Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: Kaira Jackson    05/07/2016    14 recensioni
[Storia Interattiva- Iscrizioni aperte]
1976.
A Hogwarts è l'era dei Malandrini.
Di James, il cervo innamorato che dovrà mettere la testa a posto se vuole conquistare la bella Lily.
Di Sirius, che si è lasciato una famiglia alle spalle e deve costruirsi da solo la sua vita partendo dalle fondamenta.
Di Remus, con il suo piccolo problema peloso mitigato dalla vicinanza dei suoi più cari amici, ma che è sempre in agguato, pronto a ricordargli che non avrà mai una vita normale.
Di Peter, che vive gli ultimi rimasugli di un coraggio che è solo l'ombra di quello degli altri compagni.
Sono gli anni di Regulus, delle sue scelte avventate; di Severus, con la falce del disprezzo e della solitudine a gravargli sul collo; di Rabastan, con i suoi complessi di inferiorità nei confronti di suo fratello; di Barty Jr e della sua lotta contro un padre assente che non ha mai sentito proprio.
Sono gli anni di Nashira, di Alice e Frank, dell'intelligente Lily e dei Prewett, i gemelli delle meraviglie.
Saranno anche i vostri?
Genere: Guerra, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash | Personaggi: Alice Paciock, Frank Paciock, I Malandrini, Lily Evans, Maghi fanfiction interattive | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Nashira Walburga Black
 
– Sai come sono i vincoli familiari, Regina – disse Jace, ritrovando la voce. – Si avvinghiano più strettamente dei tralci. E a volte, come i tralci, si avvinghiano tanto da ucciderti.
Città di Cenere, Cassandra Clare
 
