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Autore: Vanya Imyarek    04/07/2016    1 recensioni
Chad e Penelope sono finalmente riusciti nel loro intento: rubare la corona di Tolomeo e portarla al sicuro nella Piramide Arena. Ma questo non significa certo che il loro compito è finito: dovranno impedire, al contempo, che Setne risorga e che la giustizia faccia il suo corso, e questo implicherà un viaggio nel luogo più pericoloso del mondo greco.
Dopo una corona contesa tra più parti, i nostri eroi saranno alle prese, come da profezia, con uno spettro da fermare e, al contempo, non fermare.
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Servi del Kosmos'
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                                          CHAD

MI  GUADAGNO  IL  TITOLO  DI  PEGGIOR  FIGLIO  DI  TUTTI  I  TEMPI








Penelope è reduce da uno scontro con un mostro marino, e pensa per prima cosa a una brutta serie di libri.
 Non si preoccupa per il fatto di averci persi, non si chiede come faremo a ricomporre il gruppo, non si chiede se ci rivedremo tutti vivi: spera che dei libri che non le piacciono non diventino realtà. Okay. Nessun problema. Ci si può anche fare l'abitudine a queste cose.
 Comunque, mentre lei dava libero sfogo al suo senso di priorità, noi ci logoravamo l'anima con la preoccupazione e la frustrazione.
 "Merda!" strillò Sadie, scagliando la sua bacchetta contro la parete. Le rimbalzò addosso, e lei parve sul punto di scoppiare in lacrime. 
"Seguiamo il fiume" ordinò Carter. "Dovremo pur trovare segni del passaggio del mostro ... o anche la stessa Penelope ..." si interruppe. O magari il suo cadavere. Ecco, questo per dire quali fossero i nostri pensieri, anche se Penelope era ancora viva e vegeta. 
Mi sentii rassicurato dalla presenza di Carter, ad essere sincero: è un bravo leader. E speravo proprio che avesse ragione, quale che fosse il risultato il dubbio ci avrebbe solo rallentati. 
Ci incamminammo, ma purtroppo non avevo compagni di missione completamente scemi. 
"Mi chiedo solo perchè Ceto e Setne continuassero a dire di come Penelope avesse mandato il mostro marino quaggiù" meditò Carter.
 "E' vero. Non erano stati i due figli di Ade? Erano anche mezzi morti dopo, a quel che ho sentito" contribuì Sadie. 
Perchè ... perchè ... Penelope aveva avuto un breve scontro precedente con il mostro, durante il quale, a mo'di imprecazione, le aveva augurato di andare al Tartaro. Lei era stata messa fuori combattimento - i ragazzi si ricordavano che in quell'occasione era comparsa con uno strano ritardo? - ed erano sopraggiunti Nico e Hazel, che avevano avverato l'augurio della ragazza in un senso molto più letterale di quello che lei intendeva. Poteva andare? 
Aspetta, ma Nico e Hazel erano svenuti per lo sforzo, come si spiegava che Penelope, una volta ripresasi, non fosse corsa ad aiutarli? E soprattutto, perchè loro per primi non l'avevano vista? 
Il mostro marino aveva cambiato punto di approdo. 
Non aveva senso, non avrebbe avuto alcun motivo per farlo ... e intanto stavo perdendo tempo. Sarebbe stato più sensato che rispondessi subito, non dopo qualche minuto, neanche mi stessi inventando una balla su due piedi.
 E poi, c'era il piccolo problema che, come nella nostra migliore tradizione, al momento non avevo modi di comunicazione con lei. Avrebbero potuto interrogarla separatamente, e lei avrebbe fornito probabilmente una versione diversa. No, con tutta la mia inventività non potevo risolvere quella situazione. Mi toccava fare affidamento sulla Gufatrice. Evvai così. 
Nel frattempo, a furia di scarpinare, avevamo fatto più o meno la stessa direzione che Ceto aveva fatto prendere a Penelope. Come logica detta, arrivammo anche alla stessa destinazione. Solo che, nel nostro caso, nessuna dea gentile o presunta tale ci aveva preparati psicologicamente. 
Quindi, tanto per cominciare, ci ritrovammo davanti a questa graziosa casetta con la finestre a mo'di occhi. Sembrava che ci stessero guardando. Un po' inquietante.
 Potei sentire un borbottio nervoso di Sadie.
 "Suppongo che dovremo entrare lì dentro" mormorò Carter. A volte capisco perchè su sorella lo chiami Capitan Ovvio: la casa occupava l'intero spazio avanti a noi, anche il fiume vi si fermava davanti. Non potevamo andare da nessun'altra parte.
 "E ancora non abbiamo visto ..." 
A Sadie morirono le parole in gola. E io mi resi improvvisamente che c'era la possibilità che Penelope fosse morta. E ... non fraintendetemi, non è che io sia sociopatico ... era che fino a quel momento non mi ero neanche posto il problema, perchè avevo dato per scontato che fosse viva ... no, suona di nuovo male.
