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Autore: RosaDraco    04/07/2016    1 recensioni
Questo è un AU in cui tutti i dragon slayer sono in realtà dei draghi. Lucy, la protagonista, vive in una metropoli moderna dove nessuno crede più all’esistenza della magia, ma lei è una maga e sa che niente è come sembra. Questa è la storia di un incontro che cambierà la sua vita per sempre e della sua lotta per salvare Magnolia e Fairy Tail.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Maledetto gatto

E questo è l'ultimo capitolo di oggi, un capitolo pieno di suspense. È stato davvero divertente scriverlo, è stato come tornare agli inizi di Fairy Tail. Uno dei personaggi più importanti di questa storia sta per fare la sua apparizione, riuscite già ad indovinare di chi si tratta?



Maledetto gatto

Non appena il suo taxi superò l’incrocio con la settantaduesima, Lucy capì immediatamente che aveva sbagliato mezzo di trasporto. L’intera strada sembrava bloccata e il traffico procedeva a passo d’uomo nonostante ci fossero quattro corsie.

- Magnolia, la città che non dorme mai. - Sospirò la ragazza, appoggiando la testa rassegnata contro lo schienale - E la più trafficata del mondo! -

Quando alla fine Lucy arrivò a destinazione, al grattacelo di Love&Lucky, un’ora era già trascorsa dalla sua telefonata con Loke. Andava di corsa ma la ragazza si prese lo stesso un momento per accarezzare la statua del toro di bronzo che troneggiava in mezzo alla piazza. La chiave della costellazione del toro era una delle prime che aveva ottenuto e Lucy considerava l’animale un simbolo di buona fortuna.

- Fa che vada tutto bene. - Sussurrò prima di entrare; non aveva nemmeno idea di quello che doveva affrontare.

- Miss. Heartfilia! - Non appena la vide la donna alla reception si mise a gridare il suo nome - Il consiglio d’amministrazione la sta già aspettando in sala riunioni ... -

- Shhhh! - La ragazza la zittì pigiandosi un dito sulla bocca prima che attirasse troppo l’attenzione - Dimmi dove posso trovare Loke! - E fu allora che qualcuno l’afferrò per un braccio, trascinandola via dietro il primo angolo disponibile. Si trattava proprio del ragazzo con i capelli rossi, manager dell’azienda e allo stesso tempo spirito della costellazione del leone. Lucy lasciava che fosse lui ad occuparsi  di Love&Lucky fin da quando l’aveva ereditata perché Loke era uno degli spiriti più potenti con cui aveva un contratto e poteva rimanere nel mondo reale molto a lungo senza esaurire la sua energia magica. Lucy non era né un’appassionata d’economia né dell’azienda di ferrovie del padre ed era contenta che qualcuno facesse il lavoro per lei. L’unica ragione per cui non vendeva tutto era il fatto che la vita di molte famiglie dipendeva da lei.

- Ci hai messo un’eternità! - Sibilò Loke - Non sapevo più che scusa inventarmi con quegli avvoltoi! -

- Non l’ho fatto apposta! - Sibilò anche lei - C’era traffico! -

- Ti sei scordata dell’appuntamento! Ti avevo detto di venire qui un po’ prima per spiegarti cosa devi firmare! -

- E come facciamo adesso? -

- Improvvisiamo! - Esclamò Loke, spingendola questa volta dentro l’ascensore.

- Ottimo! - Ridacchiò Lucy con una punta d’ironia - Sono una scrittrice: inventarmi storie incredibili è la mia specialità! - Ma quando i due entrarono nella sala riunioni la confidenza di Lucy vacillò per un attimo. Il CdA di Love&Lucky era già seduto al tavolo, tutti con un bicchiere d’acqua e una pila di fogli davanti. Erano tutti ex colleghi di suo padre, uomini d’affari che avevano fatto la loro fortuna con l’azienda. La fissavano esattamente come fa uno stormo di corvi con una carcassa pronta da spolpare. Cinque vecchi corvi. Uno calvo e con gli occhiali, uno con una grossa voglia di vino sulla fronte e dei baffi imponenti, uno con dei lunghi capelli e la barba bianca, uno con i capelli corti e un rolex al polso e un altro che sembrava un vecchio rabbino in completo scuro. Anche se Lucy risultava l’unica proprietaria per le decisioni più importanti doveva fare i conti anche con loro, visto il gran numero di azioni che possedevano.

- Mi dispiace per avervi fatto attendere tanto. - Lucy si sforzò di ingoiare il groppone che le si era formato in gola mentre si sedeva a capotavola. Aveva delle buone capacità d’analisi e doveva confidare in quelle se voleva sopravvivere al duello - Loke puoi accendere la lavagna e mostrare a tutti di cosa stiamo parlando? - Avrebbe imparato l’argomento al volo.

