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Autore: Stray_Ashes    06/07/2016    3 recensioni
[Traduzione] - [Priest!Gerard] - [Frerard]
"«Gerard pensa che io abbia delle stigmate*» disse Frank, perché tanto, dannazione, le cose non potevano andare peggio di così. Aveva bisogno di liberarsi di quel peso.
«Oh, beh...» rispose Brian, il viso fra le mani. «Naturalmente» "
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Lavoro originale di Bexless, la mia è una traduzione. Personalmente, ho amato la serie di Unholyverse, quindi davvero, ve la consiglio anche in inglese; io, intanto, mi svago provando ad allenarmi traducendola. La storia ha diversi elementi legati alla religione, ai demoni e l'esorcismo, ma credo che meriti veramente molto comunque.
E poi, Gerard versione prete, ha un fascino tutto suo.
Genere: Avventura, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Mikey Way, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, Traduzione | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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13. Cut It Off




«Resisti ancora un po’» stava dicendo Gerard. «Bob tornerà presto, e finirà tutto quanto, Frank»
 
«Sono un idiota» disse Frank, le mani contro gli occhi; premette finché non cominciò a vedere scintille rosse vagare oltre le proprie palpebre. «Sono davvero un idiota. No riesco a credere di essermi fatto tutto questo da solo»
 
«Non ti sei fatto proprio niente da solo, Frank, nessuno è da incolpare se non quel coglione di Luke, okay?» ribattè Ray, sedendosi davanti a Frank e appoggiando le mani sulle sue ginocchia.
 
«Io continuo a sostenere che dovremmo chiamare la polizia» disse Brian.
 
Frank si tolse la mano dal viso e roteò gli occhi. «Per dire cosa, Brian? “Oh, Ufficiale, c’è questo tizio che ha fatto un tatuaggio maledetto a un nostro amico invocando lo Spirito Santo, potrebbe per favore arrestarlo...?».
 
Brian sospirò. «Deve pur esserci qualcosa che possiamo fare»
 
«Sono tornato,» chiamò Bob, entrando nella stanza e mollando lo zaino accanto a Frank. «Okay, che cosa volete che faccia, coprirlo interamente di nero o cosa?»
 
«Non lo so» Frank prese a studiarsi la mano. Era strano – adesso sapeva che era un angelo malvagio, ovviamente, eppure ai suoi occhi continuava ad essere bellissima. Sentiva ancora la stessa sensazione che aveva avuto nel negozio di Luke, quando l’aveva vista per la prima volta. «Non è che potremmo semplicemente modificarla? Non mi va troppo a genio l’idea di un grosso cerchio nero sulla mia mano»
 
Bob intanto stava estraendo il necessario dallo zaino. ««Se vuoi poi posso aggiungere dei dettagli intorno ai lati, cosa ne dici?»
 
Frank sospirò. «In tal caso rovinerebbe tutto l’equilibrio del disegno»
 
«Cristo, Frank, priorità!» abbaiò Brian. «Quanto potrà essere importante quando starai sanguinando dagli occhi?»
 
«La Bibbia non dice che a Gesù sia mai successo» intervenne Gerard, per poi affrettarsi ad aggiungere, «Ma in teoria sono d’accordo con te», quando Brian lo guardò truce.
 
«Frank,» disse Mikey, tranquillamente. «Ti sta facendo del male»
 
Frank tornò a guardare il viso dell’angelo. «Già,» ammise, «Lo so»
 
«Bene allora,» disse Bob, tirando fuori gli aghi. «Nero solido, alla fine?»
 
«Oh,» fece Gerard, debolmente. Quando Frank si voltò a guardarlo, notò che era diventato di una notevole sfumatura verdognola. «Oh, quello – quello è un ago, d’accordo...»
 
«Va tutto bene?» gli chiese, per poi sobbalzare quando Gerard si mosse di scatto, allontanandosi da lui. «Dove stai andando?»
 
