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Autore: Tony Stark    27/06/2016    1 recensioni
Quel giorno la sorte di un nuovo mondo era stata già scritta. Quel giorno in cui lui, Chris Redfield disse... Sì Capitano.
Genere: Angst, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albert Wesker, Chris Redfield, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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That day, he said... yes, captain.
 
  Capitolo 6: 18 Febbraio 2003- La fine della Umbrella
 
Jill e Rebecca avevano raggiunto un complesso Umbrella, nascosto fra le nevi della Kamchatka. 
 
Avevano scoperto che la Umbrella stava creando qualcosa, un qualcosa di ancor più definitivo del Nemesis. L'Arma biologica perfetta.
 
Dovevano fermarli.
 
 
La Valentine pensava ancora a quello che era successo quattro anni prima in Antartide. Sapeva che i traditori erano ancora vivi o quello che erano, qualunque fosse la condizione in cui il virus li aveva portati. 
 
Rebecca non sapeva quanto fossero veloci, forti... inumani. E anche se la Valentine credeva che anche il Redfield fosse come Wesker, la sua coscienza gli diceva che non lo era.
 
Si chiedeva che fine avessero fatto. E quando sarebbero ricomparsi.
 
 
 
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Il loro prossimo obiettivo era l'UM-13, un complesso (prevalentemente sotterraneo, come buona parte dei laboratori) della Umbrella Corp. dove venivano sviluppate alcune nuove categorie di armi biologiche. Ma ad interessare a Wesker erano i dati della Umbrella che erano stati spostati nell'unità dati della struttura.
 
Anche in questo caso Christopher l'avrebbe seguito, gli sarebbe stato d'aiuto. Perché anche se il suo pointman non era un Tyrant, ma era semplicemente umano, non gli era mai di peso come lo erano gli altri.
 
Forse un giorno, avrebbe permesso anche al suo Christopher di trascendere la sua natura umana, divenendo qualcosa di superiore. Ma non era questo il momento.
 
Pensò a questo il Capitano Wesker mentre osservava, distrattamente, il suo pointman allenarsi. Combattendo contro alcune armi biologiche, un allenamento standard per gli agenti dell'Organizzazione.
 
 
Un Hunter di modello Sweeper balzò verso Christopher, le zampe anteriori velenose protese verso di lui. 
 
Il suo pointman evitò l'attacco agilmente e senza neanche attendere un secondo, mirò mentre contemporanamente si voltava verso la creatura rettiliforme. 
 
Lo sparo risuonò nella sala bianca, costruita in una maniera del tutto simile ad un anfiteatro romano. Lo Sweeper menò un ultima artigliata, tagliando l'aria, prima di crollare al suolo. L'occhio destro della creatura non era altro che un foro da cui il sangue colava copioso.
 
 
Il suo pointman sempre così rapido ed efficente. Era una vera fortuna che fosse completamente dalla sua parte, perché sebbene Wesker sapesse di essere superiore a qualunque essere umano, era anche certo che se Christopher gli fosse stato nemico,avrebbe di certo trovato il modo di ucciderlo.
 
 
 
 
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18 Febbraio 2003 ore: 2:50
 
Chris e il suo Capitano erano poco fuori dal complesso che spiccava sulla neve bianca con le sue strutture di cemento grigio topo. 
 
UM-13. Il loro obiettivo era proprio di fronte a loro.
 
 
E non fu difficile per loro penetrare nella struttura. Il Capitano aveva letteralmente scardinato la grata che li divideva dall'interno del tunnel, Christopher lo seguiva. 
 
Pronto ad eliminare qualunque arma biologica si fosse avvicinata troppo.
 
 
 
 
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Sergei Vladimir guardava i monitor della sala di videosorveglianza. Ed ecco che li vide. Albert Wesker, il traditore della compagnia, e Christopher(non sapeva quale fosse il suo nome completo, sapeva solo il nome con cui Albert l'aveva chiamato) il suo fedelissimo compagno.
 
