Anime & Manga > Saint Seiya
Segui la storia  |       
Autore: Gem    29/06/2016    1 recensioni
Promptember è una sfida creativa simile a NaNoWriMo, ma l'obiettivo è scrivere una storia per ogni giorno di novembre basata su un "prompt". Ogni capitolo conterrà dunque una storia diversa e nella maggior parte dei casi slegata dalle altre, ma saranno tutte su Saint Seiya e in particolare su Milo e Camus (sia singolarmente, sia come coppia).
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Aquarius Camus, Scorpion Milo, Un po' tutti
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Titolo: Per una scommessa
Rating: verde.
Tipologia: one-shot.
Genere: generale, commedia.
Pairing: Milo/Camus
Personaggi: Milo, Camus, Aiolia, Mu, amiconi vari.
Avvertimenti: POV di Milo, slash, AU.
Parole: 1622
Note dell’autore: quando inserisco Aiolia e Mu nella stessa fic o nello stesso disegno, è perché mi piace vederli litigare.
Prompt:
 
“my friends dared me to buy 20 condoms but i didn’t realize that the cute cashier would be working tonight so i avoided eye contact as i piled them onto the counter and please stop laughing so hard, oh my god it’s for a dare okay i’ve never had sex in my life and once you stopped laughing, i swear i fell in love with that sparkle in your eye as you grinned wildly at me and asked me out for a drink” au
 
«Aiolia, quanto dobbiamo aspettare ancora?»
Milo si sfregò le mani tentando di riscaldarle, ma la condensa che si alzò dal suo respiro gli fece solo notare quanto bassa fosse la temperatura. Si portò le mani in tasca e proseguì: «Tra tre minuti esatti me ne torno a casa e tanti saluti al pub …»
«Aspetta che stiamo decidendo una cosa.» replicò Aiolia, poi si volse verso un altro ragazzo e disse: «Vacci tu.»
Milo sbuffò. Non capiva perché i suoi amici erano ancora fermi davanti a un piccolo supermercato, in un parcheggio deserto se non per le loro auto. Stava per risalire in macchina, ma un improvviso fermento nel gruppo lo fece desistere.
«Dillo a Milo.» vociò l’interlocutore di Aiolia.
«Cosa?» replicò il diretto interessato.
Aiolia si accostò a lui, con aria furtiva. «Ascolta, puoi andare tu a comprare… i preservativi per noi?»
La prima reazione di Milo fu roteare gli occhi, seccato. Adesso era pure diventato il cameriere, oltre che l’autista di Aiolia, certo. Tuttavia, se il problema che lo costringeva a restare in quel parcheggio era tanto futile, era meglio risolverlo in fretta.
«Questa sarebbe la vostra grande tragedia?!» sbottò. Si strinse nelle spalle. «Avanti, datemi i soldi.»
Il viso di Aiolia si illuminò. Poi, lo indicò. «Ragazzi, va Milo!»
Ciò che Milo non aveva considerato, tuttavia, era il numero di persone coinvolte nella discussione. Pensava che riguardasse solo Aiolia e l’altro ragazzo, ma non appena fu investito della carica, Milo vide il resto degli amici accerchiarlo. Alzò un sopracciglio, mentre un coro collettivo si alzava nella notte fredda.
«Stimolanti per lei. Due pacchi, uno anche per lui.»
«Extra large e visto che ci sei prendimene tre.»
«Sì, certo, certo. Per me alla frutta… tropicale.»
«Normali per me. E tu, Mu?» s’intromise poi Aiolia, prendendo dei soldi dal portafoglio.
«Non mi servono.» rispose Mu.
Aiolia scosse la testa con aria ripugnata. «Sei un irresponsabile. Complimenti.»
Milo si ritrovò in mano spiccioli e banconote mentre ancora venivano fatte ordinazioni, che per metà gli erano già sfuggite di mente. Non si perse però l’espressione quasi compassionevole di Mu, che fissava Aiolia con rassegnazione.
«Io non faccio sesso.» rispose tranquillamente Mu, e Milo per qualche motivo si sentì profondamente grato di quella ammissione. Almeno aveva messo a tacere Aiolia… per qualche secondo.
«Grazie, ora sbrigati.» riprese Aiolia, spingendolo verso l’entrata.
Milo si voltò. «Ma qual è il problema?»
«C’è una cosa chiamata imbarazzo, sai.» Aiolia socchiuse gli occhi. «Anzi… credo che tu non arriverai nemmeno alla cassa.»
L’imbarazzo, perdio. Milo scosse appena la testa con scetticismo.
«Cosa ci sarebbe di imbarazzante?» mormorò, ripiegando le banconote che aveva in mano. «Non avete mica tredici anni.»