«Non posso,» disse Gerard rigidamente, torturandosi le mani. «Non posso – mi dispiace, Frank, è solo che, non riesco a sopportare di stare vicino a un ago, non posso, non riesco»
 
«Lui sta sopportando molto più che un fottutissimo ago, Gerard!» disse Mikey, incredulo. «Dio, non fare la ragazzina!»
 
«E’ tutto ok,» tentò di dire Frank, ma tutto quello che gli uscì fu un gemito, quando si tirò in avanti appoggiando la fronte alle ginocchia. Il dolore si ripresentò alla porta della sua coscienza, facendo notare la propria presenza con la solita pugnalata al suo sistema nervoso. Frank stinse gli occhi e cercò di non vomitare. «Cazzo»
 
«Per l’amor del cielo, Gerard» ringhiò Mikey, raggiungendo Frank e posandogli un braccio intorno. Era un gesto gentile, confortante, ma non attenuava il dolore.
 
Frank si appoggiò comunque a lui, nascondendo il volto nella sua spalla. «Bob,ti prego, appena sei pronto»
 
«Farò il più veloce possibile» confermò Bob, infilando i guanti e afferrando l’alcool per pulire la pelle di Frank. «Non fare un casino nelle tue mutandine»
 
Frank sentì Bob prendergli la mano, e il dolore gli risalì velocemente fino al cervello, costringendolo a drizzarsi e gettare la testa all’indietro involontariamente. «Cazzo»
 
«Devi restare fermo, Frankie» lo ammonì Bob, e Frank cominciò a sentire il ronzio dell’ago, adesso attivo.
 
«Ci sto provando» gli rispose Frank stringendo i denti, e a quel punto il dolore gli inondò la spina dorsale, fiorendogli in fondo alla schiena, e un altro spasmo lo investì, questa volta spingendolo in avanti.
 
Sentì indistintamente la voce di Ray, di Brian, e di Bob, che disse: «Non riesco a lavorare così, rischio di passarlo da parte a parte», poi quella di Mikey schioccare, «Gerard, che cazzo, porta il culo fino a qui immediatamente adesso, lui ha bisogno di te», e ancora altro dolore, questa volta sotto forma di una piccola esplosione dietro gli occhi, con un eco di scariche fino ai polsi.
 
Sentì Mikey allontanarsi, e restò solo per un lungo, terrificante secondo, finché due braccia non lo raggiunsero per tenerlo stretto: Frank gridò di nuovo, ma questa volta per il sollievo, spingendosi ciecamente ancora di più contro Gerard, il più possibile avvolto dal suo tiepido tocco, e sempre più lontano dal dolore.
 
«Io farò del mio meglio per non svenire o vomitare,» disse Gerard cupamente nel suo orecchio. «E tu in cambio devi restare fermo per Bob. D’accordo?»
 
«D’accordo» boccheggiò Frank, sentendo Gerard voltare la testa e premere la tempia contro la sua nuca. «Devi soltanto non guardare»
 
«Non lo sto facendo» mormorò Gerard, la voce smorzata. «Non sono nemmeno qui. Mi trovo in un posto molto lontano e senza aghi»
 
Mikey roteò gli occhi. «Oh sì, Gee, tutto questo dev’essere davvero incubo per te»
 
Bob prese la mano a Frank e ci appoggiò fermamente l’ago contro, giusto al centro del viso dell’angelo. «Pronto?»
 
«Pronto» mugolò Gerard, stringendo le braccia intorno alla vita di Frank.
 
Frank scambiò un’occhiata con Mikey, e annuì. «Pronto.»
 
Bob annuì a sua volta. «E adesso, ‘rock and roll’»
 
Faceva male, ovviamente, ma questo dolore era sopportabile, smorzato, sensato e cosi normale che Frank avrebbe voluto piangere. Seguì con gli occhi i movimenti dell’ago, spingendosi in avanti quando Bob spostò le mani per la prima volta, volendo vedere.... niente.
 
Non c’era niente di nuovo lì.
 
