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Autore: Ambaraba    09/07/2016    1 recensioni
Cosa accadrebbe se i personaggi che ben conosciamo si muovessero in un mondo in cui non ci sono creature a cui dare la caccia, ma ugualmente pericolose? E se gli angeli fossero robot? E se i fratelli Winchester fossero i capi di un manipolo di esseri umani che lottano per la libertà e Metatron fosse l'artefice di una dittatura in un mondo futuristico?
E se qualcuno, caduto dal cielo per sbaglio, venisse a salvarli?
(Piccola rivisitazione fantascientifica sulla nona stagione.)
Genere: Azione, Guerra, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Gadreel, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro, Contesto generale/vago
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Capitolo 13 - battaglia e Gad rapito

CAPITOLO TREDICI.

    «Cas, situazione?»
Accovacciato nel buio, riparato dalla vegetazione. I muscoli tesi, le mani strette attorno al corpo di un fucile a pompa calibro 12... E la mente fresca, leggera, svuotata di qualunque altro pensiero che non sia legato all
'azione imminente.
    Gli istanti prima di un assalto sono unici al mondo. Il cuore rallenta, il respiro diventa un tutt
'uno con il silenzio della notte. La vista diviene più acuta, più nitida... E ogni singolo nervo, ogni singolo muscolo del corpo, si tende e schiocca come un cavo elettrico, mentre l'adrenalina si sprigiona nell'organismo. Cuore anima e cervello si riallineano su di un nuovo asse, diventano strumenti funzionali al combattimento. I tempi di reazione si accorciano sensibilmente... E ti senti vivo e presente a te stesso, incredibilmente ricettivo e consapevole di ciò che hai attorno, di ciò che sta per accadere... Di ciò che sei. Unità assoluta e profonda connessione di mente e corpo, di pensiero e di azione. Dean ama questa sensazione...
Dev'essere così che si sentono i leoni, pensa.
    «Tre guardie armate sul lato ovest, due sul lato sud. Ma questo
è soltanto ciò che posso vedere da qui.» La voce di Castiel arriva leggermente sgranata, attraverso il minuscolo auricolare.
Dean prende atto dell
'informazione, passa al punto successivo.
    «D
'accordo. Benny, esplosivo?»
    «Pronto. Attendo il tuo segnale.» A qualche metro di distanza, l
'ex Marine osserva i piccoli droni silenziati di cui si è circondato. Saranno loro a dare inizio alle danze: si precipiteranno in volo nei pressi dell'entrata secondaria e sganceranno le cariche, sorprendentemente piccole e maneggevoli, ma abbastanza potenti da sradicare il portone e aprire la strada ai guerriglieri.
    «Bene. Squadra cecchini, ci coprite
?»
    «Sissignore! Siamo in posizione.» Garth e Gabriel, essendo inadatti per il combattimento corpo a corpo, si sono versatilmente adeguati al ruolo di tiratori, assieme agli altri soldati meno dotati nella lotta. I fucili che si trascinano dietro – dei .300 Win Mag provenienti dall'armeria della Marina, gentile omaggio di Dean e Benny, - sono pesanti e difficili da trasportare, ma sono tra i migliori per il tiro di precisione. Dotati di calcio pieghevole Accuracy International, con canna corta e un'ottica che permette di inchiodare qualsiasi bersaglio – umano e non – anche a seicento metri di distanza, rendono la squadra dei tiratori praticamente infallibile. E per i guerrieri in prima linea, capeggiati da Dean e Castiel, gettarsi tra le linee nemiche con degli angeli custodi a coprirgli le spalle è una sicurezza in più.
    Le mani di Dean fremono. Ma deve controllare un'ultima cosa, prima di dare il via libera.
    «Ricevuto. Gadreel, cosa vedono i tuoi occhi di elfo?», domanda il caposquadra, scherzosamente.
Ottiene in risposta un rumore attutito, come di qualcosa che rotola a terra – probabilmente, all'androide è scivolato di mano il microfono.
