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Autore: Dolce Sango91    03/07/2016    3 recensioni
La pelle di Bonnie emanava un profumo tremendamente dolce. Un umano non avrebbe potuto riconoscerne l'esatta fragranza ma l'olfatto super sviluppato di Enzo gli permetteva di intercettare il suo odore. L'odore di Bonnie che ricordava quello dei petali di rosa, mischiato all'intensa aroma del bagnoschiuma che usava per lavarsi. I capelli sapevano sempre di pulito, anche dopo aver passato l'intera giornata a cercare informazioni sull'Armeria.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bonnie Bennett, Enzo
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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What kind of man






5. Altar of madness




Dopo aver parcheggiato la propria auto nel cortile spazioso dell'Armeria, Enzo sentì il cellulare vibrargli nella tasca dei jeans. Il nome di Alex comparve sul display e, con enorme disappunto, fu costretto a rispondere. - Sì? - Disse mentre apriva la portiera per scendere.
- Dove sei? - Chiese la donna, lasciando trasparire una certa apprensione.
- Sono appena arrivato. - Replicò, osservando l'imponenza della struttura davanti a sé.
Alex sospirò di sollievo. - Molto bene. Vieni direttamente nei sotterranei Z. C'è una cosa che devi fare per me. - Senza dire altro la comunicazione si interruppe. Enzo eseguì gli ordini come gli era stato chiesto e raggiunse Alex nell'edificio sottostante dove erano situate le celle. Quando entrò, il suo primo pensiero fu Bonnie e l'avventura poco piacevole avuta con lei e Damon qualche mese prima. Sembrava trascorsa una vita intera. La luce al neon lampeggiava, segno che da lì a poco si sarebbe fulminata del tutto.
La cugina sostava di fronte a una delle celle, lo sguardo rivolto verso la vetrata. Udendo il rumore dei suoi passi, girò la testa e fece ad Enzo un cenno con il capo. - Avvicinati. -
Enzo le si affiancò e sospirò impercettibilmente, già stufo della compagnia di Alex. - Che succede? -
La donna alzò un braccio e puntò il dito verso il doppio vetro. - Devi sbarazzarti di una persona. - Poi posò il palmo della mano in un quadretto digitale e la porta si sbloccò.
Enzo la seguì dentro e gli occhi si posarono subito sul pavimento dove giaceva un corpo inerme sdraiato a pancia in su. Si inginocchiò e strinse le labbra mentre osservava la pelle bianca come la cera, l'espressione calma che regnava in quel volto ormai privato della vita e i muscoli irrigiditi di una ragazza che avrà avuto sì e no vent'anni. Provò pena per lei ma non lo diede a vedere. - Chi è? - Domandò rialzandosi.
Alex sollevò le spalle con noncuranza. - Una strega che avevo assunto per un certo lavoretto. Purtroppo ha fallito ed ecco il risultato. -
La voce di Enzo si incrinò leggermente. - L'avete uccisa? -
Alex ravvivò i capelli e sbuffò stancamente. - Non ho detto questo, Lorenzo. - Precisò, con una tranquillità tale da mettere i brividi. - Diciamo che non è stata abbastanza forte per eseguire l'incantesimo. - Fece una pausa e poi fissò la giovane, impassibile. - Povera ragazza. -
Enzo resistette all'immensa voglia di mandarla a quel paese e annuì allontanandosi di qualche passo.
A quel punto Alex si afferrò il mento e assunse un'aria meditabonda. - Sono fermamente convinta del fatto che solo Bonnie Bennett possa riuscirci. -
Udendo il nome di Bonnie, Enzo deglutì e si impose di rimanere calmo. - Toglimi una curiosità: dopo che l'avrete trovata...cosa ne farai di lei? -
Una strana luce si accese negli occhi di Alex. Corrugò la fronte e si prese un lungo istante prima di replicare. - Perché lo chiedi? -- Semplice curiosità. - Rispose prontamente Enzo.
La donna lo fissò attentamente. - La costringeremo a collaborare anche a costo di ferirla e poi...beh, che viva o che muoia poco mi importa. -
Enzo sentì subito la rabbia montargli in corpo e serrò i pugni tremando, fino a quando le nocche non divennero bianche. - Mi sembra giusto. - Commentò con un tono monocorde.
Alex accigliò lo sguardo. - C'è qualcosa che ti preoccupa, forse? -
- No, è che Bonnie sembra sparita nel nulla. Nessuna traccia, nessun segno. Come farete a trovarla? - Domandò, intenzionato a scoprire qualcosa in più. Terminò la frase con un sorrisetto fintamente innocente.
- Oggi sembri molto interessato alla causa. - Osservò quella, lasciandosi scappare un certo sospetto.
- Voglio solo tenermi informato visto che si tratta del mio lavoro. - Mormorò Enzo con un'alzatina di spalle. Doveva giocarsela bene. Una sola emozione nella voce, una minima nota di preoccupazione potevano costargli molto care.
