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Autore: rossella_rose    27/06/2016    2 recensioni
La giovanissima scrittrice in ascesa Silvia Romani, riceve un'opportunità unica.
Una borsa di studio per la Welton Academy, la più prestigiosa fra le scuole preparatorie degli Stati Uniti.
Si ritroverà ad essere la prima studentessa dell'istituto maschile e dovrà dimostrare di essere all'altezza dei suoi compagni, da lei infatti dipende l'ammissione delle ragazze di tutta l'America.
Cercando di integrarsi, Silvia conoscerà sette ragazzi intelligenti e vivaci, con la voglia di vivere negli occhi e che, insieme al nuovo insegnante di letteratura, le faranno scoprire la bellezza, l'amicizia, l'amore e il coraggio di superare insieme le difficoltà.
Affiancata da Neil Perry, Todd Anderson, Knox Overstreet, Charlie Dalton, Richard Cameron, Steven Meeks e Gerard Pitts, Silvia dimostrerà al preside Nolan la potenza dell'orgoglio femminile e del cuore indomabile.
STORIA IN REVISIONE - VISUALIZZAZIONE SOSPESA DAL O6/08/2016 AL 13/06/2016
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Dalton, Neil Perry, Nuovo personaggio, Todd Anderson, Un po' tutti
Note: Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo VII
Di casini pazzeschi, telefonate indispensabili e scorci di gelosia repressa

30 Settembre, primo pomeriggio, biblioteca della Welton Academy

Silvia sentì le gambe cedere e cercò un appiglio al quale sostenersi.
Prontamente Neil, che non aveva la più pallida idea di cosa stesse succedendo e si stava preoccupando seriamente, la sostenne da dietro.

No, no… maledizione, no…

« Che vuol dire “Candidatura ad ambasciatrice”? Che significa? E tu cosa c’entri? » chiese il ragazzo osservandola sedersi e passarsi una mano fra i capelli.

Chi poteva essere stato a fare una cosa del genere?
Un pensiero le zampillò in testa: Charlie.

No. Assolutamente no. Mi rifiuto di credere che possa ver agito così per rabbia. Non lo farebbe mai.

« … Io… ti devo spiegare le cose con calma, ma prima devo… organizzarmi e… e gestire questa cosa… per favore, trova Charlie, dirgli cosa sta succedendo e che vi voglio spiegare tutto io. E digli anche che se ha fiatato dovrà recitare le sue ultime preghiere…   » deglutì a vuoto.
« Charlie? Che c’entra Charlie? Ma non avevi appena… »

Ma a quel punto intervenne Simmons: « Signorina Romani, mi dispiace ma devo interromperla, nell’ingresso si sta scatenando un putiferio! »

Oh no…

« Quanti sono? » chiese, cercando di rimanere ferma, anche se era in un equilibrio al quanto precario, fra il quasi-bacio e la notizia sconvolgente.
« Ho contato due telegiornali, quattro riviste, tre programmi televisivi e un canale ufficiale, sempre televisivo »
« Oddio… » disse lei: « Tutti americani? »
« Sì, ma se la notizia diventa ufficiale non ci metteranno molto ad arrivare anche quelli italiani… »
« Okay… okay… » disse lei respirando a fondo e massaggiandosi le tempie: « Dobbiamo contattare immediatamente il mio agente e, soprattutto, l’ONU… »

A quel punto Neil, che era rimasto imbambolato ad ascoltare la conversazione e che non ci stava più capendo nulla, spalancò le palpebre: « L’ONU? Dimmi che… Cristo, non sarà quello che penso! »
La ragazza si volse verso di lui: « Ti prego Neil, vai dai ragazzi, ti spiegherò tutto, promesso. Ma ora devo assolutamente rimanere ferma e tu… tu mi destabilizzi non poco… » ammise, abbassando gli occhi.

Ommioddio, ma che ho detto?! Stramaledettissima tensione!

Neil appoggiò la fronte sulla sua, più felice di quanto fosse lecito di quelle parole: « Anche tu mi stordisci abbastanza » sorrise stringendola a sé.
Lei divenne color pomodoro, ma si sentì così al sicuro fra le braccia del moro, da dimenticare il resto, assorbendo tutta la forza che lui le stava trasmettendo, preparandosi a delle ore di fuoco.

