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Autore: Raeiki    08/07/2016    0 recensioni
Dopo il licenziamento del padre e la perdita del suo migliore amico, la vita di Alex gli crollò addosso da un giorno all'altro. E tutto a causa del piano maniacale di Loyal Sealight, che nel mentre aveva creato il suo esercito noto come "La Legione". Essi erano uno squadrone di avatar potenziati che conquistarono la regione una città alla volta, con l'obbiettivo di creare più danni possibili. Alex aveva creato l'eroe Xander Gold proprio per debellare la Legione, perchè se non si attivava lui che conosceva il malvagio piano di conquista di Sealight, chi altro l'avrebbe fatto?
Genere: Azione, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non aveva mai visto così tanto sangue in vita sua. Spari continui, separati tra loro da brevi pause di silenzio tombale per ricaricare i fucili. Dei proiettili cozzavano sulla sua armatura, ma non sembrava curarsene. Aveva un solo obbiettivo. 
Un soldato gli si avventò contro brandendo un randello, ma fu fermato e gettato via con un pugno. I suoi occhi fissavano e analizzavano velocemente ogni singolo anfratto, ogni angolo, ogni strada e ogni edificio. Genesis gli aveva detto che si trovava nel cuore delle fila nemiche, ma la cosa non lo turbava. Li avrebbe sbaragliati con facilità e si sarebbe ripreso la sua rivincita. 

Improvvisamente scorse un manipolo di soldati avanzare verso un punto impreciso, e subito dietro di loro vide i Creeps. Fece un passo avanti ma una mano sulla spalla lo bloccò: "Fermo."
Si voltò pronto a sferrare un pugno all'interlocutore, ma vide subito che si trattava di Genesis: "Lascia fare a me." Il ragazzo prese un oggetto luccicante, a forma di disco; lo attaccò al braccio e avanzò lentamente verso i soldati: "EHI! DA QUESTA PARTE!". Sparò una raffica per attirare la loro attenzione, e appena si girarono alcuni mormorarono: "Ma...è il Direttore? Cosa fa?". Skydrops spalancò gli occhi da dietro il suo casco rosso notando Genesis e Xander insieme, e urlò ai suoi: "ATTENTI!"
I soldati non fecero in tempo a recepire la frase che Genesis colpì il suo disco con una piccola bacchetta di ferro, producendo un suono simile a quello di un diapason moltiplicato per diecimila. Xander ebbe meno problemi, gli interni dell'elmo attutirono il suono, ma era incredibilmente fastidioso anche per lui. 

L'eroe approfittò del temporaneo stordimento degli avversari per lanciarsi su Skydrops, che si era già armato di motosega per l'occasione. Questa volta fu Xander a cominciare col botto, sferrando un pugno con tutta la sua potenza a Skydrops che fu scagliato indietro, contro il muro di un edificio. Sealight si alzò, sputando del sangue che uscì colando da sotto il suo casco. Fece per rialzarsi, ma un pugno troppo rapido per essere parato lo ancorò nuovamente al muro, incrinandogli qualche costola. Gemette di dolore, vedendo avvicinarsi Xander. Doveva pensare a qualcosa, mentre il resto dei suoi compagni si era lanciato all'inseguitore. Improvvisamente pensò che in spazi più ampi Xander era avvantaggiato grazie alla sua capacità di combattere a distanza staccando i pugni meccanici dalla sede; quindi si tirò a tentoni dentro l'edificio, evitando per miracolo un altro pugno.L'eroe imprecò: lì dentro sarebbe stato difficile combattere a distanza, si sarebbe dovuto affidare al corpo a corpo. Pensò che d'altronde aveva danneggiato Ben con quei due pugni, e sarebbe quindi partito avvantaggiato. Corse all'interno, quando una lama apparve da dietro una parete. Lo stava aspettando.
La motosega colpì violentemente il casco di Xander incrinandolo: "Non te lo aspettavi, Alex? Dai, alzati." Xander si alzò in piedi, mettendosi in posizione di guardia con i due pugni alzati davanti alla faccia: "Stavolta non scapperai."

