Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: sihu    04/07/2016    2 recensioni
Le stagioni non sono solo scansioni temporali dell'anno (o degli anni) che passano ma scandiscono anche la vita di Jon e Sansa, ritrovati al Castello Nero dopo una separazione dolorosa e riscoperti più legati che mai. Dall'inverno che porta con sè la lunga notte alla tanto agognata primavera, e poi estate, autunno e di nuovo inverno, i corvi bianchi scandiscono il tempo, assistendo all'alternarsi di battaglie epocali e e della vita di tutti i giorni che riprende dopo la guerra.
Questa storia fotografa cinque momenti (quattro dei quali mai avvenuti): arrivo dei corvi bianchi annuncia l'arrivo dell'inverno, della primavera, dell'estate e poi dell'autunno e di nuovo dell'inverno, trovando Sansa e Jon, dopo tanti anni, ancora insieme.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jon Snow, Sansa Stark
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Estate


Il re sedeva solo sulla cima della torre di Grande Inverno.
- Sei sparito, tutti ti stanno cercando - mormorò Bran, congedando con un gesto il servitore che lo aveva portato sulla torre. 
 
Dopo anni di lotte interiori aveva finalmente fatto pace con se stesso e con la sua disabilità, accettando la speciale sedia che Tyrion Lannister aveva progettato per lui.  
Zoppo, paralitico, infermo. Lui era tutte queste cose ma era soprattutto vivo, a differenza di tutte le persone che non erano sopravvissuti al gioco del trono, ed era il Lord di Grande Inverno. Aveva dei doveri nei confronti della sua famiglia e nei confronti del Nord che Jon e Sansa avevano riunito unendo le forze.
 
- Scusami, avevo bisogno di stare solo per riflettere - rispose l'altro, abbozzando un sorriso.
 
Brandon fissò l'uomo che gli sedeva accanto. Sereno, fissava l'orizzonte e la distesa di erba di fronte a lui. Le nevi dell'inverno di erano ormai sciolte e l'aria primaverile stava per lasciare il posto all'estate. La prima dopo la Lunga Notte.
I due uomini erano cresciuti come fratelli e solo molti anni più tardi avevano scoperto di essere cugini. Per tutti era stato uno shock scoprire che il bastardo Jon Snow era in realtà il principe Jaehaerys Targaryen, cresciuto dallo zio Ned Stark lontano dagli occhi di Robert Baratheon, ma non per Bran e ancora meno per Sansa.
Lord Stark aveva sempre pensato che dietro lo sguardo arrabbiato e pensieroso del fratello ci fosse di più. Che meritasse di più che una vita di privazioni e sacrificio a guardia della Barriera.
Per Sansa scoprire la verità su Jon aveva significato rendere possibile la loro storia d'amore, passato rapidamente da proibito ed incestuoso a consentito ed auspicabile per legare il Nord ed il regno in modo ancora più solido.
- Stare solo non è un privilegio di cui può godere chi siete sul trono di spade - ribattè Bran, sorridendo, l'altro ricambiò.
 
Se qualcuno avesse salito le scale ora si sarebbe trovato davanti un panorama notevole: il Re di tutti i regni sedeva accanto al Lord di Grande Inverno, entrambi con lo sguardo perso oltre la linea d'orizzonte.
 
Per Jon - nonostante fosse passato abbastanza tempo dalla rivelazione il re non riusciva proprio a pensare a se stesso come Jaehaerys - tornare a Grande Inverno voleva dire fare un tuffo nella sua vita di prima. Prima del trono, prima della guerra e prima della morte dello zio Ned, l'uomo che lo aveva cresciuto e che aveva amato come un padre, e dei suo fratelli Robb e Rickon. La morte di quest'ultimo era il suo rimpianto più grande, ogni tanto quella scena - Rickon che gli corre incontro e le frecce che lo trafiggono a pochi passi dal fratello -  tornava a tormentarlo in sogno, ricordandogli che ogni guerra porta con sé molte morti innocenti.
 