Per fortuna però la cugina non sembrò cogliere il motivo del suo interessamento e si decise a parlare. - Hai ragione. Al momento le ricerche sono a un punto morto. E' come se fosse scomparsa dalla faccia della terra, ma stai tranquillo. Non potrà nascondersi per sempre. -
Enzo concordò, annuendo. - Ne sono convinto. -
La donna congiunse le mani a mo di preghiera e gli diede le spalle. - Adesso occupati della ragazza e poi puoi andare. - Disse mentre usciva in tutta fretta.
Ripensando alle parole di Alex e rimasto da solo, Enzo si lasciò travolgere da una furia cieca. Nella sua vita aveva ucciso e mutilato moltissime persone e, di certo, non poteva considerarsi un santo ma adesso...le cose erano decisamente cambiate. Lui era cambiato.
Al posto di quella strega avrebbe potuto esserci Bonnie e lui non riusciva nemmeno a pensare a una possibilità così spaventosa.
Proteggere Bonnie stava diventando la priorità assoluta e ora più che mai doveva assicurarsi che lei stesse bene e che non se ne andasse a zonzo esponendosi ai mille pericoli.
Si caricò la ragazza in spalle e usando la propria super velocità sovrannaturale si precipitò fuori dall'edificio in un battibaleno. Depositò il corpo gracile e indifeso nel cofano e richiuse lo sportello con un gesto frustrato. La morte non avrebbe dovuto sconvolgerlo ormai, dal momento che lui la portava con sé da oltre un secolo, eppure non era in grado di allontanare il peso che gli premeva il petto, affondando sempre più nel profondo. L'immagine dell'anonima strega si confondeva con quella di Bonnie e faceva un male cane. L'Armeria sapeva essere spietata e da quando lavorava per loro aveva avuto modo di appurarlo in diverse situazioni. Doveva darsi da fare e depistare le ricerche di Alex. Non appena sarebbe arrivato alla baita avrebbe discusso con Bonnie per ideare un piano abbastanza efficace.
Aveva sepolto la giovane strega in una radura isolata dalla città ed era finalmente riuscito a tornare al rifugio. Rimase per almeno cinque minuti dentro l'auto, a ispezionare l'abitazione nei minimi dettagli. Affinò l'udito e quello gli rivelò i passi di Bonnie che si muovevano avanti e indietro sul pavimento di legno. In ogni caso sembrava tutto molto tranquillo. Il sole splendeva alto nel cielo e gli uccellini fischiettavano allegramente. Quando mise il naso fuori dall'abitacolo, un vento fresco gli solleticò la pelle e lasciò che i raggi luminosi lo scaldassero, aiutandolo così a tranquillizzare il suo animo agitato.
Indugiò momentaneamente sulla soglia dell'ingresso e poi usò la chiave posizionata sotto il vaso per aprire la porta. Una volta entrato, trovò Bonnie seduta sul divano e piegata in avanti per allacciarsi una scarpa.
La ragazza alzò subito il capo e sul volto comparve un bellissimo sorriso luminoso. - Ehi, sei tornato. - Mormorò, gioiosa.
Lui asserì col capo e le si avvicinò. - Già. Per oggi basta lavoro. - La guardò dall'alto in basso e notò il suo abbigliamento insolito. Portava una canottiera bianca corta sopra l'ombelico che lasciava intravedere la pancia piatta e un paio di pantaloni aderenti da training. I capelli erano raccolti in una coda alta dalla quale erano sfuggite un paio di ciocche. Pur essendo in tenuta da sport, con il viso privo di trucco...era incredibilmente bella. - Che stai facendo? - Si informò subito.
Bonnie portò un ciuffo di capelli dietro l'orecchio e si mise in piedi. - Vado a fare una passeggiata. -
Enzo istintivamente incrociò le braccia al petto. - Non credo sia il caso. -
- Perché? -
- Non ricordi cosa è successo l'ultima volta che siamo usciti? 
- Oh sì. - Ridacchiò Bonnie. - Ma non intendo andare in città...voglio solo sgranchirmi le gambe qui vicino. -
I muscoli della faccia di Enzo si irrigidirono, la mascella si serrò con uno scatto. - Non sfidare la sorte. Non uscire. -
Bonnie lo rassicurò con una pacca sulla spalla. - Enzo, non devi preoccuparti. - E si mosse per superarlo.
Lui però allungò un braccio, bloccandole il passaggio. - Non te lo stavo chiedendo. - Dichiarò, scuro in volto.
Bonnie sbatté le palpebre, disorientata. - Come dici? -
Enzo, impaziente di ottenere ciò che voleva, la inchiodò con lo sguardo. - Fa come ti dico e non discutere. -
Lei, dapprima scioccata dal tono autoritario di lui, spalancò la bocca come se avesse appena ricevuto una secchiata d'acqua gelata addosso e poi l'irritazione si sostituì allo sgomento iniziale. - Stai scherzando, vero? -
Il cipiglio seccato di Enzo si allargò ulteriormente. - No, Bonnie, scherzare è l'ultima cosa che vorrei fare in questo momento. -
Qualcosa nel comportamento del vampiro la fece preoccupare. - Che è successo? - Domandò, l'ansia percepita in ogni fibra del corpo.

