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Autore: _R5er    04/07/2016    1 recensioni
Frank. Nato in una famiglia veramente speciale.
Gerard. Un ragazzo davvero strano, avvolto dal mistero e dall'abbandono.
Qualcosa di davvero speciale, paranormale, li accomuna.
Dal testo:
«Sin da piccolo, le donne della famiglia ne avevano sempre parlato. Comunemente, lo chiamarono 'dono'.»,
[..]
«Ammetto che anche io ne ero un po' scettico, finchè un giorno vidi mia madre parlare al vuoto»
[..]
«..avrei voluto possederlo anche io il dono.»
[..]
«Il ragazzo si girò verso di me, regalandomi un sorrisone che per poco non mi stese, alzò la mano per farmi un cenno. Stordito e sorpreso, ricambiai veloce»
tsubaki x
Genere: Fluff, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Ray Toro | Coppie: Frank/Gerard
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sin da piccolo, le donne della famiglia ne avevano sempre parlato. Comunemente, lo avevano chiamato 'dono', perchè vedo-la-gente-morta suonava parecchio raccapricciante. Mia madre, zia, cugina e nonna ne erano dotate. Si, loro ce l'avevano.

La 'tradizione' del dono, se così può essere chiamata, era incentrata sull'essere in qualche modo, superiori. Sin dai tempi antichi, gli antenati della mia famiglia ne erano "vittime", e per questo portati ad essere capi o cose del genere di tribù e popoli. Il dono si rivelava solo nelle donne, per ogni nuova generazione. Il compito più arduo era il conviverci, non era molto simpatico sapere che non eri mai solo, che loro, i fantasmi delle persone decedute, fossero ovunque. Voleva dire che se facevi una doccia potevi non essere solo, se nel cuore della notte ti svegliavi, poteva prenderti un infarto vedendo che qualcuno ti fissava nel bel mezzo della tua camera.

Loro erano ovunque.

Sembravo sempre stare per i fatti miei, di non volerne sapere nulla, quando mia madre, mia zia, mia cugina e mia nonna ne parlavano. Invece ero curiosissimo, desideroso di sapere quanto più possibile. La maggior parte dei discorsi erano incentrati su quanti se n'erano visti nell'ultima settimana, o come si comportavano. Per la maggior parte, a detta loro, erano nostalgici della vita, ma ci fu un giorno, in cui la discussione prese una nuova piega.
Ero sempre li, a far finta di essere interessato ad un libro, ogni tanto giravo pagina per non destare sospetti, quando mia nonna disse qualcosa che catturò la mia attenzione tanto da ipnotizzarmi completamente.

«Loro sono ovunque, è vero, ma vi siete mai accorte del fatto che ne abbiamo a che fare tutti i giorni? Pensateci. Avete la spesa in mano, e state al telefono. Distrattamente vi cade la busta e tutto va a finire in terra. Ora, sappiamo che tre persone su quattro fingono di non aver visto, ma c'è sempre quello che, invece, corre da voi per aiutarvi. Il tempo di riprendere la busta, vi girate per ringraziare e quello è scomparso.»

Ero talmente preso dal discorso che scordai di girare pagina e fu in quel momento che nonna si voltò verso di me.

«Dovemmo mandarlo via?» sussurrò. Girai pagina. Quattro paia di occhi si soffermarono a scrutarmi a fondo.

«No mamma, Frank non ci presta la minima attenzione» disse mia madre.

Sta di fatto che quel discorso terminò. Non mi sarei mai aspettato di pensarci così a fondo, ne ero incuriosito veramente, avrei voluto possederlo anche io il dono. Sviluppai una mia teoria sul perchè solo le donne ne erano capaci; credevano in queste cose e soprattutto non avevano paura.

Ammetto che anche io ne ero un po' scettico finchè un giorno vidi mia madre parlare al vuoto. Discuteva qualcosa sull'andare via di casa. All'inizio credevo stesse preparando un discorso da fare a qualcuno, poi però la conversazione prese uno strano botta e risposta. Ero confusissimo. Mia madre si accorse di me e nascondendo l'evidente agitazione le chiesi di loro. Lei annuì e aggiunse che non c'era d'aver paura e che se ne stava andando. Sottolineò l'ultima parola guardando male il muro.

Da quel momento in poi ne fui sicuro. Ma tornando alla mia teoria, noi non vediamo queste cose perchè abbiamo paura. Per quanto lo desideriamo, inconsciamente, abbiamo paura. Avrei voluto discuterne con qualcuno, ma purtroppo dovevo tenermi tutto per me, se ne avessi parlato in giro mi avrebbero preso per folle, e comunque era un segreto di famiglia.

**
Angolino Autrice(?):
Heeeeey people.
Allora, comincio col dire che questa è la mia prima Frerard (non ci avevo mai pensato a scriverne una, che genio Sara.) e quindi se fa schifo non continuatela.
anyWAY, se vi piace lasciate una piccoliiissima recensione e.. buh, ci si vede al primo capitolo! 
bacii
 


tsubaki x

   
 
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