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Autore: Jaredsveins    29/06/2016    9 recensioni
Dean e Sam Winchester sono dei cacciatori. Nel corso della loro vita hanno affrontato di tutto: licantropi, vampiri, fantasmi, Wendigo..ma nonostante ciò, decidono di prendersi una meritata pausa che, ahimè, non sarà destinata a durare.
Il motivo? Un incontro tra Sam e due persone che stravolgerà tutto quanto.
Dal primo capitolo
“Sam, sei sicuro di star bene?”
“So quello che ho visto e smettila di negare, mi fai solo incazzare di più.” Sam andò in salotto e accese la TV, intenzionato ad ignorare il fratello che lo stava solo facendo infuriare (che stronzo).
“Sammy, io sono rimasto qui...te lo giuro!” Disse il cacciatore, esasperato. “E poi non bacerei mai un ragazzo, ma ti sei rincoglionito per caso?”
“No, Dean. Io ti ho visto!” Sam allargò le braccia. “E se proprio vuoi saperlo, visto che continui a negare, ti ho anche chiamato e ti sei pure girato!” Il minore si abbandonò sullo schienale del divano e chiuse gli occhi, ripensando a quel che era successo.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Salve gente, Feffe è tornata più energica che mai! no, non è vero..piuttosto vorrei sotterrarmi ma dettagli 

ANYWAY. Questa storia è come un esperimento, in quanto questo stile scherzoso è qualcosa di nuovo per me, quindi spero voi lo gradiate.
Ci vediamo a fine capitolo per delle delucidazioni, perché credo che ne avrete bisogno!


 

1. Two different lives
 

Miami, Florida (Casa Winchester)

I Winchester non erano soliti avere una residenza fissa, per via del loro “lavoro”. Il male era ovunque e non potevano permettersi il lusso di avere una casa tutta per loro, una famiglia normale con dei marmocchi che gli giravano attorno. Non faceva per Dean e Sam la spensieratezza, perché ogni giorno avveniva qualcosa di terribile e loro dovevano essere sempre pronti ad intervenire e trovare una soluzione. Se solo provavano a farsi una vita, un essere sovrannaturale appariva e distruggeva tutto ciò che avevano costruito. I Winchester non potevano avere una vita normale e lo sapevano. Eppure, nonostante queste consapevolezze, Sam aveva deciso di andare a vivere con Dean a Miami, affittando una casa per un po'. Per circa due mesi non era accaduto nulla di strano e, siccome si erano stancati di spendere soldi negli hotel, avevano preferito affittare questo piccolo appartamento e si erano facilmente adattati. Entrambi erano molto elettrizzati, non vedevano l'ora di esplorare quella città e di concedersi un po' di normalità. Solo il fatto di avere un tetto “fisso” sulle proprie teste era già, di per sé, una cosa nuova. Niente moquette sporca, niente puzza di piscio, niente muri rovinati, niente del genere. Solo un ambiente accogliente che li faceva sentire come due persone normali, e non come due cacciatori. Avevano addirittura comprato una piastra per fare i panini, siccome se ne mangiavano in grande quantità.

Dean ne andava matto, soprattutto per gli hamburger. Anche bisticciare con Sam sul suo “cibo per conigli” era diventato il centro delle loro discussioni. E se si considerava che di solito parlavano di fantasmi, vampiri e lupi mannari, era già un enorme passo avanti. Il maggiore dei Winchester dormiva sonni tranquilli, poiché non vi erano più esseri mostruosi che disturbavano i suoi sogni (fatti di modelle asiatiche nude, per la precisione).

Sam, invece, aveva iniziato a dedicarsi di più a se stesso siccome adesso aveva del tempo. Stava addirittura valutando l'idea di iscriversi ad un corso di yoga. Ne aveva proprio bisogno per rilassare la mente. Per Dean era stato facile adattarsi, ma non per lui. Sin da piccolo aveva sempre trovato questa difficoltà nell'adattarsi e purtroppo, anche essendo cresciuto, questo non era cambiato. Inoltre, per circa due settimane entrambi i fratelli si erano chiusi in casa perché stavano troppo bene da soli. Però poi il momento di cacciare i loro culi fuori da casa, era arrivato.

E così anche i problemi.

Un giorno, Dean rimase a casa a cazzeggiare (come al solito), quando Sam rientrò a casa...pallido come un fantasma.

“Sammy?” Richiamò il maggiore, mettendosi a sedere sul divano. “Che hai?” Chiese ancora sgranando gli occhi. Dean temeva che gli fosse successo qualcosa. Per lui era raro vedere suo fratello così sconvolto, siccome ne avevano viste di tutti i colori.

