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Autore: cioco_93    30/06/2016    1 recensioni
New York è un punto di svolta per chiunque vi approdi, ed è proprio questo che Elena sta cercando: una vita diversa da quella da cui è scappata, una vita felice e senza problemi.
Damon invece è il classico cattivo ragazzo, che i problemi ama crearseli, e scappa da tutto quello che potrebbe dargli stabilità.
Due vite diverse, che però per destino si incontreranno e scontreranno, nel tentativo di viversi senza paura.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Caroline Forbes, Damon Salvatore, Elena Gilbert | Coppie: Damon/Elena
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Piccola prefazione pre capitolo:
1. Escludendo l'epigolo che seguira tra qualche giorno, vi annuncio che questo è ufficiosamente l'ultim capitolo di questa storia, quindi ammetto mi sono lasciata andare parecchio ed è decisamente più lungo del solito, ma non sono riuscita a spezzarlo XD
2.Questo è l'abito della sposa

 
3. Grazie di avermi seguito fino a qua e buona lettura :D


35. 365 giorni dopo

Organizzare un matrimonio, è già di per se una cosa complicata. Organizzarlo cercando di mettere d’accordo i miei gusti con quelli di Caroline e Lily Salvatore era stata una vera impresa.
Dopo la mia fatidica proposta nel reparto di terapia intensiva neonatale, Damon mi aveva detto incredibilmente di no: un po’ per ripicca, e in parte perché a detta sua, avevo rovinato quello che doveva esser il suo momento. Fu così che qualche giorno dopo che venni dimessa dall’ospedale mi ritrovai a davanti all’ennesima proposta, nella vineria in cui tutto ebbe inizio, il Sophia Wine Bar, e a un Damon inginocchiato in mezzo al locale che mi chiedeva un po’ emozionato, ma un po’ anche divertito “Sono solo un ragazzo in un bar, che ti chiede di diventare mia moglie”.
Questa volta risposi finalmente di si.
E fu così che tra una giornata in ospedale e un’altra, aspettando le dimissioni di Faith, e i mille bisticci con la madre delle sposo e la mia migliore amica, non che damigella d’onore, finalmente era arrivato il fatidico giorno del mio matrimonio.
Avevamo deciso di organizzare tutto nella villa dei Salvatore negli Hamptons, per una meravigliosa cerimonia sulla spiaggia con tanto di festeggiamenti nel giardino della casa dove Lily aveva fatto montare tutto il necessario: dalla pista da ballo, ai tavoli, ai fiori…era tutto perfetto.
Essendo che eravamo ancora durante la stagione estiva, dato che avevamo deciso di sposarci a inizio settembre, a un anno esatto da quando ci eravamo conosciuti, riuscì anche a convincere le due signore di usare come fiori per il matrimonio i girasoli. In parte perché erano i miei fiori preferiti, in parte perché mi ricordavano i miei genitori che ovviamente non potevano esser presenti.
Insomma era il matrimonio, ma credo lo sarebbe stato in qualsiasi caso: a me basta che ci fosse stato Damon ad aspettarmi sull’altare.
- Ma quanto siamo carine.. mamma mia se ti mangerei tutta – bisbigliavo alla mia sorridente bambina dentro al passeggino.
- Concordo, ma lei è già pronta, tu ancora no, muoviti Gilbert – mi richiamò all’ordine Bonnie per sistemarmi i capelli.
Avevo deciso di lasciarli sciolti e mossi, ma le altre si erano impuntate che comunque un semi raccolto era più ordinato.
Mi misi quindi davanti allo specchio, in modo da ammirare immediatamente quello che le ragazze mi stavano combinando sui capelli, e devo ammettere che quello che vidi nel riflesso mi elettrizzava.
La mia figura in quell’abito bianco di Christian Lacroix era bellissima, stentavo davvero a riconoscermi, soprattutto perché per anni avevo smesso d’immaginarmi in un abito bianco, soprattutto dopo la storia di Chris.
- Ragazze, non vorrei dire, ma va bene che la sposa ritardi di qualche minuto, ma farai venire un colpo al cuore a mio figlio se non ti presenti all’altare Elena.!! Siete in ritardo di un quarto d’ora – ci ammonì entrando nella stanza Lily.
- Per carità, con tutta la fatica che abbiamo fatto per organizzare questo matrimonio, ci manca solo che mi collassi lo sposo – ribattei divertita allontanandomi dallo specchio – Allora Lily la bambina la prendi tu.?? – domandai prendendo Faith dalla carrozzina stampandole un dolce bacio sulla fronte.
- Si, si, la prendo io, ma tu e le ragazze muovetevi i ragazzi vi stanno già aspettando.!! – ci rimproverò nuovamente la donna prendendo la bambina dalle mie braccia – Su su su – ci spronò nuovamente facendoci uscire dalla stanza.
La camera che avevamo riservato ai miei preparativi era nella parte superiore della casa, cosa che non giovò alle mie gambe che iniziarono a cedere dall’emozione appena vidi in fondo alle scale mio fratello pronto ad accompagnarmi all’altare. A stento riuscì a non cascare.