Aiolia tirò fuori di nuovo il portafoglio e prese venti euro. «Scommettiamo che non li compri?»
«Ci sto.»
«Ecco, e speriamo che ci sia quel ragazzo di fisica come cassiere, così è ancora meglio.»
Milo corrucciò la fronte.
«Non lavora il venerdì sera.» disse, poi entrò.
Effettivamente Milo conosceva già quel supermercato e sapeva che uno dei cassieri bazzicava la facoltà di fisica della sua stessa università. Il che non era nulla di speciale, fatta eccezione per i sorrisi inebetiti con cui rimaneva dopo ogni fugace sguardo – sorrisi che Aiolia evidentemente aveva notato.
Era stato al supermercato abbastanza spesso da avere più o meno un’idea della ruotine lavorativa di quel cassiere. Non lo aveva mai incontrato nei fine settimana e nemmeno di venerdì sera, perciò giunse quasi a tradimento la realizzazione che, quella sera, alla cassa c’era proprio lui.
Dapprima si ritrovò solo a sorridere inebetito com’era solito fare. Dopo, stringendo i soldi che teneva in mano, ricordò di dover acquistare – si sforzò di far mente locale – venti pacchi di preservativi.
All’improvviso comprese cosa intendesse Aiolia per “imbarazzo”. Più o meno. Se per Aiolia era imbarazzante comprare un solo pacco di preservativi, beh, per Milo l’onere di doverne prendere venti tutti in una volta era molto più consono a definire quell’aggettivo. E non era certamente imbarazzo per l’oggetto in sé – si sarebbe sentito un idiota anche se avesse dovuto comprare venti panetti di burro o venti scopini per il bagno.
Quando giunse alla cassa, ricordò le parole di Aiolia. “Non arriverai nemmeno alla cassa”. Milo era già lì… di fronte al cassiere carino che attendeva la sua spesa.
Cercò di evitarne lo sguardo per due motivi. In primis, non voleva sorridere per tutto il tempo come un bambino piccolo di fronte a un parco giochi. In secondo luogo, doveva concentrarsi sui pacchi da comprare.
Fortunatamente il supermercato era deserto e nessun cliente avrebbe interrotto la sua imbarazzante compera. Iniziò a prendere qualche pacco da un espositore proprio accanto alla cassa, tentando di fare in fretta, poi appoggiò quelli di cui aveva bisogno – di cui gli amici avevano bisogno – sul bancone.
Già al quinto pacco sentì una lieve risatina trattenuta a stento, ma comunque molto educata, accompagnare i suoi movimenti.
Con apprensione, osò alzare lo sguardo sul cassiere. Non lo aveva mai visto così radioso… ma non poteva farsi distrarre. Tornò a fissare l’espositore, e solo in quel momento si accorse con orrore che non c’erano tutte le varietà chieste dai suoi amici.
Deglutì.
«Scusa… avete… quelli extra large e alla frutta tropicale?» chiese alzando ancora lo sguardo. «E… altri?»
Il cassiere sembrava ormai vivere un’interiore e frustrante esperienza di ilarità. Milo poteva vedere benissimo le labbra serrate con forza e i muscoli delle guance che lottavano per mantenere un’espressione professionale. Un ciuffo di capelli rossi gli scivolò sugli occhi, ma il cassiere lo riportò subito indietro e indicò un’altra cassa, vuota.
Milo cambiò espositore, combattuto tra il desiderio di piangere e quello di ridere. Di ridere, sì, perché tra tante cose la risatina celata del cassiere era anche molto genuina e contagiosa, e poi lui stesso non aveva mai né fatto sesso né tantomeno maneggiato un preservativo.
Raccolse i pacchi che cercava e tornò alla cassa. A occhi bassi, iniziò ad appoggiare tutto sul bancone, ma sentì nuovamente il ragazzo soffocare le risate e alzò lo sguardo.
Quello era effettivamente molto bizzarro come primo dialogo e Milo non poteva lasciare che venisse rovinato da equivoci o strani dubbi.
«Ti dico subito che i miei amici mi hanno scambiato per il loro cameriere.» mise in chiaro, con un sorriso incerto. «Ed è anche una sorta di scommessa.»
In quel momento incrociò gli occhi ramati del ragazzo e rimasero a fissarsi un po’ più del dovuto. Milo non seppe dire chi dei due scoppiò a ridere per primo.
«Devi dire ai tuoi amici che hai fatto centro.» rise il cassiere, mentre iniziava a battere i prodotti. «Perché io non rido facilmente e adesso non riesco quasi a smettere.»
