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Autore: Lady Lara    06/07/2016    5 recensioni
"Anno domini MDCCXXVI XV giorno del V Mese . Diario di bordo .."
L'Irlanda e la Scozia subiscono il dominio dell'Inghilterra e le angherie di RE Guglielmo III. L'eroico pirata Captain Hook combatte la sua guerra personale. Qualcuno gli ha insegnato che si combatte per onore, per giustizia o per amore. Lui sceglierà quale uomo essere.
Chi è Lady Barbra, che lo assolda per una missione in incognito? E la donna che tutti chiamano "La Salvatrice"? Killian Jones è troppo scaltro per non capire che c'è altro oltre le apparenze.
Due anime che sanno leggersi l'un l'altra. Che succederà quando intenti e passione si incontreranno?
"Preferisco non averti che averti una sola volta e perderti per sempre .." Il dolore vissuto che rende oscuri e una nuova luce che permetterà loro di trovarsi ed amarsi anche se sembrava impossibile. Ciò che hanno fatto nella loro vita e ciò che faranno sarà per amore. Solo per amore.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baelfire, Emma Swan, Henry Mills, Killian Jones/Capitan Uncino, Neal Cassidy, Neal Cassidy/Baelfire
Note: AU, Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo, Violenza
Capitoli:
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XXXIII Capitolo

A Time for us …
A time for us, some day there’ ll be
When chains are torn by courage born of a love that’s free
A time when dreams so long denied can flourish
As we unveil the love we now must hide
A time for us, some day there’ ll be a new world
A world of shining hope for you and me
 
(Dal tema di “Giulietta e Romeo”, regia di Franco Zeffirelli)
 
 
 
Verso l’ Isola Verde … tanto tempo fa …

La nave fendeva le onde, sempre più distante dalla terra ferma. Puntava verso la Grande Isola Verde.
Gli occhi azzurri di Cillian Flinth guardavano indietro. Guardavano verso cosa aveva lasciato. Il suo “Cigno Bianco” era là, protetta dalle braccia di un altro. Si erano salutati in un addio che nel loro cuore non lo sarebbe mai stato. Le aveva detto di guardare verso il mare, perché un giorno lui sarebbe tornato a cercarla, fosse stato anche in un’altra vita, se non in quella, ma lui l’avrebbe ritrovata sempre!

Milhena lo osservava e si chiedeva perché il suo sposo continuasse a guardare al passato invece che al futuro. Sapeva bene la risposta. Il suo passato era ancora nel suo cuore e finché vi dimorava, lui non sarebbe riuscito a guardare oltre. Milhena sapeva di essere il suo presente ed il suo futuro. Si avvicinò piano a lui e avvolse le mani al suo braccio, appoggiandosi con il capo. Cillian si chinò verso di lei e le depose un bacio sulla fronte. Sentiva che Milhena l’amava con tutta se stessa, ma pur volendole un gran bene e stimandola moltissimo, non riusciva a ricambiare il suo sentimento.

- A cosa pensi Cillian?
– Pensavo che mi piacerebbe avere una mia nave e governarla di persona …  Credo che un giorno sarò Capitano di una nave e solcherò nuovamente questo mare per tornare indietro …

“Per tornare da lei Cillian?”

Milhena, da donna innamorata, sapeva leggere nel suo cuore e aveva capito il suo desiderio e la sua motivazione.

“Riuscirò mai ad essere io l’inquilina del tuo cuore amore mio?”

Erano ambedue giovani e belli, tra loro non mancava il desiderio fisico e la loro vita intima era molto attiva. Milhena cercava molto spesso il suo Cillian, di solito era lei a prendere l’iniziativa e lo faceva proprio per distoglierlo dal pensiero di Gwyneth. Lui sapeva essere un amante generoso e delicato.
 Presto sarebbero arrivati all’Isola Verde, mancavano pochi altri giorni. Erano diverse settimane che viaggiavano e Milhena si era accorta che le sue regole stavano tardando troppo, rispetto alla data prevista. Sapeva cosa significasse, ma ancora non aveva detto nulla al suo adorato marito. Voleva aspettare il momento giusto e la certezza. Ne sarebbe stato felice? Lei lo sarebbe stata di certo. Il frutto dell’amore che aveva per lui, era ciò che di più prezioso Cillian le avrebbe mai potuto regalare.
Cillian si staccò da lei e si diresse verso il timone per parlare con il Capitano.

 – Capitano Silver, mi farebbe l’onore di insegnarmi come governare la nave?

L’uomo, con la sua rude faccia da lupo di mare, si voltò verso di lui. Lo guardò dalla testa ai piedi e scoppiò in una risata.

– Mi sembrate un tipo troppo raffinato ed elegante per questo mestiere, Primo Cavaliere!
 – Ho braccia forti e buon equilibrio, inoltre non soffro di mal di mare, che altra caratteristica dovrei avere, oltre ad una ferrea volontà di imparare?
 – Beh direi che queste sono qualità che possono bastare! Venite al timone e iniziamo la prima lezione Cavaliere!

Fu così che Milhena vide nascere un altro grande amore per Cillian. Un amore che avrebbe affiancato quello per Gwyneth nel tempo: una nave da guidare e il mare da navigare.
 
-Terraaa! Terraaa!

Cillian era sotto coperta con sua moglie, quando sentì quel grido. Si precipitò sul ponte di prua. La brezza gli scompigliava i bruni capelli ribelli. Respirò profondamente quell’aria che proveniva dalla terra. Una striscia verde smeraldo si parò davanti ai suoi occhi. Era un colore che lo fece sussultare.

“Questa sarà la mia terra d’elezione da ora in poi! Non mi sentirò mai solo in questa terra, perché, dovunque mi volterò, vedrò il verde dei tuoi occhi Gwyneth!”

 – Ben venuto nell’Isola Verde Cavaliere, il vostro viaggio si sta concludendo!

Il Capitano Silver gli si era avvicinato.

– Io, caro Capitano, credo che il mio viaggio sia appena iniziato … Ma di grazia, ditemi, sapete con che nome gli abitanti chiamano la loro isola?
 – Certo Cavaliere! Sono anni che commercio con loro. Gli abitanti la chiamano Terra di Eire, in onore della dea dagli occhi verdi che venerano, la Dea Madre.
- Eireland …

Cillian pronunciò a bassa voce quel nome e pronunciandolo gli sembrò che si stampasse nel suo cuore a fuoco.

“Come la mia dea dagli occhi verdi! Sarai per sempre la mia casa Gwyneth e arriverà il tempo per noi di essere insieme, mai più il nostro amore dovrà essere celato e potrà diventare vero agli occhi di tutti”
***

Tutti i giorni che gli dei mandavano, Gwyneth saliva sulla terrazza del mastio romano. Aveva preso quell’abitudine dalla partenza di Cillian. Da quell’alto terrazzo la visuale era molto ampia e si poteva vedere all’orizzonte la linea bluastra del mare. Lui le aveva chiesto di aspettarlo e di guardare verso la grande distesa azzurra, poiché un giorno sarebbe tornato da lei solcando quelle acque. Gwyneth conosceva nel profondo dell’animo Cillian, sapeva che avrebbe mantenuto quella promessa, a costo della vita. Era partito da più di un mese ormai, portando con sé la sua giovane sposa e una ventina di soldati, alcuni di essi con le mogli. Non sarebbe tornato così presto, poteva essere inutile andare tutti i giorni a guardare l’orizzonte, ma la Regina lo faceva comunque, poiché guardare quell’azzurro, così simile agli occhi di Cillian, le faceva sentire di meno la sua mancanza. Durante il giorno eseguiva i suoi compiti di Sovrana, riceveva le genti dei Tre Popoli con suo marito, Re Artorius ed era un’ottima consigliera per lui. La popolarità del Re cresceva ogni giorno di più, grazie anche all’amore che la gente aveva per Gwyneth. Era una Regina molto presente tra la gente e non mancava mai di far visita a chi stava più in difficoltà, sia per motivi economici che di salute, dando il suo aiuto ed il suo conforto. Insieme al Druido Merlin, aveva aiutato moltissime persone, dei tre popoli, a guarire dai loro malanni. Nonostante che, col passare delle settimane, la sua gravidanza diventasse più evidente, lei era instancabile e spesso faceva disperare la povera Lady Elenoire, che aveva cura di lei come se fosse stata sua figlia. Ancora si permetteva di fare lunghe cavalcate con la sua puledra bianca, certo senza esagerare, al massimo andava al trotto e la puledra era così docile, che si faceva condurre dalla sua mano come se sapesse della condizione della sua padrona.