« Em-em… » tossicchiò Simmons, visibilmente a disagio.
I due si separarono.
« Forza » disse Silvia con un bel respiro: « Sistemiamo questa faccenda ».
Mentalmente, sperò di avere la forza necessaria per reggere tutto.

§

[AVVISO: Per permettervi di capire meglio questo pezzo della storia, vi lascio un’informazione: l’agente di Silvia è Francesco Romani, ovvero suo fratello.]

30 Settembre, primo pomeriggio, ingresso della Welton Acadamey

La scrittrice scese velocemente le scale, accompagnata dal tac-tac delle sue scarpette eleganti.
Simmons camminava dietro di lei, attaccato al telefono, appena ebbe riagganciato Silvia gli disse: « Chiami in fretta il mio agente e lo metta sul primo volo per il Vermont ». Aveva bisogno del suo aiuto.
I due non degnarono la minima occhiata agli studenti che colmavano l’ingresso, stipati anche nelle aule adiacenti, mentre si sbracciavano per essere notati dai paparazzi.

I professori cercavano di mantenere una parvenza di calma. Missione persa in partenza.

Appena videro la ragazza, si fiondarono su di lei, a dir poco infuriati.
« Signorina Romani! Mi spieghi immediatamente cosa sta accadendo lì fuori! » le ordinò il prof di latino.
« Signore, qualcuno ha divulgato alcune mie informazioni private molto delicate e i paparazzi… bhe, loro stanno facendo il loro lavoro, cercano di ottenere… ehm… delle mie interviste… »
« Che non avranno! » sbraitò il prof di trigonometria: « Lei non si muoverà da qui! »

Silvia cercò di nascondere il fastidio che le aveva suscitato quella frase.

« Esattamente! Questo è proprio quello che deve fare! » saltò su Simmons dopo aver attaccato al telefono: « L’ONU ha dato il via libera, ma il suo agente preferisce che lei non parli con i paparazzi, per ora. Vuole che lei lo chiami » le sussurrò all’orecchio.
« Ehm… signori, mi dispiace interrompervi, ma devo assolutamente fare una chiamata urgente » disse la scrittrice: « Ed evitare uno scandalo internazionale » borbottò.
« Non è mai successo nulla di simile! Tutto questo scalpore per qualche pettegolezzo! » sbottò il prof di chimica.
« Purtroppo non si tratta di futili pettegolezzi… stiamo parlando di informazioni di livello nazionale » asserì Simmons in sua difesa.

Il corpo insegnanti guardò la studentessa, poi il segretario e infine sbirciò i paparazzi al di fuori dell’istituto. Possibile che… Forse era il caso che lasciassero la situazione nelle mani degli esperti. Il pensiero che una semplice ragazzina avesse più esperienza di loro era umiliante.

« SIGNORINA ROMANI! »

A Silvia si gelò il sangue nelle vene.

Oh merda.

Si voltò, tentando di apparire calma: « Buongiorno preside »
Quell’uomo poteva mandare in fumo un mese di sforzi e il progetto di una vita.

E non era un pensiero tanto rassicurante.

« Come mai il cancello principale è bloccato da una massa di paparazzi?! E perché ho l’impressione che c’entri inevitabilmente lei?! » la fulminò.

La risposta arrivò da Simmons, incredibilmente diplomatico e pragmatico. Silvia si appuntò di dargli un aumento.
« E’ successo un fatto estremamente grave, signore. Qualcuno ha violato la privacy della signorina Romani, diffondendo informazioni private di grande importanza. I media ora stanno tentando di ricavare più informazioni e, secondo l’agente della signorina, dovremmo far intervenire la sua scorta »

La ragazza dissimulò lo stupore. Francesco doveva aver capito che la situazione non era delle migliori.

La scorta le era stata inviata dall’Italia ed era provvista dei migliori agenti che ci fossero, che solitamente la assistevano durante le uscite ufficiali e non. Sempre a causa di paparazzi e fans.