<< Sono come due piccoli, fastidiosi, scarafaggi neri >> 
Sibilò l'uomo, prima che la Regina Rossa gli riferisse qualcosa.
 
<< Contaminazione rischio biologico Livello 4 rilevata. >>
 
<< Vittime? >>
 
Sergei fece scorrere il suo sguardo lungo le prime due file di monitor, riusciva a vedere solo T-Vettori, RE3 e altre armi biologiche.
 
<< Oltre il 90% del personale di ricerca è stato eliminato. >> Cominciò l'AI, la sua voce femminile risuonò nella sala buia. << Nell'area contaminata principale il tasso di sopravvivenza è inferiore al 2%. >>
Sergei sospirò come infastidito... o forse deluso.
 
<< E' un vero peccato dover radere al suolo questa struttura. >> 
 
Poi un sorrisetto spuntò sul viso del ex-colonnello russo 
 
<< Ma con te e con il TALOS, possiamo ricominciare da capo >>
 
 
 
 
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Una volta entrati Chris si rese conto che quello che a prima vista gli era parso un tunnel altro non era che una stazione del treno sotterraneo del complesso.
 
Il giovane Redfield non prestò molta attenzione al ambiente in cui si trovavano notando solamente che era illuminato da costosi lampadari. La sua attenzione invece si concentrò sui numerosi cadaveri che si trovavano nella zona.
 
Puntò l'arma verso il primo, un ricercatore, sul camice imbrattato di sangue poteva vedere il ricamo, in filo nero, del suo nome. Andrej Volkov. Non era come se avesse cercato di vedere quel dettaglio, ma, ormai, si era tanto abituato a prestare attenzione ad ogni minima cosa che non aveva fatto a meno di notarlo.
 
Il cadavere però non si rialzò così come quello degli altri dipendenti. 
 
Un ticchettio di artigli lo distrasse dalla sua analisi dei corpi di quei poveri sfortunati. Lui, così come il suo capitano, si voltarono velocemente verso la fonte del rumore.
 
Tre RE3, Licker, stavano avanzando in loro direzione. Un camminava sul soffitto a volta, uno sulla parete destra e l'altro sul pavimento.
 
Puntò la Colt contro il primo Licker, mentre questo emetteva un sibilo stridulo, gettando la testa all'indietro e aprendo le fauci per liberare la sua lunghissima lingua tentacolare. 
 
Wesker, come il suo pointman, aveva puntato la Ruger, contro uno dei Licker. 
 
 
L'immagine che si era creata in quella frazione di secondo era qualcosa che sembrava essere semplicemente giusto, Albert Wesker e Chris Redfield uno di fianco all'altro, entrambi con le armi puntate contro un loro nemico comune. 
 
 
Il primo Licker si fletté sulle zampe posteriori come una rana per balzare contro Chris facendo, in contemporanea, scattare la lunga lingua. Ma il ragazzo precedette la creatura. 
 
Primo colpo. Appena sotto il mento, un fiotto di sangue rossastro schizzò tutto intorno chiazzando le pareti col suo colore organico. Il Licker finì sbalzato all'indietro dalla forza del colpo.
 
Secondo colpo. Mirato esattamente al cranio ossuto della creatura che si era appena rimessa in piedi, il RE3 emise un lungo gemito sofferente. 
 
Terzo colpo. Preciso fra i due lobi cerebrali, il proiettile calibro .45 affondò nel tessuto neurale, lasciando dietro di sé una scia sanguinolenta. Il Licker crollò contro il pavimento piastrellato, a motivi geometrici, il suo corpo scosso ancora da alcuni tremiti leggeri.
 
 
Wesker, invece, preferì eliminare il Liker con un unico colpo, mirato al cervello della creatura. Il proiettile calibro .40 S&W lasciò dietro di sé una cavità sanguinante dove si trovava il lobo sinistro del Licker.
 
