La
nuvolosità del cielo rendeva i raggi solari deboli e fiochi,
e difficoltosa un
poco la vista da lontano. Anima era ancora lì, a lanciare
grida e stridii per
il suo dolore, e stava per essere seguita da Yuna. Wakka si era appena
ripreso
dalla botta in testa, e credeva di avere ancora alcune allucinazioni e
confusioni, e Hypnel, invece, aveva perso totalmente il sorriso, e
stava già
pensando alla via di fuga. ‘Ma Auron dove finito??’
si chiedeva Kimahri,
pensando che l’ipnotizzatore e Tidus non fossero gli unici
traditori, o
semplici “bambolotti” del vero nemico.
Così restò sempre con la sua lancia tesa
e puntata, pronto per attaccare senza vedere in faccia nessuno Hypnel
appena questo
avesse deciso di fuggire senza pentirsi. La maga era ancora debole, ed
anche
stranamente dispiaciuta per il compagno caduto, che tanto chiamava
“rimbambito”,
semplicemente perché non aveva l’esperienza di un
guardiano vero anche per via della
sua giovane età. L’ex-capitano subito si vide i
sogni dell’amicizia e delle
partite andare in fumo, così, improvvisamente, appena vide
cosa c’era nel campo
di battaglia. Nessuno agiva in quell’istante, alcuni
perché tramortiti dagli
avvenimenti, altri perché concentrati su Hypnel, altri
ancora perché colpiti
dalla magia, come Shelinda.
‘Pe…pe…perdonami…
Io…non…volevo…’ disse
l’invocatrice piangendo ai piedi dell’amico caduto,
che
tenne gli occhi nerissimi socchiusi al cielo plumbeo e sembrava ancora
capace
di muoversi e respirare. Gli effluvi concentrati dopo un poco erano
tornati ad
essere fumo, lasciando libera l’emorragia, coperta dalla sua
mano sinistra, che
tremando si avvicinò ad essa.
La maga si
avvicinò a passi lenti, e vedendo quella scena si
ricordò ancora la povera
Belgemine. Era così, distesa a pancia in su, senza
espressione, senza
rimpianti… forse era anche per questo che in fondo in fondo
dispiaceva pure a
lei…
Lui respirava
a gran fatica ed ansimando, con voce tremante, e sempre robotica,
pronunciò
quasi senza farsi sentire Areiz, e il suo
guanto verde sopra la
ferita si illuminò di una bianchissima luce, e il cielo
nuvoloso sopra di lui
si aprì di colpo, dal quale partirono dei raggi splendenti e
luminosi, forse di
più dei raggi solari che riescono a penetrare le nuvole dopo
un temporale.
L’ipnotizzatore e la maga si ritrassero un poco, soprattutto
la seconda, che
pensò a come fosse possibile fare quella magia che conosceva
senza la sfera di
Bevelle, mentre il primo tornò a sorridere, trovando
un’altra certezza di
quello che davvero desiderava…
La luce
illuminò il caduto da capo a piedi per pochi secondi, per
poi svanire nel nulla
di colpo. Tutto poi rimase fermo, silenzioso, vuoto… dopo
quella magia non ci
fu più nulla. Nemmeno una parola.