Il preside li guardò stupito e indignato insieme. Non poteva incolpare la ragazza.
« Con tutto il rispetto, preside, la Signorina Romani ed io dobbiamo assolutamente occuparci di questa faccenda… » disse Simmons.
Nolan tentennò un secondo, poi si riscosse e gettò loro occhiate di fuoco.
« Voglio quei giornalisti lontani da Welton! E aspetto lei, signorina Romani, nel mio ufficio, dopo aver risolto questa storia! » disse minaccioso: « E voialtri! Andate nelle vostre camere, a nessuno sarà consentito uscire dai dormitori fino a nuovo ordine! »
Si sentì un coro di proteste mentre i prof spedivano tutti nelle camere.

Silvia intravvide Pitts e Knox tra la folla, che la guardavano preoccupati. Fece loro segno di stare tranquilli, poi si rivolse nuovamente a Simmons.
« Non mi aveva detto della scorta »
« Doveva dirglielo suo fratello, crede che la situazione sia più complessa del previsto » e le pose il telefono.

Bip. Bip.

« Agente Romani, pronto? » rispose la familiare voce.

« Ciao pazzoide » sorrise.

« Ciao Oriana, che hai combinato? » disse l’uomo, sorridendo al suono della voce della sorella.

Adorava quel soprannome. Oriana Fallaci era la sua eroina. Il suo idolo. Era stata una donna straordinaria, una scrittrice incredibile e un grande esempio. Portare il suo nome era un onore.

« Lo sai, scemo, serve addirittura la scorta? »

« Assolutamente sì, parliamo delle Nazioni Unite! Mi hanno passato quindici persone al telefono, prima di dirmi che hai il permesso di parlare della candidatura, ma ho dovuto far intervenire Phil con la scorta, hai bisogno di protezione »

« Ma sul serio?! » sbottò lei.

« Esattamente » la ignorò lui: « Stai per entrare in un periodo di fuoco… »

Lei si sentì tremare le gambe e le salì un’ondata di puro panico. Non ce l’avrebbe fatta.
« Francesco, io ho paura! Devo dare spiegazioni a moltissima gente e ora mi dici che sarà tutto più complicato?! Qui devo stare dietro a tutto, allo studio, ai corsi extra… Il preside mi sta alle calcagna, ho il fuso orario sballato da un mese e… e troppi pensieri in testa! Qui scoppierà l’inferno non appena sarà annunciata la notizia e io credo di… » cominciò a parlare a macchinetta.

« SILVIA! » le urlò il fratello nel telefono per calmarla.

« Francy… » bisbigliò lei. Le mancavano le forze, sentiva la testa girare. Non stava reggendo bene, affatto.

« Ascoltami, fai dei bei respiri… »

« Okay… » seguì il consiglio lei. Le mani non smettevano di tremare. Simmons la guardò preoccupato.

« Come ti senti? » Francesco sapeva di doverla tranquillizzare o sarebbe esplosa.

« Credo… C-credo che mi stia venendo un attacco di panico… » soffiò.

« Va bene » disse lui con tono pacato: « Siediti da qualche parte, subito » la ragazza si accasciò con la schiena al muro.
Simmons si precipitò, ma lei gli fece segno di fermarsi con la mano.

Respira. Respira.

« Respira, ora, su… andrà tutto bene »

« No che non andrà bene! » strillò, in panico.

« Shh! Sì invece, io sto arrivando. Respira. Respira »

« O-okay, ma continua a parlarmi  » balbettò lei. Il suono della sua voce l’aiutava.

« Certo, ma tu non farmi stare in pensiero, per favore. Sto facendo la valigia ora e non sopporterei di fare nove ore di aereo sapendoti ricoverata in una clinica psichiatrica »

« Okay… » ripeté meccanica lei. Il respiro si stava regolarizzando.

«Va meglio? »

« Si… »

« Ho bisogno che tu sia lucida, devo darti delle direttive per migliorare le cose »

« Okay, per favore Simmons, scrivi » chiese al segretario.

« Ho chiamato la scorta, saranno da te in dieci minuti »

Lei memorizzava e ripeteva, Simmons scriveva.