Enzo si mosse leggermente sul posto e scosse la testa. - Nulla. Semplicemente è meglio che tu rimanga qui. - Rispose a denti stretti.
Bonnie incurvò le sopracciglia e strinse le labbra, adirata. - Credevo di non essere tua prigioniera. -
- Non lo sei. - Assicurò Enzo facendole un mezzo sorriso.

Bonnie lo fulminò con un'occhiataccia e lo spinse via con entrambe le mani. - E allora posso fare ciò che voglio e se decido di uscire, tu non puoi impedirmelo. - Sbottò. Nel tentativo di raggiungere la porta, Enzo le fu di nuovo davanti.
- Per l'amor del cielo, Bonnie! - Esplose quello, esasperato. - Per una volta non potresti stare zitta e fidarti di me?! -
La sorpresa fece arretrare Bonnie un poco, ma subito si lasciò controllare dalla furia. - Lo farei se mi dicessi che diavolo ti prende! -
Enzo si accorse che gli occhi verdi e sempre dolci di Bonnie mandavano lampi e tuoni e sospirò. - Non insistere. Non lo ripeterò una seconda volta. -
Bonnie lo fissò, inorridita. - Inizio ad innervosirmi. - Proruppe, mentre le guance si coloravano di rosso. - Quindi spostati e fammi passare. -
- No. -
- Ti ho detto di spostarti, Enzo! - Gridò, scansandosi e muovendo un passo verso destra.
Lui, ancora una volta, le impedì di aprire la porta. - Sbraita quanto vuoi, non mi importa. -
Bonnie chiuse le mani a pugno e iniziò a batterle forte sul petto del vampiro, provando ogni tentativo per liberarsi della sua figura pressante, dura come il marmo. - Enzo...levati di mezzo. Levati di mezzo, dannazione! -
Quello la lasciò fare, irremovibile e fermo sulla propria decisione. Quando finalmente Bonnie si staccò, poté guardarla più attentamente e scoprire così quanto fosse maledettamente bella, arrabbiata e impetuosa. - Hai finito? - Chiese, piuttosto scocciato.
Lei gli donò uno sguardo carico di risentimento e si morse un labbro. Probabilmente si stava trattenendo dall'insultarlo pesantemente. Ansimò e digrignò i denti come un animale ferito e poi gli diede le spalle, rifugiandosi in camera e non prima di aver sbattuto forte la porta.
Enzo si grattò la nuca pensieroso. Aveva sbagliato totalmente approccio con lei ma era andato in tilt al ricordo di ciò che era successo poco prima con Alex. Il pensiero di Bonnie in pericolo non gli dava pace e per l'ennesima volta in dieci minuti si chiese che razza di problema avesse. Scattò in avanti come un gatto, non appena udì i passi veloci di Bonnie percorrere il sentiero in discesa che portava dritto alla fitta vegetazione. Doveva essere uscita dalla finestra della camera credendo di passare inosservata. La raggiunse senza alcuna fatica e si posizionò di fronte a lei, impedendole di continuare la sua fuga. - Mi prendi in giro? - Chiese, facendo una risatina fredda, di scherno.
Bonnie batté i piedi a terra con rabbia e gli diede uno sguardo tagliente. - Non lo so, forse lo sei visto che vuoi tenermi là dentro a tutti i costi! - La sua voce si alzò di un'ottava e alcuni uccelli posati sugli alberi volarono via, impauriti.
Enzo respirò profondamente e con un gesto delicato le afferrò un polso e si piegò in avanti. - Non intendevo spaventarti. E' che fuori è pericoloso e se solo mi lasciassi spiegare...-
Bonnie lo interruppe senza lasciarlo finire e si liberò dalla sua presa. - Mi stai spaventando, invece! Tu sai cosa ho passato con Kai, conosci la storia del mondo prigione, eppure vuoi tenermi là per qualche ragione che non capisco e questo mi sta facendo andare fuori di testa! -
Enzo sgranò gli occhi per lo stupore e nella ragazza vide i ricordi della paura provata solo un anno prima in compagnia di quello psicopatico che l'aveva quasi uccisa. Improvvisamente si vergognò di se stesso. - Bonnie, ascoltami...Hai ragione.- Sospirò, tremendamente dispiaciuto.
