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Autore: Giulls    18/04/2009    17 recensioni
“Oh mio Dio! Ho Robert Pattinson davanti a me! QUEL Robert Pattinson! L’Edward Cullen di Twilight! Sto sognando, non è possibile! Non posso credere che Teo, mio fratello Teo, sia suo amico…eppure me l’ha appena presentato…" pensai rimanendo estasiata davanti a lui... *La storia di Giulia, una sedicenne italiana che andrà a trascorrere le vacanze estive a Londra, incurante che proprio lì imparerà davvero cosa vuol dire la parola AMORE...* °°°°°°°°°°°°°° Salve ragazze, sono tornata con la mia ultima storia, alla quale tengo moltissimo...spero di piaccia!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Robert Pattinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E come sempre mi ritrovo a modificare la presentazione xD
Ragazze, ho una scusa enorme da fare…anzi, 2…
1) Marghe, scusami se ti sto sfruttando per postare! xD Ragazze, senza la sua bontà oggi non vi ritroverete col nuovo capitolo da leggere.
2) È molto probabile che io lunedì non posti perché mi sono ammalata di nuovo e sto malissimo.
Ora vi lascio alla lettura e vi ringrazio chi ha messo la storia tra i preferiti, chi l’ha messa tra le storie seguite (qualcuno mi può spiegare l’utilità di questa cosa?? :S), chi ha solo letto e chi ha commentato.
Al più presto possibile. Un bacione Giulls
P.S. All’inizio avevo scritto un papiro, ma poi (dovuto anche dalla malattia) ho capito che a molte di voi giustamente potrebbe non fregare niente, quindi sarò breve e diretta: pregherei che chi mi ha plagiato l’inizio della storia per la sua mi contatti urgentemente:
non voglio infamarti, ma credo che tu mi debba delle scuse.

32. BACI, COCCOLE E CAREZZE SONO MEGLIO DI MEDICINE E DOTTORI…

La mattina seguente mi svegliai con un mal di testa assurdo, peggiore di quello della sera precedente.
Cercai a tastoni di accendere la luce della lampada  sul comodino ma, non appena l’accesi istintivamente chiusi gli occhi e la spensi, poiché mi dava un gran fastidio.
< Giu, come stai? > domandò Teo affacciandosi alla posta della mia stanza.
< Eh, insomma. Ieri mi sono dimenticata di prendere la tachipirina ed ora mi sento peggio di ieri sera… > risposi rannicchiandomi nel letto.
< Ti sei addormentata e non ho voluto svegliarti, anche perché ho visto che le avevamo finite. Ho chiesto a Robert se poteva passare lui a comprarle… >
< Gli hai detto che mi sono ammalata? > domandai guardandolo male.
< Sì. Ci siamo sentiti ieri sera perché mi ha detto che aveva provato a chiamarti ma avevi il cellulare spento… >
< Cavolo…e lui che ha detto? >
< È scoppiato a ridere… > rispose sorridendomi.
In quell’esatto momento sentimmo il campanello suonare e così Teo andò ad aprire, trovandomi pochi secondi dopo Robert in camera mia
< Ciao… >
< Cosa ti avevo detto io ieri? > domandò guardandomi severamente.
< Robert, ti prego non farmi la paternale. Non sto bene per niente e l’ultima cosa di cui ho bisogno sei tu che mi rimproveri… > sussurrai piano, ma lui mi capii benissimo perché fece una smorfia.
< Hai provato la febbre questa mattina? > domandò avvicinandosi e sedendosi accanto a me.
< No > risposi scuotendo la testa.
Prima di porgermi il termometro mi si avvicinò e toccò con le labbra la mia fronte.
< Sei bollente… > disse mentre mi accarezzava una guancia.
< Sto morendo di freddo > risposi rannicchiandomi sempre di più.
Dopo avermi messo una coperta, Robert mi porse il termometro e misurai nuovamente la temperatura, constatando di avere 39 spaccati.
< Giulia, dobbiamo chiamare un dottore… >
< No, niente dottori. Mi serve solo una tachipirina e un po’ di riposo e vedrai che starò meglio in un batter d’occhio…ti prego… > risposi guardandolo supplichevole.
< Giulia… >
< Robert, no. Proviamo a fare così e se non mi cala domani chiamiamo il dottore… >
< Se entro le quattro di oggi pomeriggio la febbre non cala o chiamiamo il dottore o ti porto in ospedale… > rispose guardandomi serio.
