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Autore: Fantachan    29/06/2016    1 recensioni
"[...] Sul divano trovarono delle foglie di tabacco s un biglietto, anch'esso sporco di sangue.
Quel lunedì i due furono i primi a sparire in quella afosa settimana di Luglio."
Maurice, Luglio 1895.
La vita della tranquilla cittadina della Louisiana francese venne sconvolta durante quelle afose giornate di Luglio.
Sette persone scomparvero nel nulla nel giro di una settimana.
Nessun indizio che potesse orientare le indagini.
Solo delle foglie di tabacco e dei biglietti insanguinati.
"[...] Quando sentirai bussare per ben due volte rintanati sotto le coperte e non alzarti fino a che non vedrai il sole sorgere. O alla porta troverai TonTon Macoute, che viene a prendere i bambini disobbedienti e a nasconderli nel sacco di iuta che porta in spalla..."
Genere: Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4
 
Mary Trevelyan era una donna anziana.
Anziana ed avara. 
Così tanto avara che, probabilmente, conoscendola Dickens avrebbe usato lei come protagonista del suo “Canto di Natale” e non il famoso Mr Scrooge. 
Inoltre, come ogni zitella della sua età, era anche pettegola.
Tutti a Maurice lo sapevano, pertanto evitavano accuratamente di raccontarle qualcosa o, la mattina dopo, il suddetto qualcosa sarebbe stato di dominio dell’intera Louisiana.
Lei e il suo gruppo di amiche erano conosciute e temute da tutta la popolazione di Maurice.
Avevano inoltre la malsana abitudine di riunirsi il pomeriggio a casa di Miss Trevelyan che, essendo di origini inglesi, alle cinque in punto offriva loro il the. 
Pertanto non c’era da stupirsi se quel pomeriggio Miss Trevelyan e il suo gruppetto di amiche non avevano fatto altro che spettegolare sulla misteriosa scomparsa di Madame Bourgeois e del suo amante, Monsieur Dupont.
Tra un sorso di the e un morso ad un biscotto ognuna di loro aveva esposto la propria idea.
Poi che tali idee fossero del tutto insensate poco importava.
E non importava se nella villa di Dupont fossero state trovate tracce di sangue, anzi! Questo andava a favore della loro tesi.
“Sicuramente i due amanti avranno ben pensato di scappare assieme! Avranno inscenato un omicidio per coprire la fuga..” diceva una.
“E Madame Bourgeois avrà ucciso suo marito perché l’aveva beccata mentre preparava i bagagli..” ribadiva l’altra.
“E prima di andar via avranno fatto sparire il corpo. Si si, è andata proprio così!” concludeva l’ennesima.
Avevano passato tutto il tempo a farneticare, ingegnandosi per spiegare i fatti avvenuti in quei due giorni.
E Miss Trevelyan non era di certo da meno!
Ne aveva approfittato per poter gettare dell’altro fango sulla povera Madame Bourgeois.
Oh si!
Lei l’aveva sempre detto che quella “era una cattiva ragazza! Voleva solo i soldi del nostro povero sindaco! Sicuramente era implicata in qualcosa di strano, magari traffico di essere umani.. in fin dei conti lo sappiamo tutti che i dipendenti di Dupont lavorano come schiavi.”
Quando poi le sue amiche erano andate vie, lei si era seduta sulla sedia a dondolo davanti al camino.
Aveva preso in mano il giornale e aveva riletto l’articolo in prima pagina che descriveva il ritrovamento di quel martedì mattina.
Nel mentre il suo gatto, grasso e acido come lei, le si era seduto sulle gambe, iniziando a fare le fusa.
Quand’ormai era scoccata la mezzanotte, Miss Trevelyan si era alzata dalla sedia su cui si era appisolata per sistemare i ferri e la lana che aveva usato quella mattina su un cesto ed aveva poi iniziato ad arrotolare i suoi capelli grigi su dei bigodini.
Il gatto invece si era acciambellato sul davanzale e guardava i movimenti della sua padrona.
Poi, quando aveva sentito il cancello del giardino sbattere, si era fermata con un bigodino in mano ed aveva corrugato la fronte: era sicura di aver chiuso il cancello quando le sue amiche erano andate via.
“Una folata di vento, si non potrebbe essere altrimenti” si era detta.
Con un’alzata di spalle si era voltata, dando le spalle alla finestra e al gatto, riprendendo a sistemarsi i capelli. 
Il felino, che invece non la pensava come la sua padrona, si era messo a fissare il giardino in attesa di qualcosa.
Quando poi aveva visto degli occhi gialli e vacui fissare sinistramente all’interno della casa, aveva soffiato contro il vetro della finestra ed era balzato giù spaventato e, con il pelo irto, si era allontanato verso la camera di Miss Trevelyan.
Intanto l’intruso diede due colpi secchi alla porta, infastidendo la donna.
Questa fece una smorfia infastidita e, con grande disappunto, si diresse verso l’ingresso pensando che fosse la vicina che aveva il brutto vizio di infastidirla a degli orari veramente indecenti per chiederle in prestito qualcosa, nonostante sapesse che lei non le avrebbe dato proprio niente, “che si dia una svegliata e inizi a lavorare quella sfaticata!”
Non poteva certo immaginarsi di trovarsi davanti un individuo strano come quello, con un grande cappello a nascondergli il viso e un impermeabile rattoppato addosso che canticchiava una canzoncina in francese.
Stava giusto per dirgli che non avrebbe dato proprio niente ad un maleducato come lui che si azzardava a disturbare una donna anziana come lei a quell’ora della notte, quando l’uomo fece un passo avanti e si chiuse la porta alle spalle.
Miss Trevelyan gli avrebbe volentieri sbraitato contro se non fosse stato per la lama che le squarciò il petto, macchiando di sangue l’uomo che aveva smesso di canticchiare per ghignare malvagio.
La mattina dopo, come tutti i mercoledì, il garzone del lattaio si avviò verso la casa di Miss Trevelyan, pronto a sorbirsi i rimproveri della vecchia perché lui era in ritardo.
Ormai c’era abituato a quella donnina scorbutica.
Tuttavia quando vide il cancello e la porta aperti non poté fare altro se non insospettirsi: Miss Trevelyan non lasciava mai il cancelletto aperto, figurarsi la porta di casa!
Entrò nel giardino chiamandola a gran voce.
Quando poi raggiunse l’uscio, sentendo un odore strano, diede una spinta al legno per poi lasciar cadere le bottiglie che aveva in mano.
Il latte che sgorgava dalle bottiglie rotte andò così a mescolarsi con il sangue che imbrattava il pavimento del piccolo salotto.
Al centro stava il gatto dell’anziana che, stecchito, fissava la porta.
Affianco a lui delle foglie di tabacco e un foglietto immerso nel sangue.
Dell’avara e pettegola Miss Trevelyan non c’era traccia. 
 
 
«Est-ce que tu viendras au arbre
où je dis à toi à courus
pour que nous fûmes libres..»
 
 
 
Angolo autrice
Dopo quasi un mese TonTon è tornato :')
Come al solito è stato accompagnato da una nuova vittima!
Beh, spero di riuscire ad aggiornare il prima possibile... Grazie ancora a chi lascerà una piccola recensione e chi leggerà :)
~Fantachan
  
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