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Autore: Andrws    09/07/2016    2 recensioni
Ai tempi dell'antica Grecia, era di grandi eroi e di epiche battaglie, l'equilibrio tra le divinità iniziò ad incrinarsi quando la custodia della Terra venne affidata ad Athena.
Da sempre quel dominio allettava molti tra gli Dei Olimpici, che quindi approfittarono del "passaggio di potere" per tentare la loro Sorte. Il primo come racconta l'Ipermito fu Poseidone, con inondazioni e assedi da parte dei suoi dei suoi seguaci, i Marine. L'assedio dei Marine arrivò ben presto al Tempio di Athena, che nonostante le numerose perdite, reagì prontamente. Creò quindi le Armature, affidandole ai suoi fedeli guerrieri, da allora in poi chiamati Cavalieri. Così ebbe inizio la "prima" Guerra Sacra, che terminò con la disfatta del Dio dei Mari, grazie alle gesta dei Dorati Cavalieri che raggiunta Atlantide, sconfissero i generali Marine e Poseidon in persona.
Non passò molto tempo perché la situazione si facesse propizia per altri contendenti. Alcuni anni dopo, difatti, il "Ratto di Elena", sconvolse l'intero mondo, tanto da influenzare persino gli schieramenti Divini. La Guerra di Troia esplose e con essa nacquero leggende, alcune narrate da Omero ancora oggi ampiamente note, altre invece solamente sussurrate, riservate alla conoscenza di pochi.
Genere: Avventura, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
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XXIV – Il Portale Oscuro

La fredda notte buia di Mu veniva riscaldata dalle prime luci dell’alba, quando la truppa di Berserkers, guidata da Loki, giunse di fronte al fianco di un immenso monte. L’Astuto alla testa del gruppo correva velocissimo, tanto che a stento i Berserkers riuscivano a tenere il passo. Erano già passate troppo ore senza risultati e Malfinas stava iniziando ad agitarsi. Aveva ricevuto l’ordine di trovare al più presto gli Alberi Gemelli e considerati gli ultimi eventi successi a Mu in quei giorni, la situazione risultava molto critica, così molto impaziente, si avvicinò all’Astuto, raggiungendolo alla testa del gruppo.
«Nobile Loki» – stavolta gli portò moltissimo rispetto – «Abbiamo scadenze strette e sono ore che già vi seguiamo… è quasi l’alba ed entro mezzodì di domani dovremmo fare rapporto… andare dal Sommo Ares con un nulla di fatto, in questo momento così delicato, mi metterebbe in una brutta situazione! Se posso chiedere… quanto distano gli Alberi Gemelli?»
«Malfinas, non pensare ad Ares, hai cose ben più importanti per cui preoccuparti» – tagliò corto l’Astuto
«Che intendete?» – l’espressione di Malfinas era più che eloquente.
«Semplice… non pensare che una volta trovati gli Alberi Gemelli, distruggerli sia impresa di poco conto… ci sono molti ostacoli nel nostro cammino, creati da qualcuno più potente di voi, il cui compito è solamente uno… impedire che chiunque possa torcere anche solo una sola foglia a quegli Alberi»
«Chiunque sia, non riuscirà a sconfiggerci… e avendo voi dalla nostra parte sarà anche una semplice passeggiata»
«Non essere così fiducioso, Berserker! Non conosci i poteri del tuo nemico né tantomeno chi sia! Ti posso assicurare che sottovalutarlo ti costerebbe la vita nei primi due secondi di combattimento!»
«I suoi poteri sono eccezionali e alquanto fastidiosi, per non dire che potrebbero superare i miei, anche se in realtà, non saprei dirlo con certezza… ormai è molto tempo che non lo vedo! Così come sembra essere passata un’eternità dall’ultima volta che vidi il mio maestro e gli altri miei parenti…» – il volto di Loki sembrò quasi riempirsi di nostalgia al pronunciar tali parole, tanto che anche Malfinas se ne accorse
«Altri parenti… Volete dire che costui sarebbe un vostro parente?»
«Non ti riguarda in realtà…»
«Certo che mi riguarda!» – rispose categorico Malfinas, preoccupato della lealtà di Loki – «Se dobbiamo affrontare un vostro parente, devo essere certo che siate con noi e che non abbiate ripensamenti durante la battaglia o magari vedendolo morire! Forse sarebbe meglio informare il sommo Ares di costui!»