 
Il terzo Licker si piegò sulle zampe posteriori, la lunga lingua ritratta, ma non ebbe tempo di fare null'altro prima che due colpi in rapida successione lo raggiungessero. Il primo, sparato dal Redfield, lo prese al petto costringendo la creatura a piegarsi in avanti e il secondo, sparato da Wesker, lo colpì  alla testa, lì sulla linea membranosa che separava il tessuto connettivo da quello muscolare.
 
Il RE3 collassò contro il pavimento.
 
 
 
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La struttura non era poi così grande in superfice, non era così grande rispetto all'immenso impianto sotterraneo.
 
Era un vero peccato che tutto questo sarebbe andato distrutto, pensò Sergei mentre affiancato dai due Ivan, seguiva le mosse di Wesker e Christopher.
 
Dire che quei due erano letali era un semplice eufemismo. Erano più che letali... "Anche se i loro nemici fossero umani avrebbero la stessa freddezza nell'abbatterli" rifletté l'ex-colonnello.
 
Mentre Christopher eliminava un altro zombie con un colpo preciso alla testa. 
 
"Sarà una sfida davvero interessante"
Pensò l'uomo con un sorrisetto
 
 
 
 
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Per una qualche ragione Chris si era aspettato che quei cadaveri si sarebbero rialzati. E per questo aveva sparato ad almeno tre di loro prima che lo facessero.
 
Avevano eliminato circa otto o nove T-Vettori, prima di sentire uno strano rumore ronzante provenire da uno dei passaggi di collegamento(che collegavano la parte destra della stazione alla sinistra).
 
Una Chimera si lasciò cadere dal soffitto.
Le Chimere erano il frutto di una mutazione genetica, per metà umane per metà insetti. Erano creature agili e veloci oltre che eccessivamente letali. E sarebbero potute essere anche della armi biologiche perfette se non fosse che erano del tutto incontrollabili. Risultato: Fallimento.
 
La Chimera si muoveva velocemente verso di loro, Chris puntò la Colt contro la creatura e sparò circa cinque o sei colpi contro il cranio, dalla mandibola quasi dislocata, della creatura prima che questa finalmente morisse. Una pozza di sangue dalle tinte troppo giallastre si formò sotto la carcassa del mostro.
 
Il giovane Redfield non ebbe nemmeno il tempo di ricaricare prima che una seconda e una terza Chimera si presentassero. Ma furono rapidamente smaltite dal Capitano Wesker. 
 
Altre tre Chimere si lanciarono all'attacco dal fondo della stazione. Chris schivò la tenaglia della Chimera e gli finì tanto vicino che poteva sentire l'odore chimico, innaturale, che proveniva dal mostro. Gli piazzò la Colt proprio sotto il mento, tirando il grilletto, una, due volte (la seconda più per paura che altro, visto che l'arma biologica era morta al primo).
 
Non si diede neanche il tempo di voltarsi, vedendo con la coda dell'occhio il suo Capitano in difficoltà. La Chimera era riuscita a fargli cadere la pistola e  Wesker era stato costretto a bloccarle le tenaglie con le mani per evitare che quegli arti affilati si piantassero nel suo collo.
 
Sparò all'altra Chimera un colpo al petto, facendola fermare per qualche istante intontita dal colpo e poi sparò cinque colpi contro il cranio(corazzato) della creatura che minacciava il suo Capitano.
 
Puntò l'arma contro la Chimera che aveva stordito, e quando tirò il grilletto sentì il cupo "click" della camera vuota. Il mostro gli balzò contro ma lui lo evitò, passandogli sotto con una scivolata. Si rialzò in fretta(più di quanto un normale agente avrebbe fatto) e sfoderato il coltello da combattimento, a lama seghettata, lo piantò nel retro del collo della Chimera, punto che non era coperto dall'armatura chitinosa.
 
La creatura lanciò un lungo stridio prima di morire.
 
 
Dopo averla eliminata, Chris ricaricò la Colt.
 
 
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Il sorrisetto del colonnellò si ampliò ulteriormente, quando vide i suoi futuri avversari avanzare eliminando arma biologica dopo arma biologica. Avevano eliminato sei Chimere, otto Web Spinner e ora il giovane Christopher si stava occupando da solo di un Hunter.
 
