Forse
dovrei scusarmi per
la lunghezza del capitolo, ma non lo farò.
Sono di parte e non me ne
vergogno affatto.
Hoseok,
in balia di un mix di
rabbia e follia, aveva passato tutta la notte a rivoluzionare
interamente il
loft, spostando tutto quello che gli era possibile spostare -le cose
troppo
pesanti erano rimaste dove erano, lui comunque aveva provato anche con
quelle, mettendosi
in ridicolo con chiunque fosse a portata d'orecchio- e tirando fuori
ogni cosa
fosse contenuta in mobili, cassettiere, mensole e armadi. Il tutto,
ovviamente,
fu rimesso a posto subito dopo, esattamente come era prima. Aveva
iniziato a
mezzanotte ormai passata, dopo aver chiamato Yoongi per l'ennesima
volta senza
ottenere alcun apparente risultato, ancora. Subito dopo,
però, gli arrivò un
messaggio dal ragazzo composto da un unica, sola parola: "Idiota".
Poteva anche
credergli, sul serio. Doveva ammettere che da
quando si frequentavano era sempre stato l'altro ad aver ragione e, le
poche
volte in cui sembrava non averla, riusciva sempre ad esporre i fatti in
modo
tale da non poterlo contraddire. O almeno, lui non riusciva a
contraddirlo, ma
come poteva dargli torto quando continuava ad essere sempre
così dannatamente
carino?! Comunque, tornando alla questione principale, poteva anche
credere di
essersi comportato come uno stupido, lo sostenevano anche Namjoon e Jin
-non
che il loro parere contasse qualcosa per lui al momento- ma gli sarebbe
piaciuto sapere cosa esattamente avesse fatto di stupido. Era convinto
andasse
tutto alla grande tra loro e quelle settimane trascorse insieme erano
state a
dir poco le più belle e le più rilassate
che la sua memoria riuscisse a riportare alla luce. Non aveva nemmeno
mai perso
la ragione, non fino a quel momento, quindi gli era proprio impossibile
spiegarsi cosa avesse fatto quella volta per meritare l'appellativo di
idiota,
cosa avesse portato Yoongi ad andarsene in quel modo dopo che gli aveva
semplicemente offerto un passaggio e perché continuasse
ancora ad ignorare le
sue chiamate.
Furono
questi interrogativi a
far scattare quella cosa nella sua
testa e a portarlo ad irrompere nella zona giorno dell'appartamento,
costringendo Namjoon e Jin ad interrompere i loro ricongiungimento
fatto di
sguardi colmi d'amore e a farli rifugiare in camera di uno dei due.
Namjoon
aveva pure provato a parlargli, prima di lasciarlo solo a svuotare la
credenza
della cucina, ma tutto quello che gli fece ottenere fu un secco "No".
Perché se il messaggio di Yoongi e quei quesiti che
continuavano a frullargli
in mente, provocando quel dannato prurito che nessuno poteva grattare,
furono
solo la goccia che fece traboccare il proverbiale vaso, i suoi
coinquilini
(compreso quello che credeva essere la sua anima gemella) erano la
causa
indiscussa di tutto. Quei
tre, infatti,
avevano deciso di rovinargli la vita e di voltargli le spalle tramando
contro di
lui in favore di un accidenti di cane spuntato fuori dal nulla.
Quella
era la vera follia, non di certo il suo comportamento!
E dire che era
stato ben chiaro, quando all'epoca lui e Nam
si erano messi a cercare nuovi coinquilini. L'aveva pure scritto
sull'annuncio
che avevano messo su internet: in quel loft tutto doveva rimanere
esattamente
come era, dall'arredamento alla specie di inquilini che vi abitavano!
Certo,
per non far capire quanto fosse in realtà mentalmente rigido
nei confronti dei
cambiamenti e un tantino fissato
per
l'ordine e la pulizia aveva pure scritto di essere allergico
più o meno a tutto
(inclusi polvere e pelo di qualsiasi tipo di animale), ma una piccola
bugia del
genere non aveva poi tutta questa importanza e, soprattutto, gli altri
non
avevano prove per dimostrare il contrario. Tranne Namjoon, ovviamente,
e lui si
era già rivelato essere uno sporco traditore, solo
perché si era fatto
abbindolare dal suo nuovo fidanzato, neanche fosse il più
grande seduttore di
tutta la città. Traditore anch'egli, considerando come si
era presentato;
sembrava essere il suo alleato perfetto, attento e preciso quasi quanto
lui.
Invece, per un broncio e un paio di occhi dolci, aveva capitolato come
la
peggiore mammina pronta a viziare il figlio ad ogni più
piccolo capriccio.
Così,
spaesato, arrabbiato e
metaforicamente col sedere per terra si era accanito col disordine da
lui
stesso creato, cercando quel controllo che a quanto pareva il resto del
mondo
aveva deciso di sottrargli.
Non
che avesse funzionato,
chiaramente.
Arrivò
così all'alba della
mattina dopo, ancora impegnato a sistemare i suoi vestiti in camera
sua, la
stanza che aveva lasciato per ultima, piegandoli con gesti secchi e
decisi. E
fu esattamente in quello stato che lo trovò Namjoon, mentre
lo guardava dalla
soglia della porta, con una spalla appoggiata allo stipite e le braccia
incrociate al petto. Hoseok si accorse della sua presenza solo quando
lo sentì
dire "Tutto questo fa molto casalinga disperata"
Semplicemente,
si limitò ad
alzare lo sguardo e, senza smettere di piegare la t-shirt che aveva tra
le
mani, a regalargli la più truce delle sue espressioni.
L'altro, visibilmente
senza prenderlo sul serio, sospirò "Non ci hai fatto
chiudere occhio, lo
sai?"
"L'ho
fatto con
piacere" il che non era vero, non era quella la sua intenzione, ma
almeno
così potevano capire una misera parte di tutto quello che
stava provando lui.