«Non ha funzionato,» disse Ray, spuntando da oltre la spalla di Bob. «Bob, perché non sta funzionando?»
 
«Non ne ho idea» Bob tentò di nuovo, e stava funzionando, Frank lo sentiva pungere come sempre, d’altronde era stato inchiostrato centinaia di volta, sapeva benissimo come ci si doveva sentire, eppure, quando Bob si spostò – non c’era niente. L’angelo continuava a fissarlo indisturbato, uguale a prima.
 
«Che succede?» volle sapere Gerard, ancora nascosto dietro a Frank.
 
«Vedi un  po’ tu stesso» Bob sollevò la mano di Frank e Gerard tornò a sedersi dritto. «Questo ragazzo è diventato l’uomo di acciaio all’improvviso»
 
«Così va molto male» osservò Brian, senza parlare a nessuno in particolare. «Così va molto male, vero?»
 
«Lo so,» disse Frank. «E se non riuscissi mai più a fare un altro tatuaggio? »
 
«Cristo, Frank» sospirò Brian. «Quanti tatuaggi pensi di poterti fare se sei morto, me lo spieghi?»
 
«Non sto morendo» ribattè Frank.
 
«Non è quello che sembra da qui!» urlò Brian di rimando, ma la voce gli si spezzò sull’ultima parola, e volse lo sguardo altrove, incrociando le braccia attorno a sé stesso e  piegando le spalle. «Scusami, non è quello che volevo dire»
 
«Già, però l’hai fatto» disse Frank, chiudendo gli occhi. Gerard tornò ad abbracciarlo, cullandolo leggermente avanti e indietro.
 
Il silenzio dilagò per un po’, pesante ed esasperato, finché Ray non intervenne timidamente: «Frank... non pensi che potrebbe essere Gerard?»
 
Frank sollevò lo sguardo. «Cosa?»
 
«Hai detto che non fa male quando lui ti tocca, giusto?» Frank annuì, e Ray continuò: «E quel giorno al negozio, quando vi siete incontrati – lui ti ha stretto la mano, e poi il tuo tatuaggio è guarito magicamente, ricordi?»
 
Frank deglutì. «Sì. Me lo ricordo»
 
«Non era guarito prima di quel momento?» chiese piano Gerard.
 
Frank scosse la testa. «L’avevo appena pulito quella mattina, ancora non era nemmeno cicatrizzato»
 
«Oh» fece Gerard. «Oh».
 
«Quindi, l’ago non può penetrare la sua pelle» disse Brian lentamente. «Perché Gerard lo sta toccando. Ma se lui lascia andare...»
 
«No» Frank strinse le proprie braccia attorno a quelle di Gerard, tenendosele strette. «Per favore – ti prego no»
 
«Tranquillo, non vado via» gli promise Gerard. «Ma tutto questo suona come... come se stessimo solo speculando. E se fosse il tatuaggio stesso? E se fosse tutta la mano?»
 
«Non posso inchiostrarlo» disse Bob con urgenza. «E non abbiamo tempo per rimuoverlo – merda, che cosa facciamo?»
 
Frank sentiva la risposta in fondo allo stomaco, la sentiva risalire fino ai polmoni, nella gola, obbligandolo ad aprire la bocca; tentò comunque di non dire quella parola che gli solleticava le labbra con impazienza, perché tra tutte le idee stupide che Frank aveva avuto nella sua vita, questa era di certo la peggiore. E nonostante tutto questo, si ritrovò a dirla: «Tagliamola»
 
«Sei fuori di testa?!» saltò su Brian, sprezzante. «Non taglieremo la tua fottutissima mano, Frank!»
 