«Tranquillo, Malfinas, Ares è già stato informato di tutto ciò»
«Beh allora se è così forte come dite voi sarebbe il caso che ci ragguagliate sulle sue capacità e ideare insieme la strategia migliore per sconfiggerlo»
«Lo farò, ma prima dobbiamo raggiungere il posto adatto!»
«Il posto adatto? Sarebbe?»
«Eccolo!» – rispose Loki – «Laggiù, c’è l’ingresso!»
A centinaia di metri, sul fianco del monte alla loro destra c’era, infatti, l’entrata di una delle più antiche miniere di Gamanion, in disuso dai tempi dell’ultima guerra che sconvolse MU, diversi secoli addietro.
Già dopo pochi metri dall’entrata, il buio si faceva imperscrutabile e i Berserkers iniziarono ad agitarsi poiché neanche con i loro sensi più sviluppati riuscivano minimamente ad orientarsi.
«Il modo migliore di procedere arrivati a questo punto è in fila, con una mano poggiata sulla spalla di chi avete davanti» – spiegò Loki
“Che posto è questo? Perché ci ha condotti qui?” – si chiedeva Malfinas, così come i suoi sottoposti
«Nobile Loki, che posto è questo?» – chiese uno dei Berserker più vicini all’Astuto
«Questo è forse la più antica miniera di Gamanion conosciuta all’uomo, usata a lungo dai Liósálfar durante un periodo di Grandi Guerre, vinte secoli or sono dal mio maestro, Bor!»
«Bor?» – chiesero i Berserker in coro
«Lo stesso Bor reggente di MU e allievo di Efesto? Colui Che abbiamo imprigionato durante l’invasione?» – chiese Malfinas
«Si proprio lui!»
«Ma come è possibile che sia ancora vivo, se queste guerre si svolsero secoli or sono?»
«Noi Muriani siamo molto longevi, poiché i nostri centri abitati sorgono sopra delle profondissime sorgenti d’Ambrosia, inarrivabili per chiunque, anche per un Dio, pur tuttavia le profonde falde acquifere che le toccano, vengono purificate, di conseguenze le piante che si nutrono di tali divengono benefiche per qualunque essere vivente se ne nutra. La carne degli animali che bevono da tali fonti e si nutrono di tali piante diviene altrettanto benefica, così come quella degli animali carnivori che si nutrono di animali erbivori e così via… il ciclo arriva fino all’uomo… chiunque si nutra della nostra fauna per anni, beva per anni dalle nostre incontaminate fonti, acquisisce purità dall’ambrosia nelle profondità di queste terre. Tuttavia questo non basta per spiegare l’incredibile longevità e potere del mio maestro, poiché nessuno a MU è come lui, d’altronde la conoscenza e il potere acquisiti venendo addestrato da Efesto hanno in qualche modo risvegliato l’ambrosia assorbita vivendo in queste terre, concedendogli incredibili poteri, oltre che capacità di guarigione superiori a qualsiasi uomo e di conseguenza anche la sua resistenza alla vecchiaia»
«Lo stesso vale per i suoi figli e discepoli, me compreso» – aggiunse poi l’Astuto
«Capisco» – fece Malfinas – «Ora è chiaro perché il sommo Ares teneva tanto alla conquista di questo continente… e anche la sua reazione pochi giorni fa quando sono iniziate le insurrezioni! Tuttavia perché la luce sembra non esistere in questo luogo? Abbiamo fatto pochi metri eppure è già buio pesto e voi non avete neanche tentato di accendere nessun fuoco per illuminare la strada, piuttosto ci avete ordinato di procedere in fila»
«In questo posto la luce non può esistere, viene come risucchiata dalle viscere della terra! Si racconta che secoli or sono si svolse una leggendaria battaglia, che sconvolse il tessuto stesso dello spazio e del tempo! Da allora la luce non può diffondersi, si perde nei meandri della più profonda oscurità che l’uomo possa mai cogliere! Anche se cercaste di illuminare la strada con il fuoco, o anche con la luce del vostro Cosmo, continuereste a non vedere nulla, neanche il vostro naso, perciò non ci provate!»