Seriamente, doveva esserci qualcosa che non andava in loro se credevano
di
avere il dritto di
infrangere le sue regole così all'improvviso, senza neanche
chiedergli un
parere con largo anticipo -era pur disposto a sentire le ragioni degli
altri
prima di rispondere col suo prevedibile e categorico no. Vide con la
coda
dell'occhio -lui si era rimesso a piegare quelle maledette maglie con
ancora
più energia- l'altro
separarsi dal suo
provvisorio appoggio per pronunciare il suo nome con tono di semi
avvertimento
non troppo convincente.
"Hoseok"
Il
suo, di tono, voleva far
capire quanto fosse pronto alla guerra "Fedifrago"
"Dio
santo, sono troppo
sobrio per una cosa del genere adesso"
A
quanto pareva almeno la prima
battaglia glie l'aveva lasciata vincere: dopo aver pronunciato quella
frase, il
suo amico alzò gli occhi al cielo e se ne andò,
lasciandolo nuovamente solo con
gli ultimi capi da sistemare.
Quando
tutto fu rimesso al
proprio posto, Hoseok cercò di rilassarsi facendosi una
doccia calda, fallendo
ancora una volta, perché era ovvio che una doccia non
potesse lavar via quel
prurito che sentiva. Dopo essersi vestito con uno dei suoi completi
grigi,
abbinando una camicia semplice e una cravatta blu
che aveva deciso di dover assolutamente indossare. A quel
punto, mise su la sua migliore e più convincente espressione
truce e si diresse
a passo di marcia verso il corridoio, attraversandolo fino a ritrovarsi
davanti
i traditori, che stavano facendo allegramente colazione come se niente
fosse
successo.
Ok,
forse le loro facce non
erano troppo allegre, ma in quel momento erano il nemico ed era ovvio
che
qualsiasi cosa facessero non andasse bene. Mentre Namjoon si
limitò a
regalargli il suo sguardo falsamente annoiato, Taehyung lo
guardò col suo
sguardo indifeso, con tanto di broncio e occhi lucidi. Come se lui
potesse
farsi rivoltare come un calzino dai capricci di un bambino. C'era solo
una
persona che poteva riuscire in quell'impresa e non era di certo
Taehyung. In
ogni caso, fece finta di non vederlo neanche, avendo precedentemente
deciso di
ignorare la sua esistenza. Seokjin, invece, aveva evidentemente deciso
di
autonominarsi pacificatore
di animi: gli
sorrise,
calorosamente, augurandogli un buongiorno.
Hoseok,
senza smettere di
guardarlo torvo, gli rispose a suo modo "Delatore"; poi,
salutò
inutilmente anche Namjoon col Fedifrago
di prima, più per far capire al più giovane della
stanza come aveva intenzione
di agire nei suoi confronti che altro.
Namjoon
alzò nuovamente gli
occhi al cielo e Tae aggrottò le sopracciglia, offeso
dall'essere stato escluso
dalla gang dei voltagabbana. Jin, rimanendo fedele al suo nuovo ruolo,
sospirò
paziente "Hoseok, perché non lasci perdere e vieni a fare
colazione con
noi? Guarda, ho preparato i pancake. Ti piacciono, no?"
Come
se una semplice colazione,
per quanto buona potesse sembrare, riuscisse a compensare un tradimento
di
quella portata. Loro volevano distruggere il suo ecosistema e in cambio
gli
offrivano pancake. E poi era lui il folle!
"Non
ho intenzione di
sedermi a questa tavola fino a che voi non ricomincerete a ragionare!"
"Dimmi
che stai scherzando
e che ti rendi conto di essere tu quello che ha smesso di ragionare, ti
prego"
Assottigliò
gli occhi e si girò nella direzione di Namjoon
tanto velocemente da farsi male al collo -cercando di non far vedere
niente a
nessuno, ovviamente "Tu potrai parlarmi solo in presenza del mio
avvocato
divorzista"
"Dimmi quando e
dove, ci sarò"
Quello
probabilmente fu peggio di una pugnalata al cuore e
poteva dargli la stessa valutazione che aveva dato al messaggio che
Yoongi gli
aveva scritto quella notte, se mai avesse fatto un elenco delle cose
che lo
avevano ferito nell'ultimo anno -non che facesse questo genere di cose,
era un uomo adulto ormai. Comunque
non
ebbe il tempo di esternare il suo essere ferito; non subito, almeno.
Tae si
mise in mezzo, cercando di attirare la sua attenzione, guardandolo
supplichevole e chiamandolo "Hyung
-" ma il suo quasi ex migliore amico riprese parola, fermandolo prima
che
potesse farlo lui stesso "Tae, sei l'unico fortunato a ricevere il
trattamento del silenzio. Non cercare di cambiare la tua situazione,
fallo per
me che vorrei essere al tuo posto"
Fu
a quel punto che decise di
andarsene, preferendo passare una mezz'ora in più con le sue
odiate colleghe
che all'interno della sua stessa casa. Almeno nessuna di loro aveva
voglia di
portarsi dietro degli stupidi animali per rovinargli la vita.
"Sappi che mi
stai spezzando il cuore, Nam" e dopo
aver detto questo raggiunse la porta in due sole grandi falcate, la
spalancò e
ne attraversò la soglia. Dopodiché
afferrò la maniglia e strinse forte, facendo
diventare tutte rosse le nocche della mano, e pronunciò
solennemente
"Nessun pelosissimo animale metterà mai piede in casa mia!"
per poi
sbattersi la porta alle spalle e uscendo teatralmente di scena.
Era evidente che
la prima battaglia non l'aveva di certo
vinta lui. Di certo non si sentiva molto vittorioso in quel momento.
