Fanfic su artisti musicali > Bangtan boys (BTS)
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Autore: ShioriKitsune    04/07/2016    3 recensioni
[Hitman/Hacker/Mafia!AU ; Taekook ; side!JiHope
Basata sul prompt: "A" is a hitman assigned to kill "B"]
Si potrebbe pensare che Jeongguk non avesse un cuore, per essere così indifferente davanti alla morte, ma la verità era che aveva capito una cosa sola della vita, ed era quella giusta: uccidi o verrai ucciso.
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Blow up louder!


(ssak da bultaewora, pow wow wow)




2.

«Per la settima volta, non sono io l'hacker che state cercando! Aish!».

Park Jimin grugnì, passandosi le mani tra i capelli.

Jeongguk l'aveva portato alla base qualche ora prima e, insieme agli altri, l'aveva sottoposto ad un serrato interrogatorio. Namjoon e Yoongi fissavano la scena in silenzio, pensierosi, mentre Jeongguk e Hoseok si occupavano delle domande.

«Okay, ascolta, ti crediamo», disse Hoseok all'improvviso, beccandosi un'occhiataccia da Jeongguk. “Cosa c'è?” gli domandò con lo sguardo, gli occhi grandi e falsamente innocenti. Il minore si limitò a sospirare e tornò a focalizzare la sua attenzione sull'intruso.

«Ammesso che tu stia dicendo la verità, devi dirci esattamente chi ha accesso al tuo appartamento. Se il segnale proveniva da lì, ci sarà un motivo».

Jimin si grattò la testa, curvando le piccole spalle. «Vivo solo da circa tre anni, da quando il mio ragazzo mi ha lasciato...».

Hoseok emise uno strano suono. «Mi dispiace, Jiminie! Dev'essere stato brut-».

«Hyung».

Questi si schiarì la voce, avvertendo la minaccia in quell'unica parola da parte di Jeongguk e fece segno all'altro di continuare.

«I miei genitori vivono a Busan e non vengono a trovarmi spesso, e i miei due unici amici non hanno proprio l'aspetto di hacker-»

«Questo sta a noi deciderlo», s'intromise Namjoon. «Dacci i nomi».

Jimin sospirò. «Kim Taehyung e Kim Seokjin. Conosco Taehyung praticamente da quando eravamo nella culla e vi posso assicurare che è un completo idiota, forse più di me».

«Non credo sia possibile», borbottò Jeongguk, ma l'altro finse di non sentirlo.

«Seokjin ed io siamo amici da meno tempo, e nonostante lui sia bello ed intelligente non credo che...». Si bloccò, all'improvviso, sgranando gli occhi e portandosi una mano al petto. «Oh mio Dio, non sarà mica Seokjin questo V che state cercando!».

Gli altri si scambiarono un'occhiata. «Quand'è stata l'ultima volta che è venuto a casa tua?»

«Uhm... ieri sera. Si è fermato fino a questa mattina, prima di andare a lavorare».

Hoseok si lanciò verso la sua postazione. «Potrebbe essere lui», disse, inserendo i dati nel database per scaricare tutte le informazioni possibili su questo nuovo indiziato.

«Dite che...? Aigoo! Mia madre mi ha sempre detto di stare attento alle mie amicizie!»

Jeongguk roteò gli occhi, perché questo ragazzo si rivelava più idiota ogni secondo che passava.

«Park Jimin», richiamò la sua attenzione Namjoon, lo sguardo severo. «Per adesso resterai qui, sotto controllo. Se ciò che hai detto è vero e tu non sei coinvolto, potrai tornare a casa quando questa faccenda sarà risolta, sotto la promessa di non rivelare nulla di ciò che hai visto o sentito. In caso contrario...».

Jimin rabbrividì, tappandosi le orecchie e decidendo di non voler sentire altro.

«Ah, e dovresti consegnarci il cellulare».

Jimin lanciò un'occhiataccia al minore, senza però contraddirlo. Quando gli porse l'apparecchio, Jeongguk si ritrovò a fissare la foto di due volti abbastanza familiari. Uno era proprio lì davanti a lui, ma l'altro...

Non avrebbe potuto dimenticare quel colore di capelli per nessuna ragione al mondo.

Voltò il telefono in direzione del proprietario. «Questo qui è Taehyung?».

L'altro annuì. «Un bel pezzo di manzo, eh? Se solo non fosse il mio adorato bro for life. Ma ehi, non pensarci nemmeno! Sta' lontano da quell'anima innocente e pura, prima di contaminarlo con i tuoi sguardi sexy e ghigni loschi».

Jeongguk roteò gli occhi, infilandosi il cellulare in tasca.

Che stramba coincidenza, pensò vagamente divertito mentre usciva, lasciando che per il momento il resto della squadra si occupasse della faccenda.

 

Una volta a casa, si distese sul letto a pancia in su senza preoccuparsi nemmeno di togliersi i vestiti.