Quando finalmente raggiunsi il gruppo di amici che era pronto a scortarmi per la navata, mi aggrappai in men che non si dica alla figura di Jeremy, e ci spostammo tutti insieme verso le siepi che dividevano ufficialmente il giardino con la spiaggia, ovvero esattamente lì dove iniziava la strada da percorrere all’altare. Una volta che finalmente l’orchestra iniziò a suonare la marcia nuziale, i primi a percorrere il corridoio furono Bonnie e Kol, a seguire Jenna e Rick, e per ultimi i due testimoni Caroline e Stefan.
- Pronta.?? – mi domandò quando fu il nostro turno mio fratello.
- Prontissima, ma tu non farmi cadere – dissi divertita, e dopo un profondo respiro iniziammo la nostra camminata verso l’altare.
Inizialmente fui quasi presa dal panico. C’era un sacco di gente, delle quali tre quarti non avevo la più pallida idea di chi fossero. Ovviamente erano i 3 quarti che aveva invitato Lily, ovvero l'alta società del mondo patinato del quale oramai avevo iniziato a farne involontariamente parte. Direi che è scontato aggiungere che i giornalisti delle principali testate di moda e gossip erano invitati all’evento con grossa disapprovazione mia e di Damon.
Fortunatamente però, a una certa, riuscì a intravedere anche volti più famigliari, come Sullivun, Erika e gli altri colleghi della redazione; Kendal e Gigi, con le quali, a furia di incontrarle a svariate feste, ed essendo tra l’altro vecchie amiche dei fratelli Salvatore, avevo stretto un sincero rapporto; Rachel Zoe, conosciuta ovviamente tramite Care, che oltre che diventare la mia stylist per qualsiasi evento (matrimonio compreso) era diventata una sincera amica. Insomma nonostante fossi arrivata a New York sola e da poco più di un anno, ero riuscita a fare le giuste conoscenze anch’io.
Ma la cosa che in quella marcia nuziale mi calmò più di tutte, fu ovviamente la visione di Damon all’altare.
Bello come forse non l’avevo mai visto, sorridente ed emozionato che mi aspettava di fianco al prete.
Quando arrivammo a destinazione, Jeremy mi lasciò con un bacio in fronte, e sussurrandomi “sarebbero entrambi fieri della donna che sei diventata” mi porse platealmente allo sposo.
Eravamo entrambi emozionati, e io in particolar modo non riuscivo non a fare tremare la voce ogni volta che durante la cerimonia venivo interpellata, ma fu sicuramente il momento delle promesse quello più significativo.
- Il nostro è sempre stato un rapporto forte, nel bene e nel male. In 365 giorni siamo riusciti ad amarci allo stremo, ma anche a odiarci, perché fin dal principio non abbiamo avuto mezze misure. Ma credo anche che questo sia dovuto al fatto che arriviamo da dei passati forti, cupi, dove di mezze misure con noi la vita non ne ha avute. Ma va bene così, perché probabilmente il nostro amore non sarebbe così vero. Ci siamo sempre vissuti prendendo decisioni d’istinto, a volte probabilmente sbagliando, ma siamo qua e questo quello che conta. Ti amo Elena Gilbert, e per quanto mi viene quasi difficile da credere che dopo tutto quello che abbiamo affrontato nell’ultimo anno, possa esserci di peggio, sappilo che io comunque sarò sempre e costantemente al tuo fianco, fino all’ultimo respiro su questa terra – disse serio Damon facendomi scappare automaticamente una piccola lacrime sul volto. Sorrisi emozionata, presi un profondo respiro e inizia a parlare anch’io.
- Lo sai, quello dei discorsi significativi e importanti di solito sei tu. Io sono quella che le cose le tiene dentro, dice il minimo indispensabile, e soprattutto che rimane sempre senza parole per le tue dichiarazioni. Sei sempre stato tu il primo nella nostra relazione: il primo a provarci, il primo a esporsi, il primo a buttar giù quelle barriere che ci eravamo entrambi costruiti. Sei stato anche il primo a dirmi che mi amavi, e io in tutto ho risposto sempre dopo. Per paura, per insicurezza, a volte perfino per orgoglio. Ma ho imparato con il tempo che questo è semplicemente il nostro equilibrio. Tu tiri fuori il meglio di me, anche senza accorgertene, a volte anche senza che me ne accorga io. Ed hai ragione quando dici che in un solo anno abbiamo affrontato cose che la gente affronta in decenni, ma va bene così, perché se dopo tutto quello che ci è capito in così poco tempo nessuno dei due è scappato, credo che prometterti di rimanerti accanto finché morte non ci separi, sia davvero la promessa più facile che possa mantenere. Ti amo Damon Salvatore, sempre amato e sempre amerò finché sarò in vita – dissi oramai totalmente commossa io. La gravidanza era finita, ma a quanto pare gli ormoni impazziti e l’ipersensibilità era rimasta.
Fu così che una volta scambiate le fedi, mi persi le ultime parole del prete, e solo quando vidi Damon avvicinarsi per baciarmi capì che era ufficiale: io e Damon eravamo marito e moglie.

