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Autore: lilith_efp    29/06/2016    0 recensioni
Salve cari lettori. Quella che state per leggere è la raccolta di pensieri che ho scritto per la persona che amo e per il semplice scopo di stendere "su carta" il mio cuore. In un intreccio di tragicomicità, ironia, sarcasmo e lacrime, descriverò dunque - spero - il mio amato, attraverso aneddoti, ricordi e parole che gli si avvicinano sfiorandolo.
Buona lettura.
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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1.
 
 
-Ora chiamo Asia e faccio finta di aver sbagliato numero, così con una scusa le chiedo come sta e sento la sua voce. Mi manca da morire.

-Hai 11 anni, non morirai per amore, sta’ tranquillo.
 
Palloncini! Comprate dei palloncini per i vostri piccoli pargoli! Di tutti i colori!
 
-Che bello, però, avere la sua età. Voglio dire, chi di noi si sognerebbe mai di chiamare la persona che ama per dire solo “E’ una bella giornata e per questo vivevo dalla voglia di sentirti”?

-Non è una così bella frase da dire, credo.

-Era per fare un esempio. Intendo: vorrei che davvero si potesse fare. Così, chiamare senza senso, dire quello che si pensa e sembrare stupidi, ma non dirselo.

-Si potesse, io lo farei.

-Faresti cosa?

-Ti chiamerei.
 
Poi ti sei messo proprio al mio fianco e abbiamo camminato ancora, che era l’unica cosa che ci restava da fare.
Forse sto inventando tutto, scusami. E’ che tu non mi parli mai. C’era il tipo con i palloncini, comunque, quello sì. E il bambino l’ha detta davvero quella cosa. E io ho pensato che magari avresti potuto rispondermi in quel modo e io in quell’altro.

Le cose non vanno mai come voglio. E non voglio molto, giuro. Solo basta sorrisi, basta testa di traverso mentre dici il mio nome che riesco anche a perdonarti per non essere venuto al mio spettacolo, basta belle canzoni, basta venire alle prove quando mi aspetto che tu venga e mi si forma comunque quel sorriso scemo sulla faccia.

Però stavamo parlando di altro, ecco.

Sei andato avanti con gli altri: non ti interessa davvero tanto di camminare accanto a me, almeno non credo. Sempre per il fatto che non parliamo, quindi non saprei.

Certe volte me lo chiedo, di cosa ti piaccia parlare. Giuro che studierei, su dei libri veri, di carta, per capire di cosa parlare con te. A volte provo con il Classico, ti parlo delle strutture sintattiche del greco, della mia totale rassegnazione nei confronti di una materia così inutile come Scienze della terra. E tu sembri anche interessato, argomenti, intervieni. Ma continui a trattarmi come fossi una di quei bambini a cui fai catechismo e io mi sento troppo triste per rispondere, e le nostre conversazioni finiscono sempre così, con me che resto con centinaia di cose da dirti e tu che credi di aver finito.

Però so che non sei mai veramente arrabbiato, non riesci ad esserlo per più di cinque minuti. O forse sono io che credo di non aver mai conosciuto qualcuno che sappia essere così gentile con tutti.

Sei basso, anche per questo scusami.

Ah, e hai il naso un po’ grande, te lo avevamo detto scherzando ma è così. Mi dispiace.
   
 
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