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Autore: Mrs Hood    07/07/2016    1 recensioni
Raccolta di OS e flash fic che mi vengono in mente perlopiù da canzoni perché, c'mon, passo ogni momento della mia vita ad ascoltare musica, se quella non mi ispira cosa lo farebbe?
Spero vi piacciano.
Per la maggior parte sono destiel ma capitano anche altre coppie qua e là.
-Aggiornamenti irregolari-
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash, FemSlash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Titolo: Roommates
Genere: Romantico, fluff, sentimentale
Rating: Verde tendente al giallo (sorry non so fare i rating)
Tipo coppia: Slash
Protagonisti: Destiel
Numero parole: 2.573
Note dell'autore: Non so come ho fatto a partorirlo, davvero. Ma ne vado piuttosto fiera quindiiii, ci vediamo a pie' do pagina *waves*

Rommates
Dean era nervoso, molto nervoso. Era il giorno in cui sarebbe andato via dalla casa dei suoi genitori per andare a vivere da solo, o meglio, con un altro ragazzo, ma era la stessa cosa. Qual era il suo nome? Cas…qualcosa. Era un qualche tipo di nome religioso, gliel’aveva detto quando si erano incontrati per discutere la parte noiosa e burocratica dell’affare. Era sembrato un bravo ragazzo: gentile ed educato, era anche riuscito a farlo ridere un po’. E poi non c’era davvero da preoccuparsi dato che non si sarebbero praticamente mai visti per via dei suoi turni in caffetteria e dei corsi all’università del suo coinquilino. 

Sarebbe andato tutto per il meglio.

 

“Dee! Hai finito con le scatole?” la voce di Mary gli arrivò ovattata dal giardino, dove un camion dei traslochi lo aspettava con tutta la sua roba. Urlò un “Sì” di risposta, prese il suo amatissimo giacchetto di pelle dall’appendiabiti e corse su per le scale, nella stanza di suo fratello. 

“Sammy” “Dee”, il maggiore poteva vedere con facilità gli occhi lucidi di suo fratello e poté chiaramente sentire il rumore del proprio cuore rompersi in mille pezzettini. “Verrò tutti i weekend, ti chiamerò al telefono tutti i giorni, puoi venire in caffetteria quando vuoi a trovarmi. Non me ne vado in Australia, mi sposto soltanto a Manhattan”, si era seduto sul letto del minore con una mano sulla sua spalla ma fu presto tirato in uno stretto abbraccio da quest’ultimo.  “Giurami che mi verrai a trovare Dee” mormorò sulla sua spalla, “Prometto prometto. Ma ora basta lacrime che mi si rovina la giacca”. Fece uscire una risatina dal castano, gli diede una pacca sulla spalla ed uscì molto teatralmente. “Se non fai la diva non sei contento eh, Dean?!” fu l’ultima cosa che sentì dal fratello.

 

“Allora signorino, vedi di chiamare spesso tua madre e tuo fratello che altrimenti li perdo entrambi. Gestisci bene i tuoi soldi e se mai ti servisse un prestito (anche se spero non succeda) vieni pure da noi, non far impazzire quel povero ragazzo ed aspettati molte ma molte visite al Central Perk da tutti noi”, John lo guardava con uno sguardo divertito, che tradiva un fondo di nostalgia e tristezza. Dean rise, annuendo:”Sissignore” finse un saluto militare.

“Oh, quasi dimenticavo” si ricordò all’improvviso suo padre correndo in casa ed uscendone in fretta e furia con qualcosa stretto in pugno, “Queste sono tue”. Il biondo prese al volo qualcosa di metallico che tintinnò nelle sue mani:”Non può essere vero” disse Dean incredulo alla vista del proprio regalo, “Beh ormai sei un adulto e la tradizione dei Winchester vuole che la Piccola passi al fratello maggiore”, un grande sorriso si aprì sul volto di entrambi gli uomini che si abbracciarono stretti. “Troppi abbracci oggi, ragazzi” mormorò Dean ridacchiando, “Questo significa che per me non ne hai riservato nemmeno uno piccolino?” Mary si avvicinò a suo figlio con gli occhi umidi di lacrime, si sorrisero a vicenda con tenerezza. “Non mi preoccupo di certo. Ci sono gli angeli che vegliano su di te”. Abbracciò con forza il figlio carezzandogli il capo come era solita fare quando era un bambino. 

Salutò la sua famiglia per un’ultima volta prima di salire sulla sua (relativamente) nuova Chevy Impala, verso la sua nuova casa.

