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Autore: Reshop Heda    02/07/2016    3 recensioni
Lexa è una cacciatrice, un popolo nomade che non crea legami con la gente dei villaggi.
Clarke è un guaritrice, sempre gentile e disponibile, che abita in un villaggio tranquillo chiamato TonDC
Lexa e Clarke si incontreranno, riuscirà la nomade a rimanere fedele alle sue tradizioni? In caso contrario sarà un bene o un male?
Genere: Avventura, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Clarke Griffin, Lexa
Note: AU, Lime | Avvertimenti: nessuno
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legami

Capitolo 3 –Legami

Erano passati due giorni da quando Lexa aveva impedito a Clarke di aiutarla e la guaritrice provava una strana sensazione a riguardo, una cosa che non riusciva a definire bene. In quei due giorni era andata a cambiarle le bende, notando che la ferita si stava rimarginando bene, anche più veloce del previsto.
-Se continua in questo modo tra meno di una settimana potrai tornare nei boschi.- le sussurrò dopo aver finito di riporre le bende nel cassetto.
-Tutto grazie alla tua famiglia, se non mi aveste permesso di rimanere probabilmente saremmo morti entrambi. Quando sarò in grado di cacciare di nuovo mi sdebiterò.- le rispose, tornando a mettersi coricata, accarezzando distrattamente la testa di Shiro, accennando un sorriso.
Restarono in silenzio entrambe per parecchio tempo, tanto che Clarke pensò che la cacciatrice si fosse addormentata. Sorrise imbarazzata e fece per alzarsi, ma una mano bloccò il suo polso.
-Resta. Raccontami com’è vivere una vita normale, per favore, io me la sono dimenticata.- sussurrò, aprendo leggermente gli occhi e inchiodandoli in quelli dell’altra.
La guaritrice acconsentì a patto che poi le avesse spiegato il significato del triplice tatuaggio che aveva al braccio destro. Lexa si mise su un fianco, per fissarla meglio, e fece salire il suo compagno in modo da poter sentire la sua presenza accanto a se.

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Clarke non era mai stata una bambina come tutte le altre, naturalmente giocava con le bambole che sua madre nel tempo libero le faceva, ma preferiva aiutare la mamma con i pazienti e esplorare la foresta che circondava TonDC.
Era una bambina molto curiosa della vita fuori dal villaggio e questo rendeva sempre molto apprensiva Abby, quando tornava sporca e piena di graffi.

-Quindi da piccola eri esuberante.- disse con tono stupito la cacciatrice che tutto si sarebbe aspettata se non che la calma ragazza davanti a lei fosse un tempo un piccolo diavolo.
-Difficile da credere vero?- rispose ridendo e sedendosi sul letto, vicino a Lexa. – Se sono diventata così contenuta è grazie al lavoro con mamma ed un incontro nella foresta. Non per questo sono meno curiosa però.- continuò ammiccando leggermente.
Con un cenno del capo l’altra la incitò e lei annuì, guardando il muro davanti a se, richiamando i ricordi.

Era una calda giornata primaverile e Clarke sapeva che in quella stagione le ortensie sarebbero fiorite e lei voleva vedere il momento esatto in cui avveniva.
Andò al cespuglio, o almeno ci provò: un cinghiale la guardò con aria feroce ed iniziò a strisciare le zampe sul terreno, sollevando intere zolle d’erba.
Clarke era paralizzata, non riusciva a muovere nemmeno un muscolo, sapeva che se fosse scappata l’animale l’avrebbe inseguita, aveva ormai undici anni queste cose le aveva imparate.
Un puma nero balzò addosso all’altro animale e prima che la bambina potesse vedere qualcosa due mani le chiusero gli occhi. Quando li riaprì l’animale era sparito ed una donna era davanti a lei che accarezzava il puma.
-Scusa per averti spaventato bambina, stai bene?- chiese, facendo un passo insieme alla bestia.
Clarke fece un passo indietro spaventata, i puma erano molto pericolosi, così le avevano insegnato.
-Io sono Anya, lui è Gus, il mio compagno animale. Sono una cacciatrice, non temere di lui.
Quando la piccola ricevette quell’informazione spalancò gli occhi e si avvicinò curiosa alla coppia. Guardando la donna allungò la mano verso l’animale, come a chiederle il permesso di toccarlo e la cacciatrice annuì sorridendo. Clarke mise le mani dietro le orecchie del puma, che iniziò ad emettere un suono soddisfatto.
-Io sono Clarke. Grazie per avermi salvato. Sei davvero una cacciatrice?.- disse ad un certo punto, continuando ad accarezzare l’animale, portando però l’attenzione sulla ragazza armata di arco e spada.
Anya annuì e prese la mano della bambina, per accompagnarla a casa sua. Viaggiarono in silenzio per mezz’ora e quando Abby la vide accarezzare un puma si avvicinò di corsa a loro e la prese in braccio, apprensiva come al solito. La cacciatrice spiegò cosa era successo e poi lasciò il villaggio, lasciando un sorriso alla piccola che la salutava con la sua manina.

