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Autore: Peppe_97_Rinaldi    29/06/2016    0 recensioni
SPOILER PER CHI NON HA LETTO IL CAPITOLO 466, SPOILER
"Io e il mondo. Questa è la mia lotta, la mia guerra contro la malattia del sistema".
Queste le parole di Zeref, un imperatore che nonostante un finto, o forse forzato, sadismo, si rivela essere estremamente fragile e triste.
400 anni sono troppi del resto, e lui li ha passati nella totale solitudine. Lontano dal suo amatissimo fratellino, lontano da qualsiasi affetto umano. E quando finalmente riesce ad amare una persona, Mavis, l'esito è drammatico.
Il mondo lo ha sempre rifiutato, e adesso è lui a rifiutare il mondo. In un colloquio prima con Invel e poi con il libro di E.N.D. , Zeref l'imperatore rivela le sue motivazioni, le sue tristezze, e il motivo di un'astio - inevitabile dopo 400 anni di sofferenze - contro un mondo e un sistema fin troppo malato.
Ho detto colloquio... ma è come se fosse un monologo interiore, alla scoperta dei pensieri di questo complesso e contraddittorio personaggio.
Spero di avervi incuriosito. Leggetela, e lasciate una recensione se vi va :)
Ps: ho messo il raiting giallo perchè quello verde non mi sembrava il caso, anche se in effetti... boh, lo possono leggere tutti :/
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Zeref
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai ho deciso. Io sterminerò l’umanità… Nessuno potrà fermarmi.
 
     Sto aspettando che Invel mi porti dei nuovi vestiti, più consoni a un imperatore, giacché i miei tradizionali abiti sono andati parzialmente distrutti nello scontro contro Natsu… il mio adorato fratellino. Ah, che destino infame, costringere due fratelli a lottare fra loro per la sopravvivenza…
E mentre assaporo il fresco tocco dell’erba su cui mi sono seduto, mi ritrovo ad ammiccare dinanzi al nulla: è proprio vero, gli umani non sono altro che animali, e la linea di demarcazione che differenza gli uni dagli altri e li tiene confinati, almeno ideologicamente, entro il proprio ambito, è fin troppo labile per essere definita tale.
     Pensiamoci: cos’hanno gli umani in più di coloro che comunemente sono definiti “animali”? La razionalità, si potrebbe rispondere. E invece non è del tutto esatto.
 
     Vedo il mio fedele sottoposto avvicinarsi a me con le mani intrecciate dietro la schiena, e mi informa: << Sua maestà, le vesti arriveranno a breve. I nostri migliori sarti sono già al lavoro >> .
<< Ottimo, Invel. Ma ora dimmi >> mi affretto, bramando una sua risposta. << Qual è la differenza fra gli esseri umani e gli animali? >>
Le sue labbra si irrigidiscono per un solo istante. Se non lo conoscessi direi che è sorpreso per la domanda, invece so che sta già preparando una risposta; sono anche consapevole della tensione che sta provando, nella speranza di rispondermi correttamente.
Oh, è abituato ai miei improvvisi e inusuali quesiti.
<< La razionalità, signore >> dichiara in quel suo atteggiamento sempre composto e perfetto, che non riesco a scomporre nemmeno quando gli sorrido e osservo: << Bocciato >> .
Prendo un pesante sospiro, e per dimostrare la mia tesi mi basta indicargli un gruppo di inconsapevoli formiche camminare vicino alla mia gamba distesa. La muovo e fisso il mio piede dinanzi a loro, fra le quali scoppia il panico. Le seguiamo con lo sguardo scappare via.
<< Sei in grado di affermare che queste creature non siano appena state razionali? >> gli chiedo in tono sconsolato. << Hanno pensato che io volessi attaccarle, e così sono fuggite. Ergo no, non è la razionalità la cosa che ci contraddistingue, perché seppure in maniere diverse essa è presente in tutti gli esseri che esistono. Ciò che accomuna gli umani, e che si crede manchi negli animali… >> prendo una pausa, e la mia voce si fa lievemente più forte << è il buon uso della razionalità >> .
 