 

/ \  /  \

 

Castiel Novak amava conoscere nuove persone. Gli piaceva e non se ne spiegava il motivo. Lo sapeva che otto persone su dieci sono false e bugiarde, ma era il processo in sé del conoscere gente che lo affascinava: il lieve imbarazzo dell’inizio e poi il gradevole crescendo dello stare a proprio agio con quella persona fin quando l’amicizia non era ad un livello superiore.

E lui sperava così tanto che sarebbe successo così con colui che stava per trasferirsi nel suo appartamento.

Non aveva molti amici maschi, solo un paio. Il motivo era semplice: coi ragazzi ci scopava e basta, non ci faceva amicizia. Stava bene con la sua stretta cerchia di amici ma Dean (aveva detto di chiamarsi così?), beh, lui sembrava interessante e per una volta non voleva provarci ma costruire un rapporto sano con lui.

Sperava vivamente di riuscirci.

 

Aveva passato tutta la notte precedente a pulire la casa per l’arrivo del nuovo coinquilino: non era mai stato così agitato in vita sua.

 

“Oddio e se mi odia?” chiese Castiel ad Hannah, la sua migliore amica, attraverso il telefono. Lei era stata ad ascoltarlo per la passata ora, e stava davvero cominciando a sentirsi stufa delle lamentele del suo amico. “Cassy smettila di impanicarti, andrà tutto bene. Ti adorerà come fanno tutti. Pensa a quanti sono i cuori infranti che hai spezzato dopo soltanto una giornata (e spesso una sola notte) passata insieme” lo rassicurò lei, “Quello è solamente perché ho il cazzo lungo” la fece ridere lui, “Beh sì a questo ci posso credere” “Vorrei anche vedere” lo sguardo del moro esitò sull’orologio della sua stanza: mancava un’ora, “Meglio che vada adesso, c’è mia sorella a cena da me e Zeke sta sera” “Ohh allora vai a farti bella per la strega. Ti scrivo dopo con i dettagli sul nuovo arrivato. Bye Han” “Bye Cassy”. 

 

Il campanello della porta suonò con quel suo rumore stridulo e fastidioso. Ci siamo Castiel, è il momento, pensò lui dirigendosi all’ingresso. Oh andiamo fai l’uomo. Aprì al nuovo abitante di quella casa con un grande sorriso “Buonasera” si annunciò Dean con un gesto della mano e gli angoli della bocca volti all’insù, ”Hey amico, entra” lo salutò, con un gesto ampio del braccio che indicava l’appartamento. “Ci sono stati problemi con il camion dei traslochi?” chiese, sinceramente interessato, “No, tutto bene. E’ qui sotto a dire il vero, anzi dovrei scendere e portare dentro le mie cose” Okay ora fai il gentleman e aiutalo, “Ma tu sarai stanco morto, i traslochi sono sempre molto faticosi. Vado io giù a prendere i tuoi scatoloni, tu fai un giro della casa e mettiti a tuo agio. C’è della pasta di ieri in frigorifero e anche della pizza fredda di Domino’s, mi pare”  il sorriso del biondo in piedi davanti a lui si ampliò ancora di più e, con quella sua voce che vacillava tra il roco e il vellutato, rispose:”Sei veramente gentilissimo, grazie. Sei sicuro che non ti disturbi?” “Al cento per cento” “Mi sa che accetterò la tua offerta e mangerò quella famosa pasta”, “Torno subito con la tua roba allora”.

 

/ \ / \

 

Castiel, ecco come si chiamava. 

Per circa un’ora il suo coinquilino aveva fatto su e giù con tutta la sua roba, rifiutando qualunque tipo di aiuto. “Tu stai zitto e mangia” gli aveva detto facendolo ridere, quando era salito con le prime scatole e aveva notato che lui voleva aiutarlo. 

Ma i suoi capelli sono sempre così scompigliati o li pettina ogni tanto? pensò Dean guardandolo mentre si asciugava il sudore dalla fronte, una ciocca gli scivolò davanti agli occhi e lui ebbe il brutto impulso di metterla al suo posto Smettila Dean, non fare il frocio.

“Posso farti compagnia mentre mangi?” la voce roca del moro arrivò dal salotto, “Certo”.

Afferrò la pizza dal frigo e la buttò sul tavolo, “Da bere?” “Sì grazie”, vi aggiunse due bottiglie gelate di birra e si sedette con lui a mangiare. 

“Lo sai che i traslochi sono alcuni degli eventi più stressanti per le donne incinte?” chiese Castiel facendolo ridere: “Ah sì?” “Infatti ad una donna che aspetta un bambino si vieta severamente di fare lunghi viaggi o di traslocare” il biondo rise più forte a quell’affermazione: “Che diamine c’entra questo?” il viso dell’uomo davanti a lui si contrasse in un’espressione che era un mix tra confusione e desolazione, “Uh, scusami stavo ehm pensando ad alta voce” “Non c’è problema era interessante, credo”. Risero entrambi, continuando a mangiare.