Poi,
un’
improvvisa folata di vento attraversò Yuna e Kimahri, e
raggiunse poi Anima velocissimamente,
che iniziò a lanciare un grido fortissimo, come se colpito
da qualcosa, come se
fosse giunta la sua ora. Hypnel rideva alla grande. Era stato colpito
davvero…
sul petto aveva conficcata la magica Fraternity, e da quella parte si
liberarono degli squarci azzurrini, che si diffusero per
l’intero corpo
dell’Eone, assumendo forme come venature, dalle quali
iniziarono a volare
lunioli continuamente. Era ancora vivo, tra loro, con il braccio destro
gettato
in avanti che impugnava la spada cristallina. L’espressione
di tristezza si
trasformò in stupore puro. Nessuno era riuscito a vederlo,
forse nemmeno
l’Eone, conficcato al suolo. L’invocatrice si
alzò lentamente aiutandosi con la
sua asta, mentre non credeva ai suoi occhi, che vedevano Tidus
avvicinarsi a
lei, che si lasciava dietro una cascata rovesciata di lunioli
dell’Eone
abbattuto, che erano così i tanti che sembravano illuminare
l’intera area di
bianco. Si avvicinava a passo lunghissimo e lento, con la punta della
spada che
era verso il suolo terroso, con i pantaloni neri rovinati
dall’attacco mortale
precedente, con l’addome ora intatto e tutto scoperto. La
maga era sempre meno
convinta della sua esperienza. Quel chakra era più potente
di quanto aveva
immaginato. Quella magia aveva curato tutte le sue ferite in brevissimo
tempo,
e quella velocità non poteva essere attribuibile ad una come
Yuna, benché
invocatrice. Doveva nascondere qualcosa, nel suo passato o da qualche
parte. Ma
un conto era averlo come compagno, ma un altro come nemico. Se nemmeno
un Eone
era sufficiente, era necessario usare la diplomazia e non la forza.
Questo era
quello che Belgemine le aveva sempre detto. Wakka si
avvicinò ancora una volta,
ponendosi davanti a Yuna, e lanciando occhiate ad Hypnel che si godeva
lo
spettacolo meraviglioso per lui. Aveva forse un motivo in
più per riprovarci:
dopo quella magia rigeneratrice, le pupille dell’amico
sembravano essersi
ristrette un poco e la stessa espressione passò da quella
immobile e senza
espressione a quella di confusione manifestata. Alcune volte si muoveva
come se
gli girasse la testa, e teneva la spada più debolmente di
prima. Che l’ipnosi
abbia un po’ diminuito i suoi effetti con quella magia
bianca? L’ipnosi,
infatti, era una sorta di magia nera, e quella bianca di solito agisce
in
maniera opposta. Sì c’era una speranza…
‘WAKKA!!!
WAKKA!!! Sono Wakka!!!’—disse lui davanti
all’amico, gesticolando alla
grande—‘Possibile che non ti ricordi più
di me??!! Ti prego…ascoltami!!!...’.
‘Co…cosa…t…tu…i…io…?’.
Nonostante
la voce fioca e tremante del ‘vero’ Tidus, Hypnel
lo sentì e subito iniziò a
ribattere urlando.
‘Cosa
fai??
Perché ora esiti alla mia parola??... Loro cercano di
confonderti, la tua forza
ce la fa da sola… non ricadere nel loro mondo, lo sai che il
tempo vola!!!’.
‘No!!!
Non
stare a sentirlo!!! Lui è un traditore!! Ci sta ingannando
tutti!!!!’ continuò
Yuna, avvicinandosi con fiducia sfacciata al biondo, che
iniziò a non capire
più niente e a rivedere e non contorni sbiaditi, alternati a
quelle spirali che
comparivano ai suoi occhi ogni volta che sentiva le parole
dell’ipnotizzatore.
Egli si coprì le orecchie con le mani, chiuse gli occhi con
forza e girò la
testa qua e là come un perfetto pazzo.
Hypnel si
avvicinò allo schiavo per farsi sentire di più,
mentre Kimahri lo seguiva in
ogni passo, millimetro per millimetro.
‘Vorresti
aspettare ancora? Dopo ben mille e dieci anni?... Sperando che qualcuno
ti
accolga, fuori dal mondo degli inni??...Ed ora che sei qui, ti rifiuti
di por
fine ai sogni perenni??...’.
A quelle
parole Tidus iniziò a gridare con tutta la forza che aveva
in gola. Si piegò
sulle sue ginocchia, e subito il suo chakra passò da un
colore azzurrino più
intenso nel collo ad un colore simile all’oro purissimo e
brillante, che lo
investì completamente, più di prima. Lulu si
trasse indietro e prese
l’invocatrice per il braccio destro.
