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Autore: Mirella__    06/07/2016    2 recensioni
Serie di one-shot inizialmente auto-conclusive. La raccolta partecipa alla Challenge: “Chi, con chi, che cosa facevano” indetto da Kukiness.
La challenge prevedeva di fare una lista casuale dei personaggi, l’ordine in cui sarebbero stati scritti avrebbe avuto una corrispondenza con i prompt. Per ulteriori spiegazioni rimando alla premessa.
È una storia che vuole andare a prendere la routine dei semidei, inventando aneddoti buffi e non. Le coppie saranno quelle canoniche, anche se magari ci può essere qualche ship in più.
1 prompt utilizzato: "4 e 9 cambiano sesso ops tutta colpa di 10"
2 prompt utilizzato: "1 e 7 sono ubriachi, e 5 ne approfitta"
3 prompt utilizzato: "Time Warp! 5 è diventato un bambino!"
Genere: Commedia, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: I sette della Profezia, Nico di Angelo, Reyna, Will Solace
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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27) 4 perde uno dei cinque sensi, ma ne acquista un sesto.

 

Scorci di vita al campo mezzosangue

( perché i mostri stanno sempre in agguato, ma i momenti belli non sono da meno)

Legami da semidei

 

Reyna si rendeva conto di star facendo qualcosa di incredibilmente stupido, ma, quando Annabeth era scoppiata in lacrime per la perdita di una sciarpa regalatale da Percy, aveva deciso che ne aveva abbastanza; sarebbe andata da Giunone e gliene avrebbe cantate quattro.

Stava aspettando la dea davanti alla riproduzione del tempio di Hera Lacinia.

Come ci era arrivata lì? Non lo ricordava nemmeno, eppure sembrava che fosse solo un dettaglio, una cosa irrilevante.

Si guardò attorno e accennò un piccolo sorriso,  Annabeth stava ricostruendo l’Olimpo anche in base a conoscenze architettoniche romane apprese grazie al suo aiuto.

Giunone, nella sua pelle di leone,  apparve all’improvviso, non le aveva lasciato nemmeno il tempo di metabolizzare la sua presenza. “Figlia della lupa, quale buon vento ti porta qui?”

Reyna scosse la testa. “Non è un buon vento, sai qual è la mia richiesta. Voglio che Annabeth torni normale prima della fine della settimana che tu le hai dato”

Giunone era impassibile, non dava la possibilità di far capire al proprio avversario cosa stesse pensando, era una cosa che mandava Reyna ai pazzi.

“Potrei farlo,” disse alla fine, “ma voglio un risarcimento di almeno un’altra settimana da qualche altro semidio”

Reyna pensò che la dea sapesse essere davvero infantile alle volte. “Sono disposta a pagarlo, se è una proposta accettabile”

Giunone sorrise, “voglio i tuoi occhi, per vedere come una dea della guerra, o una semidea - se preferisci - vede il mondo. Li voglio per una settimana”

Reyna provò disprezzo per quella stupida curiosità, “privi un semidio della vista, quando sai dei pericoli che corre? Lo trovo un patto troppo rischioso”

Giunone alzò gli occhi al cielo. “Sarà solo una settimana e se vuoi posso agevolarti la cosa. Sono la dea del matrimonio e in un matrimonio le relazioni sono importanti quindi, al pari di Afrodite, riesco a vedere quanto unite possano essere due persone. Ti darò la capacità di vedere il rapporto che lega la gente. Sarai cieca, questo è vero, ma avrai un potere molto più grande a disposizione”

Reyna credette che quel patto non fosse poi tanto male.

Lei era pur sempre una figlia di Roma e in quanto tale era attratta dal potere; questo spiegava il perché fosse stata ammaliata da Jason, da Percy e, in un certo modo,  anche da Annabeth.

“Può andare,” sussurrò, ma era una frase che era fuggita dalle sue labbra quasi contro la sua volontà.

Giunone sorrise fiera, “e sia, mia semidea, il patto è siglato”

 

Reyna si svegliò nella casa di Ermes. La sua stanza era buia, cosa che non la consolò affatto: aveva la sensazione che non era stato un semplice sogno quello che aveva fatto. Travis Stoll urlò dietro la porta di camera sua, “sveglia! È mattina inoltrata!”

In quel momento Reyna si rese conto che la vaga luminescenza che intravedeva non era causata dal buio trafitto da alcuni flebili raggi di luce.

Lei era nell’oscurità assoluta.

