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Autore: Vika_I_Love    28/06/2016    1 recensioni
La vita di Molly Sue è una lotta continua, ha lottato nel Bronx, ha lottato in carcere, ha lottato per ricevere amore ed ora lotta per farsi spazio nella WTA.
Le sue convinzioni vacillano quando il suo percorso incrocia quello di una ragazza, Molly ha paura di Emily, ha paura di diventare “umana”, Emily è l’unica a non avere paura di Molly, l’unica che riuscirà a cambiarla.
Molly non sa che Emily per lei sarà un tornado.
Il tornado passa violentemente e prende tutto, tutto ciò che vuole.
“Lo sguardo della più piccola era perso nel vuoto, il cuore le batteva a mille, le faceva male, le bruciava dentro al petto come se da un momento all’altro dovesse scoppiare.
Emily invece era decisa, la guardava dritta negli occhi, cercava di captare qualcosa che andasse oltre le apparenze, cercava di capire realmente chi fosse Molly Sue.
Molly non poteva essere la ragazza viziata e senza sentimenti, non poteva essere come la descrivevano i giornali, lei non aveva il cuore di pietra.
Portò le mani sul viso della bionda, riuscì a catturare il suo sguardo, l’accarezzò delicatamente.
-Sei troppo bella per non farti male
Storia rivisitata
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shoujo-ai, Yuri, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Baby, sei troppa bella per non farti male

Il tuo talento è un fiore in mezzo al deserto

 
 
Emily si alzò presto, frettolosamente si recò in bagno, si fece bagnare dal getto d’acqua, le sue amiche sarebbero arrivate a momenti e contava i secondi che le separavano dalla sera prima.
 
La porta della stanza si aprì e il suono assordante delle trombette fece sussultare Emily, corse verso le sue amiche per poi stringerle a se.
Tess suonò nuovamente la trombetta –Sono arrivata, iniziamo la festa- Carla scoppiò a ridere, Emily le stizzì poco dopo, le privò delle trombette ammonendole
-Cretine, Molly sta dormendo sono solo le 8 del mattino, se la svegliate sarà una stronza per tutta la giornata-
Carla si sporse leggermente, guardò la bionda dormire tra le lenzuola e sorrise
-C’è una modella sul letto e guardandola non ha neanche bisogno del Photoshop-
Tess rise, guardò Emily e si rese conto che fosse in imbarazzo, decise di prenderla un po’ in giro
-Em tu che l’hai vista sicuramente meglio di noi, puoi confermare? Il suo ultimo spot fa pensare a lei come una panterona a letto-
Carla scoppiò a ridere, la mora scosse la testa divertita –La volete finire? Non parlate di quello stupido spot per cortesia-
Tesse allargò le braccia in segno di resa, si guardò intorno e notò la coppa vinta da Molly all’ultimo slam disputato, si fece seria guardò la ragazza sul letto
-E’ stato strano vederla piangere, ha pianto davvero tanto, te ne sei resa cosa che c’è qualcosa in lei che non va?-
Emily corrugò la fronte non capendo dove volesse arrivare con quel discorso lasciato a metà –lei non ha nulla che non va Tess, che cazzo dici?-
Carla guardò Tess e scosse la testa come se le volesse dire qualcosa, Emily le guardò
-Cosa sapete voi due?-
Tess si accomodò sulla poltrona e si accese una sigaretta, ignorando la domanda dell’amica, guardò Carla capendo cosa potessero inventarsi, ma l’altra decise di dire la verità, si versò un bicchiere di vino
-AJ ci ha accompagnate qui, dobbiamo parlarti Emily, abbiamo visto le foto sul blog-
-Quali foto? Cosa c’entra AJ con voi?-
Carla fece un sospiro, si accomodò sul divano –le foto dell’aggressione, Molly ha praticamente aggredito chiunque ultimamente, i paparazzi, la Smith, AJ, la lista è lunga-
Una voce distrasse il trio e le fece sussultare –Non è un periodo facile-
Molly fece il suo ingresso nel salone, guardò le ragazze infastidita, si sentiva studiata da loro e questo la irritava –Credo che leggere i vari blog vi abbia reso preparate, non c’è bisogno che ve lo dica io, sapete tutto di me, giusto?- aveva uno sguardo cattivo, le stava affrontando armata di crudeltà
Carla e Tess erano quasi intimorite, Molly era glaciale, le guardava con aria di sfida, i suoi grandi occhi grigi erano diversi, erano malvagi, le stava trattando come due stupide e le faceva sentire tali con l’atteggiamento assunto
-Dato che sapete tutto di me, posso chiedervi cosa succede se due persone che io praticamente non conosco ficcano il naso nei miei affari? Posso chiedervi come dovrei reagire? –
Continuò a guardarle con la stessa crudeltà, Emily si avvicinò alla ragazza per calmare gli animi, le accarezzò una guancia teneramente, la bionda si distanziò, scosse il capo disgustata e andò in bagno
-Se volete potete seguirmi, così potreste assicurarvi che le mie foto non siano rintoccate-
Chiuse la porta alle sue spalle con forza, con estrema rabbia.
 