    «Allora-- Le guardie armate sono tredici, in totale. Dentro all'edificio ho contato venti persone al primo piano, di cui una decina sembrano guardie... Poi, ancora cinque guardie al secondo e dal terzo in su non riesco a vedere nient'altro, perché le finestre sono schermate,» dice Gadreel, cercando di essere il più conciso e sintetico possibile. Gli altri sembrano tutti così sicuri di loro stessi... Comunicano brevemente e sembrano molto affiatati, dopo chissà quante missioni che hanno compiuto assieme. Inutile dire che lui, in quanto ultimo arrivato, sente sulle proprie spalle il peso della responsabilità e teme di non essere all'altezza... Ma darà il proprio meglio.
Lo ha promesso.
    «Bene.» La voce di Dean sembra quella di qualcuno che stia sorridendo. «Visto? Non è poi così difficile.»
    Dall'altra parte, Gadreel si stiracchia appena. Se ne sta disteso a pancia in giù dietro una fila di arbusti fitti e bassi dietro ai quali, su consiglio di Gabriel, ha montato il cavalletto per direzionare un visore notturno. Fortunatamente, le apparecchiature sono facili da usare... Non avrà molte possibilità di combinare disastri.
L'androide sa che probabilmente non è il momento adatto... Ma la domanda gli scivola dalle labbra prima ancora che possa anche soltanto
pensare di trattenerla - e Gadreel un po' si vergogna della propria instancabile curiosità:
    «... Cos'è un
elfo
Con un crepitio, la voce di Garth si inserisce nella conversazione.
    «Charlie sarà più che felice di spiegartelo, quando torneremo alla base,» dice, divertito.
    «Avrai un sacco di film da vedere e libri da leggere,» aggiunge Benny.
    «Ora basta chiacchiere, soldati.» Dean mette fine a qualsiasi divagazione, riportando la concentrazione dei suoi uomini sull'assalto. C'è un istante di silenzio.
    «Per la libertà,» dice poi Dean, come per ricordare a sé stesso e ai suoi soldati il motivo per cui stanno per rischiare la vita.
    «
Per la libertà,» risponde Castiel, per gli androidi.
    «Per la libertà,» rispondono tutti, nel medesimo istante, come un'unica voce.
    Anche Gadreel si unisce al coro, senza pensarci troppo. Non riesce a capire fino in fondo il significato di quell'ultimo proclama collettivo, ma intuisce che sia qualcosa di importante - un augurio, una dichiarazione di intenti, un promemoria... O una preghiera. Un modo per sentirsi tutti parte di un'unità, per suggellare una fratellanza.
    Il motto risuona nella notte e subito dopo i droni si alzano in volo, le bombe piovono sull'obiettivo; e la squadra d'assalto si lancia in avanti contro le guardie nemiche, mentre i colpi delle armi da fuoco crepitano come mortaretti e incendiano l'aria, fanno tremare i vetri come i botti di un Capodanno fuori stagione.

    Corri - mira – spara - ripeti.
Castiel brucia in fretta le centinaia di metri del piazzale della Robotics Industry, correndo al passo con Dean – che spara e combatte come una furia. Il robot abbatte gli altri androidi con armi sviluppate appositamente per loro: abbastanza forti da bloccarli ma non da distruggerli. Sono pur sempre fratelli, dopotutto... E proprio per questo, Castiel ha richiesto che venissero creati strumenti d'offesa come questo, potenti ma non letali. Perché, in fondo, spera che ci sia ancora una speranza... Che possano tornare ad essere ciò che sono stati, prima che questa guerra – e Metatron – li riprogrammasse.
    «Copertura!» È Benny a richiederla, quando le guardie cominciano ad affluire sul punto degli scontri. Non appena i guardiani di Metatron mettono il naso fuori, la squadra dei cecchini li stende uno dopo l'altro, senza nemmeno bisogno di sprecare un secondo colpo. Ancora qualche centro, e poi dovranno cambiare posizione per evitare di essere individuati. Il bravo cecchino è come un'ombra: silenzioso e invisibile, ma in continuo movimento.