Una delle mete della Regina, durante le sue passeggiate, era la casa di pietra dell’anziana madre di Cillian. Donna Eva l’attendeva sempre, non sapeva perché la Regina le dedicasse tante attenzioni, pensava di non esserne neppure degna, ma le faceva molto piacere la sua compagnia, faceva sempre in modo di farle trovare i suoi biscotti al latte; le aveva insegnato la ricetta e qualche volta li avevano impastati insieme, dandogli la forma di animali, in futuro, da madre, le sarebbe stato utile. Spesso si ritrovavano a parlare della gravidanza di Gwyneth e di bambini. Eva aveva sempre qualche aneddoto da raccontare sui suoi figli, specialmente su quello che le mancava tanto, Cillian. Alcune volte proprio la Regina le chiedeva di raccontarle di lui, di cosa facesse da piccolo, di come fosse, cosa dicesse e pensasse. Eva era felice di parlare di suo figlio, era come tenerlo lì con lei, malgrado l’enorme distanza che in realtà la separava da lui. Spesso, si accorgeva che, quando parlava del suo figliolo, la Regina si commuoveva  e le si inumidivano gli occhi. In quei momenti la Sovrana distoglieva lo sguardo, guardandosi le mani e cercando di cambiare discorso. Prima di andare via e montare sulla sua puledra, si soffermava sempre a lasciare una carezza e a dare una carota allo stallone nero del  Primo Cavaliere. Eva l’aveva vista innumerevoli volte carezzare il muso del fiero ed elegante animale, dirgli qualcosa sottovoce e lasciargli un bacio sul lungo muso prima di andar via. Non aveva voluto seguire suo figlio sull’Isola Verde, aveva preferito restare nel luogo dove era sempre vissuta e dove aveva profondamente amato, ricambiata, il proprio sposo. Cillian le aveva detto che Artorius avrebbe fatto in modo di vegliare su di lei ed effettivamente la Regina era sempre presente. Mentre guardava Gwyneth allontanarsi a cavallo, Eva diceva a se stessa che Artorius era stato veramente fortunato a sposare una donna come Gwyneth, rara, in bellezza e in virtù. In cuor suo, l’anziana sperava che Cillian avesse avuto la stessa fortuna con sua moglie Milhena. Non seppe mai che Cillian e Gwyneth si erano amati e si amavano ancora …
 
Storybrook  anno domini MDCCXXVI
 
Emma aveva riposto la lampada e l’acciarino dietro una pietra, in prossimità del passaggio segreto nascosto dall’arbusto di biancospino. Stringendosi il lungo scialle nero sul petto, si affrettò a risalire le scale della torre, per tornare nei suoi appartamenti. Appena albeggiava e non doveva destare sospetti. Tutti dormivano ancora, nessuno si sarebbe accorto della sua uscita notturna. Il suo pensiero dominante era Killian. Quel pensiero le era così caro e dolce che nonostante l’aria pungente del mattino settembrino, sentì il calore del sentimento per lui invaderle il petto e irradiarsi nelle membra. Il ricordo di quelle poche ore di passione, appena vissute con lui, le fecero sentire fortemente il desiderio di rivederlo quanto prima. Si erano ripromessi che anche la notte seguente si sarebbero incontrati nella villa di Lady Barbra ed Emma non vedeva l’ora che la giornata passasse in fretta. Erano stati distanti per due giorni e non avevano resistito. Ciò che provavano l’uno per l’altra era un fuoco, che divampava come un incendio quanto più erano lontani. Ambedue sapevano che era amore profondo, se non fosse stato così, la distanza avrebbe affievolito quel fuoco fino a spegnerlo. Era diventato inconcepibile, per loro, non avere la possibilità di trascorrere le notti insieme. I loro corpi e le loro anime si chiamavano, si sentivano, si appartenevano. L’uno non poteva più vivere senza l’altra.

Mentre risaliva le scale, Emma ripensava alle loro carezze notturne, ai loro baci, alle parole d’amore che si erano scambiati. Sentiva ancora l’odore di Killian sulla sua pelle e il suo sapore sulle labbra. La notte era stata molto breve, il tempo sembrava fuggire in fretta quando stavano insieme e più si erano amati e appartenuti, con ardore e desiderio reciproco e più sembrava passato velocemente il loro momento. Si erano donati completamente l’uno all’altra, senza limiti, senza pudori, con il semplice desiderio di amarsi e dare felicità all’altro, generosamente, altruisticamente. Dopo l’ennesimo amplesso si erano abbandonati nelle reciproche braccia sfiniti, appagati, felici, con la percezione di essere unici al mondo. Si erano addormentati in quel modo ed Emma era stata la prima a svegliarsi, con la consapevolezza di dover fuggir via prima dell’alba. Al suo risveglio aveva contemplato l’uomo al suo fianco, che giaceva coperto dal lenzuolo fino ai fianchi. Non aveva resistito ad accarezzare il suo addome atletico, risalendo verso il petto, la spalla, il collo ed infine la sua guancia, con la soffice barba bruna sfumata di rosso. Aveva sfiorato con le dita le sue labbra sensuali e, irrimediabilmente attratta da esse, si era avvicinata con le sue, deponendovi un tenero bacio. Lui dormiva profondamente, talmente spossato dall’amore che non si era accorto di nulla. Aveva ammirato il profilo perfetto del suo viso. Ne conosceva talmente bene ogni particolare che avrebbe potuto farne un ritratto senza guardarlo, se mai fosse stata brava come lui nel disegnare. Aveva tante cose da dirgli, ma le disse in pensiero … non ne era ancora il momento.

“Amore mio, sto per andar via e mi dispiace svegliarti, non lo farò. Sei così dolce e bello nella quiete del tuo sonno. Ancora dovremo aspettare per avere il nostro momento. Mi hai chiesto di Neal e sono riuscita a sviare il discorso, non potevo … non potevo parlarti di lui, avresti reagito con la tua solita gelosia e non voglio che tu corra pericoli inutili. Lo so che per proteggermi saresti capace di dare la tua vita, ma io farei lo stesso per te. Il nostro amore dovrà restare ancora celato, ma presto potremo spezzare le catene che ancora ci negano la libertà di amarci. Quando il velo della verità sarà finalmente squarciato, nulla più ci impedirà di appartenerci come già le nostre anime si appartengono. Avrò la firma di Neal, te lo prometto mio amore e potrò restituirti il meraviglioso regalo che mi hai donato, quella parte di te che sta maturando e crescendo nel mio ventre. Ti amo così tanto e tu mi rendi così felice che mi sembra impossibile avere avuto la gioia di trovarci. Ora devo andare mio “principe pirata”, ma non prima di averti dato un ultimo bacio. Riposa ancora e sognami. Conterò i minuti del giorno affinché la notte arrivi prima. Ci ritroveremo qui …”
 

Improvvisamente Killian aveva sentito il freddo dell’assenza di Emma e si era svegliato. Sapeva che lei doveva andar via prima dell’alba e rimase rammaricato di non essersi svegliato con lei tra le braccia, non lo aveva svegliato per lasciarlo ancora riposare, ne era sicuro. Il cuscino sapeva ancora del suo profumo di fiori di campo. Lo abbracciò, come se quella parte di lei potesse riportargli l’intero che ne aveva lasciato la traccia. Inspirò il suo profumo, ma servì solo per sentire di più la sua nostalgia.
 “Ti amo Emma, ci sarà un tempo per noi vedrai! Domani mattina non ti lascerò fuggire da me così facilmente, non ho abbastanza autonomia di baci, non sono mai abbastanza, sono perennemente affamato di te e tu … lo so bene … lo sei di me …”
Fu velocissimo ad alzarsi, rivestirsi e ripartire. I giorni seguenti si sarebbero trasferiti con la Stella del Mattino nella Baia di Lady Barbra per la manutenzione. Doveva tornare alla nave, presto i suoi uomini avrebbero attraccato al molo e calato la passerella, aveva lasciato al comando Jefferson ed Eddy gli faceva da secondo. Aveva necessità di parlare proprio con loro due, aveva un argomento molto importante da confidare e non sapeva come l’avrebbe preso Eddy.

Lasciò il cavallo nella stalla di Angus, quando gli aveva concesso il suo affitto gli aveva detto di fare come se fosse a casa propria, quindi il Capitano non dovette curarsi di avvisarlo del suo ritorno. Si voltò verso le finestre della locanda e vide che le ante interne ai vetri erano tutte chiuse, Angus e la sua famiglia ancora dormivano. Meglio così! Si sentiva più libero a non essere osservato. Dalla taverna all’attracco non era molta la distanza e, avviandosi, vide la sua nave che si stava accostando, in manovra, al molo. Nel suo solito abbigliamento in pelle, con la spada al fianco sinistro, aspettò in piedi, con portamento eretto ed elegante, che Eddy posizionasse la passerella. La percorse velocemente, con agilità e sicurezza di sé. Eddy era ancora vicino al passaggio e gli lanciò un sorriso smagliante, ricambiato da un Capitan Jones felice e rilassato. Dopo due giorni, in cui aveva fatto passare l’inferno a tutti su quella nave, era un bel cambiamento! Jefferson gli andò incontro e notando il cambiamento di umore non gli risparmiò la sua battuta.
 
– Buon giorno Killy, vedo che la medicina ti ha fatto effetto!
– La medicina?
 – Si direbbe proprio che hai preso una bella dose di “Emma”!

A Killian non piaceva affatto parlare della sua vita intima, non lo faceva mai, neppure quando si era trattato di avventure sessuali di una notte. Riguardo ad Emma poi, l’argomento era completamente di sua esclusiva proprietà! Si portò la mano verso la guancia e l’orecchio. Eddy notò il suo imbarazzo e gli venne spontaneo un sorriso.

 – Jeff … perché non cerchi di iniziare la giornata con una doppia razione di affari tuoi?
 – Be sai Killian! So benissimo cosa si prova nel sentire la mancanza della donna amata …
- Hai ragione fratello … scusami! Ti prometto che presto torneremo a Neverland e riabbraccerai tua moglie e tua figlia.

