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Autore: Stars Trail    07/07/2016    2 recensioni
Abbassa lo sguardo sulla mano dell’altro, incantandosi per un momento a guardare le sue dita che si muovono rapide e battono il ritmo di una melodia che Suga non può sentire - o che, molto più probabile, non esiste proprio. Non riesce a stupirsi di quella reazione: d’altro canto, per Daichi è stato un fulmine a ciel sereno, una bomba senza sicura datagli con il chiaro intento di vederla esplodere lì tra le sue mani.
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Daichi Sawamura, Koushi Sugawara
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Autore: Stars Trail
*Titolo: Della deficienza di Sawamura Daichi
*Fandom: Haikyuu!!
*Personaggi: Sugawara Koushi, Sawamura Daichi
*Generi: Introspettivo, Fluff
*Avvertimenti: Shonen ai, One shot
*Rating: Verde
*Traccia: 30. Mentre il treno entra in galleria
*Note: Scritta per il contest Segui la Traccia. Volevo scrivere una cosa semi-seria, e invece...

È il chiacchiericcio insistente di una scolaresca alle loro spalle, che li solleva da un imbarazzo che altrimenti mangerebbe vivi entrambi. Daichi continua a guardare fuori dal finestrino e a grattarsi il collo quasi compulsivamente, incapace di voltarsi verso di Suga come se improvvisamente avesse deciso di ignorare completamente la sua esistenza.
Koushi non può fare a meno di sorridere.
Abbassa lo sguardo sulla mano dell’altro, incantandosi per un momento a guardare le sue dita che si muovono rapide e battono il ritmo di una melodia che Suga non può sentire - o che, molto più probabile, non esiste proprio. Non riesce a stupirsi di quella reazione: d’altro canto, per Daichi è stato un fulmine a ciel sereno, una bomba senza sicura datagli con il chiaro intento di vederla esplodere lì tra le sue mani. Ci ha provato, Koushi, a trattenersi, ma negli ultimi mesi i messaggi inviatigli da Sawamura sono stati così tanti e così ambigui che persino una persona come lui, abituato ad avere troppa pazienza, alla fine si è dovuto arrendere. Lo ha baciato, sì, ecco - non lo considera nemmeno un bacio vero, è stato solo un poggiar di labbra all’angolo della bocca di Daichi e niente di più, ma tanto è bastato perché quello diventasse rosso come un peperone e d’improvviso perdesse l’uso della parola. Adesso che sono sul treno verso casa, Suga si chiede se quanto meno Daichi lo saluterà, prima di scendere alla sua fermata.
Un po’ teme di no.
Il vagone rimbalza appena sulle rotaie, e lo stridio delle ruote di fondo permette a Koushi di concentrarsi su altro, per un istante. Ha idea che, se non farà qualcosa lui, la situazione rimarrà ferma a questo punto per chissà quanto tempo. Ci ha messo tutti i suoi sentimenti, in quel bacio malandato: non permetterà all’imbarazzo del suo stupido capitano di interferire coi suoi piani. Nemmeno il destino può andargli contro, nemmeno un’apocalisse zombie sarebbe capace di fermarlo.
Non adesso.
Il treno si incurva appena, obbligandolo ad appoggiarsi contro il corpo di Dachi. Lo avverte lungo il braccio, il corpo dell’altro che si tende così tanto da sembrare improvvisamente diventato di marmo - e okay che Daichi ha un fisico da fare invidia a una statua, ma non fino a questo punto. Vorrebbe dargli una pacca sulla coscia e dirgli di rilassarsi, ma non è certo sarebbe di aiuto. Piuttosto, è quasi convinto che le conseguenze di un gesto del genere in quel momento sarebbero catastrofiche.
Peggio dell’apocalisse zombie, per dire.
Per cui, a malincuore, cerca di bilanciare il proprio peso per non gravare sull’altro (in più di un senso), e rimettersi dritto con la schiena contro il sedile, sfidando persino la forza centrifuga o chi per lei pur di non perdere Daichi - in che senso, al momento non è dato saperlo a nessuno. Volta lo sguardo verso l’esterno, decidendo di ignorare per un momento il Grande Problema che rientra nel suo campo visivo per cercare di capire quanto tempo abbia prima che questo per-quanto-divertente-ma-sempre-strazio finisca: in lontananza scorge l’insegna luminosa di un centro commerciale, che riconosce come quello non troppo distante dalla fermata di Daichi, per cui è con una certa apprensione che realizza che gli resta davvero poco.
Un segnale acustico sovrasta per un istante qualsiasi rumore, prima di trasformarsi nella voce metallica di un messaggio automatico che richiede attenzione e perdono allo stesso tempo - un guasto momentaneo impedirà alle luci di accendersi durante il passaggio in galleria, ma di certo scusarsi per il disagio non risolverà il problema.
Una luce che si accende c’è, però. Metaforica, certo, ma sempre luce è. La galleria, tra le altre cose, è subito prima della fermata di Daichi, per cui deve cogliere la palla al balzo o, almeno per quella giornata, dovrà andare a dormire con un fastidio al petto che non è sicuro di potersi portare dietro per tutta la notte.
In fondo, se ha preso coraggio una volta, può farlo una seconda. Ed è per questo che, quando il muso lungo e arrugginito del treno si immette in galleria, e il buio cala addosso a tutti i passeggeri, Suga cerca la mano di Daichi. La trova subito, umidiccia di sudore freddo, e per un istante si chiede se la ritrarrà - se scapperà spezzandogli il cuore.
Con sua sorpresa, la mano resta lì. Resta, cerca un contatto più stretto, e quando le dita di Daichi si intrecciano attorno alle sue Suga sa che in fondo fa bene, a ridere di quell’imbarazzo terribilmente malcelato che li ha avvolti da quel maldestro tentativo poche decine di minuti prima.
Si chiede come abbia potuto, anche solo per un istante, aver avuto paura che Daichi potesse rifiutarlo; chiude gli occhi, il sorriso che si allarga sul viso e glielo taglia a metà. Se fino a poco prima tentennava sulla sua scelta, adesso ne è sicuro al cento per cento.
Domani proverà a baciarlo di nuovo - si ripromette di essere meno maldestro, stavolta, di controllare la paura e andare fino in fondo. Niente tentennamenti, a questo giro: dimostrerà a Daichi di essere un vero uomo. Per adesso, si limita a poggiare la testa contro la spalla dell’altro senza smettere di sorridere come l’idiota che è.
Per adesso, si gode l’istante.
   
 
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