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Autore: Jaredsveins    06/07/2016    8 recensioni
Dean e Sam Winchester sono dei cacciatori. Nel corso della loro vita hanno affrontato di tutto: licantropi, vampiri, fantasmi, Wendigo..ma nonostante ciò, decidono di prendersi una meritata pausa che, ahimè, non sarà destinata a durare.
Il motivo? Un incontro tra Sam e due persone che stravolgerà tutto quanto.
Dal primo capitolo
“Sam, sei sicuro di star bene?”
“So quello che ho visto e smettila di negare, mi fai solo incazzare di più.” Sam andò in salotto e accese la TV, intenzionato ad ignorare il fratello che lo stava solo facendo infuriare (che stronzo).
“Sammy, io sono rimasto qui...te lo giuro!” Disse il cacciatore, esasperato. “E poi non bacerei mai un ragazzo, ma ti sei rincoglionito per caso?”
“No, Dean. Io ti ho visto!” Sam allargò le braccia. “E se proprio vuoi saperlo, visto che continui a negare, ti ho anche chiamato e ti sei pure girato!” Il minore si abbandonò sullo schienale del divano e chiuse gli occhi, ripensando a quel che era successo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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2. Sam's plan

“Mi prendete per il culo?” Dean strinse il cellulare con forza. “I suoi genitori sono morti in un incendio quando lui era piccolo...ma davvero?!” Disse con sarcasmo. “Fino a 18 anni è stato in un collegio...oh, povero bambino! Beh ma perché non ci restavi e basta?”

Sam, dall'altra parte del telefono, non sapeva se ridere o piangere, era sempre un delirio quando suo fratello perdeva il controllo.

“Questa poi...” Grugnì il maggiore. “Non c'è traccia di un fratello minore. Quindi Sam, tu non esisti!” Scoppiò a ridere non appena lo disse, era incredulo.

“In questo momento lo vorrei.” Sussurrò Sam, per poi chiudere il telefono in faccia a Dean, poiché aveva iniziato a borbottare cose del tipo “ma perché tutte a me”, “pretendo una crostata alla fine di questo inferno”, “ho bisogno di un porno”.

Sam aveva male alla testa, e scaricò il dolore stringendo il volante dell'Impala, per poi iniziare la caccia al sosia.

Arrivare alla Collins Avenue non fu così difficile, il problema più grande invece fu quello di trovare la dannata abitazione. Solo dopo un'ora abbondante riuscì a trovarla, solo grazie ad una signora anziana che sembrava conoscere quel Castiel e soprattutto quel Dean.

Una volta rimasto solo, urlò dalla gioia, sebbene non ci fosse nulla per cui gioire. Più che altro sarebbe voluto andare a casa e togliersi quel completo. Dannato caldo!
Sam lasciò il cellulare in macchina, per poi schiarirsi la gola, prima di citofonare. Rispose una voce maschile alla quale disse di essere dell'FBI e che stava cercando quel presunto Dean. Attese qualche secondo e poi finalmente qualcuno aprì la porta. Era quel Castiel, Sam ne era sicuro nonostante l'avesse visto da lontano.

Il moro aveva uno sguardo molto preoccupato. Cosa poteva volere l'FBI dal suo ragazzo?

Sam rimase qualche secondo di troppo a guardare Castiel e, dopo essersi svegliato dal suo stato di catalessi, gli mostrò il distintivo. “Smith. Agente Roland Smith. Sono qui per Dean Winchester. E' in casa?”

Castiel era sicuro di aver già visto quel tizio, infatti non ci mise molto a capire chi fosse. “Ma tu sei il ragazzo di oggi! Sei..sei un agente dell'FBI?” Sgranò gli occhi.
“Cosa succede, agente?” Suo fratello, o meglio, il falso Dean, comparve accanto l'altro ragazzo, circondandogli la vita con un braccio e tirandolo a sé.

Sam avrebbe voluto distogliere lo sguardo, si sentiva troppo a disagio. “Sono qui perché stiamo indagando sulla sua officina. La Gregory.”