La tradizione ovviamente avrebbe voluto che fossimo mio padre ed io ad aprire le danze, ma come durante la marcia nuziale, il primo ballo fu con mio fratello.
Avevamo giusto finito il pranzo, e prima del taglio della torta e dei discorsi dei testimoni nel pomeriggio, avevamo deciso di staccare la giornata con l'apertura delle danze.
https://www.youtube.com/watch?v=R1ET1rIh7i4 )
Ci volle poco per intuire quando arrivò il momento di aprire i balli, perché non ci vollero che due note della Nostra canzone, per cercare immediatamente lo sguardo di Jeremy che si era già posizionato in mezzo alla pista.

You’re not alone
Together we stand
I’ll be by your side
You know


- Allora te la ricordi – mi disse mio fratello appena fui tra le sue braccia.
- È sempre stata la nostra canzone, ancora prima che iniziassero i problemi, non potrei mai dimenticarla – dissi sorridendoli dolcemente.
- Già, tu avevi 14 anni e io appena 11. Avevo litigato tremendamente con mamma e papà per i miei pessimi voti a scuola, e mi sentivo così solo e incompreso… - iniziò a ricordare il ragazzo.
-… E io, dopo che urlasti durante la cena che non era giusto che ti sentissi così solo e incompreso da tutti in quella casa, sgattaiolai la sera nella tua camera, per metterti le cuffie mentre facevi finta di dormire – conclusi per lui.

Keep holding on
‘Cause you know we’ll make it trough,
we’ll make it through
Just stay strong
‘Cause you know I’m here for you,
I’m here for you
There’s nothing you could say
(nothing you could say)
Nothing you could do
(nothing you could do)
There’s no other way
when it comes to the truth
So keep holding on
‘Cause you know we’ll make it trough,
we’ll make it trough


- Anni dopo tu mi facesti lo stesso regalo – aggiunsi poi persa nei ricordi mentre continuavamo ad ondeggiare sulla pista.
- Era la prima volta che papà ti mise la mani addosso. Sentì mentre piangevi al telefono con Caroline, e di come ti sentivi tremendamente sola da quando mamma se n’era andata. Io mi ero chiuso in me stesso e nostro padre ti guardava in faccia solo per insultarti. Approfittai quando andasti a farti una doccia allora per entrare in camera tua e lasciarti il mio ipod con scritto Ascoltami sulla stessa canzone che tu mi dedicassi anni prima…. – ritornò a raccontare lui.
- … per farmi capire che non ero da sola, ma che tu eri lì per me, nonostante tutto – continuai oramai commossa io.