“I-io posso capire che tu tema la mia opinione, ma cavolo! Certe cose potresti anche dirmele!” Sam si tolse la camicia buttandola a terra. Rimase a petto nudo poiché aveva troppo caldo.

Dean si avvicinò ancora più confuso di prima e decise di mantenere la calma. Suo fratello stava già dando di matto e di certo agitarsi non avrebbe portato a nulla di buono. Per prenderlo in giro, appoggiò la mano sulla fronte del fratello per vedere se avesse la febbre, poiché stava dicendo delle cose senza senso.

“Non fare quella faccia!” Sbottò il minore. “Ti ho visto al parco poco fa, cosa credi?!” Superò Dean, andando in cucina a prendere una bottiglia d'acqua, per poi scolarsene mezzo litro in un solo colpo. Aveva caldo, e lo sguardo allucinato di suo fratello, lo innervosiva solo di più. “Lo sai, mi ferisce molto che tu non mi abbia detto nulla. Sono davvero deluso, Dean. Sai che puoi parlarmi di tutto. Io non ti giudico, sei mio fratello fino a prova contraria.”

Dean mise le mani avanti e si avvicinò cautamente al fratello, prendendo la bottiglia che aveva tra le mani per poi posarla sul tavolo. “Woah, frena Sam. Sei sicuro di star bene?”

“Benissimo.” Lo fulminò l'altro.

“Ma Sam...io sono rimasto qui tutto il tempo!”

“Ah, quindi vuoi dirmi che quel tizio, stava baciando un ragazzo che non eri tu?!” Sbottò con sarcasmo il gigante.

Dean si strozzò con la sua stessa saliva e iniziò a tossire, sgranando talmente tanto gli occhi che temette, per un momento, di vedere i suoi bulbi oculari rotolare per terra. Aveva sentito bene? Sam gli aveva davvero chiesto se LUI, Dean Winchester, donnaiolo ed etero fino al midollo, stava baciando UN RAGAZZO? Aveva decisamente sbattuto la testa. “Sam, sei sicuro di star bene?”

“So quello che ho visto e smettila di negare, mi fai solo incazzare di più.” Sam andò in salotto e accese la TV, intenzionato ad ignorare il fratello che lo stava solo facendo infuriare (che stronzo).

“Sammy, io sono rimasto qui...te lo giuro!” Disse il cacciatore, esasperato. “E poi non bacerei mai un ragazzo, ma ti sei rincoglionito per caso?”

“No, Dean. Io ti ho visto!” Sam allargò le braccia. “E se proprio vuoi saperlo, visto che continui a negare, ti ho anche chiamato e ti sei pure girato!” Il minore si abbandonò sullo schienale del divano e chiuse gli occhi, ripensando a quel che era successo.

Era andato al parco con l'intento di fare un po' di jogging, come faceva di solito. Ma si era praticamente paralizzato, non appena aveva visto due ragazzi in lontananza mano nella mano. Erano sorridenti, felici, spontanei. Talmente tanto da scambiarsi un tenero bacio sulle labbra e fu lì, che Sam, per poco non sputò un polmone. La felicità era palpabile in quella coppia, sembravano fatti per stare insieme. E Sam se ne sarebbe pure fregato, perché ognuno è libero di amare chi vuole, se non fosse stato per il fatto che, uno dei due tizi, era Dean. Il gigante era sconvolto, non riusciva davvero a crederci. Non che lui fosse omofobo, anzi, ma da suo fratello non se lo sarebbe mai aspettato. E poi il fatto che non gli avesse detto proprio nulla, lo aveva ferito molto. Dean era sempre il primo che gli rompeva le palle chiedendogli di essere sincero, e poi cosa faceva lui? Gli nascondeva qualcosa di così importante. E tra l'altro gli aveva detto cose ben peggiori, quindi perché nascondergli una cosa come questa? Aveva paura che lo avrebbe giudicato? Sam non ne aveva proprio idea.

“Sam, avrai visto male! Ti posso assicurare che sono stato sempre qui.”

Il minore sospirò pesantemente e negò con il capo. Forse tutta quella tranquillità gli stava dando alla testa e aveva davvero visto male. Ma diamine, aveva ancora quelle immagini impresse nella mente! Era impossibile!

“In ogni caso, adesso sono io che esco.” Dean sbuffò e prese le chiavi dell'Impala. “Vado a fare un giro, chi lo sa...magari vado sbaciucchiarmi con il mio presunto ragazzo.” Brontolò e si chiuse la porta alle spalle, sospirando esasperato. Assurdo!