 Questa non so come spiegarla a chi non ha mai provato niente del genere. Il fatto è che quando Sadie disse quelle parole, mi resi conto che Penelope non era morta. Ne ero sicuro nel modo più assoluto: se avesse deciso di abbandonare il mondo dei vivi, me ne sarei accorto in qualche modo. L'avrei sentito, o qualcosa del genere. E l'avevo sempre saputo a livello quasi inconscio, ecco perchè non mi ero preoccupato più di tanto. 
Lo spiegai subito a Sadie, e lei si tranquillizzò visibilmente.
 "Ma allora, perchè non l'abbiamo vista?" obiettò poi.
 "Avrà pure raggiunto la riva, prima o poi. Avremmo dovuto incontrarla su una spiaggia ..."
 "Probabilmente è qui dentro" intervenne Carter, squadrando l'edificio di fronte a noi con aria piuttosto nervosa. "Avrà preferito non aspettare il nosto arrivo e cercare di raggiungere le Porte della Morte per conto proprio"
 Tesi più plausibile, il che, per quanto sapevamo al momento, non metteva in buona luce Penelope. Insomma, lasciarci lì a temere per lei ... uffa! Lo so che non potevi fare altro! Sto solo descrivendo lo stato d'animo generale.
 Entrammo. Ci ritrovammo davanti un corridoio buio, con a malapena l'illuminazione adatta a capire che posto fosse. Innumerevoli porte vi si affacciavano. Piuttosto cupo. I miei compagi di viaggio parvero via via sempre più destabilizzati dalla cosa: Carter sguainò il khopesh per buona misura, e Sadie iniziò a parlare a macchinetta.
 "Wow, qui qualcuno ha visto un bel po' di film dell'orrore! Qual'era quello con tutte le mani che sbucavano dal corridoio? No, comunque, non fa nemmeno tanta paura. E' solo lungo, buio e noioso. Oh dei, un altro?! Ma questo è voler mettere alla prova la nostra sanità mentale! Cos'è, vogliono anoiarci fino al punto di farci temere di vedere un'altro corridoio da film sfi ..." 
Una porta si aprì di colpo, sbattendo contro la parete, e i fratelli Kane urlarono.
 "Se non vi piace il nostro arredamento, potete anche dirlo una volta sola! Capiremmo lo stesso!" strillò colui che saltò fuori dalla porta: un tizio di una magrezza assolutamente impressionante. Cioè, quello che ho appena detto in realtà è un eufemismo: era come una mummia, pelle secca e bruna che avvolgeva uno scheletro, solo più magro. Sembrava quasi che la pelle gli stringesse le ossa, da quanto vi aderiva. 
"Ew" Sadie non potè fare a meno di lasciarsi sfuggire. 
Carter, in barba al non giudicare dall'apparenza strinse più forte l'elsa del khopesh. "Chi sei?"
 "E' vero, chi ..." intervenni io, poi rettificai il più cortesemente che potevo. "Cioè mi scusi. Non volevamo essere sgarbati. La situazione ci ha un po' fatti perdere il controllo"
 Ragazzi, tecnicamente eravamo noi ad esserci infiltrati in casa sua! Se qualcuno doveva fare delle domande, era lui! Okay, la reazione era giustificata, e poi vi siete corretti quasi subito con un atteggiamento simile al mio ... ve la si può perdonare.
 Comunque, neanche il tizio parve badarci troppo.
 "Avete del cibo?"quasi mi interruppe, prima di registrare la domanda. "Io sono Limos" 
Si chiamava Fame: suppongo che spiegasse lo sguardo avido che ci aveva piantato addosso ... oh cavolo, aspettate un attimo. 
"Ehm, sì, in effetti abbiamo qualcosina" annunciò Sadie, aprendo il suo zaino. "Potremmo fare un accordo: noi e offriremo parte delle nostre razioni, e lei ... ah!" 
Limos le era balzato addosso a una velocità sorprendente. Le strappò di mano lo zaino, Carter accorse e lo allontanò da sua sorella con un calcio, e quello scappò via un un angolo, frugando nel suo bottino. 
"Ehi! Il suo senso degli affari è perlomeno discutibile!" protestò Sadie.
 "Via di qua" mormorò Carter, e tutti approfittammo della distrazione del dio per darcela a gambe. 
Purtroppo, lui doveva aver già finito di spazzolare ciò che Sadie aveva nello zaino, e quasi subito sentimmo i suoi passi leggeri inseguirci. 
"Chi diavolo era quello?" chiese Carter mentre correvamo.
 "Dal nome, direi l'incarnazione della Fame" ansimai. "Non credo sia conveniente cercare un accordo" 
"Grazie, non se ne era accorto nessuno" brontolò Sadie.
 Una porta si aprì e ne uscì una donna dalla corporatura meravigliosamente normale. 
"A chi devo tutto questo caos?" ci domandò con la versione da serial killer di un sorriso amorevole. Le sfrecciammo davanti senza risponderle. 
