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Autore: Lady_Tuli    28/06/2016    0 recensioni
La lotta tra il bene e il male e la ricerca della libertà.
I quattro cavalieri dell'Ordine della dea Aria controllano e proteggono le Quattro Terre dalle forze del male. Sono gli ultimi discendenti di un'antica stirpe e il popolo vede in loro la speranza per un futuro migliore.
Mentre il caos dilaga tra le terre, Silver, l'unica dama dell'ordine, deve affrontare anche il buio che si cela nel suo cuore. Lei appartiene ad Aria solo a metà, ma basterà per non cedere all'oscurità?
Genere: Drammatico, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tristan e Nary scesero dai tetti e andarono da Kai e Silver.
Gli orchi erano stati letteralmente polverizzati, non c'era traccia dei corpi di nessuno di loro: solo la ferraglia rimasta a terra dimostrava il loro passaggio.
Gli abitanti sopravvissuti uscirono dai loro nascondigli: erano increduli. Alcuni piansero altri esultarono e urlarono di gioia, ma il momento durò poco. C'erano incendi da spegnere, persone da ritrovare e vittime su cui piangere.
Tristan si precipitò ad abbracciare Silver senza che gli importasse cosa avrebbero pensato gli altri, Nary si avvicinò a Kai: “Tutto bene?”
“Giudica tu stesso.” La sua voce tremava di rabbia. Lasciò la fascia bianca sporca di sangue a terra e si allontanò dagli altri, Nary raccolse la fascia e rimase a guardarla per qualche istante, Tristan reggeva Silver e si avvicinò all’amico: “Dove sta andando Kai?”
“Tristan, io...”
“Cos’è quello?” Prese la fascia dalla mano dell’amico e se la rigirò tra le mani in silenzio.
“Padre...”
“Mi dispiace, fratello.”

Silver sentiva di potersi reggere in piedi da sola ora. Si lasciò dalla presa del cavaliere e si strinse nelle spalle.
Tristan chiuse la mano con forza intorno alla fascia: “Aveva ragione a dire che non sarebbe tornato.”
“Tris, non è ancora detto. Magari è solo ferito, da qualche parte più a Sud o semplicemente l'avrà perso in una lotta contro l'orda.”
Nary mise una mano sulla spalla dell’amico: “Finché restiamo qui non lo sapremo mai. Aspettiamo che Silver si rimetta e poi partiremo verso sud. Cercheremo i cavalieri anziani e riporteremo il libro all'altare di Aria, dove deve stare.”
Silver intervenne:“Non serve aspettare, posso partire anche domani.”
“Non è vero.”
“Credimi.” La ragazza guardava il suo amico con aria di sfida, aveva lo sguardo deciso e determinato di chi sapeva a cosa andava incontro, ma anche il cuore di Nary era in tempesta come dopo ogni battaglia.
“Sil, hai i capelli ancora incrostati di sangue per il taglio sopra l'occhio, ti ha rotto una mano e soprattutto ti ha... Beh, lo sai. Sei nervosa, forse anche sotto shock e sono sicuro che stai nascondendo qualcosa. Non sento niente in te. Niente.”
L'istinto della Dama fu quello di urlare ti sbagli, qualcosa c'è, ma si trattenne, stringendo il pungo ancora un po' dolorante. Ma su una cosa Nary aveva ragione, era arrabbiata con il mondo e con gli dei.
“D’accordo ho fatto uno sbaglio, ma non sono debole come pensi! Ora dovrei essere morente nel mio letto a piangere e invece no! Sono viva, sono in piedi e anche così ho liberato un tornado nero! Posso farcela e non voglio repliche.”
Nary non rispose, girò i tacchi e se ne andò nella parte opposta a quella di Kai.

Discussioni simili capitavano spesso, verso sera era già tutto sistemato. Ai Cavalieri fu concesso di alloggiare nelle sale del castello ora che il re era Kai a tutti gli effetti.
Durante le sue assenze avrebbe nominato non più un re, ma un sovrintendente e il popolo poteva tirare sospiri di sollievo, organizzando un’enorme festa che dava l’aria di durare per almeno un mese.
Fu allestito un enorme banchetto nella piazza in onore ai quattro eroi dove tutti erano invitati. Silver non trascorse molto tempo in compagnia degli abitanti, non era in vena di festeggiare un suo quasi totale fallimento e le doleva ovunque, così terminata la cena si ritirò nella sua stanza.
Tristan cercava di sorridere, ma la sua mente era rivolta altrove: alla luce fioca dell’ultima finestra sulla cima della torre e a se stesso.