Mentre il suo Capitano cercava un modo per lasciare la stazione.
 
La luce blu degli schermi gli impediva di godere a pieno dello spettacolo, trasfigurando di fatto i colori. E macchiando di un bagliore sicuramente erroneo gli occhi del giovane compagno di Wesker.
 
Christopher e l'Hunter sembravano aver cominciato una "danza", non tovava altro modo per definirla, giravano in tondo guardandosi. Prima che l'Hunter provasse ad artigliare il giovane che con un mezzo balzo lo evitava.
 
Il ragazzo sembrò poi distrarsi un attimo. E sebbene non potesse sentire quello che disse, gli bastò leggere il movimento delle sue labbra per capirlo.
 
<< Sì, Capitano. La raggiungo subito >>
 
E dopo quelle parole, l'Hunter fu freddato con un veloce colpo. Il feroce rettile si accasciò sulle sue tozze zampe prima di crollare finalmente al suolo.
 
Avevano trovato il treno.
 
<< Ci incontreremo presto, Compagni >>
Furono le parole sibilate al silenzio di Segei Vladimir.
 
 
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Il treno era partito dopo che loro vi erano saliti, come se qualcuno li avesse aiutati...
 
Ebbero appena qualche istante di calma, prima che una Chimera si calasse dal tetto del treno divellendo una delle piastre metalliche che lo componeva.
 
I due spararono alla creatura senza darle il tempo di riprendersi dalla caduta e in meno di quattro colpi la Chimera era morta.
 
A calarsi dall'apertura, poi, fu un Hunter. Chris lo freddò con un colpo mirato alla pupilla verticale della bestia, il proiettile passando per l'occhio colpì il cervello del rettile in poco meno di qualche istante.
 
La creatura però menò un ultima artigliata fendendo l'aria a nemmeno un centimetro dal viso del giovane Redfield prima di crollare.
 
Si scontrarono con un numero di armi biologiche che pareva essere interminabile. Prima che il treno si fermasse... o meglio rischiasse di precipitare in un pozzo dalla forma esagonale, fermandosi appena in tempo perché le quattro ruote motrici non avevano più binari da seguire.
 
Il capitano Wesker si avvicinò al ciglio del pozzo, lo osservò per qualche istante e poi si voltò verso Chris.
 
<< Hai portato il rampino, Christopher? >>
 
<< Si, Capitano >>
Fu la risposta del ragazzo, mentre rimetteva la Colt nella fondina ed estraeva una pistola che aveva la forma approssimativa di una Beretta. Ma che aveva un mulinello capace di sostenere circa centoventi chili in aria. 
 
<< Bene >>
 Dopo aver pronunciato queste parole il Capitano fece un paio di passi in dietro prima di correre rapidamente verso il ciglio del pozzo e spiccare un salto umanamente impossibile. Atterrando con grazia su una piattaforma che era a circa venti metri di distanza e due metri più in basso di loro.
 
Sebbene Chris avesse una certa paura, umanamente comprensibile, di cadere verso la morte. Chiuse per un istante gli occhi annuendo a sé stesso, come a convincersi di compiere quel salto della fede. Per poi seguire il suo Capitano.
 
In una frazione di secondo dal salto, azionò il rampino che si piantò esattamente sul soffitto della piattaforma in cui era atterrato il capitano. Azionò il mulinello e nel giro di qualche secondo si trovò nuovamente al fianco del suo capitano e con i piedi ben saldi su una superfice solida.
 
 
Wesker e Chris scesero progressivamente il pozzo, segmento dopo segmento, eliminando le armi biologiche che si trovavano sulle pareti di questo. E arrivati sul fondo, furono costretti a scontrarsi con un enorme pipistrello gigante mutato dal T Virus. Ma lo abbatterono piuttosto velocemente.
 