Quei piccoli flash che intravedeva sembravano visibili solo al di là della porta. Si alzò incuriosita e li seguì, ma dovette arrestarsi quando toccò la superficie di legno che doveva essere la porta. Si abbassò fino alla fessura ai suoi piedi e vi sbirciò attraverso: tanti, piccoli filamenti si muovevano, unendosi, disfacendosi, rafforzandosi a una velocità che Reyna non aveva parole per descrivere. Erano di molteplici colori:  blu, giallo, rosso, verde.

Quando aprì la porta rimase stupita da quel che poteva percepire. La casa di Ermes era sempre stata piena di persone, ma adesso Reyna non la vedeva più come un semplice posto affollato. Quella casa era pregna di legami, di affetti, di odio, di amore, di fiducia. Ognuna di quelle relazioni la investì con una tale forza che non poté fare a meno di allungare una mano per toccare un legame che le piaceva in particolar modo: era un filo che legava lei stessa a un’altra persona. Quando toccò la fonte di quel filo verde per metà e rosso per un altra metà, tutti i rumori della stanza la investirono come se fossero stati sparati nelle sue orecchie. Restò stordita quando la sua mano toccò la spalla dell’altra e quella rispose: “Reyna, stai bene?”

 

Era rimasta seduta nella sala delle assemblee del campo mezzosangue per tre lunghissime ore. Anche per lei era stato difficile capire che non aveva semplicemente sognato, che l’incontro con la dea era avvenuto durante il sonno. La cosa la terrorizzava, i sogni dei semidei non erano mai tranquilli, per un periodo lei era riuscita a controllarli, ma adesso, con Annabeth in quella situazione, si era lasciata andare ed era finita nei guai.

Reyna poteva dire di non stare affatto bene. Aveva spiegato la situazione ai ragazzi, ne aveva parlato con Chirone, ed erano giunti alla conclusione che per questioni di sicurezza avrebbe dormito in camera con Annabeth. Ecco, la cosa non le avrebbe dato fastidio se non avesse avuto quei poteri, ma di fatto ora li aveva e si era ritrovata brutalmente faccia a faccia con la realtà. Afrodite glielo aveva rivelato: nessun semidio sarebbe stato suo. Reyna allora non l’aveva capito, ma adesso attorno al suo polso c’era un indizio talmente grosso che era impossibile da fraintendere. Le diceva: svegliati, Reyna! Non è nessun semidio perché è una semidea!

Non si era mai fatta problemi su una simile situazione, o, perlomeno, si era messa l’anima in pace da quando aveva capito che l’amore arrivava con i suoi tempi e con i suoi modi.

Non era stato Percy, non era stato Jason ciò che lei si aspettava potesse essere, quindi, confusa, era andata avanti. Ora che Giunone le aveva dato quel potere, sapeva che la risposta alla sua domanda era davanti ai suoi occhi ciechi. “Annabeth,” sussurrò nel cuore della notte.

La figlia di Atena era tornata ad essere una ragazza di diciassette anni. I festeggiamenti avevano più volte interrotto l’assemblea, quello era uno dei motivi per cui era durata tanto. I graecus erano stati grati a Reyna per il sacrificio che aveva fatto ed erano stati anche molto delicati nei suoi confronti, aiutandola, però, in un modo che lei trovava fin troppo opprimente e fastidioso.

“Sì, Reyna?” Sussurrò Annabeth a sua volta, la voce impastata dal sonno.

Reyna le afferrò il polso sottile e lo guardò con attenzione. “Ho visto il tuo legame e quello di Percy,” disse in un soffio. “È incredibilmente forte, non ne ho visti altri simili al campo mezzosangue, forse a Nuova Roma ne troverò qualcun altro così”

La romana avvertì Annabeth cambiare posizione, le molle del letto cigolarono pigre. “Non ne troverai a Nuova Roma così, perché non ci andrai fino a quando la tua vista non tornerà normale”

Reyna osservò affascinata il raggio di luce rossa attorno al suo polso che andava fondendosi a quello che intuiva fosse il polso dell’altra ragazza; dopo le parole di Annabeth aveva cambiato forma, si era fatto più spesso, il colore vicino ad Annabeth era diventato ancora più verde, mentre quello vicino a Reyna era diventato di un rosso cupo. “Mi impedirai tu di andare a Nuova Roma, figlia di Atena?”

Annabeth sorrise nel buio. “Se ce ne dovesse essere bisogno non esiterò a fermarti”

Reyna si riscoprì a ridere. “Approfittane ora, il tuo vantaggio non durerà ancora a lungo”

Annabeth ridacchiò. “Questo lo so, ne ho tutta l’intenzione. Riuscirò a prendere il controllo di Nuova Roma grazie alla tua cecità, devo solo elaborare un piano ben strutturato”

“Un piano che non sarà migliore del mio e che per questo verrà distrutto,” rispose prontamente il pretore romano.

