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Autore: Marina Swift    06/07/2016    2 recensioni
{ Fict ad Oc | ho tutti gli oc, grazie } { scritta quasi a quattro mani con la cara Riddle }
Chandelier City è una piccola isoletta di Oblivia, che ospita una delle scuole più importanti del Mondo Pokémon: la Talent's Academy, che da anni allena le migliori promesse nei campi di coordinazione, allenamento e ricerca pokémon.
Accademia che quest'anno avrà nuovi partecipanti, tra sfide emozionanti e all'ultimo respiro, amicizie indissolubili e anche un po' d'amore.
Dal prologo:
- Avete tra i quattordici e i diciotto anni? Volete migliorare le vostre tecniche di coordinazione o allenamento, o volete imparare qualcosa sulla ricerca e l'allevamento dei pokémon?
Vi aspettiamo numerosi al test di selezione il 22 settembre alle ore 17.30, qui nell'aula del Teatro.
Non ci sono restrizioni particolari, infatti anche i capopalestra possono partecipare, l'unica cosa è che i partecipanti dei corsi A e B devono avere rispettivamente o cinque fiocchi o cinque medaglie.
Aspettiamo le vostre partecipazioni! - concluse miss Lovely, strizzando un occhio alla telecamera.
Mancava solo da aspettare le richieste d'iscrizione

Enjoy!
Marina Swift
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: N, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Anime, Videogioco
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N.B. Inizio questo capitolo scusandomi innanzitutto per il ritardo (no, non siamo ad un capitolo d'avviso, yay!~)
E beh, inizio facendo una piccola dedica a tutti quelli che mi seguono ancora sebbene i ritardi e alla mia Nikki-san che mi incoraggia sempre, ti voglio bene cara <3
Detto questo, buona lettura!

 

Capitolo 8: Merry Christmas!

24 dicembre

Celebre tradizione della Talent’s Academy era celebrare in grande stile ogni tipo di festa esistente al mondo. E il Natale era di certo la più sfarzosa e bella di tutte le feste, in quanto la prediletta di miss Lovely.
Il ventiquattro dicembre, la preside aveva concesso a tutti un giorno di libertà da passare in giro per l’arcipelago di Orange, per fare acquisti e regali di vario tipo. Non appena, verso l’ora di cena, più o meno, gli alunni rientrarono, l’Accademia sembrava una scuola completamente diversa. I muri celesti erano stati coperti da della carta da parati rossa, i camini seminati in giro per la scuola erano tutti stati accesi ed enormi “striscioni” di finte foglie di pino e pigne, enormi ghirlande rotonde e insegne di legno decoravano ogni angolo, donando a tutto un’atmosfera molto festiva e allegra.
Piccoli abeti, alti una ventina di centimetri circa e ornati da palline di vari colori, erano stati sistemati nella camera di ogni persona, nel comodino che separava i due letti, dalle lenzuola che ora erano vermiglie. Nei bagni gli asciugamani bianchi e azzurri erano stati sostituiti con alcuni scarlatti, nei dispenser, al posto del solito sapone ai fiori e alla vaniglia, ce n’era uno che aveva un delicato profumo di pandoro, mentre le saponette avevano la dolce fragranza della frutta candita.
— Wow — sospirò Marina, mentre si sfregava le mani appena lavate, inebriata da tutto quel meraviglioso sentore — È tutto così… fantastico! — 
Akumi, che camminava a pochi centimentri da lei nel corridoi, annuì, mentre l’allenatrice la prendeva a braccetto, stringendola a lei mentre camminavano assieme.
— La scuola tutta rossa sembra vestita da Anastasia Hamilton — ridacchiò Eva, accanto alla castana, intanto che le ragazze si dirigevano verso l’aula mensa.
Nozomi e Letika ridacchiarono allegre, senza malizia. Entrarono nella sala e si sedettero ad uno dei tavoli; un paio di camerieri - i quali, ovviamente, indossavano un grembiulino rosso - servirono loro dei soufflé alla baccamodoro, accompagnati da una salsa bianca che sapeva di erbe aromatiche. Le ragazze, armate di piccole forchette d'argento, iniziarono a mangiare i primi bocconi: erano deliziosi, come del resto lo era tutto il cibo servito all'Accademia.
— Ci possiamo accomodare? — domandò la voce di Touya, che senza aspettare una risposta si sedette tra Marina ed Eva; poco dopo sopraggiunsero anche gli altri ragazzi, costringendo le ragazze ad unire un altro tavolo al loro.
Si misero a chiacchierare amabilmente, chi più, chi meno, delle materie del giorno e, soprattutto, del da farsi per la giornata successiva. La vicepreside li aveva informati che ci sarebbero state solo tre ore di lezione invece delle sei curricolari, quindi metà della giornata rimaneva comunque libera, prima della grande cena che avrebbero organizzato per festeggiare il Natale, quando sarebbe avvenuto anche lo scambio dei regali.
– Io pensavo di passare il tempo libero a finire di incartare le cose – annunciò Letika, mentre si faceva passare da Eva dell'altra salsa. La versò distrattamente sul soufflè, mentre gli altri prendevano parola.
– Direi che farò lo stesso. Akumi, ti dispiace se occupo la camera domani pomeriggio? – Marina sorrise, allungando un boccone di pane al sesamo alla sua Glaceon, comodamente seduta sulle sue gambe.
– Uh, direi di no – rispose la ragazza dagli occhi verdi, lo sguardo che vagava qua e là per la mensa.
– Io ne approfitterò per allenarmi un po', sono fuori forma ultimamente – asserì Touya.
– Penso proprio che farò lo stesso – Tell si servì dell'acqua frizzante, allungando la mano oltre il piatto di Lem, che parve non farci caso – Possiamo allenarci insieme, ti va? –
Touya annuì. 
Successivamente, non successe molto altro. Venne loro servito un altro piccolo antipasto e, successivamente, sulle loro tavole arrivò direttamente il secondo piatto, a base di frutti di mare, totani fritti e verdure grigliate. La cena proseguì all'incirca fino alle dieci - due ore dopo il suo inizio - quando una Miss Lovely elegantemente vestita di color crema iniziò a passare tra i tavoli, doce avevano appena servito i dolci, con un bicchiere di champagne mezzo vuoto in mano, fino a raggiungere più o meno il centro della sala, dove afferrò prontamente un microfono, che le venne porto da miss Hazuiko, già lì da tempo a chiacchierare con miss Light e miss Love.
– Buongiorno ragazzi, anzi, buonasera a tutti! – sorrise, vagamente sotto l'effetto dell'alcol che iniziava ad andarle in circolo nel corpo – Spero vi stiate divertendo! –
Grida di approvazione arrivarono da tutti i tavoli, mentre miss Lovely si sistemava la gonna del tailleur.
– Non sapete come mi faccia piacere vedervi così allegri, soprattutto in questo periodo dell'anno – continuò poi, facendo tintinnare i numerosi braccialetti dorati che aveva al polso – Tuttavia, vi consiglierei di andare a riposarvi: domani vi aspetta una giornata meravigliosa e un cenone ancora più lungo, quindi vi voglio tutti gioiosi e scattanti! – 
Il suggerimento della preside trovò tutti d'accordo e dunque, in un modo più o meno ordinato, tutti gli studenti iniziarono ad avviarsi verso le proprie camere, sebbene nessuno degli studenti fosse particolarmente stanco.
– Buonanotte ragazze – salutò Nozomi, prima di chiudere la porta della propria camera.
– Buonanotte Nozomi – fu la risposta delle altre, mentre ciascuna si tuffava sul proprio letto, mettendo fine alla giornata nel mondo dei sogni.