Stavano per dirigersi all'ingresso dell'impianto quando furono fermati da dei colpi, sparati direttamente di fronte a loro.
 
Sollevarono lo sguardo. Sergei Vladimir era lì di fronte a loro.
 
 
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Il Capitano puntò la Ruger contro Sergei e Christopher seguì il suo esempio.
 
<< Compagno Wesker. Christopher. -Il colonnello sottilineò il suo nome con un tono che né Chris, né Wesker compresero- Benvenuti nella mia umile dimora >>
 
<< Vedo che è sempre intenzionato ad affondare con tutta la nave, Colonnello >> 
Fu il sibilo del Capitano Wesker.
 
<< La Umbrella non affonderà di certo. >> Iniziò l'uomo sicuro << Tutto il dolore, le pene e le difficoltà la rendono ancora più forte. È un peccato che lei non possa capire. >>
 
Chris trattenne un sorrisetto di scherno a quella folle determinazione, un attaccamento ad una cosa destinata a morire. Perché ogni cosa, ogni singola cosa, che si frapponesse fra loro e il conseguimento del loro piano doveva essere distrutta, eliminata... e questo comprendeva anche la Umbrella. Anche la società sarebbe stata distrutta.
 
<< Si faccia da parte, Colonnello Vladimir. >> 
Wesker sorrise leggermente, aveva già sentito il suo pointman usare quel tono e l'ultima persona che ne era stata l'obiettivo era morta atrocemente soffocata da un virus, il G Virus.
 
Sergei non sembrò riconoscere la minaccia nascosta dietro quel tono. Infatti riprese quel fastidioso sorrisetto.
 
<< Oh, quasi dimenticavo. Vi vorrei presentare un paio di vecchi amici… >> 
Disse. Ed ecco che il primo Ivan entrò dalla porta alle spalle di Sergei, mentre il secondo dalla porta alle loro spalle.
 
<< Incantato >>
Sibilò sarcasticamente Wesker. 
 
Sergei cominciò ad allontanarsi.
 
<< La Russia è un posto così placido, non trovate? >> Si fermò un attimo poco avvicinandosi ancora alla porta << Il luogo perfetto per il vostro ultimo riposo >>. E poi li lasciò soli con gli Ivan.
 
 
 
 
 
 
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I due Ivan erano veloci e forti, capaci di compiere scatti eccessivamente rapidi.
 
Chris si occupava dell'Ivan dall'interfaccia(che pareva un paio di occhiali da sole) blu, mentre Wesker di quello con l'interfaccia arancione. 
 
 
 
L'Ivan si preparò a scattargli contro, Chris invece di correre. Si piantò di fronte al Tyrant e cominciò a sparare, mirando alla testa. 
 
L'Ivan interruppe la carica, ringhiando.
 
 
Ovviamente rispetto a lui, il Capitano combatteva più ad armi pare con quelle creature rispetto a lui. 
 
Ma Chris continuava a non essere un peso per Wesker, finendo per essergli invece un ottimo aiuto.  
 
L'Ivan dall'interfaccia arancione prese il Redfield alle spalle, scagliandolo con un violento pugno dall'altra parte della stanza.
 
 
 
 
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Vide il suo pointman finire scagliato in aria da quei Tyrant. E immediatamente si lanciò fra i due Ivan, avvicinandosi al suo Christopher. 
 
Se quelle cose avessero ferito o peggio ucciso il suo alleato... Avrebbero subito la sua ira.
 
La vita di Christopher era sua, sua da possedere, sua per decidere quando era il momento di farla giungere al termine!
 
<< Christopher? >>
 
Si affiancò al suo pointman, abbattendo uno dei due Ivan con un paio di colpi della sua Ruger. Christopher l'aveva indebolito abbastanza per permettergli di abbatterlo senza difficoltà.
 
Christopher però non reagì.
 
<< Christopher? >>
 
Wesker sentì l'ira montargli dentro nel vedere il suo pointman non reagire ancora una volta. Si voltò verso l'Ivan sopravvissuto, i suoi occhi scintillavano di una furia mortale, la furia di un dio antico.
 
