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Autore: eLiSeTtA    20/04/2009    8 recensioni
Dovette fare appello a tutta la sua forza di volontà per staccarsi dall’abbraccio di Tony...
Un po’ per il proprio orgoglio...
Un po’ perché se fosse rimasta con lui un minuto in più era sicura che non sarebbe riuscita ad abbandonarlo...
Mettendo però a rischio la sua vita...
E questo lei non poteva permetterlo assolutamente...
Così si incamminò verso la porta.
Arrivata alla soglia mise una mano sullo stipite e si girò verso di lui.
- Addio Tony...- E, dopo averlo guardato negli occhi per l’ultima volta, sparì.
ff di elisa_93, a parere di eLiSeTtA uno dei suoi migliori lavori... sta a voi decidere, oh carissimi lettori!
Genere: Romantico, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Anthony DiNozzo, Ziva David
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qui con un nuovo capitolo, forse l’ultimo del mese, visto che il prossimo lunedì vado a fare una piccola escursione alle Eolie...

Allora... dovrei tornare Mercoledì sera... quindi spero di riuscire ad aggiornare Giovedì, ma molto probabilmente no...

Vi lascio al capitolo!

 

 

 

 

23. Nulla è come sembra (parte 2)

 

 

 

 

Tel Aviv 20:05 ora locale

Quartier generale del Mossad

 

Ziva lo seguì con lo sguardo mentre si sedeva comodamente sul suo divanetto.

- Ti prego ragiona! Pensa a tutte le vite che andranno perse...- cercò ancora di convincerlo.

Hazif fece un sorriso folle.

- Ma moriranno per una giusta causa... anzi giustissima... cherié!- rispose il Direttore in inglese, chiaramente voleva che anche DiNozzo sentisse quello che si dicevano.

A Tony però venne solo una gran voglia di spaccare quel bel visino che si ritrovava, ad Hazif

Ziva si accorse che fremeva di rabbia e così lo intimò con lo sguardo a stare calmo.

Lui sbuffò e incrociò le braccia sul petto.

Perché sembravano avere tutta quella confidenza?!?

Cosa c’era stato tra quei due?!?

Ziva chiuse gli occhi cercando di darsi una calmata...

Anche lei aveva gli stessi impulsi omicida di Dinozzo...

Quando li riaprì però era riuscita a riprendere il controllo.

- Ti prego...- sussurrò.

Hazif scoppiò in una risata isterica e piuttosto irritante.

- E da quando mi preghi... Ziva David?!?-

Continuò a tenersi la pancia per le risate, poi ad un certo punto si calmò e cercò di tornare serio.

- Sei incredibilmente cambiata...- disse sorridendo e ciondolando i piedi, poi si rivolse a Tony.

- L’hai cambiata tu... Come hai fatto? Come hai fatto brutto bastardo americano?-

A quel punto il ragazzo non ci vide più dalla rabbia e tentò di lanciarsi addosso ad Hazif, ma due mani piccole ma forti lo trattennero.

Si girò e notò che era Ziva che lo teneva stretto per un braccio...

Non aveva un aspetto molto amichevole...

- Fermo Tony... non ne vale la pena...- gli suggerì a denti stretti.

Hazif si alzò dal divanetto di scattò, era nervoso.

- Ah! Adesso non ne vale la pena? Non dicevi così prima...- disse con un sorriso malizioso.

Tony li fissò alternativamente piuttosto confuso...

E se non fosse solo una sua impressione... e se c’era stato davvero qualcosa tra quei due?

- Che intende dire?- domandò a Ziva piuttosto curioso e nervoso allo stesso tempo.

- Non lo ascoltare...- disse lei non degnandolo di uno sguardo e fulminando il Direttore del Mossad.

- Non glielo hai detto vero? Ziva... Ziva... ma quante altre cose gli hai tenuto nascoste?- fece quello con tono canzonatorio.

Stava riuscendo a farli litigare...

E gli stava riuscendo più facile del previsto...

Hazif sorrise compiaciuto di se stesso...

- Che sta dicendo?!?- stavolta Tony era davvero preoccupato.

Ziva gli stava veramente nascondendo qualcosa?

- Lascialo perdere è pazzo!- insistette lei un po’ in difficoltà.

Hazif stava tentando di separarli...

