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Autore: ResurrectionMoon    04/07/2016    2 recensioni
Sakura socchiuse i dolci occhi verdi e sorrise al rumore ritmico dei piedi sul pavimento finchè ad un tratto questo si bloccò. Allora, afferrato il bastone, lentamente avanzò verso l’Uchiha, fermo all’angolo del corridoio e solo quando gli fu accanto, assieme proseguirono, mescolando i loro passi in un unico suono, sconnesso, imperfetto e scoordinato com’era stata la loro vita e la loro relazione e, nonostante tutto, presente, rimbombante nelle stanze vuote, univoco.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Il passo di Sasuke lo conosceva a memoria. Aveva passato gli anni ad ascoltarlo risuonare contro il parquet di casa loro.
Quando era in procinto di partire per uno dei suoi nuovi viaggi a tempo indeterminato, lei si raggomitolava sul futon, chiudendo gli occhi per non vederlo allontanarsi, ed ascoltava in silenzio gli stivali del suo uomo scomparire nella penombra del mattino presto. Cercava di memorizzare il suo andamento in modo da ricordarsene per i mesi a venire e saper percepire il loro ritorno prima di chiunque altro.
Ormai l’epoca dei pellegrinaggi era finita, rimanevano solo quei passi un po’ più lenti, seppur mai incerti. Rimanevano gli sguardi, ancor più silenziosi, ma non meno profondi. Rimanevano le mani, più larghe, più rugose, qualche volta intrecciate sotto le lenzuola, non più così passionali, ma dal tocco non meno deciso. Erano passati quasi 55 anni da quando si erano riuniti cioè da quando la loro vita di coppia era ricominciata, dapprima stentata ed incerta, poi più spontanea e priva di dubbi.
I passi si fecero più vivi finchè non la raggiunsero e lei, sollevando gli occhi sul riflesso nello specchio, colse il volto fine ed invecchiato di Sasuke coperto per metà da un ciuffo di liscissimi capelli brizzolati.
Quando le fu a pochi passi dalla schiena, lei gli sorrise, marcando maggiormente le rughe che le circondavano le labbra fini, appena rosate di rossetto.
Sasuke voltò leggermente la testa fino a premere il naso contro i capelli ormai bianchi di lei per inspirarne il profumo. Con una mano li accarezzò per tutta la loro lunghezza, giunta ormai alla vita un pò meno stretta di un tempo, e ne assaporò la morbidezza: non aveva mai smesso di essere la ragazzina vanitosa che aveva conosciuto,neanche ora che erano tanto diversi. E a lui faceva segretamente piacere che non fosse cambiata in tutto.
-Li hai fatti crescere-sussurrò.
Sakura emise una piccola risata.
-Sono mesi che non li spunto.
Sasuke annuì appena, come se affermarlo fosse difficile. Per lui era sempre stato complesso asserire le cose semplici e naturali ed, a quel pensiero dal retrogusto amaro che non gli era mai passato davvero, si rabbuiò.
Sakura gli diede una lieve gomitata nelle costole e gli mostrò il proprio sguardo divertito e determinato nello specchio. Col tempo aveva imparato ad essere meno melodrammatica con lui e a rispondere ai suoi silenzi con piccoli gesti piuttosto che lunghi monologhi. Sasuke le aveva insegnato ad agire, lo aveva fatto involontariamente anche in passato, quando quella notte di molti anni prima si era allontanato da lei per seguire il proprio obbiettivo di vendetta, spronandola a crescere e sviluppare le proprie capacità di ninja e di donna.
-Un tempo ti piacevano le donne con i capelli lunghi-sghignazzò con quella scintilla infantile nello sguardo che le illuminava il viso di tanto in tanto, riportandoli indietro nel tempo.
Sasuke si staccò da lei che non si mosse da davanti lo specchio e solo guardò la schiena ampia ed un po’ più curva di lui riflessa nel vetro, allontanarsi piano.
-Mi piacciono ancora -borbottò a bassa voce mentre camminava.
Sakura socchiuse i dolci occhi verdi e sorrise al rumore ritmico dei piedi sul pavimento finchè ad un tratto questo si bloccò. Allora, afferrato il bastone, lentamente avanzò verso l’Uchiha, fermo all’angolo del corridoio e solo quando gli fu accanto, assieme proseguirono, mescolando i loro passi in un unico suono, sconnesso, imperfetto e scoordinato com’era stata la loro vita e la loro relazione e nonostante tutto presente, rimbombante nelle stanze vuote, univoco.
-Cosa sorridi a fare, noiosa?-brontolò Sasuke con un tono burbero che non gli si addiceva più.
Lei ridacchiò ancora e poi gli prese l’avambraccio piegato contro il petto.
-Sei ancora in grado di reggere una signora o rischiamo di cadere entrambi?
Lo sentì stringere i muscoli per farle percepire la sua forza.
-Dovresti saperlo che ho il passo sicuro, Sakura.
A quella risposta le unghie laccate della mano dell’Haruno si conficcarono dolcemente nella carne alla quale erano aggrappate, in un muto gesto d’assenso. 

 
   
 
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