Ho sempre pensato che la vita fosse strana. La casualità ci governa, ci sorride e ci maledice con la stessa allegra incostanza di un bambino con i suoi giocattoli. Per quanto sia affezionato il piccolo tende a dimenticare, a perdere interesse, a relegare in un angolo ciò che prima gli è parso tanto importante ed esotico.
Io da bambina, prima che la mia famiglia si trasformasse di cenere e fumo nell’arco di un istante, ritenevo che qualche divinità ubriaca munita dei dadi del destino si divertisse a lanciarli sulla terra per assegnare una qualche infausta sorte a noi poveri sciagurati.
Arrivata a questo punto della mia vita, con una madre che distrugge tutto ciò in cui ho sempre creduto, con un padre assente, una presenza di fantasma in una casa troppo grande e troppo vuota, e con un gemello che prima era la mia vita e adesso non è che un buco nero su un arazzo stantio, non posso che ritornare a quel momento.
La soffitta buia e polverosa è lo scrigno dei miei pensieri più nascosti. Più ribelli. Inconfessabili.
Gli insulti e gli strepiti di mia madre al piano inferiore rimbombano per tutta la casa mentre mio padre è chiuso nel suo mutismo, implacabile e gelido come un gargoyle.
Regulus dev’essersi chiuso in camera sua, tentando di convincersi che Sirius non è mai esistito. Che non ha mai avuto un fratello maggiore. Che quella risata simile a un latrato non ha mai rinfrescato, -irriverente, sicura e coraggiosa-, le sale di questa vecchia villa occupata da strascichi di una nobiltà ormai decaduta.
Io questa forza non la ho.
Sono soltanto riuscita a trascinarmi nel mio angolo nascosto, tra un baule ricolmo di tutine da bambini e un unicorno di legno per cui tanti capelli sono stati strattonati per impossessarsene.
Quante lotte sciocche. Quante liti senza senso. Le rivivrei tutte se potessero portarmi a un epilogo diverso.
Magari uno senza tutta questa polvere che mi costringe a trattenere starnuti per non attirare l’attenzione e queste tenebre che mi soffocano nella loro immensità.
Siamo polvere e ombra, ha scritto Orazio molto tempo fa.
Mi chiedo se sia possibile arrivare a fondersi con il nulla, con la carta da parati, con il muro, persino con il Gran Vuoto.
E poi mi accorgo di non volerlo affatto.
Se fossi muro, allora dimenticherei le gioie e i dolori, le risate e i pianti, le porte sbattute con forza, le urla, gli insulti irripetibili che fanno ancora trasalire per la loro veemenza, gli abbracci a notte fonda stretti nello stesso letto. Noi tre. I fratelli Black. Uniti contro il mondo.
Quando è cambiato?
Mi rigiro il tubicino babbano che Sirius ha nascosto dietro un poster di immobili ragazze in costume da bagno. Un tocco di classe. L’ennesimo schiaffo morale a nostra madre. È come se le avesse sventolato dinanzi agli occhi il fatto che sì, me ne frego della purezza del sangue, io amo chi voglio.
È una cosina strana da cui esce fumo se la si accende. Sirius l’ha chiamata sigaretta.
« Vuoi provare, Shira?» ha chiesto con una dolcezza canzonatoria, un misto di affetto ed esasperazione, una notte quando gli incubi di anonimi mostri con un mantello nero strappavano Regulus dalle mie braccia.
Ricordo di aver riso a quella assurda proposta per poi seppellirmi sotto il lenzuolo leggero in una notte di metà Luglio. E adesso è Agosto. Maledetto, maledetto agosto.
Ricordo l’odore acre di quella roba babbana, mista al fumo che mi ha fatto tossire e arricciare il naso. Ricordo la risata di Sirius e le sue braccia che mi hanno stretto assicurandomi una protezione che adesso non mi è concessa più.
Sirius. Sirius. Sirius.
Gemello, fratello, amico.
Dove sei?
Vieni con me, Shira. Possiamo farcela insieme.
Tu non sei come loro. Meriti di più. Meriti di meglio.
Mi manca il coraggio. Mi è sempre mancato il coraggio. Sembra che Sirius abbia succhiato tutta la dose che nostra madre aveva da offrire e a me abbia lasciato quest’assurda malinconia e questo senso dell’inevitabile che mi attanaglia le viscere, costringendomi a trattenere le lacrime.
Getto la sigaretta più lontano che posso. Non produce alcun suono.
È effimera, insignificante e vuota. Proprio come me.
Sento le guance umide mentre nuovi insulti permeano le pareti, macchiandole irrimediabilmente e gettando fango sulla cenere.
Soffoco un urlo portandomi entrambe le mani alla bocca.
Una Black non urla. Una Black non si preoccupa di un rinnegato. Una Black si erge imperatrice tra le disgrazie e mantiene il decoro che le impone il suo rango.
Ma io non sono una Black. Non più. Non ora. Sono soltanto Nashira.
Permetto alle lacrime di scendere e ai singhiozzi di scuotermi il corpo. Perché Sirius è andato via e non tornerà.
E io non sono con lui.
 
Sirius Orion Black
 
[…]
«Tu sei scappato di casa?»
«Avevo quasi sedici anni» disse Sirius. «Non ne potevo più».
«Dove sei andato?» chiese Harry.
«Da tuo padre» rispose Sirius. «I tuoi nonni furono davvero buoni con me; in un certo senso mi adottarono come un secondo figlio. Sì, mi accampavo da tuo padre per le vacanze scolastiche, e a diciassette anni mi sono trovato un posto tutto mio. Mio zio Alphard mi aveva lasciato un bel po' d'oro - è cancellato, qui, probabilmente per questo motivo - e comunque, da allora in poi ho badato a me stesso. Però ero sempre il benvenuto dai signori Potter per la colazione della domenica».
Harry Potter e l’Ordine della Fenice, Joanne K. Rowling
 