    Gadreel segue gli avvenimenti attraverso l'auricolare. Ora che l'azione è entrata nel vivo, si sente un pochino inutile... Passare le comunicazioni non è nulla, in confronto a quello che sta accadendo laggiù. Il frastuono degli scontri è un crepitio continuo in cui si mescolano ordini e voci concitate, e Gadreel si ritrova a desiderare di avere anche soltanto un decimo di quel coraggio e di quella preparazione necessarie per scendere sul campo ed essere davvero utile... Ma la strada è lunga, ed è comunque qualcosa che non fa parte di lui.
    L'androide fa tutto ciò che può, per agevolare i soldati. Cerca di anticipare le richieste di informazioni, spiando attraverso il binocolo fin dove riesce ad arrivare e istruendo i guerriglieri su ciò che sta accadendo nell'area circostante.
    «Castiel, sta salendo qualcuno dal piano sotterraneo... Gli ascensori si stanno muovendo.»
    Il capo degli umanoidi raggiunge in fretta il punto indicato, prima che il display arrivi a segnare PT. Due servitori di Metatron, due colpi non appena le porte si aprono: problema risolto.
    «Grazie, Gad.»
    «Prego, fratello.» Lo sguardo di
Gadreel sorvola rapidamente la zona alla ricerca di altri ostacoli da segnalare. Sta per avvertire Dean di uno strano movimento sul retro del palazzo, ma poi sente un clic che non proviene dal microfono – e, subito dopo, qualcosa che preme dietro la sua nuca.
    «Dovresti anche guardarti alle spalle, ogni tanto,» sibila una voce estranea - e Gadreel sentirebbe il sangue gelarsi, se ne avesse. «Ma i pivellini non lo fanno mai. Perché tu sei un pivellino, vero? Ecco perché ti hanno messo qui...»
    Il robot resta immobile, mentre l'arma –
cos'altro potrebbe essere? - spinge con più forza contro la sua testa. Riconosce qualcosa di familiare, nelle frequenze di quella voce: un'impercettibile alterazione che soltanto gli androidi producono, e che soltanto gli androidi riescono a percepire.
    «Non sei umano,» trova il coraggio di dire Gadreel, cercando di prendere tempo. Sta per morire? Forse. Non potrà più mantenere la promessa fatta a Chuck... Non potrà più far pace con Sam. «Chi sei?»
    Lo sconosciuto si muove, provocando un lieve scricchiolio di rametti.
    «Sono il tuo nuovo migliore amico... Il tuo
confidente,» risponde ridacchiando, con un tono sinistro che non nasconde affatto il sottotesto minaccioso. La pressione dell'arma è sempre lì, sempre opprimente, sempre inevitabile. «Staremo un po' insieme.. E mi racconterai un sacco di cose... Che tu lo voglia o no.» La pressione sparisce. «Alzati,» ordina l'estraneo, seccamente.
    Gadreel analizza in fretta le varie possibilità. Uno: reagire, avere la meglio, neutralizzare il nemico. Due: reagire, avere la peggio, finire ucciso subito oppure salvarsi. Ulteriori sviluppi del punto due: salvarsi, venire catturato. Venire catturato
uguale essere torturato. Essere torturato uguale dover restare inermi mentre i nemici si infilano nel tuo sistema e rubano tutte le informazioni di cui hanno bisogno, senza che tu possa opporti in alcun modo... E poi, ti distruggono o riprogrammano.