« L’ONU ha dato il permesso per parlare della candidatura, nei limiti del contratto, ovviamente. Tu dovresti averne una copia. Sottolineati il paragrafo sulla privacy e studiatelo bene »

« Evviva » alzò gli occhi al cielo lei, ironica.

« Sono felice di sapere che stai meglio » sbottò lui: « Preferisco che tu non parli con i paparazzi finché non ci sarò io, però. Appena arriva la scorta, Simmons uscirà dai paparazzi e spiegherà che non vuoi rilasciare interviste. La cosa migliore, appena sarò arrivato è fare una conferenza. La notizia uscirà fuori lo stesso, ma è meglio che siamo noi ad ufficializzarla. Semplice, chiara e coincisa. Senza domande. Farò una lista dei giornalisti italiani e americani che inviteremo. Scandaglierò tutte le pubblicazioni, ma la libertà di stampa mi impedisce di dirti che non ci saranno articoli sgraditi, lo sai, vero? »

« Mm-mm » annuì lei. Ci sarebbe passata sopra. Non aveva alternativa.

« Dovrai concedere almeno due interviste, una italiana e una americana. Ho in mente un po’ di giornalisti anche qui, ma ne parleremo insieme. Non ci allargheremo di più. D’altronde non hai ancora ottenuto la carica e manca tanto tempo. Non voglio che scoppino scandali che ti distraggano dallo studio »

« Va bene » disse lei, passandosi una mano sul viso.

Simmons intervenne: « Signorina, la scorta è arrivata »

Lei prese la penna e il blocco di appunti, alzandosi: « Li accolga lei, per favore, io mi sposto in sala studi. E’ tutto a posto, la ringrazio » rispose al suo sguardo incerto. Doveva sembrare una pazza sclerotica con lo chignon mezzo sfatto, le maniche del maglioncino e della camicia tirate sugli avambracci alla bell’è meglio e l’aria accaldata. Ma gli sorrise lo stesso riconoscente.

« Come va? »

« Meglio… sto avendo alcuni momenti di debolezza in questi giorni. Credo di dovermi sfogare di più. Reprimo troppo lo stress… »

« Ti porterò un po’ della cioccolata magica della mamma »

Le brillarono gli occhi.
« Uh! Sarebbe fantastico! » la conosceva troppo bene.

« Ascolta… ci sono ancora due cose » accennò Francesco, titubante.

« Dimmi » disse cautamente.

« Ecco… dovrai parlare con il preside Nolan… »

« … Lo so… » sospirò stancamente: « dovrò essere nel suo ufficio non appena avremo finito… »

« Già, ma non è questa la parte peggiore… »

« Come scusa? »

« Devi convocare un’assemblea studentesca »

« Che cosa?! No! E’ una perdita di tempo, nessuno mi prenderà sul serio!! »

« Dobbiamo arginare i danni, Oriana, lo sai bene. E in più dobbiamo scoprire chi è l’infame che ha parlato »
 A quel pensiero le si attorcigliò lo stomaco.

« Che situazione del cacchio » disse a denti stretti.

« Puoi dirlo forte, ma tu sei fantastica e ce la farai » la rassicurò lui.

« Tu non capisci. Nolan è un pazzo! Lui non vuole che la sua scuola venga toccata, figuriamoci contaminata da delle femmine! E’ una mente arcaica, un fanatico tradizionalista! Quando scoprirà che non solo potrei portare le ragazze a Welton, ma ne trarrei pure degli enormi vantaggi, farà di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote! Farà di tutto per buttarmi fuori! Io ho troppo da perdere, ora! »

Si sentì un attimo di silenzio dall’altra parte della cornetta, poi Francesco parlò.