E odiava ammetterlo ma se avesse continuato a parlare ci sarebbe riuscito...

Ancora una volta gli errori del suo passato si stavano per ripercuotere sulla sua vita...

- Beh...- cominciò Hazif dirigendosi verso il mobile dove teneva tutti i liquori - sarò anche pazzo... ma tu sei venuta lo stesso a letto con me l’altra sera...- completò tranquillamente prendendo una bottiglia di Tequila, quella che in America Latina aveva comprato con Ziva.

Il cuore di Tony smise di battere...

Non era possibile...

- Sta mentendo vero?- chiese con un filo di voce rivolto a Ziva.

Lei rimase in silenzio e fissò per terra.

- Dimmi che non è vero...- la pregò disperato.

Ne aveva sopportate troppe...

- Scusami... io...- disse lei.

- Il bambino quindi... è...-

- Non lo so Tony... non lo so...- rispose lei fissandolo dispiaciuta.

Non sapeva se questa volta Tony sarebbe stato disposto a passarci sopra...

In fondo gli aveva tenuto nascosta una cosa del genere...

- Quale bambino cherié? Non mi dire che sei incinta!- esclamò Hazif facendo quasi cadere il bicchiere di tequila che si era appena versato.

- Fatti i cazzi tuoi Hazif!- gridò la ragazza con rabbia.

Era tutta colpa sua... era colpa di Hazif!

- Volevo solo sapere se sto per diventare ab o no... ma visto che osi anche mancarmi di rispetto cherié, nonostante tutto quello che ho fatto per te, racconterò al tuo amichetto anche del vero motivo per cui sei stata mandata all’NCIS...-

Ziva si gelò...

Se fosse venuto a saperlo DiNozzo non avrebbe più potuto fissarla negli occhi... tanto sarebbe stato arrabbiato e deluso da lei.

- Stai zitto! Stai zitto!- gridò quasi isterica, poi si rivolse a Tony - Ti prego non lo ascoltare...-

Ma lui le fece cenno di stare zitta e ad Hazif di continuare.

E quest’ultimo ne fu particolarmente entusiasta...

- Sai... quando Ziva è venuta la prima volta da voi all’NCIS era per quella questione di Ari Haswari... penso la ricorderai visto che era morta una tua collega se non sbaglio...-

Tony strinse più forte i pugni...

Non bastava solo il dolore che stava provando ora...

Gli toccava fare i conti anche con vecchie ferite...

- Si... me lo ricordo...- rispose a denti stretti.

- Beh... quando Ziva è tornata in Israele a suo padre è venuta la brillante idea di rimandarla da voi visto che aveva conquistato la vostra fiducia e di usarla come spia che ci passava le informazioni top secret sul vostro paese... solo grazie alle sue informazioni sulle basi nucleari americane e sul loro livello di sviluppo l’Operazione Messiada potrà cominciare! Grazie Ziva a nome d’Israele! Lechaym!- disse l’uomo alzando il bicchiere a mò di brindisi, poi lo buttò giù tutto in un sorso.

Stavolta il ragazzo era veramente furioso...

- E’ vero?- domandò cercando di mantenere la calma.

Ziva abbassò di nuovo gli occhi in difficoltà...

- Beh... io...-

- E’ vero?- gridò Tony.

Lei alzò la testa e lo fissò intensamente.

- Si...-

Quella era la goccia che faceva traboccare il vaso...

Tony la fissò deluso...

Mise in quello sguardo tutto il suo dolore...

L’aveva tradito ancora una volta...

Per l’ultima volta!

Si voltò e si diresse verso la porta.

- Non andare ti prego... io ho parlato con mio padre solo il primo anno... te l’ho detto!-

Lui si voltò di scatto e lei si accorse con grande stupore che stava piangendo...

- Perchè ti dovrei credere? Mi hai mentito per tutto il tempo! Ho vissuto due anni di bugie! E pensare che mi sono fidato di te come un pivello!!- fece per andare, poi si voltò di nuovo - Ah! Un’ultima cosa...-

- Cosa?- domandò lei ormai impotente.

- Venire a letto con me faceva pare del tuo piano, vero?-

- No! Non è vero! Io...- non riuscì a dirlo.

Lo stava perdendo e non riusciva a dirglielo...

