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Autore: hylar11    29/06/2016    1 recensioni
Min Yoongi, studente della rinomata Seoul High School, si occupa del giornalino scolastico intervistando gli studenti. Anche se crea articoli brillanti per mantenere alto il livello della scuola, non ne è pienamente soddisfatto. Fare domande ed interessarsi alla vita di uno sconosciuto gli risulta noioso, per questo si sorprende di se stesso quando nota di pendere dalle labbra dell'affascinante vincitore del concorso di disegno, Park Jimin.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Min Yoongi/ Suga, Park Jimin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Sembra un idiota."
"Namjoon, non c'è niente da ridere." Sospirò Jin. "Si sta impegnando tanto e questo gli fa onore, indipendentemente dai risultati." 

Ed infatti Hoseok ce la stava mettendo tutta. Da qualche giorno ad ogni cambio d'ora si posizionava nei corridoi, con tanto di fischietto, e controllava gli alunni richiamandone alcuni per il pessimo comportamento. Aveva accettato l'incarico esaltato ed aveva iniziato con tanta grinta, ma l'entuasiamo era scomparso non appena ebbe modo di realizzare che non c'era una singola persona in quell'istituto che gli desse effettivamente retta.
"Ji-Yong non si corre in cortile!", "Jackson, la porta si chiude anche se non la sbatti così forte."
"Ma perché nessuno mi ascolta?!"
Yoongi, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, sorrise ed entrò in classe. Sistemò i libri sul banco e aspettò pazientemente l'arrivo dell'insegnante.
Il professore Sun Woo, da sempre conosciuto per i suoi modi buffi e le sue strane abitudini, era diventato popolare in tutta la scuola in seguito alla pubblicazione di alcuni fumetti ironici disegnati da Kim Namjoon. Il professore l'aveva presa sul ridere, e abbassato la media all'alunno.
Anche quella mattina, non appena ebbe varcato la soglia della porta, iniziò a spiegare. Stava farneticando qualcosa sull'astrattismo, insistendo su qualche tecnica in particolare.
Yoongi spostò il suo banco di qualche centimetro e si nascose dietro ad Eunji per poi poggiare la testa sui libri.
Il suo pisolino fu interrotto da un foglio di carta che rotolò ai piedi del ragazzo, attirando la sua attenzione. Lo aprì meravigliandosi della scrittura piccola ed ordinata.

"Sei una fotocamera per caso? Perché ogni volta che ti guardo sorrido."

Guardò ogni studente cercando il possibile mittente del bigliettino. Molti dormivano, altri prendevano appunti. Namjoon prestava fintamente attenzione annuendo e sorridendo inquietantemente ad ogni parola del professore. Capì solo quando il suo sguardo si fermò su Park Jimin. Il ragazzo stava giocherellando con la matita e lo salutava innocentemente con la mano.
Sul serio? Yoongi lo guardò divertito. Il suo repertorio di battute era decisamente migliore. Scrisse qualcosa e si assicurò che il professore non lo stesse guardando, poi lanciò il bigliettino al ragazzo.

"Vorrei essere un polipo così avrei 8 mani per toccarti."

L'espressione dipinta sul volto di Jimin era la più scioccata che avesse mai visto. Si coprì la bocca con la mano destra e scoppiò a ridere silenziosamente. Con la mano sinistra cercava di farsi aria ma quando capì di non riuscire a smettere portò lo zaino sul banco e si coprì continuando a ridere. Non smise nemmeno quando un collaboratore scolastico entrò in classe e sussurrò qualche parola all'orecchio del professore Sun Woo. Aspettò la risposta ed uscì lasciando la porta aperta.

"Min Yoongi, c'è una persona fuori che ti aspetta."

Ugh. Perché il preside doveva sempre convocarlo? Lo chiamava spesso per chiedergli di intervistare qualche scrittore che si trovava lì per partecipare ai convegni, e Yoongi non poteva rifiutare. Certo, almeno era giustificato per non seguire le lezioni, ma a lui non interessava intervistare sconosciuti. Non fare domande stupide, scrivi un'intervista accattivante, chiedi sempre perché hanno scelto proprio questa scuola e bla bla bla. Ogni volta sempre le stesse raccomandazioni.