Bonnie però non parve neanche sentirlo e la furia provata piovve dalla sua bocca come un mare in tempesta. - Si può sapere qual è il tuo problema? Io non sono la tua fottuta prigioniera! - Urlò, passandosi le mani tra i capelli. - Passo le mie giornate chiusa in quella dannata casa come un'appestata e adesso anche questo! -
Enzo inarcò le sopracciglia con fare contrariato. - Cristo santo, Bonnie! - Esclamò, infervorandosi. - Sei obbligata a farlo, visto che l'Armeria ti sta dando la caccia! -
Lei emise un grugnito incomprensibile e rise amaramente. - Questo lo so, lo so da un mese ormai! Ma spiegami perché non posso neanche farmi una passeggiata in santa pace! Spiegami che diamine sta succedendo! -
Le mani di Enzo si chiusero sulle braccia di Bonnie con uno scatto fulmineo. - Perché Alex e i suoi ti vogliono morta! Ti useranno e ti faranno fuori senza battere ciglio! Lo capisci? Eh? -
Tuonò, parlandole a pochi centimetri dal viso. Sentiva il sangue fluirgli nelle vene e una sensazione di totale impotenza che non riusciva a calmare. Lei aprì la bocca per replicare ma la richiuse subito.
- Quello che hai passato con Kai è davvero orribile. Non lo augurerei a nessuno. - Continuò Enzo, riducendo la voce in un sussurro e guardando sparire piano piano la confusione dal volto di lei. - Nella tua giovane vita hai combattuto più battaglie di chiunque altro...e ne sei sempre uscita. Ecco perché non posso sopportare che qualcuno ti faccia male, ecco perché voglio proteggerti! - Confessò, il respiro che gli si spezzava in gola.
Bonnie rabbrividì e rimase a fissarlo, incapace di proferire parola. Per poco le gambe non le cedettero di fronte alla sua vicinanza. Non sapeva cosa dire, né come comportarsi. Sapeva solo di voler alleviare il turbine doloroso che sembrava aver colpito il vampiro. Trattenendo il respiro e deglutendo ridusse ulteriormente le distanze muovendo un passo verso di lui e senza smettere di fissarlo.
Le spalle di Enzo si strinsero all'improvviso e lentamente la liberò dalla stretta. Sollevò una mano per posarla sul viso delicato della ragazza. - Devi continuare a prendere le pillole e stare attenta, perché Alex non si fermerà fino a quando non ti avrà catturato. - Disse, abbassando lo sguardo sulle labbra carnose e dischiuse che in quel momento avrebbe voluto solo assaggiare.
Lei annuì, frastornata. - Sì, non preoccuparti. -
Enzo le accarezzò la pelle morbida con il pollice. - Mi dispiace per prima. -
Bonnie gli rivolse un debole sorriso. - Non importa. E' tutto ok. -
Come se un incantesimo si fosse spezzato da un momento all'altro, Enzo arretrò rapidamente. - Devo andare. - Disse cupamente. Aveva bisogno di stare da solo e riflettere su ciò che era appena accaduto.
Bonnie sussultò, disorientata ancora una volta dal comportamento del ragazzo. - Aspetta, che ti prende? - Protestò, non riuscendo a nascondere la delusione.
Enzo si voltò verso di lei, senza smettere di camminare. - Ci vediamo presto. C'è...c'è una cosa che devo fare. - Prese l'auto e se ne andò senza guardare indietro.
Bonnie rimase a fissare la Cadillac che si allontanava sotto i suoi occhi, chiedendosi che cosa avesse fatto di male per meritare un simile trattamento.





Angolo Autrice:


Ok. Vi ho lasciati praticamente sul più bello. E probabilmente adesso avrete una strana espressione stampata in faccia. Perché Enzo ha agito in quel modo? Cosa lo ha spinto ad andarsene nel bel mezzo di una conversazione con Bonnie? Beh, diciamo che l'idea di perdere la strega lo agita parecchio, in più...la sua vicinanza lo ha confuso. C'è molta tensione sessuale, qualcosa che non riesce ancora a spiegarsi e a gestire. Non vi soddisfa la spiegazione? Non vi resta che aspettare il prossimo capitolo dove verranno svelate le carte e Bonnie si troverà a riflettere circa la situazione. Vi ringrazio per l'attenzione! A prestissimo :*


DS91

  
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