Non riusciva a fargli capire quanto lo amava...  quanto avrebbe desiderato stare con lui fregandosene di tutto e di tutti... persino di quella stupida regola di Gibbs!

- E pensare che mi sono innamorato di te...- disse infine Tony.

Poi si voltò e si diresse a passi inesorabili verso la porta.

- Tony!- lo chiamò di nuovo Ziva.

Ma lui non si voltò...

Poi uscì dalla stanza lasciando Ziva sola con un gongolante Hazif.

Lei trattenne le lacrime a stento e cercò di trasformare il dolore in rabbia... rabbia che avrebbe riversato sull’uomo che le aveva appena rovinato la vita.

- Hazif tu ora morirai...- disse lei con un tono calmo ma per niente amichevole.

Poi con un movimento fulmineo lo afferrò e gli sbatte la testa contro il mobile, facendo presa sul braccio destro e sulla nuca...

- Ho solo detto la verità!! Cosa che a quanto vedo tu non fai molto spesso...- si lamentò lui.

Questo fece solo imbestialire di più Ziva che spinse di più il braccio.

- Come hai potuto farmi questo?- gridò fuori di sé.

- Io ti amo Ziva! Farei di tutto per averti...- disse lui cogliendola di sorpresa.

- Tu sei pazzo...- fece mollando un po’ la presa.

- Lo so... pazzo di te...- rispose Hazif accennando ad un sorriso nonostante avesse la testa spiaccicata contro il mobile – Non ti ho mai dimenticata dopo il Cile ti ho cercato ovunque ma eri già in America... io ti amo!-

- Per questo hai tentato di uccidere prima Tony e dopo me?- disse lei velenosa – Se non potevi avermi non mi avrebbe avuto nessuno?!?-

- Di cosa stai parlando?- domandò lui confuso.

- Non sei stato tu a ordinare quegli attentati?-

- Io? No... perché avrei dovuto? Ti amo, non potrei mai farti del male cherié!-

Lei lo lasciò andare sconvolta...

Che significava tutto quello?!?

Se non era stato Hazif chi era stato?!?

Il telefono dell’uomo cominciò a squillare distraendola dai suoi pensieri...

- Rispondi...- gli ordinò.

Lui annuì e si affrettò ad obbedire.

- Hazif Shamir... ma pitom?!? Ma ze habdi’ ha ha zo?!?- allontanò il cellulare dall’orecchio e fissò il vuoto...

Pareva parecchio sconvolto...

Si passò una mano sui capelli poi riportò il telefono all’orecchio.

- Az ma?- seguì una lunga pausa - Tov... shalom...-

Hazif posò il telefono pallidissimo.

- L’Operazione Messiada è fallita... c’è una talpa di Hamas nel Mossad... il piano con tutti i particolari è arrivato nelle mani delle maggiori cariche mondiali...- si sedette privo di energie in un divanetto.

- Ana ad hoshiya!- urlò quasi piangendo.

Anche Ziva impallidì.

- Un’altra talpa?- chiese dubitante.

- Si... è...-

Hazif non potè mai dirle chi era la talpa perché fu crivellato di pallottole e si accasciò a terra senza vita.

Ziva volse lo sguardo verso il punto da cui erano arrivate i colpi mortali: c’erano alcuni uomini sulla soglia e non avevano l’aria per niente amichevole...

Avevano in mano delle mitragliette Uzi russe, e avevano il volto coperto ma Ziva capì subito di chi si trattava: erano membri di Hamas.

Si nascose dietro il divano appena in tempo per evitare una nuvola di colpi...

Tirò fuori la sua pistola, una Sig Sauer P228, in quanto Vicedirettore la poteva portare all’interno del palazzo, e sparò qualche colpo...

Da dove erano spuntati? E soprattutto: come avevano fatto ad entrare?

I suoi spari fecero allarmare gli aggressori che si allontanarono dalla porta e si andarono a nascondere dietro qualcosa, chi di un mobile, chi di una scrivania, cosa che le diede modo di fuggire verso l’uscita sparandosi dietro come copertura.

E una volta in corridoio con sua enorme sorpresa si accorse che Tony le stava venendo incontro correndo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 20:17 ora locale

Quartier generale del Mossad

 

Non appena sentì gli spari DiNozzo corse immediatamente in quella direzione...