Andrà tutto bene Dean, è simpatico. Ce la stai facendo. 

 

/ \ / \

 

Quinto giorno di convivenza

 

“Vuoi qualcosa da bere?” chiese Castiel al suo ospite che era seduto sul divano. “Hai del vino rosso per caso?” “Sì certo”.

Era uno dei tanti ragazzi, stentava a ricordarsi il suo nome. Mike? Mickey? Mark?

Bevvero in fretta, parlarono, risero, bastarono quindici minuti scarsi per ritrovarsi a pomiciare sul divano come due adolescenti e venti perché quel (più o meno) sconosciuto fosse in ginocchio a succhiargli il cazzo.

 

/ \ / \

 

Trentaduesimo giorno di convivenza

 

Oh Dio santissimo ma non se li può scegliere che non urlano, almeno? Dean cominciava a sentirsi stanco delle ‘scappatelle’ di Castiel. Erano rumorosi come non mai e lui a stento dormiva. 

Cas non gli dispiaceva affatto, anzi, gli piaceva abbastanza. Era simpatico e, quelle poche volte in cui si ritrovavano a casa nello stesso momento, lo faceva ridere tanto, in più era piacevole guardarlo. Aveva scoperto che quei capelli non stavano mai al loro posto, proprio come aveva pensato il giorno del trasferimento, ed erano stupendi così. I suoi occhi erano anch’essi magnifici: dipendeva dalle giornate ma, in ogni caso, il loro colore vacillava tra l’azzurro chiarissimo del mare limpido, al blu scuro e penetrante dell’oceano profondo. Non era capitato spesso ma quando i loro sguardi si incrociavano Dean sentiva di poter morire felice.

E poi vi era la parte più importante di tutte: le labbra. Erano piene, rosse e dannatamente screpolate. Il maggiore dei Winchester aveva perso il conto di quante volte, in un mese e qualche giorno, le aveva immaginate contro le sue (ed in modi decisamente meno appropriati di quello). 

Ma non ne era innamorato. 

Cioè, gli piaceva il modo in cui si muoveva la mattina mentre strascicava i piedi verso la cucina afferrando i suoi libri (e alcune volte un’aspirina perché era spesso sbronzo), gli piaceva il modo in cui le parole danzavano sulla sua bocca perfetta, ma non ne era innamorato. Nope. Zero. Forse solo un pochino. No ma che dico. 

 Comunque il fatto che (quasi) ogni notte portasse a casa un nuovo ragazzo gli dava fastidio. Tanto fastidio.

 

/ \ / \

 

Quarantesimo giorno di convivenza

 

Quando si svegliò, Castiel trascinò sé stesso in cucina per una tazza di caffè. Quel caffè buonissimo che Dean gli preparava tutte le mattine nonostante quest’ultimo non lo bevesse.

Non appena fu di fronte al frigorifero notò un messaggio scritto con calligrafia disordinata e frettolosa sulla lavagnetta appesa ad esso, diceva: ‘Questa sera non hai i corsi mi sembra di ricordare e, visto che io ho il turno di mattina, stavo pensando che potevamo ordinare una pizza e mangiarla insieme?

Mandami un messaggio se è okay per te.

-DW’

Sorrise. Quel ragazzo non faceva altro che sorprenderlo. 

La prima cosa che lo aveva stupito di lui era il sorriso: era radioso e, Castiel ci avrebbe messo una mano sul fuoco, in una stanza buia avrebbe potuto illuminarla del tutto. 

Poi aveva continuato a stupirlo in quel mese e qualcosa. Prima con il caffè, poi con l’aspirina vicino ad esso le mattine dopo le sue sbronze. Ed ora questo.

Mandò in fretta quel messaggio: ‘Sono più che d’accordo per la pizza ;)’, poi prese i libri ed uscì di corsa.

 

/ \ / \ 

 

Aveva detto di sì. 

Devi mantenere la calma Dean.

Con quel pensiero in mente la giornata a lavoro passò piuttosto in fretta, era venerdì e l’affluenza di persone era pazzesca. Diamine la gente non fa altro che bere caffè. 

 

Mentre si rilassava sul divano prima della famosa ‘cena’ (che poi era solo una pizza ma sono dettagli), gli arrivò un messaggio da Castiel:’Tra mezz’ora sono a casa, aspettami per ordinare la pizza!’ 

Ci siamo. Ce la posso fare.

