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Autore: marthainabluebox    03/07/2016    0 recensioni
Una'annoiata investigatrice dal triste passato, un emulatore, un patto col diavolo, la rinascita di bene e male...
AU ai limiti dell'impossibile in cui Sybil Vyse, investigatrice londinese, viene chiamata per aiutare nel caso di un secondo Kira (o meglio un terzo) e viene portata dalla sua ossessione per uscire vittoriosa da ogni sfida a stringere un patto col diavolo (o meglio con uno shinigami) per riportare in vita le uniche due persone che potranno aiutarla a risolvere il caso.
||SPOILER!||OC, OC ovunque||Life note AU||Probabile yaoi/shonen-ai e praticamente sicuro yuri/shoujo-ai||
Genere: Mistero, Thriller, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: L, Light/Raito, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: L/Light
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Chapter four
Old acquaintances

Note d'autrice (mi si può davvero definire così? Uhm, ne dubito)

Chiedo ammenda per averci messo così tanto a pubblicare ma sapete com'è: Tra il mio computer che non collaborava, la fine della scuola e dei problemi di salute che ho avuto di recente ero davvero troppo tressata e giù di morale per mettermi a scrivere.
Spero capiate e che in qualche modo questa serva come una giustifica per il mio imperdonabile ritardo.
Grazie per continuare a seguirmi.
-Martha

- Questa mattina ha ricevuto una chiamata al cellulare da Mihael Keehl, chiedeva il luogo del vostro incontro di oggi. E' sicura di volerlo vedere di nuovo a così poco tempo da... Bhe, ha capito cosa voglio dire, è stato un evento traumatico per entrambi e non siete mai stati esattamente in buoni rapporti.
Perchè avrebbe bisogno di incontr...

Il fiume di parole di Ann si interruppe quando la più giovane chiuse il libro che stava leggendo, afferrò il proprio telefono e si alzò improvvisamente dalla poltrona su cui era seduta per poi, inspiegabilmente, dirigersi verso la cucina del grande appartamento.

La donna dai capelli rossi la seguì, chiedendosi ogni secondo di più perchè lavorasse per una persona del genere, o meglio, perchè era finita a fare certe cose quando il suo compito teoricamente avrebbe dovuto essere assicurarsi che la ragazza non facesse nulla di troppo pericoloso.

Quando arrivò in cucina Sybil era intenta a rimuovere la sua scheda telefonica per buttarla in un bicchiere d'acqua.

- Signorina, cosa...

- Ho tagliato il capo di una presa che adesso attaccherò, poi metterò il capo tagliato nel bicchiere in modo da rendere la sim del mio cellulare  non più funzionante. Come vedi il bicchiere è di plastica, un materiale isolante, quindi non correrò alcun rischio nell'operazione.

La più giovane non si degnò neanche di girarsi verso Ann durante la sua 'spiegazione', procedendo invece ad attaccare la presa che in passato era appartenuta a un qualche elettrodomestico. Quando immerse l'altro capo del filo nel bicchiere la reazione fu immediata, la spina venne staccata e la sim tirata fuori dall'acqua.

Sybil la asciugò con un candido panno per poi inserirla di nuovo nel cellulare, constatando con soddisfazione che, come previsto, non era più utilizzabile. La rimosse una seconda volta mettendola poi nel microonde e, quando la tirò fuori pochi secondi dopo la scheda era quasi del tutto sciolta.

- Quale sarebbe il motivo di questa tuo meticoloso annientamento di quella sim?

Lo sguardo di Ann era sempre più perplesso mentre la giovane attivava il tritarifiuti dove aveva precedentemente buttati i resti di quella povera e innocente scheda in silicio.

- Lo hai detto tu stessa, Mello ha chiamato al mio cellulare, non gli ho dato il mio numero ma se lui ha potuto rintracciarmi potrebbero averlo fatto anche altre persone ben più pericolose.

La più anziana annuì, aveva un senso dopo tutto. Annuì, al ché cominciò ad andare via, per una volta Sybil aveva ragione, le precauzioni non sono mai troppe.

- Ann?

Era alla soglia della porta quando si sentì chiamare, la ragazza guardava il cielo con sguardo assorto.

- Puoi contattare Mello e dirgli che ci vedremo all'Egerton House Hotel alle sei e mezza di questo pomeriggio?

La più anziana annuì di nuovo, non si chiese il perchè della sfumatura nostalgica nel tono della ragazza.