Emily si voltò verso le amiche, era adirata –Non posso crederci, siete arrivate da meno di un ora e già avete fatto incazzare la mia ragazza-
Tess si alzò dalla poltrona –la tua ragazza?- sorrise dopo aver enfatizzato le ultime parole –Dai usciamo, divertiamoci mentre la tua ragazza si calma-
Carla seguì l’amica e la imitò, si diressero entrambe verso la porta, guardarono Emily e anche lei dopo qualche titubanza si alzò.
 
 
Le tre si accomodarono in un bar sulla spiaggia, si fecero accarezzare dal sole mentre si godevano l’aperitivo.
Carla era preoccupata per l’amica, Molly sembrava soffrire di doppia personalità, poteva distruggerti in un nano secondo per poi ricomporre i pezzi con la sua dolcezza e con il suo romanticismo
-Em, scusa se te lo chiedo, io non voglio essere invadente, ma sono davvero preoccupata per te, Molly è stupenda, fatico ad immaginare una ragazza più bella di lei, ma la bellezza non è tutto-
La mora sorseggiò il suo aperol spritz –Lo so, delle volte sa essere proprio una stronza, ma credetemi lei è fantastica ha solo un problema con il suo istinto non riesce a chiudere la bocca o semplicemente pensare prima di aprirla-
Tess le strinse una mano –Siamo davvero preoccupate per te, AJ ci ha detto delle cose-
Emily tentennò, si ricordò del discorso fatto a cena proprio dalla sua ragazza, Molly odiava quando le persone si prendevano la briga di informare chiunque sulla sua vita privata, preferiva essere riempita di domande dal diretto interessato anziché essere parlata alle spalle.
Emily sapeva di sbagliare, ma Molly era impenetrabile a volte, non rendeva nessuno partecipe del suo passato, nessuno aveva sentito parlare la giovane tennista della sua vita in carcere, Molly Sue era un enigma e la Vivaldi preferì ascoltare quello che avrebbe voluto dirle AJ.
-Cosa vi ha detto?-
Tess sorrise amara, era dispiaciuta per quella situazione
-la persona che ha ucciso non era un tossico qualunque, era il fratello di Vera, lui se la intendeva con la mamma di Molly, loro erano una coppia, erano due tossici e Vera li pagava pur di non mandarla in una casa famiglia-
Emily sgranò gli occhi, non poteva crederci, guardò le sue amiche era sotto shock, le sembrava tutto così complicato ma allo stesso tempo le sembrava tutto più chiaro
Carla la guardò dispiaciuta –Vera è la zia di Molly, la tua ragazza ha ucciso suo padre inconsciamente-
-voi siete sicure che quello che dite è vero? Siete sicure che Molly non ne sa nulla?-
Abbozzarono un si con la testa dispiaciute.
Emily si alzò di scatto dalla sedia ma Tess la bloccò –Molly non deve saperne nulla, la ucciderebbe dentro, ti rendi conto? Se la ami devi solo proteggerla, devi evitare che lei sappia, non deve sapere nulla Emily-
La mora si accomodò nuovamente –perché me lo avete detto?-
-perché devi proteggerla, devi sostenerla Emily, lei ha bisogno d’aiuto- Tess abbracciò l’amica per darle supporto.
 
