Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Helena Hufflepuff    27/06/2016    4 recensioni
Ron si rifugia da Harry dopo una lite furibonda con la moglie. Ma quello che non sa è che Hermione nasconde un terribile segreto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ginny Weasley, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Hermione la furiosa
 
“Ecco fatto!” Ginny dichiarò sollevata mentre scendeva le scale di casa Potter. “Jamie s’è addormentato, grazie al cielo!”
“C’ha impiegato più del solito o era solo una mia impressione?” chiese Harry con un sorrisetto mentre, con un colpo di bacchetta, accendeva la fiamma sotto il bollitore colmo d’acqua.
“Non sbagli; non mi chiedere perché, ma quando piove è persino più agitato del solito, farlo addormentare è un’impresa” sospirò lei, lanciando uno sguardo in tralice alla finestra frustata dalla pioggia battente. La malinconia con quel tempo era una sorta di sottofondo, come il fischio sommesso del bollitore. Ginny versò l’acqua nelle tazze sul tavolo, e mentre risistemava il bollitore sul fuoco, Harry la cinse con un abbraccio da dietro, sussurrandole nell’orecchio: “Ginny?”
“Mh?” mugolò Ginny mentre aspirava il profumo di Harry, che per lei era diventato un balsamo per tutte le storture della vita.
“Sai, la tisana deve restare in infusione per un po', e anche subito dopo è decisamente troppo calda… Che dici se utilizzassimo questo tempo in modo, diciamo così… costruttivo?”
Ginny ridacchiò. Harry aveva mille qualità, ma come romanticismo proprio non c’arrivava. Ma prima che potesse rispondere alla proposta del marito due eventi si verificarono in rapida successione uccidendo ogni fantasia.
La prima: qualcuno tempestò la porta sul retro con dei pugni furiosi.
La seconda: a causa del rumore provocato dai succitati pugni, Jamie si esibì in un ululato che s’era sicuramente sentito fino ad Hogwarts.
“Vado da Jamie; tu occupati dell’idiota alla porta” sbottò Ginny mentre si dirigeva rassegnata verso le scale.
Harry si diresse alla porta. Chi diavolo poteva essere a quell’ora? Il Ministero non poteva essere di certo: aveva insegnato ai suoi collaboratori a comunicare tramite Patronus, e nessuno di loro sapeva dove abitasse di preciso. Ma allora chi diavolo era che sembrava volesse buttare giù la porta a pugni? Sfoderò la bacchetta e aprì la porta di scatto.

“Ron?!” esclamò Harry incredulo.
Il suo migliore amico era lì, di fronte a lui, completamente fradicio e, soprattutto, così furibondo che le orecchie erano sul punto di friggere.
“Tua cognata” esordì in un basso ringhio rabbioso “è una pazza!”
“Chi era, tesoro?” chiese Ginny, mentre per ogni evenienza lanciava un Muffliato sulla porta che conduceva alle scale.
“È Ron”
“Ah, allora è davvero un idiota! Ron, che ci fai qui? E dov’è Hermione?”
A quel nome l’interpellato lanciò un ululato di frustrazione. “Non nominarla mai più, chiaro? Soprattutto se sono a stomaco vuoto!”
“Ho capito l’antifona. Harry, asciugalo – so che sapresti farlo da solo, Ron, ma al momento sei troppo sconvolto per farlo in maniera corretta, non vorrei che prendessi fuoco – e poi andate in salotto; io vedo di preparare qualcosa”.
Harry lo asciugò e lo accompagnò sul divano, mentre lui si esibiva in un borbottio confuso in cui si sentivano spesso espressioni come “matta come un cavallo” e “cose da pazzi”.

“Ron, riesci a spiegarci di preciso cos’è successo?” chiese Ginny cinque minuti dopo mentre gli versava acqua bollente nella tazza da tè.
“È successo che ho sposato una folle, ecco cosa” sbottò Ron.
“Toh, mangia un biscotto e mentre mastichi cerca di spiegare cos’è successo da quando sei tornato a casa. Poche storie, al momento questo è quello che passa il convento” gli ordinò Ginny, mettendole un biscotto grosso come un piattino in mano. Lui lo mangiò, i morsi che schioccavano nel religioso silenzio di casa Potter, e quando finì, ancora prima di ingoiare l’ultimo boccone, cominciò a spiegare spargendo briciole di biscotto ovunque.