 

Before the doors close
and it comes to an end
With you by my side
I will fight and defend
I’ll fight and defend, yeah yeah


- Sai, quand’eri in coma te l’ho fatta ascoltare. Come gli altri speravo che se avessi sentito qualcosa o qualcuno a cui eri particolarmente legata, ti saresti risvegliata – confesso il ragazzo timidamente.
- Oh Jer… non ti ho ancora chiesto scusa per non averti detto niente, per averti mentito. So che sei arrivato in ospedale senza avere la più pallida idea di cosa stesse succedendo – gli dissi tristemente io.
- Non fa niente, perché avrei fatto esattamente la stessa cosa. E poi so che comunque avevi preparato anche per me una lettera d’addio – disse facendomi volteggiare.
- Caroline.?? – domandai divertita.
- No, Damon. Poco prima che ti svegliassi ero da te in ospedale. Entrò come una furia, in camera, insultandoti pesantemente non solo per avergli mentito sulla tua salute, ma anche per esserti arresa tanto da scrivere delle lettere d’addio – mi spiegò ridente – sei fortunata che dormivi, perché sarebbe stato capace di ammazzarti con le sue stesse mani – aggiunse fingendosi terrorizzato e facendo calare momentaneamente il silenzio tra noi.
- Mi piace comunque Anna – constatai d’un tratto spostando lo sguardo oltre la sua spalla, in direzione della sua accompagnatrice.
- Anche a me. E tanto…Sono davvero felice, e tu.?? – domandò dolcemente.
- Lo ero fino a due secondi fa. Ma ora che so che anche tu stai prendendo la tua strada, lo sono ancora di più – risposi sincera.

Hear me when I say,
when I say I believe
Nothing’s gonna change,
nothing’s gonna change destiny
Whatever is meant to be
Will work out perfectly,


 

Qualche tempo prima, a inizio novembre
( https://www.youtube.com/watch?v=nqik0YECdsg )

- Seriamente.?? – chiesi al ragazzo divertita al ragazzo, mentre fissavo la sua mano.
- Dai, è solo un ballo – tentò di spronarmi il ragazzo.
Damon era appena tornato da un suo ennesimo viaggio, e dopo una cenetta Thailandese interamente preparata da me, eravamo rimasti a chiacchierare al tavolo, ancora con le candele accese e la musica di sottofondo. Eravamo persi nei nostri discorsi, quando d’un tratto il ragazzo si alzò e giunse davanti a me per propormi un ballo.
Mi lasciai così trascinare sulle note di quella canzone a me sconosciuta, ma che a quanto pare Damon conosceva benissimo.
-You're the reason that I'm alive, You're what I can't live without – iniziò a canticchiarmi nell’orecchio, mentre ciondolavamo per il salotto.
- Devi partire più spesso se poi mi torni così sdolcinato – commentai divertita.
- Vuoi dire che preferisci questa mia versione, al posto di quella cazzuta per la quale ti sono subito piaciuto.?? – domandò malizioso il ragazzo.
- Subito…- risposi perplessa - dopo un po’, all’inizio eri solo un figo che avrei ucciso con le mie mani – affermai divertita.
- I don't deserve your love, But you give it to me anyway – tornò a soffiarmi nell’orecchio, facendomi poi fare una giravolta - And when I walk away, You take off running and come right after me – aggiunse un po’ stonato con tanto di casché finale, che appena mi riportò su termino con un bacio.
- Sarebbe una canzone perfetta per un matrimonio – commentai a fior di labbra, persa nel testo della canzone.
- È una proposta Gilbert.?? – domandò divertito staccandosi da me e guardandomi ridente.
- Idiota, era una constatazione e basta – ribattei rabbuiata spostando lo sguardo da lui.
- Comunque non mi hai risposto – mi fece notare Damon, senza capire troppo a cosa si riferisse.
- Parli della proposta.?? – domandai stranita.
- Ma no, scema – replicò divertito – del fatto se mi preferisci così sdolcinato o il solito stronzetto – mi spiegò sorridendo.
- A me piaci tu, così come sei e così come ti ho conosciuto. Poi ovvio, se una volta ogni tanto fai il romantico, mi fa piacere, perché è qualcosa di diverso, nel non esserlo sempre, rendi speciali le occasioni in cui lo fai – gli spiegai guardandolo fisso nelle sue pozze azzurre. Fu così che si sporse dolcemente verso di me per baciarmi, ma proprio quando oramai le nostra labbra erano pronte per sfiorarsi, Damon colse la balla al balzo per essere di nuovo se stesso.
- Damon.!!! – urlai incredula mentre mi prendeva in spalle dal nulla.
- L’hai detto, mi preferisci stronzo – constatò ridendo a crepa pelle mentre mi portava in bagno.
- Che diamine di intenzioni hai.?? – chiesi mentre mi buttava dentro la vasca, ma quando prese il soffione della doccia intuì senza troppa fatica – No, no, no – cercai di fermarlo ma ovviamente accese l’acqua fredda a tradimento iniziando a bagnarmi tutta.