Lascio la Ruger, ritenendola del tutto inutile.
 
<< Inutile Tyrant! >> Ringhiò gelido << Mi hai portato via qualcosa che mi apparteneva! Io e solo io ho il diritto, ho il potere di scegliere quando Christopher morirà e non tu! >>
 
Ancor prima che Ivan avesse il tempo di scattare contro il dio infuriato. Albert Wesker scattò divenendo una sfocatura nera persino agli occhi del Tyrant.
 
Un lampo nero colpì Ivan, il giaccone bianco(protettivo, che fungeva anche da dispositivo di contenimento della mutazione causata dal T virus) fu squarciato, mentre la destra di Wesker affondava nella carne grigia del mostro all'altezza del cuore della creatura.
 
Wesker tirò indietro la mano strappando quel cuore, due volte più grande del normale, dalla sua sede naturale. Ivan crollò al suolo. Mentre Wesker stringeva la mano sul cuore nerastro del Tyrant.
 
<< Nessuno mi porta via ciò che mi appartiene di diritto. Nessuno. >>
 
 
 
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Quando Chris si riprese dal colpo erano ancora lì, il Capitano lo osservava come un falco, ma sorrise leggermente nel vederlo svegliarsi.
 
Aveva i guanti intrisi di sangue nero.
 
<< Christopher, sei pronto a proseguire? >>
 
<< Sì, Capitano. Non avrei nemmeno voluto rallentarla... >> 
 
Wesker fece un  lieve cenno con la testa come a dire, non mi hai rallentato Chris... anche se solo per stavolta.
 
 
 
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Christopher e Wesker avevano raggiunto la parte più interna della struttura, pronti a porre fine alla Umbrella.
 
Si trovarono di fronte all'ennesimo pozzo... sembrava quello di un ascensore.
 
<< Sembra che qualcuno l'abbia già usato >>
Constatò il capitano.
 
<< Potrebbe essere stata Jill? >>
 
<< Penso proprio di sì, Christopher. >>
 
Per scendere nel pozzo il giovane Redfield fu nuovamente costretto ad usare il rampino mentre il Capitano semplicemente balzò. 
 
I due furono costretti ad eliminare un paio di Eliminator e delle Chimere prima di poter proseguire. E nella stanza occupata da due grandi computer spararono a circa dieci o undici T-Vettori, cinque dei quali parevano essere soggetti delle sperimentazioni. 
 
Poi poterono proseguire. Furono "accolti" da quattro T-Vettori con indosso le divise della UBCS. Uno dei quali indossava una protezione pesante... che però non proteggeva la testa.
 
Non fu difficile abbatterli per i due, così come i tre Plant-43 che si presentarono.  Mentre gli altri due che si presentarono furono appena più complicati da abbattere.
 
Christopher fu costretto ancora una volta ad usare il rampino per raggiungere la zona in cui Wesker arrivò con un semplice salto. 
 
Due Eliminetor impedirono loro di proseguire, ma non per molto. 
 
La porta automatica si aprì su una stanza esagonale, piena di armi biologiche che però vennero eliminate facilmente. 
 
Le stanze esagonali si ripetevano continuamente una uguale all'altra.
 
<< E' una perdita di tempo >>
 
<< Questa stanza si ripete in continuazione >>
 
Dopo aver girato per qualche minuto in quell'alveare riuscirono a trovare l'uscita.
 
 
 
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<< Nome in codice TALOS. >> Le informò Sergei. << Il non plus ultra fra le armi biologiche, controllato dalla Regina rossa. L'arma perfetta. >>
 
Stava parlando con Rebecca e Jill che si trovavano nella sala del TALOS.
 
Sergei stringeva in mano una siringa di T-Virus. E poi si rese conto che Wesker e Christopher lo stavano raggiunto. 
 