Con orrore capì che provenivano dall’ufficio di Hazif...

Cosa stava succedendo?

Ziva stava bene?

Scacciò dalla mente quelle domande e tirò fuori la pistola che, in quanto accompagnatore del Vicedirettore, gli avevano fatto tenere...

Doveva essere pronto ad ogni evenienza...

Ma non era pronto a vedere Ziva che gli veniva incontro urlando disperatamente il suo nome...

- Tonyyy!-

Non appena gli fu vicino lo afferrò e lo spinse con forza verso un corridoio laterale in modo che il muro li potesse proteggere...

Poi entrambi si misero in ginocchio con le pistole pronte all’utilizzo...

Ziva guardò dietro l’angolo e sparò un paio di colpi...

Poi si voltò verso Tony...

- Scusami! Non volevo mentirti! Mi dispiace per quello che ho fatto!-

Non si accorse che dietro di lei era spuntato un tipo che teneva una pistola minacciosamente puntata alla sua testa...

Il ragazzo non perse tempo: fece per alzare la propria pistola ma...

Ma lei guardando appena all’indietro lo uccise... sotto l’enorme stupore di Tony.

- Ma ti pare il momento?!?- domandò arrabbiato a Ziva, una volta ripresosi dal trauma.

Lei non fece una piega...

- Si... Tony... è il momento!-

Sparò di nuovo oltre l’angolo e poi tornò a fissarlo.

- Non ti mentirò mai più! Ma ti prego... TI PREGO... perdonami!-

Tony la bloccò...

- Va bene! Va bene! Ora pensiamo a salvarci la pelle!!-

Insieme spararono i consueti due colpi oltre l’angolo circa ogni trenta secondi...

- Mi sono rimasti pochi proiettili... cazzo...- imprecò DiNozzo poi si rivolse di nuovo a Ziva - come diavolo hanno fatto a entrare con tutte quelle armi?!? Cioè io li ho visti passare prima... però se girovagavano per il Mossad ho pensato che fossero a posto... che fossero dei vostri agenti... ma non li hanno controllati o cose del genere?!?-

- C’è una talpa di Hamas nel Mossad! Ecco perché sono riusciti ad entrare... e poi... avranno semplicemente ucciso le guardie che incrociavano sul loro cammino...-

- C’è un’altra talpa nel Mossad?- domandò il ragazzo stupito.

- Si... e stavolta non è un mio fratello...- commentò Ziva sparando di nuovo oltre l’angolo, ma stavolta ai suoi colpi si unirono quelli di altre persone.

La ragazza si alzò improvvisamente e voltò l’angolo...

DiNozzo allarmato la seguì...

Che stava facendo?

Si voleva fare ammazzare?!?

Ma quando voltò anche lui l’ormai famoso angolo si accorse che tutti i cattivoni erano stati fatti fuori da dei tipi vestiti con uniformi militari blu...

E Ziva si era lanciata addosso ad un ragazzo alto e piuttosto attraente che pareva il capo...

- Chaim!- gridò Ziva stringendolo forte.

- Ciao Ziva...- fece lui rispondendo alla stretta felice di rivederla, ma nella sua voce si distingueva chiaramente una nota di tristezza.

- Ziva... Sara... lei...-

Ziva si staccò dall’abbraccio e lo fissò negli occhi.

- So quanto ci tenevi a lei, Chaim... lo so... non c’è bisogno che tu dica nulla...-

Calò un breve silenzio tra loro...

- Cosa ci fai qui?- gli domandò la ragazza.

- Ho dato le mie dimissioni e ora sono tornato a essere capo delle guardie...-

- L’ho notato... grazie per il tuo aiuto a proposito...- gli disse lei cercando di sorridere.

- Ci pensiamo noi qui... non vi preoccupate... andate pure via... qui ci penso io...- li incitò Chaim.

Lei lo abbracciò di nuovo.

- E’ lui il tuo “amico speciale”, Direttore del Mossad?- le sussurrò il ragazzo all’orecchio facendola sorridere.

- Si... è lui...-

- Mm... sembra un tipo a posto...-

- Lo è... stai tranquillo...- e dicendo così si staccò dall’abbraccio poi fece per andare via con Tony al fianco.