‘Presto…andiamo
VIA!!! Lo dicevo, lo dicevo che quello non era un
chak…’.
Kimahri
approfittò del momento di distrazione di Hypnel per colpirlo
di taglio in pieno
da dietro: egli cadde a terra per poi alzarsi supino, e ritrovarsi a
pochi
centimetri la punta della lancia del coraggioso leone davanti.
‘Tu…non
presentare più vicino a Yuna!!! Torna da dove sei venuto e
non fare te più
vedere!!!’.
Hypnel vide
la scia di chakra dorato incontrollabile che iniziò a
sgusciare qua e là per il
bosco ai lati, e iniziò di nuovo a ridere come un dannato
vero e proprio, e
parlò indicando con l’indice Tidus.
‘Ahahah
Voi
siete solo dei pazzi!!!... Non avete con voi una persona
ragazzi… ma solo il
contenitore di un vero e proprio mostro… che porta dolore,
distruzione, ed è
oscuro e tetro… voi vi state fidando troppo del vostro
amico… sul fatto se è
umano o no io sono in bilico… affari vostri quando
mostrerà di sé l’aspetto più
bellico!!!’.
Detto
questo, l’ipnotizzatore scappò a gambe levate e
con fatica per la ferita verso
il Fluvilunio, senza perdere il suo perfido sorriso, ormai certo di
aver
identificato la preda, ed anche forse il suo punto debole.
Illusi…tornerò!!!
Molto più presto
di quanto pensiate!!!... Il suo chakra dorato è un pericolo
che troppo
sottovalutate… e la prossima volta sarà mio,
senza che voi fermarmi
possiate!!!!!!!’.
Un urlo che
sembrava la confusione pura, esaurì anche le ultime energie
di Tidus, che dopo aver
liberato chissà da dove un’energia che
accecò ed arretrò un poco i presenti,
cadde a terra senza sensi e senza luci. Ed anche senza i suoi capelli
biondi…
‘Noemi!!!!
RISPONDI!!!’ dissero insieme Yuna e Wakka, che si chinarono
davanti a lei,
sperando che non fosse la fine, un’altra volta. La maga si
avvicinò con il
fiatone, in parte per la stanchezza, in parte per lo spavento, e la
vide sul
viso. La spada era magicamente sparita dissolvendosi.
‘E’
svenuta… è senza forze…’
disse lei a voce semirotta. Nessuno le rispose, forse
perché tutti erano ancora un po’ tramortiti dagli
avvenimenti. L’effetto della
magia sulla sacerdotessa Shelinda terminò e questa venne poi
aiutata
dall’ex-capitano, che iniziò a fare le sue
classiche lamentele.
‘MA
AURON
DOV’E’??? DOV’E’ ANDATO??? CHE
FINE HA FATTO????’.
Kimahri lo
fulminò di colpo con lo sguardo, mentre abbracciò
Yuna che non smise di
piangere.
‘Il
problema è scoprire che cosa sotto… cosa si
nasconde… non potere noi fidarci
troppo di Tidus ora… istinto Ronso lo dice e lo
insegna…’.
‘Lo…lo
lasciamo??
Ma così lasceremo anche la ragazza… non
possiamo!!!!’ ribadì Yuna con occhi
lucidi, che in parte avevano bagnato il “vestito”
in pelle di Kimahri. Wakka a
fatica ragionava.
‘MA
SE E’
STATO QUEL TIPO!!! LUI NON C’ENTRA, E’ STATA
L’IPNOSI!!!’.
‘No!!!’—disse
secca Lulu—‘Il chakra non dipende dagli effetti
magici esterni. Sembra che
abbia un chakra nascosto sotto di quello azzurro, e
dorato…l’ho già visto…e poi
quelle scritte sulla Fraternity…’.