Temo sia stato un grave errore. 
"Mezzosangue attaccano!" sentimmo poco dopo strillare dalla stessa voce. "Hanno aggredito Limos! Dovrebbero essere nel gineceo!" 
Uh, quella casa era organizzata secondo standard un po' antiquati. Diverse porte si spalancarono, ma noi non ci fermammo. Colsi di sfuggita l'immagine di una donna che sembrava brillare di luce propria, un'altra dall'aria incredibilmente comune, e di punto in bianco, per qualche motivo, ci ritrovammo inseguiti da una muta di cani. 
"Chi è la dea della ..." Sadie fece una grossa pausa per riprendere fiato "caccia qui?"
 "Artemide" risposi. "Che non c'entra niente con Nyx" 
Finalmente i corridoi finirono, e ci ritrovammo a scendere per una rampa di scale. E qui le cose si fecero più difficili: noi eravamo costretti a rallentare, quei maledetti cani si lanciavano addosso a noi in tutta tranquillità. Sentii uno strillo, qualcosa di incredibilmente pesante mi si lanciò addosso, gli allungai uno spintone e rischiai di cadere giù dalla rampa. Vidi un cane farlo, in effetti.
 Sadie urlava incantesimi a gran voce, facendo saltare povere bestioline infernali uggiolanti da tutte le parti. Io corsi ad abbracciarne una, polverizzandola con tutto il mio affetto, e mi ritrovai faccia a faccia con una donna dagli occhi enormi e stralunati. Sul serio, era la cosa che più si notava di lei: questi occhi così grandi che parevano sul punto di invadere tutto lo spazio attorno a te ed inghiottirti
. "Fluttershy, no! Adesso tuo padre mi sente!" La proprietaria degli occhi in questione mandò il loro effetto fuori dalla finestra con queste due frasi.
 Non ebbi tempo per pensare alle implicazioni della frase, mi limitai a scagliare un coltello contro la signora. Lei lo evitò con uno strillo, e qualcuno mi afferrò per il collo della maglietta.
 "Corri!" urlò Sadie, prima di precipitarsi giù dalle scale trascinando suo fratello per un braccio. Non c'erano cani in vista e mi affrettai a seguirla. 
Carter mi rivolse un sorriso a trentadue denti. "Hai un canguro volante intorno alla testa!" mi informò allegramente.
 Per un istante, mi guardai perfino attorno.
 "Ehi, ma cosa sta dicendo?" chiesi a Sadie, una volta realizzata la piena improbabilità dell'evento.
 "Non lo so. Uno di quei cani l'ha morso, ed è leggermente peggiorato rispetto al solito"
 "Super Chihahua" dichiarò Carter con solennità. Okay, chi aveva cani che potevano farti impazzire ...? Be', la Follia. 
"Credo che siano i cani di Lyssa" spiegai a Sadie. 
"Alyssa?" chiese lei, molto disturbata dalla cosa.
 "No, la-contro il muro!" 
Un vaso si schiantò sulle scale. Bene, almeno sapevamo che questi dei erano praticamente alla frutta.
 Finalmente quella maledette scale finirono: non è facile da spiegare l'assoluta bellezza del correre su terreno piano a chi non è mai stato in queste situazioni. 
Ci ritrovammo in una stanza, oltrepassammo la prima porta che ci ritrovammo davanti, ed entrammo in una stanza dove trovammo ... diciamo un soggetto che mi fece venire un colpo. 
Di tutti quelli che avevamo visto fino a quel momento in quella casa, fu il meno difficile da identificare: era praticamente il mio sosia, solo dall'aria decisamente più adulta e con un paio di ali nere aggiuntive. Per un mezzo secondo sperai che si trattasse di Hypnos, prima di rendermi conto che sembrava sveglissimo.
 Ah ... e a questo punto come avrei dovuto comportarmi? Vedere come si sarebbe comportato lui e regolarsi di conseguenza, cercando il modo migliore per ingraziarselo.
 Per i primi istanti, Thanatos era rimasto stupefatto quanto me, probabilmente l'unico motivo per cui avevo fatto in tempo a pensare a qualcosa; si ricompose alla svelta, però, e fece per dire qualcosa ... e Carter decise di intervenire. 
"E' un gigantesco ... pollo! Magari è amichevole!"
 Non potei fare a meno di sbattermi una mano sulla faccia.
 "No!" riuscii a emettere sotto forma di grido strozzato. "Lo perdoni! E' stato morso da un cane di Lyssa. Non ha idea di quel che dice" 
"Non ce l'ha neanche quando è normale, se è per questo!" Sadie sentì il bisogno di commentare. Stava mettendo la sua giacca in faccia a suo fratello: gli avrebbe impedito di parlare. Probabilmente anche di respirare, ma magari era quello il punto. 
Ora, con questo siparietto non so che impressione avessimo fatto su Thanatos, ma probabilmente non gli sembrammo abbastanza pericolosi da scatenare tutto quel putiferio.
