Abbassa lo sguardo sulla mano dell’altro, incantandosi per un momento a guardare le sue dita che si muovono rapide e battono il ritmo di una melodia che Suga non può sentire - o che, molto più probabile, non esiste proprio. Non riesce a stupirsi di quella reazione: d’altro canto, per Daichi è stato un fulmine a ciel sereno, una bomba senza sicura datagli con il chiaro intento di vederla esplodere lì tra le sue mani.