Fu spontaneo per Killian dare una pacca affettuosa sulla spalla di Jefferson e fu spontaneo per il suo più vecchio amico, rispondergli con un sorriso triste. Killian si rese conto ancora di più che Jeff, questa volta, più delle altre, aveva un forte bisogno di tornare dalla sua famigliola. Immaginò la ripartenza per Neverland, Emma e Henry che partivano con loro. Era un pensiero molto felice per lui e sperò che si potesse avverare quanto prima.

 – Jefferson, Eduard … ho bisogno di parlarvi … raggiungetemi nel mio ufficio …

I due si guardarono in viso sorpresi, doveva trattarsi di un argomento molto serio, non aveva usato i loro diminutivi. Senza farselo ripetere lo seguirono.
 
 – Eduard … in particolare per te … mi dispiace … ma dovrò riaprire vecchie ferite …

Il giovane annuì, aveva capito al volo a cosa il suo amato Capitano si stava riferendo.

– Riguardo a te Jefferson … sarai meravigliato che non te ne ho parlato prima …

Jeff aggrottò i sopraccigli, non aveva capito dove voleva andare a parare Killian.

 – Sai Eddy, circa cinque anni fa, quando venni da te e tua madre … so che mi odiasti per la mia bugia iniziale su Milha … non potevo dire a tua madre morente che la figlia era stata uccisa e inventai la pietosa bugia che l’avevo già sposata e che vi  avrei portato da lei … Ho odiato me stesso nel doverti dire dopo la verità … Milha … non c’era più, un malvagio me l’aveva rapita e uccisa ... Sapevo chi era quel mostro, l’aveva assassinata davanti ai miei occhi e dopo mi aveva tagliato la mano … Da che mi ripresi e questo lo sapete, ho cercato la mia vendetta, inseguendo quell’uomo e il suo complice dalla Scozia all’America … Mi dispiace ma allora non ho potuto rivelare tutto … ho mantenuto segreto cosa mi disse Milha spirando tra le mie braccia … Quando la trovammo, tu Jeff eri con me, era in uno stato pietoso … aveva subito violenze di ogni tipo, era febbricitante e aveva una grave infezione che forse le sarebbe stata fatale. Quando ci dividemmo per sviare gli inseguitori, io e lei ci rifugiammo nel capanno in cui mi trovaste dopo, ferito e mezzo dissanguato. Lì scoprii che in quell’anno che l’avevano rapita e seviziata, il “Macellaio”, che me l’aveva portata via, l’aveva resa madre … Le ultime parole di Milha furono per il suo bambino … mi chiese di ritrovarlo …

- Io … io … ho un nipotino?!

Eddy era sorpreso e contemporaneamente commosso. Anche sul bel volto, ora barbuto, di Jeff si dipinse la sorpresa.

– Si Eduard … sei zio di un bambino di circa sei anni. In tutto questo tempo ho inseguito quel “Coccodrillo” non solo per ucciderlo e vendicare tua sorella, ma anche per trovare il bambino e tenerlo con noi. Tu Eddy non sai che quell’assassino è suocero della mia Emma. Il suo nome è Rumbel Mc Cassidy, duca di Aran ed ex Reggente di Storybrook, padre dell’attuale Reggente: Neal. Quando abbiamo accompagnato Emma in missione nel Maine, ha ottenuto il rilascio dell’annullamento del suo matrimonio con il Duca Neal Mc Cassidy, per questo si è sentita di accettare la mia proposta di nozze. Anche se non sono state svolte con rito Cattolico, è stato un modo per farci delle promesse di fronte a Dio. Appena Emma avrà la firma di Neal, ripartiremo per il Maine, legalizzeremo la nostra unione e celebreremo il rito cattolico, com’è nei nostri desideri.
 – Sei sicuro che quell’uomo firmerà il documento di Emma? Da come si è comportato tre giorni fa … non saprei …

Eddy aveva assistito allo slancio passionale di Neal verso Emma ed effettivamente dei dubbi sarebbero venuti a chiunque.

– Confesso che non sono tranquillo riguardo a quell’uomo, è un viscido, non è sincero, ha già fatto del male in passato ad Emma e sono piuttosto preoccupato per lei …
 - Killy, Emma è una guerriera, sa combattere benissimo, negli ultimi tempi l’hai allenata tu stesso, sai che è forte …
– Si Jeff … è una donna forte … ma è troppo buona per pensare alla malvagità che si può celare in quell’uomo.

Rimasero tutti e tre per un attimo a pensare alla situazione di Emma e Neal, anche Eddy e Jeff condividevano quel pensiero sulla Principessa.

 – Comunque, per tornare all’argomento di partenza. Quando siamo arrivati la prima volta a Storybrook, pensavo che vi avrei trovato Rumbl, le informazioni raccolte nei bassifondi di Aran mi avevano portato qui. Andai alla taverna per carpire informazioni all’oste e il buon Angus non si fece pregare a raccontare ad uno straniero della situazione della penisola. Seppi che Mc Cassidy era stato qui con Barba Nera, circa cinque anni fa. La Principessa lo aveva fatto arrestare per tutte le nefandezze di cui era accusato in Scozia, ma era riuscito a fuggire di prigione con il suo complice e aveva ripreso il largo. Volevo ripartire al suo inseguimento appena rifornita la nave, ma il destino portò da me Lady Barbra. Emma stessa mi ha raccontato di Rumbl. Ispezionando la nave di Barba Nera con Neal, trovò due prigionieri, un adulto ed un neonato. Il piccolo pare fosse figlio di Rumbl. Emma non sa chi sia la madre, ma sospettiamo si tratti di Milha.
 – Dov’è quel bambino ora Killy?
– La coincidenza fortunata Jeff … è che Emma ha tenuto con sé il piccolo e lo ha allevato come se fosse veramente suo figlio!
– Ma … ma allora … il bambino che abbiamo visto l’altro ieri, Henry … è … è mio nipote?!
– Sia io che Emma crediamo di si Eddy. Ho cercato sul suo viso la somiglianza con te e tua sorella, ma pur sembrandomi familiare, non ho trovato particolare somiglianza con voi due. Dovrò parlare con l’altro prigioniero del “Coccodrillo”, Emma mi ha detto che è a Storybrook e che cercherà di convincerlo a parlare con me. Potrò capire se è veramente il bambino partorito da Milha.
– E se non lo fosse Killy?

Killian guardò verso il viso speranzoso di Eddy e poi abbassò gli occhi, direzionandoli a terra rattristato.

– Se non è lui, dovremo temere il peggio per quell’innocente, difficilmente sarebbe vivo …
 
***
Tornata nella sua stanza Emma aveva atteso nel suo letto che la luce del giorno fosse completa. Non si era riaddormentata, non aveva potuto, troppo pressante era nella sua mente il pensiero di Killian e di Henry. Si era creato tra i due uomini della sua vita un feeling immediato. Qualcosa li univa. Emma sentiva tra loro due un legame simile a quello che si era creato subito tra lei e Killian e tra lei e il piccolo Henry, quando lo aveva visto per la prima volta in quella sporca culletta sulla nave di Barba Nera. Era un bene che Henry fosse così affiatato con Killian, avrebbe sentito meno la mancanza di Neal, quando sarebbero partiti da Storybrook con il suo bel Capitano Jones. Si alzò definitivamente dal letto e si accostò alla toeletta. Lo specchio le rinviò la sua immagine scompigliata, aveva proprio l’aria di una donna che era stata travolta dalla passione, se ne rendeva conto e sapeva che era stato proprio così. Prese la spazzola e spicciò i capelli. Riacquistarono la loro morbidezza e le loro onde bionde. Fece una treccia e con le forcine la tenne su. Era un’acconciatura semplice che poteva diventare elegante con un abito da sera. Sorrise alla sua immagine e tolse la camicia da notte per lavarsi. Vide dallo specchio vari punti arrossati sul suo seno, sul ventre, fino a scendere più in basso … Pensò di avere una sorta di mappa del passaggio di Killian. Aveva navigato su tutto il suo corpo, baciando la sua pelle centimetro per centimetro e si era soffermato dove lei era più sensibile. Le sue guance arrossirono al ricordo e soprattutto alla consapevolezza che le era piaciuto moltissimo. Sentì l’eccitazione riaffiorare prepotente ed ebbe il bisogno di sfiorarsi dove lui  le aveva dato più piacere …

“No! Basta pensare a lui adesso, non sarebbe neppure la stessa cosa, non sarebbe lo stesso piacere dato dalle sue labbra e dal leggero sfiorare delle sue dita, aspetterò questa sera, ora devo pensare ad Henry”

Versò l’acqua della brocca nella bacinella e immerse le mani per lavarsi il viso. Nel pomeriggio avrebbe fatto un bagno nella sua vasca smaltata. Ricordò la tinozza sulla nave di Killian, la possibilità di fare il bagno solo una volta alla settimana per non sprecare le riserve di acqua e poi i ricordi spaziarono verso Neverland, il laghetto della casa di Killian, i bagni fatti insieme in quell’acqua fresca e limpida, la spiaggia candida, l’immersione nella piccola baia di uno splendido verde smeraldo e l’amore tra le onde che li lambivano mentre si appartenevano. Non aveva un ricordo triste del viaggio fatto con Killian, non aveva ricordi tristi se riguardavano lui. Poi un ricordo le rabbuiò lo sguardo, un ricordo che non riguardava Killian.

