Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Miravel0024    03/07/2016    2 recensioni
Finalmente approdo anche in questo fandom!!!
Settima classificata al contest "Take a pictur and never forget" indetto da Sethmentecontorta sul forum di efp.
La storia prende spunto dal passato di Ciel, ovvero da ciò che accadde durante il periodo successivo all'incendio di casa Phantomive. Il tutto è partito da una mia supposizione (probabilmente sbagliata) che spiegherò meglio alla fine della storia.
- estratto-
Si pensa, che quando il cuore si spezza, sia come l'infrangersi di un vetro, io penso che assomigli più allo strapparsi di un stoffa. Quando il vetro si rompe è una cosa istantanea, netta, mentre lo strapparsi di una stoffa è più lento, simile al dolore che si prova quando si spezza il cuore. Il mio aveva iniziato a strapparsi dopo l'incendio, ed aveva continuato a strapparsi durante questi giorni d'agonia. Lui era l'unico che riusciva a risanare almeno un po' quello strappo. Ma ora lui non c'è più. E il mio cuore ha subito l'ultimo strappo.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate
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Autore: _KaRaSu_
Titolo: Hell on eart
Fandom: Kuroshitsuji / Black Butler 
Genere: Angst - Drammatico - Introspettivo
Personaggi: Ciel Phantomhive - Nuovo personaggio
Raiting: Giallo
Avvertimenti: Spoiler - Tematiche delicate
Introduzione: Finalmente approdo anche in questo fandom!!!
La storia partecipa al contest "Take a pictur and never forget" indetto da Shiri Sixteen sul forum di efp.
La storia prende spunto dal passato di Ciel, ovvero da ciò che accadde durante il periodo successivo all'incendio di casa Phantomive. Il tutto è partito da una mia supposizione (probabilmente sbagliata) che spiegherò meglio alla fine della storia.
- estratto-
Si pensa, che quando il cuore si spezza, sia come l'infrangersi di un vetro, io penso che assomigli più allo strapparsi di un stoffa. Quando il vetro si rompe è una cosa istantanea, netta, mentre lo strapparsi di una stoffa è più lento, simile al dolore che si prova quando si spezza il cuore. Il mio aveva iniziato a strapparsi dopo l'incendio, ed aveva continuato a strapparsi durante questi giorni d'agonia. Lui era l'unico che riusciva a risanare almeno un po' quello strappo. Ma ora lui non c'è più. E il mio cuore ha subito l'ultimo strappo.

 

Nonostante fossimo ammassati in quello spazio angusto, si moriva di freddo. Non era però, un freddo dovuto al clima gelido presente in quell'orribile sala per i sacrifici. Era un freddo che veniva da dentro, un gelo viscerale, che si faceva spazio divorando, senza pietà, fino all'ultima briciola, di quel sentimento detto speranza.

Ma cosa accade quando anche l'ultima briciola era stata divorata?

Cosa accadeva quando venivi completamente avvolto dal gelo?

Smettevi di essere una persona. Non eri più un essere vivente, non provavi più gioia o dolore, non provavi più niente. Diventavi un guscio vuoto, eri ancora li, ma non eri più tu. Eri vivo fuori ma morto dentro. E questo, fu l'unico briciolo di pietà che ci fu concesso in quell'inferno in terra.

Se non avevo ancora ceduto al gelo, se ero ancora me stesso, se ero ancora vivo, il merito era solo tuo. Ero terrorizzato, lo eravamo tutti, lo eri anche tu. Eppure, avevi ancora la forza di concedermi uno dei tuoi adorabili sorrisi, uno di quelli che riescono a rischiarare tutto intorno. Il tuo era uno di quei sorrisi che donano speranza. Ed io, da egoista qual'ero, ti volevo tutto per me. Forse fu per questo che mi fosti strappato via in quel modo orribile.

Ci avevano nuovamente costretto a ingoiare quella poltiglia disgustosa e collosa. Odiavo quando ci costringevano a mangiare quello schifo, strattonandoci, afferrando rudemente la stoffa dei miseri stracci che ci era permesso indossare. Ci ficcavano in gola l'imbuto, spingendoci direttamente nell'esofago, quella sostanza viscida e gommosa. Mi sentivo soffocare, avevo paura, volevo soltanto ranicchiarmi in un'angolo e semplicemente scomparire. Ma poi arrivavi tu, mi stringevi la mano e mi dicevi di stare tranquillo, perché mi avresti protetto tu. e io ti credevo, ti sorridevo anch'io, nonostante il mio sorriso non fosse paragonabile al tuo, e ci stringevamo la mano. Era un calore così piacevole, sapeva di casa, in quei brevi momenti entravamo nel nostro piccolo mondo personale, dove tutto era perfetto, dove noi eravamo ancora a casa, con mamma e papà, anziché rinchiusi in quel luogo tetro e gelido, avvolto dall'odore di sangue e morte. Ma ciò non poteva durare a lungo. Fu allora che accadde.