Benvenuti sul Nottetempo, mezzo di trasporto di emergenza per maghi e streghe in difficoltà. Allungate la bacchetta, salite a bordo e vi portiamo dove volete.
Si scordano di dire che il vomito è compreso nel prezzo del biglietto.
Se avessi mangiato qualcosa, l’avrei rimesso molto volentieri sulle lenzuola color melanzana, - davvero, melanzana? Chi le sceglie, queste schifezze?- di questa bestia di metallo che sfreccia tra i vicoli di Londra, scansando ignari babbani.
Fortunatamente la tragedia s’è consumata prima di cena.
Il viaggio mi lascia solo un gusto amaro in bocca e un vago senso di nausea. Ma quello posso associarlo anche a mia madre. La cara, vecchia Walburga è così acida da risultare contagiosa.
Mi auguro soltanto che Nashira e Regulus abbiano il buonsenso di tenersi a distanza di sicurezza.
« Madre,» ha strillato la mia piccola Shira, la mia sorellina non più così tanto intelligente, frapponendosi tra me e la vecchia bisbetica, per deviare la traiettoria della maledizione. Una parte di me è ben consapevole che sarebbe stata una Cruciatus.
La vecchia si ferma appena in tempo per non colpirla. Perlomeno ha un minimo di decenza.
Le poso la destra sulla spalla esile, - è sempre stata così magra?- e la scosto con gentilezza. Lei non merita di soffrire né di assistere a questo patetico spettacolo. È una delle poche cose davvero pure che la cacca di Troll e il Gargoyle abbiano mai concepito.
Regulus la prende tra le braccia, stringendola con dolcezza come se dovesse rompersi in mille pezzi alla minima pressione, e una parte di me sa già che questa sarà l’ultima volta in cui saremo complici, noi tre che da bambini ci divertivamo a rotolarci nel fango e a far dannare gli adulti. Tranne zio Alphard. Lui rideva e basta.
Li osservo entrambi, i miei fratelli diligenti, tentando di imprimermi a fuoco i loro tratti in questi pochi istanti che faranno di me un reietto.
Gli occhi grigi di Shira lucidi di lacrime a stento trattenute, quelli neri di Regulus che paiono pozzi di petrolio, i loro tratti spigolosi ed eleganti, le labbra tremanti della mia gemella e quelle pallide del mio fratellino, una linea serrata, qualcosa che non perdona.
Devo andarmene. Devo andar via da questo postaccio prima di prenderli con me. So che Regulus non lo vorrebbe e che Nashira è troppo buona per poter abbandonare i nostri genitori.
Non posso essere egoista. Non con loro.
Allora volto le spalle e, come il randagio che sono diventato, esco da casa Black, dalle loro vite, per sempre.
Godric’s Hollow è una cittadina tranquilla, immersa nel verde della campagna inglese, un villaggio in cui convivono in pace babbani e maghi dalla notte dei tempi.
Barcollo un po’ quando esco dal bus a tre piani e so di essere bianco come un lenzuolo. Infatti il bigliettaio di cui non ricordo neanche il nome mi batte una mano sulla spalla in un chiaro segno di solidarietà.
Il cottage dei Potter non è distinguibile dagli altri che lo circondano, ma le gambe mi conducono verso il mio migliore amico, più vicino di un fratello ormai, quasi dotate di vita propria.
Sarà l’istinto canino.
Busso quattro volte. James capirà. Quattro come i Malandrini. Quattro come la famiglia che mi è rimasta.
Non devo aspettare molto per sentirlo piombare giù dalle scale con un tonfo sordo. Deve aver dimenticato gli occhiali sul comodino, quel cervo rimbambito.
James è senza occhiali, scalzo e con un pigiama improponibile addosso, un completo rosso attraversato da boccini dorati e cervi. Mi stupisco non ci siano stampate sopra anche delle foto della Evans. A quel punto sarebbe stato mio dovere di migliore amico tirargli un pugno in pieno volto per fargli ritornare un po’ di sale in quella zucca vuota munita di palchi considerevoli.
Si sta massaggiando il gomito destro sul quale dev’essere atterrato solo pochi istanti prima e non posso trattenere un sorriso. Dovrei fargli queste sorprese più spesso. È ridicolo con quella zazzera nera tutta scarmigliata e quel rivolo di bava all’angolo destro delle labbra. Non conquisterebbe la Evans neanche tra un milione di anni se lei potesse vederlo adesso.
« Ti ho svegliato, Ramoso?» domando con fare innocente, un ghigno malandrino impresso sul volto e le spalle appoggiate allo stipite della porta.
« Sirius,» esclama stupito, con gli occhi resi enormi dalla mancanza di occhiali. Sembra il suo vecchio gufo Ennie. Credo proprio che glielo farò rinfaccerò per tutta la vita, anche quando avremo i capelli bianchi e saremo a un passo dalla tomba.
« Aspettavi qualche altro randagio?» continuo, allargando le braccia quasi colpendo il baule alla mia destra, la mia casuale eleganza per un attimo dimenticata. Sono umano anche io, dopotutto, e questa è stata una lunga notte.
James non replica subito. S’è fatto serio tutt’un tratto. È una cosa che fa spesso, questo cervo scemo, da un po’ di tempo a questa parte. Sta maturando, sostiene Lunastorta. Mi tira a sé in una stretta goffa, ma solida e sincera, un rifugio sicuro per un cane pulcioso come me.
« Tu non sei un randagio. Sei mio fratello.»
È un maledetto sentimentale, James Potter, ma non posso fare a meno di sorridere con tenerezza contro la sua spalla.
Sono a casa.
 