Hoseok gli aveva detto di prendersi il giorno libero mentre loro si occupavano, con la collaborazione di Jimin, di scovare informazioni utili sul loro presunto uomo, Seokjin.

Stanco com'era a causa della sveglia anticipata, era bloccato in quel momento tra veglia e sonno quando il cellulare gli vibrò nella tasca ma no, non era il suo.

 

» Da: Taehyungie

“Minnie!!!! Dimmi che non sei così preso da Shingeki no Kyojin da non potermi neanche rispondere!!!! Devo dirti una cosa!!!!!”

 

Jeongguk fissò il cellulare per tre minuti buoni, chiedendosi perché esattamente avesse deciso di aprire l'sms invece di ignorarlo e basta, come qualsiasi altra persona sana di mente avrebbe fatto.

Non sapeva cosa fare.

Se avesse visualizzato e non risposto, Taehyung si sarebbe preoccupato per il suo amico – dando una rapida sbirciata alle precedenti conversazioni, non c'era stata neanche una volta in cui Jimin non gli avesse risposto – e il solo pensiero lo fece corrucciare.

Così, optò per l'unica soluzione praticabile.

 

« A: Taehyungie

“Bro!! Racconta!!”

 

Il minore storse la bocca a quel modo di messaggiare totalmente non da lui, ma doveva calarsi nei panni di Jimin...

 

» Da: Taehyungie

“Ho conosciuto un ragazzo, Jimothy!! Un Dio greco nel corpo di un ventenne. Ci siamo scambiati i numeri ma ho paura di scrivergli!!!!! >____< Che faccio se non mi risponde??? :( ”

 

Jeongguk esitò, sentendo le proprie guance avvampare.

Dio greco, uh, pensò, cercando di non sentirsi troppo lusingato.

 

« A: Taehyungie

“Dovresti scrivergli TaeTae. Se è veramente così bello come dici non puoi lasciartelo sfuggire, no?? ;)) E poi non puoi sapere se non ti risponderebbe, magari ti avrebbe scritto lui se gli avessi lasciato il tuo numero eheheh”

 

Il moro si rese conto della gaffe nel momento esatto in cui schiacciò invio.

Maledizione.

 

» Da: Taehyungie

“Come fai a sapere che non gli ho lasciato il mio numero???? Sono così prevedibile????”

 

« A: Taehyungie

“Ci conosciamo da quanto, Taehyungie??”

 

Quando la risposta seguente arrivò, ricca di emoticon divertite, Jeongguk si lasciò scappare un sospiro di sollievo.

Non passò molto prima che fosse il proprio cellulare ad illuminarsi, stavolta.

 

» Da: Sconosciuto

“Ehi, Jeongguk-ah! Sono Taehyung, uhm... ti ricordi, vero? Ci siamo incontrati stamattina... :)”

 

Jeongguk alzò un sopracciglio, sorpreso dal cambio di tono del messaggio. Sapeva scrivere come un ventiduenne, quindi. Ghignò, digitando la risposta.

 

« A: Taehyung

“Ciao Taehyung! Certo che mi ricordo”

 

Breve e conciso.

Beh, noioso anche. Il ragazzo storse il naso ma inviò comunque.

 

» Da: Taehyung

“Bene! Ahaha Senti, uhm, non vorrei sembrare affrettato ma non ho niente da fare e mi chiedevo se tu fossi libero... per quel caffè, ecco! :D”

 

Jeongguk non avrebbe mai ammesso, neanche a se stesso, quanto rapidamente rispose a quell'sms.

 

« A: Taehyung

“Okay. Al bar di stamattina tra un'ora”.

 

 

Il minore arrivò prima del previsto e, in quel lasso di tempo, iniziò a chiedersi se avesse fatto la scelta giusta.

Non era da lui cercare contatti con altra gente, né accettare così velocemente un invito. Si disse che era solo per noia, perché quella sera non avrebbe avuto niente di meglio da fare e che magari avrebbe potuto sfruttare l'occasione per scoprire qualcosa in più su Jimin e su Seokjin.

Spostava il peso ripetutamente da un piede all'altro, le mani nelle tasche dei jeans, in attesa. Decise alla fine di sedersi e impiegare il tempo con qualche gioco al cellulare, per evitare di pensare troppo.

«Non ti facevo tipo da LoveLive!»

Jeongguk alzò la testa e Taehyung era lì, sorridente. Forse addirittura più bello di quanto ricordasse.

Arrossì, infilando il cellulare in tasca.

«Cerco di tenere nascosto questo lato di me», ironizzò, ricambiando il sorriso. «Potrei perdere la mia aria misteriosa se qualcuno lo scoprisse, quindi non dirlo in giro».

Il maggiore ridacchiò, accomodandosi di fronte a lui. «Non temere, il tuo segreto è al sicuro con me».