---
Ovviamente,
la giornata di
lavoro andò a dir poco uno schifo. La sua concentrazione era
stata risucchiata
interamente dal geniale piano che aveva elaborato per riuscire
finalmente a
parlare con Yoongi, una volta lasciato il suo ufficio. Nei momenti in
cui non
aveva pensato a questo, era troppo preso dal cercare una valida
soluzione alla
questione della salvaguardia del suo habitat dall'invasione canina
-l'unica
cosa che gli era venuta in mente era rinchiudere Tae in una gabbia e di
spedire
lui in un canile. Comunque, tutto aveva fatto tranne che concentrarsi
sull'ennesima presentazione che doveva preparare. Poco male, tanto la
campagna
pubblicitaria non glie l'avrebbero comunque assegnata; almeno questa
volta
poteva dire che la sua capa aveva
un'ottima ragione per non lasciarlo interagire col cliente. Per di
più, aveva
iniziato a prepararsi ben prima del suo orario di uscita e, nel momento
in cui
l'orologio aveva segnato le diciotto in punto, si era precipitato di
corsa
fuori dall'edificio, raggiungendo l'auto alla velocità della
luce per poi
partire subito verso casa di Yoongi. O quella che credeva fosse casa
sua. Una
volta arrivato lì, fu ancora una volta Bellissimo
ad aprirgli e a decidere, evidentemente, di sfidarlo a chi riuscisse a
sorprendere più l'altro, con una serie di sguardi sbigottiti
e stupide domande
come "Che diavolo ci fai tu
qui?". Hoseok, dopo avergli detto di voler ovviamente parlare
con
Yoongi, si vide costretto a nominarlo vincitore della gara quando si
sentì
rispondere "Non viene più qui da quando ha mollato. Non
dovevi ospitarlo
tu per il momento?"
Se
fino ad allora si era
soltanto sentito spaesato, a quelle parole avvertì il peso
dell'intero mondo
cadergli sulle spalle e scendere lentamente fino ad arrivargli allo
stomaco,
esplodendo in un'insopportabile nausea. Le sue seguenti azioni furono a
dir
poco confuse; non si era nemmeno reso conto di essere tornato in auto
che era
già per strada, tornando a casa senza perdere ulteriore
tempo e senza salutare
nessuno. Era evidente che Yoongi non avesse alcuna intenzione di dirgli
dove si
trovasse e la cosa più sensata da fare era estorcere
l'informazione a Jin, perché
lui doveva per forza sapere dove fosse il suo migliore amico. Una volta arrivato
al condominio, si
fiondò fuori dall'auto e ignorò l'ascensore,
iniziando a correre per le rampe
di scale, scontrandosi coi traslocatori che lavoravano al terzo piano e
facendo
quasi cadere gli scatoloni che trasportavano, fino a che non
arrivò al loft
tutto rosso e col fiatone.
"Jin hyung!" lo
chiamò a gran voce mentre si
dirigeva verso la stanza del più grande, non avendo trovato
nessuno né in
cucina né in salotto. Spalancò la porta, per poi
fare lo stesso con quella
della camera di Namjoon e a quella del bagno. Ovviamente, la sua
sfortuna non
poteva avere fine, non così, essendo l'appartamento
completamente vuoto.
"Sono usciti.
Jin hyung sta lavorando e Namjoonie hyung
doveva andare al pub"
O apparentemente
vuoto. Sobbalzò, sorpreso dalla voce di
Taehyung che proveniva da dietro di lui.
Prendendo mentalmente nota del fatto che quei due
perdigiorno avessero
da fare tanto bene quella sera, quando aveva bisogno di loro,
serrò la mascella
e si morse la lingua per evitare di mettersi ad urlare. Sentiva che
stava per
esplodere ma non voleva darla vinta a più giovane,
ammettendo di averlo sentito
e di conseguenza ammettendo la sua esistenza. Si girò e
senza neanche guardarlo
se ne tornò verso l'ingresso a passo svelto, per poi
bloccarsi quando realizzò
di non avere la più pallida idea di dove potesse andare per
cercare Yoongi.
Estrasse il cellulare dalla tasca della giacca e compose nuovamente il
numero
del ragazzo. Non si aspettava una risposta, logicamente; tutto quello
che
voleva era lasciargli un messaggio in segreteria, nella speranza che
l'altro
l'ascoltasse "Yoongi io... Io non so cosa sia successo e non so
perché ti
stia rifiutando di parlarmi ma ti prego, dimmi dove sei. Sono
preoccupato per te. -
"
Mordendosi il
labbro, chiuse lì la chiamata con un lungo
silenzio come conclusione del messaggio. Si buttò sul divano
e ci si accasciò,
gemendo frustrato e chiudendo gli occhi. Almeno ora, pensò,
il prurito e la
rabbia erano finalmente spariti. In compenso, non sapeva nemmeno
più cosa
sentisse. Erano talmente tanti i quesiti, talmente tanta la confusione
che
aveva in testa, che non riusciva più a sentire niente.
"Yoongi hyung
non ti ha ancora richiamato?"
Tranne la voce
di Taehyung, quella purtroppo riusciva a
sentirla ancora. E anche la voglia di strisciarsene a piagnucolare
sotto le
coperte come il vecchio Hoseok faceva quando si sentiva crollare il
mondo
addosso. Era più spaventoso quello della sua mania per il
controllo, Namjoon
aveva torto quando gli diceva il contrario.
"Io... Io non
penso che lui sia arrabbiato con te,
hyung. Forse è offeso, ma credo sia più che altro
spaventato"
Cercò
con tutte le sue forze di non dare a vedere quanto
quelle due semplici frasi fossero riuscite a confonderlo ancor di
più, facendo
aumentare a dismisura le domande a cui non riusciva a trovare risposta.
Ad
esempio, cosa aveva fatto per offenderlo? Da cosa Yoongi era spaventato? Perché Taehyung sapeva tutte quelle
cose e
lui no?
"Hyung, parla
con me. Per favore"
A quella
richiesta non riuscì più a trattenersi e con tono
ricco di amarezza riuscì a sputar fuori "Tu fai tornare
tutto com'era
prima e io ricomincerò a parlarti" e, a dispetto di quello
che aveva
appena dichiarato, non riuscì più a fermarsi. Si
alzò in piedi e ignorando
l'intenzione dell'altro di dire qualcosa, riprese a parlare, iniziando
a
camminare per tutto il salotto -senza impedirsi di toccare e cambiare
l'angolazione degli oggetti che incontrava lungo il suo tragitto- "Un
cane,
Taehyung? Un cane? Sai
perfettamente
quali sono le regole per abitare qui, l'hai sempre saputo e hai
accettato le
mie condizioni prima di trasferirti! Io credevo che le tue fossero solo
le
chiacchiere di un ragazzino eccentrico, non pensavo che alla fine mi
avresti
fatto questo sul serio!"