Il biondo lo guardò con sospetto, per poi annuire e farsi da parte, facendolo entrare in casa.

Una volta entrato, Sam non poté fare a meno di guardarsi attorno...quei due avevano davvero degli ottimi gusti nell'arredare (magari l'avesse avuto Dean). Oltre questo però, gli saltò agli occhi una foto, la stessa che teneva suo fratello nel portafogli. Ritraeva Dean da piccolo, in braccio ad una giovane Mary che teneva John per mano. E guarda caso Dean aveva perso quella foto proprio qualche anno prima.

“Si accomodi.”

Sam si sedé e rilassò le spalle, doveva sembrare più naturale possibile. “Devo farle solo delle semplici domande, niente di preoccupante.” Prese un block notes e, senza dare nell'occhio, osservò con attenzione la coppia. Doveva tenere d'occhio anche Castiel. “Da quanto tempo lavora alla Gregory?”

“Da circa due anni.” Rispose secco quel Dean.

“E il suo capo, Dick, che tipo è?”

“Ma che razza di domande sono?!” Sbottò Dean, fulminando Sam. Diamine, era proprio uguale a suo fratello anche nell'essere idiota.

“Ehi..” Castiel prese la mano di Dean e gliela strinse forte, inclinando appena il capo. “Rispondi e basta, okay?”

Sam spostò lo sguardo sul moro e non riuscì a non notare il sorriso che questi rivolse a Dean. Proprio per questo il biondo sembrò calmarsi all'istante e rilassò le spalle, tornando a guardare il cacciatore. “Beh, è scrupoloso, severo e molto ambizioso. Spesso anche egoista.”

Castiel si lasciò sfuggire una risatina nervosa e guardò altrove. “Stronzo, più che egoista.” Aggiunse.

“Arriva all'improvviso e ti da incarichi assurdi che devono tenerti lontano da casa per un po' di giorni.” Continuò Dean.

“E' successo a voi per caso?”

“Già.” Castiel annuì appena. “Dopodomani Dean deve partire per una settimana.”

“Ma c'è il rischio che io possa perdere il lavoro?” Si intromise il diretto interessato, sporgendosi verso Sam.

“Attualmente, no. Almeno, non per ora.” Sam si alzò e decise di finirla lì, porgendo a Castiel un biglietto con il suo numero e il suo indirizzo. “Chiamate se doveste avere qualche notizia.” Strinse la mano ad entrambi con un sorriso gentile e andò verso la porta. “Vi ringrazio per le informazioni. E semmai dovessero esserci dei problemi, mi farò vivo. Mi raccomando, non parlatene con nessuno, stiamo parlando solo con i membri più vicini a Dick.” E detto ciò, uscì, sistemandosi la giacca ed entrando nell'Impala. Mise in moto e, allontanandosi, non riuscì a fare a meno di fissare Dean dallo specchietto retrovisore. Si accorse che anche lui lo stava fissando a sua volta. C'era qualcosa in quel tizio che non lo convinceva per niente. Oltre al fatto che fosse identico a suo fratello, era come se stesse recitando una parte. Tuttavia, sembrava che tra lui e Castiel ci fosse qualcosa di vero e puro. Almeno, così sembrava dalle occhiate che si scambiavano ogni tre per due.

“Devo parlare con Dean.” Borbottò tra sé e sé e fece il più veloce possibile, visto che voleva arrivare a casa al più presto. Doveva assolutamente dirgli cosa aveva scoperto. Quindi, una volta arrivato, uscì di fretta dall'Impala e entrò in casa urlando. “Sono tornato!”

Il fratello gli andò incontro con una bottiglia di birra in mano. “Allora, spara!”

Sam alzò gli occhi al cielo e prese la bibita tra le mani di Dean, era sicuro che non fosse la prima della giornata. “Quindi, tu e questo Castiel vi amate, si vede.” Trattenne una risata davanti gli occhi sgranati del fratello. “Tu- cioè, l'altro Dean, sembra arrogante, ma gentile al tempo stesso. Secondo me è bipolare.” Lo prese in giro, ignorando le occhiatacce del maggiore. “E pende dalle labbra di Castiel, si stava innervosendo, ma è bastato che lui lo prendesse per mano per calmarsi.”
“Dio, il diabete.” Dean sbuffò e strinse i pugni.