 "Nessun rancore" replicò lui con aria appena leggermente spiazzata. "E voi in questa casa stareste ...?"
 "Inseguendo Setne" risposi, prima di chiedermi se fosse il caso di aggiungere che avremmo dovuto impedire al fantasma di prendergli il controllo delle Porte. Magari non gli sarebbe piaciuto sentirselo rinfacciare. Gli altri dei intervennero, impedendomi di scegliere l'opzione diplomatica migliore.
 "Qui!" strillò Lyssa, precipitandosi nella stanza. Vide Thanatos e mi indicò. "Ha ucciso Fluttershy!"
 "Legittima difesa" replicai io. 
"Sorella, calmati" mio padre tentò di fare da mediatore. "Hai altri cani. Questi ragazzi sono stati costretti ad attraversare la nostra casa. Guarisci quello che è stato morso e lasciali andare"
 "Mai! Non posso perdonare quello che è stato fatto alla mia povera Fluttershy!" 
"Ti regalerò un bullterrier" 
"Non pensare che tutto ciò che muore possa essere rimpiazzato!"
 "Lungi da me. Un pincher"
 "Andata!" strillò Lyssa tutta contenta. Scansò Sadie, si avvicinò a Carter e gli diede un pugno in faccia. 
Lui cadde all'indietro e si guardò attorno, confuso. "Perchè ho un blackout nella memoria?"
 "Perchè è molto meglio così. Se ti ricordassi le cretinate che ti ha fatto fare quel cane, potresti prendere ispirazione" borbottò Sadie. Certo che stavamo facendo del nostro meglio per presentarci come persone serie e responsabili, su cui mio padre poteva fare affidamento per le sue Porte.
 Idea! Io sarei stato quella persona. Se adesso avessi iniziato a comportarmi in modo serio e razionale, in contrasto con quei due quelle caratteristiche sarebbero risaltate molto di più. Thanatos avrebbe probabilmente concluso che qualcuno con un po'di sale in zucca lì c'era. E tra l'altro, questo atteggiamento avrebbe richiesto una certa dose di distacco, cosa di cui in quel frangente avevo molto bisogno.
 "D'accordo, d'accordo" intervenni. "Discuteremo dopo il quoziente intellettivo di Carter. Adesso, perchè non tentiamo di riprendere la missione, per quanto delle divinità inferocite alle calcagna possano consentircelo?" 
Quasi per dare più urgenza alle mie parole, la donna col sorriso da serial killer fece irruzione nella stanza. Si guardò attorno e mise il broncio. 
"Non è possibile" si lamentò. "Questi si sono introdotti qui di nascosto, hanno aggredito Limos quando ha cercato di fermarli, e solo per i favoritismi di Thanatos nessuno li sta attaccando? Ma quanto fa schifo questa famiglia?"
 "Posso far notare che Limos non stava cercando di fermarci quanto di mangiarci?" mentii. 
La dea mi guardò male. "Per lui è la stessa cosa!"
 "Povero, l'abbiamo frainteso!" commentò Sadie. Carter le tirò una gomitata. Credeva che per me gestire la situazione da solo avrebbe avuto un qualche significato particolare?
 "Eris, io non faccio favoritismi" ribattè mio padre, ora decisamente seccato. "Chiunque altro, ma non io. Sto solo impedendo una violazione nel mio ambito di competenza"
 "In una situazione che guarda caso comprende tuo figlio" replicò Eris in tono di scherno. "Per l'Erebo, mi stai diventando sempre di più come la versione di Terry Pratchett"
 "Terry Pratchett!" esclamò Lyssa tutta contenta. "Secondo lui sei una ragazzina ... o uno scheletro che parla in stampatello e si veste da Babbo Natale? Non mi ricordo" 
L'atteggiamento di Thanatos era passato da 'calmo e pacato' a 'scazzatissimo'. Wow, Eris sapeva proprio come dare sui nervi a qualcuno.
 "Di che stanno parlando esattamente? Lei si veste da Babbo Natale?" chiese Sadie con un sorrisone. Certo, Sadie, mettiti a prendere in giro gli dei, specie quelli che sono gli unici dalla tua parte al momento. Fu il turno del fratello a tirarle una gomitata. 
Mio padre comunque la guardò malissimo, ma tentò di mantenere la calma. "No, è la trovata di uno scrittore che si crede comico. Non date mai retta a Terry Pratchett"
 La porta al lato opposto della stanza si spalancò di colpo, sottolineando drammaticamente queste parole. Penelope si precipitò nella stanza, ansimando pesantemente e guardandosi attorno con gli occhi sgranati. 
"Penelope!" gridò Sadie, correndo ad abbracciarla. La mia compagna di missione era così stravolta che rimase lì imbambolata, cercando di capire cosa stesse succedendo.
 "L'avevamo persa per strada per colpa di un mostro nel Cocito" spiegai alle divinità interessate. 
"Stai bene?" si degnò di chiederle il solo Carter. 