<< Avete eliminato gli Ivan? Non male >>
 
Wesker si voltò leggermente verso la Regina Rossa. 
<< Allora è questa. >>
 
<< Sì. È stata attivata quella notte alla villa. L'ho salvata prima che Raccoon City venisse polverizzata. Io e la mia regina abbiamo molto in comune. Si è collegata con Talos, avida di dati e informazioni. >>
 
<< Quella cosa è solo uno strumento. Vuole solo ciò che il suo padrone ha deciso per lei. >>
 
Christopher rimase in silenzio. Silenzioso come la Regina Rossa in quel momento... Sergei ghignò, Christopher era lo strumento di Wesker come la Regina Rossa era il suo strumento. 
 
Poteva scommettere che quel ragazzo avesse la capacità di memorizzare tutte le informazioni di cui Wesker aveva bisogno.
 
 
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E poi Sergei si tramutò in un Tyrant... un disgustoso Tyrant che però pareva essere ancora Sergei.
 
Rivelò loro che i Tyrant che erano stati prodotti dalla Umbrella altro non erano che suoi cloni. Non che a Christopher importasse, ma era un informazione utile.
 
Il loro combattimento con Sergei fu più semplice di quanto il Redfield avesse sospettato.
 
<< Più mi ferirete più diventerò forte! >>
L'esclamazione del colonnello fu accolta da una risata divertita di Christopher.
 
<< Mai più del mio Capitano, Colonello. >> Si zittì un attimo, sparandogli ancora all'occhio che si era aperto la strada nella sua bocca << Ora, Colonnello, stia zitto e muoia! >>
 
Un altro sparo e Sergei crollò al suolo morto.
 
<< Trasferimento dati completato. >> 
Li informò la Regina Rossa. Wesker notò che Jill e Rebecca avevano eliminato il TALOS. 
Un disco dati uscì dalla consolle centrale.
 
<< Christopher avvia la formattazzione del computer. >>
 
<< Sì, Capitano >>
 
<< Formattazione dati avviata. 80 secondi al termine >>
 
<< Tutti i dati sono stati cancellati. >>
 
Wesker e Redfield ghignarono. Il "loro" piano era aveva appena compiuto un altro passo verso il compimento. 
 
<< Tra poco della Umbrella non resterà più niente. Il potere del virus-T era nelle loro mani, ma non avevano la giusta visione: la concezione del futuro. Tocca a noi, ora, dare inizio a questo nuovo avvenire >>
Fu il sibilo di Albert Wesker. 
 
L'arroganza del dio che si mostrava nella voce dell'uomo. 
 
 
 
 
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<< Mio caro Spencer. Gli dei sono caduti. La tua Umbrella si è ripiegata su se stessa e ora sei un fuggitivo in quel mondo che un tempo cercavi di dominare. >>
Disse Albert Wesker mentre riattivava la Regina Rossa. Christopher rimase dietro di lui avvolto dall'oscurità con i soli occhi visibili nel buio.
 
 
<< Benvenuto negli Archivi della Umbrella. Scelga il servizio desiderato dal menu. >> 
 
 
<< Ci incontreremo ancora prima della fine di questa vicenda. Allora ti renderò partecipe della storia… che avrò scritto per questo nostro mondo. >> 
 
Solo allora Christopher si avvicinò venendo illuminato dalla luce azzurra del monitor.
 
<< La storia che avremo scritto per questo nostro mondo, Capitano >> 
Lo corresse il Redfield con un tono tranquillo per nulla insolente.
 
<< Giusto, Christopher. La storia che noi avremo scritto per questo nostro mondo >>
 
 
Il Diavolo senza occhi aveva ora un viso. 
Il suo Corvo aveva ora un'identità.
Dio e il suo primo Arcangelo. 
Albert Wesker e Chris Redfield.
 
 
 
 
 
 
 
 
Note dell'Autore
 
Scusatemi il tremendo ritardo... e che il caldo mi uccide... davvero.
 
Ringrazio: Summer_Moon e Mattalara per aver recensito il precedente capitolo.
 
-Anthony Edward Stark
 
 
 
 
   
 
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