Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    06/07/2016    3 recensioni
Gli avvenimenti di Arendelle dopo il lieto fine trovato al termine della storia che tutti conosciamo.
Tanti fatti simpatici e avventurosi stanno per arrivare! Un matrimonio, la simpatia di Anna, la "freschezza" di Elsa, il simpatico Olaf, l'impacciato Kristoff, Jack Frost, chi lo sa magari anche un bambino e tanti tanti nuovi personaggi.
Un crossover interessante per chi ama le favole, ma... non è tutto rose e fiori: qualcosa succederà alla nostra amata Anna...e non solo...
Genere: Comico, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Cross-over, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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“ Elsa!” chiama Kristoff cercandola per i corridoi.

La regina nasconde la rosa e raggiunge il cognato.

“ Eccoti! Vai da Anna, vuole stare un po’ con te e con il piccolo” spiega lui con il fiatone, ancora emozionato per il nuovo arrivo di qualche ora prima.

“ La raggiungo subito. Congratulazioni Kristoff, prima non abbiamo avuto il tempo di farceli. Grazie di esistere e di esserci sempre nella vita di mia sorella” disse lei con un grande sorriso.

“ Sono io a dovere ringraziare te, per averla salvata. Hai guarito Anna e permesso al nostro bambino di vivere. Noi non ti saremo mai grati abbastanza”

Elsa sorrise di nuovo poi, posò la mano sulla spalla del boscaiolo e si diresse verso la camera della sorellina, che ora, era una mamma.

“ Ciao Elsa” salutò la secondogenita appena vide la sorella entrare e chiudere la porta alle loro spalle.

La regina si sedette accanto alla principessa ed osservò il pargolo che dormiva tranquillo tra le braccia della madre, tra quelle braccia che erano sempre state libere e leggere, ma che ora erano forti e cariche di responsabilità.

“ Allora tesoro, vuoi conoscere la tua zia?” sussurrò Anna guardando con uno sguardo amorevole il visino addormentato di suo figlio e porgendolo delicatamente alla sorella.

Elsa accolse il piccolo tra le sue braccia anche se aveva paura di svegliarlo o di essere troppo fredda.

Era bellissimo.

Lei era una zia adesso, ma il suo cuore soffrì.

Quel bambino l’avrebbe amata, rallegrata, ma il giorno dopo la sua unica zia sarebbe morta. Per Elsa quello era un dolore enorme, ma non voleva rivelarlo alla famiglia.

“ Abbiamo deciso di chiamarlo Kay. Un nome che simboleggia perfettamente la purezza e il coraggio…insomma…le tue qualità” spiegò Anna interrompendo i pensieri della sorella.

“ E’ un nome meraviglioso, grazie” rispose Elsa commossa cercando di memorizzare quel viso delicato ed innocente nella sua mente.

“ Pensa che un giorno magari potrai avere anche tu dei figli”

Quella frase di Anna congelò Elsa che venne percorsa da un brivido gelido.

Lei non avrebbe mai avuto bambini.

Non avrebbe mai avuto un marito, una famiglia sua perché mancavano solo poche ore alla sua fine.

Sorrise piangendo e quelle lacrime erano un miscuglio di commozione e sofferenza per il dolore che la sua morte avrebbe portato nel regno.

Diede il bambino ad Anna e si diresse fuori.

Il giorno dopo cancellò i suoi impegni e si diresse da sola sulla sua montagna. Voleva salutare, per l’ultima volta, quel luogo e sapeva di non correre il rischio di essere scoperta perché aveva riferito, alla famiglia, di avere delle commissioni da svolgere nel regno ed essendo tutti impegnati con il bambino, non avrebbero avuto dubbi.

Appena varcò la soglia del suo castello, rimase in silenzio guardandosi intorno.

Quel castello era la sua casa, la sua essenza, il luogo dove aveva scoperto sé stessa e stava per dire addio a tutto.

Improvvisamente sentì dei passi pesanti dirigersi verso di lei.

Marshmallow comparve arrabbiato pensando di trovarsi davanti uno sconosciuto, ma, appena notò Elsa, le enormi stalattiti di ghiaccio che spuntavano dal suo corpo, scomparirono.