"Hyung
io non avevo
premeditato niente, posso giurartelo! Ho sempre desiderato un cane ma
non avevo
intenzione di portarne uno qui sul serio, all'inizio! Posso ammettere
di averci
pensato un paio di volte prima di iniziare ad andare al canile insieme
a Jimin,
ma non volevo farlo sul serio e -" si mordicchiò il labbro e
poi riprese
leggermente più incerto "Quando poi ho incontrato Donut
io... Io ho
sentito che doveva stare con me e non ce la faccio più a
lasciarlo tutti i giorni
per tornare qui e chiedermi se anche io manco a lui come lui manca a
me. Non è
solo un cane, è il mio cane!"
Hoseok
a quelle ultime tre
parole si fermò e si girò, riprendendo a guardare
il più giovane dei suoi
coinquilini. Forse poteva non capire di cosa parlasse, non poteva
capire il
legame che si creava tra una persona e un animale quando c'era
affinità tra
loro (anche se ne aveva sentito parlare più volte), ma
poteva percepire quanto
tutto questo non fosse solo un capriccio. E per di più gli
stava anche facendo
tornare in mente la volta in cui, proprio col ragazzo che gli stava di
fronte,
aveva visto il film Hachiko e Dio,
se
aveva pianto quella volta. Ignorò comunque quel pensiero e
cercò di far
ragionare l'altro "Tralasciando il fatto che avresti dovuto parlarmene
prima piuttosto che mettermi contro Jin hyung e di conseguenza Namjoon
- "
"Ci
ho provato hyung, sei
tu che ti sei rifiutato di prendermi sul serio!"
"Io
non posso comunque
permettertelo, ok? Non ce la faccio, non è così
che le cose devono andare. Non
è nei miei piani avere un cane, distruggerebbe tutto"
"Donut
è bravissimo, non
rovinerebbe mai nulla in casa!"
Esasperato,
Hoseok alzò la voce
"Metaforicamente, Taehyung!"
Dopo
aver sospirato pesantemente
si riavvicinò al divano, sedendosi all'estremità
più lontana, mantenendo una
certa distanza dall'altro, e poi cercò di spiegarsi
"L'ingresso di un cane
in casa per me non è altro che un imprevisto, oltre che un
aumento di tempo da
dedicare alle pulizie, lo capisci? Gli imprevisti non portano mai nulla
di
buono, tutto deve rimanere così com'è"
Di
sicuro, non si sarebbe
aspettato quell'espressione stupidamente confusa sul volto dell'altro.
Era
stato abbastanza chiaro, no?
No,
altrimenti non si sarebbe
mai sentito chiedere "Quindi sei un ipocrita". Non gli sembrava
l'intonazione di un quesito, ma decise di interpretarla a quel modo lo
stesso
"Cosa? No!"
"Hyung,
tutto questo è così
stupido. Parli sempre di vivere secondo un piano ben preciso e non ti
rendi
neanche conto di quanto la tua esistenza ruoti intorno a Yoongi hyung,
da
quando l'hai conosciuto. E non provare a dirmi che era tutto
pianificato perché
la tua faccia dice il contrario"
Non
aveva uno specchio per poter
verificare, ma considerando la sensazione della mascella slogata, tanto
la
bocca gli si era spalancata, non se la sentiva proprio di dargli torto.
Anche
perché sapeva perfettamente di non aver mai, mai, avuto il
controllo su quello
che tra lui e Yoongi c'era. Da quando tra loro non c'era niente e lui
voleva
solo tener fede al patto che anni prima aveva fatto con se stesso,
promettendosi che se ne avesse avuto l'occasione avrebbe fatto di tutto
per
portarsi a letto un idol -compreso il far venire in casa uno
sconosciuto senza
rifletterci sopra e senza guardare in faccia chi non era d'accordo con
lui.
E
sì, era anche vero che quel
ragazzo riuscisse a farlo indecentemente capitolare ad ogni sillaba da
quelle
labbra pronunciata. Boccheggiò per un attimo, a corto di
parole, fino a che non
si ricordò del fatto che erano passate ormai più
di ventiquattro ore
dall'ultima volta che l'aveva visto. Allora si rabbuiò
"Considerando che
l'ultima volta che l'ho sentito mi ha insultato e che adesso non so
nemmeno
dove sia direi che tutto dimostra che ho ragione io. Gli imprevisti non
portano
mai niente di buono, solo tanta delusione"
Taehyung
gli si fece più vicino
mentre piano gli diceva "Non è così"
Gli
mise un braccio intorno alle
spalle, poggiando la mano su una di esse e la testa sull'altra. Hoseok,
nonostante tutto, lo lasciò fare "Secondo me questa
è la cosa migliore che
ti potesse capitare. Hyung, io ci sono sempre stato, anche se tu non mi
notavi.
Ho visto e ho sentito tutto" si fermò, piegando le labbra
all'ingiù
"Anche troppo, per i miei gusti". Hoseok pensò per un attimo
che
forse avrebbe dovuto giustificare qualsiasi cosa avesse sentito, ma
comunque l'altro
non glie ne diede il tempo, riprendendo a parlare "Prima di conoscerlo
facevi sempre le stesse cose, uscivi di casa per andare in ufficio e
poi
tornavi coi nervi a fior di pelle e ti mettevi a pulire tutto quanto.
Viviamo
insieme da tre anni e si può dire che il tuo mondo ruotasse
intorno a questo e
a Namjoon hyung. Non ti offendere ma è abbastanza triste"
Hoseok
si girò per guardarlo
attentamente, nonostante la difficoltà data dalla loro
posizione. Lui non
si era mai considerato triste. Era
solo un tipo abitudinario. E andava bene così, era quello il
modo in cui era
riuscito a lasciarsi alle spalle quel passato pieno di derisioni. Era
quella la
strada che doveva seguire per mantenere la tranquillità
agognata. Lasciarsi
andare, perdere il controllo e andare a briglia sciolta non erano di
certo la soluzione
per vivere al meglio. Almeno questo era quello che aveva sempre pensato
fino a
quel momento.