 

/ \ / \

 

“Sono qui!” disse mentre entrava nel loro appartamento, al suo coinquilino che era stravaccato sul divano e faceva zapping alla televisione, “Stavo cercando qualcosa da guardare mentre mangiavamo, ma non c’è nulla” gli disse Dean con una smorfia di disapprovazione, il moro rispose prontamente:”Ho dei dvd se vuoi. Non so cosa ti piace in realtà ma sono uno che va per i classici adolescenziali, ti avverto. I miei preferiti sono Titanic e The Breakfast Club, ma dai un’occhiata e scegli tu. A me va bene tutto, in realtà” Okay, sta sorridendo. Dannazione Winchester non farmi questo. Ho detto qualcosa di sbagliato? “The Breakfast Club è il mio film preferito e sono così felice che tu ce l’abbia perché volevo affittarlo ma non avevo idea se ti piacesse o no, cioè seriamente lo amo da morire” una risata molto lieve uscì dalle labbra di Castiel quando udì la velocità con cui il suo coabitante aveva iniziato a parlare: “Siamo in modalità fangirl, Winchester?” “Oh, sta’ zitto”.

 

/ \ / \

 

Il film era quasi finito (era la scena in cui si facevano le canne), loro erano a metà tra le lacrime dal ridere e la sopracitata modalità fangirls. La pizza era finita alla velocità della luce (il fatto che alcuni pezzi di salame piccante fossero tra i loro capelli perché se li erano lanciati in un momento da dodicenni era solo un dettaglio).

Però a Dean quella domanda premeva talmente tanto.

Aspetto almeno la fine del film.

 

Nel momento in cui John Bender alzò il pugno fendendo l’aria del campo da football, le parole lasciarono la bocca del biondo:“Perché porti tutti quei ragazzi a casa?”. La testa di Castiel scattò verso di lui, un’espressione che era tra il confuso ed il divertito troneggiava sul suo viso, “Beh devo divertirmi anche io, non credi?” “Mai a casa degli altri? Si da il caso che non vivi più da solo” “Vuoi dire che ti infastidisce, Dean? Non sarai per caso geloso”.

Tu non immagini quanto, Novak. 

“E se così fosse?”, un ghigno si fece spazio sulle labbra screpolate del moro: “Se così fosse allora dovresti solo dirmelo” “E cosa succederebbe, se io lo facessi?” “Potrei farti felice, se tu lo facessi” “Oh, Castiel Novak, mi stai tentando?” “Sì, Dean Winchester, ti sto tentando” “E allora sì, sono geloso. Perché ogni tanto devo andare in bagno durante la notte, e vedo ragazzi a caso che ti baciano. E tu hai delle labbra che sono la mia dannazione. E ti guardano negli occhi mentre gli soffi sulla bocca cose irripetibili. E i tuoi occhi si aggiungono alla lista delle mie dannazioni. E sappi che i muri sono di cartone quindi ti sento urlare di piacere. Mai il loro nome. Scommetto che non lo conosci nemmeno, la maggior parte delle volte, il loro nome. Dico bene? Ma certo che dico bene. Oh, non dimentichiamoci le tue urla nella mia lista. Mi raccomando.

Dalla seconda settimana che vivo qui ho cominciato a prepararti il caffè. Io non bevo caffè. Soltanto per la gioia del vederti sorridere quelle poche volte in cui mi trovo a casa quando ti svegli. Il quarto punto nella mia lista.

Ti basta, Novak? Perché ne ho ancora”.

Non ebbe il tempo di finire quella frase perché ora quelle labbra screpolate ed infinitamente morbide lo divoravano, facendolo sprofondare in un oblio di piacere e felicità.

 

/ \ / \

 

Ottantesimo giorno di convivenza

 

“Te l’hanno mai detto che sei un Dio del sesso, Cas?” sorrise Dean, rotolando dall’altra parte del (nuovo) letto matrimoniale e stiracchiandosi, “Oh, moltissime volte, Dee”. Risero insieme e restarono abbracciati per un po’ prima di alzarsi ed iniziare la giornata. 

Oh, Castiel Novak quanto ti amo.

 

/ \ / \

 

Diamine Dean Winchester quanto ti amo

 

/ \ / \

 

Duecentesimo giorno di convivenza

 

“Quindi domani è il grande giorno?” “Puoi dirlo forte, tesoro”.

Fecero scontrare i calici pieni di champagne, brindando (e sperando profondamente) ad un matrimonio perfetto e duraturo.

Erano sicuri che sarebbe andata perfettamente, ma un po di fortuna nelle bollicine faceva sempre bene.



Spazio moi
EIEIEI BUONASERA A TUTTIIIIII
Allora, questa è stata davvero un parto ma ne vado particolarmente fiera. Beh, niente, spero vi piaccia. 
RECENSITE MI RACCOMANDO.
Kisses,

Vio

 

   
 
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