Dopo anni si era abbandonato al suo potere di sciamano, aveva liberato spiriti che non sapeva come ricacciare indietro. Prima di partecipare alla festa, si era visto riflesso in uno specchio frantumato: nessuno aveva ancora notato le sue iridi: un azzurro cielo dal contorno verde scuro. Sentiva ancora voci e rumori a chilometri di distanza, ma ora riconosceva il frusciare delle foglie, lo scorrere dell'acqua... E il vociare degli spiriti degli uomini e delle donne cadute in battaglia.
Se sua madre li sentiva costantemente, ora capiva molte cose. Troppi pensieri gli offuscavano la testa, Aveva bisogno di Silver.
Quando gran parte della gente se ne era andata, entrò nel castello. Sapeva di avere esagerato con l'alcol, ma tutte quelle voci...
Erano iniziate come bisbigli, ma ora urlavano. Pretendevano di essere ascoltate.
Lentamente si avviò verso le scale che portavano alle stanze di Silver, ma una voce, una viva, lo fermò.
“Non sarà l'alcol a impedirti di ascoltare, Tristan.” Il cavaliere si girò e quasi cadde a terra, ma riuscì a sostenersi.
“Righos, cosa mi sta succedendo?”
“Cosa sai degli sciamani?”
“Sono persone con poteri diversi dai sacerdoti di Aria, sono più amplificati. E parlano con gli spiriti.”
“Sì, è vero. Gli sciamani sono più potenti dei sacerdoti perché vivono a contatto con gli spiriti delle foreste e della terra, ma uno sciamano puo solo chiedere agli spiriti di interagire, non può pretendere. Quando uno sciamano inesperto chiama uno spirito però, a volte anche altri vogliono essere ascoltati e tu devi farti rispettare e tenerli a bada, o si impossesseranno di te senza il tuo consenso. Una volta che accade è complicato tornare indietro."
"Sarà così per sempre?"
“Questo dipende dalla tua forza di volontà, ragazzo. Se manterrai il controllo, imparerai a non sentirli più. Quando avrai bisogno di loro, potrai chiedere ad uno specifico spirito di aiutarti. Ora scoprirai poteri che non immaginavi di avere.”
Tristan sospirò, ma al mago non sfuggì il tremore nella voce. “Cosa ti preoccupa?”
“Hai detto che mia madre era come me.”
“E lei è impazzita, vuoi sapere se impazzirai anche tu?”
“Vedi lei... Mi hanno detto che ha provato ad affogarmi.”
“Non era lei, Tristan. Quando concedi a tutti gli spiriti di essere aiutati, alcuni più potenti... Più malvagi, possono entrare e agire di loro volontà. Lei ti amava.”
“Va bene.” Tristan chiuse gli occhi e prese un profondo respiro: le urla andavano scemando, finché non rimase solo un lieve ronzio. “Li terrò a bada, non li ascolterò finché non sarò pronto.”
“Quando succederà, ricordati che più tempo lasci loro a disposizione, più sarà difficile tornare indietro. Dovrai essere forte. Ora vai da lei.”

Tristan riprese a salire le scale, quando una voce si presentava più forte delle altre, scuoteva la testa e la scacciava.
Bussò alla porta e lei aprì.
"Sil, scusa. volevo lasciarti in pace, ma mi sento... Perso."
"Non preoccuparti. Troveremo Tarìs."
"Sì, è un cavaliere forte. Come te."
"No, siamo tutto fuorché cavalieri.”
Tristan le alzò il mento e quando i loro occhi si incrociarono le sorrise. Non fu ricambiato. "Sicura di stare bene?"
"Credo di sì, dammi solo un po' di tempo." Lei si allontanò.
“Kai ha ragione, sono un idiota. Non sarò mai in grado di proteggerti.”
“Tris, non ho bisogno che tu mi protegga, ho bisogno che tu mi ami.”
“E ti amo, lo sai.” 
Il Cavaliere si appoggiò al muro e si sedette a terra, tenendosi la testa con le mani. Stava singhiozzando.
“Cavaliere, idiota e pure sciamano. Ti ho scelto proprio bene.”
“Non smettono di parlare, mi faranno scoppiare la testa.”
Silver si sedette davanti a lui, gli prese il volto tra le mani e appoggiò la fronte alla sua: le voci, così come il dolore sparirono.
“Ma come...”
“Sei solo stanco, puoi gestirle benissimo. L'ombra non solo rilascia, ma cattura il dolore.”
“Ora è passato a te?”
“No, se ne è solo andato. Stai tranquillo Tris: se proprio vuoi proteggermi, allora io proteggerò te.”

   
 
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