 

Ben sorrise sotto il casco. Fece uno scatto avanti menando un fendente orizzontale, parato dal pugno destro. Il sinistro partì subito all'attacco: Skydrops lo bloccò a fatica sentendo un dolore lancinante al braccio, ritirò la sua arma e tentò un affondo. La motosega colpì l'armatura in pieno petto, e Skydrops ci si avventò contro per conficcarla del tutto e lacerare la pelle del suo nemico. Nel farlo però abbassò la guardia e Alex lo colpì in faccia con l'ennesimo violentissimo pugno mandando il casco in frantumi. Ben si lasciò cadere all'indietro, lasciando la motosega incastrata nell'armatura. Xander stava sudando freddo per l'adrenalina: l'arma era quasi riuscita a raggiungere la sua pelle. La tirò fuori gettandosela alle spalle, per poi sollevare l'avversario con entrambe le braccia e gettarlo di nuovo all'esterno dell'edificio. Ben faticava a tirarsi su, perdeva molto sangue. Xander si preparò a sparare un pugno nella sua direzione per finirlo, ma Sealight riuscì ad afferrare con una mano la motosega. Evitò il pugno e si attaccò alla catena con la mano libera. Xander se ne accorse troppo tardi, proprio mentre stava tirando indietro il pugno. Cercò di tirarsi indietro ma invano: Ben gli fu addosso in un attimo e colpì il casco di Xander con la motosega distruggendolo del tutto. Ora entrambi erano smascherati e si guardavano nei loro occhi dopo molto tempo. Ben aveva un'espressione affaticata, ma sempre seria. Alex era infuriato, e si rialzò in piedi nonostante l'urto. Sferrò un pugno in avanti, e Ben lo bloccò tenendo davanti a sé la motosega in verticale. Alex se ne accorse, e per un secondo il tempo si fermò. Ben aveva appena commesso un errore madornale.

Alex allentò per un secondo la presa sulla lama, per poi colpirla violentemente con entrambi i pugni. Come previsto la lama fu sbalzata indietro e tagliò per dritto la leggera armatura di Ben, causandogli una ferita sul petto. L'avversario urlò di dolore cadendo a terra. Perdeva più sangue di prima, e Alex lo guardò per un secondo: quello che era il suo migliore amico ora era ai suoi piedi morente. Non ebbe tempo di pensare se ucciderlo o meno che il suo cellulare squillò per un attimo. Staccò uno dei due pugni per rispondere, e dall'altro lato la voce affannata di suo padre gli parlò: "Alex...Alex, ho bisogno di te. Adesso."
"...cosa succede? Hai installato il virus?"
"Si, ma non ho finito di settare le opzioni. Il computer madre è...incredibile, lo hanno protetto in tutti i modi possibili. Non posso cancellare del tutto il Progetto Spawner, ma solo posticiparlo..."
Per poco Alex non fece cadere il telefono: "...e non è finita qui. Stavo finendo i settaggi, quando..."
Alex sentì il padre tossire dall'altro lato della chiamata: "Quando cosa? Che diavolo sta succedendo, papà?!"
"Alex...Sealight è qui. Lui è...lui...mi sta cercando."
La chiamata si chiuse. Il ragazzo non aveva un secondo da perdere. Perchè Sealight era lì? Chi lo aveva avvertito? Poi un'idea si fece strada nella sua mente: Brown. Lo aveva lasciato vivo, e con le forze restanti aveva di sicuro avvertito il capo del pericolo incombente alla base.