« Silvia. Io credo in te. Hai le capacità per rivoluzionare quel posto, per cambiare l’opinione di tantissime persone… tu puopi farlo! Io lo so, l’Italia lo sa! E’ un peso, ne sono consapevole, ma tu sei una roccia. Ricordalo. E quando credi di non potercela fare, pensa a quando ti sei seduta in bus, pochi giorni dopo l’uscita del tuo primo libro »

Silvia si ricordava bene quell’episodio. Era stato il più emozionante della sua vita.
Il suo primo libro era uscito da poco, ma aveva scalato le classifiche italiane come testo più venduto. La gente già la riconosceva per strada. Era stata invitata ad eventi e programmi importanti.
Poi una mattina stava andando a scuola in bus e una ragazza si era seduta accanto a lei. Dopo un po’ aveva tirato fuori dalla cartella un libro. Il suo libro.
Lei l’aveva guardata, stupita, emozionata. Era qualcosa di infinitamente bello vedere il suo libro letto da altri.
Poi la ragazza si era girata, l’aveva guardata, aveva spalancato gli occhi e aveva confrontato febbrilmente il suo viso con l’immagine dell’autrice sul libro.
Poi aveva strillato e l’aveva abbracciata, senza parole. Le aveva chiesto l’autografo, una foto… in breve tempo tutto il bus sapeva che la più famosa scrittrice italiana del momento era seduta fra i primi posti del veicolo e lei si era fatta tutto il viaggio a firmare autografi. Era uno dei ricordi più belli che aveva.

« Tu hai ammaliato la gente » continuò suo fratello: « E non l’hai fatto con le frivolezze o con cose banali. No, tu hai trasmesso loro il tuo mondo. Il tuo pensiero. Sei diventata la figura più famosa dell’Italia, un’icona. Non ti chiamo Oriana per niente, amore. Tu sei straordinaria quanto lei. E vincerai anche questa battaglia. Ciò che accadrà supererà le tue aspettative e, credimi, non ci sarà niente di più bello di aver contribuito a cambiare il mondo. Nel tuo piccolo, che poi tanto piccolo non è » concluse con estrema dolcezza.

Una lacrima era scivolata sul viso di Silvia.
« Accidenti a te, mi hai fatto piangere » bofonchiò asciugandosi la stilla.

« Sono sconvolgente, lo so » scherzò lui.

« Grazie… non so come conciliare tutti i sentimenti per te in una parola, ma ci provo… »

« Ti adoro. Ti voglio troppo bene, stella »

« Anche io, fratellone » concluse sorridendo commossa.

§

30 Settembre, pomeriggio, camera da letto di Charlie Dalton e Richard Cameron, dormitorio della Welton Academy

Pitts e Knox si fiondarono in camera di Charlie, trovandoci il resto del gruppo.

« Oh, ma prego, fate come se foste a casa vostra! » sbraitò Dalton. Il suo umore non era migliorato per niente, soprattutto dopo il patatrac che era successo in ingresso, al quale lui aveva assistito impotente. Il pensiero di non potersi avvicinare alla scrittrice gli dava i nervi.

« Che cos’è successo?! Perché c’è tutto quel casino?! » chiesero agitati.

« Stavo per spiegarlo… » disse Neil: « Eravamo in biblioteca e… » si fece rosso di botto.
Cosa che non sfuggì agli amici.
« E?! » chiesero in coro.
Neil li guardò male: « Ed è entrato il signor Simmons, urlando come un pazzo e con l’aria stravolta, dicendo che dei paparazzi avevano bloccato il cancello » li scimmiottò.

Tutti sbuffarono, stizziti e delusi, guadagnandosi le occhiate incenerirtici del compagno.

« Io e Knox li abbiamo visti nel parco. Gli altri si stavano sbracciando per essere notati, poi è arrivato il prof e ci ha spediti tutti dentro » disse Pitts.
« Ma perché? » chiese Meeks.

Neil si voltò verso Charlie, appoggiato al vetro della finestra: « Ha detto che qualcuno ha rivelato la notizia della candidatura ad ambasciatrice »
Il genio ribelle si girò di scatto: « CHE?! »
« Già! E adesso tu mi spieghi perché ne sai qualcosa e noi no! »
« Ma… lei che dice? » balbettò sconvolto.
« Mi ha detto di dirti che non devi dire niente e che ci parlerà di tutto quando avranno sistemato la questione dei paparazzi, ma tu me lo dirai ora, perché io non ci capisco niente e voglio sapere che sta succedendo!  » lo apostrofò: « Poi mi ha detto che sei hai parlato devi dire le tue ultime preghiere » aggiunse.
« Come può pensare che sia stato io a raccontare tutto?!?! »  disse lui incredulo, mentre gli altri ragazzi si aggiungevano alla conversazione.