Deianira Ophelia Morgenstern
 
 
Ah, Faust,
ora hai solo un'ora di vita,
poi sarai dannato per sempre.
Fermatevi sfere del cielo che eternamente ruotate,
che il tempo finisca e mezzanotte non venga mai.

La tragica storia del Dottor Faust, Christopher Marlowe
 
C’era una volta una bambina di giallo vestita che a suo nonno voleva somigliare e il tempo governare.
L’orologio ticchetta allegro nello studio del Preside della più importante scuola di magia e stregoneria del Regno Unito.
Tra tutti gli oggetti magici stipati in questo spazio accogliente che profuma di menta e limone, il mio sguardo è subito caduto sul discreto orologio da taschino che Albus Silente deve aver dimenticato sullo scrittoio. Sono un caso perso.
Sorrido per i miei stessi pensieri e chino lo sguardo verso le mani intrecciate sulla gonna dell’abito grigio fumo che ho indossato. Forse quello verde sarebbe stato più adatto all’occasione. Allontano il pensiero con una smorfia e smetto di tormentare le dita. Sono troppo nervosa. Non va affatto bene. Non posso balbettare dinanzi al mio futuro datore di lavoro.
Mi sfioro la lunga treccia bionda tentando di sistemare le ciocche ribelli sulla fronte.
L’apparenza è tutto.
Mi mordo il labbro inferiore. Non mi libererò mai degli insegnamenti di mia madre.
E perché Silente non arriva? Per tutti i Dorsorugosi di Norvegia, non si sarà dimenticato dell’appuntamento?
È un uomo abbastanza eccentrico, ma il signor Flamel mi ha assicurato che avrebbe preso in esame la mia domanda.
I quadri dei vecchi Presidi sonnecchiano, ma posso sentire lo sguardo di qualcuno posarsi su di me. Sono curiosi. Non posso giudicarli per questo: un’ex studentessa di Durmstrang, appena venticinquenne, che richiede una cattedra a Hogwarts? In Alchimia, poi? Dev’essere l’evento più eccitante a cui assistono da diverso tempo.
« La signorina Morgenstern?» esclama una voce severa alle mie spalle.
Scatto in piedi come una molla e sento la risata di un uomo provenire da un vecchio quadro polveroso. Sono certa di essere arrossita come una scolaretta impreparata.
La donna dinanzi a me non è il professor Silente. Chiaramente. È alta ed esile come un giunco, avvolta in una veste verde da strega che le arriva sino ai piedi. Sono contenta di non aver indossato l’abito smeraldino. Sarebbe stato imbarazzante. I capelli sono stretti in una crocchia e gli occhi verdi, da gatto, sono protetti da un paio d’occhiali che aggiungono due segni marcati alle rughe dell’età. È una donna con la quale non vorrei mai litigare. La sua aura di magia è così potente e brillante che devo trattenere un sospiro sorpreso.
« Mi chiami Ophelia, per favore. Lo preferisco,» mormoro impacciata, inciampando su qualche parola. Sono stata costretta a imparare in fretta, questa lingua così semplice a primo ascolto e così veloce nel parlato. Il tedesco è più lento. Ogni parola è studiata. Deglutisco a vuoto. Addio ai miei sogni di insegnamento. Posso percepire la risata gelida di mia madre da leghe e leghe di distanza.
La donna mi porge la destra e la stringo esitante, maledicendomi per non essermi passata i palmi sulla gonna. Ha la buona grazia di non asciugarsi dopo.
« Io sono la professoressa Minerva McGranitt, insegnante di Trasfigurazione e Vicepreside,» si presenta per poi farmi cenno di accomodarmi. Il tono si è ammorbidito e noto un lieve sorriso accogliente arcuarle le labbra sottili.