"Ho
visto come Yoongi hyung
riesce a farti uscire dai tuoi schemi, lui è riuscito a
smuoverti ancor prima
di degnarti di uno sguardo e credo tu abbia vissuto più in
questi mesi con lui
che da quando ci conosciamo"
Dalla
sua prospettiva, non
riusciva a dire quanto l'altro avesse ragione. Era innegabile,
però, che Yoongi
riuscisse a rendere sempre tutto più bello, anche quando non
faceva altro che
lamentarsi. Quando poi sentì dire all'altro "Io credo sia
bellissimo. Non
sai quanto ti invidio", Col cuore in gola e gli occhi che bruciavano,
si
ritrovò a pensare di essere perfettamente d'accordo con lui.
Aveva sempre
pensato che la sua vita post-college fosse l'apice del suo successo.
Guardandosi indietro, ora che sapeva com'era la vita con Yoongi, doveva
ammettere che gli sembrava tutto così grigio e non se la
sentiva proprio di
immergersi di nuovo in quel passato -anche se non troppo remoto- dopo
che aveva
scoperto com'era la vita a colori.
"Non
puoi decidere in
partenza come una giornata deve andare. Gli imprevisti capitano
comunque,
piacevoli o meno che siano. Si possono fare incontri che cambiano la
vita, e tu
e lui siete la dimostrazione perfetta di come questo a volte sia il
meglio che possa
capitare" Hoseok, totalmente rapito, lo guardò alzarsi
appena, liberarlo
dalla presa che aveva intorno alle sue spalle e poi dargli una leggera
spintarella "Altrimenti sarebbe come guardare all'infinito quel
noiosissimo film che Jin hyung metteva i primi giorni in cui si
è trasferito
qui"
A
quel punto Taehyung si alzò e
Hoseok, per la prima volta da quando era rientrato si permise di
guardarlo per
davvero, notando che ai piedi portava proprio quelle ridicole pantofole
a forma
di coniglio per cui era decisamente troppo cresciuto "Non ti facevo
così...uhm -"
"Saggio?
Sì, Namjoon hyung
me l'ha già detto. Ma credo sia solo perché non
mi considerate mai più di tanto
voi due"
Spalancò
la bocca, quasi offeso
dalle sue ultime parole "Andiamo Tae, non esagerare adesso!"
Lui,
invece, alzò appena le
spalle e poi fece, quasi indifferente "Non dico che non mi vogliate
bene o
che non vi preoccupiate per me, ma... quelli che credevo essere i miei
vantaggi
in quanto più piccolo di casa si fermano a pasti gratis
quando ordiniamo
qualcosa. Guardati intorno, qui non c'è niente di mio.
Sembra che io abbia solo
la mia stanza in affitto. Prima non m'interessava un
granché, ma
adesso..." e si fermò lì, non avendo bisogno di
aggiungere altro. Hoseok
aveva capito perfettamente dove volesse arrivare e per questo si
ritrovò quasi
a mugolare infastidito. Quasi.
"Yoongi
hyung ha passato la
notte da Jimin. Mi devi un favore, adesso"
Dopo
aver istintivamente
abbracciato forte il suo dongsaeng e averlo ringraziato per avergli
dato
l'informazione che tanto agognava, senza dare troppo peso
all'implicazione che
l'ultima frase da lui pronunciata conteneva, si era precipitato facendo
di nuovo
di corsa le scale e inciampando di nuovo tra gli scatoloni al terzo
piano. Il
viaggio in auto verso i dormitori del college, poi, fu a dir poco
esageratamente veloce. Ci mise un po' a ritrovare la stanza di Jimin
tra quegli
odiati corridoi ma quando alla fine ci riuscì,
iniziò a bussare forte sulla
porta, guadagnandosi le occhiatacce di tutti gli studenti che si
trovavano nei
dintorni. Niente di nuovo alla fine, per lui. Ad aprirgli non fu il
piccolo
ragazzo dai capelli castani come si era immaginato, e nemmeno Yoongi.
Era un
ragazzo decisamente più alto e più giovane, con
un'espressione per i suoi gusti
piuttosto arcigna "Beh? Hai intenzione di buttarla giù?"
Insolente,
pure. Non riuscì
comunque a dargli peso, non quando i suoi occhi incontrarono finalmente
quelli
di Yoongi, che se ne stava seduto sul letto a ridosso della parete di
fondo
della piccola stanza, proprio davanti alla porta, a gambe incrociate e
con un
portatile davanti a sé che gli illuminava un po' il viso e
il broncio che,
Hoseok aveva ormai imparato, metteva su ogni volta che ce l'aveva con
lui.
Jimin, molto velocemente, si mise in mezzo, prendendo l'atro ragazzo
per mano
l'altro, fece per uscire dalla stanza "Andiamo Kookie, lasciamo Yoongi
hyung e Hoseok hyung da soli"; prima che la porta si fosse chiusa del
tutto alle sue spalle, riuscì a sentire il ragazzetto -Kookie- dire "Aaaaah, è
Hoseok. Si spiegano tante cose
adesso"
Fu
Hoseok ad imbronciarsi appena
a quelle parole; Yoongi, d'altro canto, ridacchiò "Jungkook.
Mi piace, è
uno stronzetto"
Certo,
non poteva essere
altrimenti. Già riusciva ad immaginarli intendersela alla
grande con quel loro
modo di fare un po' arrogante. Almeno, Yoongi gli aveva appena rivolto
la
parola. Per apprezzare un'offesa nei suoi confronti, ma aveva parlato;
era
comunque qualcosa. Si avvicinò lentamente al letto con un
passo felpato, quasi
avesse paura di spaventarlo. Voleva evitare di farlo scappare un'altra
volta,
era decisamente stanco di rincorrerlo. L'avrebbe fatto ancora, ovvio,
ma se
avesse potuto evitare e risolvere entro la serata sarebbe stato meglio.
Raggiunto il ragazzo, inspirò ed espirò
profondamente per poi esordire con un
"Io..." ma si bloccò subito dopo, riflettendo un attimo in
più. Era
abbastanza convinto di doversi scusare, altrimenti in quel momento non
si
sarebbero trovati in quella situazione, ma lui davvero non sapeva per cosa dovesse scusarsi "Posso capire
cos'è successo?"