L'eroe effettuò il logout risvegliandosi nella sua macchina, luogo dal quale aveva loggato. Accese il motore e si allontanò in fretta da Winston. Accelerò al massimo in direzione di Campbell e in un quarto d'ora fu all'HQ della Legione. Vide la cancellata aperta, come anche la porta d'ingresso, ed entrò effettuando nuovamente il login come Xander Gold. Sentì dei passi veloci e una risata poco distanti da lui. Si nascose dietro una parete sbirciando dall'altra parte: suo padre correva ansimando e perdendo sangue dalla schiena, e subito dopo di lui una creatura alta e nera lo inseguiva. No, non era alto...stava fluttuando. O meglio, correva utilizzando delle articolazioni nere simili alle zampe di un ragno, e non toccava terra con le gambe. Indossava un elmo con un grosso occhio che copriva il volto, e rideva sadicamente. Appena Xander vide passare suo padre di fianco a lui uscì dal nascondiglio e si parò davanti alla creatura: "STOP!". La cosa non fece in tempo a frenare e Xander la colpì con un pugno rispedendola indietro contro una parete. Suo padre si voltò vedendo la scena: "...A-Alex!"
"ALLA SALA COMPUTER, VELOCE!". Suo padre lo guidò al piano superiore nella sala computer. Quando furono entrambi dentro Xander raccolse i resti del portone blindato, sfondato in precedenza, e li trascinò davanti all'entrata creando una barricata d'occasione. "Alex...finisci di scaricare il virus, io mi devo riposare un attimo...ho corso troppo, e ho perso molto sangue..."
"...va bene. Ci metterò un attimo..."
L'eroe si staccò entrambi i guanti e guardando lo schermo vide un countdown in basso a sinistra che segnava 7:45 minuti, una casella con segnato il numero 00 e segnato a fianco un +, infine sotto a questa casella c'era scritto "Minuti/Ore/Giorni/Mesi/Anni". Paul iniziò a dargli le istruzioni: "Bene...per prima cosa inserisci anni nelle opzioni. È la misura massima. Il countdown che vedi è la sequenza di chiusura automatica di questo posto, e una volta finito l'intera struttura verrà sigillata e diverrà inaccessibile. Dovremo concludere il tutto in questo tempo, quindi veloce, clicca sul più e arriva a cento anni. I numeri si muovono molto velocemente, abbiamo tutto il tempo."

Xander non si fece ripetere una sola parola e cliccò a tutta velocità il +. I numeri effettivamente salivano abbastanza in fretta, ma un rumore agghiacciante lo obbligò a girarsi: la creatura di prima aveva sfondato la barricata con le quattro articolazioni meccaniche, ed entrò nella sala computer: "DRAAAAAAAAAAAAAKE! SEI QUI! E C'È ANCHE XANDER GOLD!". 
L'eroe rimase paralizzato. Era Sealight? Cosa diavolo gli era successo? Come aveva fatto a trasformare in quel modo il suo avatar? 
"ADESSO MI OCCUPERÒ DI QUESTO PICCOLO GUASTAFESTE D'ORO!" 
Xander si voltò per un secondo verso il monitor: il contatore era impostato su 20 anni. Si rigirò, notando che in quella frazione di secondo Sealight si era avventato su di lui, richiudendo tutte le articolazioni verso la crepa nell'armatura per frantumare essa insieme alla gabbia toracica del ragazzo. Ma le quattro lame non raggiunsero Alex, si fermarono poco prima. 
Xander riaprì gli occhi, vedendo suo padre tra lui e Sealight, le lame che uscivano dalla sua schiena sanguinante. Un urlo partì dalla sua bocca.

Paul Drake era scattato in piedi non appena aveva visto il veloce movimento del suo ex collega. Si spostò davanti a suo figlio, sentendo subito un dolore enorme nello stomaco. Abbassando lo sguardo vide le quattro lame di Sealight conficcate nella sua carne: lo avevano passato da parte a parte, perforandolo. Sputò del sangue per terra, serrando i denti e chiudendo gli occhi lacrimanti. La sua vita gli passò davanti in un attimo, pensò a suo fratello, al suo progetto, a sua moglie, e infine: "A...Alex...io...ti voglio...bene...".
Sealight strappò via le lame, e Paul si accasciò per terra sanguinante. La sua vita era giunta al termine. 
Le lacrime scendevano da dietro l'elmo, cadendo per terra e senza fermarsi. Xander alzò la testa di scatto, la vista offuscata dal pianto: "AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAARGH!"
Corse contro Sealight che cercò nuovamente di richiudere le lame nell'armatura di Xander. fallì di nuovo, però riuscì a intrappolarlo tra le quattro articolazioni di ferro nero: "Mi dispiace per tuo padre, ragazzo, ma nessuno fermerà il mio progetto." Detto questo, si voltò di scatto scagliando Xander Gold contro la vetrata: essa si sfondò all'impatto e l'eroe cadde giù dal quartier generale, battendo la testa. Il colpo era decisamente più violento rispetto all'ultima volta, ma non letale. Xander perse i sensi, vedendo come ultima cosa l'immagine sanguinante di suo padre davanti ai suoi occhi. 