Aveva davvero bisogno di cambiare aria. Era incredibile quello che Sam gli aveva raccontato. Forse il caldo di Miami gli aveva veramente dato alla testa, perché lui non si era mosso da casa e stava uscendo solo adesso per andare in spiaggia. Voleva smettere di pensarci, non gli erano mancate per niente quelle storie assurde, soprattutto adesso che stava andando al mare.

In tutti quegli anni non era riuscito ad andarci, visto che era troppo impegnato a sgozzare qualche vampiro o a bruciare qualche cadavere. Ma ora poteva farlo e non avrebbe lasciato che una stupidaggine come quella, gli rovinasse la giornata. Quindi in poco tempo se ne dimenticò, e cantò a squarciagola in auto, fregandosene di tutto il resto e pensando che avrebbe dedicato un po' di tempo a se stesso, dopo tanti anni.

Quando arrivò in spiaggia rimase a bocca aperta, era meravigliosa. Il rumore delle onde era come musica per lui, una musica paradisiaca. Quando poi i suoi piedi affondarono nella sabbia, quasi si commosse. Semplicemente non riusciva a credere di essere davvero lì.

L'unico lusso che poteva permettersi ormai era una serata di sesso ogni tanto, se gli andava bene. E fortunatamente non era difficile abbordare qualche bella ragazza per lui. Ma il sesso ti appaga al momento, poi non ti lascia più niente. Invece quel che aveva davanti lo avrebbe portato sempre dentro.

Iniziò a guardarsi attorno e andò a riva. Nel frattempo, sorrise a una bambina che, per sbaglio, gli inciampò sulle gambe e l'aiutò a rialzarsi. Anche quei piccoli gesti gli sembravano surreali, incredibili. Aveva avuto a che fare con dei bambini fottutamente inquietanti, a volte.

“Che meraviglia.” Toccò l'acqua fredda e sorrise radioso. Era bello sentire la granulosità della sabbia tra le dita delle mani e il mare che la portava via. Si tolse le scarpe, la maglietta, i pantaloni e rimase in boxer (non aveva ancora trovato il tempo di prendere un costume). Fece qualche passo indietro e poi si tuffò, lasciando che l'acqua lo avvolgesse del tutto e lo bagnasse senza tralasciare un centimetro di pelle. Iniziò a nuotare senza riemergere e non riuscì a smettere di sorridere nemmeno in quel momento, pensando che sarebbe andato lì ogni giorno e che ci avrebbe portato anche Sammy. Quando riemerse, era talmente perso nei suoi pensieri, che non si rese nemmeno conto del ragazzo a cui finì addosso. Però ebbe almeno la prontezza di afferrarlo per il braccio e evitare di farlo cadere.

“Woah, amico stai attento!” Sbottò questi, per poi sgranare gli occhi appena inquadrò il cacciatore. “Dean!” Urlò, buttando le braccia al collo del biondo che batté le palpebre più volte.

Ma che cazzo..?

“Che ci fai qui? Da quanto tempo, cavolo!” Quel tizio lo stringeva fin troppo per i suoi gusti.

E poi come faceva a conoscerlo? Lui non lo aveva mia visto.

“Ma cosa..chi sei si può sapere?” Si scansò stizzito.

“Ma come!” Scoppiò a ridere il ragazzo. “Sono Jace, il tuo ormai ex collega..non ti ricordi? Mi sono licenziato un mese fa dall'officina.”

Okay, c'era qualcosa che non andava, decisamente. Dean non aveva mia visto quel ragazzo e soprattutto non lavorava in un'officina! Lo stava prendendo in giro?

“Sei sempre il solito coglione, eh?” Ridacchiò l'uomo e gli diede una buffetto sulla spalla. “Che si dice? Cas sta bene?”

“C-Cas?” Eh?

“Castiel, il tuo ragazzo.”

Dean sgranò gli occhi e la sua mente volò immediatamente a ciò che Sam gli aveva detto.

Ecco qualcuno che lo conosceva e che aveva appena confermato la sua relazione con questo presunto ragazzo, Castiel. Che Sam avesse ragione? Cazzo, era impossibile. C'era qualcosa che non andava e doveva scoprire al più presto cosa. Prima di tutto: lui non era gay e non stava con un ragazzo che nemmeno conosceva, che diamine!

“Sapevo che questo periodo di pace sarebbe durato poco.” Borbottò tra sé e sé, per poi armarsi del suo sorriso più sincero, assecondando Jace. Doveva cercare di scoprire più cose possibili.