Yoongi,
sorprendendolo, gli fece
spazio accanto a sé, invitandolo con la mano a sedersi sul
materasso. Poi si
morse il labbro inferiore per dire subito dopo "Non volevo farti
preoccupare. Volevo solo farti sentire un cretino e... Farti sentire in
colpa,
ecco"
Destabilizzato,
Hoseok inarcò le
sopracciglia. Non ne era certo, ma sembrava quasi che l'altro volesse
farlo
sentire meglio con quelle parole. Non sapeva dire quanto avesse
centrato il
bersaglio, però "Tranquillo,
ci sei
riuscito perfettamente"
Il
lieve sorriso di Yoongi,
però, ci riuscì perfettamente e non
poté fare a meno di vederlo come la sua
prima vera vittoria della giornata. O comunque fu così che
interpretò quel
minimo sollevato dell'angolo destro delle sue labbra. Si guardarono
ancora per
qualche secondo fino a che non vide l'altro abbassare lo sguardo e
puntare gli
occhi sulle sue gambe incrociate, iniziando a giocherellare con i fili
dei
jeans stracciati che stava indossando "Ho mollato la casa discografica
e l'appartamento
dove stavo, Hoseok. Loro non erano contenti delle mie scelte e io non
sono più
disposto a scendere a compromessi per loro"
Gli
prese delicatamente la mano
con cui tentava di allargare l'enorme strappo che metteva in mostra il
suo
ginocchio e, stringendo appena, cercando di attirare la sua attenzione
e il suo
sguardo, chiese a bassa voce "Quali scelte?"
L'espressione
che Yoongi gli
regalò a quella domanda, non lasciava molto
all'interpretazione. Aveva ancora
intenzione di farlo sentire uno stupido, chiaramente.
"Quella
di tingermi i
capelli di biondo di mia iniziativa. Pezzo
di idiota"
Appunto.
Di
sicuro il romanticismo non
era proprio il suo forte. Poco male, lui lo era abbastanza per
entrambi. Forse
anche troppo emotivo, considerando il groppo in gola che gli si era
appena
formato nonostante l'amabile insulto. Non riuscì
però a non farsi assalire da
una nuova ondata di panico quando la sua mente venne sfiorata
dall'ennesimo
dubbio "Perché non me l'hai detto subito? Non
sarà ancora per quella
storia dell'idol, vero? Perché Yoongi, te l'ho
già detto che no-"
"Non
è per quello! Te lo
volevo dire, davvero, volevo solo aspettare di aver trovato un lavoro.
Credevo
fosse più facile"
A
quelle parole Hoseok si alzò
di colpo, estraendo lo smartphone dalla tasca e iniziando a scorrere
tra i suoi
contatti in rubrica "Posso sentire se in agenzia c'è
qualcosa da fare per
qualcuno che non ha esperienza. Non sarà il massimo,
però - " ma Yoongi lo
fermò, coprendo lo schermo del telefono con la mano "Voglio
farcela da
solo. E'... Carino, da parte tua, ma questa è una cosa mia"
La
decisione che lesse nei suoi
occhi e il tono sicuro da lui utilizzato gli fecero accettare tutte le
sue
condizioni, fiero del ragazzo che gli stava di fronte. Cercò
di rimettere con
fatica il cellulare in tasca, prendendo però la mano che
l'altro gli aveva
prima avvicinato "Avresti però dovuto dirmi di aver bisogno
di un posto dove
stare. Ci saremmo evitati questa splendida giornata"
Piccato,
l'altro lo fulminò,
ritirando di scatto la mano "Non è così facile
ammettere di essere un
senzatetto, ok?" Incrociò le braccia al petto e,
imbronciato, riprese a
difendersi -da cosa Hoseok doveva ancora capirlo- "Sono stato sempre
attento, ho provato a non lasciare nulla in giro per non fartelo capire
ma io
non sono preciso come te e ovviamente te ne sei accorto, mi sono
sentito
sottopressione e me ne sono andato dandoti la colpa"
Beh,
per quanto stravedesse per
lui non poteva negare che Yoongi avesse un qualche grave problema di
comunicazione. E anche d'orgoglio, a quanto pareva. Non se la sentiva,
comunque, di giudicare in alcun modo, non se ripensava alla notte che
aveva da
poco passato. Più che altro, non se la sentiva di rischiare;
sapeva ormai quali
erano le sue reazioni alle critiche e no, ci teneva ancora alle sue
parti
intime. Capì solo in quel momento, però, cosa Tae
volesse dire con quel 'Credo sia solo
spaventato'.
"Ok"
Allungò il braccio,
cercando di districare le sue, ancora allacciate tra loro, per poi
riprendergli
la mano "Capisco il tuo voler fare da solo e tutto il resto ma Yoongi,
io
e te siamo una coppia. Io voglio esserci per te, voglio ascoltarti e
aiutarti
quando hai un problema e sinceramente, oggi avrei voluto tanto averti
con me
per poter affrontare l'Alleanza Ribelle a casa"
"E'
la prima volta che dici
che siamo una coppia"
Hoseok,
ignorando il fatto che
Yoongi non avesse proprio colto il punto del suo discorso, lo
guardò stralunato
"Eh?" e l'altro, per tutta
risposta, scrollò semplicemente le spalle "Non ne abbiamo
mai
parlato"
Bene,
probabilmente erano
entrambi ad avere dei problemi di comunicazione, ma lui era abbastanza
convinto
che fosse scontato come dato di fatto. Era ovvio che fossero una
coppia,
passavano ogni momento libero che avevano insieme!
"Non
credevo ce ne fosse
bisogno visto come stanno andando le cose tra noi ma se vuoi una
proposta
formale posso fartela" e senza mai lasciare la mano di Yoongi si mise
in
ginocchio e con tono solenne iniziò a dire "Min
Yoongi -"
E
quando l'altro si mise a ridere
divertito, Hoseok fu certo che per lui avrebbe potuto comportarsi come
un
pagliaccio per il resto della vita, ogni volta fosse necessario. Quello
era il
miglior programma a lungo termine in cui uno come lui potesse sperare.