I don't deserve a chance like this
I don't deserve a love that gives me everything
You're everything I want

Da lì ovviamente iniziò una lotta a chi si bagnava di più, e quando vestiti e fradici, non si sa bene come, ci ritrovammo nella doccia, iniziamo a baciarci oramai presi dalla passione.
- Bhè un matrimonio così sarebbe divertente – constatò dal nulla il ragazzo mentre continuava a baciarmi.
- Sarebbe da pazzi – commentai divertita.
- Sarebbe da noi…- disse sorridendo - promettimi che se mai dureremo, non diventeremo mai una di quelle coppie noiose, che si dimenticano cosa voglia dire ridere insieme – propose poi speranzoso.
- Se mi prometti che se mai dureremo, al matrimonio balleremo questa canzone – risposi ridendo e tornai a baciarlo con foga.


Quando il ballo con mio fratello finì, il ragazzo si allontanò sorridente lasciandomi in mezzo alla pista, e fu Damon ad avvicinarsi a me pronto al discorso per introdurre il nostro primo ballo.
- Avevo davvero tante idee per il nostro primo ballo, e tutte devo dire abbastanza romantiche ammetto. La canzone del nostro primo Ti amo, la canzone del nostro primo bacio,… Ok, no quella non era proprio romantica – constatò divertito riferendosi a “Tonight” di Enrique Iglesias – Poi però ho spulciato in questi nostri 365 giorni insieme, e mi è venuta in mente una sera, quando per il mio ritorno da Bangkok ti eri messa a prepararmi una cenetta Thailandese per farmi un sorpresa. Ricordi.? – domandò retorico, facendomi arrossire, tanto da coprirmi imbarazzata la faccia con le mani – Bhè, quella sera, prima che degenerasse come noi sappiamo, c’è stato un momento in cui ti ho preso a ballare, su una canzone che tu nemmeno conoscevi, ma di cui io rivedevo così tanto il testo della nostra storia… ricordo che mentre ballavamo mi dicesti che sarebbe stata una canzone perfetta per un matrimonio. Quando poi iniziammo a rincorrerci ridenti per il bagno, c’è stato un momento in cui ti chiesi di promettermi di non diventare mai una coppia noiosa, e tu rispondesti che l’avresti fatto solo se il giorno del matrimonio avrei scelto questa canzone. Nessuno dei due probabilmente ci pensava davvero che saremmo arrivati fino a qua, ma bhè… tu hai mantenuto la tua promessa, ora tocca a me mantenere la mia – concluse facendo cenno al dj di far partire la canzone, e sulle note di “’I don’t deserve you” dei Plumb, si avvicinò per cingermi in vita e ballare il nostro primo ballo da marito e moglie.
- Te l’aspettavi.? – mi domandò divertito.
- Sincera, mi hai stupito Signor Salvatore – risposi sorridente.
- Era proprio quello il mio intento, Signora Salvatore – ribatté lui sottolineando il mio nuovo cognome.
- Suona bene vero.?? – chiesi entusiasta.
- Non avrebbe potuto fare altrimenti – constatò serio il ragazzo.
- L’avresti mai immaginato che quella acida ragazzina al bancone del Sophia Wine Bar sarebbe arrivata a diventare tua moglie e la madre di tua figlia.?? – domandai persa nei ricordi di come ci eravamo conosciuti.
- Non mi sarei immaginato tutto questo, lo ammetto – iniziò a dire lui – ma che saresti stata tu, l’amore della mia vita, l’avevo intuito dalla prima volta che ho incrociata i tuoi occhioni da cerbiatta – precisò sognante.
- Sei il solito esagerato – commentai guardandomi attorno e sorridendo felice a tutti gli invitati che ci stavano ammirando.
- Forse – ammise lui riportando la mia attenzione su di lui – ma tanto alla fine avevo ragione – aggiunse posandomi un dolce bacio sulle labbra, e facendo partire un onda di applausi.