< Ok… > risposi poco entusiasta.
Feci colazione con un cornetto e poi presi la tachipirina.
< Hai bisogno di andare in bagno? > domandò vedendomi alzare dal letto.
< Sì, ma faccio da sola. Rob, ho solo la febbre non è che non riesca a muovermi > risposi ridendo e dirigendomi verso il bagno e quando tornai in camera lo trovai steso sul letto.
< Che ci fai lì? > domandai.
< Non si vede? Oggi resto qui con te > rispose allargando le braccia.
< Guarda che ti ammalerai anche tu >
< No, non lo farò >
< Anche io dicevo così e guardami > dissi sarcasticamente.
< Lo so ma fidati, io non mi ammalo mai… >
< Cosa sei uno di quelli che prova di tutto per ammalarsi ma che non ci riesce mai? >
< Esattamente! > esclamò sorridendo < avanti, cosa aspetti? > domandò.
Tentai di controbattere, ma alla fine mi lasciai convincere e tornai a letto e le sue calde braccia mi avvolsero.
< Fino a quanto resti? > chiesi appoggiando la testa sul suo petto.
< Tutto il giorno >
< Non hai un’intervista con Kristen? >
< No, con te messa così non ho intenzione di andare… >
< Robert sei un angelo, ma non devi farlo…tanto c’è Teo… > risposi sorridendogli.
< Ed è qui che ti sbagli piccola! Gli ho dato la giornata libera, così oggi mi occuperò io di te… >
< Quindi oggi mi fai tu da fratellone? > domandai divertita.
< No, da fratellone no >
< Perché no? >
< Perché altrimenti non potrei fare questo… > rispose avvicinando la sua bocca alla mia e baciandomi appassionatamente.
< Mmm…no, non farmi da fratellone > dissi tra un bacio e l’altro.
Restammo tutta la mattina a letto a ridere e coccolarci, finché non mi addormentai ad un certo punto.
< Giulia, mangi qualcosa? > chiese Robert svegliandomi.
< Non ho fame… > risposi lamentandomi.
< Oh suvvia, non fare la bambina! Cosa ti preparo? >
< Non lo so, fai tu… > risposi infilando la testa sotto il cuscino.
< Ok, torno in un attimo > rispose sorridendo.
Restai a letto per altri cinque minuti e poi mi alzai, presi una coperta e scesi di sotto verso la sala e mi stesi sul divano.
< Cosa stai facendo? > domandò Robert non appena mi vide.
< Beh, ero stanca di stare a letto e quindi…etciù! > risposi starnutendo.
< Salute! > esclamò ridendo.
Lo guardai malissimo, ma non appena vidi che mi aveva preparato della minestra in brodo gli sorrisi apertamente.
< Buon appetito > disse sorridendo e sedendosi sul divano accanto a me.
< Grazie >
< Com’è la minestra? > chiese carezzandomi i capelli.
< È buonissima, peccato però che ci sia un po’ troppo olio… > risposi sorridendogli.
< Come troppo olio? > domandò fregandomi il cucchiaio e assaggiandola < scusa, deve essermi scappato un po’ più olio del necessario. Aspetta, vado a prendere un altro piatto > disse alzandosi.
< Ma sei impazzito? Va là, ma per favore! È una minestra ed è buonissima, non farti queste paranoie! > esclamai bloccandolo per un braccio < e poi… > aggiunsi un po’ più imbarazzata.
< Poi? > domandò incitandomi a continuare.
< Non voglio che tu te ne vada, ti voglio qui vicino a me. Ho bisogno di te… > risposi rossa in viso mentre lo guardavo negli occhi.
< Non me ne vado, tranquilla > disse sedendosi nuovamente accanto a me.
< Grazie > risposi sorridendogli.
Finii di pranzare e Robert mi fece appoggiare la testa sul suo petto, dopodiché accendemmo la televisione e iniziammo a guardare un film.
< Com’è Ravenna? > domandò Robert improvvisamente.
< Oh, beh…è una città non troppo grande, ma comunque molto ricca. Ci sono tantissimi monumenti e il centro è pieno di negozi… > risposi brevemente.
< Immagino che tu sia sempre lì allora… > disse sorridendo.
< Generalmente il sabato pomeriggio, perché gli altri giorni sono impegnata con la scuola… >
< E la sera cosa si fa? >
< Il sabato sera intendi? >
< No, il venerdì… >
< C’è più movimento il sabato sera perché sabato mattina c’è scuola per tutti… >
< Davvero? > domandò meravigliato.