Lei annuì. "Ho solo avuto qualche problema ... con abitanti della casa di difficile identificazione" 
"Ma allora è un trend combinare guai qui dentro! Fratello, sei davvero sicuro che queste persone abbiano le intenzioni che dichiarano?" 
"Scendere nel Tartaro unicamente per combinare guai nella casa di Nyx non sembra adatto a chiunque non sia in vena di suicidio assistito" replicai. 
"Non lo siete?" si informò mio padre. Mi augurai che stesse scherzando. 
"Per il momento no. Comunque, se qualcuno ha eventuali dispute sull'ucciderci o meno, potrebbe cortesemente affrettarsi e farci avere il responso al più presto?"
 "Chiederci una mossa è difficile, ragazzo. Avete idea di quanto sia equivoca la vostra situazione?" borbottò Eris.
Giusto per complicare un po' le cose ulteriormente, una donna e un ragazzino entrarono da dove era arrivata Penelope. La donna non la conoscevo, ma il ragazzino attirò immediatamente la mia attenzione. Lineamenti rozzi, capelli castani e occhi stolidi: Samuel Peller, l'assoluto imbecille per cui mia madre aveva dovuto dare la vita. 
Cosa ci faceva lì? L'avrei ammazzato se mi veniva ancora un po più vicino con quel suo muso da idiota - no. Adesso capivo. Meno male che avevo ascoltato le descrizioni di Nemesi, o avrei finito per tirare un coltello a una divinità.
 "Non provarci nemmeno, Apate!" gridò la donna.
 "Parli da sola, sorella?" le chiese Lyssa, con molto interesse per la questione. Penelope tirò un sospiro di sollievo. 
"Non farti ingannare!" la fulminò Apate. "E' abbastanza intelligente da usare gli stessi trucchi di Nemesi"
 "Uhm, sicuri che Apate avrebbe il potere di farlo? E poi, Lyssa, ti pare che Sofrosine parlerebbe così?" intervenne Eris. 
"No!" strillò Lyssa. "Sofrosine mi vuole bene! Apate, vai a impiccarti se pensi di poter rovinare la mia relazione con lei!"
 "Io non sto rovinando nulla e non sono Apate. Ti stai facendo sviare da Eris, sorellina"
 A questo punto fu Eris a replicare irritata, ma non seguii, perchè qualcuno mi appoggiò una mano su una spalla. Era mio padre, che mi indicò la porta da dove noi eravamo entrati. Uh, sembrava quasi che Eris si fosse messa di colpo dalla nostra parte, per crearci una così bella distrazione.
 "Ci sono un po' di umori volubili da queste parti" commentò Sadie, per poi guardare storto Nemesi. "Scommetto che tu non sei davvero Drew. Sei stata zitta tutto il tempo, e lei non sarebbe mai così intelligente da farlo" 
Stai dicendo che le persone silenziose sono intelligenti? Sadie, non sottovalutarti così tanto, su.
 "No, infatti. Ho semplicemente l'aspetto di questa persona di cui ti vuoi vendicare così tanto" replicò la dea. A tal proposito, perchè doveva restare così? Non mi piaceva l'idea di stare vicino a Peller senza insultarlo o suonargliele. "Io sono Nemesi"
 "Dea della vendetta" ricordò Carter. "Abbiamo visto la sua capanna al Campo. Vuole aiutarci anche lei?"
 "Non sono solo la dea della vendetta" chiarì l'interessata. "Il mio compito è accertarmi che ognuno abbia ciò che gli spetta. Sono la garante dell'equilibrio. E a Setne non spetta di attraversare le Porte di mio fratello e diventare un dio"
 "Concordiamo tutti in pieno" garantì Sadie. 
"E per questo, mi ritengo in dovere di aiutarvi come posso, facendovi trovare buoni alleati dovunque arrivi il mio potere"
 Eh? 
"E' la prima volta che vi scontrate contro Setne?" si informò mio padre. Mi ci vollero un paio di secondi per realizzare che si stava riferendo specificamente a me.
 "Solo i due egizi. Da quando questa storia è iniziata, Setne non è mai sceso in prima linea" risposi, anche se avrei preferito meditare su quello che aveva detto Nemesi. "Abbiamo subito un paio di invasioni da parte dei suoi tirapiedi, però. Se le ha pianificate lui, almeno abbiamo una minima idea di come pensi" 
"Quindi siete scesi quaggiù senza un'idea ben chiara di cosa possa fare?" chiese lui, in tono più incuriosito che indignato.
 "Be', sì" risposi. Dove voleva andare a parare? Voleva sapere se mi fossi imbarcato in quella missione per lui, o cose del genere? E in tal caso, io come avrei dovuto reagire? Magari potevo trovare una qualche idea per portarlo ad aiutarci anche in altre occasioni?
 "Come mai?"
 Niente favoritismi! Non avrebbe apprezzato una cosa simile, aveva detto prima che non gli piacevano. Ero una persona nobile dal forte senso del dovere. 