«E perché no? Se ci liberiamo del tatuaggio, l’incantesimo o qualunque cosa sia sarà spezzato, giusto? Mikey, c’è una mannaia nel secondo cassetto in cucina»
 
«E poi per quale ragione hai una mannaia? Sei vegetarian– Mikey, non starai facendo come ha detto!»  gridò Brian con esasperazione quando Mikey si voltò per andare a prenderla. «Frank, non puoi davvero essere serio
 
«Serio sul non voler morire e farmi bere il sangue da qualche religioso idiota malato mentalmente?» Frank sollevò un sopracciglio. «Sì, credo di essere abbastanza serio»
 
«Ma è la tua mano»
 
«Eri tu quello che parlava di priorità» gli ricordò Frank, annuendo quando Mikey ritornò con in mano l’arma. «Beh, io preferisco imparare a vivere con una mano che morire con due»
 
Ray intanto continuava a spostare lo sguardo da uno all’altro, la bocca spalancata. «Frank, io non credo che sia una buona idea»
 
Frank lo ignorò e si spostò per sistemare il braccio, palmo all’insù, sopra il tavolo. Adesso che ci pensava, non vedeva l’ora di liberarsi di tutto questo, riusciva anche a sentire la magia oscura muoversi nelle sue vene come veleno, viaggiando dalla sua mano fino al suo cuore. «Con tutto il rispetto, ragazzi, non prenderò consigli da nessuno che non abbia una mano maledetta, al momento»
 
«Mikey, non puoi farlo» intervenne Gerard da oltre la spalla di Frank. «Se qualcosa va storto, non riuscirai mai a perdonarti»
 
«Non andrà storto niente» disse Frank fermamente, e incontrò gli occhi di Mikey cercando di non mostrare esitazione. Dentro, il suo cuore batteva all’impazzata e lo stomaco era in subbuglio, un macello di acido e torsioni ansiose. «Mikey, mi fido di te»
 
Mikey fece qualche passo incerto verso di lui, e sollevò la lama lentamente.
 
«Non puoi davvero star per tagliarli la mano» disse Bob incredulo. «Mikey, non puoi. Potrebbe morire per la perdita di sangue!»
 
«Non è vero,» disse Mikey rigidamente. «Gerard è qui. Può curarlo»
 
«Non possiamo saperlo!» esclamò Gerard con disperazione. «Mikey – Frank, digli di non farlo!»
 
«Non sentirò dolore se tu resti qui» gli disse Frank. «Andrà tutto bene. Lasciami andare solo un secondo mentre lui – mentre lo fa, e poi riafferrami di nuovo e fa’ quella tua cosa curativa» Frank sollevò lo sguardo su Mikey. «Al mio tre»
 
«Oh, Gesù» gemette Ray, coprendosi gli occhi.
 
«Uno» fece Frank, piegando a pugno l’altro mano e infilandosela in bocca, pur avere qualcosa da mordere.
 
Bob spinse indietro al sedia e si puntellò in piedi, scuotendo la testa. «Questa è davvero una cattiva idea»
 
«Due» disse Frank, contro le proprie nocche.
 
«Frank, no» tentò ancora Gerard, disperatamente.
 
Frank prese un profondo respiro e strinse gli occhi. «Tre».
 
«METTI GIÙ QUELLA CAZZO DI MANNAIA IN QUESTO FOTTUTISSIMO ISTANTE!»
 
Frank aprì gli occhi. Aveva ancora entrambe le mani. E Brian si era piazzato tra lui e Mikey.
 
La mannaia cadde al suolo con un rumore metallico, e Mikey incespicò all’indietro di alcuni passi, scontrandosi contro di Ray, che lo afferrò e lo tenne fermo.
 
«E adesso che tutti quanti si siedano!» urlò ancora Brian.
 
Tutti si sedettero.
 
«Voi siete» ribollì Brian, «I più deficienti figli di puttana che io abbia mai incontrato nella mia dannatissima vita, avete capito? Non so come cazzo sia riuscito a lavorare con voi coglioni in un posto pieno di cose affilate senza perdere un braccio ogni dannata settimana, voi bastardi fuori di testa, siete tutti certificabili, e giuro su Dio che la prossima persona a suggerire una cosa così fottutamente folle da meritarsi un Darwin Award*, incontrerà personalmente la mia ira, altro che l’Onnipotente!»
 