     Invito il giovane Invel a sedersi affianco a me, e dopo noiose insistenze riesco a far sì che egli mi obbedisca.
Gli umani dovrebbero essere manifesto di infinita ragione, gli spiego, e fare le cose in base a precise motivazioni.
E gli animali, invece? Bè, per loro natura sono spinti verso il futuro dal cosiddetto “istinto di sopravvivenza”, un misterioso moto dell’animo – se mi è consentita questa espressione – che li porta a proseguire il loro cammino accidentato, nonostante tutte le avversità che sono costretti a fronteggiare.
Cos’è davvero questo istinto? Sostanzialmente si tratta di un impulso vitale che porta l’essere in questione a voler a tutti i costi difendere la propria identità, ma può in alcune specie anche esaurirsi nella trasmissione del proprio codice genetico. Spesso anche gli uomini sono sospinti da questo mero istinto alla sopravvivenza, e capita che si affannino tanto per difendere la propria identità, e nient’altro.
“O io, o nessuno”. “La cosa che più conta sono io”.
Capisci l’errore? Ogni umano ritiene, anzi pretende di essere la più importante creatura sulla faccia del nostro pianeta, e il problema è che ci sono troppi uomini affinché qualcuno possa permetterselo.
     Lo so, mi sono un po’ distanziato dal quesito iniziale, che dunque ora ripropongo. Qual è la differenza fra esseri umani e animali?
 
<< Non è il buon uso della razionalità, o ragione, chiamala come desideri >> dichiaro a Invel, negando ciò che io stesso avevo affermato. << Ma piuttosto la possibilità di fare un buon uso della ragione.
Ecco un primo motivo per cui odiare questa sudicia razza. Ma del resto come non odiarla, dopo che… >>
La mia voce è arrivata quasi a un punto di rottura, fin troppo incrinata, quando lo Spriggan viene chiamato da soldati dei quali non conosco nemmeno il nome. Lo esigono, desiderano che lui vada con loro per un affare urgente; lui risponde quasi istericamente, ed è allora che io intervengo: << Puoi andare, tranquillo >> .
<< Sua Maestà, mi stava parlando di… >>
<< Di nulla >> lo interrompo. << Al massimo, ne parleremo un’altra volta >>.
 
     Mi considero fortunato. Osservo Invel andarsene titubante, e mi rendo conto che stavo approdando a discorsi che sarebbe meglio tenere per me.
Eccolo, è qui, nascosto nei miei abiti. Porto davanti agli occhi il libro di E.N.D. , e capisco che lui è il mio interlocutore preferito.
Se qualcuno vedesse quello che sto per fare mi prenderebbe per pazzo, oppure no, dipende se ha il coraggio di pensare una cosa simile. Timidamente annuso il libro, e finalmente me lo abbraccio.
 
     Oh, che meravigliosa creatura che sei E.N.D. , o meglio… fratellino mio.
 
Come potrei non odiare il mondo dopo che mi ha fatto tutto questo?
 
     Le lacrime mi inumidiscono già gli occhi, mentre penso a quel ragazzo di nome Natsu. Io volevo soltanto riportarlo in vita, lui era morto quando era così piccolo… Io ero suo fratello, il mio cuore venne spezzato… e irrimediabilmente.
Il ricordo del giorno in cui ciò avvenne è stampato con inchiostro fin troppo lucido nella mia mente. Noi due ci amavamo così tanto, e i nostri genitori ci veneravano… Anche se dicevano che io ero più intelligente di Natsu, che invece era un po’ stupido, e ci ridevamo su ogni volta.
Io lo difendevo, replicavo che era soltanto molto ingenuo, e che era cosa normalissima in un bambino così piccolo, e che quando sarebbe cresciuto tutto sarebbe cambiato.
 
     Tutto sarebbe cambiato…
 
Non avevo idea di quanto fosse vera quella mia affermazione.
 
Natsu, ci siamo rivisti dopo 400 interminabili anni. Ricordi? Accadde all’isola Tenrou, e ti giuro che è stato difficilissimo per me trattenermi dal correre verso di te e abbracciare il tuo giovane corpo.
Quanto sei cresciuto… Sei diventato bello e forte, e vedo anche che sei ricco. Sì, perché tu, a differenza di tuo fratello, sei pieno di amici.
Ho amici io? Assolutamente no, piuttosto posseggo solo subordinati.
 
Ed è meglio così, perché l’unica volta che sono riuscito ad amare qualcuno che non fosse Natsu questa persona è morta. Morì fra le mie braccia la piccola Mavis, confortata dal mio caldo abbraccio ma innaturale e spaventosa.
Come può una donna morire, o un uomo uccidere, per amore?
L’amore dovrebbe creare, non distruggere!
 
     Ho sempre avuto modo di constatare che, per quanto riguarda la mia triste e solitaria persona, quelli che tradizionalmente vengono classificati come “valori” sono delle realtà da cui tenersi distante.
L’amore? Bè, non ho mai amato nessuno come Mavis o Natsu, eppure non sono riuscito a salvare nessuno dei due: la mia donna è morta, e il mio fratellino perderà la vita non appena mi ucciderà.
Bel modo di essere ripagato, eh.
 
