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Autore: Ornyl    30/06/2016    0 recensioni
"Va' pure contenta, e di me serba il ricordo: tu sai quanto t'amavo. Se non lo sai, ti voglio ricordare... cose belle noi godevamo.."
Saffo, fr 94 Voigt
(traduzione di S. Quasimodo)
Genere: Guerra | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Contenuti forti
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"Va' pure contenta, e di me serba il ricordo: tu sai quanto t'amavo. Se non lo sai, ti voglio ricordare... cose belle noi godevamo.."
 
Saffo, fr 94 Voigt

 
 




































 
Shoshanna, sorridi ancora davanti ai miei occhi. Sei bella, ancora bella, con quella pelle ambrata, i capelli neri e gli occhi cangianti. Gli occhi, i lineamenti e la bellezza tipica, maledetta e invidiata degli Ibridi. Forse è per questo che li hanno odiati così tanto e continuano a odiarli, a picchiarli dopo averli denudati in mezzo alla strada e a caricarli sui camion che li porteranno a morire alle Cave di Marmo. Shoshanna, sorridi ancora davanti ai miei occhi. Sei bella, ancora bella, e lo eri comunque quando ti hanno massacrata davanti ai miei occhi mentre mi trattenevano per la vita.
 
Shoshanna, anni 21, cognome ignoto, razza ibrida, puttana sovversiva e sicuramente omosessuale.
 
Quella pelle ambrata me la fecero diventare color salmone, e al color salmone seguirono le chiazze di sangue su quel bellissimo viso da cerbiatta.
La puttana aveva sparato al camerata e gli altri decisero di massacrarla a botte, perchè ficcare il cazzo dentro un'ibrida avrebbe portato loro solo malattie; perchè la puttana era anche lesbica e li avrebbe morsi tutti, perchè una creaturina rachitica  non era buona per andare a spaccare i blocchi di marmo; perchè forse alle Cave di Marmo avrebbero portato me, pura razza nazionale e traditrice della madrepatria, ma avrebbero semplicemente deciso di farmi soffrire facendomi vedere la mia compagna in una pozza di sangue sul terreno, con gli occhi capovolti e le mani secche strette in un pugno.
Shoshanna, sorridi ancora davanti ai miei occhi, sei felice e presto vincerai la guerra. E io ti porterò tantissimi doni, ti ricoprirò di bei vestiti come quelli di Audrey Nadeau, ti regalerò una collana più bella della sua medaglietta a forma di S, S come Shoshanna, S come la più bella ibrida che uno squadrone di Alpha Nera abbia mai massacrato come ultimo gesto di pietà nei confronti della sua campagna, miracolosamente lasciata viva.
Shoshanna, corri, sorridi verso di me, ti fermi in mezzo agli alberi e poi svanisci e tra le sterpaglie. Il tuo sorriso malinconico me lo ricordo ancora e sempre me lo ricorderò, stronza che si è fatta ammazzare che non sei altro. Sei un'ombra piccola che non mi lascia mai in mezzo al freddo di quest'aria avvelenata, pregnante di piombo, sangue, sudore e lacrime. Mugoli ancora con la tua vocetta le vecchie canzoni del tempo di pace, quando ti sedevi a gambe incrociate davanti a me e guardavi le sue mani, piccola cerbiatta in mezzo ai cespugli e alle fronde degli alberi al Campus, prima che i kamikaze di Alpha Nera lo demolissero con la loro fottuta vita. Ed eri scampata a quel crollo, testa di cazzo che non sei altro, e se fossi morta là in mezzo io avrei superato questo terribile dolore che mi porto addosso.
I tuoi occhi non me li scorderò, figlia bastarda di qualcuno o di qualcosa, delle roulotte del vecchio campo prima che Alpha Nera lo venisse a sgomberare con le fiamme, e i tuoi piedi bruni danzano in tondo sulla terra umida e fangosa, quelle mani sporche intrecciano le mie quando balliamo insieme. Abbiamo ancora le corone di fiori che tua mamma preparava e mi offrivi quando sgattaiolavo al campo per venire a trovarti, per stringere il tuo corpo secco al mio di nascosto.
 
 
-Ti prego. Hai subito la guerra sulla tua pelle, ragazzina. Hai visto la morte, leggo la morte nei tuoi occhi. Fidati di me, fidiamoci. Io mi arrendo, ragazzina del gap. Toglimi dalla faccia quel fucile, ti prego-
Mi pregava a mani giunte come una santa, stringendo tra le dita grassocce una catenella che ben conoscevo, Shoshanna, il tuo balteo leggero di metallo dorato, il tuo balteo che portavi al collo e non ai fianchi, la tua S che invoca la tua voce.
Ti aveva trasformato nell'eroe che dovevo vendicare, Shoshanna.
Ora ti porto la testa insanguinata di chi ha ordinato la tua morte, Shoshanna mia, sempre mia, lontana chissà dove, nel tuo paradiso personale qualora ci avessi creduto o avessi voluto sforzarti di crederci.
Sorridi da lassù, sorridimi! Ché la guerra è finita, ed è finita quando gli ho fatto esplodere la testa! Sorridimi, Shoshanna, sorridimi come durante le nostre passeggiate nel bosco, nascoste l'una nelle braccia dell'altra, quando profumavi dell'essenza di rose che distillavi insieme a tua madre e ai tuoi fratelli.
Sorridimi, razza di ibrida!
 











 









 
   
 
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