"Perchè era la cosa giusta da fare" risposi (cos'avrebbero detto Percy o Carter? Mi sarebbe tornato comodo immedesimarmi). "Setne non può tornare in vita e trasformarsi in un dio una volta morto. Semplicemente non è come devono andare le cose. E se mi viene offerta la possibilità di impedire che ciò accada, devo prenderla"
 Mio padre annuì. "Hai ragione. Tutti hanno bisogno di morire, e non bisognerebbe neanche cercare di evitarlo, tanto meno tentare di tornare in vita. E' contro ogni legge divina o degli Inferi ... o meglio, più degli Inferi, che i potenti Olimpi di tanto in tanto si dimenticano di come devono andare le cose" 
Mi tornò in mente quel particolare caso di Alcesti, da cui mio padre aveva ricavato una violazione dei suoi diritti e un bel po' di botte, stando a Euripide. Be', Apollo aveva avuto torto marcio, e comunque era vero che era un corrotto. Continuava ad esserlo. Come mai certe malattie sono scomparse da noi e nel Terzo Mondo ci sono ancora, eh? Sul serio, era snervante come nessuno sembrasse far caso alla parzialità con cui gestiva la sua arte.
 "Ho presente. Ma suppongo che ciascuno sia naturalmente più inclinato a preccuparsi dei propri interessi" 
Sarò riuscito a porre la frase in modo abbastanza ambiguo da dare ragione a mio padre senza bestemmiare come un turco? Chissà. A giudicare dal suo mezzo sorriso, sì. 
Però quel discorso mi fece pensare a Sisifo. Aveva detto che mio padre non aveva avuto problemi a portar via l'anima di mia madre, quando era stato il suo momento di morire, e quando sarebbe stato il mio, non avrebbe avuto esitazioni. Evidentemente, quello era il diretto interessato che mi spiegava le cose dal suo punto di vista. 
E non so se qualcuno di voi sia sorpreso di sentirlo, ma non me la presi con lui. Faceva il suo dovere, ed era la cosa più normale. Perchè avrei dovuto portargli rancore, piuttosto? 
Invece, mi stava venendo un'idea. Era un po' un azzardo, ma se proprio non fossimo riusciti a bloccare Setne ... potevamo assicurarci un altro modo in cui lui non finisse negli Inferi giusti. 
"Se posso chiedere" esordii. "Se non riuscissimo a fermare Setne, e lui tornasse in vita attraverso le sue Porte, chi si occuperebbe di lui una volta morto? Tecnicamente appartiene alla civiltà egizia, ma essendo tornato ai viventi tramite quella greca ..." 
"Non avevo considerato la questione" commentò mio padre. "Ma suppongo che ne discuteremo io e Anubi al momento opportuno. Ma preferirei che non lo lasciaste passare" 
"Sto solo considerando tutte le possibilità" replicai. "Del resto, se proprio uscisse, sarebbe meglio che morisse il prima possibile"
 Ecco, questo speravo avrebbe messo un tarlo in testa a mio padre. Se la situazione non si fosse risolta abbastanza in fretta, magari avrebbe potuto pensare di gestire le cose personalmente ... come morto tornato in vita, avrebbe potuto considerare Setne nel suo ambito di competenze. Anche se questo avesse significato portar via un'anima che apparteneva a un altro dio della morte. Non un granchè come piano, piuttosto una specie di speranza di riserva.
 "Certo, questo significherebbe -oh, credo che abbiamo questioni più immediate da gestire"
 Nel corso di tutta questa chiacchierata, dovevamo aver attraversato metà della Casa della Notte, come minimo. Non avevo tenuto il conto di tutti i corridoi e le stanze che avevamo attraversato. Adesso, però, mi toccò riportare l'attenzione su dove fossimo, perchè quel luogo comprendeva anche una donna altissima, con la pelle scura e un vestito blu punteggiato di luci. Pareva un cielo stellato ... ciao, nonna.
 Nyx ci guardò tutti malissimo.
 "Hai deciso di offrire un giro turistico anche a tuo figlio e ai suoi amici?" esordì, fissando mio padre.
 "Assolutamente no -"
 "L'ultima volta che qui sono stati dei turisti" andò avanti Nyx. "E' successo un disastro! I tuoi fratelli sono stati peggio dei bambini dell'asilo! Dopo tutto quello che ho fatto per essere una madre equa, arriva quella maledeta ragazzina e ..." 
"Giusto!" Eris tornò in scena da un'altra entrata. Quel posto doveva essere davvero labirintico. "I mortali sono catastrofi ambulanti non hanno la minima idea di quanto costi tenere in piedi una fami-"
"Zitta tu che sei stata la peggiore di tutti!" sbraitò Nyx. L'ambiente attorno a noi si oscurò. Forse fu per quell'effetto che mi parve che Eris arrossisse.
 "Mamma, renditi conto che quei mortali stavano offrendo qualcosa che tutti noi desideravamo. Sapere di essere il tuo figlio preferito-"
 "Io non ho preferiti!"