 
     Con gli occhi do un ultimo saluto al libro, e lo infilo nuovamente sotto la protezione dei miei vestiti. Mi rizzo in piedi.
Il mondo mi ha sempre rifiutato. Sono stato perseguitato dalla sfortuna sin da quando ero piccolo, e in 400 anni non ho mai ricevuto alcuna grazia.
L’unica via di fuga da un’inesorabile tormento interiore è stata la conoscenza con la tenerissima Mavis, ma considerando l’esito non direi certo che è stata una grazia. Per lei non di certo, e di conseguenza nemmeno per me.
Incompreso dal mio fratellino, il quale ha una vita talmente bella da non aver bisogno di un fratello maggiore.
Incompreso da Mavis, che ora si trova a capeggiare Fairy Tail nella battaglia contro il mio esercito.
E rifiutato dal mondo. Ecco che cosa sono diventato.
      Sento le mie labbra piegarsi in un sorriso malinconico. Dopo 400 anni di sofferenza, di estrema solitudine e di amore represso come credi che si possa sentire un essere umano?
Uno schifo, ecco come.
Perché è questo che sono, soltanto uno schifoso essere umano.
 
<< Mavis. Natsu. Amori miei… >> inizio ora anche a parlare da solo. Ma del resto, cosa ho fatto fino ad ora? << No, siete stati importanti per me, ma ora è tempo di porre fine a tutto questo >> .
Mi avvedo di avere atteggiamenti contraddittori, il più delle volte, e anche la causa di questo io la attribuisco al viscido mondo dove sono costretto a vivere: è il mondo ad essere sbagliato e corrotto, con le sue illimitate contraddizioni. Non io.
     Serro le palpebre, sento la freschezza dell’aria che presto io farò sparire, e vedo i soldati riprendersi dall’attacco di Natsu. Sto per scatenare una guerra dalle proporzione assurde: tutti i miei Spriggan combatteranno, e l’intero esercito della mia Nazione, Alvarez.
Oh sì. Ripetilo Zeref. Hai detto “la mia Nazione”. Mi piace sentirmi potente, imbattibile, perché questa è la verità.
Il fatto è che sin da quando ero piccolo ero abituato a vedermi portare via tutto ciò che amavo, e ora che – invece – posseggo così tante ricchezze, mi avvedo essere molto geloso di esse.
 
Il mondo mi ha sempre rifiutato.
Io rifiuto il mondo.
E’ giunta ora di porre fine a questa era. Un’era malata, un tempo vizioso e dallo squallore inarrestabile, del quale le persone non sono altro che meri strumenti.
     Io e il mondo. Questa è la mia lotta, la mia guerra contro la malattia del sistema.
Mavis. Natsu. Vi ho tanto amati, ma 400 anni sono troppi… e la mia psiche non è stata in grado di superarli.
 
 
     All’improvviso, una voce discreta che sta chiamando il mio nome mi riporta alla realtà.
<< Invel >> sussurro mentre mi volto, e lo scopro con in mano una stoffa incantevole: deve trattarsi dei miei nuovi vestiti.
Non poteva capitare in un momento migliore: nuovi abiti, nuova persona.
<< Sua Maestà, prima che lei si recasse nella tenda ho preferito accertarmi che le nuove vesti fossero di suo gradimento >> mi informa.
<< Ragionare sulle motivazioni della guerra è un’ottima preparazione alla battaglia, degna di un vero imperatore. Che cosa ne pensi? >> gli chiedo abbozzando un ghigno.
Vedo le sue labbra irrigidirsi agli angoli, e capisco che con questa mia domanda potrei aprire una nuova, lunghissima, discussione circa il significato di “vero” imperatore. Ma questa è un’altra storia, ora è giusto che io premi il lavori dei miei sarti.
     Afferro la stoffa, faccio cenno a Invel di non rispondere e intuisco che la cosa lo ha sollevato.
E mentre mi sta accompagnando alla tenda che degli uomini hanno allestito appositamente per farmi cambiare, gli rivolgo un sorriso sadico e sento che i miei occhi sono sbarrati dalla furia.
<< Sta’ pronto alla battaglia. Hanno la Stratega delle Fate dalla loro parte >> esclamo con voce forte e chiaramente autoritaria. << Questa guerra… La fine di quest’era… Sarà un massacro a senso unico! >>
 









*angolo dell'autore

Ciao a tutti minna' ;)

Ho scritto questa storia in un pomeriggio di noia, o scazzamento insomma.
Spero vivamente che vi sia piaciuta, e mi farebbe molto piacere leggere delle vostre opinioni :) :)

Bene, io vi saluto.
Ciao a tutti!!!
   
 
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