La riunione con il CdA di Love&Lucky fu lunghissima ed estenuante ma alla fine i consiglieri furono costretti ad accettare la proposta di Lucy e Loke: il nuovo cantiere sarebbe stato finalmente aperto dando lavoro a molte persone.

Quando gli amministratori lasciarono la sala, ormai fuori era buio già da un pezzo.

- È stata veramente dura! - Sospirò il leone, accasciandosi sulla sedia più vicina. Lucy lo imitò, appoggiando la fronte sul tavolo - Dura? Ad un certo punto stavo per infilare la chiave di Aquarius nel bicchiere e di ordinarle di annegare tutti nella stanza! -

Loke ridacchiò mentre si immaginava la scena - Lo sai che se avessi disturbato Aquarius probabilmente avrebbe annegato anche noi? -

- È per questo che non l’ho fatto ... - La ragazza lanciò un altro sospiro - Mi sento distrutta, ho bisogno di qualcosa per riprendermi ... -

- Lo stesso vale per me. Ehi, Lucy? Guardami un attimo negli occhi, Lucy. - Lo spirito del leone si abbassò gli occhiali scuri ammiccando in modo sensuale - Se proprio hai bisogno di riprenderti, perché non vieni a bere qualcosa con me sta sera? -

Da quando aveva ottenuto la sua chiave, quella era perlomeno la duecentesima volta che Loke ci provava con lei e Lucy non aveva alcuna intenzione di accettare. Per quanto lo spirito fosse affascinante, Loke rimaneva un playboy senza scrupoli. - Lo sai che è contro le regole avere una relazione tra datrice di lavoro e dipendente? Mica vogliamo finire su qualche rivista con tutta l’azienda? -

- Ma Lucy l’amore vince tutte le barriere! Hai presente la storia di Romeo e Giulietta? -

- La conosco a memoria e per questo non voglio fare la stessa fine. - La ragazza si rialzò, afferrando la borsa che aveva appoggiato in un angolo - E poi non ti bastano tutte le ragazze con cui esci ogni settimana? Grazie al posto di lavoro che ti ho dato ti stai ripassando le migliori ereditiere di Magnolia! -

Loke incrociò le braccia dietro la testa, appoggiandosi allo schienale della sedia con un sorriso - Purtroppo ho il cuore tenero e non so dire di no ad una bella ragazza quando la incontro. -

- Adesso si chiama cuore tenero ... - Lucy scosse la testa salutando il compagno - Ci vediamo alla prossima Loke, non consumare tutte le tue energie a rincorrere le donne oppure potresti ritrovarti costretto a tornare nel mondo degli spiriti. -

- Non mi consumeranno così facilmente! - Ma Lucy si chiuse la porta alle spalle fingendo di non sentirlo. Quando arrivò alla base del grattacelo ormai la sicurezza aspettava soltanto lei per chiudere. Era tardissimo anche se le luci e il viavai a Magnolia non si fermavano mai e l’intera piazza era illuminata a giorno.

- Quei vecchi bastardi mi hanno rovinato la giornata. Non riesco a capire come mio padre facesse a giocarci a golf. Ho assolutamente bisogno di un bagno caldo e di un buon libro. - La ragazza infilò una mano nella borsa ma quando tirò fuori il cellulare per controllare l’ora scoprì che ormai si era spento da un pezzo.

- Questo affare costa 900 Jewel e non riesce a stare acceso più di 48 ore di seguito? - Per fortuna aveva una batteria portatile per le emergenze come quella, ma dopo aver frugato in ogni angolo Lucy fu costretta a richiudere la borsa con stizza. Era evidente che l’aveva lasciata a caricare attaccata al laptop.

- Che palle. - La ragazza tirò più su il bordo del cappotto. L’aria di notte era gelida e il suo respiro formava una nuvoletta bianca ogni volta che le usciva di bocca. Per tornare a casa aveva due opzioni: quella di chiamare un altro taxi oppure quella di prendere la metropolitana. Ma il traffico scorreva lento come sempre e non aveva alcuna voglia di rifare la stessa esperienza di quel pomeriggio. Alla fine Lucy scrollò le spalle e si avviò verso la fermata della metro più vicina. Non sapeva che a volte basta pochissimo, anche solo cambiare la strada, per cambiare il proprio destino.

- Uno per la linea C. -

Anche se c’erano diverse persone nella stazione il numero di passeggeri a bordo del treno era piuttosto ridotto e la ragazza trovò subito posto. Sarebbe stato un lungo viaggio dal Financial District fino a Central Park e Lucy si rassegnò appoggiandosi al finestrino.