Accenno un movimento col capo in segno di rispetto e torno a sedermi.
« Il professor Silente si scusa per non poter essere qui, ma impegni urgenti l’hanno trattenuto,» continua lei circumnavigando la scrivania e sedendosi con grazia alla poltrona rossa di fronte alla mia, in un fruscio di vesti quasi ipnotico.
« Lo credo bene. Viviamo in tempi oscuri, purtroppo, professoressa.»
Bene. La lingua non si è impastata. Ho ancora un accento buffo, ma perlomeno sembro un essere senziente.
Il batticuore ridiventa normale quando la professoressa mi scosta gli occhi di dosso e incomincia a trafficare con le carte dinanzi a lei, alla probabile ricerca del mio portfolio.
I miei articoli, le collaborazioni con il signor Flamel, i voti di uscita da Durmstrang. Tutta la vita scolastica mi passa dinanzi agli occhi.
Avrei potuto studiare di più. Avrei potuto ottenere voti migliori. I miei Eccezionale in Pozioni e Trasfigurazione sono stati risultati importanti, certo, ma gli altri sono soltanto discreti.
E quelle frasi sulle Giratempo e le loro splendide proprietà? Di certo avrei potuto argomentarle meglio.
« Il suo curriculum è molto ricco per la sua giovane età,» commenta la professoressa McGranitt tornando ad osservarmi e sistemandosi meglio gli occhiali sul naso.
Sono occhi attenti, scrutatori, ma sono anche benevolenti e un po’ dell’ansia che mi attanaglia lo stomaco da giorni sembra volatilizzarsi nel Gran Vuoto. Questo è il mio momento. Devo giocarmela.
« Non gradisco perdere tempo. Appena terminati gli studi a Durmstrang, mi sono subito adoperata per le mie ricerche. I miei professori mi hanno aiutata e sono loro molto grata, ma la branca in cui mi sto specializzando non è mai stata molto ben vista dalle mie parti.»
« Alchimia. Non si insegna a Hogwarts da molti anni,» continua meditabonda portandosi le mani giunte alle labbra e posando i gomiti sulla scrivania.
« Ne sono consapevole, ma il professor Silente sembrava alquanto bendisposto nel corso della nostra corrispondenza,» accenno speranzosa con gli occhi resi brillanti dalla prospettiva e un lieve sorriso.
Il mio tono deve essere così carico di aspettative, di sogni e di dolcezza che la professoressa mi guarda con affetto. Qualcosa che ho mai visto negli occhi gelidi di mia madre. Qualcosa che mi ricorda il nonno.
« Potrà cominciare il Primo Settembre. Sarà mia premura fornirle una lista di studenti del sesto e del settimo anno.»
 
Alexander Leonard Henstridge
 
Possiamo chiudere con il passato, ma il passato non chiude con noi.
Il mercante di Venezia, William Shakespeare
 
Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts
Direttore: Albus Percival Wulfric Brian Silente
(Ordine di Merlino, Prima Classe,
Grande Mago, Stregone Capo, Supremo Pezzo Grosso,
Confederazione Internazionale dei Maghi)
 
Egregio signor Henstridge,
Le annuncio che la sua proposta per il ruolo di insegnante di Difesa contro le Arti Oscure è risultata idonea per gli standard della scuola.
È caldamente invitato ad unirsi al personale docente a metà Agosto per conoscere i dati circa il suo stipendio, la sistemazione, gli orari e il numero degli studenti.
È inoltre invitato a specificare il materiale didattico che intende adottare.
Con ossequi,
Minerva McGranitt
Vicedirettrice.
 
