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Autore: ron forever    05/07/2016    0 recensioni
Salvee! La storia è ambientata dopo gli avvenimenti di Lady Midnight e ha come protagonisti Julian ed Emma. Vi lascio un'anticipazione tratta dal primo capitolo:
"Emma era ferma davanti allo specchio, nella sua stanza all'istituto e guardava il leggero rigonfiamento del suo ventre. Erano passati tre mesi da quando aveva preso la dura decisione di allontanare Jules da lei e, quasi quattro da quando era rimasta incinta di lui. Di Julian. L'unico vero amore della sua vita!"
"A volte le parole non dette fanno più rumore di quelle pronunciate. È un suono forte, quasi un ronzio. Lo si sente vibrare nell’aria come milioni di piccole particelle che si agitano cercando di uscire allo scoperto. Fa paura, quel suono ed ha il sapore dolce-amaro del rimorso …"
Spero di a avervi incuriositi! Se vi va leggete, non vedo l'ora di iniziare questo viaggio insieme!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Drusilla Blackthorn, Emma Carstairs, Julian Blackthorn, Livia Blackthorn, Mark Blackthorn
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3

Un anno dopo …


Emma si sedette a gambe incrociate sul tappeto in camera sua. Prese il telecomando poco distante e accese il video. Appena il volto di Julian comparve sullo scherzo la bambina accanto a lei iniziò a scalciare e ad agitare le manine, lanciando gridolini sconnessi. Emma sorrise ed osservò a sua volta. 
Dallo schermo del suo televisore Julian appariva più pallido ed i suoi occhi brillavano, illuminati dalla luce della telecamera. Si ricordava ancora quando avevano girato quel video. Era stato pochi giorni dopo il suo malessere che l’aveva costretta a letto per il resto della gravidanza, circa un anno prima. Emma ricordava ancora il dolore che aveva provato quando Julian si era allontanato dalla casa. Quella notte avevano scoperto di non potersi separare. La bambina non glielo consentiva. Quando Jules usciva fuori dai confini della casa Emma iniziava ad urlare, in preda a dolori atroci che le toglievano il respiro. Non erano così riusciti a trovare le risposte di cui avevano bisogno. Anzi, nuove domande erano sopraggiunte. Avevano scoperto di potersi allontanare insieme ma Emma era troppo debole per iniziare una ricerca tanto pericolosa. Così erano stati costretti a rimanere in casa, senza potersi muovere. La vita continuava a scorrere, le persone facevano le stesse cose eppure, Emma e Julian non si sentivano più come prima. Il pomeriggio del video Jules era passato in camera sua per vedere come stava. Emma era distesa sul letto, con la maglia arrotolata all’altezza dello sterno e si accarezzava il ventre. Stava pensando a cosa fare, stava elaborando un piano e quel gesto sembrava calmarla. Era così assorta che non si era resa conto che Julian fosse entrato. Lui la raggiunse sul letto e si stese accanto a lei. Allungò le mani al di sopra della testa e, mentre osservavano il soffitto iniziò a disegnarle deboli cerchi sulla spalla. 
“Come va?” le aveva chiesto con dolcezza. Era strano perché Emma sapeva quanto quella situazione fosse frustrante per lui. Non poter fare niente lo distruggeva. Tuttavia, quando era con lei sembrava non volerlo dare a vedere.
“Così” rispose la ragazza, senza smettere di guardare il soffitto. Julian, invece volse lo sguardo su di lei. La osservò mentre corrugava la frone, concentrata su qualcosa che però non riusciva ad afferrare. Spostò le mani dalla sua spalla alla sua tempia e gliela accarezzò delicatamente. Come risvegliata da quel contatto, Emma si girò e gli sorrise mestamente. Allora Jules prese a mordersi il labbro inferiore per cercare di placare la voglia di baciarla. Non era prudente, visto che erano in camera sua e tutti potevano entrare liberamente. Quando anche Emma, però gli accarezzò la guancia non seppe resistere e allungò il collo per baciarla. La ragazza sorrise contro le sue labbra e rispose al bacio. In pochi minuti si ritrovarono in un groviglio di braccia, gambe, mani, bocche senza capire a chi appartenesse cosa. Erano come una sola anima. Due e allo stesso tempo uno. Julian, che chissà come si era ritrovato sopra di lei si sollevò sui gomiti per guardarla negli occhi. “Ti amo, Emma” lo disse con la voce affannata e le labbra arrossate dai baci, lo disse in un soffio quasi fosse un segreto. Emma si sollevò in modo da far collidere i loro bacini. “Ti amo anch’io, Julian”. Si baciarono di nuovo e poi Jules sollevò la coperta per coprire entrambi. Si allungò sul comodino e prese la videocamera di Emma. Si puntò la fotocamera sul volto e sorrise. “Video-diario numero 1” annunciò ed Emma rise. “Ciao Alice, sono io, il tuo papà e questa qui che si nasconde è la tua mamma” allungò una mano ed abbassò la coperta così che la testa di Emma potesse comparire. Lei sorrise, commossa. Julian era così adorabile che dovette stringersi le braccia intorno al corpo per evitare di saltargli di nuovo addosso. Lui pensò che avesse freddo e la coprì accuratamente riferendo alla figlia che la madre era una vera freddolosa. Emma si decise finalmente a parlare. “Io non sono freddolosa!” protestò. “Ed è anche estremamente testarda” continuò Julian ridendo. Lei lo colpì con il cuscino che gli scompigliò ancora di più i capelli. Iniziò a fare diverse facce buffe alla videocamera facendo ridere Emma ancora di più. Dopodichè chiuse il video e la avvolse tra le braccia. Cristina li ritrovò poche ore dopo che dormivano abbracciati.