Quando era tornata a Storybrook, una delle prime cose che aveva voluto fare, dopo aver passato la giornata con Henry e le persone per lei più care, era stato un bagno caldo nella sua vasca. Prima di cena aveva chiesto alla sua cameriera Edith di prepararle l’acqua con i Sali profumati. Aveva un grande bisogno di rilassarsi e stare in acqua, come piaceva a lei, per una buona ora, godendo di quel tepore e quei profumi, con la testa poggiata alla sponda della vasca e gli occhi chiusi, pensando ovviamente al suo pensiero più dolce. Edith era tornata dopo un’ora portandole un asciugamano da bagno bianco, molto ampio. Emma l’aveva sentita entrare e armeggiare con il catino dietro di lei, mentre ancora era in acqua.

 – Edith passami l’asciugamano grazie!

Non si era voltata e si era alzata in piedi, l’acqua le scorreva in rigagnoli sul corpo. L’asciugamano era stato aperto dietro di lei e voltandosi per un quarto di giro aveva visto l’ampio telo bianco aperto per accoglierla. Edith lo teneva più in alto della sua testa e ne veniva totalmente nascosta. Le depose il telo sulle spalle e la massaggiò delicatamente sulla schiena in modo molto piacevole

– Edith cara, da quanto non facevo un bagno così rilassante! Grazie per questo massaggio, ma adesso vai pure, finisco di asciugarmi da sola.

 Le mani di Edith si fermarono sulla sua schiena, all’altezza dei reni. Sembrarono esitare un attimo, poi passarono ad avvolgerla e si insinuarono sotto il telo per impossessarsi del suo seno.

 – Ma cosa …

Sgomenta, Emma aveva realizzato, troppo tardi, che le mani che l’avevano massaggiata ed asciugata fino a quel momento, non potevano appartenere a Edith. Lanciò un urlo cercando di svincolarsi.

– Nooo! Lasciami immediatamente Neal!

Suo marito la tenne più stretta a sé e, mentre con il braccio sinistro la teneva schiacciata contro il proprio torace, con la mano destra era scivolato verso il suo Monte di Venere, insinuando lascivamente le sue dita tra le pieghe della sua calda e umida intimità. Non poteva permettergli di prenderla in quel modo. Tornarono i terribili ricordi della violenza subita da lui. Rimase, per un attimo, quasi impietrita dal terrore e poi vide gli occhi di Killian, sentì le sue dolci parole quando l’aveva accarezzata la prima volta e quando l’aveva fatta sua completamente. Killian era diverso, Killian le avrebbe chiesto il permesso, Killian l’amava e lei amava lui.  Quel “No” le uscì dalla gola partendo dalle viscere. Con un movimento da lottatrice quale era si staccò da Neal. Quasi cadde nella vasca, per staccarsi da lui e rimase nuda davanti a l’uomo, che lei non considerava più suo maritou da molto tempo.

– Come diavolo ti sei permesso di entrare e di mettermi le mani addosso Neal?!

Gli ruggì contro il suo disappunto e la sua rabbia, pronta a picchiarlo con tutte le sue forze.

– Perdonami amore mio, ma non ho resistito, sapevo che stavi facendo il tuo bagno, ho detto ad Edith che ti avrei portato io il telo e sono entrato, forse dovevo farmi riconoscere subito, pensavo di farti una sorpresa, mi sei mancata Emma … tanto. Non ho fatto altro che pensare a quell’ ultima sera, prima che tu partissi … quando sei venuta da me … così … come sei ora …

Emma intanto stava cercando con gli occhi la sua vestaglia per coprirsi, non voleva esporsi davanti a lui come aveva fatto quella sera. Allora pensava di recuperare qualcosa del suo matrimonio, ma non c’era stato nulla da recuperare ed ora non aveva intenzione di dare nessuna chance a Neal, soprattutto adesso che aveva in mano l’annullamento del matrimonio e Killian nel cuore più di sempre.

– Quella sera mi hai colto alla sprovvista, non immaginavo … ora sono pronto per te Tesoro.

Emma notò il rigonfio all’inguine di Neal e sentì un brivido di ribrezzo, continuavano a riaffiorarle le immagini della sua prima notte di nozze. Questa volta non sarebbe successo.
 
– Ti sto desiderando tanto Emma, ti voglio …

Le si stava avvicinando con gli occhi lucidi di desiderio e iniziò a sbottonarsi i pantaloni. Emma indietreggiava mentre lo guardava con un’ espressione tra il terrore ed il ribrezzo. Era ad un passo dal letto, la vestaglia era lì. In una frazione di secondo si allungò ruotando il dorso per prendere l’indumento ed indossarlo, ma in quella stessa frazione di secondo lui fu su di lei, schiacciandole il seno contro il materasso. Le teneva una mano tra le scapole per tenerla ferma, con l’altra si era liberato il membro e poi era passato a tentare di aprirle le gambe da dietro, con l’intenzione di prenderla in un modo bestiale. Ogni fibra del corpo di Emma gridò nuovamente quel no. Con uno scatto scivolò in avanti, si rannicchiò per prendere la spinta e puntando le mani sul materasso, lo calciò alle ginocchia, facendolo barcollare e cadere a terra. Neal si rialzò velocemente, era più agile di quanto sembrasse e non gli mancava la forza muscolare. Fortunatamente difettava nella tecnica di combattimento. Emma sapeva come fare. In una rotazione della gamba gli assestò un tale calcio al mento, colpendolo con il tallone, che lo fece stramazzare a terra. Si infilò velocemente la vestaglia e sfilò Excalibur dal suo fodero, l’aveva lasciata poggiata sul letto quando si era tolta gli abiti per fare il bagno. Neal non era svenuto, ma giaceva seduto a terrà massaggiandosi  il mento, mentre con l’altra mano si poggiava al suolo per rialzarsi. Emma gli puntò la spada alla gola.

 – Hai cercato nuovamente di farmi violenza! Guarda attentamente questa lama ondulata Neal! Su di essa ti prometto che se non mi starai alla larga e se riproverai a farmi quello che avevi intenzione di fare adesso, questa lama sarà l’ultima cosa che vedrai! Non ho intenzione di continuare ad essere tua moglie, non lo sono più da otto anni, non ho tollerato il tuo comportamento e non ho intenzione di tollerarlo in futuro.  Ho raccontato tutto a mio padre nel Maine e ha stilato l’annullamento del matrimonio, avrei potuto denunciarti, ma non l’ho fatto e questo non significa che io non possa farlo in un prossimo futuro.
 – Emma io non volevo farti del male, pensavo lo volessi anche tu … io ti amo!
- Che cosa?! Ti ho detto di no e tu pensavi fosse un si?! O sei un idiota o mi stai prendendo in giro. Esci di qui Neal e non ti azzardare mai più a rimettere piede in queste stanze. Non ti voglio vedere neppure a cena!
– Che diranno gli altri? Henry ci resterà male se non ceniamo insieme, visto come era contento quando ha visto che ci baciavamo questa mattina?
– Tu mi hai baciata, non io! Se verrai a cena con noi mettiti a distanza da me. Il nostro matrimonio è finito Neal e questo ulteriore comportamento di questa sera ha messo il punto finale alla nostra storia. Vattene ora!
 
Quando quella notte era stata tra le braccia amorevoli di Killian e lui le aveva chiesto del comportamento di Neal, come avrebbe potuto raccontargli cosa era successo in quei pochi minuti nella sua camera da letto? Killian non avrebbe esitato ad entrare negli appartamenti di Neal con la spada in mano e a sfidarlo in un duello all’ultimo sangue. Non voleva che corresse rischi per lei e non aveva potuto essere sincera completamente. Le dispiaceva non poter dire tutto, ma quello era il suo modo per proteggerlo. Meglio dimenticare i ricordi spiacevoli per lasciare spazio solo a quelli felici. Ora il suo pensiero felice si spostò su Henry. Finì di vestirsi e si diresse verso la stanza del piccolo. Dormiva beato. Lo chiamò mente apriva le tende e le finestre. Si mise sul letto, al suo fianco e iniziò a solleticarlo finché il piccolo, ormai sveglio, non rise felice. Saltò al collo della mamma baciandole le guance. Emma si sciolse per la tenerezza e strinse forte al cuore quel tenero “cucciolo” vivace. Se lo portò sulle ginocchia e lo tenne tra le braccia mentre il bambino poggiava la testolina sul suo cuore.

– Piccolo mio, quanto mi sei mancato in questi mesi …
- Anche tu mamma, mi sei mancata tanto tanto sai?
 – La tua mamma ha avuto cose molto importanti da fare tesoro mio, cose che serviranno anche per il tuo futuro.
– Killian ti ha aiutata?
– Si tesoro mio, mi ha aiutata tantissimo in questi mesi …
 - Mi piace Killian … a te piace mamma?
– Penso che mi piaccia come piace a te … è un corsaro molto in gamba. È un uomo d’onore, leale, coraggioso e molto generoso …
 - Mamma … forse a te piace anche di più che a me!
 – Piccolo furbacchione! Ora mi vendicherò di questo che hai detto con tanti bacini e tanto solletico!