- Ricordi quando eravamo piccoli? Io mi allenavo con papà a tirare con l'arco e tu e Robb ridacchiavate dei miei scarsi risultati - iniziò Bran, indovinando senza sforzo dove stavano vagando i pensieri del fratello. Anche senza usare i suoi poteri Bran aveva sempre avuto un fiuto speciale per capire Jon.
- Dicevi di voler entrare nella guardia reale ma avevi una pessima mira - ridacchiò il re, pensando a quanto fossero leggeri quei giorni, prima che re Robert venisse a rovinare tutto. In fondo la storia della sua vita avrebbe potuto riassumersi così: alla fine Robert Barathion doveva per forza rovinare tutto. Aveva distrutto tutte le persone che gli erano state più vicine: Lyanna prima, Ned poi, scatenando una guerra che aveva quasi distrutto e disperso Casa Stark, salvata solo dalla determinazione e dal coraggio di Sansa.
In quei giorni lontani, tuttavia, essere escluso da una cena ufficiale era la più grande delle offese, oggi Jon avrebbe dato il suo regno pur di vedere le persone che amava cenare a pochi passi da lui.
- Già.. Allora non avrei mai detto che sarei diventato lord di Grande Inverno e che tuo sarebbe stato il Trono di Spade. Ti mancano quei tempi? - chiese Bran, cercando lo sguardo del fratello.
Il re sospirò, pensieroso. 
Gli mancavano quei tempi? Certamente si. Potendo sarebbe tornato indietro nel tempo per cambiare le cose? Sorprendentemente no, se questo significava perdere tutto quello che cui aveva lottato. Sansa in particolare.
- Una volta avrei detto si, adesso però sono contento di come sia andata - rispose Jon, portando un braccio intorno alle spalle di quello che lui aveva continuato comunque a considerare un fratello minore.
 
Dei passi leggeri sulle scale interruppero la magia di quel momento, facendo quasi sobbalzare i due uomini.
- Ed ecco dove sono finiti il re ed il lord - esclamò Sansa, ansimando leggermente per lo sforzo di salire la lunga scalinata che portava in cima alla torre. 
- Sansa, che ci fai qui? Dovresti riposare - disse Bran, sorpreso e preoccupato che la sorella si stesse stancando più del dovuto. In risposta, la donna alzò gli occhi al cielo, esasperata.
- Bran, solo perché sono incinta questo non vuol dire che debba restare chiusa in una stanza tutto il santo giorno a guardare il soffitto - sbuffò Sansa, portandosi alla destra del suo re. Jon la guardò intensamente, uno sguardo pieno di amore e di protezione, e poi la tirò piano a sé, facendola sedere sulle sue ginocchia.
- Sei molto incinta, in realtà. Obiettò il fratello, osservando la pancia ormai evidente di Sansa che Jon cullava dolcemente.
Quando il re e la regina avevano annunciato l'imminente nascita, tutti i regni avevano esultato. La loro era la favola di cui tutti avevano bisogno per ricominciare e lasciarsi alle spalle la lunga notte.
Lui, principe bello e coraggioso cresciuto come il più bistrattato dei bastardo del nord fino alla scoperta delle sue vere origini e del suo vero nome, Jaehaerys Targaryen. 
Lei: prima figlia della famiglia che aveva cresciuto il principe Targaryen di nascosto dal re, venduta in sposa prima ad un nano per scherno e poi ad un pazzo per motivi politici.
In molti avevano sostenuto che il loro era il primo matrimonio di amore e non di convenienza da molto tempo, forse da quando Rhaegard Targaryen  aveva preso in moglie Lyanna Stark scatenando una delle peggiori ribellioni della storia.
- Siamo venuti a Grande Inverno proprio per questo - sospirò Sansa, accarezzandosi la pancia sotto lo sguardo del marito e del fratello minore. Ormai il suo tempo era agli sgoccioli e lei era decisa a godersi quegli ultimi giorni.
Dentro di lei stava crescendo un principe, oppure una principessa come sperava Jon. Nonostante fosse stato incoronato con il suo vero nome, Jaehaerys per Sansa lui aveva continuato ad essere semplicemente il suo Jon. Quello che l'aveva salvata in tutti i modi in cui una donna può essere salvata.
- Non per lamentarvi, ma perché? Voglio dire, per Sansa il viaggio da Approdo del Re è stato lungo e faticoso. Avreste potuto venire con il bambino una volta nato - disse Bran, grattandosi la testa. Jon sorrise, pensando a quanto la testardaggine della moglie avesse influito su quella scelta.
- La regina voleva che l'erede al trono nascesse qui nel nord, nella casa in cui siamo cresciuti - rispose Jon, mentre l'aria fresca del nord gli soffiava sul viso. In cima a quella torre, al fianco del fratello e stretta alla donna che più amava al mondo riusciva finalmente a sentirsi un uomo completo.
 