«Ma perché ci ha condotti qui?» – chiese un Berserker più indietro
«Vi ho condotti qui perché diversi anni fa, addentrandomi nelle profondità di queste grotte spinto dalla curiosità di scoprirne i segreti, venni catapultato in un altro luogo, mi sembrava un altro mondo… solo con il tempo mi accorsi che era un luogo che avevo visto da bambino, luogo in cui avevo desiderato tornare per tanti anni, tuttavia con il passare del tempo l’avevo dimenticato! Erano le foreste del Nord, vostra patria natia, dove per la prima volta incontrai Ares! Solo di recente ho realizzato che questo luogo rappresenta un portale verso qualunque luogo si desideri, ma lo si deve conoscere! Per vostra fortuna io in quanto allievo di Bor, ho visitato spesso gli Alberi Gemelli, ma raggiungevo quel luogo venendo teletrasportato dal mio maestro o da Odin, suo figlio, poiché non possiedo la telecinesi e non avendo mai scoperto dove si trovano realmente, non vi ci posso condurre…»
«… tuttavia utilizzando il potere di questo luogo potremmo raggiungere il nostro scopo e la battaglia che seguirà con il Guardiano, farà da faro agli altri Berserkers e ad Ares stesso!»
 
             Sei giorni prima circa al Santuario…
 
Athena aveva appena nominato Neven suo Gran Sacerdote (Kyoko), che da adesso in avanti avrebbe parlato in sua vece. Tornati alla quattordicesima Casa trovarono Bor, Odin, Thor e Baldur ad aspettarli. La motivazione era chiara, d'altronde anche Neven provava i loro stessi sentimenti in quanto Muriano ed infatti riusciva benissimo a vedere la loro determinazione e la voglia di riscatto solo dallo sguardo nei loro volti.
Non appena i quattro videro avvicinarsi Athena e Neven si inginocchiarono di fronte alla Dea, in segno di rispetto, non che ce ne fosse realmente il bisogno, sia Athena che Bor conoscevano le loro origini.
«Nobile Bor e tutti voi miei cugini, alzatevi!» – fece Neven – «La divina Athena mi ha nominato suo vicario, per cui da adesso in poi farò io le sue veci!»
I quattro Aesir quindi si rialzarono facendo le dovute congratulazioni al cugino per l’importante incarico ottenuto.
«Complimenti, Neven» – si congratularono Bor, Odin e Baldur, molto pacatamente, ma non per questo meno contenti.
«Allora si deve festeggiare! Quando tutto sarà finito e MU sarà salva, festeggeremo così tanto che il Valhalla ci sembrerà un luogo come un altro!» – irruento come sempre, Thor mostrò tutto il suo entusiasmo per il cugino cui era molto affezionato. Infatti per lui e Baldur era stato sempre come un fratello maggiore, almeno fino a quando per servire Athena non lasciò la sua terra natia.
«Grazie! Ma non è ancora il momento di gioire! C’è moltissimo da fare!»
«Hai perfettamente ragione» – intervenne Bor
«Divina Athena, andate a riposare che da quando siamo tornati non ne avete avuto la possibilità, ci penserò io a mettere in atto il vostro piano per salvare Achille! Non temete andrà tutto bene»
«Conto su di te!» – rispose Eiren, un po’ più sorridente di prima, forse perché distratta dal quadretto familiare del suo Sacerdote, che tanto aveva sacrificato per lei in quegli anni
La giovane quindi entrò nelle sue stanze, mentre i cinque Muriani restarono lì a discutere sul da farsi.
«Hai detto salvare Achille?» – intervenne quindi Bor – «Quindi presumo che la battaglia che si è percepita prima era combattuta proprio dal leggendario Pelìde»
«Chi era il suo nemico?» – chiese Odin – «Il suo Cosmo era tanto oscuro e potente come pochi se ne sono visti tra i comuni mortali»
«La tua analisi è come al solito precisa… difatti non credo si possa definire mortale, il nemico affrontato da Achille! Figlio di Zeus e di un’umana, Eaco, nonno del Pelìde, fu reso immortale dagli Olimpici per adempiere al ruolo di Giudice degli Inferi»
«Immortale?» – fece Thor confuso – «Non può morire in nessuna maniera, o è come noi?»
«Probabilmente è come voi, quindi incredibilmente longevo, in più come sottoposto di Hades, probabilmente potrebbe avere l’abilità di tornare in vita qualora qualcuno riesca a sconfiggerlo!»