Dopo qualche ora di balli, io mi godevo il mio matrimonio facendo avanti e indietro per i tavoli in modo da poter chiacchierare un po’ con tutti gli invitati, e ne approfittai anche per poter girare con la mia bambina, e mostrarla fiera agli tutti.
- Allora quand’è che devo prepararti il prossimo outfit.?? – mi chiese curiosa Rachel Zoe, mentre seduta di fianco a me giocava con Faith.
- Bhè, immagino per settimana prossima, per la raccolta di beneficenza dell’11 settembre – affermai felice, dato che avrebbe segnato il mio ritorno al lavoro dopo la maternità.
- Wo, così presto.?? E con la bambina come farai.?? – mi chiese incredula la donna.
- Rachel, dovresti saperlo meglio di me, non siamo donne che amano chiudersi in casa. Dipenderà dai giorni. Quando potrò la porterò in redazione, quando potrà Damon la terrà in studio, e quando sarà il caso la terranno i nonni. Non voglio che la bambina cresca tra le baby sitter, e ho la fortuna che è così estremamente calma che non da mai fastidio ovunque me la porti – le spiegai tranquillamente.
- Questa è una bella cosa, come il fatto che non rinunci alla tua carriera – mi disse fiera la donna.
- Con tutta la fatica che ho fatto.!!! – risposi divertita.
- E con i nonni come va.?? Tu e Lily non siete mai state in buoni rapporti, ma durante la gravidanza ho notato che si è calmata – constatò la mia amica.
- Si bhè. Non andiamo ancora d’accordo su tre quarti della cose che riguardando la mia vita e di Damon, per non parlare di quella della bambina, ma direi che abbiamo fatto dei passi avanti. Prima dei problemi con la gravidanza non mi rivolgeva nemmeno parola, ne tanto meno a Caroline, ma quando si è ritrovata a prendersi “cura di me” e a stare a mio stretto contatto, ha capito che non sono poi così male come persona e nuora. Ma questo non l’ammetterà mai – affermai ridendo di buon gusto.
- Non sarebbe Lily Salvatore – commentò divertita Rachel.
- Rachel scusami davvero, non vorrei rubarti la sposa, ma c’è il discorso dei testimoni e il taglio della torta – mi avvisò Rick comparendo dal nulla e interrompendo la nostra chiacchierata.
La salutai di volata, presi la mia piccola in braccio e segui Rick al tavolo principale, dove stavano aspettando solo me per dar via ai discorsi.
- Sei una visione con questo vestito bianco e la nostra bambina in braccio – mi sussurrò Damon all’orecchio appena mi sedetti di fianco a lui.
- Ma smettila di fare lo smielato – commentai divertita e gli passai Faith, che alla sola visione del suo papà già gioiva come una matta.
Anche questa volta fu la mia migliore amica a dare il via ai discorsi, e per prima quindi si alzò in piedi con il calice in mano.
- Fare due discorsi da testimone nell’arco di neanche un anno, è decisamente una cosa impegnativa, devo ammetterlo, ma quando è la tua migliore amica a sposarsi, con tra l’altro il tuo migliore amico, bhè diciamo che è più facile. Elena ed io siamo praticamente sorelle. Le nostre mamma sono cresciute insieme e ci hanno fatto conoscere quando ancora eravamo nel pancione. Ho visto Elena in tutte le fasi della sua vita: da quando era convinta che anche se era una bambina di 5 anni poteva fingersi un maschiaccio, a quando a 10 ha scoperto i trucchi e fidatevi, è stato un periodo davvero buio – iniziò a raccontare facendo ridere i presenti – l’ho vissuta a 14, quando il liceo era la speranza di un’adolescenza fantastica e poi a 18 quando il mondo le è crollato addosso e niente è stato più come prima... La prima volta che ho ritrovato in Elena un sorriso sincero e divertito, grazie a qualcuno è stato con Damon. È stato durante una serata, poi rivelatasi disastrosa, nei quale i due fingevano di stare insieme a una festa. Tecnicamente era tutta una finta, ma in verità i due si frequentavano di nascosto da settimane, e