«Sono d’accoro con Brian» cominciò Gerard, ma s’interruppe quando Brian girò su se stesso e gli puntò un dito dritto contro il viso.
 
«E tu sei un prete! Tu tra tutte le persone dovresti avere un po’ più di buon senso, ma no, sei il peggiore di tutti! Per te non è abbastanza spuntare a caso nelle nostre vite, perchè improvvisamente tutti quanti siamo lottando contro Dio o il Diavolo o qualche pazzo tatuatore rinnegato che pensa di essere il Diavolo, no, adesso mi ritrovo anche il mio staff a puntarsi coltelli l’uno conto l’altro?! Non ho idea di come siate abituati lì in Vaticano, Padre, ma noi le nostre vite non le viviamo così!»
 
Gerard aprì la bocca. Frank scosse la testa furiosamente. Gerard la richiuse.
 
«Tutto questo è fuori dalla nostra portata!» sbraitò ancora Brian, completamente rosso in viso, agitando a caso le braccia. «Ray è un parrucchiere
 
E Frank cominciò a ridere. All’inizio solo un pochino, con quel classico stupido sghignazzamento che si cerca sempre di trattenere quando qualcuno urla rabbiosamente, o quando c’è una situazione particolare, persino tragica, ma poi non resistette più, specie quando si voltò a guardare Bob e lo trovò intento a stringere le labbra, a un soffio dallo scoppiare a ridere istericamente, e Frank davvero c’aveva provato, ma cedette e rise così forte che fece male  e dovette lottare per riuscire a respirare, emettendo versi strozzati e ridicoli e quindi ridendo ancora di più, al punto che persino Ray stava ridendo, e così Mikey e anche Gerard, nonostante tentasse di nasconderlo contro la spalla di Frank.
 
«Sono un parrucchiere!» esclamò Ray, collassando contro di Mikey, e alla fine anche l’espressione dura di Brian cedette, quando questi tornò a sedersi pesantemente, prendendosi la testa fra le mani.
 
«Vi odio tutti» gemette, facendo ansimare Frank alla ricerca di aria perché Gerard lo stava stritolando talmente forte che non riusciva a respirare. «Dovrei semplicemente lasciarvi qui a pugnalarvi l’uno con l’altro e risolverei tutti i miei problemi»
 
Quando si calmarono un poco, Mikey ammise: «Oay, forse quella è stata un’idea piuttosto stupida. Però ancora non abbiamo scoperto se Frank può essere ferito mentre Gerard è con lui, o se è solo tutto un problema della mano»
 
Brian roteò gli occhi. «Potrei riportare la vostra attenzione alla borsa piena di aghi ai piedi di Bob?»
 
Bob abbassò lo sguardo. «Mi sono completamente dimenticato che fosse lì»
 
Gerard prese a ridacchiare, solo per zittirsi piuttosto velocemente quando Bob premette un ago in una delle braccia di Frank. «Aargh...»
 
«Aargh anche a te» gli disse Frank, poi abbassò lo sguardo sul proprio braccio. «Oh».
 
L’ago gli aveva penetrato la pelle, normalmente. Non riusciva davvero a sentirlo, ma l’arnese era decisamente lì sotto.
 
«Non capisco» Bob aggrottò le sopracciglia. «Ma immagino che Gerard non c’entri niente, dopotutto»
 
«A quanto pare no» assecondò Frank. In realtà, non sapeva se sentirsi sollevato o deluso, quindi si limitò a tenere la voce inespressiva, neutrale.





* * * *

*Drawin Award:  è un ironico riconoscimento assegnato a qualsiasi persona che abbia aiutato a migliorare la specie umana "rimuovendosi da esso in modo spettacolarmente stupido", quindi morendo (o perdendo la capacità di procreare) per un motivo assurdamente idiota. (<---questa cosa è il top)


  _Ashes




 
  
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