“Castiel sta bene, non possiamo lamentarci, anche se il lavoro rompe le scatole, sai com'è.”

“Oh beh, se me ne sono andato da lì c'è un motivo!”

Dean fece una risatina che sembrò più una smorfia, ma Jace non glielo fece notare, quel tipo sembrava davvero felice di vederlo.

“E dimmi, state sempre alla Collins Avenue? Ti lamentavi spesso di quella zona lì.”

Fantastico, una via. FANTASTICO. Sarebbe andato lì al più presto, con Sam magari. Per la prima volta nella sua vita aveva paura di scoprire cosa stesse succedendo, perché la questione sembrava riguardarlo in prima persona.

“Jace, amico...devi proprio scusarmi, ma mi sono ricordato che devo fare una cosa.” Dean iniziò a indietreggiare e portò due dita alla fronte per salutare Jace. “Ci vediamo presto!” E detto ciò si precipitò fuori dall'acqua, afferrando i vestiti e infilandoseli di fretta, per poi correre dentro la sua Piccola e sfrecciare verso casa. “Oh, Piccola, mi dispiace da morire.” Sospirò, rendendosi conto di aver bagnato tutti i sedili. Però doveva assolutamente parlare con Sam, sembrava che fosse qualcosa per loro.

 

“Che cosa?!”

“Per quanto mi dia fastidio ammetterlo, avevi ragione.” Sbuffò, spogliandosi dai vestiti ancora umidi. “Io sarei fidanzato con un ragazzo di nome Castiel e a quanto pare abitiamo a Collins Avenue.” Lo disse con un sarcasmo che fece tremare anche i muri e poi si strofinò gli occhi con le mani. “Sam, dobbiamo indagare. Nel giro di una giornata tu hai incontrato..me. E io questo mio presunto ex collega che nemmeno conosco. Ti rendi conto di quanto sia assurdo tutto ciò?!” Urlò, iniziando a camminare avanti e indietro per il nervosismo.

“Okay, Dean. Datti una calmata perché stai dando di matto.”

“E non dovrei secondo te?! Io sto con un uomo, IO! Ti rendi conto? E' impossibile!”

“Eppure eri tu, Dean!” Sam lo guardò rassegnato.

Ma cosa diavolo stava succedendo in quella città? Doveva esserci una risposta e lui aveva già pensato a qualcosa, ma non voleva trarre delle conclusioni affrettate.

“Gabriel?”

“E' morto, Sam, o almeno me lo auguro, altrimenti lo uccido io una volta per tutte, quel trickster.”

“Okay, adesso ti calmi.” Sam gli portò una birra e lo fece sedere, prendendo poi il suo fedele amico laptop. “Dobbiamo fare delle ricerche su di..te e scoprire il più possibile. Iniziando dalla sua vita.” “Non credi sia meglio andare direttamente lì?”

Sam storse il naso e guardò lo schermo del pc indeciso. In un'altra circostanza avrebbe aspettato, ma capiva bene quanto suo fratello fosse sconvolto e anche lui voleva vederci chiaro. Quindi andò in camera sua e scese con un completo elegante e si infilò il documento dell'FBI in tasca. “Direi che non mi era mancato per niente essere in queste vesti ma, ehi! Non saremmo i Winchester se non avessimo dei casini da sistemare. No?”

Dean sospirò e annuì, avrebbe voluto andare con lui, ma sapeva che sarebbe stato pericoloso e spiazzante se avessero incontrato qualcun altro che lo conosceva. Era già abbastanza sconvolto.

“Quindi hai detto Collins Avenue..”

“Sì.”

Sam annuì e si sistemò la cravatta, andando alla porta e aggrottando le sopracciglia non appena Dean lo abbracciò, dandogli delle pacche sulla schiena. “Dean, ho fatto di peggio.”

“Sì, ma sai, non succede qualcosa da un po' e siamo entrambi arrugginiti. E poi devi farlo da solo, quindi cerca di stare attento. Okay?”

Il minore sorrise e annuì, pensando che suo fratello non sarebbe mai cambiato. Ormai era un uomo, ma lui lo trattava sempre come un bambino. Prese le chiavi dell'Impala e salì a bordo.

Destinazione Collins Avenue.

 

Miami, Florida (Casa Novak)

“Chissà come faceva quel ragazzo a conoscerti..” Mormorò Castiel, mettendo i pomodori nel frigo e il gelato alla vaniglia nel freezer.

“Non ne ho idea, non l'ho mai visto.” Si strinse nelle spalle Dean, avvicinandosi al proprio ragazzo che sembrava davvero pensieroso.