‘E
sentito…’—continuò in ritardo
l’invocatrice—‘…Ma non voglio
lasciarli qui tutti
e due. Io sono l’invocatrice!!! Ed IO correrò i
rischi!!!!’.
A quelle
parole i guardiani tutti ubbidirono senza fare motto. Wakka prese in
braccio il
corpo inerte della ragazza, mentre Kimahri ritirò la sua
lancia ed aiutò Yuna,
stanca dopo l’invocazione, e Lulu insieme. Come potevano
continuare il
pellegrinaggio con Auron sparito chissà dove, le due ragazze
stanche, Noemi
svenuta, e Kimahri da solo?? Sicuramente si sarebbero fermati nel posto
di
riposo più vicino, situato dall’altra parte del
Fluvilunio, così come fu suggerito
dalla sacerdotessa, che, ripresasi dallo spavento, decise di tornare al
tempio
di Djose, senza nemmeno salutare.
Il
Fluvilunio era un fiume che ben meritava l’appellativo
“luminoso” ma che,
purtroppo, non venne ammirato in tutta la sua bellezza per colpa degli
effetti
ancora presenti dell’attacco di Hypnel. I
“lillà lunalis”, ovvero quei fiori di
colore viola che sbucavano dalle ninfee diffusissime che ben
resistevano contro
le onde leggere, lanciavano nel cielo polline dai colori
dell’arcobaleno, che
illuminavano tutta la superficie dell’acqua e zone vicine,
che stavano già
assumendo i colori del tramonto, con il sole posto proprio dietro la
riva nord,
la destinazione. La giornata, nonostante tutto, era passata davvero
velocemente
tra mostri e viaggi. I fiori cullavano la vista, con quei loro
dolcissimi
movimenti, prima a destra, e poi a sinistra: chissà come
doveva essere di notte
quel fiume!! Purtroppo non era il momento per ammirare tutta quella
bellezza.
Il leone aiutò il gruppo, che arrivò fino alla
stazione per il transito. Le
persone là presenti erano già state avvertite
dell’arrivo dell’invocatrice, che
assieme ai guardiani aveva la priorità di attraversare per
prima il fiume. Ma
alla vista di questi, fiaccati e sfiniti, molti corsero spediti
specialmente
verso di lei, preoccupatissimi di quello che era successo. Videro Yuna
con i
capelli scompigliati e qualche lacrima rimasta sul viso, e gli altri
guardiani,
più composti, ai quali vennero dedicate scettiche
occhiatacce. La pazienza di
Kimahri era però già da tempo finita: dopo alcuni
secondi egli si mise davanti
a tutti, tagliando la folla ed allontanandola
dall’interessata.
‘Voi
lontani…lei assieme ad altri dovere riposare…!!!
Lasciate noi passare subito!!!’.
Le parole
furono così serie e dure che il gruppo più che
essere avvisato sembrava più
minacciato. In breve tempo fu chiamato il conduttore dello
“shoopuf”, il mezzo
di trasporto.
Frattanto
ci fu la carissima sorpresa. Quasi dal nulla sbucò tra la
folla Auron, che
beveva abbondantemente dalla sua borraccia, ora ben riempita. Ma quanto
di quel
liquore poteva contenere?? E soprattutto per quanto tempo era rimasto
lontano
da Yuna?? Alla vista del “guardiano professionista”
Wakka gli si scagliò
addosso, senza spostarsi, mantenendo Noemi sulle braccia, inerte.
‘TU!!!
HAI
PURE IL CORAGGIO DI RIPRESENTARTI,EH????’ urlò
l’ex-capitano, tanto che tutti
si girarono curiosi.
‘Ho
avuto
un contrattempo… cosa diavolo è
successo???!!’.
A quelle
parole Wakka divenne un diavolo in faccia, soprattutto dopo averlo
visto bere.
