Anime & Manga > Capitan Harlock
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Autore: metaldolphin    28/06/2016    4 recensioni
E' la mia personalissima prosecuzione della serie Endless Odyssey.
Alla fine dell'ultima puntata, dopo il duello tra Harlock e Tadashi, i membri dell'equipaggio dell'Arcadia guardano il ragazzo sbarcare e tornare in città. Ma il Capitano nasconde qualcosa...
Genere: Angst, Avventura, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harlock, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un pronto Yattaran prese ancora ha volta il comando delle operazioni e il suo sguardo duro, accompagnato dai cannoni che ruotarono prontamente ad un suo ordine, bastarono a tenere a bada e lontano da qualsiasi tentativo di rivolta, l'esercito nemico.
Scostando Meeme, un ombroso Capitano corse verso l'infermeria, al seguito della barella con il corpo della compagna.
Si trovò ancora una volta ad osservare da dietro i vetri gli sforzi del dottore per salvare la vita del suo Ufficiale.
Un pugno poggiato contro la lastra trasparente, lo sguardo duro fisso alla sala operatoria, Harlock sentiva la rabbia bruciargli dentro in un modo che a stento riusciva a controllare. Sentiva ardere la cicatrice che gli deturpava il viso, gli dolevano le mascelle serrate dall'ira e sentiva il freddo invadergli il corpo, serpeggiante come la paura che sentiva strisciargli dentro.
Masu-san entrò timorosa nella sala d'aspetto che gli altri avevano fuggito, spaventati dalla scura aura che pareva emanare l'uomo; l'anziana donna era visibilmente in apprensione per quella ragazza che sentiva vicina come una figlia.
Affiancò in silenzio l'uomo ed alzò il viso per scrutarne l'espressione.
Ciò che vide la fece rabbrividire: era terribile quel volto deformato dalla furia che nemmeno la fulminea vendetta era riuscita a sopire. Se Harlock fosse realmente esploso, sarebbe stata una vera catastrofe per l'intera nave.
Deglutì e raccolto a sé il coraggio dato dalla saggezza dei suoi anni, cominciò a parlargli piano. Dapprima credette che il suo tentativo risultasse vano, poi riuscì ad attirare l'attenzione di lui.
-Capitano, aiutami...- implorò con voce rotta -non ho più l'età per sopportare tanto...
Lui abbassò lo sguardo verso l'anziana donnina, un muto interrogativo sul volto. Allora lei proseguì: -Aiutami a pregare per lei...
Il viso un po' più disteso, l'uomo annuì e Masu sembrò tranquillizzarsi. Era una cosa che era in suo potere, c'era già riuscito una volta. Non sapeva se fosse stato un elemento determinante per la ripresa di lei, ma tentare non avrebbe di certo peggiorato la situazione. Attese soltanto che Zero terminasse l'intervento, poi come quella volta, Harlock uscì dalla saletta per recarsi al Computer centrale.
La vecchia cuoca lo guardò allontanarsi, poi se ne tornò in cucina, disfatta.

Stesa su un altro lettino dell'infermeria, Andy piangeva sommessamente. Era in lacrime per il fratello, per Kei e anche per se stessa. Le era vicino e continuava a stringerle la mano un silenzioso Maji, anche lui disorientato dall'accaduto. Si era scostato giusto il tempo che a Zero era occorso per medicarle la superficiale ferita, ma sentiva che faceva bene a starle vicino. Anche lui era in apprensione per l'amica e condividevano quel comune dolore in muta compagnia.

Su quell'emisfero calò la sera. Dove qualcuno aveva rimosso il cadavere di Aalim, era rimasta una scura chiazza di sangue. Lo spazioporto era semideserto sotto i potenti riflettori che lo illuminavano e i pochi uomini di guardia erano di cattivo umore.
La notte avanzò silenziosa e Kei non aveva ancora ripreso i sensi. Stanco, Harlock non l'aveva abbandonata, forse memore della precedente esperienza, anche se a ragion veduta non doveva temere possessioni da antichi demoni, come era stato col Noo.
Un serio Yattaran gli aveva fatto rapporto nella stessa infermeria; sul pianeta era scoppiato il caos dopo che il vecchio governo era stato destituito dalle forze di opposizione, quando erano partiti alla ricerca di Kei e Aalim: adesso che i pirati dell'Arcadia avevano delegittimato anche questi ultimi, la notizia aveva raggiunto più che rapidamente le città del pianeta e la popolazione chiedeva democratiche elezioni. Harlock era intenzionato a lasciarli fare. Anche se Andy avrebbe potuto accampare i suoi diritti di nascita, in quel momento a lui importava ancora meno ciò che sarebbe accaduto in quel senso. La sua casa era lo spazio, l'unica sua patria di origine la Terra e aveva fatto tanto anche per lei; non gli serviva un pianeta su cui imporre il proprio volere.
Allontanatosi il Primo ufficiale, il Capitano tornò alla sedia accanto al lettino su cui la compagna giaceva, respirando piano. Il dottore aveva fatto il possibile, non restava che attendere...
Tolti i guanti e gettato sullo schienale il mantello, respirò profondamente e chiuse gli occhi. La concatenazione di eventi che aveva portato a quel momento era davvero assurda. Avrebbe preferito di gran lunga ricevere su di sè quel colpo: dopotutto era destinato a lui. Se non si fosse voltato, scoprendo Kei… Ma era inutile stare a pensare ai se.  Ciò che era accaduto non poteva essere cambiato e bisognava andare avanti, comunque fosse andata a finire.
Con lei o... senza. Quel pensiero fu come un pugno allo stomaco, ma era un'ipotesi da non poter scartare, da non dover scartare, lo sapeva, era suo dovere di Comandante.
 
