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Autore: wannabesodumb    30/06/2016    0 recensioni
Conoscevo il suo profumo, ma non quello che si spruzza prima di uscire la sera, bensì il profumo della pelle, quello che "ognuno ne ha uno, ma nessuno sente il proprio". Io il suo lo avrei riconosciuto da un miglio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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L'ho capito sin da subito che lei sarebbe stata una delle persone che mi avrebbero cambiato la vita. Non era la solita amica con cui esci il sabato sera; per le altre lo era, per me no.
Da eterna innamorata di lei, non mi sono mai preoccupata di imparare a memoria il suo colore preferito, o il gusto di gelato che prendeva sempre. Io conoscevo il suo modo di camminare, il percorso che seguivano i suoi occhi quando osservava qualcuno, i punti del suo corpo che sceglieva di torturarsi quando era ansiosa, come l'incavo di carne che c'è accanto alla unghie, o le crosticine che rimangono sulle cicatrici della pelle. Conoscevo il suo profumo, ma non quello che si spruzza prima di uscire la sera, bensì il profumo della pelle, quello che "ognuno ne ha uno, ma nessuno sente il proprio". Io il suo lo avrei riconosciuto da un miglio.
Ripercorrevo l'ordine con cui posizionava i suoi anelli sulle dita, e il criterio che usava per scegliere gli orecchini da mettere. Ne aveva a migliaia; sembrava fosse una ferramenta umana.
Quei piccoli oggetti di metallo, ferro o argento la facevano sentire al sicuro, costituivano la sua personalità, erano le poche cose sicure su cui poteva contare sempre.
Aveva decine di paia di scarpe, ma indossava sempre le stesse; e lo stesso discorso valeva per i vestiti. Non ha mai amato i grandi cambiamenti, li vedeva come delle rivoluzioni del suo io.
Spesso si mostrava timida, ma nello stesso tempo voleva farsi notare e non sembrare la solita ragazzina di 15 anni.
Aveva iniziato a tingere i capelli all'età di 14 anni: prima biondi, poi rossi, e poi di nuovo biondi. Non si piaceva mai abbastanza ed era spesso insicura. Capii col passare del tempo che aveva bisogno di una persona che la spingesse a commettere gli errori, a "osare", e quella persona ero io.
Il mio inconscio amore nei suoi confronti mi faceva fare all'istante quello che lei mi chiedeva, seppure questo fosse a mio discapito. Spesso mi trovavo ad accompagnarla da qualche parte ad incontrarsi con qualche sudicio ragazzo che voleva solo una cosa da lei. Nonostante il mio volere implicasse averla solo per me, mi ritrovavo spesso a recitare la parte della "migliore amica".
Passavo ore e ore seduta sulle scale di una chiesa qualsiasi ad aspettare che lei finisse il suo "appuntamento" e ad aggiornare il cellulare in attesa di un suo messaggio "vienimi a prendere". Una volta successe ma invece di mandarmi un messaggio mi chiamò. Aveva la voce che tremava e continuava a ripetermi che non vedeva l'ora di arrivare dove mi trovavo io. Una volta arrivata scoppiò a piangere davanti ai miei occhi. Non sapevo cosa fare, ce l'avevo a morte solo con me  stessa per non essere stata in grado di proteggerla.
Dopo una birra e qualche fazzoletto mi raccontò che il ragazzo con cui aveva passato la serata l'aveva toccata e aveva tentato di "andare oltre".
   
 
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