Carla sorrise –Io andrei a fare un paio di tuffi prima che Molly ci trovi, non riuscirei a sopportare un altro dei suoi sguardi accusatori-
 
 
Molly uscì dalla doccia, indossò l’accappatoio, non guardava mai la sua figura allo specchio, troppe cicatrice nascoste da tatuaggi, troppi ricordi su quel piccolo corpo.
Si avvicinò al frigorifero, prese una fetta di torta per poi gustarla seduta sul piano cucina.
La porta d’ingresso si aprì lentamente, la ragazza notandolo impugnò un coltello, ultimamente si sentiva perseguitata, guardò la sagoma e dopo un paio di secondi la riconobbe, tirò un sospiro di sollievo
-Cazzo Vera, che ci fai qui? Mi hai messo paura- continuò a mangiare la torta con indifferenza e con la bocca ancora piena continuò a parlare –Non voglio neanche sapere come cazzo fai ad avere le chiavi della camera-
Vera sorrise, la donna si avvicinò alla sua atleta –questo è il modo di accogliermi? Non ci vediamo da tre giorni-
-l’ultima volta che ti ho vista sono stata chiara, comunque c’è anche Emily con me-
La donna si sedette al suo fianco, guardò la più giovane con aria materna
-lo so, ho notato le valigie mezze vuote e il letto disfatto- si prese qualche attimo di pausa rassegnata da quella situazione, -come stai Molly?-
La ragazza guardò la sua coach, aveva bisogno di lei, aveva bisogno di qualcuno che la conoscesse davvero, nonostante ciò mentì
-Sto alla grande-
Vera si guardò intorno, notò qualcosa che non voleva notare, indicò il pacchetto trasparente sul piano cucina, -erba?- dopo la sua costatazione, continuò quasi pentita di aver pensato ad alta voce al contenuto della bustina, Dov’è Emily?
Molly sospirò quasi scocciata da quelle due domande, scese dal piano cucina e si diresse verso la sua valigia, si infilò l’intimo e si tolse l’accappatoio
-lei è con le sue amiche ed io ho fatto una doccia, comunque tranquilla l’erba è la cosa più pesante che troverai in camera-
 
Vera si riempì un bicchiere d’acqua –Solo perché non posso frugare nel tuo sangue- la Sue scoppiò a ridere, guardò la sua coach e poi si fece seria –Perché sei qui?-
-Ho bisogno di parlarti Molly-
La ragazza guardò Vera, capì che ci fosse qualcosa che non andava per il meglio –se vuoi ricordarmi di quanto sia sbagliata la mia relazione con Emily ne ho sentite abbastanza, quindi puoi anche evitare-
Vera accarezzò la giovane –Mi ha chiamata la Stewart- il viso di Molly cambiò, la paura prese il posto della sua inconfondibile strafottenza, -Vuole che l’alleni, mi ha proposto un contratto davvero interessante-
La Sue guardava il pavimento, non voleva affrontare la sua coach e quasi imbarazzata sibilò –posso darti un aumento, sai che non ho problemi, il contratto lo hai stabilito tu, io non ho mai detto parola al riguardo-
Vera scosse il capo –non è una questione di soldi Molly, io non posso esserti più d’aiuto, ti ho insegnato tutto e non riesco a vederti distruggere, hai rifiutato il rehab, hai rifiutato la clinica per disintossicarti dalle varie droghe da cui sei dipendente, hai sempre rifiutato il mio aiuto ed ora … - Molly aveva gli occhi lucidi, qualcosa la stava mangiando dentro, le lacrime prepotenti volevano uscire, tremava, non si aspettava che sarebbe arrivato quel momento, credeva che Vera sarebbe stata con lei per sempre, la donna dopo un lungo sospiro continuò
-ed ora ti diverti con quella barista a tirare cocaina e a fare sesso, non ti alleni più Molly, sei sempre ubriaca, sei sempre sotto effetto della coca e fumi spinelli come se fossero sigarette, ti cercano più gli stilisti che gli sponsor sportivi, fai più sfilate che tornei ed io non ce la faccio più Molly, non posso vederti autodistruggere, non sei più in carcere amore, io non posso più difenderti da tutto tesoro, io non posso fare più niente-
La giovane tennista era glaciale, era pietrificata, non aveva mosso un muscolo.
Vera sorrise amara, le baciò una guancia –e comunque ho le chiavi della tua camera perché credevano che fossi ubriaca o in overdose ed hanno pensato che sono venuta a salvarti per l’ennesima volta- la donna andò via lasciando le chiavi all’ingresso.
 