Poi si ricordo di una cosa...

- Ma la talpa? Chi era?- domandò.

Forse finalmente ci avrebbero capito qualcosa in quella storia contorta fatta di morte e crudeltà...

L’espressione di Chaim si fece mortificata...

- Non era tra questi... erano “solo” agenti di Hamas di medio rango...-

Ziva fece una smorfia poi delusa si diresse verso l’uscita... facendo prima cadere un biglietto per terra...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Tel Aviv 21:17 ora locale

Da qualche parte

 

Stavano camminando fianco a fianco da un’ora per l’autostrada...

Intorno a loro non c’era anima viva...

Il sole era appena tramontato e una luce rosata li circondava completamente...

E loro non si erano scambiati una parola...

Certo... a volte era meglio non parlare...

Però a Ziva la situazione pesava...

Perché se non parlavano significava che non si chiarivano...

E lei voleva con tutto il suo cuore chiarirsi con Tony!

Lo voleva più di qualunque altra cosa al mondo...

- Allora mi vuoi spiegare che c’è? Ti ho chiesto scusa... ti ho supplicato di scusarmi! Perché non mi parli?- domandò al ragazzo fermandolo.

Lui la fissò serio, con lo sguardo di un uomo ferito e stanco di essere ingannato...

- Guarda che io non ti ho ancora perdonata... mi hai mentito due volte e su delle cose estremamente importanti...-

Ziva odiava mettersi a supplicare e dargliela vinta, in particolare in quel modo deprimente, però non poteva permettersi di perderlo di nuovo, quindi per una volta mise da parte il suo orgoglio per dare ragione al suo, ormai stanco, cuore.

- Scusami...- gli disse ancora una volta con aria supplichevole - ti prego!!!-

- Quando avevi intenzione di dirmi che il bambino non è mio?!? Quando fosse nato un modello con gli occhi azzurri e i capelli biondi? E quando mi avresti detto che sei una spia? Anzi! Me lo avresti mai detto?!?-

- Io ERO una spia... e mi dispiace per quello che ho fatto... te l’ho già detto... e poi non ti ho detto che sono stata con Hazif perché  sapevo che ti saresti arrabbiato e ingelosito... ma io non provo e non provavo niente per lui... niente! E poi quando è successo non ti avevo ancora rincontrato... credevo di averti perso per sempre, sai?- lo rassicurò lei accarezzandogli la guancia ruvida a causa della barba di due giorni.

Lui scostò il volto.

- Cosa ti costava dirmelo? Eh?!? Cosa ti costava?!? Mi spieghi come posso tornare a fidarmi di te?!? Cazzo Ziva! Come non fai a capirlo?!? Io ho dato il mio occhio per te! Ma darei anche la mia vita pur di sapere che sei viva e al sicuro! Perché ti amo! Mi spieghi però ora come posso tornare a fidarmi di te?!?-

- Hai ragione non puoi...- disse lei voltandosi.

Per colpa di due stupide bugie ora stava perdendo l’uomo che amava...

Perché non si era fidata di lui?!?

Perché era stata così stupida?!?

Tony la osservò mentre si girava...

- Io volevo solo proteggerti Ziva... ma non me lo hai mai permesso...-

- Lo so...- rispose lei, asciugandosi le guance bagnate a causa delle lacrime, rimanendo però sempre girata.

- Potevi morire... ricordi che fine ha fatto Jonathan Polar?!? Eh?? Te lo ricordi?!?-

- Si... me lo ricordo...-

- Volevi fare la sua stessa fine?!? E questa volta c’erano in gioco anche le vite di milioni di persone! Volevi che l’Operazione Messiada fosse messa in atto?!?-

- No...-

- E allora perché...-

Lei si girò fulminea.

- Non era per me stessa che lo facevo Tony! Ti sembro così stupida?!? Lo facevo perché mi era stato ordinato! Come hai fatto anche tu quando eri con Jeanne! Mi pare che neanche tu mi avessi detto nulla in proposito... sono venuta a saperlo solo poco prima di vedere esplodere la tua macchina... non è stato piacevole sai?-

- Jeanne ora non c’entra!-

- Oh! C’entra eccome! Non ho sbagliato solo io! Anche tu! Anche tu mi hai mentito! E non solo su di lei...- abbassò un attimo gli occhi sul cemento dell’asfalto, poi li alzò di nuovo per incontrare i suoi di occhi: uno cieco e uno verde che, ciascuno in modo diverso, tentavano di trasmetterle il loro amore per lei.