“E mi ha detto qualcosa che potrebbe giocare molto a nostro vantaggio.”

“Cioè?”

“Dopodomani parte per lavoro e starà via una settimana.”

“Chi? Io?” Rise il biondo, poggiandosi al muro.

“Sì, tu.”

“Mh. E perché dovrebbe essere un vantaggio?” Disse Dean, stappando un'altra bottiglia di birra e iniziando a sorseggiarla. Era così nervoso che l'unica cosa che lo faceva stare bene, era bere fino a star male.

“Perché, da dopodomani, tu vivrai con Castiel al suo posto.”

Dean sputò la birra e iniziò a tossire, dandosi del pugni sul petto. Ma che cazzo diceva, Sam? Era impazzito? “Ma sei posseduto per caso?! Ti sei pippato qualcosa di forte, per forza! E poi scusa, se lui parte per lavoro cosa dico a Castiel?!”

“Che hanno annullato il viaggio.” Sam si strinse nelle spalle.

“Tu sei pazzo. Tu sei completamente pazzo.” Alzò la voce. “E poi l'altro stronzo dove lo metti?”

“A quello ci penso io, tu stai zitto e preparati.”

Dean stava per sentirsi male. Aveva lo stomaco sottosopra, la testa gli stava per scoppiare e voleva solo sparire. Come era possibile che qualcosa del genere stesse accadendo proprio a lui? Nemmeno l'orsacchiotto con gli istinti suicidi lo aveva sconvolto così tanto.

Sam si trattenne dal prenderlo a pugni e decise di sfogarsi, prendendolo in giro. “Smetti di dire cazzate e cerca di rilassarti, da dopodomani si cambia vita!” Sorrise divertito e strofinò le mani tra loro. Nonostante tutto, quella situazione iniziava a farlo divertire.

“Fottiti.” Sbottò Dean, andando in camera sua e chiudendosi dentro.

'Vi prego, se è un incubo, svegliatemi.' Pensò il povero Dean.


Day one

E due giorni dopo, Dean si ritrovò davanti la porta di casa Novak con un nodo alla gola. Gli veniva da vomitare e aveva paura, poiché sapeva cosa lo aspettava. Inoltre, non era mai stato tanto bravo a mentire, perché alla fine lo scoprivano sempre. Sapeva che quella volta sarebbe stato più difficile, perché qui non si trattava solo di mentire. Oh no! Qui si trattava di recitare una parte e di essere credibile al cento e uno per cento, visto che non poteva mandare tutto a puttane. Ma non era un ruolo semplice, perché le cose facili e Dean Winchester erano due rette parallele che non si incontravano mai. Lui era etero, dannazione, e doveva fare finta di stare con un ragazzo. Proprio lui? Proprio lui che di donne ne aveva avute tante? Incredibile!

“Ciò vuol dire che dovrai comportarti come faresti con la tua ragazza.” Le parole di Sam riecheggiavano minacciose nella sua mente.

Era nervoso, non sapeva come sarebbe andata a finire. Non aveva assolutamente nulla contro i gay, ma lui non lo era e di certo avere dei contatti fin troppo intimi con qualcuno del suo stesso sesso, lo indisponeva e non poco. Soprattutto se, dati i racconti di suo fratello, si amassero così tanto.

'La vita mi guarda e ride di me.' Pensò il ragazzo, mentre usò le chiavi confiscate al suo “gemello” (che adesso era insieme a Sam), per aprire la porta. Quando entrò, trovò una casa accogliente perfettamente arredata. Quel Castiel doveva essere un tipo maniacale, perché essere così pignolo non era di certo da lui. La distanza tra un mobile e l'altro era pressoché IDENTICA da tutte le parti. Accanto al divano bianco, al centro della stanza, vi erano due comodini color ciliegio. Di fronte a questi, c'era una grande parete attrezzata con un televisore al plasma.