Iniziò a solleticare suo figlio e a baciargli le guance rosee. Henry sgattaiolò via dalle sue braccia e saltò sul letto ridendo.

 – Non mi prendi! Non mi prendi!
 – Tu dici? Sai che mi piacciono le sfide e se ti prendo avrai doppia razione di bacini e solletico!

Henry rideva e fece in modo di far vincere la sfida a sua madre, per avere la sua doppia razione di coccole e solletico.

– Basta ora! Lavati il viso e andiamo a far colazione, poi lezione di matematica e lettura. Zio August mi ha detto che hai fatto progressi con la matematica in questi mesi, faremo una verifica!
– Uffa mamma! Sei appena tornata e subito pensi ai miei compiti?
 – Una mamma deve pensare anche a questo nell’educazione di suo figlio …
- Se faccio tutto bene poi possiamo andare da Killian?
– Da Killian?!
– Si! Tu e papà mi avete detto che potevo andarci!
– Vediamo questa verifica, poi manderò un messaggio al Capitano Jones se possiamo andare nel primo pomeriggio, che ne dici?
– Evviva! Evviva! Vedrò una nave Corsara! Possiamo portarci pure zia Belle?
– Vedremo se vorrà venire insieme a zio August …
 
Scesero per la colazione e quando Henry vide che il suo papà non era presente rimase sorpreso. In quei mesi di assenza di Emma, lui aveva fatto le sue veci in quasi tutto. Si era stabilito un ottimo rapporto tra padre e figlio. Emma pensò che era un peccato non mantenere quel rapporto, soprattutto se era gratificante sia per Henry che per Neal. Nonostante il disgusto ed il disprezzo che aveva provato per il suo comportamento nei suoi confronti, non voleva impedirgli di far da padre al piccolo e quindi permise a suo figlio di andare a dargli il buon giorno e di invitarlo a far colazione insieme. Il piccolo non se lo fece ripetere due volte e partì di corsa verso gli appartamenti di quello che credeva fosse suo padre.

Neal era sveglio, ma ancora era sdraiato nel suo letto, la sua espressione facciale era molto triste. Henry lo chiamò allegro e gli riportò il sorriso sulle labbra.

 – Vieni qui giovanotto!

Il bambino prese la rincorsa e si gettò sul padre.

– Papà sei un pigrone, la mamma ha chiesto se vieni a far colazione con noi!
 – Lo ha detto la mamma o Betty?
 – No papà! Proprio la mamma! Ma prima giochiamo un pochino alla guerra con i cuscini?
 – Ah! Vuoi la guerra?

Neal rovesciò sul letto Henry, lo solleticò ridendo, il piccolo si divincolò e prese uno dei due cuscini del letto paterno per colpirlo poi sulla pancia. Da lì cominciò la loro battaglia preferita.
 Uscendo dalla stanza insieme, andarono nella sala da pranzo, dove Emma li aspettava in compagnia di Belle ed August. Neal salutò tutti con il buon giorno. Ad Emma avrebbe voluto riservare un bacio sulla guancia, ma dopo quello che era capitato il giorno prima tra loro, non gli sembrò opportuno.

“Non ne combino una buona con lei! Non ha creduto che le volevo fare una sorpresa! Credevo veramente che dopo tutti questi mesi, magari mi desiderasse tanto quanto la desidero io, non volevo farle del male, non ho mai voluto. Sono stato un idiota quando è venuta da me quella notte, sono stato proprio io a decretare la fine del nostro matrimonio. Non ho saputo amarla come lei meritava e ora …”

Fecero colazione con Henry che parlava per tutti, contagiandoli con la sua allegria.

– Papà ho chiesto alla mamma se oggi possiamo visitare la nave di Killian! Ha detto che se faccio bene la verifica di matematica ci andiamo!
– Mmm quindi avete già deciso senza dirmi niente …
 - Ne abbiamo parlato poco fa e ci stiamo vedendo ora Neal! Henry ti sta informando.
 – Dopo la mamma manderà un messaggio a Killian per chiedergli se possiamo andare!
 - Ovviamente, nipote! Si chiede sempre il permesso al Capitano per salire sulla sua nave!
– Non temere piccolo, sono sicuro che il Capitano Jones non si farà pregare per dare il permesso di farvi salire … specialmente se è lei a chiederlo …

L’occhiata di Neal verso Emma era piuttosto eloquente. Emma gli rinviò un’occhiataccia, mentre August e Belle guardarono ambedue con un certo imbarazzo e poi si scambiarono un veloce sguardo tra loro, tornando a puntare gli occhi in direzione della loro colazione. Tra Neal ed Emma si percepiva una certa tensione …

 - Zia Belle ti piacerebbe venire con noi? Insieme anche a zio August …

Belle guardò il suo fidanzato e questi annuì rispondendo anche per Belle.

 – Se avremo il permesso del tuo amico Killian, verremo anche io e zia Belle, perché no?
 – Evviva! Andiamo a trovare Killian!
– Capitano Jones …

Lo corresse Emma.

– Ma come?! Non lo chiami anche tu Killian?

Neal con un tono pungente le aveva rivolto quella domanda, ma ricevette un’altra occhiata arrabbiata da Emma e nessuna risposta verbale. Nuovamente Belle ed August si resero conto che qualcosa stava andando peggio del solito tra quei due. Neal sembrava fare delle illazioni … era evidentemente geloso. I due fidanzati non proferirono parola ed evitarono commenti. La colazione finì con un’aria piuttosto pesante. Neal si ritirò nella sua stanza, Henry andò con suo zio August in biblioteca per la sua verifica di matematica e Belle con Emma uscirono sul terrazzo.

Emma guardò verso il porto. La bella nave del Capitan Jones svettava con i suoi alti alberi, maestosa ed elegante.
Belle le si avvicinò.

 - È una bella nave … Come è stato il tuo viaggio Emma?
 – Il viaggio è andato oltre le mie aspettative Belle …
 - Anche “Lui” è andato oltre le tue aspettative Emma?

La principessa si voltò velocemente guardandola negli occhi sorpresa.

 – Emma, lui è innamorato di te …
- Come fai a dirlo Belle?
– Quando Neal ti ha dato quel bacio l’altro giorno … lui stava per prendere la spada, l’ho capito dal suo movimento e dall’indurirsi della mascella. August non lo stava guardando, non se n’è accorto … Inoltre questa mattina prima dell’alba ti ho vista dalla finestra della mia stanza che sgattaiolavi dal passaggio segreto … Eri in camicia da notte … non mi sembra che ieri notte ci fossero riunioni con i nostri, lo avremmo saputo anche io ed August. Lo ami anche tu e avete passato la notte insieme …vero?
 – Belle … sei una sorella per me lo sai … abbiamo dei segreti tu ed io che sappiamo solo noi …
- Si Emma … è vero ed io ti devo molto. Non mi devi raccontare nulla se non vuoi, ma se ne senti il bisogno sai che puoi fidarti di me.
– Ancora non ne ho parlato neppure con Frate Benedictus, ma ci sono momenti che mi sembra che il cuore mi scoppi per quanto lo amo! Belle … lui è il giovane di cui mi innamorai dodici anni fa, te ne ho parlato, ma non te ne ho mai detto il nome!
– Lui è il giovane ufficiale della marina che hai creduto morto con il fratello?
 – Si è lui, è il Tenente Killian Flinth Jones della Royal Navy, ora Capitano Jones. La sua storia è lunga e dolorosa. Te la racconterò in dettaglio più tardi, per ora ti basti sapere che è diventato pirata per vendicare la morte ingiusta di suo fratello e per proteggere la sua gente d’Irlanda, è un patriota e non un pirata come ha fatto credere Rumbl. Sai di Henry …
- Si, ma cosa centra il Capitano Jones con Lui?
 – Killian è stato mutilato da Rumbl dopo che gli uccise la donna che voleva sposare. L’aveva rapita e resa madre. Il bambino era sparito e Killian, dalle informazioni ottenute, inseguì il Duca fin qui per trovare sia lui che il piccolo. Credo che Henry sia quel piccolo. Killian ha bisogno di parlare con il prigioniero adulto che io e Neal trovammo sulla nave di Barba Nera, vuole fargli delle domande per capire se è veramente come sospettiamo, ma io non so se quella persona se la sentirà di rivivere ciò che ha passato …
- Capisco… credo che per il bambino … quella persona troverà il coraggio di risvegliare i suoi fantasmi. Il tuo Killian avrà le sue risposte sicuramente.

Le due donne rimasero ancora un paio di ore a parlare del viaggio di Emma. La Principessa confidò a Belle di aver ottenuto l’annullamento del matrimonio con Neal e di aver celebrato con Killian un matrimonio tra i Pellerossa della sua isola segreta.

– Belle, tu non puoi immaginare che uomo meraviglioso ho scoperto in lui! È  andato veramente oltre ogni mia aspettativa! Con lui ho imparato cosa significhi veramente amare. È riuscito ad abbattere i muri del trauma che avevo subito a causa di Neal, non avrei mai pensato di appartenere nuovamente ad un uomo … lui è stato … paziente, delicato, tenero … so che mi ama come lo amo io … e anche per lui è cominciato tutto quella sera del mio diciottesimo compleanno … Belle … Belle … io sono così felice con lui e auguro anche a te e August di provare la stessa forza di questo sentimento. August ti aiuterà Belle … ti ama tanto … gli hai detto?
 –No Emma .. noi non abbiamo avuto l’intimità che hai avuto tu con Killian … io non ci sono riuscita e non sono riuscita a parlargli … temo che quando saprà … tutto finirà …
 - Non avere paura amica mia, so che puoi fidarti di lui, non ti lascerà, anzi, credo che ti amerà più di prima!