Castiel fece una smorfia poco convinta e continuò a sistemare la spesa.

Era da ormai diverse ore che non riusciva a smettere di pensare a quel ragazzo che aveva chiamato Dean al parco. Sembrava sconvolto e la cosa strana era il fatto che conoscesse il nome del suo ragazzo, nonostante lui si ostinasse a dire che non aveva mai visto quel “tizio” prima d'ora. Poteva essere che lo avesse scambiato per qualcun altro, ma questa spiegazione sarebbe stata valida qualora non lo avesse chiamato per nome. Come era possibile?

Il ragazzo sospirò e decise che doveva lasciar perdere, per quanto assurda fosse quella situazione.

Il biondo si avvicinò all'altro e gli prese le mani, sospirando. “A parte questo, devo dirti una cosa che non ti piacerà per niente..”

“Devo preoccuparmi?”

“No, però..” Dean arricciò il naso infastidito. “Ricordi il week-end che ti avevo promesso? Dobbiamo rimandarlo..devo star via una settimana per lavoro.”

“Oh, e dai, lo programmiamo da mesi..” Castiel sospirò e gli lasciò le mani, dimenticandosi subito dell'accaduto di quella mattina. Incrociò le braccia, ma si accoccolò al petto del suo ragazzo quando lo abbracciò. Era davvero dispiaciuto. Avevano in mente di andare in montagna per due giorni, lontani dallo stress del lavoro e da quello di non riuscire ad arrivare a fine mese facilmente. Avevano messo da parte un bel gruzzoletto per quella mini vacanza, ma dovevano rimandarla. Ancora.

Dean lavorava in un'officina, ma ultimamente il lavoro era diminuito e quindi non riusciva ad avere uno stipendio fisso e Dean era costretto ad andare fuori pur di racimolare qualcosa. E tra l'altro il posto di barista di Cas non era molto d'aiuto. Soprattutto dal momento in cui erano rimasti senza macchina a causa di un incidente che Dean aveva avuto due mesi prima. Per fortuna niente di rotto, ma si erano presi comunque uno bello spavento.

Dean e Cas erano una bellissima coppia. Si erano conosciuti proprio mentre il moro stava lavorando. La sua attenzione era stata attirata da un ragazzo alto, con i capelli sul biondo che girovagava in cerca di alcol. Lo aveva servito e dal primo sguardo che si erano scambiati, era stato palese che la scintilla era scoccata. Così, da quel giorno in poi, Dean era diventato un cliente affezionato di quel bar. E successivamente della cantina di quest'ultimo, in cui lui e Castiel si nascondevano da occhi indiscreti per scambiarsi effusioni. Si amavano moltissimo. E adesso stavano insieme da ben due anni e mezzo.

“Quando parti?” Borbottò Castiel, guardando Dean tristemente.

“Parto lunedì.” Il biondo lo strinse a sé e gli baciò i capelli, cullandolo appena. Dispiaceva anche a lui andare via.

“Oh, wow, dopodomani.” Il sarcasmo era palpabile nella voce del compagno.

“Già. E per questo dobbiamo cercare di goderci questi due giorni al massimo. A partire da adesso..” Dean abbassò le mani e le fece correre sulla schiena del suo ragazzo, fermandosi sui glutei mentre indietreggiava verso il muro e poggiandosi a questo di spalle. “Che ne dici?”

“Adulatore.” Castiel sorrise rassegnato e poggiò le labbra su quelle di Dean con impeto.

Aveva afferrato il concetto.



NOTE: 
E salve di nuovo.
Come accennato lì sopra(?) andiamo con delle informazioni fondamentali:

  1. Dean e Sam sono dei cacciatori come nella serie, ma senza i casini di Demoni e Angeli;

  2. Castiel è un semplicissimo essere umano, che non ha idea di cosa sia il soprannaturale;

  3. Quando ho citato Gabriel, consideratelo solo come un semplice trickster, non come un arcangelo. Perché ripeto: in questa ff non c'è nulla del genere;

E credo che per adesso sia tutto.
Prima di dileguarmi, vi faccio presente che cercherò di aggiornare una volta a settimana, sempre il mercoledì. Se dovessi ritardare, o per assurdo anticipare, date la colpa a sta sessione estiva maledetta.
Beh, adesso vado davvero..spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto * va nel panico * e ci si vede al prossimo aggiornamento.
Mi raccomando..RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!
Un bacione,
Feffe

Ps. Ringrazio tantissimo la mia beta, Juls, per la pazienza e il sostegno. (love you, hun)

  
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