Cenere. Io sono solo cenere.

“I haven't really ever found a place that I call home
I never stick around quite long enough to make it
I apologize that once again I'm not in love”

Il cielo è buio come sempre. Non ha pietà neppure per quella scena, tanto unica e bella da distruggere il cuore.

È ovvio. Il cielo non è qui per fare da sfondo a niente e nessuno.

I suoi pensieri son come sempre freddi, gelidi. Eppure non è il suo solito tono. No, questa volta c'è una nota diversa, nel suo monotono spartito. Ma che cos'è?

Che cos'è questo?

Anche lui lo sente, sente quel qualcosa di diverso. Di nuovo. Respira piano, i suoi ultimi respiri. Ora che sta per perdere quel privilegio assapora l'aria, per la prima volta nella sua vita. E ne gusta a fondo il sapore.
È un buon sapore, non lo aveva mai notato. Peccato.

Se ora io vi aprissi la testa cosa ci vedrei dentro? Se vi spaccassi il cranio?

I suoi occhi sembrano nascondere già al loro interno la fine, come se sapessero già cosa vedranno dopo il suo ultimo respiro.
Ma non mostrano paura. La morte non li spaventa. La morte non lo spaventa.
No, sapeva che presto o tardi sarebbe toccato anche a lui di sparire. Ma allora che cos'è quella nota diversa?

non appena

Allunga la mano, senza sapere neppure lui dove trova la forza per quel gesto. Ma forse non ha molta importanza, anzi in quel momento ne ha meno che mai.

voi umani dite così facilmente quella parola

Cerca di parlare, ma ha quasi paura di ciò che potrebbe dire, a dire il vero la sua paura è quella di rompere l'armonia di quell'iliaca scena.

“But if my life is for rent
and I don't lean to buy
Well I deserve nothing more than I get
'Cos nothing I have is truly mine”

Gli occhi di lei lo guardano. No, ormai lei non ha più paura di lui.

oh, ora c'è l'ho

Ne è certo, è come se bussasse con forza per entrare il lui. Ora ha capito, ma forse anche per questo è tardi. Peccato.

è questo

Chiude un attimo gli occhi per sentire meglio. Sì, lo sente, ora capisce non solo il perché di quella nota diversa, ma anche il suo significato. Quello più profondo.

è qui, nella mia mano

Lei allunga la sua mano a prendere quella di lui, ma ormai è tardi anche per quello, lui sta scomparendo, come la nebbia il mattino quando sorge il sole.

il cuore

Anche per quel gesto è tardi a quanto pare. Peccato.
Eppure...non c'è tristezza in lui, non c'è paura e neppure rammarico. Ora che lo sente pulsare vivo in lui vuole ascoltarsi e godersi fino all'ultimo quei pochi ultimi battiti.

Com'è che recitava quella frase? Ah, sì. Ora ricordo: cenere eri e cenere tornerai. È buffo, sembra perfetta per questa situazione.

Si dissolve piano, quasi volesse rendere eterna quella scena di straziante bellezza.
Respira a fondo, assapora quella miriade di nuove sensazioni, e ne assapora a fondo il gusto, così perfetto e unico, si è accorto tardi di tante cose.

Ma non è un peccato, in fondo ora ne conosco il sapore.

Il profumo dell'aria, così buono, il rumore del cuore che batte, così vivo, il calore del cuore, così tenue eppure forte.lo Il sapore della sconfitta. Pensava fosse peggio, in fondo non è poi così male.

Addio...chissà se avrebbe senso dirlo ora.

Chiude gli occhi, ma poi li riapre, guarda in faccia il destino che si compie. Respira, per l'ultima volta e poi più nulla...

“Cenere eri cenere tornerai...”

Finisce. Come tutto finisce.
Gli ultimi granelli di sabbia spariscono, ponendo fine a quella scena tanto triste da far calare il più assoluto silenzio, e tanto dannatamente bella da dilaniare il cuore e togliere il respiro.













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