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Autore: thisisawar    30/06/2016    4 recensioni
Root è davvero morta?
Un viaggio attraverso i sentimenti di Shaw scritti in un diario che porterà alla verità.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Giorno 

Oh Root,
è passato...ho perso anche il conto dei giorni...non ho più scritto perché la Macchina non ci ha dato tregua con i numeri e ha condotto me e John a combattere nel palazzo dell'NSA, fino a trovare Harold.
Ci sono state altre vicende nella metropolitana.
Ho sentito la tua voce attraverso la Macchina, e mi hai fermata dall'impulso di uccidere chi ti ha freddata con un colpo.
"Shaw."
Mentre la Macchina cercava di dirmi qualcosa quell'uomo, che ora so si chiama Jeff, è fuggito accoltellando Fusco, e non sono stata in grado di fermarlo.
Ottimo tempismo come sempre.
Ho soccorso Fusco e ci siamo salvati.
Credo che la guerra sia arrivata al capolinea, che abbia vinto o abbia perso ormai non fa la differenza se non ci sei tu al mio fianco.
Non ho più voglia di rispondere a quella dannata cornetta perché lei ti ha portata via da me e ora ne sono sicura.
Di te non ho più alcuna traccia...
Arrabbiata? Credo proprio di sì; sono scocciata dal comportamento di Harold che non sopporto più... continua a dire che devo farmene una ragione, che tu sei morta. Io ancora non voglio crederci. Tu non ti sei arresa facilmente nei nove mesi che non ero con voi e...io non voglio arrendermi. So che lo fa per il mio bene, perché aggrapparsi alla speranza di qualcosa che non esiste e pensare sempre a te mi costringe a non andare avanti...ma vale la pena vivere in questi casi?
Farmi una nuova vita? E da dove dovrei o potrei ricominciare? I ricordi ci fanno crescere, ci fanno sperare, ci migliorano; e anche quando spariranno per poi ritornare a far breccia nella mia mente e nel mio cuore cosa farò?
Ti ho amata, non da subito, ma ti ho amata. Chi sarò se incontrerò una nuova persona che avrà i tuoi stessi occhi o mi sorriderà allo stesso modo?

"Quando è tutto finito, quando accade il peggio, c'è ancora una cosa che rimane nel vaso di Pandora: la Speranza".

Vorrei avere quest'ultima speranza di incontrarti di nuovo.

Vorrei vederti in carne ed ossa di nuovo perché sto perdendo la tua immagine; il ricordo della tua voce sotto le spoglie della Macchina, anche se le assomiglia, non è la stessa cosa.
Quella voce che mi diceva che non sarebbe stata pronta a perdermi di nuovo e che qualsiasi cosa fosse successa avrebbe sistemato tutto.
"Verrò a cercarti per portarti in salvo, però devi restare viva."
Sento ancora quelle parole.
Root deve essere viva.
Più mi focalizzo su quella parte di simulazione, nella quale ho sparato a John, e più credo che tutto questo sia una simulazione.
"Non ti lascerò un'altra volta, Sameen."
E' ciò che mi hai detto per l'ultima volta. Ed è simile alla simulazione!
E gli uomini di Samaritan sbucati dal nulla.
E quel dannato numero di Harold.
Da dove è uscito?
Sì lo so che è ritornato nel luogo dov'era andato con Grace.
Ma possibile sia tutto vero?
Non penso ad altro.
Come faccio a pensare ad altro?
Sono tutte dannate coincidenze?
NON CE LA FACCIO PIU'.



« Ti prego Root, se mi stai ascoltando, mandami un segno!» urlo.





« Shaw tutto bene? » mi chiede John, bussando alla porta.
Scaravento il taccuino in cui stavo scrivendo addosso alla porta.
« Sono in bagno...posso avere un minuto per me oppure devo venire fuori a salvare i numeri di quella dannata Macchina in mutande? »
« Scusa... »
« Un attimo ed esco.»



« Allora? Cosa c'è di così importante? »
« C'è un busta sul tavolo per te.»
« E quindi? »
« Non abbiamo avuto il coraggio di aprirla signorina Shaw. L'ho trovata io stesso dentro a quel cassetto.» risponde Harold indicandomelo.
Mi avvicino lentamente alla busta, che non sembra contenere molto e che reca la scritta "Sam, apri!".
E' la tua calligrafia, la riconosco.
Sento il battito accelerare.
« Bene » mi schiarisco la voce « lasciatela lì.»
Percepisco il loro giudizio mentre si guardano.



Sto tremando, non ho il coraggio di aprirla perché so che potrebbe essere il tuo ultimo lascito, un codice segreto tra le parole di un testo per confermare ciò che non voglio sapere.
« Po..potreste lasciarmi un po' da sola? » chiedo con voce flebile.
« Certo signorina Shaw.»



