nonne vi prego, calmatevi fatemi salutare i miei amici che non vedo
da due anni.
Lauren fu circondata dai suoi vecchi amici Karola, Annie, Gertrude,
Ruth, Alex e Ralph.
-Karola, ma quanto sei diventata alta? - esclamò Lauren.
-Ma no- fece arrossendo un poco la ragazza.
-Dai sei più alta di Bill con criniera.
-Piantala, tu piuttosto a quanto pare sei una ballerina affermata.
-No, sono le nonne che esagerano, Annie piuttosto, i tuoi studi? Sei
riuscita a liberati dall'esame, grazie ne sono commossa- fece Lauren
stringendo l'amica- Mi viene da piangere- fece Lauren con due grosse
lacrime che le solcavano il viso- mi siete mancati tanto, sono talmente
felice di poter ballare solo per voi domani, sono così commossa
che insomma…
Lauren non riuscì a terminare la frase e scoppiò a piangere
cercando le accoglienti braccia di Tom.
-Mi vengono in mente mille ricordi, di solito eravamo riuniti per assistere
ai concerti dei mentecatti Develish e ora eccoci qui- fece cercando
di dominarsi la ragazza.
-Di nuovo riuniti come ai vecchi tempi- asserì fiero Bill che
amava circondarsi dei suoi fidati amici.
-Pensa neanche per i nostri concerti non siamo mai più stati
insieme- fece felice Tom.
-Vero è da dopo le cerimonia di diploma che non siamo più
stati riuniti tutti- confermò Alex.
-Fantastico, vado a lavarmi e poi vi raggiungo, dobbiamo organizzarci,
sarà una serata fantastica- fece gioiosa Lauren- mio padre arriverà
fra poco, quando sarà sistemato in hotel ci raggiungerà.
-Le mamme hanno preparato una super pantagruelica cena, sono tutte a
casa di Gustav che spadellano- spiegò Bill- mentre i ragazzi
stanno organizzando i tavoli, saremo metà di mille.
-Adoro le cene di famiglia- fece Lauren al settimo cielo.
-Che bello sembra Natale- aggiunse con un sorriso smagliante Bill.
-Bambini metto sui un po' di tè?-Si alzò dal divano la
signora Schmitt.
-C'è la crostata di more- annunciò la nonna di Lauren
che l'aveva portata apposta da casa.
-Uhm, nonna sei la migliore- fece Lauren abbracciando sua nonna.
-E noni ha fatto i suoi super biscotti farciti- annunciò con
uno sbavino sulla bocca Tom.
-Sì- urlarono in coro i ragazzi che conoscevano benissimo i mitici
biscotti di pasta frolla della nonna dei gemelli Kaulitz poiché
erano i fedeli compagni dei ragazzi ai loro concerti.
Dopo cena tutti i ragazzi si ritirarono nell'appartamento dei gemelli
Kaulitz per terminare la serata tra giochi e scherzi come un gran pigiama
party.
- Io con Bill non dormo- asserì con forza Gustav.
-Io passo, - fece categorico Georg- già ce lo sciroppiamo su
quel cazzo di autobus ed è veramente insopportabile!
-Anche noi, passiamo quando dorme nel lettone lo occupa tutto- fece
Tom.
-E' un rompi palle di dimensioni galattiche- aggiunse con forza Lauren
-Per non parlare poi di quando parla nel sonno!- aggiunse con una smorfia
ridicola Gustav.
-Non è vero- fece scocciato Bill.
-Sì- fece sicura Ruth.
Poi tutti si voltarono verso di lei sgranando gli occhi, lei divenne
rossa e per tentare di rimediare disse- me lo aveva raccontato Tom.
-No, no, non ce la racconti giusta- fece senza molto tatto Georg.
-Piantala- disse con forza Bill- insomma come sempre sono bistrattato
da tutti, nessuno mi vuole!
-Già- confermarono tutti in un coro all'unisono.
Bill si sentì smarrito poi tutti cominciarono a ridere spintonandolo,
abbracciandolo, facendogli il solletico affettuosamente.
-Sì ma come ci organizziamo?- chiese un po' preoccupata Annie
che temeva di doverselo beccare in camera sua.
-I miei genitori andranno a dormire da Gustav, quindi la camera degli
ospiti è libera, potrebbero dormirci Gertrude e Ruth - disse
Tom- Karola, Annie, in camera di Bill, Alex e Ralph sul divano letto,
Gustav e Georg a casa loro e Bill sul pianerottolo a fare la guardia.
-Ah, ah- fece Bill acidamente- io dormo con voi, tanto Lauren non te
la dà, prima di una performance importante non si fa sesso.
-Bill, va fan culo- disse Tom arrossendo.
-Guarda che io non ti voglio, quando dormi con noi finisce che tu ti
prendi tutta la coperta e il letto e io mi ritrovo spiattellata in un
angolo con la cozza rap attaccata alla schiena. Non farò sesso
prima di un balletto, ma nemmeno trascorrere la notte insonne- poi concluse
- perché non dormi con i ragazzi sul divano letto?
-Perché la patata bollente ce la passi a noi?- chiese Ralph.
-Già- fece dubbioso Alex- perché non dorme con Gustav?
-Per carità come ho già detto io me lo sciroppo già
sull'autobus. Ho il letto sopra il suo e ogni tanto vengo svegliato
dalle sue urla animalesche.
-Per non parlare di quando si sentono dei colpi pazzeschi che fanno
tremare l'autobus e di quante volte si è sfracellato al suolo?
-Ormai non si contano- fece Tom divertito guardando suo fratello che
si stava arrabbiando.
-Vero abbiamo aggiunto le sponde come nei letti dei bebè per
non parlare dei paracolpi alle pareti.
-Scusate ma perché mi "smerdate" così?- protestò
vivamente il ragazzo- non ci sono i paracolpi al mio letto e nemmeno
le sponde! Siete una banda di stronzi patentati!
-Diciamo solo la verità!- fecero in coro Gustav e Georg.
- E poi il gioco " spara su Bill" è così divertente!-
rispose contento Gustav.
-Sì, ma il sottoscritto invece non lo ama molto- ribadì
il ragazzo.
- Propongo l'estrazione a sorte!- fece Ruth pragmatica
-Mi sembra la soluzione migliore- fecero tutti approvando con il capo.
-Ecco come sempre, che sfiga!- fece Tom estraendo lo stecchino corto-
me lo sciroppo io il mentecatto!
-I gemelli del destino- fece Bill felice attaccandosi al fratello e
andando con Lauren a braccetto in camera.