***



Sybil era appena uscita dalla doccia, stava osservando la sua immagine riflessa al grande specchio della sua camera.
I lunghi capelli corvini erano stati temporaneamente raccolti in una coda alta, la cicatrice sulla sua guancia destra sembrava più visibile che mai sulla sua pallida pelle, per fortuna era abbastanza piccola perchè con una buona dose di trucco diventasse praticamente invisibile.
Per i canoni sociali sarebbe potuta anche essere considerata attraente, o meglio, lo era considerata dalle persone che la conoscevano ma probabilmente era stata la sua aurea fredda e impenetrabile a evitare che nella vita avesse un qualunque tipo di relazione sentimentale.

Senza un'apparente ragione sospirò per poi dirigersi verso il grande armadio a muro in legno.

Alla fine optò per indossare una gonna nera e un maglia del medesimo colore che lasciava la schiena scoperta, almeno la scelta di colori era lontanamente vicina allo stile di Mello.
Passò almeno venti minuti per nascondere al meglio la sua cicatrice con un'abbondante dose di fondotinta e correttore.

Uscendo si mise il suo trench bianco, pur essendo abbastanza lungo il cappotto lasciava scoperte la maggior parte delle sue gambe il che faceva sì che il pungente freddo di Londra diventasse per lei abbastanza evidente dopo appena pochi secondi da quando era uscita.

Le piaceva il freddo, le ricordava della sua fanciullezza: la candida neve nel giardino di casa, la brina sulle rose impeccabilmente bianche del giardino, le lenzuola del letto dei suoi genitori e la consapevolezza che non erano li da molto e che non sarebbero tornati, le fredde mani di una delle uniche persone a cui aveva voluto bene, il bracciolo della sedia in acciaio su cui era seduta prima che fosse portata a riconoscere il suo corpo... Interruppe quel flusso di pensieri che stava inevitabilmente virando sul macabro quando si accorse di essere arrivata davanti al luogo dell'incontro.

Entrò e si diresse verso la reception, la donna addetta a ricevere gli ospiti la guardò con sguardo annoiato per poi chiedere, con un tono che dava fin troppo a vedere le sue emozioni in quel momento, se avesse prenotato una camera.
Sybil le rispose con tono non più entusiasta di quello della receptionist per poi prendere la chiave elettronica e andare verso la camera che le era stata indicata.

Una volta arrivata in camera si sedette su una piccola poltrona blu e controllò l'orario dal suo cellulare, erano ancora le sei e venti il che voleva dire che, se Mello era puntuale come quando si erano conosciuti, aveva solamente dieci minuti per pensare alle parole esatte che gli avrebbe detto.

Cominciò a pensare che quell'incontro non avesse senso quando realizzò che non sapeva neanche se le sue supposizioni sul Death Note fossero corrette, era riuscita ad ottenere uno di quei quadernetti ma per quel che ne sapeva poteva anche essere solo una maniera per depistarla.

Da quel che le era stato detto il solo toccare una pagina del Death Note per vedere il suo proprietario originale.
Teneva un pezzo di una delle pagine all'interno di un suo vecchio cellulare, ovviamente lo aveva portato con sé.
Prese il vecchio cellulare dalla sua borsa, ormai era decisa a farlo, dopotutto non aveva null'altro da perdere. Con una lentezza che non credeva possibile rimosse la parte superiore del cellulare e la batteria ormai non più funzionante da tempo.

Un solo tocco, sarebbe bastato quello perchè lei acquisisse gli stessi poteri di Kira, perchè diventasse una sua eguale.

Sfiorò a mala pena il foglio, una creatura apparve davanti a lei, gli occhi le si dilatarono in automatico mentre cercava di non mostrare alcuna emozione e pensare razionalmente.
Si passò una mano tra i capelli ghignando mentre si girava verso l'altra presente nella stanza.

- E così è questo l'aspetto che hanno gli shinigami?

La creatura davanti a lei era relativamente simile a un essere umano se non per la pelle pallida in una meniera innaturale e gli occhi vitrei, senza vita.

- Gli altri shinigami non hanno questo aspetto. Io... Ero umana un tempo, non sono ancora interamente come loro.

'Si dice che per gli umani che usano il Death Note non ci sia né l'inferno né tantomeno il paradiso'  ricordò quando le venne detta quella frase, possibile che il destino di quelle persone sia diventare degli shinigami? La creatura davanti a lei aveva tratti orientali, probabilmente era stata giapponese quando era in vita, non era ancora totalmente uno shinigami quindi doveva essere morta da poco tempo...  Possibile che fosse proprio...? Non poteva essere possibile, anche perchè il tempo scorre in maniera diversa nel mondo degli shinigami quindi, per quanto ne sapeva, quella ragazza potrebbe essere morta anche trent'anni prima.

- Allora, hai intenzione di scrivere qualche nome?

Sybil continuava a fissare il vuoto ignorando totalmente la domanda dello shinigami accanto a lei.

- Non mi rispondi? Misa-Misa è curiosa!