25 dicembre

Quando Veronica aprì gli occhi, Eva si era già alzata da almeno venti minuti, si era vestita ed era seduta sul suo letto a gambe incrociate, intenta a rigirarsi un flaconcino tra le mani con aria attenta. Esso conteneva una polverina dorata, così fine da sembrare quasi impalpabile; accanto ad Eva, comparivano un paio di guanti bianchi di gomma e un foglietto pieno di istruzioni in varie lingue, scritte in piccolo.
— Buongiorno Eva — sbadigliò, ricadendo sul letto, un groviglio di coperte sul corpo, che le lasciava scoperte le braccia e la gamba destra. L’altra non le rispose, continuando ad agitare il contenitore, gli occhi che brillavano di luce dorata.
— Eva…? — riprovò a chiamarla la ricercatrice, ottenendo per una seconda volta il silenzio come risposta. Al terzo tentativo, quando Veronica, timidamente, si era alzata dal suo giaciglio, camminando verso Eva e scrollandola delicatamente con una mano, questa si degnò di voltarsi e sorriderle.
— Ciao Veronica — iniziò — Scusami se non ti ho risposto, avevo da fare — 
— L’ho notato — rispose Veronica, osservandola curiosa — Ma non ho capito cosa stessi facendo — 
Eva non rispose, ma scese dal letto, afferrando qualcosa che vi aveva nascosto sotto: un sacchettino rosso, elegantemente chiuso con un fiocco e con appiccicato su un piccolo biglietto. Su di esso c’era scritto, a computer, la scritta “buon natale” , in stampatello maiuscolo.
– È il mio regalo per Anastasia – sogghignò, mentre s'infilava il flacone nella tasca della felpa rossa a quadri.
Veronica inclinò la testa, curiosa, mentre osservava il pacchetto – Farai un regalo ad Anastasia? –
Il ghigno che ricevette come risposta non le piacque per niente. Era sicura al cento per cento che Eva stesse tramando qualcosa, ma preferì non saperlo. 
Si avviò verso il bagno, raccattando dall'armadio un maglioncino e un paio di pantaloni comodi. Mentre stava per chiudere la porta, Eva si alzò di scatto, avviandosi verso l'uscita della camera, un'espressione soddisfatta in viso come se fosse stata in preda a un sogno ad occhi aperti. Un sogno in cui lei metteva in atto il suo piano non ancora noto contro Anastasia. E si poteva ben pensare che questa cosa la lasciasse molto soddisfatta.
– Ah, a proposito – girò la testa, i capelli castani che ondeggiavano morbidi ricadendole sul viso – Buon natale, Veronica –
– Oh, ehm... buon natale, Eva.
L'altra ragazza chiuse la porta dietro di sé, mentre apriva l'acqua del rubinetto e la lasciava scorrere, attendendo che si riscaldasse, mille presentimenti che avevano preso il possesso della sua mente.