    Gadreel chiude gli occhi. No, non vuole che gli uomini di Metatron hackerino il suo sistema. Non vuole che Dean, Sam, Castiel e tutte quelle persone – quelle brave persone, che combattono solamente per il sacrosanto diritto di essere
libere, - vengano messe in pericolo per colpa sua. Non vuole finire nelle mani di quei mercenari... Non vuole che vedano ciò che ha visto, non vuole che sappiano ciò che sa. E, soprattutto... Non vuole che lo riprogrammino. Non vuole diventare un assassino... Non vuole fare del male.
    L'androide schiude le palpebre. La battaglia ancora infuria – giunge come un brusio lontano, dal microfono che Gadreel ha abbandonato a terra. Tutto intorno a lui è buio... E l'androide rimpiange di aver visto così poco, prima di... Prima di fare ciò che è più giusto.
    Mi dispiace, pensa, senza nessun destinatario in particolare. Forse suo padre, forse Sam, forse quegli androidi e quegli umani con cui aveva cominciato a mescolarsi e che non rivedrà mai più. Gadreel ha preso una decisione importante, e l'ha presa da solo.
Le informazioni che ha appreso moriranno con lui.
    «Allora? Vuoi muovert--» Lo sconosciuto perde l'equilibrio e cade all'indietro, quando Gadreel strattona i cavi che lui stesso ha disposto a terra, soltanto pochi minuti prima. «Maledetto!» L'arma che l'assalitore misterioso gli rivolge contro è simile a quelle che Gadreel ha visto nell'arsenale personale di Castiel; il pensiero è rapido, e poi l'androide si getta su colui che lo ha aggredito, nel tentativo di sopraffarlo o di farsi uccidere provandoci. Sacrificarsi è l'unica opzione possibile, se non riuscirà ad uscirne. Non tradirà i suoi compagni... Non tradirà la memoria di Chuck.
    Lo sconosciuto è più forte, più svelto, più preparato - più
cattivo. Ed è questo, soprattutto, a fare la differenza. Gadreel non ha mai colpito nessuno prima, non ha mai fatto del male in vita sua.
Il suo aggressore, invece, sì. E con molto, molto piacere.

    Rotolano lungo il fianco della collina, impattando sul terreno duro, e ben presto Gadreel si rende conto del proprio svantaggio. Cerca di bloccare i colpi, senza possedere alcuna nozione su come riuscirci, e poi fa del suo meglio per districarsi abbastanza da tentare di alzarsi in piedi; ma all'improvviso, in qualche assurdo modo che Gadreel non riesce a prevedere, il suo avversario lo aggancia per il collo e lo proietta di colpo a terra, di schiena, facendolo impattare sul terreno con tutto il peso. Si ritrova steso in mezzo a un campo incolto, selvatico. E poi il nemico gli è subito sopra, lo blocca, e il calcio della pistola si abbatte violentemente contro la tempia di Gadreel – e il nervo ottico sfrigola, la vista dell'androide si appanna di conseguenza.
    «Fratello, no-- » Gadreel sta perdendo e lo sa. È finita. Può fare soltanto un ultimo tentativo... Gli sembra impossibile l'idea di doversi difendere da qualcuno così simile a lui. «Ti prego, fermati...» Non riesce nemmeno più a vederlo, ormai. L'occhio sinistro non trasmette alcuna immagine, il colpo è stato troppo forte. «Siamo creature della compassione, non dell'odio--», smozzica Gadreel, nella speranza che quelle parole facciano scattare anche soltanto un minimo ricordo, in quel robot così violento e distorto. Quelle parole sono la base del suo essere, fanno parte del suo sistema... Sono l'idea da cui sono nati tutti i robot.
La compassione
è il fondamento di tutto ciò che Gadreel è, di tutto ciò in cui crede... Com'è possibile che gli androidi lo abbiano dimenticato?
    «Può darsi...» Il suo aggressore si ferma per un attimo, premendogli la canna della pistola sotto la gola. Gadreel si muove appena. L'iride destra raccoglie un'ultima immagine della luna splendente, appesa sopra di lui. «... Ma l'odio è più divertente.»
    Gadreel chiude forte gli occhi.

  
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