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Autore: esme123    01/07/2016    0 recensioni
(Ambientato nel 2021)
Tratto dal testo:
“Esiste una leggenda, antica come poche, che viene tramandata da mago a mago fin da quando è iniziata.
Oggi ve la racconterò come è giusto che sia.
Essa parla di un antico potere creato da uno dei più potenti maghi esistenti, con l’obiettivo di far regnare pace e armonia tra i maghi e i babbani.
Questo potere è contenuto in una rosa, un tempo rossa come il sangue, ma adesso di color argento come le stelle.
La rosa era stata affidata ad una famiglia di maghi molto potente, che aveva il compito di preservarla da ogni pericolo.
Purtroppo, la famiglia venne sterminata da un mago avido di potere, che cercò di impadronirsi della rosa.
Ma la rosa non accettò ciò, e appena il mago la sfiorò, essa sparì.
Si narra che essa abbia ridato vita a uno dei membri più meritevoli della famiglia, donando così il suo potere a quella persona che, senza volerlo, lo ha tramandato ai suoi discendenti, generazione dopo generazione, un discendente alla volta, addormentata dal tempo."
ATTENZIONE:
Questa storia era già stata scritta ma è stata eliminata per sbaglio. Mi scuso per ciò. Vi avviso che sarà diversa dalla storia precedentemente postata.
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuova generazione di streghe e maghi, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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“Violet? Svegliati” una voce familiare cerca di interrompere il mio sonno, ma non voglio svegliarmi.
“Mm… altri cinque minuti…” rispondo affondando la testa nel mio cuscino. Col cavolo che mi alzo.
“Violet?”
“Sì dopo sistemo la camera papà adesso voglio dormire…”
“VIOLET SVEGLIATI!!!” urla la voce ma io la ignoro prontamente.
“…”
“Noir un aiutino?”
“Violet dobbiamo andare ad Hogwarts” dice un’altra voce e io subito salto giù dal letto, cercando disperatamente dei vestiti da mettermi.
Me lo ero dimenticata cazzo!! Oggi andiamo ad Hogwarts per il mio quinto anno e io me lo sono dimenticata!!
“Calmati sorella mancano ancora due ore” dice la stessa voce che tentava di svegliarmi. Mi giro nervosa e lo guardo male, anzi, malissimo. Lui per risposta mi ride in faccia. Ed ecco a voi mio fratello gemello Max: un ragazzo dai capelli castano scuro e gli occhi chiari. Un idiota che non sta stare fermo, naturalmente Grifondoro. Ancora oggi ringrazio Merlino per non essere una Grifondoro, non so come avrei fatto con lui fra i piedi. Probabilmente la mia pazienza sarebbe finita e io lo avrei ucciso.
“Max smettila. Violet la colazione è pronta” mi giro sorridendo verso l’altro mio fratello gemello: Noir. Uguale d’aspetto a Max, ma non di carattere. Infatti lui è il suo opposto. È un tipo calmo e tranquillo, con la testa sulle spalle, anche se a volte è un tipo molto subdolo e malizioso. Ah, inoltre è un Serpeverde.

Oh, non mi sono ancora presentata. Allora, mi chiamo Violet e sono una ragazza dai capelli rossi e gli occhi azzurri. Sono una ragazza semplice, determinata e soprattutto MOLTO paziente. Se non mi credete provate voi a vivere con due ragazzi di case rivali che litigano su ogni cosa. Forse è per questo che il cappello parlante mi ha fatto andare dai Tassorosso, ringraziando Merlino.
Sono, anzi, siamo nati il 23 Marzo 2006 all’ospedale di San Mungo. Il primo fu Noir, il secondo Max e la terza io. Siamo venuti al mondo per miracolo, mamma aveva fatto un incidente e ciò l’ha fatta partorire prematuramente.
Io e i miei fratelli siamo molto diversi fisicamente. Se non fosse per gli occhi, direi che non sono loro sorella. Noi siamo così diversi (o meglio, io sono diversa da loro) perché quando i gemelli sono tre, uno dei tre deve essere diverso dagli altri due. Non ricordo molto bene il nome, ma è così. Ho letto un libro sull’argomento. Infatti, oltre ad essere una ragazza e avere i capelli diversi dai loro, sono più bassa di loro di circa sei centimetri, e quindi vengo considerata una “nana”, soprattutto da Max.

Okay, mi sa che ho parlato troppo come al mio solito. Scusatemi, non lo faccio apposta, sono una chiacchierona.

“Tesoro a che stai pensando?” alzo lo sguardo, accorgendomi solo in quel momento di essere in sala da pranzo. Ma quando ci sono arrivata? Boh. Poi mi accorgo che Max mi sta tenendo per un braccio. Questo spiega tutto.
“Tutto bene mamma, stavo solo pensando che non vedo l’ora di andare ad Hogwarts per allontanarmi da questi due!” dicendo ciò li indico e loro mi guardano imbronciati. O meglio, Max mi guarda imbronciato, Noir sta pensando ai cavoli suoi. Come al solito.
Mia madre ride, facendo ridere anche tutti i presenti. Lei ha sempre avuto la risata contagiosa, fin da quando ero piccola.

Mia mamma è uguale a me. Abbiamo gli stessi capelli, gli stessi occhi, l’unica cosa in cui siamo diverse è il carattere, che ha preso Noir. Lei infatti è troppo tranquilla e pacata per essere una ex-Grifondoro. Ancora oggi la natura del suo carattere è un mistero.

“Pronti per andare ad Hogwarts?” dice invece mio padre, bevendo il caffè.

Lui è un uomo dai capelli castani e gli occhi neri. Ha un carattere più turbolento e scherzoso come Max, ma adora leggere come me. Mamma dice che doveva capitare nei Grifondoro, non nei Serpeverde e che combinava parecchi scherzi, soprattutto a lei.

Annuisco alla sua domanda, e bevo tutto d’un fiato il mio caffelatte rischiando di strozzarmi, per poi correre nella mia stanza chiudendomi dentro. Mi metto un jeans babbano e una maglia color rosso (il mio colore preferito) e delle scarpe comode, per poi controllare di aver messo tutto nel baule.
Poi apro la porta e mi dirigo verso il bagno per lavarmi i denti. Niente trucco, non mi piace truccarmi.
“VIOLET, MAX, NOIR VENITE QUI È ORA!!” sentendo mio padre dire queste parole, scendo in immediato al piano terra dove trovo già i miei fratelli e i bagagli pronti.
Prendo la gabbietta di Blanc (il mio gatto) e il mio baule e mi dirigo alla limosine.
“Ragazzi non vedo l’ora di tornare a Hogwarts!!” dico contenta.
“Appena arrivo farò una festa nella sala comune!” dice Max con gli occhi che brillano per poi aggiungere “Ovviamente siete invitati entrambi”
“Non ci tengo a venire a una festa dei Grifondoro” dice Noir mentre disegna qualcosa sul suo album.
“Quanto sei noioso!” sbuffa l’altro mio fratello.
“Max però Noir ha ragione, le vostre feste sono troppo caotiche, soprattutto se partecipi anche tu!” aggiunsi io con un sorrisetto. E mentre mio fratello ci urlava contro insulti e si deprimeva, vidi in lontananza la stazione.
“SIAMO ARRIVATI!!!”
   
 
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