La pelle di Letika stava iniziando a diventara bianca, data la quantità di farina che si stava versando addosso, nel tentativo di preparare quei biscotti, circondata da tutti i suoi amati pokémon.
Aveva deciso di preparare qualcosa di speciale per tutti gli studenti dell'Accademia e, dunque, quella mattina si era svegliata presto per andare a chiedere ai cuochi il permesso di usare la cucina della scuola. La quale, come ogni stanza che aveva visitato da quando era arrivata, era enorme: aveva i muri di un bel rosso carminio (che, secondo Letika, in origine sarebbero dovuti essere del color celeste che contraddistingueva l'Accademia), i mobili semplici in acciaio, legno e una pietra bianca che Letika non riconobbe. 
I numerosi cuochi facevano avanti e indietro trasportando piatti pieni di croissant e altri dolcetti per la colazione, che sarebbe iniziata a breve. 
Mentre lo stomaco della corvina iniziava a brontolare, una figura familiare entrò dalla porta, afferrò con grazia un muffin alle noci da uno dei vassoi che una ragazza bionda stava trasportando e se lo portò alla bocca, con grande nonchalance.
– Letika? Che stai facendo? – 
Preceduta dalla sua adorata Glaceon, Marina trotterellò fino alla coordinatrice, osservando curiosa la strana montagnetta di burro a cubetti, zucchero e farina di grano saraceno che giaceva sul piano da lavoro.
– Preparo dei biscotti per tutti gli studenti! – sorrise allegra la ragazza – Tu invece? –
– A dire la verità non lo so – Marina ricambiò il sorriso – Quando ero a casa la mattina di Natale preparavo sempre dei dolcetti per le mie sorelle, quindi mi è venuto spontaneo venire qui –
Letika ridacchiò, ripensando improvvisamente alla sua famiglia e specialmente al suo adorato fratello maggiore, Siddar. Chissà cosa stava facendo, in quel momento; in ogni caso, decise che l'avrebbe chiamato per sentirlo. Ma prima doveva decisamente finire quel lavoro.
– Ti prego, dimmi che sai cucinare bene – implorò la ragazza dalla pelle scura, mentre il suo Rotom le volteggiava intorno alla testa – Credo di aver bisogno di aiuto –
Marina annuì. – Volentieri! –
Si legò i capelli con un elastico che teneva attorno al polso, poi si girò nuovamente verso Letika. – Che cosa stiamo facendo di buono? –
– Biscotti glassati al cioccolato e vaniglia – trillò Letika – Ah, ma senza glutine – concluse, fiera della sua ricetta. Porse all'allenatrice un foglietto con su, scribacchiato con una calligrafia piccola e poco ordinata, il procedimento per preparare quei dolcetti.
Marina gli diede un'occhiata veloce, poi si sfregò bene le mani e si avvicinò alla montagna di farina che ancora giaceva informe davanti a lei. – Guarda, devi fare così –
Iniziò ad impastare energicamente ciò che Letika aveva precedentemente ammonticchiato, mentre sfera di pasta color cioccolato iniziava lentamente a formarsi sotto le sue mani. Successiamente, insegnò a Letika la tecnica, di modo che lei continuasse il lavoro, mentre la sedicenne cercava una grossa ciotola di ceramica e della pellicola tra i mille armadietti che erano nella cucina.
– Wow, è davvero divertente! – annunciò Letika, mentre impastava, le mani leggermente lucide a causa del burro.
Marina si avvicinò a lei per controllare che il lavoro fosse stato svolto bene, poi prese la grossa sfera in mano e la inserì nella ciotola che aveva preso, ricoprendola di pellicola.
– Dobbiamo lasciar riposare l'impasto per circa mezz'oretta – disse, accarezzando la testa della sua Glaceon – Nel frattempo, andiamo a fare colazione? –
Un secondo brontolio dello stomaco di Letika fu una risposta più che sufficiente. Le due ragazze, dunque, sorrisero e si avviarono verso la sala da pranzo.

Dopo la sontuosa colazione, a base di pancakes dolci e salati, i cui gusti solleticavano le papille gustative di ogni singolo alunno e deliziavano le aspettative anche dei più esigenti (come, ad esempio Anastasia e la sua dieta) i vari ragazzi si affrettarono concitati verso il cortile che circondava l'accademia, ormai liberi da ogni noiosissimo compito o mansione scolastica.
– Mioddio, mioddio, ha nevicato! – proruppe eccitatissima un'Akumi al colmo della gioia, toccando con un guanto morbido la superficie di quella coltre che si estendeva per metri e metri. Il paesaggio era ricoperto da una soffice e rilucente strato di candida neve, mentre i ghiaccioli appesi ai cornicioni riflettevano abbaglianti riverberi solari, accecando coloro che si apprestavano a contemplarli. La superficie immacolata, senza alcuna traccia e orma, invitava ad essere calpestata, utilizzata come palla per un ardito scontro tra compari oppure per dare forma a pupazzi strambi e sghembi. 
– Ma che paesaggio stupendo! – rimarcò Marina, mentre accompagnava la castana in un tour dei giardinetti. Non si accorse, però, che il suo Umbreon le fosse sfuggito, per dirigersi curiosamente verso Anastasia. Il pokemon color carboncino si destreggiava abilmente nel ventre di tutto quel bianco ammasso, senza farsi notare troppo, a dispetto del contrasto tra la sua pelliccia e il paesaggio circostante. La rossa, dal canto suo, non amava assolutamente la neve: detestava terribilmente tutti quei stucchevoli comportamenti infantili, come giocare con la neve, e la considerava un "agevole" mezzo per bagnarsi tutti, o peggio, sporcarsi. 
- Lady, si trova a disagio in mezzo a tutto questo nobile pallore? Trovo che la sua chioma risalti in modo piacevole – cinguettò Gary, ammirando in maniera evidente le forme della allenatrice, messe in risalto dai pantaloni in pelle nera e dal giubbotto attillatissimo. La ragazza sbuffò, spostando con nonchalance una ciocca rubiconda e girando i tacchi. 
– Sir, non trova che i suoi metodi di conquista, nonché di rimorchio disperato, siano oltremodo disgustosi? – lo schernì Eva, passando casualmente da quelle parti in compagnia del suo adorato Dustnoir, che emise un verso divertito per la freddura della allenatrice – Umpf, è troppo stupida quella ragazza per apprezzare le mie lusinghe – 
– E il tuo sguardo è troppo basso per uno che si concentra sui capelli – sorrise Eva, regalando al castano un'occhiata eloquente. Fu un attimo: Gary venne travolto da due misteriose figure a quattro zampe che si rincorrevano repentinamente, cadendo rovinosamente di faccia. Eva ruppe il silenzio ovattato con una risata convulsa, buttandosi a terra per i crampi allo stomaco. 
– Lo trovi divertente?! Beh... – si rialzò di scatto, con un cumulo di soffice neve tra i palmi, scagliandolo poi sul volto della ragazza e centrandola in pieno. Incominciò così una delle più epiche battaglie di neve che si potesse rammentate nella accademia: Marina, Eva e Akumi affrontarono valorosamente e con ardimento Gary, Tell e Touya. Nel frattempo Umbreon, stanco per aver giocato tutta la mattina con il Sylveon di Anastasia, si rannicchiò in disparte per osservare quello spettacolo così esilarante. Sylveon, però, non lo lasciò, sicché si accovacciò attiguamente al pokemon buio per sentirlo accanto. Nessuno notò questo strano assemblamento, tranne Nozomi che, divertita, tentò invano di farlo notare a Marina, troppo occupata però a duellare con Touya. Il ragazzo, inspiegabilmente, aveva scelto lei come vittima di gran parte dei suoi tiri, e alla povera fanciulla non restava altro che fronteggiare il compagno. 
– Assaggia questo destro! – e subito una sfera compatta sfrecció nell'aria, impattando si però nel suolo, siccome Marina, lestamente, aveva schivato il colpo. La battaglia imperversò per parecchio tempo, mentre Nozomi e Veronica si dilettavano plasmando pupazzi. I primi possedevano l'aria dismessa e sbilenca, mentre gli ultimi sembravano usciti da uno di quei film dove si animano di vita propria. Jay, assorta nei suoi ragionamenti, le scrutava da vicino, borbottando frasi sconnesse come: “L'acqua bolle a 100 gradi, ma questa temperatura varia a seconda della pressione atmosferica... oh, ma che bel cielo limpido...