Emma non riuscì a fare a meno di abbracciare Belle, la quale, romantica come era, si era già commossa parecchio a quanto Emma le aveva detto e quando, poi, le raccontò altri dettagli sul viaggio e di come Killian l’aveva aiutata e sostenuta in tutte le circostanze vissute, la giovane aveva gli occhi lucidi.

 – Emma, sei fortunata .. il vostro è vero amore, ne sono certa … ti auguro di poter realizzare il vostro sogno d’amore e avere una bella famiglia insieme! 

La bionda Principessa aveva raccontato molto alla sua amica, ma aveva tenuto per sé il dolce segreto che celava ancora anche al suo amato.
“Devo parlare con Frate Benedictus assolutamente, dovrà visitarmi per darmi la certezza, poi amore mio potrò dirtelo …”
***

Uno dei soldati del Reggente si avvicinò alla “Stella del mattino”  e chiamò ad alta voce.

 – Voi della nave!

Jack Spugna si affacciò dal ponte e chiese di cosa si trattasse.

– Ho un messaggio per il Capitano Jones e devo aspettarne una risposta.

Spugna, vedendo che si trattava di un soldato, immaginò che il messaggio potesse essere di Emma e si affrettò a darne notizia al suo Capitano. Killian si precipitò sul ponte e diede il consenso al militare di salire a bordo. L’uomo gli consegnò il biglietto, chiuso con una goccia di ceralacca rossa timbrata. Con la sola mano destra, il Capitano spezzò il timbro e lesse il contenuto. La Principessa Emma Swan Charming Pendràgon gli chiedeva il permesso di far visita alla nave con suo figlio, suo fratello e la fidanzata di questi. Fece attendere pochi minuti il soldato e gli mise in mano un altro biglietto dove rispondeva che sarebbe stato onorato di accoglierli per il primo pomeriggio.
Il soldato tornò alla rocca e Killian si guardò intorno. La nave era in ordine, avrebbe fatto bella figura! Non vedeva l’ora di incontrare nuovamente Emma e il piccolo Henry. Chiamò a riunione tutti gli uomini e fece le sue raccomandazioni. Avrebbero dovuto comportarsi educatamente, evitare il solito linguaggio colorito da lupi di mare quali erano ed essere molto disponibili con gli ospiti, specialmente con il figlio della Principessa. Eddy era molto emozionato, stava pensando che quando avrebbe visto nuovamente il bambino, lo avrebbe guardato meglio.

 – Eduard! Tu in particolare ti occuperai di far divertire il bambino …
 - Sarà un piacere Signore!

L’intento di Killian era di far prendere confidenza al piccolo con quello che probabilmente era veramente suo zio, inoltre vederli giocare insieme avrebbe fatto piacere sia a lui che ad Emma, lei sapeva da tanto che Eddy era fratello di Milha.
 
Come diceva il biglietto della Reggente, per le 15,00 arrivò una carrozza con a bordo i cinque ospiti annunciati. Killian scese a terra per andare incontro alla Principessa e agli altri. Ad Emma e Belle riservò un bacio galante sulla mano, mentre al piccolo e al Colonnello August strinse amichevolmente la mano. Eddy prese per mano Henry e lo portò su per la passerella, mentre Killian porse il braccio ad Emma e August fece lo stesso con la sua fidanzata.
Henry fu entusiasta della nave, fece mille domande al suo nuovo amico Eddy e non meno ne fece a Killian. Mentre il Capitano si appartava per scambiare due chiacchiere con August e le gentildonne, Eddy continuò ad occuparsi di Henry. August raccontò a Killian di come aveva avuto notizie di sua sorella, quando cominciava a disperare, dal loro comune amico Ammiraglio Jamie Fraser e si scambiarono con simpatia e stima qualche breve aneddoto. Ad un certo punto l’attenzione fu dirottata improvvisamente su Henry che chiamò la madre.

 – Mamma! Mamma! Guardami!

Emma e gli altri si voltarono verso dove arrivava la voce. Henry si era arrampicato sulla scala di corda che portava verso la vedetta. Era molto in alto e  Emma perse un battito cardiaco.

 – Mio Dio Henry! Scendi subito da lì!
 – Ma mamma è divertente! Guarda come sono bravo!

Emma vide cosa stava per fare suo figlio e questa volta per poco sfiorò l’infarto. Automaticamente Killian le portò il braccio destro alla vita e la strinse a sé tranquillizzandola.
Il bambino aveva afferrato una corda volante e si era lanciato verso la scala di corda posta alla parte opposta a quella dove si era arrampicato precedentemente.
Emma era sbiancata come un lenzuolo. Killian sorrideva ammirato per Henry e con le labbra le sfiorò la fronte.

– Emma, stai tranquilla … Henry è agile come uno scoiattolo ed ha una bella muscolatura, è sicuro di sé, hai fatto un ottimo lavoro con lui, non poteva avere una madre migliore, sono fiero di te e di lui!

Le parole di Killian la commossero, le aveva dette a bassa voce, le aveva udite solo lei, ma a Belle e ad August non sfuggì quella vicinanza improvvisa, tipica di un’intimità più profonda di quella che avrebbe dovuto avere Emma con Il Capitano Jones. August iniziò a capire che, in quel viaggio, sua sorella aveva trovato molto più che alleati e Rubeus Noctis. Nel profondo del suo cuore, nonostante una punta di gelosia per l’affetto protettivo che nutriva per lei, ne fu contento, lui stimava molto il Capitano, era un uomo di valore …

Nicodemo, salito sul ponte con gli altri, aveva visto tutta la scena. Vedere Emma preoccupata per suo figlio, Killian che la consolava e incoraggiava il piccolo e quel bambino bruno che si lanciava da una cima all’altra, gli fece tornare in mente scene di tanti anni prima, allora al posto di Killian c’era suo padre Colin e al posto di Emma c’era Lady Helen ad essere terrorizzata. Rimase colpito da quello che notò.

– Vedi anche tu quello che vedo io Niko?
 – Mi chiedo come sia possibile che …
- Cosa Nico? Cosa stai pensando?
 – Jefferson … penso che dovremmo farci gli affari nostri!

Jefferson rise alla tipica risposta di Nicodemo, ma ambedue avevano notato la stessa cosa …
 
Per Henry era stata una bella gita, si era divertito moltissimo e prima di andar via chiese a Killian se poteva tornare ancora a trovarlo sulla nave. La risposta fu ovviamente positiva e il piccolo andò via in braccio a suo zio, soddisfatto. Emma, al braccio del Capitano, scese la passerella per tornare alla carrozza, Killian approfittò di quel breve tragitto insieme per dirle sottovoce:

- Ricordati che ti aspetto questa notte, non fare troppo tardi …
- Cercherò di venire prima, se mi sarà possibile.

 Il galante bacio che le posò sul dorso della mano, si prolungò, mentre si guardavano negli occhi e desideravano ambedue molto di più. Avrebbero atteso con impazienza l’arrivo del buio.
 
***
 
 
Non era facile governare una nave in quelle condizioni. Poca brezza, niente albero maestro a sostenere le rande maggiori e parecchi marinai feriti. L’ Ammiraglio James Alexander Fraser, nonostante il consiglio del medico, si era alzato dal suo giaciglio e aveva voluto vedere di persona cosa stesse succedendo sul ponte.

“Un disastro … veramente un disastro!”

 Erano stati fortunati in fin dei conti! Se invece che spezzare l’albero maestro, quella cannonata avesse preso la ghiglia … Beh a quell’ora erano spacciati! Aveva dato ordine a Bill O’Brien di resettare le rande dei due alberi rimasti. I marinai erano molto indaffarati a riallacciare le cime per riadattare tutto al nuovo assetto.

“ Pazienza!”

Ci voleva una “santa” pazienza e Jamie non ne aveva molta, specialmente ora all’idea che Mc Cassidy e quel maledetto di Barba Nera si stavano dirigendo sicuramente verso Storybrook!  La posizione attuale de “L’orgoglio del Regno”, secondo la verifica fatta insieme a Bill, era più vicina alla Bretagna che all’America. Jamie imprecò tra sé e sé. Con un po’ di fortuna avrebbe già riabbracciato Claire e conosciuto suo figlio, invece si era imbattuto nelle uniche due persone che aveva il dovere di arrestare! Pur arrivando in Scozia e ripartendo prima possibile, per inseguirli, i due delinquenti sarebbero arrivati a Storybrook prima di loro.