Lexa si incupì nel sentire quella storia e Clarke non riusciva a capire il perché. Molto spesso si trovava a chiedersi cosa provasse e cosa sentisse la cacciatrice, non riuscendo a leggere nei suoi occhi malinconici le risposte che cercava ma non osava chiedere, preoccupata che l’altra l’allontanasse.
-Quella cacciatrice è morta tre anni dopo, i bracconieri hanno assaltato di notte un villaggio che usiamo per incontrarci dopo il tempo passato lontani.- sussurrò stringendo piano le coperte, con voce sicura che veniva contraddetta dai suoi occhi velati di lacrime.
-La conoscevi?- esclamò stupita la guaritrice, girandosi immediatamente verso di lei.
-Era mia sorella.- rispose dopo aver annuito leggermente.
Clarke si trattenne dal farle domande a stento e Lexa la ringraziò di questo. Nonostante fossero passati sette anni da quel giorno, vedeva ancora i corpi di tutta la sua famiglia sporchi di sangue e freddi.
Rimasero a guardarsi per parecchio tempo, una cercando di far sfogare l’altra e quest’ultima cercando di reprimere le immagini di quel momento ed i sentimenti che aveva provato, riuscendoci a stento.

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La voce che interruppe il silenzio fu quella di Lexa.
-Volevi sapere il significato del tatuaggio giusto?- chiese con voce sottile ed un sorriso stanco, che non coinvolgeva affatto il suo viso. Quando vide Clarke annuire, continuò – Si tratta di una semplice tradizione dei Cacciatori.- disse iniziando a raccontare.

-Hai scelto di legarti a quel lupo tatuato, giovane Lexa? La tua strada sarà molto più ardua di quella altrui, vuoi creare il legame con l’animale della Terra. Voi due sarete un’unica cosa e neanche la morte potrà separarvi. Ne sei consapevole? Dovrai rispettarlo come se fosse un riflesso della tua persona stessa, perché dopo questo rituale lo sarà, tu sarai lui e lui sarà te. Accetti il peso e le conseguenze di questa tua scelta?- dissero i due anziani davanti a lei nello stesso momento
La ragazzina di ormai tredici anni annuì, pronta alla procedura anche se leggermente spaventata dalla vita che il suo futuro le avrebbe assegnato.
-Questo non è un legame forzato, come quello che usano i bracconieri per schiavizzare gli animali, non è un legame che si stabilisce con la paura e l’odio, ma con la fiducia.- un anziano, con la barba bianca, lunga e liscia, recitò posando una mano sul braccio destra della giovane cacciatrice.
-E come la fiducia questo legame si rafforzerà con il passare del tempo, con la dedizione l’uno per l’altro, con l’amore.- continuò l’altro, senza barba, ma con lunghi capelli grigi, posando una mano sulla testa del lupo.
-Che mai questo legame possa essere spezzato.- dissero di nuovo insieme.
La stanza, prima poco illuminata, risplendette di una luce intensa che si racchiuse lentamente dove gli anziani avevano poggiato le loro mani. Finì tutto in pochi secondi.
-Che la foresta vi protegga, Lexa e Shiro. Uniti ora da questo vincolo, prestate attenzione a quello che vi circonda.- conclusero allontanandosi dalla cacciatrice e dal suo compagno.
La ragazzina si guardò il bracciò notando il tatuaggio tribale che era stato scelto per lei dalle divinità, prima di guardare il suo lupo e notare che lo aveva anche lui sulla fronte, prima che sparisse all’improvviso. Il piccolo animale ululò felice, prima di saltare nelle braccia della sua padrona.

-Quindi il tatuaggio cambia  nel tempo? Ad esempio se la fiducia sale. Me lo disse un uomo molti anni fa.- chiese incuriosita la guaritrice.
-Sì. Come vedi il mio è diviso in tre sezioni- disse indicando le varie parti – perché il mio legame con Shiro è aumentato. Tre è il numero massimo.- continuò, poggiando una mano sulla testa del lupo sulla quale comparve lo stesso tatuaggio della donna, che aveva le altre parti diffuse sulla schiena.
Clarke chiese con lo sguardo il permesso di toccarlo e la cacciatrice annuì ancora, intenerita. La guaritrice posò la mano sul tatuaggio del lupo che emise un verso soddisfatto.
-I bracconieri quindi cosa hanno intenzione di fare, forzando gli animali a seguirli in quel modo orrendo?- chiese continuando ad accarezzare il lupo, non guardando l’altra negli occhi.
- Questo è quello che sto cercando di scoprire.- rispose con voce ferma Lexa.

   
 
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