 "Quello di cui sei più orgogliosa! Quello che ti rende più felice! Quello che ti tratta meglio!" 
"Pensi che possiamo farli passare di nascosto anche da lei?" bisbigliò mio padre a Nemesi. 
"Ho paura che poi ci manderebbe tutti a dar loro la caccia. Meglio aspettare che si calmi abbastanza da poter giudicare ... o che Eris la faccia arrabbiare al punto da farglieli dimenticare completamente"
 Ma Eris era dalla nostra parte o cosa? Sul serio, stava mettendo molto impegno nel distrarre la gente da noi. 
"Nessuno è il mio figlio preferito, perchè nessuno di voi ha mai fatto altro che pretendere! Non mi avete mai dato nulla, mai!" 
"Questo non è vero! Noi abbiamo sempre fatto del nostro meglio per renderti felice ..."
 O magari stava solo scaricando le sue frustrazioni dell'infanzia.
 "Be', non si è notato!"
 "Tu non noti mai niente!"
 "Yathzee!" strillò ... qualcuno. Non potei vedere chi, esattamente: il litigio di famiglia aveva ridotto la luminosità della stanza a livelli quasi assoluti. Sentii un gran latrare, comunque, il che mi rese le idee un po' chiare.
 "Ehi, voglio competere anch'io per il titolo!" gridò Lyssa. La stanza piombò nel buio più totale.
 Oh, fantastico, adesso avrei dovuto difendermi dai cani senza nemmeno vederli? E anche l'udito non aiutava, quei maledetti facevano tanto di quel casino che non si capiva la loro posizione. 
Un urlo frustrato di Nyx sovrastò tutti i latrati, e mi ritrovai scaraventato contro la parete da qualcosa che ... doveva essere energia pura o qualcosa di simile. Sentii una delle ragazze urlare. Un impercettibile ticchettio di zampe vicino a me. Mollai qualche colpo di pugnale a caso, sperando almeno di sembrare minaccioso, e fui di nuovo colpito dall'energia. 
Atterrai su qualcosa di peloso, che trafissi immediatamente. Cercai di rialzarmi di nuovo, e qualcuno mi aiutò. 
"Da questa parte, mentre sono distratte" bisbigliò mio padre. Presto sentii anche i passi degli altri nella nostra stessa direzione, era tutto a posto. 
Evidentemente, la rabbia di Nyx aveva avuto effetti su tutta la casa, perchè anche il corridoio che percorremmo dopo era al buio. Dovettimo raggiungere una sorta di giardino di strane piante luminescenti per vederci di nuovo qualcosa. 
"E siamo fuori!" sospirò Sadie. "Senza offesa, ma preferisco la Terra dei Demoni. Non è minacciata da riunioni familiari" 
"M-m" fu il commento di Penelope. Pareva sfinita, e felicissima di essere uscita di lì. Chissà cosa le era successo prima che trovasse noi.
 "A questo punto, siete in grado di proseguire da soli?" chiese ironicamente Nemesi. 
"Supponiamo di sì. Non so come ringraziarvi per l'aiuto, comunque" replicai.
 "Mi sembra la cosa più ovvia da fare" replicò mio padre. "La vostra missione ha la sua importanza, mi sembra. E qualunque sia l'esito, la dedizione che ci state impiegando è notevole" 
Uh. E questo cos'era? Un complimento? Una specie di modo per dirmi che era orgoglioso di me o roba simile? Ancora nel dubbio, riuscii a bofonchiare un ringraziamento, e le due divinità sparirono subito dopo. 
Carter si schiarì la voce. "Uhm, tutto bene, Chad?"
 "Certo" risposi io quasi automaticamente,e procedetti senza troppo pensarci sulla dissestatissima via per le Porte della Morte. Stavo pensando a tutt'altro. 
Okay, avevo appena incontrato mio padre per la prima volta in vita mia, e lui ci aveva aiutati e ... aveva chiesto a me della nostra missione e di come fossimo preparati. Una sorta di tattica stealth per informarsi su di me? Era stata così sottile che non ci avevo badato. 
Anche perchè ero stato troppo occupato a, tipo, assicurare un modo per renderlo utile alla nostra causa, in un modo che lui non aveva neanche realizzato e che andava direttamente contro il naturale ordine delle cose. Chissà se avrebbe avuto ripercussioni dal prendersi l'anima di Setne?
 E l'ultima cosa che mi aveva detto era un'espressione di stima. Era stata l'unica cosa che mi aveva fatto capire che contrariamente a molti genitori divini, Thanatos sembrava effettivamente interessato a me. 
Ah ... e il mio comportamento con un genitore simile era stato esemplare ... non avevo manco notato che stava cercando di sapere qualcosa su di me ... certo, mi sarei potuto giustificare con la cosa che non l'avevo mai visto per tutta la mia vita fino a quel momento, però con gli dei era una cosa pressochè scontata.