Le luci delle stazioni scorrevano una dopo l’altra e ormai mancava davvero poco quando un gruppo piuttosto rumoroso decise di entrare nella sua stessa carrozza. Si trattava di sei ragazzi armati di lattine di birra e bottiglie di vodka. A giudicare dal modo in cui ridevano e parlavano ad alta voce era evidente che erano tutti un po’ troppo su di giri e un po’ troppo ubriachi. Uno di loro, un tizio con i capelli blu e un tatuaggio sulla fronte, si mise a fissarla. Le fece l’occhiolino e si leccò le labbra in modo ancor più provocatorio di quello che aveva fatto Loke. - Bellezza ... - Mosse un dito per chiamarla più vicino e Lucy si sentì attraversare da una specie di brivido ma si girò dall’altra parte, fingendo di ignorare lui e il grosso anello d’oro che indossava. Provava un immenso disgusto nei riguardi di quelli che, come lui, se ne andavano in giro a molestare le ragazze.

- 72nd Street. - Quando alla fine la voce elettronica annunciò la sua fermata, Lucy si alzò e si affrettò a scendere. Sperava di liberarsi dei suoi molesti compagni di viaggio ma con la coda dell’occhio notò che anche loro avevano deciso di scendere proprio nello stesso punto. La stavano seguendo? No, forse era solo un’impressione. Lucy si sforzò di mantenere la calma e di non farsi prendere dal panico. Il cellulare non funzionava e non poteva chiamare soccorsi ma nel peggiore dei casi aveva pur sempre la sua magia per difendersi.

- E poi manca solo poco a casa ... -

Arrivata in cima alle scale della metro, la ragazza scoprì che dopo una giornata serena, aveva ricominciato a piovere. L’acqua veniva giù goccia a goccia e anche se il ritmo era lento era evidente che presto si sarebbe intensificato. Non aveva un ombrello ma Lucy decise di incamminarsi lo stesso pur di non dividere lo spazio coperto coi suoi molestatori. Peccato che un poco di pioggia non bastasse a scoraggiarli. Il gruppo si incamminò subito nella stessa direzione che la ragazza aveva preso, confermando tutti i suoi sospetti. Per un po’ la seguirono camminando ad una certa distanza, poi cominciarono a fischiare e a chiamarla con sempre più insistenza. La strada era quasi completamente deserta eccezion fatta per qualche macchina che passava di tanto in tanto. La gente nel quartiere di Lucy andava a dormire presto, dopo una lunga giornata d’affari e non se ne andava a passeggio sotto la pioggia. Non c’era nessuno in giro per assistere alla scena, né qualcuno disposto ad intervenire.

- Ehi biondina hai bisogno di un ombrello? Vieni sotto il mio cappotto per ripararti! -

- Vuoi che ti riaccompagniamo noi a casa? -

- Perché non ci fai salire da te a bere qualcosa di caldo? -

- Con questo freddo abbiamo bisogno di qualcuno che ci riscaldi! -

Lucy strinse le labbra sforzandosi di non ascoltare nessuna delle offese che riceveva ma le voci del gruppo di ubriachi erano sempre più alte e fastidiose. Dopo l’ennesima provocazione il suo autocontrollo si spezzò e la ragazza si girò con uno scatto urlando a tutto il gruppo di andare al diavolo - Se state morendo così tanto di freddo datevi fuoco per scaldarvi! - Se voleva sbarazzarsi dei suoi molestatori  quello non era di certo il sistema adatto. I ragazzi le risposero ridendo ancora più forte e qualcuno di loro si mise a correre per raggiungerla e bloccarle la strada.

- E dai smettila di fare la difficile, vogliamo solo farti un po’ compagnia! - Il tizio con il tatuaggio provò ad afferrarla per un polso ma Lucy si ritrasse di scatto, evitandolo giusto per un soffio.

- Bora mi sa che non ne vuole proprio sapere di te! - Ridacchiò uno del gruppo e un altro gli fece eco - Forse sa che fai compagnia a troppe ragazze in città! Ahaha! - Il tizio di nome Bora li spinse entrambi via e Lucy appoggiò istintivamente una mano al fianco dove aveva nascosto le sue chiavi magiche, pronta a tirarle fuori per sbarazzarsi di quei brutti ceffi. Anche se lo spirito dell’Acquario aveva un pessimo carattere, sotto quella pioggia le sarebbe bastata una goccia di potere per stordire l’intera banda.