Pochi giorni più tardi il re camminava nervoso avanti e dietro lungo il corridoio di pietra che costeggiava il lato est del castello. Mai quel tragitto gli era sembrato così infinito ed il tempo così immobile. Aspettava da ore, sotto lo sguardo preoccupato ed insieme divertito di Bran, ma pareva fossero passati giorni, forse settimane. 
Alla regina si erano rotte le acque la sera prima, dopo cena ed il giorno era sorto da un po' quando la levatrice spalancò la porta, facendo sobbalzare il Re ed il Nord.
- Sansa? - chiese il re, preoccupato. La donna sorrise, tranquillizzando un preoccupato sovrano.
- Sta bene, è andato tutto bene. Entra pure - disse la donna, dolcemente. Jon si voltò verso il fratello, quasi a cercare coraggio, puoi spinse la porta e piano entro nella stanza dove Sansa aveva dato alla luce loro figlio. 
La regina era distesa a letto, esausta eppure bellissima come sempre. Emanava una luce particolare ed era felice come mai era stata in vita sua.
- È un maschio, Jon - disse Sansa, felice di essere riuscita a dare un erede maschio al suo re. Jon sorrise.
- Mi sarebbe piaciuto anche avere una bambina, con i tuoi occhi ed il tuo bellissimo sorriso. Forte e decisa, come le donne che hanno segnato la fine della lunga notte - rispose il re, accarezzando piano il viso del piccolo che al tocco del padre aprì piano gli occhi. Erano viola, gli occhi di un principe di casa Targaryen.
Sansa sorrise guardando i suoi uomini guardarsi così intensamente e porse il bambino al re.
- Tra poco tutti i Lord verranno a conoscerlo. Ha davvero bisogno di un nome - disse Sansa, lasciandosi cadere sui cuscini bianchi.
- Potremmo chiamarlo Eddar, oppure Rickon. Che ne pensi? propose il re, alzando lo sguardo sulla sua regina. Sansa sospirò, prendendo una mano di Jon tra le sue.
- Jon, la morte di Rickon non è colpa tua. E nemmeno quella di mio padre o di Robb. In guerra la gente muore - mormorò Sansa, decise a non lasciare che i brutti ricordi rovinassero quel giorno tanto bello.
- E poi, un principe Targaryen non può avere un nome del Nord. Deve avere un nome tradizionale, altrimenti chi sentirà Daenerys? - aggiunse la regina, sorridendo.
Jon sospirò, sapeva che Sansa avrebbe reagito esattamente in quel modo ma ci aveva provato. Quando pensava ad un nome per suo figlio riusciva a pensare solo a nomi di persone che per lui erano state importanti. La famiglia di suo padre, i Targaryen, era un'entità astratta e trovare un nome tradizionale era molto difficile.
- Cosa proponi? chiese Jon, accarezzando il viso della moglie.
Rhaego, come il figlio di Daenerys e Khal Drogo che fu maledetto dalla strega. E come tuo padre, Rhaegar Targaryen - rispose Sansa, decisa.
Jon ci pensò un attimo, poi sorrise. 
- Rhaego. Tu cosa ne pensi? chiese il re, stringendo a sé il piccolo. Il principe allargò i suoi grandi occhi viola e abbozzò una smorfia di approvazione. 
Guardando quella scena, Sansa di sentì la donna più felice di tutti i regni.
 
- Guarda Jon, un corvo bianco. È arrivata l'estate - sospirò Sansa, incantata dal volo del corvo.
- Sarà un'estate lunga e felice - ribatté Jon, baciando dolcemente la sua regina.
  
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