« A fare cosa poi, si può sapere? »
« Io non capisco… »
« tu non capisci mai niente Cameron! »
« EHI! »

« Senti, tu ora mi dici che cavolo c’entri con lei oppure… » Neil minacciò Charlie nella confusione generale.

Ecco, Dalton lo sapeva. Neil non avrebbe tollerato l’amicizia con la scrittrice se dava in escandescenze così. Non poteva affezionarsi troppo a lei, lo sapeva.

Si incollerì ancora di più al solo pensiero: « Oppure cosa, eh? Ti scoccia tanto che non stia lì sempre a raccontarti le sue cose?! Bhe, magari non può! »
« E allora com’è che tu le sai!?! » ruggì Neil, che stava diventando pericolosamente geloso.

« RAGAZZI GUARDATE! » strepitò Todd indicando fuori dalla finestra aperta ed interrompendo la parapiglia della stanza.
Tutti si spinsero per vedere dalla finestrella.

« E quelli che sono?! »
« Guardie del corpo! »
« Accidenti, ma che ha combinato?! »
« E’ una cacchio di celebrità, non ve ne siete resi conto?1 »
« Sì, ma non credevo a questi livelli! »
« Charlie, per il tuo bene, dimmi che cosa sta succedendo » disse Neil, più serio che mai.
Il genio ribelle si passo una mano fra i capelli: « Porca… »


Angolo autrice:

Salve a tutti Poeti Estinti!
Eccomi con il nuovo capitolo VII! Che ne pensate?

Partiamo subito con ordine, ho un sacco di cose da dirvi:


» Qualcuno ha divulgato la notizia della candidatura ad ambasciatrice, si è capito. So che può sembrare un’esagerazione tutto quello che succede dopo la rivelazione (oh, ho fatto la rima), ma, quando si tratta di affari internazionali come questi, le precauzioni da prendere sono molte. Vi ho risparmiato molti altri passaggi in questo capitolo, ho dovuto lavorare d’elissi, o sarebbero venute fuori dieci pagine. Comunque, noteremo che presto la situazione sarà molto molto molto complessa da gestire. Speriamo per il meglio.

» Francesco Romani. Personaggio di mia invenzione, Francesco è il fratello di Silvia e vi posso assicurare che è davvero una persona straordinaria. Lo conosceremo meglio nel prossimo capitolo (sia fisicamente che caratterialmente) e spero che a piaccia a tutti voi come piace a me. E’ anche l’agente di Silvia, che lo ha voluto al suo fianco durante tutta l’ascesa alla celebrità e che è stato la fonte di numerosi suoi successi nelle apparizioni pubbliche. Insomma, non è solo un bravo fratello, ma anche un’eccellente collaboratore:

» Spendo due paroline anche per il povero Tom Simmons. E’ un segretario davvero efficientissimo, si merita tutto il nostro rispetto, si farebbe in quattro per la scrittrice.

» Charlie e Neil.
Lo so, sto facendo nascere inimicizia tra di loro, ma non lapidatemi.
Sono due personaggi che si riveleranno fondamentali per la scrittrice ed avranno delle divergenze per lei, ma verranno chiarite, lo giuro. Non potrei mai separarli.

» Ah, scopriremo anche chi è il cretino che ha parlato della candidatura grazie alla scorta di Silvia, che avrà come capo uno dei miei personaggi preferiti dei film che ho visto, anche se in altre vesti.

» Un ultima cosetta… ricordate di scrivermi una recensione per farmi sapere il vostro parere sui capitoli, ve ne sarò grata!

Infine: grazie, grazie di cuore a chiunque leggerà. A chi lascerà un commento, una recensione o una critica. I vostri pareri e suggerimenti sono un tesoro per me, mi aiutano a migliorare e a sperimentare. Un grazie enorme ai lettori che mi incoraggiano a continuare a scrivere e a viaggiare nella fantasia.

Rose

 

   
 
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