- Forse io e te non ci siamo capiti ... - Bora adesso aveva cambiato tono di voce: non stava più scherzando - Il nostro non è un invito che puoi rifiutare. Forse credi di poterci battere con la tua magia, ma sappi che noi siamo molto, molto più potenti di te. -

Alla parola “magia” il cuore di Lucy perse un colpo. Come mai sospettavano di lei? Che cosa aveva fatto per farsi scoprire? Forse erano anche loro dei maghi?

- So chi sei perché su di te il mio anello non ha effetto, si vede che hai qualche potere. - Le spiegò Bora muovendo la mano come prima in metro. Un altro brivido attraversò la schiena di Lucy ma questa volta la ragazza lo riconobbe per quello che era: non si trattava di semplice disgusto.

- Charm Magic ... - Sussurrò Lucy. Si trattava di un tipo di magia molto pericoloso, capace di ammaliare i cuori delle persone e di costringerle a fare qualsiasi cosa contro la loro volontà. Proprio per via della sua pericolosità il Consiglio aveva messo al bando quelle pratiche da più di cinquant’anni, ma erano molti quelli che continuavano a infrangere le regole.

- Esatto. - Bora le fece un grosso e disgustoso sorriso - Ma questo non è l’unico tipo di magia di cui sono esperto. - Il ragazzo aprì la mano e sul suo palmo si accese immediatamente un piccolo fuoco fatuo viola.

- La gente mi conosce come Bora Prominence e sono il master della gilda indipendente Titan Nose. -

- Intendi il capo di una banda criminale non riconosciuta dal Consiglio? - Sibilò Lucy ma il ragazzo non accettò la sua provocazione - Siamo semplicemente un gruppo di amici che fa da solo le proprie regole senza permettere agli altri di stabilirle per noi. E credimi, faresti meglio a fare come ti abbiamo detto se non vuoi scottarti. - Gli scagnozzi di Bora risero, ormai l’avevano accerchiata ma Lucy era pronta a tirare fuori le sue chiavi - Non ho alcuna intenzione di ascoltarti. Togliti dai piedi se non vuoi finire all’ospedale sta sera. Hai scelto male la tua preda: faccio parte di Fairy Tail e i maghi della mia gilda sono conosciuti in tutta la città per il loro brutto carattere. -

- Uhuh! - Ridacchiò Bora per nulla intimidito - Fairy Tail dici? Vediamo fino a che punto riesci a difendere l’onore della tua gilda,  piccola fata! - Il mago sollevò una mano, pronto a scagliare un incantesimo ma venne inaspettatamente anticipato.

- Non ti hanno insegnato che è pericoloso giocare col fuoco? -

Bora non fece nemmeno in tempo a capire da dove proveniva quella voce prima che una sfera infuocata schizzasse fuori dal buio e lo colpisse in pieno, scagliandolo a terra. Il ragazzo si ritrovò in un attimo con il cappotto in fiamme e fu costretto a mettersi a rotolare per spegnerlo. I suoi compagni si misero subito in allerta, girandosi in tutte le direzioni a caccia del loro nuovo nemico ma non riuscirono a reagire in tempo: una seconda e una terza palla di fuoco si abbatterono su di loro costringendoli a saltare per evitarle. Anche Lucy fu costretta a spostarsi dalla traiettoria degli incantesimi. Chi diavolo era? E da dove stava mirando? Dal buio di Central Park? Su un albero???

- Che c’è? Non avevate voglia di combattere? - Ridacchiò di nuovo la voce misteriosa mentre i compagni di Bora lo alzavano di peso e cercavano di bloccare gli attacchi con una barriera magica. Quella era l’occasione giusta per Lucy. Non aveva alcuna intenzione di scoprire chi era il nuovo arrivato che scagliava palle di fuoco su di loro come un cecchino impazzito. Approfittò della confusione per sfuggire all’accerchiamento ma proprio mentre correva via un gatto le tagliò bruscamente la strada. Forse stava cercando anche lui di scappare, rifugiandosi nei cespugli dall’altra parte della recinzione. Aveva uno strano pezzo di stoffa attaccato dietro la schiena e il pelo blu. O forse era solo una questione di luci e si trattava di un gatto nero? Invece di spostarsi il felino rimase bloccato sulla sua traiettoria, come uno dei tanti gatti che si fanno schiacciare sulla strada quando i fari delle macchine li accecano. Lucy si gettò di lato per evitarlo ma si ritrovò nel bel mezzo di una pozzanghera e i suoi tacchi slittarono inesorabilmente sull’acqua.

Una giornata cominciata scivolando sul pavimento bagnato non poteva finire diversamente. Saturno contro era davvero pericoloso: Angel aveva ragione. Gli ultimi pensieri di Lucy furono qualcosa del tipo: “Maledetto gatto!”  Poi la sua testa picchiò contro il duro bordo del marciapiede e tutto divenne buio.
  
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