Sealight guardò giù dalla vetrata: un'ostacolo era debellato. A giudicare da come aveva reagito, chi si celava dietro la maschera di Xander Gold poteva benissimo essere Alexander Drake, il figlio di Paul per l'appunto. Fece per scendere le scale e uscire, quando lanciando uno sguardo al monitor del computer madre raggelò: si avvicinò ad esso, vedendo tutte le opzioni del virus e il countdown che segnava 00:30 secondi. Andò nel panico e per un attimo provò ad annullare tutto senza riuscirci. Ormai era fatta. 
Si voltò per gettarsi dalla stessa finestra dalla quale era caduto Xander, ma appena ci arrivò davanti questa si chiuse davanti a lui con una saracinesca d'acciaio rinforzato. La procedura da lui stesso creata lo aveva rinchiuso come un topo in gabbia. Il computer era compromesso, anche spegnendolo e riaccendendolo non riusciva a cancellare quella schermata. Chiamò al cellulare suo figlio e i Creeps, ordinando la ritirata.

"Come accidenti hanno fatto a chiuderti dentro?!"
"Un virus. Inutile provare a farmi uscire, le saracinesche sono indistruttibili. Adesso ascoltami bene. Paul Drake è morto, Xander Gold è caduto. A proposito, era ancora lì quando siete arrivati?"
Ben Sealight, coperto di bendaggi e medicamenti, esitò un secondo davanti alla serranda della porta d'ingresso, attraverso la quale comunicava con suo padre: "...no. Non c'era."
"COME DIAVOLO SAREBBE A DIRE?! COME AVREBBE FATTO A SCAPPARE IN QUELLE CONDIZIONI?!"
"Non ne ho idea, papà. Adesso che facciamo? L'attacco a Winston è fallito."
Sealight si accasciò contro la serranda, pronunciando questa frase rivolta a tutti i suoi sottoposti presenti davanti all'HQ: "Interrompete tutti gli assalti fino al mio ritorno."
Ben spalancò gli occhi: "Ma hai detto tu stesso che..."
"Lo so, l'edificio si riaprirà tra non meno di vent'anni. Ma con esso avrà inizio il Progetto Spawner, quindi attenderemo. Quando sarà il momento, la Legione tornerà. Per ora limitatevi a vivere normalmente. Ben, tu ogni tanto portami delle scorte qui, ci terremo in contatto dal telefono. Tu e la squadra Creeps dovrete stare dietro ad Alexander Drake fino a nuovo ordine. Trovatelo, e non mollatelo un secondo. Ma non lo uccidete, mi raccomando, potrà servirmi in futuro."
Ben rimase sconvolto da quelle parole e dalla freddezza di suo padre in quella decisione, ma accettò e ordinò quindi il temporaneo scioglimento della Legione.

Alex riaprì gli occhi, trovandosi sdraiato su un lettino d'ospedale. Si guardò intorno, trovando tre visi familiari e due sconosciuti: mettendo a fuoco la vista capì che nella sua stessa stanza si trovavano sua madre, un ragazzo e una ragazza che gli erano molto familiari, un dottore e un'infermiera. Il dottore sorrise: "Buongiorno, Alexander. Come ti senti? Riesci a parlare? Riconosci queste persone?"
Alex si rialzò lentamente, sentendo un forte dolore ovunque, ma soprattutto alla testa. Tossì per schiarirsi la voce: "S-salve. Ehm...so che lei è mia madre, e loro due sono molto familiari, non so nulla di più al momento."
La ragazza scoppiò in lacrime, e l'altro ragazzo la abbracciò cercando di tranquillizzarla. Il dottore sospirò, rivolgendosi alla madre: "Soffre di un'amnesia temporanea. In breve dovrebbe ricordarsi di loro due e di alcune cose, ma recuperare tutti i ricordi sarà impossibile temo. Saranno necessarie alcune visite a case, potrei avere l'indirizzo?"
La madre tirò fuori un foglietto: "Certamente, eccolo qua. Numero 10, Sunset road, città di Seventh."
Seventh? Che posto era? Poi pian piano venne a galla un ricordo: il ragazzo presente nella stanza lo recuperava da qualche parte e lo caricava su una macchina, dirigendosi verso casa sua. 
Ricordava la madre e la ragazza in lacrime, ricordava un lungo viaggio in macchina e infine, per un secondo, una rapida scena sanguinolenta che però non gli diceva nulla. 