Vedere la porta chiudersi, vedere la sagoma della coach sparire, vedere le chiavi lasciate lì come se fosse un segnale che lei non sarebbe più tornata, tutti questi elementi avevano portato Molly a subire l’ennesimo attacco di panico.
Faceva fatica a respirare, tremava dalla rabbia, dette sfogo al suo dolore, iniziò a rompere tutto, si ferì colpendo la cristalliera, si fece cadere a terra e si ritrovò nuovamente seduta su una pozza di sangue, del suo sangue.
 
 
Era sera inoltrata ormai, Emily notò che Molly non si era fatta sentire, forse le aveva lasciato spazio per stare con le sue amiche, ma già le mancava.
-Ragazze che dite? Rientriamo? Ci facciamo una doccia e poi andiamo in qualche party?-
Le amiche acconsentirono subito, la parola party aveva fatto sussultare entrambe.
Entrarono nell’ascensore, Carla si guardò allo specchio –Secondo te Molly è ancora arrabbiata per stamattina?-
Emily scoppiò a ridere, Tess si fece contagiare, le tre ragazze non riuscirono a smettere.
La mora a fatica riuscì ad aprire la porta, entrò nella stanza ma non riuscì a vedere Molly, iniziò a chiamarla,
Tess si guardò intorno –credo che sia uscita- Carla stremata si sdraiò sul letto –e’ qui che fate peccato?-
Emily sorrise –Siete sempre le solite, pensate sempre e solo al sesso- scosse il capo divertita, si recò in cucina, notò vetri rotti, mobili rotti, sedie in piscina, bottiglie sparse sul pavimento, si guardò attorno e in quel momento si ricordò le parole di Yvonne, la donna delle pulizie dell’albergo, chiamata apposta da Molly per farle pulire il suo casino.
Emily notò del sangue, poi vide Molly, seduta sul pavimento, sporca del suo stesso sangue, aveva tagli ovunque, si gettò su di lei immediatamente.
La strinse tra le braccia spaventata –ci sono io qui, ci sono io, non sei sola-.
Le baciò la fronte mentre la stringeva forte, Tess e Carla entrarono in cucina e vedendo quella scena, pietrificarono.
 
Emily cercò di alzare la ragazza da terra, dopo qualche tentativo fallito ci riuscì.
-Andiamo a fare una doccia amore, sei ferita-
Le strinse il viso dolcemente, voleva guardarla negli occhi, -Vera è andata via, non vuole allenarmi più, non vuole più aiutarmi, l’ho fatta scappare-
-Amore- Emily abbracciò la fidanzata, guardò Tess e Carla –Voi pulite questo casino e non fatene parola con nessuno-
Accompagnò la bionda in bagno, dai movimenti poco fluidi capì che fosse fatta e ubriaca,
entrò nella doccia con lei e si fece bagnare dal getto d’acqua ghiacciata.
Molly l’abbracciò e diede vita ad un pianto.
Emily in quel momento si rese conto che lei era complice di quella distruzione.
L’aveva lasciata sola tutto il giorno, non era stata con lei quando ne aveva avuto bisogno.
Non si era resa conto che la sua ragazza sniffasse con regolarità, era stata distratta, non sarebbe più successo.
 