Resse lo sguardo e completò il discorso.

- Hai rischiato di morire! Eppure io sono stata comprensiva... ho capito che se l’avevi fatto era per una buona ragione! Ora tocca a te essere comprensivo!-

Lui la fissò severo, poi a poco a poco il suo sguardo si addolcì di nuovo.

- Il bambino?- domandò lui un po’ titubante facendola sorridere.

L’uomo sicuro e rigoroso di prima aveva lasciato il posto a uno insicuro e impaurito da quella novità.

- Il bambino è tuo...- lo rassicurò.

- E come fai a saperlo?-

Vero... come faceva a saperlo?

Non aveva una risposta a quella domanda però dentro sapeva che il bambino era di Tony...

Era dell’uomo che amava...

Lo sentiva...

Lo sapeva...

- Lo so e basta DiNozzo... non fare domande...- affermò lei girandosi e riprendendo a camminare...

- Sei stata a letto pure con quel tipo... Chaim... per caso?- le domandò improvvisamente Tony.

- No!- rispose lei sconvolta per la domanda.

- E con Gibbs? Dai ormai siamo in tema di confessioni no? Mi puoi dire tutto!-

- Zitto!-

- E con Afek? Ammettilo che ci hai fatto un pensierino!-

Lei si voltò e lo minacciò ridendo...

- Ora ti do un pungo  e ti faccio saltare sino in Australia...-

- Volare... non saltare...- la corresse lui.

- L’importante è che si capisce cosa voglio dire! Voi americani e i vostri stupidi modi di dire...-

Camminarono un altro po’ poi Tony pose un interrogativo.

- Come faremo a raggiungere un centro abitato?-

- Ci riusciremo tranquillo...- lo rassicurò lei sempre camminandogli al fianco le mani si sfioravano ma nessuno dei due aveva il coraggio di fare la prima mossa.

- E quando raggiungeremo un centro abitato che faremo?-

Ziva si fermò e lo guardò confusa...

- Io non ne ho idea... poi ci penseremo no?-

Fece per girarsi ma Tony la trattenne di nuovo per un braccio, e le cinse i fianchi in un abbraccio.

- Beh... io ho pensato... che... insomma! Ti va di tornare a casa con me rosh katan? A me si...- le domandò sicuro.

L’insicurezza di prima era stata spazzata via del tutto... lasciando il posto al solito vecchio DiNozzo!

Ziva fu felice di quella domanda...

Anche a lei come Tony aveva una voglia matta di tornare a casa... dalla propria famiglia...

Lo fissò per un lungo minuto poi rispose sorridendo e stringendo la sua mano...

- Quando vuoi Tony...-

 

 

 

 

 

* Wow oggi intere frasi in ebraico... ho superato me stessa!!!

Lechaym!: Alla salute!(brindisi)

- Hazif Shamir... ma pitom?!? Ma ze habdi’ ha ha zo?!?- : - Hazif Shamir... come sarebbe?!? Che scherzo è?!?-

- Az ma?- : - E allora?-

- Tov... shalom...- : - Va bene... ciao...-

- Ana ad hoshiya!- : - Signore salvaci!-

* Jonathan Pollard è un ebreo che lavorava nella CIA che il 21 Novembre 1985 fu accusato di essere una spia di Israele e così fu condannato all’ergastolo.

* Per quella cosa degli agenti di Hamas che hanno le mitragliette Uzi russe... vale lo stesso discorso che ho fatto qualche capitolo fa con Al Qaeda. È una mia teoria e di altri studiosi che i russi supportino queste organizzazioni (ci sono gli indizi) potete crederci come no!

* Hazif ha avuto finalmente quello che si meritava, è inutile che piangete e che me lo chiedete in ginocchio membri del suo fan club! Non risuscita! Capito?!? Anche perché se lo facessi Roshy mi farebbe fuori senza pensarci due volte... XD

* Ragazzi la storia non è ancora finita!!! Chi sarà la talpa? Riusciranno Tony e Ziva a comportarsi da persone normali e a restare insieme???

 

  
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