Due bevande fredde e un pezzo di torta diviso in due dopo, i ragazzi sembravano andare più d'accordo del previsto. Jeongguk si stupì della vastità di cose che avevano in comune.

«Sono abbastanza turbato dallo scioglimento delle 4minute», ammise Taehyung con il volto crucciato.

Il minore annuì. «Mi aspetto un comeback di Hyuna con i fiocchi, almeno».

«Esatto! Il mio cuore non reggerebbe ad un'ennesima delusione!».

Ridacchiarono e continuarono a chiacchierare del più e del meno, ed ogni incertezza di Jeongguk sembrò sciogliersi come neve al sole. Come aveva anche solo potuto pensare che uscire con Taehyung non sarebbe stata una buona idea? Se solo avesse potuto, si sarebbe preso a schiaffi.

«Torno subito, Gukkie!», avvisò Taehyung, avviandosi verso il bagno.

Questi annuì, approfittando del momento per mandare un sms ad Hoseok.

 

« A: Hoseok-hyung

“Tutto bene con Park?”

 

Sospirò, mettendo il cellulare a posto.

 

* *

 

Jimin sentiva lo sguardo di Hoseok perforarlo. Si voltò, sollevando le sopracciglia. «Non posso andare da nessuna parte, non serve che tu mi fissi in questo modo. Mi metti a disagio».

Hoseok sbatté le palpebre e distolse lo sguardo, beccato sul fatto. «No, io.. uhm», ridacchiò, nervoso. «Stavo pensando che magari ti stai annoiando qui con me senza niente da fare, quindi magari potevamo fare conversazione per far passare il tempo». Fece spallucce.

Jimin sorrise.

«In effetti sì, mi annoiavo un po'. E tu? Non ti annoi qui, tutto solo ogni volta? Da quel che ho visto, sei l'unico che non ha il permesso di andare via».

Il maggiore si passò una mano sul collo. «Non è che io non abbia il permesso, solo che il mio lavoro è monitorare la situazione da questa postazione. Inoltre, al contrario di Jeongguk e Yoongi, non ho abilità sul campo, né il cervello di Namjoon per districarmi in situazioni complesse. Sono solo bravo con l'informatica», ridacchiò.

Jimin annuì, avvicinandosi a lui. «Dove sono gli altri, adesso?».

«Jeongguk ha la giornata libera, quindi sarà a casa a riposare. Yoongi e Namjoon sono in giro a fare dei lavori, non dovrebbero tornare prima di domattina».

Il sorriso di Jimin si trasformò in un ghigno. «Vuol dire che resteremo soli... fino a domattina?».

Il tono del minore lasciava davvero poco all'immaginazione. Hoseok arrossì, distogliendo lo sguardo. «B-beh, credo di s-sì, perché me lo chie-».

Ma non fece in tempo a terminare la frase che le labbra dell'altro catturarono le sue in un bacio che di casto aveva poco e niente. Sgranò gli occhi, senza però avere la forza di allontanarlo.

Quando Jimin interruppe il contatto, Hoseok rimase a guardarlo a bocca aperta. «C-cosa...?»

«Mi dispiace, Hoseok-hyung», iniziò il minore, un sorrisetto a piegargli gli angoli della bocca. «Sembri una persona interessante e in un'altra occasione mi sarebbe davvero piaciuto uscire con te, ma...». Lo guardò negli occhi, prendendogli il volto tra le mani. «Il lavoro è lavoro».

Detto questo, gli assestò un colpo così potente che Hoseok non ebbe neanche il tempo di chiedersi cosa stesse succedendo, prima di finire al tappeto.

Jimin si guardò intorno, l'espressione ingenua di prima ormai sparita dal suo viso. Legò il maggiore alla scrivania e lo imbavagliò, sicuro che non sarebbe comunque riuscito a riprendersi per un po'.

Dopodiché, tirò fuori dalla tasca una penna USB, infilandola nel computer.

 

COPIA DATI IN CORSO

 

Ghignò.

Era stato davvero facile, più del previsto.

In quell'istante, il cellulare di Hoseok vibrò.

 

» Da: Jeonggukie

“Tutto bene con Park?”

 

«Moccioso insolente», borbottò questi. «Ti farò pentire di avermi dato dell'idiota»

 

« A: Jeonggukie

“Tutto bene, Jeonggukie! Ci vediamo domani”

 

Jimin lanciò uno sguardo al computer ticchettando le dita sulla scrivania, impaziente. Quando la finestra sullo schermo avvisò che la copia era completa, estrasse la chiavetta e se la infilò nuovamente in tasca. Poi, dal cellulare di Hoseok, inviò un altro messaggio.

 

« A: Sconosciuto

“Che la missione abbia inizio”

 

Ghignò, sapendo che V avrebbe apprezzato la sua velocità, ed uscì dall'ufficio senza guardarsi indietro.

 

   
 
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