Annabeth rise di cuore. “Figlia di Bellona, mi sottovaluti,” poi si zittì e rifletté un attimo. “Devo chiederti una cosa”

Reyna annuì, non sapeva cosa potesse incuriosire Annabeth.

“Qual è il legame tra di noi?”

Reyna rimase di stucco. Per assurdo, trovava difficile controllare quale emozione potesse affiorare sul suo viso, se prima non riusciva a vedere quella di colui che aveva di fronte. “Il legame che ci lega?” Chiese come per avere una conferma, poi si rese conto che era una domanda stupida. “Verde e rosso,” disse la verità, quasi come se Annabeth fosse stata la padrona di Aurum e Argentum e avesse potuto estorcergliela con la forza.

Annabeth restò in silenzio, poi chiese: “Che colore lega Leo e Percy?”

“Verde,” rispose Reyna, senza il minimo dubbio, poi però parve ripensarci. “Ma non è brillante per intero, nel filo che lega il polso di Leo c’è una tonalità più cupa. Credo sia gelosia, ma è davvero minima, il legame che lega Leo a Percy è quello di fiducia”

Annabeth cambiò di nuovo posizione. A Reyna non piaceva per niente il non sapere quale espressione passasse sul viso dell’altra. “E il legame che lega Piper a Jason?” Chiese ancora.

Reyna si morse le labbra. “Quello è rosso, intensamente rosso. Devo dire che credo sia merito di entrambi. Si amano alla follia. Non è come il tuo e quello di Percy. Loro sono del tutto rossi, se posso usare questo termine. Voi ne avete passate talmente tante che il vostro legame cambia da un istante all’altro. Alle volte è così verde, così fiducioso, che non sembrate nemmeno amanti, ma fratelli, poi tutto cambia, e l’amore che c’è tra di voi muta quel colore, per un attimo è completamente rosso, ma in modo diverso da quello di Jason e Piper. Il vostro è più chiaro, ma anche più saldo,” mentre parlava, Reyna guardava ipnotizzata il raggio che la legava ad Annabeth: era diventato rosato… che Annabeth fosse imbarazzata in quel momento?

“E invece che colore lega Jason e Leo?”

Reyna trovò strana quella domanda, non capiva dove volesse andare a parare, ma parlare la faceva sentire meglio, si concentrava su quel che riusciva a vedere e non su quello che le era ignoto. “Loro due sono blu, sono fratelli, di tanto in tanto il filo diventa verde, uno di quei verdi accecanti, provano una fiducia che non ha limiti, che li unisce in un modo che è permanente,” Reyna si interruppe per ridere, “alle volte diventa marrone; lo so, è un colore strano, ma succede quando Leo fa una delle sue battute e Jason si vergogna così tanto che sembra l’abbia appena sparata grossa lui e non Leo”

Annabeth si unì alla sua risata, ma poi quel suono scemò e delle dita gentili andarono ad accarezzare i capelli neri di Reyna. “Quindi il rosso è amore?”

“Sì,” sussurrò Reyna, “il rosso è amore,” non provò vergogna nel dirlo, non c’era nulla da nascondere.

Annabeth le baciò la fronte, poi si mosse ancora e Reyna capì che doveva averle dato le spalle. “È tardi,” disse Annabeth, “dormiamo un po’, domani sarà una lunga giornata”

“Notte,” concordò Reyna, chiudendo gli occhi.

Forse, pensò prima di addormentarsi, si era spinta troppo in là.


Angolo dell’autrice

Lo so, lo so, sono in ritardo, ma… c’è un motivo buono: non mi piace il capitolo. Ok, non adoro il personaggio di Reyna, non mi so calare nei suoi panni e questo capitolo è stato un parto, soprattutto all’inizio. La realtà è che mi sento di non conoscere Reyna, di non averla approfondita come magari ho fatto con Percy o Annabeth e quindi per me scrivere di lei è difficilissimo, ma devo dire che l’ultima parte del capitolo è stata scritta in modo più naturale, molto più scorrevole. Beh ecco, spero continuiate a seguirmi nonostante questi piccoli incidenti di percorso! Ho notato che ci siamo fatti in tanti nella lista! Quindi ringrazio gli ultimi arrivati! Detto questo vado a randomizzare di nuovo le situazioni. Spero non spunti fuori qualcos’altro con Reyna, pregate per me!(?)

Un abbraccio enorme e al prossimo capitolo!
  
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