La regina salutò con un sorriso il suo grande amico, poi, notò che la rosa aveva perso un altro petalo.

Ne rimaneva solo uno che sarebbe sicuramente caduto prima di sera.

La regina, prima di tornare a palazzo, voleva recarsi in un altro luogo e, dopo aver rivolto un ultimo sguardo a ciò che aveva costruito, uscì diretta verso il posto in cui erano sepolti i suoi genitori.

Camminò per diverso tempo, in silenzio e, quando raggiunse il prato con le due enormi pietre, si fermò perfettamente in mezzo ad esse e non disse nulla.

Quel doloroso silenzio non durò molto.

La regina, infatti, disperata, cadde in ginocchio e, di nuovo, si lasciò andare dialogando e piangendo, con i genitori che sperava la stessero ascoltando.

“ Io non voglio dire addio a tutto questo! Cosa farà Anna?! Il suo bambino?! Cosa succederà al regno?! Non voglio andarmene, ma era l’unica via possibile da intraprendere! Non avrei mai permesso che Anna perdesse la sua vita, me lo avete insegnato voi! Mi avete sempre detto di volerle bene, sostenerla e che, così, in questo modo, lei avrebbe sostenuto me, come difatti è stato. Cosa succederà a Jack, a Kristoff, a Rapunzel?! Ditemi almeno che insieme riusciremo a stare vicino a loro e custodire la loro vita…”

In seguito ad un lungo discorso sofferente, la regina si alzò e, leggermente sollevata, si diresse verso casa.

Verso sera, dopo aver salutato Kristoff, Anna e il bambino, si diresse verso la sala da pranzo: voleva trovare Jack.

Il ragazzo era appoggiato alla finestra, guardando la notte e la luna piena in cielo, in una notte stellata e serena che avrebbe raccolto un momento drammatico.

“ Buonasera neo zia” disse lui avvicinandosi alla giovane che era appena entrata.

Elsa si avvicinò a lui, voleva vedere Jack per l’ultima volta. Voleva guardare il suo viso e sentire il cuore battere forte per pochi minuti ancora, prima di arrestarsi completamente.

“ Tutto bene?!” chiese lui trovando la ragazza abbastanza turbata.

Lei annuì, lasciando scorrere le lacrime che potevano essere considerate di commozione per la recente nascita del nipote.

La regina, poi, abbracciò il ragazzo e lui accolse volentieri quel gesto che era in grado di scaldarlo.

Finché, d’un tratto, Elsa guardò a terra:

un petalo era appena caduto dalla rosa che nascondeva sotto il mantello.

L’ultimo petalo.

Lentamente si sentì il respiro venir meno.

Si staccò dall’abbraccio, guardò negli occhi il giovane.

Voleva dirgli qualcosa, ma la voce non arrivava.

Pian piano anche le gambe persero la loro vitalità.

Jack non capiva e corrugò la fronte cercando di sostenere Elsa, spaventato, chiedendole se non si sentisse bene.

Lei, però, non ascoltò più.

Le orecchie sembravano tappate.

Si accasciò a terra, fragile.

I suoi occhi si chiusero avendo, però, ancora davanti a loro, il volto di quel ragazzo…così importante per lei…

…ma nemmeno l’ultimo respiro che esalò, bastò a riferirgli quello che voleva dire…ovvero che… lo amava.

 

Angolo Autrice:

Buona serata a tutti!

Sì lo so questo capitolo è particolarmente drammatico e mi dispiace (ha fatto male anche a me scriverlo, che razza di autolesionista che sono)

Volevo dirvi che mancano esattamente tre capitoli alla fine della storia.

Non vedo l’ora di pubblicarli!

Purtroppo, però, domani parto per la montagna e torno mercoledì, quindi penso che vi lascerò con il fiato sospeso per un po’, ma non penso che là vada internet.

Voi state tranquilli che, appena torno, pubblico tutto.

Più che altro mi sembra esagerato ed impossibile pubblicare tutti e tre i capitoli domani mattina prima delle 13.

Cosa pensate di questo capitolo?

 

Baci

A presto

Anna

Ps: “dhvjfsvhshvheiuoiy” vi saluta mio nipote che è qui con me e ha voluto aggiungere un suo profondo pensiero a questa storia.

  
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