«Anche tu saresti come noi se avessi completato il tuo addestramento!» – intervenne Bor – «Non fraintendere le mie parole Neven, hai avuto un’ottima ragione per averlo interrotto, tuttavia finché non avrai raggiunto l’ultimo super senso della condizione umana non potrai esprimere appieno il tuo potenziale!»
«Piuttosto c’è la possibilità che Hades intervenga in questa guerra al fianco di Ares?» – domandò preoccupato
«Ne dubito, almeno per il momento. La Divina Athena e il Sommo Efesto hanno impedito che la sacra Armatura del Leone intervenisse proprio per scongiurare ogni possibilità che ciò si verificasse in questo momento delicato… i rapporti tra Athena ed Hades non sono mai stati ottimi, tuttavia non ci sono mai stati presupposti per uno scontro aperto… ma adesso le intenzioni del Dio degli Inferi sembrano più ostili anche se rimane nell’ombra, intervenendo cautamente solo in situazioni che ci costringono a non reagire… tuttavia la divina Athena ha un piano per gestire questa inconvenienza ed inoltre potete star certi che partiremo al più presto per MU con l’obiettivo di liberarla dalla piaga dei Berserkers»
«Ottimo!» – rispose Odin – «Dov’è Sherin, non ho avuto modo di salutarla? Tra l’altro è da tanto che Frigg e Freya volevano venirla a trovare…»
«Sherin purtroppo è morta da più di cinque anni!» – lo interruppe Neven visibilmente scosso nel riferire la notizia, nonostante fossero passati anni dalla di ella dipartita.
I quattro Aesir rimasero di stucco e lo sconforto perdurò per diversi istanti lasciando in silenzio i presenti.
«Ci dispiace moltissimo» – rispose quindi Bor – «Avresti dovuto riportare il corpo ad Asgaror dove avremmo potuto darle degna sepoltura… persino tuo padre, nonostante i vostri dissapori, nonostante sia anche troppo ligio al dovere, per l’occasione non sarebbe mancato» – aggiunse poi
«Pensavo che ve lo avesse detto… con i suoi sensi incredibili sicuramente l’ha percepito!»
«Probabilmente è così, ma penso che abbia voluto evitarci il dispiacere» – intervenne Odin
«Con il nuovo potere che hai acquisito non hai potuto salvarla?» – chiese quindi Bor
«Nuovo potere?»
«Si, il sommo Efesto ci ha detto che durante la guerra contro Poseidon hai acquisito un potere che potrebbe persino renderti completamente immortale un giorno… conoscendoti sono sicuro che avresti sacrificato qualsiasi cosa per salvarla» – intervenne Thor
«Certamente l’avrei fatto… ma non l’avevo ancora…»
«Di che potere si tratta?» – chiese poi Odin
«È il potere del Vello d’oro, creato dal manto del leggendario Ariete alato che si dice fosse nato dall’ambrosia più pura… ma purtroppo non lo possedevo ancora ed inoltre è difficilissimo da controllare. Ottenni quel potere durante l’ultima battaglia contro Poseidon, quando rimasi in fin di vita dopo lo scontro con Cicno. Giasone, allora possessore del Vello, decise di provare ad usare il suo potere, poggiandolo come aveva fatto con Medea, anni prima, salvandole la vita. Tuttavia non funzionava sempre e con chiunque, secondo le parole di Giasone il Vello sceglie di per sé… in ogni caso non appena lo posò sul mio corpo accadde qualcosa di inaspettato… una reazione di pura luce e Cosmo mi avvolse e lo assorbii non volontariamente… Da allora sono in grado, soprattutto in situazioni difficili, di utilizzare una minima parte del suo potere, ma non credo al mio livello attuale di poter salvare una persona in fin di vita»
«Capisco» – fece Bor – «Non c’è da stupirsi della reazione che il Vello ebbe su di te, né tantomeno se sei diventato proprio Cavaliere dell’Ariete, non è solo la tua costellazione protettrice ma è proprio la tua essenza… l’eredità di tuo padre, non peer niente è soprannominato l’Ariete Guardiano»
«Avete ragione, ma ditemi… di lui avete notizie?» – chiese un po’ preoccupato
«No purtroppo no! Ma conoscendolo non si sarà mosso dagli Alberi Gemelli, nonostante l’invasione… non gli ci sarà voluto molto per capire che ciò che protegge faccia parte degli obiettivi di Ares» – spiegò Bor
«Capisco, allora non c’è tempo da perdere! Riunirò oggi stesso un consiglio di guerra con tutti i Cavalieri d’Oro e i più forti d’Argento e vi prego di essere presenti! Vorrei che ci fosse anche il Sommo Efesto, ma ho capito che si è allontanato dal Santuario, sapete dov’è andato?»