I pensieri gli facevano mulinello nella testa. Sentì un forte dolore alla fronte, dove era stato colpito, si portò la mano sinistra sopra l’occhio corrispondente, guardò verso l’orizzonte, vedeva appannato con quell’occhio, ma gli sembrò di vedere un puntino sulla linea che separava mare e cielo. Il dolore aumentò e nuovamente tutto fu buio 
 
***
 
Eddy  sentiva il cuore scoppiare per la gioia. Non avrebbe mai sperato in vita sua di poter riavere qualcosa della sua adorata sorella! Possibile che quel bellissimo e adorabile bambino, che aveva conquistato tutti sulla nave, in poche ore, era veramente suo nipote? Killian era stato molto chiaro, non era il caso di farsi illusioni, ma quel piccolo aveva qualcosa che gli sembrava estremamente familiare. Ripensò a sua sorella, all’ultima volta che l’aveva vista. La scena gli tornò nitida davanti agli occhi.

Milha aveva preso il suo scialle appeso dietro la vecchia porta di legno della loro casa, tre stanze poco illuminate, di un condominio in uno dei bassifondi dell’isola di Aran. Se lo era posto sulle spalle dritte. Aveva un bel portamento sua sorella, gli occhi come lui e la fierezza di una giovane donna responsabile per sé, per sua madre malata e il suo dolce fratellino. Lo aveva guardato con affetto e un dolce sorriso sulle labbra. I capelli lunghi, folti e neri, le erano ricaduti sulle guance quando si era leggermente chinata per dargli un bacio sulla fronte.

 – Eddy, non fare quella faccia triste, torno presto, ho riempito la dispensa di cibo e starò fuori solo due giorni. Il mio Killian sta per ripartire e resterò con lui alla locanda. Mi ha chiesto di sposarlo sai? Appena torna ci sposeremo e partiremo con te e la mamma per le Americhe. Killian ha iniziato a costruire una casa in un’isola bellissima, andremo lì, saremo felici vedrai! Tra due giorni partirà e appena l’avrò salutato tornerò a casa, poi continuerò a lavorare lì, alla locanda, soltanto fino al pomeriggio. Killian non vuole che io stia lì, ma abbiamo bisogno di soldi, le medicine per la mamma sono costose e devo fare in modo che guarisca completamente, prima che torni il mio amore. Vedrai! Faremo una bellissima festa per il matrimonio e tu sarai il mio testimone elegantissimo! Mi accompagnerai tu all’altare … papà purtroppo non è più tornato, dopo quella terribile tempesta … Ora vado tesoro mio. Mi raccomando, bada alla mamma, ho lasciato il pranzo e la cena pronti!

Lo aveva baciato ancora e gli aveva asciugato le lacrime con un angolo del suo scialle rosso. Non voleva che sua sorella andasse via, era così triste quella casa senza di lei e con la mamma che non poteva alzarsi dal letto e tossiva continuamente! Milha non era più tornata, l’aveva cercata alla taverna, in lungo e largo. Era sparita con la partenza del giovane Capitano Jones. Alla Taverna non l’avevano vista tornare. Era arrivato a pensare che non gli voleva più bene ed era scappata con quel ragazzo che diceva l’avrebbe sposata. Era arrivato anche ad odiarla! Finché dopo più di un anno non si presentò un bel giovane con una sola mano alla sua porta, a dirgli che sua sorella lo aspettava e presto sarebbero partiti per andare da lei.
 
Ora sapeva tutta la verità. La gioia, che aveva sentito nel cuore poco prima, si attenuò al ricordo del dolore sentito nel momento di quella verità, il dolore della perdita e l’odio per colui che gli aveva fatto quella rivelazione. Ora sapeva anche le ragioni di Killian, del suo comportamento.
Il Capitano gli era piaciuto subito quando lo aveva visto presentarsi alla sua porta e c’era rimasto molto male, quando aveva cercato di lasciarlo al monastero dai frati. Certo, lo aveva fatto per dargli un futuro, per farlo istruire e imparare un mestiere, ma per lui aver ritrovato l’uomo che sua sorella amava, l’uomo che sarebbe stato suo cognato, era come avere un pezzo di famiglia, lì dove la sua era ormai distrutta. Lo aveva seguito a nuoto per un pezzo, finché dalla nave non si erano accorti e lo avevano tirato su. Quando si erano guardati in viso lui e Killian, vide la sua espressione adirata per il fatto che era fuggito da un luogo sicuro, ma poi il Capitano aveva puntato gli occhi nei suoi e improvvisamente aveva smesso di rimproverarlo. Si era addolcito e gli aveva fatto uno dei suoi rari sorrisi, uno di quelli che lo rassicuravano sempre sul suo affetto per lui. Gli aveva dato la mano per tirarsi su dal ponte e poi gli aveva detto:

 - Forse tutto sommato la stoffa per diventare un uomo di mare ce l’hai ragazzo! Cercherò di far di te un uomo. Vai con Max ora e fatti dare qualcosa per cambiarti!

Max era il più basso dei marinai e lui per la sua giovane età era abbastanza alto. Una camicia e un paio di pantaloni di Max gli andarono bene per la lunghezza, ma era talmente magro e denutrito che dovette tenersi su i pantaloni con un pezzo di spago. Ricordava che in quegli anni di permanenza sulla Jolly Roger, la vita era stata dura per lui. Killian lo aveva trattato con la carota e il bastone, ma lui aveva cercato di andare avanti con caparbietà e con il tempo aveva imparato a capire che il modo burbero di Killian nascondeva in realtà l’animo nobile di un uomo generoso e altruista. Gli aveva insegnato veramente tanto e solo ora, che sentiva di essere diventato l’uomo che diceva il Capitano, si rendeva conto fino in fondo di quanto Killian avesse sofferto per la morte di Milha e la perdita della mano.

Se Henry era veramente suo nipote, adesso avrebbe avuto nuovamente parte della sua famiglia. Emma era un’ ottima madre, aveva esperimentato il suo senso materno durante il viaggio, se veramente, come sperava Killian, fosse partita con loro, insieme a Henry, lui avrebbe avuto una famiglia completa. Pensò anche ad Anny. Le sarebbe piaciuto partire per mare con lui? O avrebbe preferito restare a Storybrook con la sua famiglia? Se Anny avesse voluto restare … sarebbe rimasto anche lui, l’amava troppo per lasciarla.

Pensando a tutte queste cose, Eddy si avviò sotto coperta e distratto dai suoi pensieri non si accorse dello sgambetto che per un’ennesima volta Max  gli aveva propinato. Cadde lungo, disteso sulle assi di legno del ponte, mentre Brontolo si sganasciava dalle risate.

 – Te l’ho detto “damerino” che te la davo una lezione prima o poi!
 – Max cosa succede?

Il capitano comparve sul ponte vestito di tutto punto, con il pastrano in pelle, un elegante panciotto rosso e la spada al fianco.

– Nulla Capo, si scherzava con Eddy! Vero Eddy che ci stavamo divertendo?

Eddy fece un sorriso sghembo a Max e questi pensò che forse il ragazzo avrebbe presto ricambiato anche quello sgambetto.

 – Eduard, basta con i giochini da bambini adesso! Preparati che vieni con me alla taverna di Angus!

Il giovane spalancò gli occhi grigi per la sorpresa.

 – Allora? Non senti anche tu la mancanza  della tua bella?

Eddy lanciò un sorriso smagliante al Capitano e questi lo ricambiò. In men che non si dica il giovane era pronto e insieme scesero la passerella dirigendosi alla Taverna.
Eddy sentiva che Killian ormai lo considerava da pari, una dimostrazione l’aveva anche dal fatto che da un po’ lo chiamava con il suo nome completo, non era più un ragazzino per lui, di questo ne era certo!

Angus li accolse calorosamente come sempre, anche se ad Eddy riservava sempre un’occhiata sospettosa. Il giovane disse a sé stesso che doveva decidersi ad affrontare il padre della sua ragazza una volta per tutte. Per strada ne aveva parlato a Killian e questi lo aveva incoraggiato.

 – Capitano! Il solito bicchierino di rum?
– Ovviamente Angus, ma se hai un boccale di birra irlandese non sentirò la mancanza del rum!
– Per un buon amico ho sempre un boccale della mia birra! Al ragazzino un bicchiere di latte naturalmente …

Eddy avvampò, come al solito Angus cercava di svilirlo. Come poteva dimostrargli di essere un vero uomo e non un ragazzino come lo voleva far passare il padre della sua innamorata?

– Dai Angus, smettila di trattare il “mio vice” come un mozzo!

“Vice”? Eddy si chiese se le sue orecchie avessero sentito bene.

– Se non vuoi portargli la tua birra, credo che Eduard gradirà volentieri un buon bicchierino di rum!
– Capitano non mi vorrete far credere che questo damerino la sappia più lunga di quanto è alto?!
– Non voglio farti credere nulla che non sia vero Angus! Questo giovanotto sa dirigere una nave meglio di due o tre marinai più vecchi di lui. Gli ho insegnato io stesso e presto potrà avere un suo peschereccio e campar famiglia!
  – Vuoi fare il pescatore giovanotto?

Angus per la prima volta, da che Eddy lo conosceva, gli si era rivolto in modo diretto, guardandolo senza quel cipiglio di sufficienza che di solito usava con lui. Drizzò fieramente le spalle, in fin dei conti Killian aveva detto la verità e, conoscendolo, non avrebbe mentito solo per fargli fare un’ apparente bella figura.