‘E TU
TI
RITIENI IL PIU’ GRANDE GUARDIANO DI TUTTI I TEMPI??!! GUARDA
CHE HA FATTO IL
NOSTRO AMICO HYPNEL!!’—ed indica tutti, in primis
la ragazza—‘GUARDA!!! E Tidus
ci stava pure lasciando le…’.
A quelle
parole il volto di Auron, che dapprima mostrava quanto mai prima
d’ora la sua
colpevolezza gravissima ma purtroppo necessaria e di estrema
importanza,
divenne serissimo, avvicinandosi all’ex-capitano con occhi
perforanti.
‘Il
chakra… è successo??’.
Lui non
fece altro che annuire, per rispondere alla domanda fatta sottovoce. E
che
sforzo che fece per non scoppiare!
Il litigio
venne interrotto dall’arrivo del conduttore, appartenente
alla razza Hypello:
degli esseri acquatici, che sapevano vivere sia sulla terra sia
nell’acqua,
bassi di statura, che possedevano piedi totalmente palmati, e mani le
cui dita
terminavano con forme sferiche gialle sui polpastrelli. Che dire degli
occhi? Gialli
e sferici, enormi, affiancati da guance gonfissime ed azzurrine, e
sulla testa,
senza né capelli, né peli, spuntavano due specie
di antennine molto corte, che
facevano una classica forma a V. Erano piuttosto lenti a camminare, ma
quando
si trattava di nuotare non li batteva nessuno, e preferivano vivere
vicino al
Fluvilunio, in quell’ambiente umido e mai eccessivamente
caldo, forse dannoso
per loro, che sembravano respirare tramite la pelle blu un
po’ come le rane.
‘Shoopuf
pronto!! Venite a bordo!! L’attraversata sarà
leggera e comoda… appena
arriverete dall’altra parte un posto di alloggio vi
aspetterà…!!!’ disse quel
tappetto blu, cercando di tranquillizzare gli agitati. Egli
guidò il gruppo
attraverso la via e la folla, fino ad arrivare ad un’enorme
area, al centro
della quale si trovava una specie di gru, che però terminava
nel suo braccio
non da un gancio o una cosa simile, ma da un ripiano su cui potevano
salire le
persone, un po’ come una sorta di ascensore. Già,
ma portava dove?? Non portava
di certo ad un piano superiore.
‘Venite…per
di qua...’.
Il conduttore
mostrò con la mano l’enorme
“shoopuf”: una sorta di gigantesco elefante
grigio-azzurrino, privo di zanne ed alto almeno venticinque metri,
molto lento
per la sua statura, che possedeva una coda simile a quella di un
dinosauro, che
iniziava con una scaglia verticale molto pronunciata come la pinna di
uno
squalo, e dotato anche di una simpatica
“proboscide” davanti. Questa era più
sottile e delicata rispetto a quella di un normale elefante, ed era
tutta
attorcigliata su se stessa a spirale, come la corda di uno yo-yo
gigante. Gli
occhi erano allungati come un cinese, e dal carattere
l’animale si mostrava
amichevole, estremamente pacifico ed addomesticabile. Sopra il suo
dorso ampio
si poteva scorgere una struttura quadrata, munita di alcuni sedili,
forse per i
passeggeri, appunto. E per arrivare lì quella gru era
davvero necessaria. Di
certo, quella pelle liscia dell’animale impediva perfino ai
ragni di salirci
sopra senza di essa.
Alla vista
di quell’animale Wakka ne restò completamente
impressionato. Non aveva mai
visto una cosa simile dal vivo. Molti suoi amici gli avevano detto e
raccontato
tutto ciò, ma vedere tutto con i propri occhi era davvero
molto diverso…
‘E’
vero
che… non mangiano nulla questi animali??’ chiese
lui, con Lulu che voleva lanciargli
qualche magia addosso per evitare domande sciocche in un momento di
così tale
difficoltà e fretta.
‘Shoopuf
non mangia… Sono semplicemente le acque del Fluvilunio a
dargli l’energia per
mantenere le sue dimensioni!!! Le acque di quel fiume, sono acque di
pura vita ed
energia, oltre che di luce!’.