“Oggi son tornato alle cinque come al solito, e come sempre Hermione ancora non c’era. Avevo notato che ultimamente era un po’ stanca, e so che si arrabbia se non lo noto, così ho pensato di comprare due biglietti per un weekend a Dee-john o qualcosa del genere, e poi una bella guida turistica – tanto con lei vai sul sicuro con un libro, no? Poi mi sono messo comodo e mi sono messo sul divano…”
“Non ti sarai mica fatto trovare di nuovo in mutande al suo arrivo, spero! Lo sai che detesta trovarti in quell’arnese!”
“Ma no, non ero in mutande, mi sono vestito appena ho sentito che s’è Materializzata in garage” rispose lui con un gesto spazientito della mano. “Ma non so, era tutta euforica – chissà perché – e le ho detto: «Amore, vuoi che ti porti la spesa?», e lei: «Non essere sciocco, Ron, sono perfettamente in grado, e poi tu non sai dove vanno le varie cose». Mi sembrava un po’ seccata, allora ho cercato di tirarla su dicendole di Dee-john, o quel che è, e lei anziché esserne felice è andata su tutte le furie, urlando che sono uno scialacquatore, che non ho una briciola di buonsenso, e che sapevo benissimo dove potevo ficcarmi i biglietti per Digione e poi m’ha lanciato contro una palla di fuoco! Capite? Una palla di fuoco!” ululò, indicando un punto dietro la testa dove i capelli erano chiaramente bruciacchiati.
Harry era abbastanza spiazzato dalla cosa. Sapeva che talvolta Hermione poteva cambiare umore in maniera abbastanza repentina, e i suoi scatti di rabbia erano ben noti: la storia di lei che lanciava dei canarini impazziti contro Ron era diventato leggendario. Ma da lì a incenerire il marito…
Ginny invece era pensierosa. Non diceva niente, si guardava le mani e stava in silenzio. Dopo un po’ gli chiese: “Sai se per caso era passata dai suoi lo scorso weekend?”
“Ma che c’entrano i suoi genitori adesso? La pazza furiosa è lei!”
“Ron Weasley, ti ho fatto una domanda” lo apostrofò lei, con una sguardo alla Molly che riusciva a piegare anche i più cocciuti.
“Io… sì, ha detto che andava dai suoi sabato mattina, ma non ha voluto che l’accompagnassi. Perché?”
“Non ti deve interessare. E adesso scusate, vado a raggiungere mia cognata, dato che colui che dovrebbe starle accanto mi sta insozzando tutto il salotto con briciole di biscotto – ti prego, Ron, controllati, è disgustoso. A dopo, amore” concluse con un bacio a Harry; andò alla porta sul retro e uscì diretta alla porta accanto.