 Detta senza tante giustificazioni: mi ero comportato da cani. Cioè, incontravo mio padre che faceva dei tentativi di stabilire una specie di legame, e la mia reazione era trovare il modo di renderlo utile alla nostra causa. Se esisteva un premio per i figli peggiori, lo volevo, seriamente.
 Sbuffai. Pensare a queste cose non mi avrebbe portato a niente. Okay, a ripensarci non era stata una bella mossa, ma quello che avevo fatto era necessario. Adesso, in qualunque modo Setne fosse morto, aveva grandi possibilità di finire negli Inferi sbagliati. Avrebbe turbato l'ordine delle cose, e allo stesso tempo lo avrebbe consolidato ancora di più.
 A proposito di equilibrio, prima di tutta quella faccenda con mio padre c'era stata quella cosa che aveva detto Nemesi. La dea dell'equilibrio, eh? In pratica, quella a cui favore stavamo lavorando io e Penelope. Se avessimo fallito, lei avrebbe dovuto lasciare il mondo dei mortali. 
E pareva che in qualche modo la dea ne fosse informata. Chissà come, forse Thoth gliene aveva accennato, forse lo sapeva per la sua area di competenza, ma fatto stava che sembrava aver capito esattamente tutto quello che stava succedendo. E il suo modo d reagire a ciò era 'farci trovare buoni alleati dovunque arrivasse il suo potere'. 
Ciò includeva i Campi Elisi? No, perchè mi ricordava un'altra persona che sembrava più informata del dovuto sulle nostre attività. Era stata Nemesi a dirlo a mia madre? Dovevamo aspettarci altri interventi da parte sua? Lo sapeva anche Thanatos?
 Su quest'ultima prospettiva duitavo fortemente: al contrario di sua sorella, mio padre non aveva dato alcun indizio di essere al corrente della situazione. Però aveva implicato mia madre nella conversazione ... anche se quella era più una spiegazione sul perchè l'avesse lasciata morire. Chissà se pensava che gli portassi rancore?
 E si ritornava al punto 'che pessimo figlio sono'. Uffa, non volevo pensarci più di tanto, non avrebbe risolto nulla ... e il bello era che gli altri stavano zitti, quindi non avevo modo di distrarmi con altro! 
Che giornata tremenda.






Ladies & Gentlemen,
non ci credo quasi di star postando il nuovo capitolo. Come avete visto, è piuttosto lungo, ci ho messo un bel po' di tempo a scriverlo, e di mezzo ci sono state la fine della scuola e l'inizio degli scritti alla maturità. L'otto mi sarò finalmente levata questo pensiero e potrò scrivere quanto vorrò ... intanto, vi dò un piccolo spoiler: nel prossimo capitolo, i nostri eroi si imbatteranno in qualcuno che nella serie originale ha avuto molta, molta sfiga nel Tartaro.

ATTENZIONE: PARENTESI PER CONSERVARE LA MIA DIGNITA' DI SCRITTRICE

Questa avvertenza è necessaria se avete l'abitudine di controllare il mio profilo e dare un'occhiata anche alle altre mie storie. 
Nei prossimi giorni, pubblicherò sul fandom di Harry Potter una fanfiction Dramione a rating rosso, intitolata 'Perversion'. Se volete leggerla, tenete bene in mente una cosa: SARA' UNA TROLLFIC, ovvero una parodia stealth degli stereotipi più comuni in quel genere di fanfiction. In altre parole, fingerò che sia un lavoro autentico, invece sarà una presa in giro completa. 
L'idea mi è venuta qualche tempo fa, confrontando la mia abituale incidenza di recensioni con quella delle fanfiction nelle varie sezioni 'storie più popolari'. E la stragrande maggioranza di esse era a rating rosso per i contenuti erotici. 
Controllando queste varie storie, in particolare le popolarissime Dramione, ho scoperto che non avevano affatto una grande qualità, i personaggi erano OOC, le storie si somigliavano un po' tutte, mancava approfondimento psicologico, e tematiche delicate come le molestie erano trattate decisamente con leggerezza. Io non dico di non aver mai fatto questi errori, ma posso giurare di essermi sforzata sempre di evitarli. Allora mi sono chiesta: è la presenza dell'erotismo la chiave del successo?
 Urgeva un esperimento: avrei scritto una fanfiction con personaggi OOC, avrei usato l'amore a prima vista in modo da non dover approfondire la relazione tra i personaggi, avrei messo cose che nel canon non erano proprio comprese, avrei trattato tematiche delicate con i piedi, MA ci avrei messo il sesso. O meglio, il sesso che può scrivere una persona non solo vergine, ma pure asessuale, quindi non solo avrò idee molto poco chiare su quello che starò scrivendo, ma anche la totale incomprensione dei sentimenti coinvolti.
 Se quella storia avrà successo, ci sarà veramente da ridere. Voi, per cortesia, non rivelate la natura della storia in una recensione: se ci date un'occhiata e volete parlarmene, fatelo tramite un messaggio privato. Detto questo, vi saluto ... conto sul vostro silenzio.

  
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