Mi siedo sulla sedia...non sono nel posto più adatto per piangere, ma so che arriverà da un momento all'altro il mio sfogo.
Si avvicina Bear che mi guarda come se capisse tutto.
Appoggio i gomiti sulle gambe.
Metto le mani sul volto, massaggiando più volte la fronte e gli occhi.
Oh Root.
Devo decidere cosa sia meglio per me.
Aprire o non aprire quella busta.
Scuoto la testa.
Decido di non farlo per il momento.
Voglio andare fuori a camminare un po', l'aria fresca mi farà bene.
Probabilmente farò l'ultima visita alla tua lapide.
Semplicemente non è una delle cose che mi piace fare.
Vado all'armadio per prendere una giacca.
Apro e vedo la tua.


Per un istante ti rivedo, mentre riesco a percepire il profumo emanato dalla giacca.
Il tuo profumo che ora mi manca.
Oh Root. Non riuscirò a dimenticarti.
Indosso la tua giacca ed esco con Bear.

Scendo per strada.
Metto la mano libera nella tasca del giubbotto di pelle e sento qualcosa di strano. Un foglietto? Leggo.


                 "Sapevo lo avresti fatto. Ti aspetto nel luogo in cui ci si può confidare senza essere giudicati"


Che luogo sarà mai?
Mi illumino.
La Chiesa.
A Root avevo confidato tutto pure quel particolare che non riuscivo ad interpretare.
Ora, quale chiesa?


Cammino sul marciapiede, quando all'improvviso, suona il telefono della cabina telefonica più vicina a me.
Fisso il telefono.
Poi la telecamera.
Se è un altro dannato numero io mi tiro fuori.
Decido di rispondere.
« Ehi Tesoro, ti disturbo? »
Quelle parole. L'ultima chiamata prima della mia cattura.
« Root? Sei Tu? »
Solo quattro parole con una voce metallica.
« Cattedrale di San Giovanni. »
Riaggancia.
Fisso la cornetta.
E' ancora la Macchina o è viva?
Sembra  più vera.

Sorrido.
Corro.





 
Sono di fronte alla facciata; anche se ho una forma atletica perfetta, ho un po' di fiatone e mi tremano le gambe.
E' da tanto tempo che non entro in una chiesa, non è che creda in qualcosa, ma crederei anche alla cosa più banale pur di farti ritornare vicino a me.
Non so dove mi porterà questo, forse è solo una trappola per uccidermi, l'ultimo baluardo per Samaritan, ma come ho detto, se devo vivere in questa terra senza di te, preferisco morire.
Non so cosa ci sia nell'aldilà, ma quando non hai più niente da perdere, non ti importa nemmeno della tua vita.
La scalinata. Il ricordo delle scale nella simulazione. 
Vorrei avere una monetina in questo momento, per far decidere al fato la mia sorte, ma so che in questo mondo ogni decisione presa ha un effetto e tutte le non-scelte comportano altri sviluppi sulla trama.
"Ogni possibile mossa rappresenta una partita diversa, un universo diverso nel quale fai una mossa migliore e se commetti un errore c'è una quasi infinita quantità di modi per risolverlo. Quindi devi solo rilassarti e giocare"
E ALLORA GIOCHIAMO.



Entro.
Bear sta fuori finché non uscirò.
Mentre salivo la scalinata ho tenuto la testa china, ma è difficile farlo davanti a tanta maestosità.
Una luce irradia la vetrata centrale della chiesa di fronte a me; sembra di scorgere qualcuno in lontananza, ma forse è proprio tale luce a confondere la mia vista.



Mi avvicino all'altare quasi in punta di piedi e, tenendo la guardia alta, mi guardo attorno alla ricerca di cecchini o puntini rossi che potrebbero indicarmi. Il silenzio pervade. Sento solo l'eco dei miei passi.
« Sameen non aver paura... » sento all'improvviso.
Tiro fuori la pistola.


Cammino più veloce superando ormai la metà della navata.
« Root, sei tu? »
« Sameen metti via quella pistola sei al sicuro ora... »


Strizzo gli occhi non ci posso credere.
« Sameen... »
« Root! »


Il mio sfogo è arrivato, sto liberando tutte le emozioni che avevo represso fino a quel momento.


E' questo l'aldilà?




Non so cosa dire, la mia bocca sembra paralizzata e non so come io faccia a non essere ancora svenuta.
Mi sfiori il viso e mi asciughi le lacrime.
« Credo di doverti dare delle spiegazioni... » mi dici sorridendo «...e scusami se ti ho tenuta fuori da tutto. Sarà anche il caso di finire di pensare che questa sia una simulazione.»


Prima di iniziare il tuo racconto però aggancio la mia mano destra sulla tua camicetta, ti guardo per un solo istante e ti tiro verso di me baciandoti.
Le nostre labbra si scontrano, si incontrano in quel piacere immenso; un bacio bagnato dalle nostre lacrime e da quel profumo.
Bocca dentro bocca, come una magia.
La vita sta scorrendo attorno a me, e ad occhi chiusi sto rivedendo le immagini del nostro amore.
Ti ho cercata più di ogni cosa al mondo ed ora tu sei qui.
Un abbraccio, quell'abbraccio che tanto mi mancava.
Tra le braccia che più amo.
Essere stretta, stringerti e tenersi assieme.
Respirare assieme a te.