Milo appoggiò i soldi sul banco e tentò di ricondurre la sua risata a un semplice sorriso.
«Non ti dimenticherai facilmente di questo acquisto.» ridacchiò.
Anche l’altro smise di ridere e si limitò a sfoggiare un’espressione serena e divertita, quasi felice. Gli gettò un’occhiata curiosa: e Milo poté giurare di aver visto un vero e proprio scintillio ammaliatore nei suoi occhi. Faticò non poco a metabolizzarlo.
«Ci siamo già visti fuori dal supermercato, vero?» domandò poi il ragazzo, mettendo i pacchi di preservativi in una busta. «Per caso tu frequenti infermieristica all’università?»
Milo trasalì. Allora… non era stato solo lui a notarlo? S’erano visti a vicenda?
«Sì, e tu se non sbaglio fai fisica?»
«Esatto.» rispose. «Mi chiamo Camus.»
Camus. Camus! Finalmente conosceva il suo nome. In fondo al cuore si sentì pervaso da un’inspiegabile gioia.
«Piacere, Milo.» si presentò, allungando la mano. Strinse con fermezza quella di Camus, ricevendo una stretta altrettanto sicura. Fu singolare per lui vedere da vicino le sue unghie rosse. In effetti s’era accorto in altre occasioni che quel cassiere aveva le unghie colorate, ma adesso che erano lì vicino a lui, circondate da lentiggini sulla pelle chiara, sembravano ancora più particolari.
Poi Camus ritrasse la mano per passargli il resto dovuto e la busta con l’eccentrica spesa. Milo si sentì quasi intristito per la fine di quella discussione, ma incrociò ancora una volta gli occhi dell’altro e sorrise.
Ricambiato pienamente, per giunta: il cassiere gli sorrideva luminosamente e nei suoi occhi Milo poteva scorgere di nuovo quel luccichio così piacevole, che contagiava tranquillità.
«Io tra mezz’ora finisco.» disse poi, senza smettere di sorridere. «Vuoi venire a bere qualcosa con me, stasera?»
Ancora una volta Milo si ritrovò a dover fare del suo meglio per metabolizzare ciò che aveva appena sentito. Eppure i suoi programmi per la serata non erano poi così importanti… aveva già fatto un favore agli amici, no?
«Certo.» rispose con il tono più determinato che riuscì a sfoderare. «Ho la macchina qui fuori, porto questi ai miei amici e ti aspetto lì?»
«Puoi ritornare qui, fuori fa freddo.» replicò Camus. «E possiamo parlare.»
Con un sorriso sempre più largo, Milo si precipitò fuori dal supermercato e si diresse verso gli amici. Questi si avvicinarono, ma lui mollò il sacchetto in mano ad Aiolia e gli prese dalle mani la banconota da venti euro.
«Questi mi spettano, e mi tengo anche tutto il resto come mancia.» cinguettò, beffardo. «Ho un appuntamento con Camus.»
Aiolia batté le palpebre. «Chi è Camus? Che appuntamento? E io con che macchina vado?!»
Milo si volse e alzò le braccia mentre camminava all’indietro. «Va’ con Mu. Grazie per la scommessa!»
Tornò a guardare verso il supermercato e si apprestò ad entrare. Beh, in fondo doveva ringraziare i suoi amici e i loro preservativi per aver fatto ridere Camus e provocato quella discussione, che altrimenti sarebbe slittata a un indefinito momento futuro nel tempo…
«Per caso ti serve un preservativo?»
La voce di Aiolia riecheggiò nel parcheggio mentre Milo entrava nel supermercato. Sospirò. E che fine aveva fatto il suo imbarazzo?
 
 
Note finali: lasciate Aiolia a piedi! Abbandonatelo in parcheggi deserti! #bastascroccarepassaggi in questa storia, Camus più o meno sta pensando “è quel ragazzo di infermieristica che viene sempre a fare la spesa qui. Ho notato che mi guarda. Effettivamente anche lui sembra molto interessante e mi sento un idiota ma mi viene da ridere incontrollabilmente quando lo vedo, penserà che lo stia prendendo in giro, oh no, ma cosa sta comprando? Venti pacchi di preservativi? Uso personale? È una specie di maratona? Certo, se ci fossi io con lui e mi sentissi male, potrebbe sempre salvarmi, è un infermiere! Oh Camus sta’ zitto e fa’ il tuo lavoro, che già ti sei beccato un turno extra di venerdì sera… aspetta… sono preservativi per i suoi amici… speriamo non fraintenda, ma questa è la mia occasione e ora gli chiedo di uscire”
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Saint Seiya / Vai alla pagina dell'autore: Gem