Arrivarono in una casa diversa da quella che ricordava, meno grande ma con arredi simili. Si erano trasferiti? Qualcuno suonò al campanello, e la madre andò a rispondere trovando Mark e Clare Drake sull'uscio di casa. Avevano un'espressione preoccupata, e Mark abbracciò sua madre consolandola per qualche motivo a lui sconosciuto. Una figura nuova entrò in casa, andando verso di lui: "Alex? Ciao...". Era un ragazzino di dodici anni, somigliante ad Alex per certi tratti del viso, aveva un'aria trepidante: "Ti...ti ricordi di me? Sono Albert, tuo cugino..."
"Oh, già...scusami, è che..."
"No, non preoccuparti. Stai bene ora?"
Alex scosse la testa, confuso: "Credo...credo di si, si."
"Bene. Sembra che vivremo nello stesso quartiere. Sei contento? Almeno non dovremo più viaggiare da America 5 fino alla 8 per farvi visita!"
America 5? Ecco perché non si ricordava dell'esistenza di quel posto, perché non erano più in America 8. Erano effettivamente andati a vivere in America 5 vicino ai suoi zii. 
Però in tutto questo puzzle costruito a fatica mancavano due tasselli: dov'era Ben?
Ma soprattutto, dov'era suo padre?

 

Vent'anni dopo

"Allora papà, hai detto che dovrei prendermi la patente, no? Bene, che macchina dovrei prendere secondo te?"
Alexander non fece molto caso alla domanda di suo figlio, e lo liquidò con un diretto: "Non saprei, cercane una su internet e vedi quale ti piace. Che non costi troppo."
"Ok. Wow, finalmente!"
L'uomo era ancora fermo sulle cose che aveva letto poco prima. Le note scritte da suo padre durante il suo... il loro progetto e prima della sua morte. Mentre leggeva, i ricordi che aveva perso riaffioravano pian piano, e in breve ricordò Xander Gold, ricordò Ben, Genesis, la Legione, l'assalto a Winston e la sanguinosa morte di suo padre per mano di Sealight. E su quest'ultimo pensiero si fermò, assumendo un'espressione preoccupata. Erano passati vent'anni da quel triste giorno; infatti era il 2035, mentre gli avvenimenti riguardanti i suoi ricordi risalivano al 2015. Questo significava che Sealight era sul punto di tornare libero, e con lui sarebbe rinata la Legione. Doveva trovare un modo per impedire a quel maniaco di rovinare nuovamente la sua vita e quella di tutte le persone a lui care. A qualsiasi costo.

-America 8, Campbell, HQ della Legione

La figura si alzò in piedi, avviandosi verso il computer madre. Tutti quegli anni chiuso lì dentro lo avevano portato alla pazzia, e gli risultava difficilissimo fare pensieri completamente lucidi. Guardò il monitor, notando che il counter del tempo mancante all'apertura era arrivato a zero. Sorrise maliziosamente: "Finalmente."
Le serrande si alzarono lentamente, facendo filtrare la luce solare. Non essendo più abituato alla luce naturale, Sealight fu shockato a tal punto che perse le vista. 
Cercò il telefono nella tasca, e chiamò suo figlio prima di diventare del tutto cieco: "Ben? Vieni al quartier generale, presto. Direi..."
Camminò tastando le pareti, fino ad arrivare alla porta principale. L'aprì, uscendo a tentoni dall'edificio: "...direi che il giorno è arrivato."

Fine

 
   
 
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