Il secondo video, invece era stato fatto in camera di Julian e risaliva ad alcuni mesi dopo il primo. La pancia di Emma era ormai diventata piuttosto evidente. Era quasi giunta al termine. Tempo prima avevano ricevuto la visita del conclave ed Emma era stata costretta a ripetere di nuovo la storia dello shadowhunter conosciuto per caso in un bar. Lei e Julian avevano avuto una lite violenta proprio riguardo quell’episodio. Jules l’aveva trascinata sulla spiaggia ed avevano iniziato ad urlare l’uno contro l’altro. Quando poi Emma aveva iniziato a piangere, Julian non era più riuscito a resistere e l’aveva baciata. La lite si era così conclusa con loro due che si rotolavano nella sabbia… un litigio molto simile era quello di quel giorno. “Credi davvero che non mi interessi, credi che se potessi non farei di tutto per salvare nostra figlia?” Julian era furioso.
“Allora parla con lui!” gli rispose duramente Emma.
“Non posso farlo, è troppo pericoloso”
“Questo è pericoloso” gridò indicando il proprio ventre, prossimo al parto. “Cosa succederà dopo? Come faremo a spiegare che ti somiglia?”
“Non è detto che mi somigli” Julian si accorse solo dopo di cosa poteva lasciar intendere la sua frase e si sentì tremendamente in colpa. “Perdonami, io non intendevo..”
“So perfettamente cosa intendevi Julian!” sbraitò lei allontanandosi.
“Emma, aspetta” la tirò per un braccio e la costrinse a guardarlo.
“Parlerò con lui, parlerò con Magnus Bane. Ma solo dopo che Alice sarà nata. Ti prego, non guardarmi così” gli occhi di Jules erano imploranti ed Emma non seppe dirgli di no. Lasciò che lui l’abbracciasse, che la baciasse e che la conducesse verso il letto. Il video era stato girato subito dopo e al centro vi era un primo piano del pancione di Emma che Julian accarezzava mentre parlava beato alla bambina.


Il terzo, il quarto ed altri ancora ritraevano scene di vita quotidiana con la Emma imbranata e goffa. Lei che non riusciva ad infilarsi le scarpe, lei che guardava fuori dalla finestra con una tazza in equilibrio sulla pancia. Lei e Dru che preparavano i biscotti e le impronte di farina della ragazzina sul suo grembiule. Julian che dipingeva il ventre di Emma con colori sgargianti. Sorrisi, innumerevoli sorrisi provenienti dai diversi membri della famiglia.

 
Poi c’era il video del parto. A Julian non era stato concesso di entrare in infermieria perché, tecnicamente non era il padre. Era rimasto fuori ad aspettare con Marc, come quando Emma era stata male. Questa volta lui era ancora più agitato e Marc ancora più calmo. Ad ogni urlo di Emma, Julian sobbalzava e correva alla porta per avere notizie. Quando la bambina era nata, Jules era entrato e aveva cercato di ostentare quanto più amore fraterno possibile per non lasciar trapelare i suoi veri sentimenti. Era andato da Emma e le aveva posato un bacio sulla fronte, sussurrandole in modo che nessuno potesse sentire che era stata bravissima. Poi aveva visto Alice. Tra i due era stato amore a prima vista, o così amava pensare Emma. La bambina aveva un piccolo ciuffetto biondo e stringeva forte i pugni. Quando fu posizionata in braccio al padre si addormentò all’istante. “Già, faccio questo effetto alle donne” Julian sorrise ed avvicinò la bambina ad Emma così che anche lei potesse vederla. “E’ bellissima” sussurrò, incapace di trattenere le lacrime.


Ora Alice aveva sette mesi ed era una bimba meravigliosa. Aveva gli stessi capelli biondi di Emma e gli occhi grigi di Ty. Era stato lui il primo ad accorgersene e, per la prima volta aveva sorriso alla bambina. 

Emma e Julian si erano ripromessi di cecare risposte appena la bambina fosse nata ma erano stati avvolti dalla routine quotidiana. Eppure, adesso era impossibile rimandare. Più il legame tra Emma e Julian diventava forte, più i loro poteri aumentavano. Dovevano trovare un modo per fermare quel processo e anche subito. La decisione era stata presa, sarebbero partiti il giorno seguente, insieme e avrebbero lasciato Alice a Diana e Cristina. La sera prima della partenza Emma fece partire per la milionesima volta il video. Alice lo adorava, nonostante non lo capisse ma il solo vedere la faccia di Julian la faceva sorridere. Quei due avevano un rapporto quasi viscerale. Lei era così legata al padre e, a volte gli somigliava così tanto da spingere Emma a temere che qualcuno scoprisse le verità. Nonostante non avesse i suoi colori aveva le sue labbra e lo stesso taglio degli occhi. Quando Julian la teneva in braccio e sorridevano entrambi Emma provava una fitta al cuore. Come poteva risolvera la situazione?


ANGOLO AUTRICE:
Scusate per l'immenso ritardo ma ho avuto molto da fare... Detto questo, ringrazio chiunque abbia aggiunto la storia tra le preferite, le seguite e anche solo che legge. Spero vi piaccia! A pesto,R.

  
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