Per l'ennesima volta Zero andò a controllare lo stato della paziente.
Almeno era stabile, ma non avrebbe potuto considerarla fuori pericolo fino a che non fosse tornata cosciente. Quando il medico andò via, Mii-kun che lo tallonava quasi sempre, rimase vicino al letto. Fissò con i grandi occhi felini Harlock, poi si accinse a saltare sul candido lenzuolo che ricopriva il letto e la sua occupante. Con un balzo atterrò vicino ai piedi di Kei, poi risalì il materasso fino a fermarsi al braccio abbandonato di lei e l'uomo, notando il passo attento e morbido del gatto, quasi che non volesse farle del male, lo lasciò fare.
Mii-kun miagolò sommessamente, poi si accucciò e prese a fare rumorose fusa. Era una vibrazione bassa, calma e rilassante, tanto che anche lui parve quietarsi e fu grato a quella palla di pelo che, a modo suo, offriva il suo conforto.
Le ore si susseguirono silenziose, poi la voce dolce di Kei ruppe quella calma: -Si... Si stava... meglio... Da te...- e, nonostante fosse a malapena udibile, per l'uomo fu come respirare di nuovo aria pura dopo una lunga apnea.
Le sorrise passandole una carezza leggera tra i capelli e annuì.
Mii-kun si sollevò sulle zampe, si stiracchiò sbadigliando, si raggomitolò e prese a dormire, come se sapesse che il preicolo era ormai passato.

Fattosi giorno, il dottor Zero  constatò compiaciuto i progressi della donna. Anche se lei aveva espresso il desiderio di poter uscire dall'infermeria, le disse di stare tassativamente a riposo. Allora Harlock offrì il suo alloggio in alternativa, sistemazione certamente più ampia e comoda dell'asettica e linda stanzetta. Vedendo la sua espressione decisa che faceva rasentare alla proposta il confine con l'ordine marziale, il buon dottore acconsentì. Dopotutto con una persona cara vicina, la ripresa sarebbe stata più rapida... era una cosa che Zero aveva già riscontrato con la malattia del Capitano, anche se in quel momento non aveva ancora del tutto chiaro il rapporto che sospettava intercorrere tra i due: dal suo territorio che era l’infermeria non era uscito più di tanto e l’evidenza palesata in plancia non gli era giunta.
La convalescenza di Kei non sarebbe stata breve, almeno l'avrebbe passata in un ambiente che, seppur non familiare, non era prettamente ospedaliero.

Il giorno successivo, all'ora di cena, seduto sul bordo del letto, Harlock le comunicò  che l'Arcadia sarebbe tornata nello spazio quella sera stessa.
Kei si agitò tra le lenzuola. -E Andy?
Non si erano più viste, dato che Zero non voleva stressarla e aveva limitato i suoi contatti al Capitano, se stesso e Masu-san. Però, anche se l'amicizia tra loro si era incrinata dopo gli ultimi avvenimenti, la ragazza non poteva ignorare il legame che le aveva rese così unite per tanti anni.
-Stamattina Maji l'ha accompagnata a chiarire la sua posizione col Governo provvisorio. Ha rinunciato formalmente a qualsiasi pretesa dinastica e ha ottenuto di poter continuare la sua vita all'officina. E lì è tornata. Appena il Capo ingegnere sarà tornato, decolleremo. Andy ti porge i suoi saluti e le sue scuse per quanto accaduto. Era sincera.
Con gli occhi lucidi, Kei annuì e salutò col pensiero l'amica di un tempo che ormai sembrava davvero lontano. Andy le aveva mentito e la sua vita era stata stravolta dagli eventi in pochi giorni e non poteva biasimarla se aveva voluto abbandonare l'Arcadia. Harlock le aveva ucciso il fratello, e anche se la cosa era più che giustificata, lei sapeva che era l'ultimo della sua famiglia ancora in vita, dopo la rivolta.
Così, appena la navetta di Maji fece il suo ritorno, la grande astronave aumentò la potenza del suo doppio propulsore e decollò alla volta dello spazio esterno di Bx1.
Da sola nell'alloggio poppiero, Kei vide mutare rapidamente il paesaggio dalla grande finestra, il pianeta rimpicciolirsi repentinamente fino a lasciare il posto al nero spazio interstellare.
   
 
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