Gli aromi fragranti defluivano dalle cucine e, come quei velieri seppur usurati dalle intemperie e vittime della senescenza, gonfiandosi, navigavano leggiadri ma decisi nei corridoi della accademia, attirando velocemente l'attenzione di tutti gli studenti. Il cenone era ormai pronto: leccornie di tutti i generi, dagli arrostiti speziati alle lenticchie dagli zamponi grondanti di salse variopinte ai purè cremosi, che brillavano di un intenso giallo canarino. Le decorazioni avevano infestato tutta la sala da pranzo, mentre il tavolo era imbandito da posate e bicchieri di cristallo, che riflettevano come la rugiada mattutina la luce dei lampadario, mentre le mille gocce penzolanti dall'alto si specchiavano nelle bevande già versate dal cameriere. 
– Ho incredibilmente fame, datemi del cibo e nessuno si farà male – esclamò con l'acquolina in bocca Nozomi, che già assaporava i piatti prelibati. Ricevette come responso una risata da parte di Marina, molto agghindata per l'occasione: indossava un abito blu zaffiro, con un corpetto decorato da paillettes color erinite, le cui nuances degradavano verso il collo. Nozomi, invece, portava elegantemente dei jeans strappati scuri e una maglietta bianca siccome, data la sua indole non propriamente femminile, aveva dichiarato guerra aperta ai vestiti.
Si aggiunsero poi Letika, Veronica ed Eva, eccitate ed altrettanto affamate. Improvvisamente, sbucò da un corridoio Anastasia, che camminava sinuosamente dall'alto del suo tacco 12.
– Buonasera plebee – cinguettò, mentre sistemava lo spacco vertiginoso che rivelava un lembo di cute lattiginosa. 
– Buonasera anche a te, Anastasia – sospirò rassegnata Marina, prendendo, insieme alle altre, distanza dalla modella. Tutte, tranne Jay, che si era unita poco prima e che si avvicinò con interesse alla rossa . 
– Perchè non sparisci anche tu? È già abbastanza irritante averti come compagna di stanza – sibilò come una serpe maligna. Ma l'altra non rispose, in una serena contemplazione del medaglione che portava al collo la rossa.
 – Oh, deve risalire al 1800... posso toccarlo? – disse, con aria sognante, protendendo un dito. 
– Questa è fuori di testa – borbottò, girando i tacchi e dirigendosi verso la sala da pranzo per un'altra entrata. 
– Oh beh... peccato – rispose monocorde, cogli occhi spalancati e la bocca semiaperta. Girandosi incroció N, che aveva assistito alla scena.
– 1823, per la precisione – rise questo, facendo l'occhiolino alla più bassa, che non lo calcolò molto, visto che era troppo presa dal rimembrar la pietra e la probabile provenienza del gioiello di Anastasia. Con questo pensiero in mente, non si accorse nemmeno di aver scansato dolcemente il verde e di essersi diretta inconsciamente verso le cucine.
Strana ragazza... molto interessante, però, riflettè N, il cui flusso di ragionamenti venne interrotto solo dal vociare irrequieto di un gruppo di ragazzi che stavano giungendo: Gary, Tell, Touya Barry e Lem.
– Vieni con noi? – esclamò il castano, che per l'occasione portava un elegante camicia di raso. E così si addentrarono nella sala da pranzo, sedendosi nella tavolata insieme alle ragazze. Touya ammirava silenziosamente la silouhette della castana dai boccoli lucenti, in modo discreto, mentre sorseggiava della fresca acqua minerale. Veronica chiacchierava allegramente con Akumi: l'argomento della conversazione verteva sulle aspettative e le aspirazioni riguardo il proprio futuro. 
– Beh – incespicò – voglio svelare mistero degli spettri che si dice infestino l'Antico Chateau. Ma devo ancora studiare molto per risolvere l'arcano – sorrise, tagliuzzando un pezzo di carne. 
Touya, sentendo questo incipit per una eventuale conversazione con Marina, proruppe: – Cosa ti piacerebbe fare? Una volta finito con l'accademia dico – La castana sollevò lo sguardo dalla pietanza. – Vorrei avere il miglior team Eevee della storia, oppure mi piacerebbe diventare una maestra pokémon di tipi acqua e ghiaccio – sentenziò dolcemente, mentre Touya la ascoltava interessato. 
– Prima devi battere me, Mari-chan– scherzò Tell, dandole un buffetto sulla guancia a cui lei rispose con una smorfia. Touya sentì uno strano peso all'altezza dello stomaco e uno strano contorcersi di viscere. Invidiava moltissimo il rapporto tra quei due, per quanto gli ricordasse molto quello tra lui e la sua migliore amica, Touko. 
Nel contempo dall'altra parte della tavolata si era formato un connubio piuttosto singolare: Eva, Gary, Anastasia e Lem. 
– Oh, com'è grosso questo zampone –  si indignò Anastasia, arricciando il naso. 
– Dovresti essere abituata a certe dimensioni, o non li scegli così gli uomini? – cinguettò maliziosa Eva, assaporando le lenticchie scricchiolanti. Al che la rossa per poco non si soffocò e Gary, ormai bramoso di toccare quel corpo, si apprestò per fare la manovra di Heimlich, mentre lei agitava convulsamente le braccia per scacciarlo. Durò tutto un paio di secondi. 
– Vai via, sciò – gridò la rossa, alzandosi di scatto indignata per raggiungere il bagno, seguita a ruota dalle sue schiavett... amiche. 
– Sei terribile Riddle - rise di gusto Oak, impugnando un calice e portandolo alle labbra. 
– Ho imparato dal migliore – finì Eva, afferrando un bicchiere di cristallo e facendolo cozzare contro quello di Gary a mo' di cin-cin. 
– Vedo allora che non vi scannate sempre voi due, in caso contrario vi avrei dovuto multare per disturbo della quiete pubblica – notò stranamente Berry, non rendendosi conto che aveva catturato l'attenzione di una fanciulla, precisamente di Veronica. Riteneva il biondo proprio un ragazzo carino, e le sue gote si imporporarono al sol pensiero. 
– Nah, ci conosciamo fin da piccoli, so con chi ho a che fare – disse Eva, con un tono di voce più sereno del solito e un'aria leggermente trasognante. Finita la cena, arrivarono i dolci, sontuosi forse più dei piatti precedenti, insieme a due vassoi colmi di biscotti glassati, sia al cioccolato sia alla vaniglia. 
– Waa, cosa vedono i miei occhi ! – abbaiò una Nozomi non ancora sazia, afferrandone un paio e cacciandoli in bocca con foga, ricevendo così delle occhiate di disapprovazione da parte di Anastasia e i suoi automi, che nel frattempo erano ritornati al tavolo. 
– Diventerete tutti obesi – sibilò maligna, ridacchiando sommessamente. 
– Tranquilla Anastasia, sono molto leggeri e senza glutine! – la incoraggiò all'assaggio Letika, ben conscia degli ingredienti. 
– Come fai a saperlo? – sbottò allora quella.
– Li abbiamo fatti io e lei – si intromise Marina, ottenendo l'attenzione e i complimenti di tutti i commensali per la riuscita dei dolcetti.
La cena non si dilungò ancora per molto: dopo un po' tutti gli alunni che si erano assiepati nella stanza si dileguarono, tranne il gruppetto dei nostri "eroi". Letika, a un certo punto, alzò la voce.
– Ragazze, vorrei invitarvi a un pigiama party in camera mia, per scambiarci i doni natalizi – riferì, gesticolando per catturare l'attenzione di tutte. Si volse verso Anastasia, che era da poco tornata dal bagno – Anche tu sei invitata, Anastasia – 
Eva sorrise sinistramente, mentre la rossa, perplessa, indagava nelle iridi dell'indiana, diffidente. Dopo alcuni secondi di silenzio imbarazzante, rispose: – Vedrò – lasciando con nonchalance la stanza.