Il gruppo
evitò tutti i vari negozianti e mercanti, che non
aspettavano altro che i
viaggiatori, i quali per souvenir, armi e pozioni varie a prezzi
esorbitanti,
si divertivano a prosciugare i portafogli dei più ingenui.
Il gruppo salì su
quella gru che li portò sulla struttura sul dorso dello
shoopuf, mentre
l’Hypello andò sul collo dell’animale,
prendendo redini e briglie per la
partenza. Al suono di un campanellino, l’animale si
destò lentamente sulle sue
lunghe zampe prive di artigli e iniziò
l’attraversata del fiume, dove per metà
corpo ne restò sommerso.
Sullo
shoopuf nessuno aveva voglia di parlare o fare commenti. Tra il
pellegrinaggio,
tra le novità del “tipo venuto dal
mare”, e tutto, ormai anche un genio poteva
perdere la testa nei pensieri più intricati. Le uniche note
positive erano
quello di non avere più l’ipnotizzatore tra i
piedi ed avere in mano la sfera
di Djose. E la prossima era un po’ più dopo
Guadosalam, una delle città più
importanti di Spira.
Lulu
guardò
la superficie del mare attentamente, notando qualcosa di sensazionale.
‘Wakka!!
Vieni qui!!!’.
Egli si
avvicinò di corsa sulla parte opposta della struttura di
dove si trovava e si
affacciò tenendosi sulle barriere con la mano destra.
Kimahri restò vicino
all’invocatrice, che si stava riprendendo, forse molto
più velocemente delle
altre precedenti invocazioni, segno che si stava abituando ad usare le
giuste
energie. Ella guardò l’orizzonte, dove il sole
poco per volta calò e sparì
sotto il panorama della riva nord, mentre le acque del Fluvilunio, per
la luce
solare ormai fioca, iniziava a brillare più intensamente dei
sette colori.
‘Guarda!!
Una città sommersa…sotto il fiume!!’.
L’ex-capitano
fece la sua seconda faccia stupita del giorno. Sin da fuori era
possibile
scorgere strade interrotte a metà, ponti crollati,
abitazioni assediate da
alghe, metalli completamente arrugginiti, tra cui alcune macchine ben
note.
‘Scommetto
che è stata distrutta durante quell’interminabile
guerra oppure da Sin… Vergogna!!
Sfidare le leggi della natura in questo modo… costruendo una
città sopra un
fiume!!! Ben gli stanno a quei bradipi, che per colpa loro e delle loro
dannate
macchine ora ci ritroviamo Sin!!! E’ proprio questo che Yevon
insegna!!! Più
gli uomini hanno potere, più lo usano!!!’.
Lulu
guardò
profondamente le rovine come se vedesse il passato più
passato, mentre era
appoggiata sul bordone della struttura.
‘Già…Sin fermò la guerra tra
le due
fazioni ed ora ci punisce… Ora nemmeno i morti trovano
pace…’.
Mentre
Noemi dormiva, con ancora i segni della fatica sul volto, Auron a
quelle parole
sembrava ricordare bene quella storia che tanto gli ribadiva Braska:
quell’interminabile guerra, che portò alla
creazione di Sin, e quella grande
impresa con quell’invocatore, che aveva una
dignità ed una sicurezza
indistruttibile, dal quale in parte l’apprese. Come
dimenticare??
‘Braska
quando
salimmo sullo shoopuf iniziò a raccontare quello che si
diceva di quella
guerra… anche se il discorso era ben
altro…’ disse Auron ridendo con gusto,
sempre con la bocca chiusa.
‘Cosa??’
chiesero
Lulu e Wakka.
‘Del
fatto
che noi tre eravamo completamente senza soldi eheh… Appena
appena che Jecht
vide per la prima volta lo shoopuf si scagliò contro di esso
con la spada… e
per risarcire i danni abbiamo dovuto offrire tutto quello che
avevamo.’.