“Però, ci trattiamo bene.” Sussurrò Dean, guardando la libreria piena di CD, DVD e libri di ogni genere. C'era di tutto: dalle enciclopedie alla narrativa, dai classici agli horror. Di certo tutti quei libri non appartenevano a lui. Si spostò nella stanza di fronte e vide la cucina: era tutta nera, con i manici grigi ed era ad isola. Dean toccò il marmo del tavolo e sobbalzò sul posto non appena sentì una voce chiamarlo.

“Dean?”

'Okay Dean, sta' calmo adesso.' Sebbene avesse pensato a ciò, il biondo deglutì rumorosamente e si voltò. Davanti a sé vide un ragazzo alto quasi quanto lui, con i capelli neri scompigliati e un paio di occhi..blu? Azzurri? Di che diamine di colore erano quegli occhi? E inoltre aveva un fisico tonico, mozzafiato e ne ebbe la conferma non appena si avvicinò a lui, con le gambe che gli tremavano. “Ehi.” Borbottò.

“Cosa ci fai qui? Non dovevi già essere con Matt?” Il ragazzo dagli occhi indefiniti si sporse per baciarlo, ma si ritrovò a baciare soltanto l'aria quando Dean si scansò.

E menomale che non doveva far insospettire Castiel. Ci stava riuscendo proprio bene eh!

“C'è stato un cambio di programma. Dick ha disdetto l'impegno e non partiamo più.”

“Mh.” Castiel poggiò i fianchi al ripiano e inclinò il capo, alzando un sopracciglio.

“Cosa?” Dean nascose le mani in tasca, poiché stavano tremando tantissimo.

“Hai la classica espressione di qualcuno che sta nascondendo qualcosa.”

Merda.

Merda.

MERDA.

E ancora MERDA.

Per la prima volta nella sua vita Dean stava invidiando quei fottuti fantasmi, perché loro potevano sparire in situazioni come queste e lui adesso l'avrebbe fatto volentieri.

Fantastico, adesso invidiava persino i morti!

“Allora?” Castiel si avvicinò a Dean e gli mise le mani sui fianchi, tirandolo a sé. “Cosa ti preoccupa?”

“Niente.” Rispose diretto Dean, nascondendosi in un sorriso tirato. “E' solo che sono stanco. Sai che Dick ci stressa.”

“Lo so, lo so. Ma stai tranquillo dai.” Il moro si sporse e baciò l'angolo della sua bocca, per poi abbracciarlo.

Il ragazzo rimase immobile per qualche secondo, ricambiando poi l'abbraccio e ringraziò il cielo che Castiel non potesse vederlo. I suoi occhi erano sgranati, più del normale. La tachicardia si era impadronita di lui. Castiel non lo aveva nemmeno baciato sul serio e lui era già in quello stato. Da quanto erano insieme? Due minuti? E lui stava già per mandare tutto a puttane.

“Cas, senti..” (Cas? Davvero, Dean?) “Io vado in camera a riposare, è stata una mattina piuttosto movimentata.” Prese le mani del moro per spostarle dai suoi fianchi e appena si girò il panico lo assalì, realizzando di non sapere quale fosse la camera da letto. Nonostante ciò, uscì dalla cucina e deglutendo percorse il corridoio, prestando attenzione alle foto ed i quadri al muro. Qualsiasi cosa pur di sembrare disinvolto. Appena si trovò davanti la prima porta, la aprì e imprecò a bassa voce quando si trovò in uno studio. Tanti fogli erano sparsi sulla scrivania e sul pavimento, sembravano dei..disegni? Scarabocchi?

“Dean, sei nello studio.” (Capitan ovvio, Castiel).

“Lo so.” Rispose semplicemente Dean, alzando le spalle e sorpassando l'altro. Aprì la camera accanto e Dean giurò di non esser mai stato più felice di quella volta, nel vedere una camera da letto. “Oh, cazzo, grazie.” Sbottò e si buttò sul letto matrimoniale a pancia in giù, venendo investito da l'odore dolce della vaniglia.

Le coperte profumate, e apriti cielo! Non aveva delle coperte così profumate da secoli. Non che lui e Sam non facessero il bucato, però...