– Che la festa abbia inizio! –
Lanciato dalle mani di Letika, uno dei cuscini del divano volò fino all'altra parte della stanza, contro il letto di Nozomi, finendo a colpire la povera Akumi, che vi si era prontamente seduta sopra. Quest'ultima se lo tolse dal viso con una risata, abbracciandolo a mo' di pelouche. 
Marina e Veronica chiacchieravano amabilmente da quando se ne erano andate dalla sala da pranzo, e ora la loro conversazione si era spostata su interessanti argomenti quali l'ultima gara pokémon disputatasi ad Alghepoli, gara che entrambe avevano visto in diretta dalle televisioni delle loro camere. Nel frattempo, Jay si era appoggiata contro il letto di Letika, il torso che pendeva fuori dal materasso e i capelli biondi che spazzavano il pavimento.
– A me pare che stiamo festeggiando da almeno due o tre giorni – fece notare Marina, interrompendo momentaneamente la sua precedente conversazione.
– Il mio stomaco non reggerà con tutti questi dolci extra – commentò Veronica, di rimando – Non che prima ne avessimo pochi, tra l'altro –
Seduta dall'alto del bracciolo del divanetto, lo sguardo di Eva corse intanto a Nozomi, che si era portata in camera una scatola di cioccolatini deluxe alla baccaliegia che miss Lovely aveva fatto arrivare addirittura da Luminopoli, la scintillante capitale di Kalos. La castana ridacchiò sotto i baffi, allungando tuttavia una mano per prendere una pralina e ficcarsela in bocca. Nozomi parve non farci caso.
– In ogni caso è bellissimo avervi qui tutte insieme – Letika sorrise, pronunciando quelle parole.
– Beh... proprio tutte no – 
Le parole pronunciate da una distratta Akumi, intenta ancora ad abbracciare il cuscino a righe bianche e rosse, fecero sì che tutte le ragazze iniziassero a guardarsi intorno.
– Ah, miss sono-perfetta-e-lo-so – commentarono quasi all'unisono Eva e Marina. Avrebbero dovuto trovare soprannomi più brevi.
– Nah, secondo me non verrà – Nozomi era arrivata al ventesimo cioccolatino della serata, e ciò portò Eva a chiedersi come quella ragazza non avesse come minimo un diabete – Insomma, stiamo parlando di Anastasia Hamilton –
– Già, figuriamoci se quella dea passerà mai da noi, povere comuni mortali... – le fece eco Eva.
Per quanto sparlare delle persone non presenti non fosse mai una cosa carina, le parole della ricercatrice provocarono l'ilarità di tutte le ragazze in casa, compresa Jay, forse contagiata dalle risate altrui.
– Beh, in teoria nella mitologia le dee e gli dei scendono spesso nel regno degli umani – annunciò poi la bionda, provocando abbastanza stupore. Jay parlava così poco che quasi le ragazze non avevano quasi imparato il suo tono di voce – Sono i comuni mortali, che non vanno mai dagli dei –
– Sì, certo, ma non lei – Marina, per quanto abbastanza stupita dal commento inatteso di Jay, sembrò farci poco caso e indicò la porta – Insomma, quante possibilità abbiamo che lei adesso venga qui e... –
Qualcuno bussò alla porta. E immaginatevi la sorpresa di Marina - e di tutte le ragazze - quando scoprirono che dall'altra parte altri non c'era che Anastasia Hamilton, impeccabile nella sua camicia da notte di seta viola, corta e scollata nonostante la temperatura. Ai piedi, delle piccole ciabatte bianche e dorate sembravano uscite direttamente dalla camera di un albergo a cinque stelle, e i capelli rossi erano legati in un elegante chignon, tenuto fermo da una molletta dorata.
– Alla buon ora... – commentò Eva sottovoce, mentre Veronica si accucciava ancora di più nell'angolino del divanetto e un'Akumi sorridente mormorava un “benvenuta!”, con la sua solita aria allegra.
– Non fatemi pentire di essere venuta – sbuffò Anastasia, squadrando con occhio critico la stanza. Era in un buffo disordine - le coperte dei letti sfatte, i cuscini per terra e i vestiti buttati a caso sulle sedie e i comodini - come poteva essere una qualsiasi camera piena di persone che si stavano divertendo. Tutta quell'atmosfera di convivialità le stava mettendo fastidio, portandola a chiedersi perché avesse deciso di passare la serata con loro, invece che da sola in camera a guardarsi le repliche di qualche sua sfilata.
Nel frattempo, però, Marina si era alzata dal divanetto su cui era seduta, sprimacciando il cuscino su cui era appoggiata prima, per andare a mettersi sul letto, accanto ad Akumi.
– Accomodati pure al mio posto – le suggerì con un sorriso, sapendo che mai e poi mai Anastasia si sarebbe messa sul disordine di uno dei due letti. Anastasia rispose con una smorfia, ma accettò il suggerimento, con un “grazie” masticato a fatica.
Dopo cinque minuti abbondanti passati a fissare il vuoto, Akumi si decise ad iniziare una conversazione, anche solo per annullare il silenzio tombale che si era formato con l'arrivo della modella pokémon.
– Allora... che si fa? – domandò, ottenendo in cambio un'affettuosa scompigliata di capelli da parte di Marina, che le era accanto.
– Hm... placide conversazioni sulla vita dell'Accademia? – propose Veronica, ottenendo l'approvazione di tutte - eccetto, ovviamente, Anastasia, per cui le uniche conversazioni valide erano quelle che riguardavano lei.
– O sui ragazzi dell'Accademia... – 