‘Ma
che uomo
era quello???!!’ rispose la maga, mentre lo squadrava un poco.
‘Diciamo
che era un perfetto zoticone… quasi sempre ubriaco. Infatti,
aveva scambiato lo
shoopuf per un mostro… Era molto coraggioso, ma mi diceva
spesso di non
sopportare i piagnucoloni, specie i “bambinetti”,
così come li chiamava
lui…eheh…’.
Yuna venne
catturata dalle risate. Lei c’era già salita su
quell’animale, e l’attraversata
era sempre stata rilassante e bellissima, ma quell’altro
guardiano di Braska catturò
la sua attenzione.
‘Ma…non
mi
avevi detto che lo avremmo visto presto??’.
Auron si
girò con sguardo più preoccupato che fiero.
‘Infatti…
infatti…’ disse lui, guardando poi il cielo in
parte rosso, in parte grigio per
l’umidità, come se in esso vedesse ancora il suo
compagno dalla voce rauca e
sempre carica di risate esagerate che facevano assordare.
Da
sott’acqua, lo shoopuf venne seguito in tutti i suoi
movimenti da poco lontano.
‘Berrik!!!
Cae celinu lra cey ihy piuhy etay?? Se
cy
lra xie le cuhu tia ehjulydune te sawwu!!!’ [Sei sicuro che
sia una buona idea?? Mi sa che qui ci sono
due invocatori di mezzo!!!] fece uno sul posto di comando di una strana
macchina, dotata di tentacoli metallici che si muovevano dolcemente e
che terminavano
con una lucina bianca per illuminare il fondo marino. Il suo corpo,
trasparente
come il vetro, poteva contenere circa massimo cinque persone, ed in
esso
c’erano tre Albhed, tra cui gli stessi del rapimento di Yuna
[cap.11].
‘Hu!!!
Luhlahdneysule cim nykywwu... è em beù
banelumucu... ru m'esbnaceuha lra cey
bnubneu xiammu lra em lnatu ry lanlydu te uclinyna...!!’
[No!!! Concentriamoci
sul ragazzo... è il più pericoloso... ho
l'impresione che sia proprio quello
che il credo ha cercato di oscurare...!!] ribadì quello dai
capelli biondi che
gli facevano in testa due “corna”, con gli
occhialini che coprivano gli occhi
come il suo compagno al posto di guida.
‘Sy
cae bywwu!!! Bnahteysu mae!! A' mae lra tuppeysu
bundyna viune ty xiacdy cduney!!’ [Ma sei
pazzo!!! Prendiamo lei!! E' lei che dobbiamo portare
fuori da questa storia!!] rispose l’altro, un po’
agitatuccio.
‘Ca
huh mu
dnujeysu ymmuny ykenasu lusa rye taddu di. Yhlra
banlré...huh se caspny te
yjanmu jecdu myccù...’ [Se non lo troviamo allora
agiremo come hai detto tu.
Anche perché...non mi sembra di averlo visto
lassù...].
La macchina
subacquea era anche dotata di alcuni piedi meccanici, nascosti sotto il
posto
di comando e l’armamento, dove era possibile anche osservare
alcuni missili che
vi spuntavano. Alcuni?? No… diciamo che era il necessario
per l’attacco che avevano
intenzione di fare…
I due
stavano ancora borbottando quando dietro di loro sentirono una voce
femminile
molto severa, che portava i consueti occhialini come loro, e un vestito
rosso
aderente quanto un costume.
‘Te
lre
cdyjyda bynmyhtu?? Cymjeysu m'ehjulydnela a bundeysumy ty Cid... ca jue
yddyllyda luh my syllrehy, eu clahtanò y danny at
yhtnò ty munu...’ [Di chi
stavate parlando?? Salviamo l'invocatrice e portiamola da Cid... se voi
attaccate con la macchina, io scenderò a terra ed
andrò da loro...].