 
 
 

Ci sediamo su una panca. La tua mano sfiora la mia e questa volta sono io a prenderla.
In silenzio ascolterò tutto ciò che mi dirai, non ho più paura, sono nel mio Safe Place.


 
 
«Vedi Sameen, la guerra, come ben sai, qualunque essa sia, richiede dei sacrifici e delle strategie. Quando pensi di aver vinto una battaglia, non è detto che tu riesca a vincere anche tutta la guerra. Quando poi il tuo nemico ne conosce i dettagli devi saper cambiare quelle strategie, e poiché Harold non aveva alcuna intenzione di comprendere che la Macchina sarebbe scomparsa, e tutto il mondo si sarebbe trasformato in qualcosa di ancora più oscuro e misterioso, da non poterlo più gestire se non con la forza, spazzando via l'umanità che si sarebbe ribellata ad esso; ho deciso di farlo io assieme a Lei. Il Dio più potente mai creato»   
« Tutto è nato dal tuo ritorno, mi dispiace un po' dire queste cose...Da quando mi hai confidato le simulazioni ho capito quale fosse il mio ruolo e credo che lo avessero ormai intuito anche gli uomini di Samaritan; portavo il fardello di chi sapeva chi, cosa e dove trovare la Macchina, o io o Harold, questo è stato il loro piano, e solo giocando nelle retrovie lo avrei convinto a fare quella mossa e avrei aiutato tutti voi: il virus all'interno dell'intelligenza artificiale. Quindi quale posto migliore di una chiesa, come una gabbia di Faraday, per mettere la Macchina al sicuro, e testare la sua vera capacità? Ho inserito qualche codice aggiuntivo nel sistema prima di andarmene, l'avevo riferito ad Harold nella Safe House, per darle la capacità di difendersi da sola. E così ha fatto. In realtà ad Harold ho detto che si sarebbe attivata solo con la sua decisione, ma era una bugia...»
« Si beh inscenare la mia morte non è stato semplice, ma basta ricorrere alle persone giuste. Non ricordi come sei morta?»

Hersh...

« Già una volta ero stata catturata perché volevano sapere di più sulla Macchina, ricordi Controllo?»

Come dimenticarlo voleva uccidermi...




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« Mi avevano ferita nello scontro a fuoco con il Suv, ma stavo bene»
« C'era un cecchino appostato sul tetto di una casa, ma ero in costante contatto con la Macchina che mi ha riferito che sarebbe entrata nel sistema del veicolo per sostituirmi alla guida. Ho visto l'uomo, ho cercato di fermarlo ma è stato difficile; ho sentito l'auto virare all'ultimo e il colpo è entrato nel vano portaoggetti tra i sedili anteriori. Arrivati al posto di blocco ho fermato la macchina iniettandomi la prima dose di medicinale; arrivata all'ospedale poi tutto è stato più semplice, conoscevo dei dottori e beh ho fatto la mia bella figura davanti a Lionel» mi strizzi l'occhio « lui ha accertato la mia morte ed è finito lì; poi ho ricominciato tutto»
« Ma la tomba?»
« Era vuota, c'era solo l'impianto cocleare che mi hanno rimosso con estrema precisione. Non potevo morire proprio così senza farla lottare.»
« Quindi...quindi monitoravi tutta la Macchina da questo posto? Ogni telecamera? Ogni nostro movimento? E anche quel blackout nella stanza al Campidoglio? E la sua voce? » ti chiedo ormai capendo tutto.
« Non ero da sola, Lei mi ha dato una mano. Seguimi.»

Raggiungiamo delle scale e scendiamo. Davanti a me una cripta molto spaziosa, simile a quella che avevo visto nella simulazione. C'è tutto il necessario: monitor con statistiche, server, cavi ovunque, telefoni criptati.
« Direi che questa è la risposta. Ma quindi ci vedevi anche nella metropolitana e nel tuo appartamento?»  sono un po' curiosa.
« So dove vuoi andare con la tua domanda Sam» risponde « è logico che i pensieri non siano facili da ascoltare, ma sì Sameen ho visto anche quello che facevi, ma non zoomato.»
« Lo sapevo.» dico no con la testa.
« Me lo farai leggere prima o poi? » inclini la testa verso di me.
« Forse un giorno.» sorrido maliziosamente.


Sono sbalordita da tutta l'apparecchiatura, ma ho un dubbio.
« Una domanda ancora. Ma se io ho sognato una chiesa come questa, e gli uomini di Samaritan hanno visto il posto, perché nessuno è venuto a cercarti qui?»

« E se avessi ancora il chip addosso? O un transponder? » mi tocco dietro l'orecchio.

















 
Note:
Come avete visto ho dovuto fare qualche modifica alla trama di Person of Interest che spero possa "reggere".

Che poi manco farlo apposta 9 capitoli = 9 mesi in cui Root ha aspettato Shaw...

Quella specie di "E" nel titolo "Giorno * " non è stato messo a caso, se avete presente un po' di scrittura insiemistica/matematica quel simbolo significa APPARTENENTE. Root appartiene a Shaw e viceversa ;)
   
 
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