Avrò riletto la lettera almeno una decina di volte da quando la civetta delle nevi ha ticchettato il becco contro la finestra.
Assunto. Mai lettera è stata più attesa e benvoluta di questa.
Sorrido soddisfatto da me stesso, abbandonandomi contro lo schienale rigido della poltrona e posando i piedi nudi sullo scrittoio.
Mi passo la mancina tra i capelli castani, stringendo alcune ciocche tra le dita. Dovrò tagliarli. Sono diventati troppo lunghi e mi donano un aspetto trasandato. Dovrò essere impeccabile. Ho tutte le intenzioni di farmi valere
Se trionfi, ti avvicini alla vetta, ai suoi favoriti. Se fallisci, sei morto.
Debbo ammettere che è un ottimo incentivo.
Il Signore Oscuro non perdona e non dimentica. È una delle cose che più apprezzo di lui. È impietoso, glaciale, un leader nato. È l’unico che può riportare la razza magica al suo antico splendore, gettando nella polvere questi perbenisti babbanofili che hanno ridotto maghi e streghe in cattività per secoli, come belve da tenere in gabbia, come se dovessimo sentirci inferiori ai babbani. Il solo pensiero mi disgusta e mi anima alla lotta.
Dal piano di sotto sento rumori di calderoni sbattuti contro il muro e di avventori ubriachi che cantano vecchie ballate stentate sul rum e sui quei ladri dei goblin.
Il Paiolo Magico è l’unico luogo in cui si possano fare affari senza essere controllati. C’è troppa gente perché si dia attenzione a un ragazzo di ventisette anni con la fedina penale immacolata, un po’ timido e imbranato, che sorride gentile ed è sempre cortese con tutti.
Prendi l’aspetto del fiore innocente, ma sii serpente sotto di esso.      
Lady Macbeth è sempre stato un fiero esempio di virtù femminile.
Sogghigno tra me e chiudo gli occhi, abbandonandomi ai sogni di gloria. Il Signore Oscuro otterrà il suo esercito, io la mia vendetta.
I giochi sono appena cominciati.



 
Hola a todos.
Spero che il prologo vi sia piaciuto. Questa storia è ambientata durante la Prima Guerra Magica ed è un’interattiva. Ciò vuol dire che ho bisogno di voi.
Potete prenotarvi tramite recensione o tramite messaggio privato e le schede vanno inviate per messaggio privato, previa mia risposta positiva, entro il 14 Luglio.
 
  • Accetto due OC a persona, di Casa o sesso diverso.
  • Selezionerò una decina di personaggi, ma potrebbero essere di più. Dipende dalle schede.
  • Non accetto Mary Sue, Gary Stu, lupi mannari (c’è già il nostro dolcissimo Remus), Metamorphomagus, Animagus, Veela et similia.
  • I personaggi devono essere studenti di Hogwarts.
  • Non voglio distruggere le coppie canon come la James/Lily e la Frank/Alice. Storie passate possono anche andar bene.
  • Nella recensione/messaggio specificate sesso, Casa, età, anno e possibile relazione. Le relazioni non sono prenotabili. Lo deciderò io a mia discrezione.
  • Vi prego, non create soltanto Serpeverde e Grifondoro. Hogwarts ha quattro Case e tutte sono meravigliose.
  • Per quanto riguarda l’alchimia verranno selezionati una decina di personaggi tra canon e OC del sesto e del settimo anno tra gli studenti più meritevoli. L’unico prerequisito è che siano bravi in Pozioni e che se la cavino in Trasfigurazione.
  • Sono a vostra disposizione per qualsiasi dubbio, perplessità o domanda.
 
Questa è la scheda compilare:
 
Nome e Cognome con eventuali soprannomi:
Età/Anno:
Casa:
Stato di Sangue:
Descrizione fisica:
Prestavolto:
Descrizione caratteriale:
Storia personale (breve e coincisa) e rapporti familiari:
Allineamento:
Bacchetta:
Patronus*:
Molliccio*:
Amortentia*:
Animale domestico*:
Paure/debolezze/fobie:
Tratti di forza:
Materie che segue (da quella più amata a quella che non sopporta):
Amicizie:
Inimicizie:
Relazione (possono essere tra OC e canon o tra OC e OC):
Orientamento sessuale:
Altro* (tutto ciò che vi viene in mente, dal cibo preferito, al modo di vestire, alle stranezze e agli episodi salienti della sua vita, a ciò che vorrebbe diventare dopo Hogwarts):
Attività extracurriculari*: (Club dei Duellanti, Alchimia, Quidditch, Lumaclub, Prefetto, Caposcuola):
Frase che lo caratterizza ( può essere tratta da un libro, fumetto, racconto, canzone, poesia, da davvero qualsiasi fonte):
 
*= facoltativo.
 