Uscirono venti minuti dopo dalla doccia, Emily era zuppa, i vestiti bagnati, il trucco sciolto, tremava dal freddo, ma pensava solo Molly, Tess le andò incontrò, prese la bionda sotto braccio e l’accompagnò a letto.
 
Emily prese il telefono di Molly, lesse la rubrica e chiamò un numero, dopo un paio di squilli risposero
-Molly hai anche tempo di telefonarmi? Ed io che pensavo che te la saresti spassata tutto il tempo con l’italiana-
-Joy?-
Ci furono un paio di secondi di silenzio –si- la voce era cambiata, -Ho bisogno che tu venga qui, Molly … -
Non riuscì a finire la frase, era troppo da sopportare, -Prendo il primo aereo e sono da voi-
Le tre ragazze si accomodarono a tavola, era un silenzio assordante.
Emily fissava Molly, la fissava mentre dormiva, si era davvero messa paura.
Carla si alzò dalla sedia, aprì lo stipite e prese un pacco di pasta, guardò l’amica, aveva capito che fosse troppo impaurita per essere razionale –Le faccio da mangiare, magari si riprende-
-ragazze io devo chiedervi un favore- le due guardarono l’amica con aria preoccupata
-Vera è andata via, Molly ha bisogno di un aiuto 24 ore al giorno, non può essere lasciata sola, non so perché ogni volta che rimane sola fa una stronzata, ma ho bisogno di voi, io non posso assisterla tutto il giorno, ora sono la sua famiglia, e voi siete la mia famiglia ed ho bisogno che la sosteniate anche voi-
 
-perché Vera è andata via?- Carla era incredula, non poteva pensare che quella donna avesse smesso di lottare
-Lei non riesce più ad aiutarla, non sa più come fare, la sua presenza è fondamentale per Molly-
 Emily si alzò dalla sedia, si sdraiò accanto la ragazza e la strinse tra le braccia.
 
 
Molly si svegliò la mattina dopo,a fatica si alzò dal letto.
Passo dopo passo e mal volentieri si recò in cucina, aveva fame, guardò il pavimento, era tutto pulito, come se non fosse mai successo nulla.
Emily era sveglia, stava cucinando, le sorrise quando si era resa conto di essere osservata dalla ragazza
-Ti sto preparando la colazione, siediti-
Molly si avvicinò alla mora, le cinghiò i fianchi dolcemente –Scusa per ieri, io non volevo farti preoccupare-
Emily le sorrise nuovamente, le stampò un bacio sulle labbra –tranquilla amore- le accarezzò il viso e poi la esortò –dai la colazione è pronta, accomodati-
-dove sono le tue amiche?-
Emily sorseggiò del succo d’arancia –Sono andate giù in spiaggia-
La giovane tennista lesse l’ e_mail, e le era arrivata la conferma che Vera non sarebbe stata più la sua coach
-Puoi andare dalle tue amiche, io mi devo allenare, la Stewart non vincerà neanche uno slam-
Molly si alzò, Emily le strinse una mano
-Voglio venire con te- la Sue guardò la ragazza, la baciò dolcemente, le accarezzò una gamba per poi staccarsi leggermente –Non puoi guardarmi mentre mi alleno, mi distrai-
Emily si avvicinò alla ragazza –Allora fatti distrarre in camera-
La baciò con trasporto, e passo dopo passo la portò a letto, senza staccarsi da lei
-Hai vinto il tuo primo slam 4 giorni fa, dovresti distrarti-
Molly sorrise, si fece convincere in poco tempo.
 