La porta della cella venne aperta con un orribile cigolio. Una grossa mano, dalle tozze dita adunche, si protrasse verso la sua esile figura. Quando me ne accorsi però, era già troppo tardi. Venne afferrato rudemente per un braccio e strattonato fuori dalla gabbia. Urlammo, piangemmo, tendemmo le nostre mani l'uno verso l'altro, chiamandoci con disperazione. Sapevamo che era tutto inutile, che ormai il nostro destino era segnato, non ci saremo più rivisti.                                                                                    
Il tempo parve rallentare fin quasi a fermarsi, le nostre urla e i nostri pianti disperati, mi giungevano ovattati. Fu gettato sulla dura e fredda pietra dell'altare e tenuto fermo dalle viscide mani di quei folli. Si innalzò una voce, seguita da mille altre, che si levarono una dopo l'altra, a formare un'inquietante coro, che intonò una strana ed oscura litania. L'aria parve scaldarsi all'improvviso, mi sentivo soffocare, il cuore batteva all'impazzata, mi parve di impazzire. Le voci crescevano d'intensità, rieccheggiando tra le mura.                                                                                                                                                
Uno di loro alzò un braccio, stringeva tra le grosse dita, un pugnale. Afferrai con forza le sbarre, strattonandole. Gridai pregandoli di fermarsi, inutilmente. Erano sordi a qualsiasi preghiera.              
Tesi la mano attraverso le sbarre, in un ultimo vano tentativo, di afferrare la sua, protesa verso la mia.

Il pugnale calò.

Sentì distintamente il pugnale recidere la stoffa e farsi spazio tra la carne e le ossa.                              
Fiotti di caldo sangue carminio, zampillò fuori dal suo piccolo petto, macchiando la sua pelle di porcellana. Colò lentamente sull'altare, donandogli una nuova sfumatura di rosso.                                    
Alcune gocce caddero dal pugnale, fin sul terreno.                                                                                                      
Tremante, alzai lo sguardo sul volto di colui, che per moltissimo tempo, era stato la mia ancora. Il sangue gli colava dalle labbra, aperte in un urlo muto. Gli occhi erano spalancati, un ultima lacrima scese leggera, andando a mischiarsi con il sangue, colando giù per il mento, fino alle clavicole, lasciando dietro di se, una scia scarlatta. 

Si pensa, che quando il cuore si spezza, sia come l'infrangersi di un vetro, io penso che assomigli più allo strapparsi di un stoffa. Quando il vetro si rompe è una cosa istantanea, netta, mentre lo strapparsi di una stoffa è più lento, simile al dolore che si prova quando si spezza il cuore. Il mio aveva iniziato a strapparsi dopo l'incendio, ed aveva continuato a strapparsi durante questi giorni d'agonia. Lui era l'unico che riusciva a risanare almeno un po' quello strappo. Ma ora lui non c'è più. E il mio cuore ha subito l'ultimo strappo.

Urlo.

Angolo di Miravel0024

Ed eccomi qui, come promesso, a spiegarvi come la mia testolina bacata abbia partorito... questo.
Rileggendo i vari flashback (spero di averlo scritto giusto) del passato di Ciel, mi sono accorta che in certe occasioni sembrasse che Ciel non fosse solo, ma in compagnia, specialmente nella scena in cui gli danno il cibo e qualcuno gli stringe la mano, li si vede quello che sembra Ciel, pero quando lui viene portato via per essere sacrificato la prospettiva rimane esterna e Ciel dice non portatelo via. Ovviamente il bambino che viene portato via è totalmente identico a Ciel, perciò ho pensato, e se Ciel in relata avesse avuto un gemello di cui nessuno si ricorda?! Ed è nato questo...
Spero di essere stata chiara e che la storia vi sia piaciuta. Mi raccomando fatemiu sapere cosa ne pensate e in caso qualcosa non vi fosse chiaro ( a volte non mi comprendo nemmeno io XD), non esitatemi a chiedere.
Ciauuu.



 

   
 
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