Questi sono i personaggi canon e i miei OC:
 
Insegnanti (non sono ovviamente prenotabili per relazioni)
 
Alexander Leonard Henstridge, 27 anni, insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, Mangiamorte. Ex Corvonero. (PV Colin O’Donoghue)
Deianira Ophelia Morgenstern, 25 anni, insegnante di Alchimia. Ha frequentato Durmstrang. (PV Claire Holt)
 
 
Corvonero
 
Gilderoy Allock, VII anno, Prefetto e membro del Lumaclub. Bisessuale. (PV Chace Crawford)
Nashira Black, VI anno, Prefetto e membro del Lumaclub. Eterosessuale. (PV Kaya Scodelario)
Caradoc Dearborn, V anno, Cacciatore. Eterosessuale. (PV Toby Regbo)
Emmeline Vance, VII anno, Caposcuola, membro del Lumaclub. Bisessuale, impegnata con Mary McDonald. (PV Troian Bellisario)
 
Grifondoro
 
Sirius Black, VI anno, cronista di Quidditch. Eterosessuale. (PV Ben Barnes)
Lily Evans, VI anno, Prefetto e membro del Lumaclub. Eterosessuale, poi impegnata con James Potter. (PV Karen Gillan)
Remus Lupin, VI anno, Prefetto e membro del Lumaclub. Bisessuale. (PV Andrew Garfield)
Mary McDonald, VI anno. Omosessuale, impegnata con Emmeline Vance (PV Celina Sinden)
Peter Minus, VI anno. Eterosessuale (PV Michael Cera).
Alice Bennett, VI anno, aiuto-bibliotecaria, membro del Lumaclub. Eterosessuale e impegnata con Frank Paciock (PV Jennifer Lawrence)
Fabian Prewett, VII anno, Cacciatore e membro del Lumaclub. Eterosessuale (PV Richard Madden)
Gideon Prewett, VII anno, Club dei duellanti e Lumaclub. Bisessuale (PV Richard Madden)
Frank Paciock, VI anno, Portiere e membro del Lumaclub. Eterosessuale e impegnato con Alice Bennett. (PV Liam Hemsworth)
James Potter, VI anno, Cercatore e Capitano. Eterosessuale, poi impegnato con Lily Evans. (PV Aaron Johnson)
 
Serpeverde
 
Regulus Black, V anno, Prefetto, Cercatore e membro del Lumaclub, Bisessuale. (PV Jakub Gierszal)
Barty Crouch Jr, V anno, Battitore e membro del Lumaclub. Omosessuale. (PV Evan Peters)
Rabastan Lestrange, VII anno, Portiere e membro del Lumaclub. Eterosessuale (PV Matthew Daddario)
Darleen Nott, V anno, membro del Lumaclub. Omosessuale (PV Adelaide Kane)
Severus Piton, VI anno, Prefetto e membro del Lumaclub. Eterosessuale. (PV Louis Garrel)
Evan Rosier, VII anno, Cacciatore e Capitano, membro del Lumaclub. Eterosessuale (PV Jaime Campbell)
Helena Zabini, VII anno, membro del Lumaclub. Bisessuale. (PV Kat Graham)
 
Tassorosso
 
Amelia Bones, VII anno, Caposcuola, membro del Lumaclub. Eterosessuale. (PV Jenna Louise Coleman)
Benjy Fenwick, V anno. Omosessuale (PV Colin Morgan)
Sturgis Podmore, V anno. Eterosessuale (PV Jack O’Connell) 
   
 
Leggi le 14 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Kaira Jackson