< Sì… >
< Oddio, che tortura! > esclamò ridendo.
< Già… > risposi sbuffando.
< E cosa si fa generalmente il sabato sera? >
< Si va al cinema, a ballare oppure si sta semplicemente fuori con gli amici, come credo si faccia da tutte le parti! > dissi sorridendo.
< Ah… >
< Perché tutte queste domande? > domandai curiosa.
< Non posso sapere cosa fa la mia ragazza per divertirsi? >
< Oh beh, quello sì! Comunque io vado principalmente a giocare a bowling con Teo e i suoi amici… >
< Sei brava? >
< No, sono una schiappa… > risposi mettendo il muso e facendolo ridere.
< Ti servono ripetizioni per caso? > domandò maliziosamente.
< No grazie > risposi prendendolo in giro.
Tornammo a seguire il film, anche se la mia mente era rivolta altrove. Pensavo continuamente che se non avessi avuto la febbre probabilmente Robert ed io avremmo fatto l’amore. Quel pensiero però mi fece arrossire violentemente e Robert se ne accorse.
< Piccola è tutto ok? >
< Sì, certo… > risposi sempre rossa.
< A che stai pensando? > domandò accarezzandomi una guancia.
< Devo dirtelo veramente? >
< Se vuoi sì… >
< Beh…ecco…stavo pensando che…se non avessi avuto la febbre magari io e te… > non terminai la frase ma lui la intese benissimo.
< Certo che sei fissata! > esclamò ridendo.
< Ah, e tu no? > domandai prendendolo in giro.
< Sì, ma almeno io mi so contenere… >
< Cosa pretendi? Io sono un’adolescente con gli ormoni in subbuglio… > risposi sorridendogli.
Mi baciò una tempia e poi tornammo a guardare la TV.
< Cambiamo film? > chiese dopo un paio di minuti.
< Sì > risposi < Rob, lascia qui! > aggiunsi poco dopo.
< Perché? >
< Ah, Raoul Bova… > sospirai guardando lo schermo.
< Ma è vecchio per te! >
< E allora? Non dirmi che sei geloso… > dissi prendendolo in giro.
< Chi, io? No… >
< Guarda che è sposato…purtroppo… > dissi sussurrando piano l’ultima parola.
< Cosa? >
< Niente > risposi guardandolo innocentemente.
Finimmo di guardare il film e poi Robert mi passò il termometro e mi misurai nuovamente la temperatura, constatando che la febbre era scesa a 38.3.
< Sta scendendo la febbre! > esclamò sorridendo mentre guardava il termometro.
< Visto? E tu che volevi chiamare il dottore… > dissi fingendo di guardarlo male.
< Hai ragione, mea culpa > sussurrò al mio orecchio abbracciandomi.
< Sai anche il latino? > domandai prendendolo in giro.
< È l’unica cosa che so… > rispose vantandosi.
< Oltre alle lezioni di Italiano vuoi anche quelle di latino? >
< No, mi bastano quelle di Italiano che ancora mi devi dare > rispose facendomi appoggiare la testa sul suo petto mentre giocava con i miei capelli.
< Appena starò meglio te lo insegnerò. Lo so che te lo prometto sempre e poi non mantengo mai la promessa, ma fidati, lo farò! > esclamai determinata.
< Non c’è fretta piccola, davvero > disse baciandomi la guancia.
Restammo sul divano per qualche altra ora e poi ci ordinammo delle pizze per cena e non appena finimmo di mangiare Robert mi fece misurare ancora una volta la temperatura prima di farmi prendere la tachipirina, notando con gioia che era scesa a 38.
< Visto Rob? > dissi mostrando il termometro.
< Sì, sono contento! > rispose sorridendomi.
< Anche io… >
Mi prese in braccio e mi portò in camera, facendomi stendere sul letto e baciandomi dolcemente una guancia.
< Rob? > lo chiamai poco prima di addormentarmi.
< Sì piccola? > domandò dolcemente.
< Baci, coccole e carezze sono meglio di qualunque medicina e di qualunque dottore > dissi sorridendogli.
< È vero amore. Ora dormi che sei stanchissima. Sogni d’oro, ti amo…oggi non te l’avevo ancora detto… >
< È vero > confermai sorridendo e lasciandomi cullare dal suo respiro finché non caddi tra le braccia di Morfeo.

   
 
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