“Tua moglie è strana” disse Ron continuando a guardare il punto dove Ginny era appena sparita.
“Quando fa così è tua sorella” gli rispose Harry di rimando, con un mezzo sorriso. “Ma spiegami meglio questa cosa. Che Hermione sia sotto stress mi pare ovvio, ma non capisco perché”.
“A questa so rispondere” disse Ron rabbuiandosi. “Hermione dice che si sente inadeguata”.
“Inadeguata? Perché?”
“Sai, in realtà è colpa vostra” disse Ron. “La verità è che vorrebbe avere un figlio. Vedere che voi avete già Jamie, mentre noi siamo ancora a quota zero, la fa impazzire… sai, è sempre stata abituata ad essere la prima della classe; non essere stata la prima a creare una famiglia la fa sentire ‘inadeguata’, parole sue”.
“Sì, ma che colpa ne abbiamo noi?” domandò Harry.
“E che ne so? Chiedilo a lei. Del resto, te l’ho già detto che è matta” concluse sbrigativo Ron facendo spallucce, dopodiché tornò all’attacco del vassoio dei biscotti, ormai quasi vuoto.
Dopo qualche istante di silenzio imbarazzato davanti a tematiche complesse come i sentimenti, Harry accese la radio e cominciarono a commentare le notizie del radiogiornale. Stavano giusto commentando l’andamento della stagione del Quidditch quando la porta sul retro venne spalancata con la grazia di un esercito da un tornado coi capelli crespi che si diresse verso Ron e cominciò a prenderlo a calci e pugni.
“Tu… lurida… carogna… topo… di… fogna… ti… odio… chiaro? Io… ti… odio… Ronald… Bilius… Weasley!”
Ron, cercando di proteggersi da quella pioggia di colpi, le chiese: “Ma… c’è qualcosa che non va?”
Hermione smise di menar fendenti e cominciò a ridere istericamente. “Se c’è qualcosa che non va? Tu non ne combini una giusta, e hai pure il coraggio di chiedermi se c’è qualcosa che non va?
"Io volevo dirti… e tu per tutta risposta scialacqui tutto… e come faccio… come spiegarti… tanto non l’avresti capito, non lo capirai mai! E io come faccio a fidarmi di un tizio che al primo screzio scappa come un coniglio, eh?”
“Dirmi cosa? Fidarti per cosa?” Ron spostava lo sguardo allarmato da Hermione a Ginny, che cercava di calmarla con lievi pacchetti sulla spalla, ma la signora Weasley non l’ascoltava, e per tutta risposta cominciò a singhiozzare convulsamente.
“Lo sapevo che non ci saresti mai arrivato… eppure mi sembra lampante… volevo dirtelo a cena, ma sei fuggito… e io non ho potuto spiegarti con la dovuta calma… e…”
“Cosa?” swbottò alla fine Ron. “Cosa dovevi dirmi, Hermione?”
Lei cambiò nuovamente umore, lo fulminò con lo sguardo e sbraitò: “Sono incinta! Contento, adesso?”

Il silenzio piombò in casa Potter. Persino la pendola parve tacere.
“Tu sei… cosa?” Quando Ron si decise a parlare era pallido come un cencio, mentre guardava Hermione senza capire.
“Incinta, Ron incinta! Sai, capita, quando una donna fa certe cose con un uomo… ci arrivi da solo o devo farti i disegnini?”
“Ma da quanto…?”
“... Lo so? Sabato sono andata a fare delle analisi del sangue all’ospedale vicino a casa dei miei, e oggi sono andata a ritirare i risultati. Avevo già avuto delle avvisaglie, ma così ho la conferma. Volevo dirtelo a cena, avevo comprato anche la torta, ma con quella cosa di Digione mi hai spiazzata… perché l’hai fatto?”
“E-era qualche giorno che ti vedevo nervosa e volevo vederti di nuovo serena, o quantomeno volevo provarci…”
“Oh, Ron!” Hermione gli saltò al collo e ricominciò a piangergli sulla spalla.
“Diventerò padre. Non riesco a crederci” disse Ron rivolto a nessuno in particolare.
“Ti capisco, a volte fatico anch’io ad arrivarci” rispose Harry con un sorrisetto.
“Non so se ce la faccio” sussurrò il futuro papà all’amico.
“Ce la farai… anzi, ce la farete entrambi” disse Ginny. “Sono certa che riuscirete a cavarvela egregiamente, e nel dubbio… potete sempre fare un salto qui!”
Hermione si era calmata, e guardando Ron negli occhi lo implorò: “Ti prego, non lasciarmi più”.
“Non lo farò” promise lui.
“Possiamo tornare… a casa, adesso?” gli chiese.
Per tutta risposta, lui la prese in braccio e si diresse quasi correndo verso la porta. Hermione cominciò a emettere gridolini di protesta, ma la sentirono ridere mentre la porta della cucina si chiudeva dietro loro.
 
“Finalmente un po’ di pace” sospirò Harry, dopo un minuto di silenzio.
“Eh già” concordò Ginny.
“Non so te, ma io al momento vorrei soltanto andare su…”
“Questa serata così alternativa t’ha stancato?”
“Per niente, ma avrei avuto un’idea” sussurrò Harry all’orecchio della moglie.
Ginny capì al volo; lo prese per mano e sorridendo si diressero insieme verso un nuovo obiettivo.
   
 
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Helena Hufflepuff