 
Tess e Carla erano in spiaggia, non potevano fare altro che parlare di Molly… erano davvero preoccupate, non per la giovane tennista ma bensì per la loro amica.
Aveva affrontato la malattia della sorella, ormai l’incubo di vederla morire era finito, Stella si era ripresa, non poteva affrontare la dipendenza alla varie droghe della fidanzata.
Carla guardò Tess, assunse un’aria decisa, insolita per lei
-Se diciamo tutto alla stampa, saranno costretti a sospenderla dal circuito WTA, lei sarà costretta ad accettare l’aiuto di una clinica specializzata per il suo caso di droga-
Tess era stupita, era un’idea crudele, consegnare la vita privata della Sue ai giornalisti, era da vigliacchi ma pur di aiutare Emily lo avrebbero fatto
-Credo che tu sia un genio, abbiamo le foto di ieri, ci crederanno, le faranno varie analisi e il gioco è fatto, Emily sarà costretta a lasciarla per un lasso di tempo- Carla si alzò di scatto –Andiamo dalla polizia-
Le due ragazze con aria soddisfatta in pochi secondi raccolsero le loro cose e andarono verso il centro della città.
 
 
Era pomeriggio inoltrato, Molly ed Emily erano sedute sul divano, la mora aveva proposto di fare più di una cosa, ma il giovane talento all’improvviso era diventata nuovamente apatica.
Le strinse una mano e con l’altra le accarezzò il viso
-tesoro cosa sta succedendo?-
Molly continuò a fissare un punto indefinito –Nulla, non è successo proprio nulla, era già tutto previsto-
Emily notò una carta di credito sospetta sul tavolino, si portò le mani tra i capelli ormai arresa dalla dipendenza della fidanzata –Perché continui a farti di cocaina?-
-Mi fa dimenticare i miei problemi, non è facile Emily-
La ragazza si alzò dal divano, nello stesso istante bussarono alla porta, la bionda si recò verso la porta e l’aprì.
Joy abbracciò di slancio l’amica, la riempì di baci per poi fermasi quando notò il corpo di Molly fermo,
-Amore che ti prende?-
La Sue guardò Emily ,la mora non era per nulla sorpresa dalla presenza della sua collega nonché amica e capì che l’avesse chiamata lei
-Avete fondato un fan club? Salvate il soldato Sue? Pensate che io sia così disperata?-
-no, no, no – Joy era davvero dispiaciuta, da quella reazione aveva capito le condizioni pessime della sua amica –sono qui per te, so di Vera e sono tua amica, hai bisogno di me-
Emily si alzò dal divano, si avvicinò alla fidanzata
-Molly non crediamo che tu sia pazza, ma crediamo che tu debba essere aiutata da persone che ti vogliono bene-
Joy sorrise cercando di far ragionare la giovane infuriata,
-Molly siamo la tua famiglia-
La Sue cambiò sguardo, cambiò tono, urlò con disprezzo, -Famiglia?- allargò le braccia rassegnata –Io non ho più una famiglia-.
Si incamminò verso la porta per andare via, ma Joy riuscì a fermarla bloccandola con un abbraccio, il giovane talento tremava, era come una foglia d’Autunno, tremante e indebolita destinata a cadere.
 
La bionda indietreggiò notando chi fosse arrivato dinnanzi la porta ancora aperta, guardò Emily, la mora era incredula, -non li ho chiamati io amore-
Molly sorrise sarcastica, -lo so, non sei stata tu- si voltò nuovamente verso i nuovi arrivati in stanza.
Sfilarono dalla tasca il distintivo –Molly Sue? Deve venire con noi, abbiamo un mandato-
Joy era pietrificata aggredì i due poliziotti –con quale accusa? Lei non ha fatto nulla-
Il più anziano dei due quasi dispiaciuto rispose con autorità –Droga- indicò della polvere sospetta sul davanzale e alzò le spalle rassegnato.
La Vivaldi d’istinto avanzò verso i due sbirri –E’ mia, la cocaina è mia-
Il più giovane parlò questa volta, sorrise –La tua amica ha le pupille molto grandi, suda freddo e trema, ammiro il tuo coraggio ma se continui a dire bugie sarai indagata per non averci facilitato il lavoro-
Emily abbassò il capo, strinse i pugni, si sentiva inutile.
Molly si portò a pochi centimetri dai poliziotti e come sempre senza paura li affrontò
-bhè spero che le manette siano blu, ci tengo allo stile-
Portò le mani dietro la schiena, guardò le due ragazze, erano bianche in volto, erano impaurite e confuse.
Molly non disse una parola e si fece portare,senza fatica ,dai due poliziotti.
 