Per la seconda volta della serata Jay si degnò di aprire bocca, ma la sua osservazione raggelò il sangue nelle vene a tutte. Ma quando si girarono a chiedere spiegazioni, la risposta di Jay fu: “la temperatura della stanza è diminuita di un grado... oh, ora due!”
– Oh, ragazzi, mi piace l'argomento – Anastasia si mise tutta comoda, sistemandosi la camicia da notte con una mano – Certo, anche se fa tanto pigiama party scadente come lo è questo – si affrettò a dire, per cercare di mantenere un'aria disinteressata.
Altrettando emozionata dalla cosa fu Marina, da sempre grande amante delle love story, la quale si mise a guardare con occhio vigile tutte le ragazze. – Allora, chi comincia? Eva? –
La ragazza, che stava mandando giù un'altra pralina, quasi si strozzò. – IO? – tossicchiò – E perché mai io? Insomma, quale ragazzo mai dovr... –
– Quale ragazzo mai dovrebbe degnarsi di filarti? Oh, io penso proprio nessuno cara, con quel carattere – 
Eva gridò qualcosa di simile ad un “Letika, trattienimi!”, mentre tentava di alzarsi di scatto, frenata solo dal braccio bruno di Letika contro il petto e dalle proprie mani contro la bocca, nel tentativo di non mettersi a gridare insulti alle undici di notte.
– Anastasia, ti prego, non siamo qui per litigare – Marina cercò di placare un po' gli animi. Ma chi aveva avuto la brillante idea di invitare anche la modella? – Ehm... Nozomi? –
– Uh? – la violetta sollevò lo sguardo dai cioccolatini, ormai finiti. Si alzò per gettare la scatola e ne estrasse prontamente un'altra dalla borsa, come se nulla fosse – Oh, ma io non sono innamorata – 
– Beh, io però ti vedo sempre con L... – iniziò a dire Akumi, frenata però da una lunghissima conversazione della violetta sul “oh, ma si può essere amici di un ragazzo! Insomma, ci sono un sacco di ragazzi simpatici all'Accademia, no?” – Piuttosto, Mari-chan, tu stai costantemente con Tell, invece. Voi due state insieme? –
Alla domanda di Akumi, posta quasi con un certo timore, Marina scoppiò a ridere, rovesciando la testa all'indietro.
– Tell? Ma... non potrei mai! – continuò a ridere, senza fermarsi un attimo per respirare – Insomma, è praticamente mio fratello –
– Dicono tutti c... – iniziò Anastasia, frenata subito a metà frase.
– No, dico davvero. E qui si chiude il discorso – annunciò Marina, che sorrise gentilmente verso Akumi. 
– Ehm, allora... facciamo lo scambio dei regali? È quasi mezzanotte, se non li apriamo adesso non li apriremo più il venticinque dicembre – propose Veronica, interrotta da una Jay che mormorava “basterebbe portare indietro le lancette dell'orologio... da qualche parte nel mondo saranno ancora le dieci di sera”.
– Volentieri! Io ho già iniziato a dare ai ragazzi i loro, ma ho preso qualcosina per tutti – 
Nozomi si alzò in piedi, uno zainetto carico di pacchettini utilizzato un po' come un marsupio. Si mise a distribuire piccole scatoline ad ognuna delle ragazze, Anastasia compresa, per poi mettersi soddisfatta a gambe incrociate, mentre ognuna scartava il proprio pacchetto, con eccitazione crescente.
– Awn, è stupenda! –
Marina rigirò più volte tra le dita la catenina argentata che conteneva un grazioso pendente a forma di Chic Ball. – Tra l'altro, la Chic Ball la Poké Ball del mio Umbreon –
Anastasia tossicchiò, ricordandosi che quel mattino l'Umbreon dell'allenatrice le aveva quasi insidiato la sua bellissima Sylveon. Intanto, guardò l'elegante collana di perle bianche che le era arrivata in dono dalla violetta. Le piaceva molto, ma non l'avrebbe mai indossata, per orgoglio.
– Domani me la metterò per festeggiare – la ragazza dagli occhi blu, tuttavia, interruppe i suoi pensieri – Aku-chan, tu che cos'hai avuto di bello? –
Akumi le allungò una mano sottile, al cui dito era infilato un piccolo anellino, la cui pietra, tagliata a forma di stella, scintillava alla luce degli abat-jour. – È davvero grazioso, Nozomi – ringraziò educatamente la castana, ottenendo un gran sorriso in risposta.
Eva e Letika - in maggior modo quest'ultima - ringraziarono Nozomi direttamente con un abbraccio, poiché sedute vicino a lei; Eva stette a rimirare un attimo il suo bracciale di piccole ametiste: per quanto non amasse molto i gioielli, era davvero grazioso. Letika, incece, si infilò prontamente nei capelli neri il fermaglio a forma di Sableye appena ricevuto, accoccolandosi nel pigiama di lana rosso fuoco che sarebbe tanto piaciuto a miss Lovely in quanto in tinta con l'Accademia.
Veronica ringraziò educatamente per il suo regalo, un piccolo fermaglio a forma di Shuppet, mentre, abbastanza preoccupata, osservava Jay che, dopo aver guardato per cinque minuti il suo portachiavi a forma di Totodile appena ottenuto, aveva iniziato a mordicchiarlo, lasciandoci su i segni dei suoi denti candidi in breve tempo. Dopodiché, la moretta si decise a dare il suo unico regalo alla ragazza a cui l'aveva comprato, ovvero Eva. Si girò verso la ricercatrice con un pacchettino di forma rettangolare, elegantemente incartato di rosso e oro.
Eva le mandò un piccolo bacio volante, mentre apriva lesta il pacchetto, scoprendone l'interno.
– Non... non ero sicura di cosa ti piacesse – confessò timida Veronica, mentre guardava la compagna di stanza – Poi ho incontrato Marina in libreria e mi sono fatta aiutare un po' da lei –