"Bene, come stavo dicendo, il concetto di astrazione è molto generale: esprime un procedimento mediante il quale l'intelletto umano descrive la realtà solo in alcune sue caratteristiche." Continuò il professore.

Yoongi uscì dall'aula e si chiuse la porta alle spalle. Era pronto ad inchinarsi per salutare il preside, ma non lo trovò. Al suo posto c'era una persona che conosceva molto bene e che mai si sarebbe aspettato di trovare lì.

"Papà..?"
Il padre gli si avvicinò e lo prese per il colletto della camicia.
"Mi dici cosa ti è saltato in mente?" Chiese furioso.
"Di costa stai parlando?" Rispose confuso cercando di allentare la presa.
"Sei scappato dal dormitorio! Perché diamine l'hai fatto?!" 
Yoongi si sentì sbiancare. "Come fai a saperlo?"
Lasciò la presa e gli sbatté in faccia delle foto, che Yoongi prese tremando. Erano lui e Jimin dall'altra parte del cancello intenti a correre via.
"Perché mi hanno mandato questi scatti! Sai cosa sarebbe successo se ti avessero scoperto? Ti avrebbero cacciato immediatamente e nessuna altra scuola ti avrebbe preso! Yoongi, la Seoul High School è perfetta, ti permette di fare di tutto. Ma ha una sola regola, solo una: non uscire oltre gli orari previsti. Hai deciso di rovinarti la vita?!
Il ragazzo abbassò la testa. Sapeva di non aver preso una scelta razionale quella sera, eppure non riusciva a pentirsene. 
"Chi te le ha mandate?"
"Non lo so, non si è firmato. Ha lasciato una nota dove si dichiarava preoccupato dicendomi di stare più attento a ciò che fai, ed aveva ragione. Ora non voglio sentire nient'altro da te. Da domani non frequenterai più questa scuola, vai a preparare la valigia prima che gli altri vengano a sapere delle foto."

---

Le lezioni era terminate da qualche minuto e di Yoongi nemmeno l'ombra. Dopo essere stato chiamato fuori non aveva più fatto ritorno in classe, ma gli amici non si erano preoccupati, non era la prima volta che accadeva.
Taehyung uscì dalla classe camminando svogliatamente; cercava di sopportare ancora per un po' il peso dei libri prima di arrivare all'armadietto. Compose la sequenza numerica e posò tutti i libri.
A pochi passi da lui, alcuni suoi compagni di corso stavano parlando a bassa voce. Riuscì a sentire la parola 'foto', che menzionarono diverse volte, e un frase che contribuì a far crescere ancora di più il disgusto che provava per loro - 'gli rovineremo la vita'. Di qualsiasi cosa stessero parlando, Taehyung sentì il bisogno di indagare oltre. In fondo era il presidente del comitato studentesco e proteggere gli studenti da queste situazioni era il suo principale compito e dovere. Guardò attentamente i ragazzi per memorizzare i volti ed andò via.

---

"..E io gli ho ordinato di non correre e lui mi ha urlato 'fottiti!' allora io gli ho detto di usare parole più gentile come ad esempio 'perbacco Hoseok, hai ragione' oppure 'caspiterina, seguirò il tuo suggerimento mio eroe, grazie per avermi salvato da una caduta! e lui mi ha mostrato il dito medio, pazzesco."
"Ji-Yong che usa queste parole, molto divertente." Rise sguaiatamente Namjoon. "E poi tu sembri Ned Flanders."
Jin gli lanciò un'occhiataccia. "Hoseok, sono fiero di te per come stai gestendo la situazione." Disse facendo ravvivare l'amico. 
Aprirono la porta della stanza di Seokjin e trovarono Yoongi di spalle. Era in piedi e stava sistemando qualcosa sul suo letto.
"Perché stai piegando i vestiti? E perché la valigia?" Chiese Hoseok.
Yoongi li guardò e sussurrò qualcosa che assomigliava molto ad un "vado via."
I tre ragazzi si bloccarono sul posto senza proferire parola. Yoongi continuò. "Mio padre ha trovato una scuola disposta ad offrirmi più possibilità lavorative e ha deciso di iscrivermi lì. Parto stasera."
Si sentiva in colpa per aver mentito, ma non voleva che gli amici si preoccupassero. La faccenda delle foto anonime riguardava soltanto lui e non voleva che gli altri ne soffrissero.
"Mi mancherai da morire." Disse Hoseok andando ad abbracciarlo. Yoongi ricambiò e invitò gli altri due ad unirsi.
"Scrivici di tanto in tanto, per favore." Disse Namjoon.
"Andiamo in mensa per il nostro ultimo pranzo?" Propose Jin.