«Mi ha detto solo che questioni urgenti richiedevano la sua presenza e possiamo dedurre che per essere più urgenti della situazione attuale ci può essere solo il richiamo di Zeus!»
 
Nel frattempo in una delle abitazioni appena erette, Ippolito cercava di riposare, tuttavia diverse erano i pensieri che tormentavano il suo animo. In primis la strana sensazione che qualcosa in lui era cambiato notevolmente dall’incontro con il padre Teseo. Poi tutta la vicenda legata all’anello gli sembrava strana quasi fosse stata pianificata. Ma chi può pianificare qualcosa del genere, d’altronde Ippolito capitò per un fortuito caso nella camera sospesa di Ares. Ma ciò che più di tutto lo inquietava era stato l’incontro con il padre.
“Com’è possibile che sia ancora? Chi può averlo salvato? Ero sicuro all’epoca che il suo cuore fosse fermo! Io e Polluce avevamo sconfitto sia lui che Piritoo… allora probabilmente quelle voci che sulla sua discesa negli Inferi erano probabilmente vere… però lo davano anche imprigionato nel Tartaro per mano di Hades quindi o si è riuscito a liberare o è passato dalla sua parte”
“Papà… perché sembra che nonostante passino gli anni il nostro destino sembra inesorabilmente lo scontro? Quando ti ho rivisto un fuoco di felicità si è acceso dentro di me, così come è sparito il senso di colpa per aver preso la tua vita… al contempo è nato un barlume di speranza…”
“… speranza di un futuro in cui potremmo vivere in tranquillità tra le bellissime terre glaciali che in questi anni ho esplorato in Siberia… sono sicuro che ti piacerebbero… in particolare quel villaggio della mia amata Kira, il blu che circonda quelle terra è proprio della tonalità che più amavi”
«Sempre a sperare, immagino, vero Ippolito?» – la voce di Polluce proveniva appena fuori dall’abitazione
«Entra pure!»
Così il Dorato entrò dalla porta, mentre Ippolito si alzava.
«Dovresti riposare invece di riporre vane speranze nel tuo ritrovato padre! Sai benissimo chi è e di cosa è capace, non puoi essere così buono da sperare ancora che lui cambi e possiate vivere in un fantomatico futuro in pace…»
«Come fai a sapere…»
«Ti conosco Ippolito!» – lo interruppe Polluce – «Sei una delle persone più buone del mondo e ti sei tormentato ogni giorno da quando abbiamo affrontato insieme Teseo e sapevo benissimo che se avessi saputo che era ancora vivo avresti reagito così, nonostante ti abbia fatto a pezzi… anzi ti sia lasciato fare a pezzi»
«Scommetto che non hai reagito!» – aggiunse poi
«Da quanto sapevi che era ancora vivo?»
«Che intendi?»
«Quando sono rinvenuto a casa di Asclepio e mi hai fatto tornare la memoria, hai detto che Giasone l’aveva visto mesi fa, considerando che entrambi siete qui da sei mesi, devo presumere che tu lo sappia da allora… Conoscendoti l’avrai pure cercato» – l’espressione del giovane era molto risoluta, quasi infuriata
«Immagino che avrei dovuto dirtelo prima… da un anno circa circolano delle voci, quelle che presumo abbia sentito anche tu, però appena rientrati come Cavalieri d’oro, sei mesi fa appunto, Giasone mi giurò di averlo visto venendo qui, per cui ho iniziato a raccogliere informazioni»
«L’hai trovato? Sai dov’è?» – di colpo il giovano biondo si avvicino al Dioscuro
«Davvero ragazzo… non ti piacerebbe saperlo!»
«Allora è alleato con Hades!»
«Perché dici che è alleato con Hades?»
«L’hai detto stesso più volte che l’unico ad essersi mosso in questi anni di pace è Ares, ma che anche Hades aveva qualcosa in mente! Per cui quei guerrieri non essendo Berserkers, perché totalmente diversi, è probabile che siano guerrieri di Hades e ciò coinciderebbe sulle voci riguardo questo viaggio negli Inferi!»
