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Autore: Shainareth    03/07/2016    3 recensioni
Nuova raccolta BBRae, questa volta ispirata interamente alle vicende dei comics. Cercherò di seguire un ordine cronologico, ma ogni shot, pur seguendo un filo conduttore che si dipana per tutta la trama dei fumetti originali, potrebbe avere stili e narratori differenti. Spero di non combinare guai. In caso, fatemelo notare senza problemi.
01. Sangue
02. Essere normale
03. Tenerezza
04. Fantasma
05. Solitudine
06. Destino
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Beast Boy, Raven
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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ESSERE NORMALE




Le si avvicinò con cautela, massaggiandosi la nuca come faceva a volte, quando era in ansia o in imbarazzo per qualcosa. Raven avvertiva il suo disagio, ma finse di non accorgersene e continuò a tenere gli occhi fissi su ciò che stava facendo – lavare i piatti della cena. «Uhm… Mi tieni ancora il muso?»
   «Sarebbe un atteggiamento infantile.»
   «Uh… ok.» Il giovane esitò, spostando lo sguardo altrove e riflettendo su come avrebbe dovuto iniziare ad impostare le proprie scuse. «Allora perché mi stai evitando?» Per esempio, questo era un approccio decisamente sbagliato.
   «Per quanto ti piaccia pensare il contrario», cominciò allora a rispondere lei, impilando i piatti insaponati l’uno sull’altro, «non sei poi degno di tanta attenzione, Garfield.»
   Questi la fissò ammirato, portandosi una mano sul cuore e incassando sportivamente la frecciata. «E hai pure il fegato di dire che non ce l’hai con me…» commentò con un sorriso sghembo sul volto. Si avvicinò ulteriormente e poggiò i reni al bancone accanto al lavello, incrociando le braccia al petto e studiando con curiosità la sua amica.
   «Te l’ho già detto prima, smettila di fissarmi.»
   «Non posso farne a meno», ammise lui. La vide corrucciare le sopracciglia scure e fu costretto a riprendere: «Lo so che sono stato un cretino a dirti quella cosa…»
   «Quale?» lo interruppe causticamente l’altra. «Che trovi il mio nuovo nome buffo o che non mi hai mai considerata una ragazza normale?»
   «Beh», non si trattenne dal farle notare Garfield, grattandosi dietro ad una delle orecchie a punta, «devi ammettere che sei un pochino sui generis rispetto alle altre…»
   Gli occhi chiari di Raven lo fulminarono, inchiodandolo sul posto. Ci fu un momento di silenzio, teso e apparentemente interminabile. «Il concetto di normalità è sopravvalutato», disse lei, ripetendo ciò che lo stesso Beast Boy aveva affermato non troppo tempo prima.
   Rifiatando all’idea che, dopotutto, non lo avrebbe inghiottito in un vortice nero senza ritorno, il giovane scoprì i canini affilati in un sorriso divertito. «Esatto.» Se avesse potuto, avrebbe persino scodinzolato pur di rabbonirla ancora di più. «Non biasimarmi, Rae…» aggiunse poi, in tono implorante. «Devo farci l’abitudine.»
   No, Raven non lo biasimava. Nonostante i suoi sforzi per integrarsi nella società, nonostante il suo impegno nel cercare di essere normale proprio come Garfield le aveva fatto notare, anche lei doveva ancora farci l’abitudine. Eppure, c’erano cose che non sarebbero mai cambiate, come la franchezza e l’onestà del suo compagno mutaforma, una delle poche persone al mondo a reggere il suo sguardo senza sentirsi violato nell’anima. Anzi, continuava a sorriderle come se non gli importasse un accidenti di essere scansionato nel profondo.
   Abbassò di nuovo lo sguardo sui piatti e domandò: «Tu… credi che stia facendo la cosa giusta?»
   «Credo che tu debba fare ciò che senti di voler fare», fu la risposta che lui le diede. Avrebbe dovuto stupirsi di ciò? No. No davvero. Garfield non faceva altro che fare ciò che gli saltava in testa, senza dover chiedere il permesso a nessuno. Tuttavia, Raven avvertiva chiaramente il suo bisogno di approvazione, di essere rassicurato.
   Tornò ad occhieggiare nella sua direzione e inarcò appena un angolo della bocca verso l’alto, inducendolo a spalancare le orbite. «È… un sorriso?»
   «Chissà.»
   «Non essere tanto enigmatica e sii più chiara. Non ho i tuoi poteri empatici.»
   «No, ma potresti essere tanto perspicace da intuire che non mi dispiacerebbe se mi aiutassi a sistemare la cucina.»
   Garfield fece una smorfia. «Non avevi detto che te ne saresti occupata da sola?»
   «Sì, ma poi mi hai ricordato di quanto sei stato scortese con me, oggi.»
   Borbottando un’imprecazione, il giovane si raddrizzò sulla schiena e si dispose ad aiutarla per davvero. «Devo ricordarmi di tenere a freno la lingua.»
   «Non ce la farai mai.»
   «Lo so, dannazione.»












Continua il mio studio dei personaggi in versione cartacea. Mi piacciono molto, anche se, se devo essere onesta, ad un certo punto le cose diventano incomprensibili e non si capisce perché i due arrivano a comportarsi in un certo modo. ._.
Comunque sia, si amano davvero tanto ed è bellissimo. ♥
Buona domenica!
Shainareth





  
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