– Già, in effetti abbiamo quasi rischiato di prenderti le stesse cose – ridacchiò l'allenatrice – Fortuna che l'ho intercettata –
Eva soppesò un po' il dizionario di Elfico che aveva in mano, l'ultima edizione di una marca importante e famosa, con la copertina color muschio bordata d'argento. All'interno, una dedica scritta a mano da Veronica recava le parole “A Eva, con affetto”.
– Fortuna che mi sono trattenuta dall'acquistarlo – commentò – Comunque grazie, fin troppo gentile –
– Oh, ma figurati –
– In ogni caso, abbiamo avuto la stessa idea – sorrise Eva – Spero di non essere stata banale –
Il regalo di Eva era un libro di Stephen King, Pet Sematary.
– Visto che ti piacciono i tipi Spettro, ho pensato che qualcosa ambientato in un cimitero sarebbe stato perfetto – annunciò Eva, fiera di sé stessa.
– È... è perfetto – osservò Veronica, passando le dita sulla copertina ruvida del libro.
Nel frattempo, Marina e Akumi avevano iniziato a scambiarsi i loro, di regali. Akumi aveva comprato a tutti delle deliziose sferette di neve, fatte di cristallo, che racchiudevano all'interno per ognuna il proprio starter. Questa cosa fece letteralmente impazzire la sua vicina di stanza, da sempre amante del ghiaccio, delle cose carine e... sì, del suo team Eevee.
– Non sapevo se regalarti un Glaceon o un Vaporeon, visto che ti vedo sempre con loro due... così ho chiesto se si potevano mettere insieme e me l'hanno fatto fare – mormorò Akumi contenta, stretta in un abbraccio dall'amica, che non proferì parola, osservando la sferetta con aria quasi possessiva. L'avrebbe messa sul comodino appena tornata in camera, ne era sicura. 
– Io invece penso di averti fatto un regalo strano – sorrise Marina, mentre si spruzzava addosso il profumo di menta che le aveva regalato Eva – Però spero comunque che ti piaccia – 
Le allungò un pacchetto morbido, avvolto nella carta velina bianca. Non appena Akumi lo aprì, si ritrovò pervasa da un dolce profumo alla vaniglia, mentre le sue mani si immersero in qualcosa di morbido: una sofficissima coperta di pile, con i bordi ricamati con dei fiocchi di neve bianchi. Ma ciò che la incantò di più fu il colore: era una stupenda tonalità di azzurro scuro, opaco, che dava un'ulteriore sensazione di sofficità. 
– Ho notato che ultimamente avevi freddo, in camera... quindi invece che chiedere un'altra coperta in segreteria ho pensato di regalartene una io – spiegò Marina – La commessa ha definito il colore Creamy Blue, una tonalità usata solo in quel negozio, che infatti ha lo stesso nome. L'ho subito adorato –
Akumi si strinse nella coperta, poi la sistemò sulle gambe sue e di Marina, sciogliendosi in un altro abbraccio e meritandosi un bacio in fronte.
– Grazie, è meravigliosa – sorrise Akumi, gli occhi verdi che scintillavano.
Infine, Anastasia rimirava i regali appena ottenuti. Letika le aveva regalato una composizione floreale fatta a mano da lei, che la modella osservò con aria critica. C'erano rametti di agrifoglio, rosa e pino, e deliziosi sassolini bianchi e verdi a contrasto con le stelle alpine. Le stava quasi venendo da ringraziarla per il pensiero, ma scartò velocemente l'idea ed emise un “umpf” soddisfatto. In fondo - non l'avrebbe mai detto nessuno! - anche lei aveva un regalo per qualcuno. E quel qualcuno era seduto ad una persona di distanza da lei.
– Ehm... buon natale? – cercò di trovare le parole, allungando ad Eva il piccolo pacchettino verde smeraldo che aveva in grembo, evidentemente incartato dalle mani esperte di una qualche commessa.
Eva lo guardò storta, pensando a quale dannato inganno ci poteva essere dietro. Polvere esplosiva? Qualcosa di inadatto ad un pubblico minorenne? Un pacchetto completamente vuoto?
La sua mano corse alla felpa, con ancora dentro il flaconcino pronto per il suo... ehm... scherzo di Natale. 
Se anche Anastasia sarà tremenda, io sarò peggio di lei.
Invece, quando aprì il pacchetto, il flaconcino - contente della pericolosissima polvere urticante - le cadde di mano. Dentro di esso, c'era l'ultima (nonché costosissima) copia di uno dei suoi videogiochi per pc preferiti, una di quelle copie premium piene di contenuti extra che aveva sempre desiderato di potersi comprare.
– È una cosa da nerd, no? – sbuffò Anastasia – E tu sei una nerd, mi pare –
– Grazie, è qualcosa che ho sempre desiderato – confessò Eva, senza peli sulla lingua – Buon natale, Anastasia –
Alla fine le consegnò il suo regalo senza “aggiunta extra”. Anastasia parve gradire la maglietta attillatissima e piena di paillettes, anche se la smorfiò un po' poiché non di marca. Forse l'avrebbe indossata. Forse.
– Ehi, ragazze, aspettate, facciamo una foto! – Nozomi trascinò Marina, Akumi e (a fatica) una Jay semiaddormentata sul divanetto, mentre Veronica e Anastasia si spostavano un pochino per lasciare che si sedessero le altre tre ragazze. 
Marina, estratto il suo telefono, cercò di allungare la mano il più possibile per inquadrare tutti in un enorme autoscatto, ancora tutte con i regali in mano.
– Dite cheese! –
– Cheese!~ – gridarono tutte, all'unisono, anche Anastasia, mentre la foto si imprimeva nella memoria del telefono, e nella memoria di tutte loro.

