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Autore: Brisingr raudhr    04/07/2016    1 recensioni
Se ognuno di noi avesse uno speciale orologio che fa il conto alla rovescia fino al momento in cui incontriamo la nostra anima gemella, cosa fareste arrivati agli ultimi secondi?
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Mi alzo lentamente dal divano, dove ho passato praticamente tutta la mattina, ma le mie gambe tremano così forte che mi risiedo immediatamente. Guardo di nuovo i numeri sul mio polso, sembrano marchiati a fuoco, mentre brillano di rosso scuro come sangue. Il conto alla rovescia continua, indicando il tempo che manca prima che io conosca la mia anima gemella o, come la chiama mia madre, l'altra mia metà. Mi alzo di scatto ed esco di casa, come se potessi scappare. Cammino lungo la strada senza nemmeno sapere dove sto andando. Il destino lo sa. Cammino finché non ho quasi più fiato; allora crollo su una panchina vicino ad un piccolo lago, una pozza d'acqua immobile nel bel mezzo di un parco. Il riflesso del sole sull'acqua mi acceca, ma preferisco guardare quello piuttosto di vedere l'orologio sul mio polso. Alla fine quello attira inesorabilmente il mio sguardo: 0000 giorni 00 ore 5 minuti 36 secondi. Rabbrividisco e torno a guardare il lago, cercando di non pensare a quanto sono agitata, ottenendo scarsi risultati.

 

“Manca poco” penso dopo aver dato una rapida occhiata al mio polso: cinque minuti. “Manca troppo poco” mi correggo. Non so se sono pronto. Tutti dicono che è il giorno più importante della mia vita ed è da quando il mio orologio segnò soltanto una settimana, che i miei amici fanno congetture riguardo alla mia anima gemella. Io non ho la minima idea di come sarà e ora come ora sono troppo agitato per pensarci. Ma so che mi piacerà ed io piacerò a lei, le parole stesse anima gemella costituiscono una promessa. Forse è proprio questa certezza che mi spinge a continuare a girovagare per le vie polverose del centro città. Cammino senza una meta lungo le strade nere d'asfalto bollente e mi fermo qualche minuto dopo per riposare all'ombra di una quercia. Il mio sguardo è attratto dai piccoli numeri in movimento che sbucano da sotto la manica: 2 minuti. Tutti mi han detto che dovrei essere eccitato, non nervoso. Eppure devo sfregarmi i palmi sui jeans per asciugarli dal sudore. Stringo il bordo della mia maglia per impedire alle mie mani di tremare e rincomincio a camminare per cercare di placare i miei pensieri.

 

Distolgo lo sguardo per un instante dalla superficie piatta del lago per controllare di nuovo il conto alla rovescia: 1 minuto e 5 secondi. Da qualche parte, qualcuno ha sul polso gli stessi piccoli numeri presenti sul mio, e sta probabilmente passando quello che sto passando io. Questo pensiero mi incoraggia e scatto in piedi: improvvisamente ho davvero voglia di conoscere questa persona. Cammino velocemente, come se volessi andargli incontro, ma più che altro per accorciare questo momento d'ansia. L'orologio sembra ticchettare seguendo lo stesso ritmo del mio cuore. 54 secondi. Continuo a camminare anche se mi tremano le gambe. Cosa farò quando lo vedrò? Cosa gli dirò? Affondo i denti nel labbro inferiore cercando di calmarmi. 33 secondi. Ora l'orologio e il mio cuore non sono più in sintonia, l'ultimo batte troppo forte, ho quasi paura che mi esploda il petto.

 

20 secondi. Mi alzo ed esco dall'ombra proiettata dall'albero guardandomi intorno nervosamente. Non so cosa aspettarmi. 10 secondi. Sto sudando e mi tremano le ginocchia, vorrei solo sparire, ma non riesco a staccare gli occhi dei numeri rossi. Mi guardo intorno alla ricerca di qualcuno agitato quanto me. 5 secondi. Stringo le mani a pugno così forte da conficcarmi le unghie nei palmi. 4 secondi. Il cuore mi batte fortissimo. 3. Manca davvero pochissimo. 2. Tutto sta per cambiare. 1. Inspiro profondamente e chiudo gli occhi. Qualcuno mi tocca una spalla. Mi giro di colpo e mi trovo a fissare gli occhi più azzurri che io abbia mai visto. Vorrei dirle qualcosa, ma le parole mi rimangono incastrate in gola e non riesco ad emettere alcun suono. Lei mi guarda dubbiosa, sembra terrorizzata quanto me. Alla fine mi tende una mano e dice “Beh... Ciao.” Le stringo la mano incredibilmente calda e morbida e sorrido, ancora incapace di parlare. Lei mi sorride di rimando: dopotutto, avevo ragione: ci piacciamo.

   
 
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