 – Sissignore, ho intenzione di guadagnarmi da vivere per me e per la mia famiglia. Avere un peschereccio tutto mio è una mia ambizione, mi piacerebbe commerciare in questo modo e con il tempo avere una mia azienda e dei dipendenti!
– Sai veramente gestire una nave?
– Il mio Capitano ne è testimone, è stato il mio maestro!

Intanto che parlavano, Angus aveva tirato fuori tre boccali di peltro e lì stava riempendo con la sua “famosa” birra. Li mise sul banco e ne accostò due al Capitano Jones e al giovane Eduard.

– Ho un amico che possiede un peschereccio …

Angus si portò alle labbra il terzo boccale che aveva riempito per sé e bevve un lungo sorso.

 – Si chiama Sebastian. Una volta a settimana Agnes e Angel vanno a pesca con lui …

Sia Killian che Eddy erano attenti al discorso dell’oste e il Capitano aveva già intuito dove volesse andare a parare l’uomo.

 – Il Capitano mi ha detto che le prossime settimane la nave sarà in secca per manutenzione … che ne diresti nel frattempo di fare pratica con Sebastian? Sempre se il qui presente Capitano potrà fare a meno del “Suo Vice” s’ intende!

Eddy guardò incerto il suo Capitano e questi rise sonoramente.

 – Angus, vecchio volpone! Sai perfettamente che potrò fare a meno di Eduard i prossimi giorni! L’idea di fare esperienza sul peschereccio è ottima. Ovviamente te lo consento Eduard. Parlate con questo Sebastian. Il giovanotto avrà bisogno di un alloggio vicino al porto, la baia di Lady Barbra è troppo lontana per far la spola mattina e sera.
– Capitano! Scordatevi che io tenga il vostro “Vice” alloggiato nella mia taverna. Non ho intenzione alcuna di facilitargli le cose con la mia Anny!

Ecco, lo aveva detto esplicitamente! Eddy pensò che era il momento giusto per affrontare l’argomento.

 – Signore! Ho intenzioni oneste e serie con Vostra figlia Anny, non mi permetterei mai di mancarle di rispetto! Per me sarebbe un grande onore se voi mi permetteste di poterla frequentare, sempre che sia interessata anche lei.
– Mmm … Capitano … siete veramente garante di questo giovanotto?
 – Angus, posso garantirti che Eduard è interessato a tua figlia dalla prima volta che l’ha vista. È un giovane onesto, caparbio, di ottima volontà e intelligente come pochi. Non è mio figlio, ma sarei orgoglioso di lui se lo fosse, come sono comunque orgoglioso egualmente dei suoi progressi e dei suoi risultati.
 – Mmm .. se Anny lo vuole anche lei … non ho nulla in contrario, ma … se ti azzardi a farle del male ti avverto che ti spezzerò il collo con le mie mani!

Angus pronunciò l’ultima minaccia con un tono più alto di voce.

– Potete stare sicuro Signore che farò in modo di proteggere Anny, come vi ho già detto le mie sono intenzioni onorevoli e serie!
 – Beh vediamo che ne pensa la mia bella figliola!

Eddy sentì il cuore balzargli in gola, Angus stava per chiamare Anny. Nessuno di loro si era accorto che Anny li aveva visti arrivare e, dal piano superiore, aveva ascoltato non vista la conversazione. Anche il suo cuore correva come un cavallo e le sue guance erano diventate del solito rosso che la pervadeva nei momenti di grande emotività.

 – Anny!

 Il padre tuonò il suo nome  e lei, per l’emozione e la fretta di scendere, fece cadere il vaso di fiori che la madre aveva posto per bella mostra di sé su un mobiletto vicino alla porta dove si era appostata Anny.
Il rumore dei cocci si sentì fino al piano di sotto e poi comparve Anny, bella come un angelo agli occhi di Eddy, che nel suo vestito di cotonina celeste, si tormentava le mani l’una con l’altra. Scese le scali timidamente, lanciando un’occhiata a Eddy e al Capitano, che sorseggiava con apparente indifferenza la sua birra e poi puntò gli occhi verso suo padre.

 – Padre mi avete chiamata?
– Si Figliola, direi di si … Questo giovanotto mi ha chiesto di poterti frequentare … con intenzioni oneste … tu cosa ne pensi?

La ragazza non poteva diventare più rossa e sembrava non riuscire a parlare.

– Ti decidi a dire qualcosa figliola? Il Signor Eduard ha parecchio da fare sulla nave, non potrà restare tutta la giornata!

Killian riuscì a nascondere il suo sorriso dietro il boccale di birra, Eddy sembrava sulle spine e Anny moriva dalla voglia di dire di si, ma si vergognava. 

– Anny mi faresti l’onore di poterti frequentare?

La domanda rivoltale direttamente da Eddy ebbe il suo effetto. La giovane con gli occhi lucidi e un sorriso felice sul volto, lo guardò dritto in viso e rispose a lui direttamente

 – Si Eduard, già lo sai, ne sarei felice!

Eddy per l’emozione dimenticò di essere in presenza del padre della ragazza e le prese con slancio la mano, portandola alle labbra.

– Calma Giovanotto! Calma! Che devo dire! Mi sembra che già vi eravate messi d’accordo e se sta bene a voi, sta bene anche a me. Ma mi raccomando … in campana  o …

Il gesto di portare un dito di traverso alla gola da parte di Angus fu molto eloquente per Eddy e istintivamente lasciò la mano di Anny.
***
 
Killian sorrideva tra sé, mentre cavalcava verso la villa di Lady Barbra, ripensando al tardo pomeriggio alla taverna. Eddy era riuscito finalmente a parlare con Angus e lui aveva mantenuto la promessa di metter buona parola. Le cose erano andate bene. Eddy avrebbe presto iniziato a lavorare con Sebastian, avrebbe fatto pratica, gli sarebbe stato utile. Sebastian lo avrebbe ospitato nella sua baracca e, quando aveva tempo, poteva far visita alla sua bella Anny.
Ora era il Capitano che andava a far visita alla sua bella. Il Buio era sceso ed era loro amico. Spronò il cavallo sperando che anche Emma potesse giungere da lui prima.

 
 – Mamma mi racconti una favola prima che mi addormenti?
– Si tesoro, ma poi anche se non hai sonno a ninna lo stesso! Cosa vuoi che ti racconti?
 – Mi racconti di Killian, come ti ha aiutata durante il viaggio?
– Non è una favola quella, tesoro!
– Ma tu mi hai detto che lui è coraggioso, come lo hai capito?
 – Sai, mi ha salvato la vita in diverse occasioni durante il viaggio. La carrozza con la quale viaggiavo è stata attaccata, ma lui, che è molto intelligente, aveva capito che ci sarebbe stato un attentato e con uno dei suoi uomini, molto furbo, lui lo chiama Fox per quanto è furbacchione, hanno inventato un piano molto originale. Fox ha messo la mia parrucca e i miei abiti, viaggiando in carrozza e io con Killian siamo passati per un’ altra strada a cavallo. Il Capitano Jones aveva ragione, la carrozza venne attaccata, ma i suoi uomini sconfissero i nemici, sai che sorpresa quando Fox li ha minacciati, vestito da Signora e con il suo vocione da uomo?

Henry rise divertito.

– Poi mamma?
 – Alcuni di quegli uomini riuscirono a fuggire e, avendo capito che noi due avevamo percorso un’altra via, ci inseguirono e ci trovarono. Ci presero alla sprovvista e Killian si è battuto come un leone per difendermi. Abbiamo combattuto insieme, ma quando uno di quegli uomini ha cercato di farmi del male lui mi ha salvata.
Henry era entusiasta di quella storia e aveva ben poco sonno, voleva sentire altre avventure del Capitano, ma Emma riuscì a convincerlo che era veramente tardi. Si allungò al suo fianco e il piccolo, ancora eccitato per la bella giornata passata e per quel racconto, si accoccolò al fianco della madre, si calmò e in un batter di ciglia finalmente si addormentò.
 
 Il silenzio regnava in tutta la rocca finalmente. Emma sentiva solo il battito del proprio cuore mentre si avviava velocemente verso il passaggio segreto. Accese la lampada e scese per il tunnel. Lo trovò illuminato, mentre una figura maschile, poggiata alla parete, con le braccia conserte e le gambe incrociate l’attendeva impaziente.

“Il mio pirata in agguato come al solito?”

Non c’erano parole da dire, bastavano i loro occhi a parlarsi, le loro mani a chiedersi, le loro labbra ad unirsi e a comunicare quanto si amassero e desiderassero.
Sarebbe arrivato il tempo per loro … ora, ancora una volta, sarebbe stato quella notte …
 

 
Angolo dell’autrice
E così Belle conosce i segreti di Emma e viceversa. Ma quali saranno i segreti di Belle?
È arrivato il caldo e la stanchezza, qui c’è veramente bisogno di una bella vacanza! Quindi per chi ha la possibilità di fare una pausa, ben venga. Presto finiranno anche gli orali degli esami di maturità, dai dai!
Non posterò la prossima domenica, non sto riuscendo ad essere puntuale, ma per chi segue questo racconto, fate sempre un giro da queste parti, magari trovate una sorpresa. Ringrazio chi continua a manifestare interesse, chi legge e chi mi lascia il suo commento con una recensione, mi fa sempre molto piacere scambiare opinioni e due chiacchiere.
Un abbraccio a tutti dalla vostra Lara
   
 
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