Buon natale, ragazze –


Angolino dell'autrice
Mi inginocchio davanti a voi, sul serio. Sono perfettamente consapevole di essere in ritardo di mesi e mesi (e mesi...) ma purtroppo, per quanto io mi metta d'impegno, ci sono momenti in cui non riesco a scrivere, e preferisco farvi aspettare per un capitolo (pseudo) carino, che per un orrore scritto per la fretta di pubblicare.
Detto ciò... qui fa tanto caldo e la Talent's Academy ci porta un brivido di freddo invernale che ci porta a superare le insolazioni~
Vi è piaciuto come passano il Natale i nostri "angioletti"? Spero proprio di sì~
Anyway, come al solito diamo spazio alle precisazioni (ne salterò centomila ma dettagli...):
#01 Ho - anzi, abbiamo - cercato di dare la stessa quantità di spazio a tutti, ma mi sono resa conto che in certi punti è stato più difficile, quindi spero di aver trattato tutti equamente <3
#02 Che ne dite della tregua momentanea tra Anastasia ed Eva? Secondo voi continuerà a lungo?
#03 {e questa è solo per Nikki-san owo} Creamy Blue, ovvero blu panna. E beh... se ti ricordi ancora di quella vecchissima conversazione che risale a circa un anno e mezzo fa... beh, sono riuscita a recuperare una coperta blu pannah *si applaude da sola*
#04 Purtroppo non ho messo tutti i regali perché già l'ultima parte stava diventando troppo noiosa e quindi... boh, spero di non aver deluso nessuno~
Anyway... siamo in tema festivo quindi il prossimo capitolo avrà una deliziosa ambientazione al 14 febbraio! 
E per chi non ne può più di feste... state tranquilli, i prossimi capitoli saranno un po' più normali. 
Concludo qui facendovi un saluto (in fondo vi lascio le anticipazioni per il prossimo capitolo) e vi mando un bacione enorme~
Spero commentiate in tanti, mi piace sempre molto sentire cosa avete da dire!
Alla prossima!
Mari-chan <3

~ Nel prossimo capitolo ~
Miss Lovely avrà un fantastico annuncio per tutti gli studenti che movimenterà un po' la vita dell'Accademia; grazie a ciò, il collegio avrà due fantastiche guest star per un giorno!~
È San Valentino e ufficialmente le ragazze si mettono a preparare tonnellate di cioccolatini, per la gioia di Nozomi - ci saranno dolci a volontà, rimescolamenti di coppie e tanto love! (?)
Ci si vede~

   
 
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