Senza
smettere mai di ridere,
Yoongi iniziò a tirarlo per il braccio, dicendogli di
alzarsi; soddisfatto, lo
accontentò, avvicinandolo ancora cingendogli la vita con un
braccio
"Torniamo da me, ti va? Potrei almeno aiutarti a cercare qualche
annuncio
di lavoro"
Yoongi non gli
rispose, non a parole. Allacciò le braccia
intorno al suo collo e si avvicinò ancora, cercando le sue
labbra con le
proprie. Lui, dal canto suo, non poté fare a meno di
accontentarlo.
Almeno questa
storia era ormai conclusa e tanto gli bastava.
Al resto poteva pensarci con l'altro al suo fianco, come doveva essere.
---
Dopo essere
riusciti a salutare velocemente Jimin e il suo fidanzatino
-Yoongi l'aveva fatto, lui era ancora troppo offeso- ripartirono
insieme verso
il loft. Nessuno dei due aveva più detto una parola; Yoongi,
appena entrato in
macchina, aveva acceso lo stereo e, ovviamente, partì subito
uno dei cd gli
aveva fatto lasciare lì. Nonostante fosse ormai tutto
chiarito, Hoseok aveva
ancora una domanda a cui non era riuscito a trovare risposta "Da quando
tu
e Taehyung siete amici per la pelle?"
Non è
che la cosa gli desse fastidio ma... Eh, il suo ragazzo
si era confidato col piccolo traditore che l'aveva fregato per ben due
volte in
due giorni consecutivi anziché con lui. Un po' di gelosia ai
suoi occhi era più
che legittima.
Senza smettere
di cercare la canzone che voleva ascoltare,
l'altro gli rispose come se niente fosse "Da quando abbiamo iniziato a
passare un sacco di tempo insieme. Jin hyung il più delle
volte distraeva
Namjoon per non fargli sapere che stavo da voi anche di giorno e io
uscivo con
Tae" continuò a premere i pulsanti dello stereo della
macchina e poi, cautamente,
aggiunse "E' carino il suo cagnolino, sai?"
Si
girò per un attimo per guardarlo, riportando però
subito
gli occhi sulla strada "Non farai parte della rivolta, vero?"
"Come potrei,
non è mica casa mia quella" e detto
quello si tirò su, aderendo completamente al sedile e
puntando gli occhi sul
finestrino. Hoseok lo vide con la coda dell'occhio rabbuiarsi appena e
decise
di chiudere lì la questione, almeno con le parole. Almeno
finché non arrivarono
a destinazione.
Una volta dentro
l'ascensore, Hoseok fu ben attento a coprire
con la schiena la tastiera, dopo aver premuto il pulsante del piano che
voleva
raggiungere. Yoongi sembrò non farci caso, non
finché la loro salita si fermò
prima di quanto aveva previsto. Lui, senza farsi troppi problemi,
uscì non
appena le porte si aprirono davanti a loro, ignorando l'altro che
diceva
"Dove stai andando? E' il terzo piano questo"
Si
fermò davanti all'appartamento, ormai completamente vuoto,
in cui appena poche ore prima aveva visto lavorare i traslocatori,
quelli che
aveva travolto durante le sue folli maratone. Aspettò che
l'altro lo
raggiungesse e poi, sbirciando dentro, chiese "Che ne pensi?"
"Che non ho
voglia di perdere tempo" lo sentì
sospirare spazientito prima di aggiungere "Non credo tu abbia capito la
situazione. Mi sento umiliato, sono senza un soldo e senza un tetto
sopra la
testa. Mi sono dovuto far ospitare da Jimin nella sua stanzetta al
college, ok?
Quello che vorrei ora è andare di sopra, chiuderci in camera
tua e fare sesso
per sentirmi meglio!"
In un momento
diverso non avrebbe perso tempo e lo avrebbe
accontentato seduta stante, ma lì, in quel preciso istante,
non poteva ignorare
la sua folle testa "Sì
sì, dopo lo
facciamo. Adesso concentrati" si arrischiò, facendo un passo
avanti in
punta di piedi quasi avesse paura di farsi beccare da qualcuno e varcò la
soglia "Credo che i vecchi inquilini
l'abbiano lasciato proprio oggi. Potrebbe essere ancora disponibile"
"Che, devi
controllare anche gli inquilini degli altri
appartamenti adesso?"
Ignorò
la battuta e iniziò a controllare la zona giorno,
composta da una sala abbastanza spaziosa e una piccola cucina collegate
tra
loro "Non se ci venissimo ad abitare noi"
"Oddio"
Era abbastanza
certo che da lì a poco l'avrebbe sentito
dirgli per la prima volta che credeva fosse pazzo. Non perse tempo,
allora, a
fargli capire le sue intenzioni "Pensaci Yoongi, sarebbe la soluzione
perfetta per tutto!"
L'altro, con gli
occhi sgranati e la bocca spalancata, era
visibilmente a corto di parole. Non sapeva dire quanto fosse positivo,
in
realtà.
"Non puoi essere
serio"
Infatti. Lo
raggiunse, prendendolo per mano e portandolo dove
immaginava si trovassero il resto delle stanze, che scoprirono essere
due, non
troppo grandi, più un bagno "Credo di non essere mai stato
tanto serio in
vita mia"
Yoongi,
visibilmente incredulo e con gli occhi sgranati,
iniziò a boccheggiare, fino a che non riuscì a
dire "Ieri mattina ti sei
comportato da stronzo solo perché avevo lasciato un fottuto
caricabatterie in
camera tua e adesso mi vieni a chiedere di venire a vivere qui con te?"
Non pensava di
essere stato uno stronzo (tra l'altro, non si
trattava solo di un caricabatterie, c'erano anche altre cose
lì in mezzo!), ma
ora gli era chiaro perché il giorno precedente Jin hyung lo
avesse chiamato
cretino. E perché Namjoon gli aveva detto di smetterla di
affermare di non aver
fatto nulla. O perché Taehyung credeva che Yoongi fosse
offeso. Ok,
effettivamente di segnali ne aveva avuti tanti, ma le sue intenzioni
erano
buone. E comunque, quella per lui continuava ad essere la soluzione
perfetta.