"Tae, ti prego, non c'è bisogno di fare così. Tra poco ci sono le vacanze estive e trascorreremo tutti i giorni assieme."
Taehyung si calmò un po' e si mise a sedere dritto. Si asciugò gli occhi e Yoongi gli accarezzò la guancia. 
"Scusami. E' solo che non riesco ad immaginarmi senza te al mio fianco."
"Cosa sono quelle facce?" Chiese la cuoca.
"Yoongi va via." 
"Oh, mi dispiace tanto. Allora godetevi il vostro ultimo pranzo insieme."
I ragazzi ringraziarono e mangiarono parlando di cose banali. Si impegnarono per non nominare nemmeno una volta l'imminente partenza dell'amico.
Dopo un po', Taehyung salutò e andò via.
"In effetti, anch'io devo andare a sistemare le ultime cose." Disse Yoongi.

Yoongi vagò per i corridoi senza una meta precisa.
Non c'era un posto che non gli ricordasse qualcosa. La prima volta che mise piede nell'istituto, le prime lezioni, il laboratorio di chimica dove incontrò i suoi migliori amici..
Si sentiva come se gli avessero portato via la sua vita e le sue certezze. Non era mai stato ambizioso ma superare i colloqui per la Seoul High School era stato un vero dono. Finché era rimasto in quella scuola si era sentito protetto, anche se il suo futuro era organizzato, almeno era certo. Invece ora non sapeva più cosa farne della sua vita.
Sentì una lieve pressione sulla spalla destra e si girò spaventato. Vide Jimin alzarsi sulla punta dei piedi e lasciargli timidamente un bacio sulla guancia.
"Posso farti compagnia?" 
La sua dolcezza gli faceva stringere il cuore, ma preferì non rispondere.
Il sorriso di Jimin si spense. "Tutto okay?"
"Jimin.." Disse Yoongi. "Stasera parto. Non so quando ritornerò."
"Perché?"
"Perché mio padre ha trovato una scuola migliore." E gli rifilò la stessa bugia.
"Non è un problema. Possiamo tenerci in contatto."
Yoongi lo guardò. Jimin gli stava sorridendo, accarezzandogli i capelli in modo rassicurante. Desiderava più di ogni altra cosa restare in contatto con lui, ma non gli sembrava la cosa giusta per l'altro ragazzo. Il giorno seguente Yoongi avrebbe fatto ritorno a Daegu, lasciandosi tutto alle spalle. Sarebbe stato solo un peso per Jimin, le sue insicurezze avrebbero sicuramente rovinato i sogni dell'altro e spento il luccichìo che vedeva nei suoi bellissimi occhi quando parlava della danza. E Yoongi non voleva questo.
"Forse è meglio di no."
"Cosa? E i baci allora? Per te non hanno significato niente?!" 
"Jimin, io voglio solo il tuo bene. Ma se ora ti restassi vicino non riuscirei a renderti felice." Si alzò ed andò via senza guardarlo, consapevole che in quel caso avrebbe pianto.

---

"Kookie, ascoltami bene. Tu resti fuori e se vedi arrivare il custode mi avvisi immediatamente. Intesi?"
Jungkook annuì. 
"Bene. E ora scopriamo chi sono quei ragazzi e con chi ce l'hanno." Disse Taehyung sfogliando gli archivi.


Giuro che non ero sotto effetto di droga quando ho scritto questo x)
Ebbene, dopo aver mandato dichiarazioni implicite ad Arashi17 ed aver pianto per 'Min Yoongi era..." di SunHee13 e di 'Twins Tattoos' di vousmevoyez, sono ritornata! (Devo ancora riprendermi, in realtà)
Mi sento abbastanza in colpa ma se i due personaggi non soffrono almeno un pochino non sono contenta, pensate si possa trattare di sadismo? 
   
 
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