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Autore: AlexiaLil    09/07/2016    1 recensioni
-NaluWeek 2016!-
1°Longing
2°Reunion
3°Admiration
4°Secrets
5°Struggles
6°Climax
7°The End
C'era una volta un demone centenario nato dalla lava, alla ricerca di un incantesimo per vendicarsi sui suoi simili, che perse la via della distruzione per una donna dedita alle preghiere delle stelle...
Genere: Fantasy, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Happy, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Passata la notte a venerare il corpo florido e accogliente della donna, il demone mascherato passò i successivi giorni rintanandosi negli angoli più solitari nei dintorni e la giovane e il demone felino se ne preoccuparono, non capendo a cosa fosse dovuto un tale isolamento, ma il giovane sfuggì alle loro domande e preoccupazioni tant’è che la sacerdotessa s’immagino scenari di un suo prossimo abbandono, pensò che la vita monotona del luogo fosse durata troppo a lungo per lui e che gli stesse troppo stretta, che nemmeno le loro appassionate notti potessero più soddisfarlo, né che l’amore che lei vi intravedeva negli occhi scuri potesse bastare.
La notte che le fu rivelatrice si presentò con la sua muscolosa e fredda presenza alle sue spalle, sotto le coperte del futon in sua compagnia; la figura immobile e disinteressata che lei avvertiva non fece altro che alimentare le sue paure e non poté sentirsi più sola come in quel momento, col cuore invisibile di quell’uomo cui aveva donato ogni parte di sé insensibile alle sue carezze.
La mattina che seguì trascorse gelida, lenta e fredda come la neve che in quei giorni cadde abbondante, occultando sentieri e fiori, imbiancando ogni millimetro quadro di campi, alberi e case; il manto candido regalava agli occhi la vista di un mondo di ghiaccio, rendendolo nel suo candore magicamente più innocente di quanto in realtà non fosse e nella notte lugubre, inquieto e orrorifico come invece era agli occhi degli Dei in alto fra le nuvole.
La ragazza affondò gli stivali di pelle nella neve, diretta all’altare per occupare i propri pensieri nelle preghiere di rito e nell’isolamento ma, a dispetto dei suoi piani, vi trovò l’amico felino acciambellato ai piedi del giovane seduto sul palchetto rialzato, proprio lì dove avevano consumato anni prima la loro follia.
La convinse a non voltargli le spalle quando la vide sul punto di girar i tacchi e le strinse le mani sulle braccia, annegando il suo sguardo scuro in quello chiaro di lei, offuscato dalla tristezza che lui stesso le aveva provocato in quei giorni, e soffocando irruento il suo stesso respiro fra le sue labbra, annientando ogni ribellione e remora di lei appassionatamente e disperatamente, mordendole labbra e collo, godendo dei suoi ansiti e del tremore del suo corpo fra le sue mani rudi.
Godere, forse per l’ultima volta, della sua irrefrenabile fame di lei e del desiderio che le vedeva dentro, in quei giorni mai così bramato da se stesso, chiuso nelle sue indecisioni, isolato da lei.
Le saggiò la pelle fresca e bianca, il seno morbido che nella foga fece capolino dalla tunica celeste e una mano s’intrufolò sapiente sotto la gonna fin sulle cosce, accarezzandone l’interno soffice e caldo di cui tanto ha sentito la mancanza in quei giorni; le mani della giovane, ancorate alle sue spalle forti per non cadere ai suoi piedi in preda al piacere, gli sfilano la casacca smanicata per metà, lasciandola impigliarsi nei suoi gomiti poiché le mani forti di lui non ne volevano sapere di abbandonare le sue cosce.
Le loro orecchie si riempirono di sospiri affannati, di rochi versi e nomi gemuti in sussurri avvolgenti.
Dita sottili corsero nei capelli arruffati del demone che non demorse, si lasciò prendere e con lo stesso desiderio incandescente s’apprestò a divorare la fragranza fresca della sua pelle, centimetro per centimetro, tentare una fuga sotto le sue vesti e goderne ancora negli angoli peccaminosi chiusi alla vista del Sole ma di cui la Luna si è bevuta ogni immagine …
Si sarebbero spogliati a vicenda freneticamente, amandosi lì su quel pavimento freddo e dura – come più volte accaduto – se Happy non avesse miagolato beffardo, richiamandoli dalla loro focosa e famelica passione. Il demone si drizzò all’istante, ansante ed eccitato e con imbarazzo la Sacerdotessa ne allontanò le mani dal suo corpo e si ricoprì il petto scoperto, chiedendo piccata, facendo leva sul suo sentirsi offesa e ferita per scrollarsi dalla pelle il desiderio di essere toccata – e di toccarlo – ancora, cosa volesse adesso, se si fosse deciso ad abbandonarla nuovamente.
Ma, lo avvertì, non lo avrebbe perdonato, né tanto meno riaccolto, se fosse ripartito come l’ultima volta, rubandole come un ladro una loro ultima notte.
Il demone le rispose, cauto e rocamente, che con tutta probabilità avrebbe accettato con più serenità quella separazione piuttosto che lo spettacolo cui avrebbe assistito seduta stante; rivolse un accenno d’assenso all’amico, tristemente immusonito e la ragazza si scansò di colpo dal corpo fin troppo rovente dell’amante, le dita che prima la vezzeggiavano con morbida frenesia artigliarsi e squamarsi, come le braccia e le spalle nude che s’incresparono di scaglie rosso sangue. La mandibola s’indurì e canini aguzzi apparvero fra le labbra, gli occhi inumanamente scuri come l’abisso si rettilizzarono, fissandola cupamente in attesa con timore.
Con la coda dell’occhio la giovane vide Happy raggomitolarsi su se stesso e gonfiarsi, per poi sbrogliarsi in una specie di tigre, dal manto color del cielo sereno, chiazzato di squame, e con un paio d’ali angeliche e candide.
La Sacerdotessa rimase allibita e senza parole, ma non rivolse ai due grida di panico e maledizioni, come temevano; pareva sconvolta certo, ma non quanto si sarebbero aspettati.
Studiando intensamente la sua espressione e il suo sospiro calmo e affranto, capì che lei sapeva.
E lei provò consapevolezza d’aver mentito a sua volta.



Mi dispiace di non aver rispettato le scadenze ma è stata una settimana frenetica e non avevo concluso 2 prompt (The END, ovviamente come da copione mio solito, è praticamente già pronto)... per la prossima settimana spero di concludere il tutto perchè ho davvero troppa carne al fuoco che non riesco a cucinare come si deve (pessimo parallelismo, mo sto zitta).

Ringrazio tantissimo saya, daimler e sala-chan per aver commentato e apprezzato lo scorso capito, per quanto sia lungo quanto la tratta del traghetto Villa San Giovanni-Messina. Grazie mille ragazze ;)

un ABBRACCIO a tutti, ci leggiamo presto .... spero.
   
 
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