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Autore: Yvonne_Annie    04/07/2016    0 recensioni
-Ti sei mai sentito cosi bene da sembrare di essere in paradiso,ma allo stesso tempo sai di star sbagliando e di commettere un peccato abominevole?.-
-Se non li commettessimo non saremmo umani,devi solo amare il tuo peccato.-
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 6

Dopo quello che è successo ho fatto finta di niente, continuando a vivere per conto mio. È già passato più di un mese da quel giorno. Ancora non ci credo, sono andata a letto con una persona che non conosco minimamente e per di più un ricco figlio di papà. Quando lo guardo in faccia, mi sale un po’ lo schifo a pensare che sia stato dentro di me com’è stato dentro a tante altre.
Tutte le ragazze sperano di trovare il principe azzurro, innamorarsi e poi sposarselo, io ‘’un principe’’ in casa cel’ho ma non è come tutti pensano. Butta i suoi vestiti in giro, non pulisce niente, non cucina, mangia quello che compro, non fa mai la lavatrice, non butta mai la spazzatura. L’unica cosa buona è che non è quasi mai a casa e quelle poche volte che c’è, ci ignoriamo. Nessuno ha più avuto il coraggio di parlare con me, molto probabilmente perché hanno paura di essere presi di mira anche loro. Il gruppo di oche della facoltà mi hanno preso di mira dopo che si è diffusa la voce che ero andata a letto con Ethan. Ogni giorno ricevo tutti i tipi d’insulti e sono costretta a mettermi nel angolino più isolato dell’aula. Penso che siano gelose in quanto il mio coinquilino si diverte a girarsele tutte
Ho trovato un lavoro in un negozio di ciambelle e poi nel week-end lavoro nel pub vicino alla facoltà, ho fatto amicizia con i miei colleghi con cui a volte esco, però la maggior parte del tempo mi concentro a studiare e per cui non mi pesa non avere amici in università.  
Anche quando ero in Italia, non avevo molti amici, m’isolavano poiché credevano che fossi una ragazza ‘‘strana’’ per farci amicizia. Ho passato la maggior parte della mia adolescenza con mio cugino, eravamo sempre insieme. Inizialmente eravamo due innocenti bambini, poi si cresce e s’inizia a guardare il mondo con occhi diversi. Iniziai a guardarlo con occhi diversi, notai che le sue spalle iniziavano  a diventare sempre più larghe, il suo viso iniziava a  diventare sempre più virile e mascolino, stava diventando un uomo. Inizia a provare qualcosa di più di una semplice amicizia, inizia a provare quello che si chiamava ‘’amore’’. Eppure me ne vergognavo, quando a scuola si parlava del ragazzo che ci piaceva io, me lo tenevo per me e rispondevo ‘’nessuno’’.
Andrea era più grande di me, per cui iniziò ad avere esperienze con le ragazze. Era il don Giovanni della nostra città, ogni ragazza cadeva ai suoi piedi eppure era famoso per il brutto modo con cui trattava le ragazze. L’unica ragazza con cui trattava con riguardo ero io, mi guardava con occhi diversi. Una sera mi chiamo nel bel mezzo della notte, ubriaco, chiedendomi di vederci. Scesi di casa e lo trovai lì e andammo in un parco. Ci sedemmo e rimasi in silenzio e senza preavviso mi baciò. Da quell’innocente bacio passammo a baci più passionali  fino a spingerci sempre più in là. Andammo a casa sua e quella notte fu la più bella della mia vita. 
-Non dobbiamo dare spiegazioni a nessuno-
Ci addormentammo abbracciati e da quel giorno passo un anno di passione prima del giorno in cui sparì.

Molte volte mi perdo nei mie pensieri, penso a tante cose insieme senza pensarne a uno di preciso. L’altro ieri stavo pensando a come sia possibile, essere stupidi o per di più com’è possibile non accorgersene.

Guardavo le ciambelle davanti a me, ciambella ripieno di cioccolata, ciambelle alla vaniglia, ma le mie preferite erano quelle con le mandorle e i miei colleghi me ne lasciavano sempre una per la fine del mio turno. Quel giorno finì il mio turno alla mezza notte e due e mi diressi verso la mia solita ciambella ma dopo due morsi senti il mio stomaco rigirarsi. Provai a bere due sorsi ma dopo l’ennesimo morso di ciambella corsi verso il bagno, dove rigettai tutto. Un assorbente  nel cestino del bagno mi fece salire un dubbio terrificante. Controllai quando fu la mia ultima mestruazione ma mi accorsi che era stata più di tre mesi fa, di solito non le ho mai avute regolari ma mai avevano superato più di due mesi. Corsi alla prima farmacia notturna e comprai un test di gravidanza. Salì con rapidità tutte le scale e mi piombai in bagno.



 

Quella sera gli era andato più che bene, al club era riuscito a portarsi via una portoricana , non parlava molto l’inglese ma sicuramente non le serviva per conversare. La figa era quello che gli interessava delle donne, il resto era solo inutile. Con gli anni aveva imparato a conquistarle, molte andavano con lui per il suo nome, altre per la sua bellezza. Non gli importava niente, gli piacevano bionde, more, rosse. Amava il corpo delle donne, il seno, dove poggiare la testa.Non ne ha mai avuto una stabile, non ne ha mai voluto avere una. Perché accontentarsi di una sola persona quando puoi averne altre mille?
Voleva solo fottersi quella portoricana, voleva sentire le sue labbra sul suo immenso uccello.  La portò nel Campus, salirono le scale, la ragazza di cui non ricordava il nome continuava a stargli appresso, le sue mani erano già nelle sue mutande continuando a stimolargli l’orgasmo. Arrivarono alla porta di casa e aprì la porta.

Tutta la casa era sotto sopra, il divano ribaltato, le mensole per terra.
‘’ Saranno passati i ladri’’ pensò.
Spinse la portoricana da una parte e compose il numero della polizia ma un rumore lontano in bagno lo attiro.
Si avvicino sempre più e quelli che sembravano rumori confusi divennero sempre più simile a un pianto disperato. C’era la luce del bagno accesa e la porta semi spalancata. Fece un passo verso il bagno e quello che vide lo turbò.
La sua coinquilina era riversa per terra, con i capelli scompigliati, le lacrime che gli scendevano dagli enormi occhi verdi. Non l’aveva mai vista così, è sempre stata controllata nelle sue reazioni anche quando si divertiva a svuotargli il frigo. Piangeva come un bambino e teneva tra le due mani un oggetto lungo e bianco.
-Cosa è successo?- chiese
La ragazza riusciva solamente a piangere e a piangere e il ragazzo si innervosì.
-Cos’è? Ti ha lasciato il ragazzo?- chiese con sprezzo.
-Non voglio tuo figlio.- disse tra i singhiozzi.
- Infatti non ho un figlio.-   disse sempre più nervoso.
- Sono incinta Ethan.-  gli gridò con rabbia.
Il mondo gli cadde adosso.

  
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