“Dean io vado. Ci vediamo più tardi.”

Il biondo mugugnò qualcosa contro il materasso e giurò di star per piangere dalla gioia, visto che aveva assolutamente bisogno di parlare con Sam. Aspettò di sentire la porta d'ingresso aprirsi per poi chiudersi, ma ciò non avvenne. Quindi alzò lo sguardo e sobbalzò appena trovò Cas a pochi centimetri da lui.

“Non mi dai nemmeno un bacio?” Il tono supplichevole del moro fece sentire Dean una merda, uno scarto umano, un bastardo che non meritava nemmeno di vivere. Era convinto che solo Sam fosse in grado di fargli quegli occhi da cucciolo, ma adesso non lo era più.

Il biondo socchiuse gli occhi e si avvicinò piano al viso dell'altro, che gli stampò un bacio sulle labbra prima di andare via.

Dean rimase immobile. Aveva appena baciato un ragazzo. Dean Winchester, donnaiolo e Re delle scopate, aveva appena baciato un ragazzo? Dean Winchester aveva appena baciato un ragazzo e...E GLI ERA PIACIUTO. Si era immaginato che avrebbe avuto una reazione diversa, e invece...

“No, non ti è piaciuto. A te non è piaciuto.” No, non gli era piaciuto per niente sentire (anche se per poco) l'accenno di barba di Castiel contro il suo viso. Non gli era piaciuto per niente e, se adesso era così nervoso, era solo perché era scosso...non perché gli fosse piaciuto, nonononono, assolutamente! Lui era etero, non si perdeva in un bacetto così (dato a un ragazzo, tra l'altro).

Quando Dean sentì la porta chiudersi, sobbalzò appena e fece un respiro profondo, per poi iniziare a prendere a pugni il materasso.

Aveva affrontato tante situazioni assurde nella vita, ma mai nessuna gli era sembrata impossibile come quella. Dipendeva tutto da lui, e Sam non avrebbe potuto fare molto per aiutarlo in quel momento. Se non cercare di far parlare quel figlio di puttana, che si era impadronito della sua bellissima faccia e del suo culo sodo.

“Ehi.” Rispose Sam, quando Dean lo chiamò.

“Io non posso farlo.” Disse lui, passandosi la mano tra i capelli.

“Cosa?!” Sbottò Sam. “Devi farlo, dipende tutto da questo.”

“Ma non possiamo farlo fuori e basta?!”

“Oh, magari. Ma..”

“Che cosa?” Sussurrò appena Dean, che temeva di sentire la risposta.

“Non è un mutaforma.”

Quella arrivò inaspettata. “Puoi ripetere per favore?”

“Non è un mutaforma, Dean. Ho provato con l'argento, ma non gli fa niente. L'ho ferito con il coltello, ma è rimasto solo un taglio sanguinante.”

Dean indietreggiò e poggiò la schiena al muro, massaggiandosi una tempia. Dal primo momento lui aveva pensato ad un mutaforma, era sicuro che fosse così, non c'era altra spiegazione. Era identico a lui, si chiamava come lui..come era possibile? Che qualche strega gli avesse fatto uno scherzetto di cattivo gusto? Ne avevano incontrata una tempo prima, e il maggiore aveva aggiunto quella creatura nella sua lista nera.

“E allora scopri cosa diamine è!” Dean riattaccò senza aspettare una risposta e guardò il soffitto, sgonfiando la cassa toracica. “Ho decisamente bisogno di un porno.”



NOTE: Ciao a tutti!
Sto aggiornando dal pc di mia madre, che è lento da morire e mi verrebbe di buttarlo dal balcone, ma mi sto trattenendo (mi manca il mio pc). Andiamo alle cose serie, cosa ne pensate del piano di Sam? Credete che sia stata una buona idea far infiltrare Dean, nella sua "seconda" vita con Castiel? E cosa ne pensate della reazione di Dean, al bacio di Cas? Sono proprio curiosa di saperlo! Fatemi sapere!
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE! 
Al prossimo mercoledì,
Feffe
  
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