da migliore amica di entrambi, nonostante avessi i miei sospetti da tempo, capì quella sera quanto oramai fossero, senza in verità ancora saperlo, persi l’uno dell’altro. Da lì è stato un Sali e scendi, sia chiaro. Due migliori amici più complicati non me li potevo scegliere, ma un amore più vero, forse, non l’avevo ancora mai visto – concluse emozionata la bionda – Quindi vi auguro il meglio amici miei, e spero davvero che da oggi sia solo per entrambi finalmente una discesa d’affrontare mano nella mano, verso la felicità – aggiunse poi alzando il calice – Agli sposi – sentenzio infine, e tutti la seguirono in coro.
- Grazie. Ti voglio bene – mimai alla ragazza commossa dall’altra parte del tavolo.
- Anch’io – rispose lei con gli occhi lucidi, e mentre questo accadeva fu il momento di Stefan di alzarsi e parlare davanti a tutti.
- Bhè conosco Damon da quando sono nato. Ok, lo so, è scontato sono suo fratello – iniziò ironico il ragazzo – comunque dicevo, conosco ovviamente Damon da sempre. Siamo sempre stati i classici fratelli in cui io, che ero il più piccolo, cercavo di fare esattamente tutto quello che facesse lui, nonostante in verità fossimo due persone così diverse. Ci ho provato per anni, sia chiaro, finché a 17 anni lo trovai con tre ragazze nel letto, e mi misi l’anima in pace che una cosa del genere io non sarei mai stato in grado di farla – raccontò con finti toni disperati facendo ridere tutti i tavoli – ma per quanto per anni la sua figura sia stata quella del fratello ribelle, sia in casa che sui giornali, io sapevo, che c’era molto di più, perché più volte me l’aveva dimostrato. Il punto era, chi l’avrebbe fatto cambiare.?? - domandò retorico guardando gli invitati, per poi posare il suo sguardo su di me – Elena era arrivata in una giornata di inizio settembre. Appena conobbe mio fratello iniziarono a battibeccare come due bambini dell’asilo, ma era proprio quello il punto. Damon non battibeccava. Damon ti faceva una battuta e poi se ne andava, ma con lei no. Con lei si divertiva davvero. Ed è quello il loro bello sapete.?? A un anno di distanza loro si divertono ancora, come quella prima sera, come se fosse sempre il primo giorno – concluse serio, ma sereno Stefan – Vi auguro perciò che oggi come tra 10, 20, 30 anni possiate ancora vivere quel vostro primo giorno, perché credo sia quella per davvero, la chiave della felicità – Proclamò alzando il proprio bicchiere – Agli sposi.!! – concluse infine anche lui.
Gli invitati si perdettero nelle chiacchiere e io guardavo estasiata quel momento di festa, sentendomi davvero felice.
- Sei felice.?? – chiesi d’un tratto guardando mio marito che emozionato, con la bambina in braccio, fissava suo fratello.
- Di solito te lo chiedo io – disse tornando a prestarmi attenzione
- Amo stupirti – risposi divertita.
- Si, sono felice Elena. Tanto. E sai cos’è la cosa migliore.?? – domandò lui retorico guardandomi fisso negli occhi – Che dopo tutto quello che abbiamo passato non ho paura del futuro, non ho paura di vivere la nostra vita insieme, perché so che finché tu sarai al mio fianco, andrà tutto bene – spiegò sorridendomi.
- Grazie – replicai persa nei suoi occhi.
- E di cosa.?? – chiese perplesso lui.
- Di vivermi. Di vivermi senza paura – spiegai a fior di labbra, e lo baciai come a sigillare quella tacita promessa, che ci eravamo appena fatti per sempre.

Buonasera mondo.!!
Allora come detto in precedenza eccovi l'ultimo capitolo che conclude la storia.
Spero davvero vi sia piaciuto, nonostante la dose di zuccheri ahahha
Non starò troppo a dilungarmi a sto giro, alla fine sul finale gli unici commenti possono esser solo i vostri
Ringrazio davvero come sempre tutte e vi aspetto tra qualche gioro per l'epilogo
A.

  
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