"Se questa
diventasse la nostra camera" disse,
entrando nella stanza più grande dove
poteva immaginare il suo letto a due piazze stare alla perfezione,
proprio al
centro, e le pareti tinte di un blu delicato "un rischio del genere non
si
presenterebbe più. Devi solo lasciarmi mettere a posto
quando serve, tu non
dovrai muovere un dito"
Yoongi, dopo
averlo guardato, ancora per nulla convinto, si
passò le mani sul viso e poi borbottò un qualcosa
che suonava tanto come un
"Tutto questo è assurdo"
"Più
del rinunciare alla tua carriera per me?
Davvero?"
Lasciando cadere
le braccia lungo i fianchi, riportò lo
sguardo su di lui, gli occhi nuovamente decisi "Io l'ho fatto per me.
L'ho
fatto perché non voglio chiedermi tra qualche anno come
sarebbe andata tra
noi"
"Anche messa
così ai miei occhi rimane comunque la cosa
più bella che potessi fare per me"gli si avvicinò
ancora una e poi riprese
"E comunque, anche io lo sto facendo per me"
Aggrottando le
sopracciglia, l'altro chiese "Perché
pensi sia meglio cambiare casa e vivere con me piuttosto che far
entrare un cane
nel loft, vero?"
Hoseok,
inevitabilmente, gli sorrise "Direi più perché
tu sei l'unico imprevisto che sono disposto a vivere volontariamente"
Non poteva
definire esattamente cosa fosse, ma fu sicuro di
vedere un cambiamento nello sguardo dell'altro. Lo vide concentrarsi,
poteva
vedere quanto velocemente la sua mente aveva iniziato a lavorare fino a
che,
mordicchiandosi il labbro, disse in quello che era poco più
di un sussurro "Ma
tu ami vivere in quel loft con Namjoon"
Già.
Probabilmente, quando la rabbia nei confronti del suo
migliore amico sarebbe scemata, si sarebbe sentito in colpa da morire.
Ma non
poteva più negare che era ormai un'altra la persona che gli
era indispensabile
e per la quale voleva esserlo a sua volta. Senza contare che era anche
abbastanza convinto di lasciare Nam in buone mani.
"Amerei di
più vivere con te"
"Non potrei
comunque permettermi la metà dell'affitto
per adesso"
Sospirò
internamente, sperando che le stupide scuse che
Yoongi si stava sforzando di cercare si esaurissero alla svelta "Con un
appartamento del genere potrei cavarmela da solo per un po'. Tu puoi
ripagarmi
in natura fino a che non avrai uno stipendio tuo"
Yoongi rise, di
nuovo e scosse leggermente la testa. Lui, a
sua volta, non poté non mettersi a ridere, sapendo che le
sue preghiere erano
state ascoltate.
"Solo tu, Jung
Hoseok, hai la capacità di convincermi a
fare cose così stupide"
"Sono nel
settore della pubblicità, è il mio lavoro. Ma
credo che le mie abilità amatorie giochino un ruolo
fondamentale,
ammettilo" lo prese per mano e lo portò fuori
dall'appartamento
"Andiamo a sentire se l'appartamento è ancora disponibile,
non so quanto
tempo Taehyung sia disposto a darmi prima di portare quel coso peloso
in casa"
In verità, Hoseok era abbastanza convinto che le cose non stavano come Yoongi aveva detto. Tae aveva ragione, con l'altro al suo fianco, lui riusciva ad essere se stesso. Non era né il ragazzetto ridicolo preso di mira di un tempo, né il maniaco del controllo di adesso. O forse era una via di mezzo di entrambi e per questo continuava a combinare un casino dietro l'altro. Ma, si disse, finché Yoongi -qualsiasi cosa sarebbe diventato- gli avrebbe permesso di stare bene con se stesso per la prima volta in vita sua, tutto sarebbe andato per il verso giusto. Eventi fuori programma compresi.
Buonasera
a tutti *-*
Ah,
stasera sono un po' a corto di parole -evento raro, per
me xD
Questo
è allo stesso tempo l'ultimo capitolo YoonSeok e il
penultimo capitolo di The Loft e boh, forse sono un po' emozionata.
Hoseok è il mio personaggio preferito, gli ho dato tanto di
mio (purtroppo per lui) e probabilmente non sono riuscita a rendergli
giustizia, ma questo non pone alcun freno alla mia trepidazione.
Questa
storia è nata per puro caso, per farmi una risata e
fidatevi, non mi sarei mai immaginata di arrivare a questo punto.
Questa è una
cosa che ho già rivelato a qualcuno ma a questo punto mi
pare giusto
confessarla a tutti: io non avevo idea di quello che stavo facendo xD
Non ho
mai avuto una trama in mente, nemmeno io sapevo cosa sarebbe successo.
Semplicemente, mi mettevo davanti al pc quando ne avevo voglia e
scrivevo tutto
quello che mi veniva in mente. Ogni capitolo ha influenzato l'altro,
chiaro, ma
gli unici capitoli ragionati veramente sono stati questi conclusivi.
Forse è per questo che sento di non aver reso giustizia alla
mia otp, è per questo che non sempre i personaggi si sono
dimostrati fedeli a
loro stessi, ma è anche per questo che, nonostante tutto, mi
sono divertita da
morire.
Inizialmente non avevo
nemmeno intenzione di pubblicarla xD Poi mi sono convinta a provarci e
vedere
un po', ma vi giuro che non avrei mai creduto di arrivare ad oggi e
scrivere le
note del penultimo aggiornamento.
Ovviamente,
è solo merito vostro. E' stato il vostro sostegno
a portarmi sin qui e ad ignorare tutte le mie insicurezze. Le mie
tante,
taaaaante, insicurezze.
Grazie. Ve ne sono grata e non posso fare a meno di ripeterlo
ogni volta perché sul serio non me lo merito. Siete
fantastici ♥
L'ultimo capitolo arriverà. Non so quando, ma vi assicuro
che
arriverà. Promesso.
Buonanotte
a tutti,
da YoongiYah e dal gatto che in barba al caldo ha deciso di
dormirle sulle gambe xD