«No quelle voci, riguardavano l’intenzione da parte di Piritoo di rapire Persefone e riportare Fedra in vita»
«Fedra? Perché è morta?»
«Da quello che ho sentito è morta suicida e tu dovresti intuirne il motivo»
«Diceva di essersi innamorata di me, ma io l’ho respinta… non posso credere che si sia suicidata per questo» – Ippolito addossandosi la colpa di quel gesto, si portò le mani al volto scioccato, portandosi poi indietro i suoi luminosi biondi capelli.
«Non ti addossare le colpe del mondo ragazzo» – asserì Polluce – «Fedra aveva accettato il tuo rifiuto inizialmente, tuttavia quando Teseo, circa un anno e mezzo fa, fece ritorno, lei non resistette e raccontò che voi vi eravate innamorati… si dice che per il senso di colpa allora si uccise, ma molto probabilmente l’ossessione per te e il tuo rifiuto ritornarono ad alimentare la sua pazzia, così nella sua logica contorta diede un motivo a tuo padre per ucciderti!»
«Come se non ne avesse già uno…» – commentò Ippolito
«Se tuo padre avesse voluto vendicarsi per quello che tu consideri un tradimento e per il suicidio di Fedra l’avrebbe probabilmente fatto appena tornato. Da quel che sono riuscito a scoprire lui è riapparso insieme a Piritoo, circa un anno e mezzo fa, vicino a Sparta, poi da lì sono andati ad Atene e sono rimasti in città per qualche mese. Solo dopo ha raggiunto Fedra, quindi penso che abbia un piano ben preciso e se è alleato con Hades probabilmente lo fa solo per convenienza»
«Si hai sicuramente ragione…» – con espressione delusa, quasi rassegnata, il giovane dagli occhi Oceano, pronunciava quelle parole, confermando al Dioscuro, che nonostante suo padre lo avesse ucciso a sangue freddo, Ippolito ancora sperava.
«Invece parlami di quella cosa che simula essere un anello, che porti al dito» – gli chiese poi il Dorato per cambiare argomento
«Ah hai saputo, quindi!»
«Sì»
«Beh non so molto, ma da ciò che ho capito l’anello è una sorta di contenitore per un potere immenso… quando l’ho indossato, si è creata una sorta connessione liberando l’energia in eccesso affinché il legame fosse stabile»
«Capisco, c’è altro?»
«Sì, ma vorrei che quanto sto per dirti rimanesse tra noi per il momento, sarò io dirlo al Nobile Neven quando sarò pronto… almeno questo me lo devi»
«Certamente!»
«Credo che l’anello mi abbia quasi scelto… non so come spiegarlo ma ho la sensazione che se un altro, chiunque fosse, indossandolo sarebbe morto con l’esplosione! È per questo che mi risulta difficile credere che finire in quella stanza sia stato un caso!»
«In tal caso sarebbe opportuno consegnare l’anello alla Divina Athena, anche se non sappiamo come potrebbe reagire quell’equilibrio per cui per adesso almeno è più sicuro ora al tuo dito e se non vuoi parlarne con Neven allora sarà meglio che resti sempre al mio fianco, così da ridurre le possibilità che il nemico ti catturi» – rispose Polluce – «In ogni caso prima o poi dovrai dirlo a Neven»
«Si ma per adesso voglio capire meglio come funziona questo legame»
«Ippolito» – si sentiva una voce da fuori chiamare il giovane, finché il Cavaliere di Equuleus non entrò nell’abitazione.
«Kitalpha!» – fecero in coro
«Nobile Polluce, pensavo foste alla casa dei Gemelli» – esclamò il Cavaliere
«Perché sei qui?» – chiese quindi il Dioscuro
«Il Nobile Neven mi manda a chiamare Ippolito per un consiglio di guerra. Ovviamente tutti i Cavalieri d’Oro devono essere presenti quindi anche lei Nobile Polluce»
«A parte noi sei Dorati e Ippolito, partecipano anche altri?» – chiese Polluce
«Sì, parteciperanno anche il Nobile Kleiros, il Nobile Chirone e i capi della gente di Mu, di altri non saprei» – spiegò Kitalpha
«Allora dovremmo affrettarci!» – esclamò Ippolito
Così i due si diressero verso la scalinata della prima casa con l’obiettivo di raggiungere la quattordicesima, sede delle stanze di Athena e del Sacerdote.
 

 
   
 
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