 
Emily guardò la porta chiudersi alle spalle dei due sbirri, guardò la porta e non riuscì più a contenersi, si fece cadere a terra ed iniziò a piangere, -come è potuto succedere?-
Joy aveva le mani ai fianchi la testa china, sorrise amara –i risultati erano negativi, lei non ha assunto droghe durante il torneo, lei era pulita, cosa le è successo?-
La mora la guardò e quasi l’aggredì fisicamente –Hai chiamato tu la polizia?-
La tennista sorpresa e quasi irritata scosse il capo –ma certo che no, Molly è una mia amica non le avrei mai fatto una cosa del genere, giochiamo in doppio in fed cup-
Le due ragazze si guardarono cercando di capire cosa poter fare, non avevano idee, non sapevano assolutamente come poter sistemare le cose.
Joy si accomodò sul divano ed aprì una bottiglia di vino,
-ma davvero?- la rimproverò la Vivaldi –davvero stai bevendo vino mentre Molly è andata via con degli poliziotti del cazzo?-
La risposta non tardò ad arrivare –Molly è stata abbandonata dalla sua coach, per la seconda volta ha dovuto subire un abbandono non voluto da lei, in questo momento è disperata, puoi semplicemente metterti nei suoi panni? Tu cosa faresti? Riusciresti ad andare avanti nonostante tutte le persone che ami ti lasciano sola? Ci riusciresti Emily?-
Joy scosse il capo, si riempì il secondo bicchiere di vino, guardò Emily, le versò un bicchiere e glielo porse
-lei ha bisogno di un nuovo allenatore, di un nuovo avvocato e di una nuova squadra di bodyguard, posso fare un paio di chiamate-
La mora non riuscì a capire la freddezza di Joy, era incredula, -Fa quello che cazzo vuoi, io vado da lei-
-Non te la faranno vedere, vengo con te-
 
 
Vera era al ristorante, gustava l’antipasto mentre si parlava dei dettagli contrattuali con il manager della Stewart.
La cena era informale, si rideva e si discuteva da amici di vecchia data, la donna venne distratta qualche risata dopo, in TV si parlava di Molly, una morsa al cuore prese vita, l’aveva lasciata sola, aveva promesso che non l’avrebbe mai fatto, invece si era contraddetta.
Lesse i titoli del telegiornale, “La Sue ancora indagata per droga, trovata cocaina nella sua camera d’albergo”
Vera si alzò di scatto dalla sedia, corse fuori da quel ristorante, entrò in macchina e riuscì ad inserire la sesta in tempi record.
Parcheggiò la macchina alla meno peggio, scese frettolosamente e correndo entrò in questura, quando entrò tutto quello che successe fu veloce, troppo veloce per capire come reagire.
 
Guardò un poliziotto, gli indicò la strada da percorrere ancor prima che la coach potesse aprire bocca
Aprì la porta e quello che vide la irrigidì, -o mio dio-
Angolo autrice

La storia ha preso una brutta piega, i problemi della signora Sue fanno da specchio a quelli della piccola Sue, si sono scoperte varie cose.
Vera ha rinunciato ad allenare Molly

Tess e Carla pur di non vedere la loro amica soffrire hanno spifferato tutto
Emily è disperata tanto da chiamare Joy, ma anche il suo aiuto sembra poco utile.
Vi sareste aspettate tutti questi dettagli?
Vera è la zia di Molly e pagava suo fratello e la signora Sue affinché non abbandonassero la ragazzina in una casa famiglia.
A voi la parola

 
  
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