La ragazza dai capelli corvini spalancò gli occhi e si girò di scatto verso la creatura.
Non le importava più di nascondere le proprie emozioni, quel che stava succedendo era più importante della sua apparenza.

- Dillo di nuovo.

La shinigami sembrò confusa per qualche secondo poi cono tono incerto disse:

- Ho solo detto di essere curiosa...

Sybil scattò in piedi avvicinandosi sempre di più alla bionda che continuava ad indietreggare sempre più confusa.

- Non quello, l'esatta frase, hai detto un nome. Perche?

- Ah, quello, è il mio nome. Quando ero umana il mio nome era Misa Amane.

La ragazza stava per partire con un fiume di domande quando sentì bussare alla porta, probabilmente Mello era arrivato.
Si rincompose e andò ad aprire lasciando entrare il più giovane.
Non era cambiato di una virgola: stesso taglio di capelli, fisico atletico, vestiti ben poco adatti a passare inosservati...
Sybil chiuse velocemente la porta e tornò a sedersi sulla piccola poltrona blu, il ragazzo restò in piedi.

- Vedo che sei venuto da solo, è da un po che non ci troviamo in una circostranza come questa. Dimmi cosa ne pensi della scelta dell'albergo?

Mentre il ragazzo si guardava in torno versò in un bicchiere dalla forma allungata un po dello champagne messo sul tavolino accanto a lei, non si disturbò di offrirlo all'altro conoscendo già la risposta.

- Pretenziosamente stucchevole, non mi sarei aspettato altro da te, Eloise. Allora di che dovevi parlarmi?

La ragazza prese un sorso della bevanda appuntando in mente di dire alla receptionist che avrebbero potuto comprare di meglio, poi si girò verso Mello che la stava guardando aspettandosi una risposta immediata.

- E' così evidente che io voglia parlarti d'altro? Ho fatto così tanto perchè sembrasse solo un incontro tra amici di vecchia data...

Il sarcasmo nella sua voce era più che evidente il che causava a Mello un certo fastidio.

- Cosa dovrei dedurre dal tuo definirmi un amico di vecchia data e neanche nominare Near?

Le loro conversazioni portavano sempre una velata dose di tensione irrisolta, vecchio e immotivato astio.

- Ah, Mihael, sei sempre il solito: il genio geloso, colui che vive nell'ombra... Devo ammettere che ha sempre avuto un suo fascino.
Detto tra noi penso tu sia anche più intelligente di Nate.

La giovane shinigami osservava la scena con sguardo rapito, aveva una sola cosa per la tensta in quel momento: Light, quella ragazza era come lui, si comportava come lui, parlava come lui... Era come se il suo amato fosse tornato sulla terra.

- Queste parole vellutate non ti si addicono, Eloise.

Il biondo sospirò, abbandonandosi sulla poltrona davanti a Sybil.
La ragazza fece un sorrisetto mentre prendeva un altro sorso di champagne per poi alzarsi e andare davanti alla finestra.

- Ci conosciamo da quando siamo adolescenti, Mihael, dovresti capire quando mento.

Il giovane sospirò, rivolgendosi più a sé stesso che alla giovane.

- Negli anni ho imparato a non fidarmi di me stesso.

- Siamo più simili di quanto pensi, Mihael Keehl.

Le parole della giovane lasciarono Mello senza parole per qualche minuto, entrambi sapevano che l'afffermazione di Sybil era corretta, erano solamente due faccie della stessa medaglia, l'unica cosa che li differenziava era l'aver scelto strade diverse.

- Usi sempre il mio vero nome, neanche L lo faceva.

Una punta di tristezza trasparì della maschera impassibile del ragazzo al solo nominare Lawliet.

- Perchè mi paragoni sempre a L?

Mello si ferò un attimo per pensare a cosa rispondere, stava per dire qualcosa quando Sybil si girò di nuovo verso di lui.
Il ragazzo stava per parlare quando Sybil aprì la porta invitandolo ad uscire e dicendogli che non voleva sapere il motivo dei paragoni del ragazzo.
I due uscirono, come pensava Sybil il contrasto tra il loro aspetto era netto.

- Dove mi stai portando?

La ragazza lo guardò ghignando, alzò il colletto del suo trench coat e poi si rivolse di nuovo a Mello con tono divertito.

- La domanda è perchè tu mi stai seguendo.

Note della scrivente pt. 2
Come avete notato ci sta un casino di plot development in questo capitolo, eh c'est la vie...
Sono curiosa di vedere se qualcuno coglie i riferimenti a una certa serie tv heheh
Il prossimo capitolo arriverà in meno tempo rispetto a questo, non perdete la speranza voi che leggete...
-Martha

   
 
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